Numero 26 Maggio Giugno 2014 – >>giornalino

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Numero 26 Maggio Giugno 2014 – >>giornalino
LE CLASSI IN DIRETTA
MAGGIO- GIUGNO
NUMERO XXVI
BUONE
VACANZE!
Passaggio di
testimone
Diete
A pagina 2
A pagina 8
Duccio Jachia e la
sua vita da ebreo
A pagina 3
Julian Beever,
Edgar Mueller
Consigli per l’estate
A pagina 5 e 6
A pagina 7
L’importanza della
favola
Sulle onde della
libertà
A pagina 9
A pagina 10
Ricordate l'indirizzo della redazione!
Inviate i vostri articoli a:
[email protected]
Visita all’archivio
storico GolgiRedaelli
Relazione “Volevo
nascere vento”
LE CLASSI IN DIRETTA
MAGGIO- GIUGNO 2014
R
Passaggio di testimone
Il tempo passa in fretta.
Mi sembra ieri quando Allegra (la ex responsabile del giornalino) mi passò “i
trucchi e i segreti del mestiere”... Purtroppo ora la mia avventura è giunta al
termine. Adesso sono io, infatti, colei che “passa il testimone” alle ragazze che
mi sostituiranno negli anni a venire. È stata un’esperienza fantastica, ricca di
grandi soddisfazioni. Spero di essere riuscita nel mio compito quello di motivare
i ragazzi a scrivere, ad impegnarsi. Del resto è importante saper lavorare in
gruppo e provare talvolta a non fare solo ciò che dicono gli altri ma spingersi
oltre.
L’anno scorso ero si super felice di assumere poi questo incarico, ma al tempo
stesso sapevo anche che avrei incontrato molte difficoltà. Come dice una persona
a cui tengo molto: “va avanti per la tua strada” e così ho fatto.
Auguro buona fortuna alle ragazzine che mi sostituiranno l’anno prossimo: so
che sarete in grado!
Vittoria C.
IIIC
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LE CLASSI IN DIRETTA
MAGGIO- GIUGNO 2014
Duccio Jachia e la sua vita da ebreo
Il giorno 9 Maggio 2014 abbiamo avuto l'opportunità di incontrare l'avvocato Duccio Jachia. Adesso potrebbe
sembrare una normalissima persona come tante altre, invece, ha alle spalle una storia incredibile, che se non fosse
stato per la voglia di dominio di un popolo su un altro non sarebbe mai accaduta. Il signor Jachia era di origine ebrea e
la sua storia ha luogo proprio durante il dominio nazista. La sua famiglia era di origine milanese ed ebrea, composta da
cinque persone:
-madre;
-padre;
-e tre fratelli (Franca;Duccio e Ugo).
Duccio Jachia al tempo delle prime leggi razziali frequentava il liceo, che fu costretto ad abbandonare a causa di
quest'ultime. Successivamente con la degenerazione del fascismo Duccio e la sua famiglia furono costretti a scappare
da Milano, ma purtroppo, nonostante ciò, il padre fu arrestato e mandato in un campo di lavoro a Cremona. A questo
punto madre e figli decisero di scappare in Veneto, per fare ciò usarono uno stratagemma dicendo che erano profughi
dalla Sardegna e fedeli seguaci di Hitler e Mussolini (cambiarono nome e diventarono la famiglia Rossi, Duccio
divenne Giorgio Rossi).
Però,questo giovane ebreo così coraggioso non si dava pace per la detenzione del padre, decise dunque di tornare a
Cremona, dove si unì ai partigiani locali, e soprattutto dove organizzò l'ormai prossima evasione del padre.
Il padre, Dino Jachia, si era ammalato ed era stato ricoverato nel reparto ospedaliero,questa notizia,se pur
apparentemente sgradevole, è di grande aiuto al figlio, in quanto la sezione ospedaliera era meno sorvegliata.
Per qualche tempo Duccio andò a far visita al padre, soprattutto per verificare quale fosse la via di fuga più sicura e
meno in vista, trovò a sua sorpresa una porta non troppo sorvegliata e decise che sarebbe stata la porta che li avrebbe
portati fuori dall'ospedale, una volta fuori montarono in bici e si avviarono verso la stanga di sbarramento, l'ultimo
ostacolo. Passarono anche quell'ultimo piccolo, grande ostacolo e finalmente innalzarono un grido di libertà.
