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Senegal - Missione dal 26 Ottobre 2006 al 6 Novembre 2006
Località: M’Bour, 100.000 abitanti, a circa 80 km da Dakar. Thiès, un milione di abitanti, 50 km da M’Bour.
Partecipanti: Gabriella Parente, Francesco Toscano, Danilo Trombetti, oculisti.
Strutture di accoglienza: Centro Oftalmologico di M’Bour, Istituto Nazionale Giovani Ciechi di Thiès
Obiettivi: screening, visite, interventi chirurgici, installazione e ripristino strumenti a M’Bour, controllo dello
stato di avanzamento dei lavori di miglioria ed assistenza sanitaria a Thiès
Clima: sole, temperatura dai 28° ai 35° circa.
Giovedì 26/10/2006
Da Bologna a Dakar viaggiamo con 10 scatoloni di materiale chirurgico ed un fluorangiografo, il tutto senza
spese per eccedenza di peso grazie all’interessamento di Pierluigi Rossi presso l’Alitalia. Grazie alle buone
relazioni instaurate con le autorità locali possiamo essere prelevati senza indugio fuori dell’aeroporto di
Dakar dal direttore del Centro, Babacar Cissè. La nuova autostrada riduce la durata del viaggio per M’Bour
ad un’ora e mezzo. Al Centro godiamo dell’usuale sistemazione comoda ed accogliente e della presenza del
guardiano Ibre.
Venerdì 27/10/2006
Sistemiamo il materiale chirurgico che abbiamo portato dall’Italia. Montiamo il nuovo fluorangiografo, che
fortunatamente non ha subito danni durante il viaggio. Con nostra grande soddisfazione funziona molto
bene.
Sabato 28 e Domenica 29/10/2006
Sono giorni di festa perciò il Centro è chiuso e ne approfittiamo per visitare i dintorni di M’Bour: il mercato del
pesce, il Centro artigianale, il mercato degli animali di Sandiara, Saly.
Lunedì 30/10/2006
La mattina presto partiamo per Thiès, per visitare l’Istituto Giovani Ciechi al quale abbiamo inviato i fondi per
ristrutturare. (Vedere “Giornata presso l’Istituto Giovani Ciechi di Thiès”). La sera al nostro rientro al Centro
di M’Bour troviamo ad aspettarci due pazienti venuti apposta da paesi vicini, mandati da operatori sociali. La
prima paziente è una bambina di nove anni che presenta all’occhio sinistro (a causa di un trattamento con
una sostanza caustica fattogli quando aveva un anno) un leucoma corneale centrale con aderenze interne
fra iride, cornea e cristallino. L’occhio non è però infiammato e la bambina percepisce bene la luce. Le
hanno fatto un’ecografia che ci manderanno. Al papà, che chiede il nostro parere, consigliamo un intervento
di trapianto di cornea da eseguire però quando la bambina sarà più grande. Il secondo paziente è un
ragazzo di 22 anni già operato da glaucoma bilaterale, con percezione minima della luce nel solo occhio
destro. La patologia glaucomatosa ormai allo stadio terminale non consente alcuna speranza di recupero
visivo. Rientrati a casa la cuoca Michelle ci serve del buon pesce al forno che ci ripaga dalle molte fatiche
della giornata.
Martedì 31/10/2006
La giornata di lavoro al Centro prevede quattro interventi di cataratta, un esame di fluorangiografia ed una
infiltrazione intravitreale. Le cataratte sono talmente avanzate che permettono la sola percezione della luce.