Il signor Jachia è venuto in classe da noi, non solo per informarci della sua esperienza personale o in che cosa consiste
il nazismo, ma è venuto da noi per raccontarci di come ad un sentimento di odio, di voglia di vedere gli altri soffrire si
è opposto un sentimento assetato di libertà, di rivendicazione dei propri diritti, di ciò che è la nostra persona interiore e
di ciò che ci rende veramente persone e non corpi vuoti.
Tutti questi sentimenti che il signor Jachia ci voleva trasmettere sono emersi soprattutto quando ha parlato della
rieducazione delle masse, che consiste nell'insegnare a tutto il popolo, a tutta la gente, ad ogni persona a trarre
insegnamento da ciò che è accaduto, a far si che una simile tragedia non si ripeta più, ma soprattutto voleva intendere
che bisogna essere sensibili a ciò che ci succede intorno, a non isolarsi solo nella propria vita privata e ovviamente
insegnare avere un anima e non essere causa di distruzione e di sofferenza altrui.
Rebecca D.
IIIA
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Visita all’archivio storico Golgi- Redaelli
Una mattina di Aprile noi della seconda N, accompagnati dalla nostra Prof. di italiano, siamo
andati all’Archivio storico Golgi Redaelli, in via Olmetto, dove ci è stata presentata la vita di
Donato Ferrario. Abbiamo analizzato alcuni documenti, tra cui un quadro del ‘600 che lo
raffigura ed il manoscritto miniato dello Statuto dell’Ente benefico da lui fondato.
Donato Ferrario era un commerciante, un finanziere e un allevatore (principalmente di
bovini); i suoi possedimenti si trovavano in Porta Romana, Porta Orientale e Porta Comasina
. In questi si coltivavano cereali, sia invernali che primaverili, verdure e lino. Durante la sua
vita gli è capitato di conoscere il Duca di Milano, e gli finanziò una grossa somma per le
numerose guerre che dovette fare. Donato però evadeva il fisco, e questo reato lo porterà in
prigione. Qui trascorse molti mesi, ma, dopo un sogno fatto l’1 novembre del 1424, in cui
Dio lo chiamava al suo cospetto e lo minacciava di mandarlo all’inferno, decise di fondare un
Consorzio, al quale venne dato il nome di Scuola della Divinità. Vi è una riproduzione visiva
del sogno di Donato in una miniatura apposta sul frontespizio del codice della Scuola: in alto,
al centro, Dio padre con in mano una pergamena srotolata, contenente il testo statutario; più
in basso, lateralmente, due gruppi di cinque persone in atteggiamento di preghiera e
signorilmente abbigliate; la figura divina è inoltre circondata da un cerchio di fuoco entro il
quale si intravvedono otto aureole dorate che potrebbero rappresentare i santi a lode dei quali,
insieme alla Maestà divina, era stato fondato il consorzio.
Attraverso questo lui portò cibo e vestiti a tutti i senzatetto di Milano con un metodo
semplice ma piuttosto efficace, ovvero dare ad ogni bisognoso un gettone al giorno per poter
accedere ai servizi offerti. Egli visse settant’anni e alla sua morte decise di donare tutti i suoi
averi alla Scuola della Divinità.
Oggi i suoi averi sono confluiti in una Fondazione che si occupa di sostegno agli anziani a
Milano.
Matteo L.
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Julian Beever, Edgar Mueller…
Avete visto che scene incredibili?... Ma come è possibile creare simili disegni e con dei semplici gessetti
per di più?!!!
Si riesce quando un disegno 2D viene trasformato in 3D grazie a una tecnica pittorica che crea illusioni
ottiche. L'anamorfismo, disegno ricostruito, è una tecnica, spesso utilizzata dagli street artist, per
realizzare un oggetto o una vera e propria scena animata, su di un piano in modo distorto, creando delle
suggestive illusioni ottiche. In questo modo, il soggetto ritratto diventa riconoscibile solo se guardato da
una certa angolazione. La potremmo definire come una sorta di trompe l'oeil (inganna occhio in francese)
moderno, dove l'occhio dell'osservatore viene "ingannato" facendogli credere che il disegno, per quanto
reale, sembri uscire letteralmente fuori dallo spazio sul quale è dipinto, diventando tridimensionale.