Prima degli interventi notiamo, con grande soddisfazione, che l’infermiera Ninì ha curato alla perfezione
l’allestimento della sala operatoria e la preparazione dei pazienti da operare. Eseguiamo a tutti la biometria
per la scelta del cristallino artificiale, sperando poi di riuscire ad impiantarlo in tutti i pazienti. Scriviamo tappa
per tappa come far funzionare il biometro in modo che possa esser utilizzato anche dalla sola infermiera, per
facilitare il lavoro di Babacar. Diamo consigli e prepariamo per iscritto un protocollo minimo per la profilassi
delle infezioni post-operatorie. Ci avvicendiamo negli interventi, che procedono regolarmente, e così
riusciamo ad impiantiare i cristallini artificiali in tutti i pazienti. Ci fermiamo a turno per una breve sosta
pranzo, e terminiamo gli interventi con l’iniezione intravitreale, che facciamo eseguire a Babacar. Anche per
questa procedura compiliamo un protocollo scritto. Una volta finito il lavoro in sala operatoria, ci prepariamo
ad eseguire la prima fluorangiografia, su una paziente di 53 anni, ipertesa, affetta da trombosi della vena
centrale. Insieme a Babacar ed a Nini prepariamo il carrello con tutto quanto necessario e scriviamo anche
qui la procedura da seguire. In mancanza del manuale per l’uso scriviamo passo per passo le istruzioni del
fluorangiografo (Kowa fx-500s fundus camera) donato dal dottore Franco Lazzaroni. Francesco esegue la
fluorangiografia spiegando il procedimento a Babacar, che lo esegue a sua volta. Ma non è ancora finito: in
sala di attesa ci aspettano ancora tre pazienti. Il primo è un ragazzo di 17 anni che ha un danno alla cornea
fin da bambino. Il suo occhio destro ha una buona funzione visiva mentre è più grave l’occhio sinistro che
percepisce soltanto la luce, oltre al presentare delle complicazioni. Ci rassicura però un’ecografia eseguita in
precedenza secondo la quale la retina sarebbe integra. Il ragazzo è disposto a sottoporsi ad intervento
chirurgico, tuttavia gli spieghiamo che il suo caso è complesso per cui potranno essere necessari più
interventi che comporteranno un decorso post-operatorio lungo. Dovrebbe quindi portare pazienza per
ottenere il permesso di soggiornare in Italia per tutto il tempo necessario. C’è poi un’incantevole ragazza di
24 anni, giornalista radiofonica, che lamenta mal di testa ed affaticamento visivo nel lavoro. Risolviamo il suo
problema prescrivendole degli occhiali. L’ultima paziente è una persona anziana con una cataratta centrale
posteriore bilaterale. Se funzionerà il facoemulsificatore eseguiremo l’intervento venerdì mattina. Finiamo la
giornata con le telefonate a casa grazie al Telecenter, fortunatamente porta a porta con il Centro.
Mercoledì 1/11/2006
Oggi è festa Il Centro sarebbe chiuso ma noi cominciamo la mattina con il controllo dei pazienti operati ieri. I
pazienti sono contenti e ci ringraziano, gli consegniamo le terapie da fare nei giorni prossimi e li salutiamo.
Ad aspettarci c’è una ragazza di 26 anni si chiama Aicha Jouw, vede pochissimo, conta solo le dita della
mano con l’occhio destro e vede solo la luce con l’occhio sinistro. Presenta in entrambi gli occhi una
patologia infettiva che abbiamo riscontrato in parecchi casi. Provoca delle perforazioni corneali con esiti
cicatriziali che coinvolgono il segmento anteriore dell’occhio, con leucomi aderenze iridee e cataratta.
Questa patologia si risolverebbe con una combinazione di interventi complessi che comprende anche il
trapianto di cornea ma non può purtroppo essere effettuato in Senegal perché il comitato etico non lo
autorizza. L’unica speranza per questi casi è di effettuare un intervento all’estero. I costi sono però elevati
anche considerando che per lo più queste persone non hanno lavoro a causa del loro handicap visivo.