Edgar Mueller, per esempio, è specializzato in baratri e voragini spaventosi, tutti rigorosamente
anamorfici.
Julian Beever è un'artista inglese famoso per la sua arte fatta sui marciapiedi di Inghilterra, Francia, Belgio, Germania, America, Australia. La particolarità delle sue opere sta nell'anamorfosi. Le immagini vengono disegnate con una tecnica particolare che le rende all'apparenza completamente deformate. Però quando si guardano dal lato giusto acquistano una visione tridimensionale. Una tecnica nota fin dai tempi di Leonardo, che nei suoi appunti ci ha lasciato diversi esempi di figure anamorfiche. Celebre anche l'affresco della volta della chiesa di Sant'Ignazio a Roma realizzato alla fine del '600 da Andrea Pozzo. A Milano, la galleria Allegra Ravizza Art Project ha presentato una personale di Eduardo Ruiz Relero, artista argentino che realizza sorprendenti immagini anamorfiche. Chiara M.
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ECCO COME FANNO! Vi salutiamo con altre immagini suggestive... Qui riesce perfino a confrontarsi con un se stesso disegnato! Nell'augurarvi una splendida estate 2014, arrivederci dalle seconde F e B!!!!! La IIF e B
Camilla S.
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Consigli per l’estate
E' arrivata l'estate, è tempo di divertirsi sia in città, che al mare, in montagna, al lago, a trovare i parenti...ecco
i nostri consigli per voi!
Non state chiusi in casa ma uscite il più possibile all'aperto, da soli, in compagnia, a piedi o in bicicletta...e
una macchina fotografica può essere sempre utile, non si sa mai a cosa può capitare di assistere in modo del
tutto impervisto. E poi al giorno d'oggi i ''selfies'' sono un must! Se siete soli come fare amicizia? portate dei
giochi, una palla, per esempio. Mettetevi a guardare un gruppo che fa qualcosa e aspettate di essere invitati: se
sorridete è molto facile che succede, e a quel punto l'importante è non essere timidi, ma semplici e sicuri di
voi.
Per l'alimentazione, mangiate verdure crude, per esempio i cetrioli freddi rinfrescano moltissimo.
Prendetevela comoda, è tempo di relax e magari approfittare per provare qualche tecnica nuova sportiva, o lo
yoga!
Mettetevi sempre la crema solare, e se un giorno piove è il momento per mettersi a sistemare cassetti e
vecchie collezioni impolverate...senza dimenticare naturalmente di fare i compiti, ripassare e dedicare uno
spazio adeguato a mantenere le competenze acquisite durante l'anno perché poi a settembre i nuovi
programmi sono man mano più complessi e partono con cose nuove che si basano su quelle già studiate.
Se la famiglia ha in mente di fare un viaggio, ci son tantissime mete favolose...ne diciamo qui alcune come
esempio... New York, Ibiza, Hawai, Shangai, e la più vicine Sardegna o Grecia!
Se restate in città una buona idea è il volontariato per esempio in un gattile o canile, quelle povere bestiole
hanno tanto bisogno di affetto e di cure!
BUONE VACANZE DALLA 1 C!!!!!
La IC
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Diete
Si avvicina l’estate e molte persone, soprattutto le ragazze, di cominciano a preoccupare ancora più del
solito del loro aspetto. Spinte dalle immagini televisive e dei giornali e film, sembra che qualsiasi cosa si
faccia per essere al meglio di se stesse, non sia mai abbastanza!
Prima di tutto occorre fare chiarezza su alcuni fatti. Una dieta è un concetto generale, esistono diete per
malattie, per zone geografiche diverse, per credenze religiose…la dieta per dimagrire è una dieta
dimagrante, significa perdere peso. Ma questo peso, che in genere viene perduto tramite assumere meno
calorie di quelle che si consumano, può avere diverse origini, derivare da liquidi, da massa grassa, da
massa magra o dai muscoli. Esistono oggi delle bilance a prezzo ragionevole che analizzano la figura di
chi si pesa e danno le risposte sulle percentuali di queste parti del nostro corpo in modo da non interagire
peggiorando su un particolare aspetto del nostro corpo lasciando invariato magari quello che più ci
interessava migliorare.