Controlliamo anche un paziente, a noi già noto, di nome Gadiaga, che ha effettuato un trapianto di cornea
presso l’ospedale di Bologna un anno fa. Il paziente era completamente cieco per una patologia corneale
bilaterale. Riscontriamo con soddisfazione che il trapianto è perfettamente riuscito e procediamo
all’asportazione di un punto di sutura. Il paziente ci saluta contento, perché grazie all’operazione ci vede
finalmente. Non ci sono più pazienti per noi oggi, allora decidiamo di visitare la riserva naturale di Bandia
situata a 15 chilometri da M’Bour. Vi possiamo ammirare rinoceronti e giraffe, gazzelle, antilopi-cavallo,
bufali della savana, coccodrilli, varani e facoceri oltre ad una moltitudine di volatili molto colorati come il
merlo metallico di un bellissimo colore blu intenso. Dopo una pausa al ristorante della riserva vicino al
laghetto dei coccodrilli, ripartiamo, riposati, nel pomeriggio con la nostra guida Sainabou Jhiam per visitare
l’orfanotrofio “Vivre Ensemble” che ospita piccoli bambini, orfani, provenienti da tutto il Senegal. Il Centro ha
una capacità di accoglienza di 55 bambini ma attualmente ce ne sono 70. Due stanze ospitano la
“Poupponniere” con le culle dei bambini da 0 a 6 mesi. Per entrare nelle stanze ci chiedono di toglierci le
scarpe e di lavarci le mani, segno di estrema pulizia. Ci chiedono inoltre di non effettuare delle foto o riprese
cinematografiche per rispetto dei neonati. Spegniamo quindi le nostre macchine fotografiche, dispiaciuti di
non poter trasmettere con le immagini lo spettacolo cui assistiamo. I bambini sono ben curati e, stese a terra
vicino alle culle, ci sono le assistenti che li accudiscono, molte delle quali volontarie. Dei bambini un poco più
grandi, vivaci e sorridenti, sono in un’altra sezione. In un’altra sezione ancora troviamo bambini di circa tre
anni e le assistenti che giocano con loro. Rientriamo al Centro verso sera fermandoci sulla via del ritorno a
visitare Joal e l’isola di Fadiouth, famosa per il terriccio di conchiglie e per il suo cimitero misto cristiano–
musulmano.
Giovedì 2/11/2006
Oggi è una giornata di sala operatoria. Prima di iniziare gli interventi visitiamo alcuni malati fra cui un
ragazzo di circa 20 anni cieco da un occhio: un trauma gli ha devastato sia la palpebra inferiore che il bulbo
oculare. Non ci sono soluzioni per questo caso. Visitiamo gli operandi che sono quattro ed eseguiamo le
misurazioni per impiantare il cristallino artificiale. Come al solito sono cataratte molto avanzate e per due
pazienti si tratta del secondo intervento. Una delle cataratta è anche complicata da un importante pterigio
che complica non poco il nostro intervento. Alle 14 terminiamo, soddisfatti dei risultati, i nostri interventi. Di
fondamentale importanza anche oggi è stata la collaborazione della infermiera Ninì: ci tiene allegri, ha subito
pronto tutto ciò le che chiediamo e, sebbene da sola, riesce a gestire ottimamente ogni fase degli interventi,
dall’entrata in sala operatoria del paziente al suo ritorno in camera. Finiti gli interventi ci mettiamo all’opera
per ripristinare il facoemulsificatore, un’apparecchiatura in buono stato però mai utilizzato fin’ora. Cerchiamo
ogni accessorio ed assembliamo il tutto e, alla nostra grande meraviglia, tutto funziona bene. A questo punto
facciamo avvisare la paziente visitata ieri di presentarsi per l’intervento domani venerdì. Ci fermiamo per il
pranzo, e visto che sono già le 17, ci servirà sicuramente anche da cena. Infatti, la sostituiamo con una
passeggiata, assieme a Babacar, attraverso il villaggio dei pescatori. Vi visitiamo un Centro diurno per i
bambini del villaggio, che non frequentano le scuole pubbliche, dove gli insegnano a leggere e scrivere sia in
arabo che in francese. Arriviamo fino ad una zona più residenziale dove case e spiaggia hanno tutt’altro
aspetto. La passeggiata si è allungata, rientriamo piuttosto stanchi al Centro.
Venerdì 3/11/2006
La mattina iniziamo alle otto con il controllo degli operati del giorno precedente e la visita di alcuni pazienti
che ci vengono presentati dal personale del Centro; controlliamo anche la signora cui abbiamo fatto
l’iniezione intravitreale: non ci sono complicazioni. Ci comunicano che a M’Bour non è possibile sviluppare le
fotografie in bianco e nero della fluorangiografia, verranno quindi mandate in seguito a Dakar. Alle dieci
entriamo in sala operatoria per preparare il facoemulsificatore, che fa i capricci nei test di verifica. Scopriamo
che è dovuto ad un tasto della consolle che non trasmette il comando ma, per fortuna, funziona la tastiera
del telecomando eseguiamo la misurazione del cristallino, scegliamo per l’impianto un cristallino pie.