E’ bene essere equilibrati nei muscoli e nei liquidi, che nel corpo devono essere molti, e tenere sotto
controllo la massa grassa tramite una alimentazione non diminuita e impoverita ma di qualità, alternando
molti cibi diversi, non trascurando i cibi integrali, bevendo parecchio fuori pasto, soprattutto con il caldo.
Infine esistono accoppiamenti di cibi e orari in cui si mangiano i cibi, che sono particolarmente
‘’ingrassanti’’. Ad esempio i carboidrati, di sera, si accumulano di più. La pasta con la carne è più pesante
che la pasta d asola e la carne da sola. La carne alla griglia senza olio, ha meno calorie ed è più digeribile.
Morale, penne al ragù di sera tardi, l’effetto calorico è più accentuato che la stessa ricetta a pranzo e con
una passeggiata di pomeriggio (non troppo vicino al pasto perché lo stomaco ha bisogno di afflusso di
sangue e lo sport lo manda alle estremità, mani e piedi, bloccando la digestione).
I chewing-gum, fanno produrre molta saliva che gira a vuoto nello stomaco e hanno spesso degli
zuccheri, è negativo mangiarle prima dei pasti.... è sempre buona regola masticare lentamente...fare sport
ed avere fame è meglio che stare fermi, non avere fame e saltare i pasti...
I consigli sono a migliaia, ma occorre sempre consultare un dietologo per non trovarsi problemi di salute
causati da idee personali stravaganti sulla dieta alimentare da seguire. Con l'augurio di essere e restare
sempre in forma!
La IIN
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L’importanza della favola
Credo che al mondo non vi siano bambini che non amino le favole perché hanno qualcosa di magico che
permette loro di immergersi in un mondo di fantasia e di sognare. Ricordo ancora quando da piccolo stavo
con il naso appiccicato alle immagini dei libri sperando che qualcuno me li leggesse.
Non avrei mai immaginato però che, alle medie, la favola mi venisse proposta come parte del programma
scolastico di italiano.
E’ stata una piacevole scoperta perché ho imparato che la favola non ha età e può aiutare tutti, sia piccoli che
grandi, a riflettere, ridendoci magari un po’ su, riguardo alcuni comportamenti umani.
Ho ascoltato e letto molte favole ed è stato sempre emozionante. Inventarle lo è stato ancora di più.
IL RANOCCHIO E LA CITTA’
In un tranquillo stagno di campagna viveva una tranquilla famiglia di ranocchi.
Papà Alfred, mamma Adele e il piccolo Armando.
Armando era un ranocchio sicuro di sé e lo era così tanto da non ascoltare mai le raccomandazioni di mamma
e papà. Dallo stagno riusciva a vedere, alla fine della campagna, una strada sterrata.
Curioso com’era cominciò a chiedersi dove portasse. Aveva sentito dire che, ad un certo punto, si
congiungeva con un’altra strada tutta grigia con delle righe bianche attraversata da pezzi di ferro, su quattro
cerchi neri, che sfrecciavano ad alta velocità diretti verso un luogo bellissimo ed incantato che chiamavano
città. Armando aveva fantasticato a lungo su quel posto.
Un bel giorno, stanco della solita vita da stagno, salutò genitori, amici e se ne andò verso la città.
Era un ranocchio molto curioso ma anche molto imprudente e non si preoccupò neppure del dolore che la sua
decisione aveva dato ai genitori. Dopo due giorni di viaggio arrivò finalmente a destinazione.
Il viaggio non era stato facile, aveva rischiato persino di finire schiacciato da quegli strani mezzi su ruote e di
morire soffocato dal fumo che emettevano.
La vita in città non fu da meno. Non riusciva neppure a vedere il cielo perché coperto da altissime
costruzioni. Aveva scoperto che i mezzi su quattro ruote si chiamavano macchine.
La città era un intrecciarsi di strade, su cui viaggiavano macchine, e di marciapiedi affollati di persone che
frettolosamente andavano e tornavano chissà da dove.
Armando era molto frastornato, ma decise di restare fino a quando, un giorno, una signora con delle scarpe
dal tacco a punta lo calpestò, facendogli un gran male.
Inorridita dalla sua presenza, la donna cominciò a gridare. Un capannello di gente incuriosita cominciò a
dargli la caccia ed Armando fece appena in tempo a scappare e a nascondersi. A quel punto, si rese conto che
la vita di città non era per lui.
Ebbe nostalgia del suo stagno e, messo da parte l’orgoglio, vi ritornò.
Vittoria C.
Morale:
Carolina P.
Federica
Si sa quello che si perde ma non quello che si trova.
Camilla G.
S.
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IIIC
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Bisogna sempre avere il coraggio di ammettere i propri errori e di ritornare sui propri passi.
Niccolò D. ID
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LE CLASSI IN DIRETTA
MAGGIO- GIUGNO 2014
Sulle onde della libertà!!!
Questo libro racconta la storia di due ragazzi di religione diversa, legati dalla stessa sconfinata passione
per il surf.
I protagonisti sono Samir - islamico - e Mahmud - palestinese.
Vivono a Gaza City, una città crudele, che nega tutto a tutti, che si lascia attraversare da inquietanti
carrarmati e numerosi aerei che provocano il batticuore ai giovani ragazzi che giocano per le strade della
città. Mahmud passa delle lunghe ore in mare tutti i giorni a cadere e a rialzarsi dalla sua tavola-asse del
water.
Da un po’ di tempo ha notato un ragazzo Samir che, come lui, ama il surf ed è in mare ogni volta che lo è
lui. Non gli parla, perché è islamico e sono stati gli islamici ad uccidere suo padre e nemmeno Samir gli
parla, perché sono stati i palestinesi a portargli via la madre.
Un giorno Mahmud trova a terra un game-boy e lo tiene in mano; sì perché a Gaza City se tieni in mano
un oggetto, questo diventa automaticamente tuo e ne puoi fare ciò che vuoi. Il ragazzo se lo intasca senza
farsi accorgere da nessuno, altrimenti lo vogliono provare tutti e finirebbero per scaricarlo. Un giorno in
spiaggia, incontra un tipo strano, un po’ vecchio che spiega a Samir come si fa un salto con la tavola. Si
allontana da loro, ma ecco che il tipo strano lo chiama. Non sa che fare… Decide poi di andare, scopre
che è l’uomo di cui tutti parlano, quello venuto dalla California con 15 tavole da gara per il surf. Si
chiama Bill Martinez. E’ un maestro di surf: incomincia ad intrattenerli spiegando loro i punti cardinali e i
ragazzi seguono la lezione senza guardarsi in faccia. Trascorsi alcuni giorni, Bill si presenta
ai giovani con due tavole lucide e perfette. Mahmud e Samir non credono ai loro occhi, perché a Gaza
City è difficile vedere delle vere tavole da surf. Così incominciano ad allenarsi. Bill racconta loro che era
venuto in quella città per trovare l’onda perfetta. Dopo diverse avventure e peripezie due ragazzi
scoprono di avere molti interessi in comune ed entrambi si accorgono che lo sport che praticano, fa
dimenticare ogni paura e preoccupazione e pure il fatto di essere di religioni diverse; è come se un vetro
invisibile li proteggesse e li separasse dal mondo esterno.
Dopo duri e lunghi allenamenti, riescono a trovare l’onda perfetta, sono certi che è quella giusta, perché
lo sentono in pancia. Nel momento in cui stanno per uscire dal tunnel acquatico a Mahmud cade in acqua
il game-boy. Samir che assiste alla scena, non esita a tuffarsi per recuperarlo, Mahmud lo imita; pensa di
non riuscire a salvare l’amico, gli manca il fiato, ma con prontezza prende la mano del compagno e
risalgono in superficie.
I genitori spaventati arrivano, senza guardarsi in faccia.
I ragazzi, ripreso il fiato, cominciano a tossire e a questo punto interviene Bill, il quale propone di offrire
ai giovani un buon gelato.
I due si guardano e sorridono perché a Gaza City mangiare un gelato è un privilegio…
Orestano M. e Giulio C.
IIC Konjit N. IH
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