Possiamo dunque procedere al primo intervento di facoemulsificazione mai finora realizzato presso il Centro
di M’Bour. Prepariamo quindi la paziente, eseguiamo la misurazione del cristallino, scegliamo per l’impianto
un cristallino pieghevole di ultima generazione e procediamo all’intervento. Le difficoltà maggiori le
riscontriamo utilizzando il microscopio privo di automatismi. Nonostante questo inconveniente l’intervento si
svolge senza complicazioni nel rispetto di quanto da noi programmato. In sala operatoria è presente tutto il
personale del Centro, incuriosito da questa nuova tecnica per l’intervento della cataratta. Sosta pranzo alle
due, insieme a Babacar che ci invita a cena a casa sua. Nelle ultime ore del pomeriggio ci concediamo un
bagno al mare, dove a quell’ora affollato di bambini, con i quali giochiamo in acqua tuffandoci e scherzando,
e di ragazzi che fanno ginnastica sulla spiaggia. Alle otto di sera ci viene a prendere Babacar ma arrivati a
casa sua c’è, purtroppo un fuori programma: sua moglie Rhadi è caduta procurandosi una profonda ferita al
labbro inferiore. Ci tocca tornare al Centro dove Danilo le fa otto punti di sutura. Tornati alla casa di Babacar
troviamo la cena comunque già pronta, comprese delle ottime crocchette di pesce che non dimenticheremo.
A mezzanotte si sveglia Abdou, il figlio di Babacar, ne approfittiamo per scattarne delle foto ricordo. Ormai è
ora di rientrare.
Sabato 4/11/2006
Mattina di saluti. Andiamo al Centro verso le nove, ma sono arrivate due ragazze di 19 anni che presentano
un calazio alla palpebra superiore e si aspettano da noi un intervento. C’è anche un giovane proveniente dal
lebbrosario di Pycouk, accompagnato dall’assistente sociale Bara. Mutilato alla gamba sinistra ed ad
entrambe la mani, quel ragazzo di 27 anni è anche affetto da un glaucoma bilaterale con importante
aumento della pressione oculare e danno al nervo ottico di entrambi gli occhi. Avendo saputo della nostra
presenza è venuto per essere operato. Valutiamo il caso e decidiamo di operare oggi stesso l’occhio destro
e ci diamo da fare perché possa essergli recapitata la terapia necessaria per un anno intero. Nel frattempo
giunge al Centro anche una bambina di tre anni con un corpo estraneo nella cornea dell’occhio destro.
Aiutati dalla madre e da Ninì, che la avvolgono in un telo per immobilizzarla, riusciamo a sdraiarla sotto il
microscopio ed asportare il corpo estraneo. Finiti gli interventi, controlliamo la paziente della
facoemulsificazione. Finalmente possiamo salutare tutto il personale del Centro, che è stato, a dir poco,
eccezionale nei nostri confronti, ed ha reso questa nostra esperienza indimenticabile. Torniamo alla casa.
Pranziamo insieme a Babacar, è l’ultimo pasto e potremmo dimenticare la nostra cuoca Michelle e i suoi
piatti speciali. Facendo le valige in fretta troviamo il tempo per un ultimo bagno e Babacar ci accompagna a
Saly, da dove rientriamo alle sette. Domani si torna a casa.
Domenica 5/11/2006
La mattina alle otto siamo già pronti con i bagagli e mentre aspettiamo l’auto controlliamo i pazienti operati
sabato. Il ragazzo e l’assistente del lebbrosario hanno dormito in un locale del Centro attrezzato con due letti
per queste evenienze. Ad entrambi diamo informazioni sulla terapia che dovrà essere fatta nell’immediato
decorso post-operatorio e sulla terapia indispensabile per l’occhio non operato. Questa dovrà essere
continuata per tutto l’anno venturo o finché non sarà possibile un nuovo intervento. Si sono fatte le undici, i
bagagli sono già caricati nell’auto, possiamo partire per Dakar. Visto che il traffico è scorrevole e senza
intoppi, decidiamo di fare due brevi soste: la prima al Lago Rosa, che è nelle immediate vicinanze di Dakar,
l’altra all’isola di Gore, nota in quanto vi si imprigionavano gli schiavi in attesa del loro imbarco verso le
Americhe. Visitiamo il museo dell’isola e, proseguito il viaggio, arriviamo all’aeroporto alle dieci. Arrivo a
Bologna lunedì 06/11/2006.