Fidarsi, avere fiducia

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Fidarsi, avere fiducia
Cover Story
a cura di Micaela Terzi
Fidarsi, avere fiducia
Rely on. è questo lo slogan con cui si è aperta,
lo scorso 24 gennaio, la Convention organizzata da Labosystem
al Parco Scientifico Tecnologico ComoNExt di Lomazzo.
Un’occasione per incontrare fornitori, clienti, collaboratori, e celebrare
i risultati ottenuti. Sempre con un occhio rivolto alle sfide future.
Generazione di valore
L’azienda, nata nel 1981
grazie all’idea di Piergiorgio Biassoni e Cesare Luraghi, oggi è guidata dai figli dei due
imprenditori: nella foto: da sx Tiziano Luraghi Presidente, al centro il Ceo e Direttore generale Paolo Miolo, a dx Matteo Biassoni Amministratore Delegato.
Un management affiatato, che ha contribuito alla crescita di Labosystem puntando su
qualità e innovazione. Oggi l’azienda è una realtà dinamica che progetta e realizza laboratori completi per Istituti di Ricerca, Università, strutture sanitarie pubbliche e private e
importanti realtà aziendali nel settore chimico, farmaceutico e agro alimentare.
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Qualità. Innovazione. Formazione. Sicurezza.
Queste le parole chiave che descrivono al meglio il lavoro della società.
Non una semplice formula, ma una vera e propria filosofia di vita,
che caratterizza da sempre l’azienda di Rovellasca
Azienda che, a differenza di molte altre, può dire di aver affrontato il famigerato
ricambio generazionale, senza accusare il colpo, ma continuando a crescere.
E neanche la crisi mondiale sembra aver intaccato l’andamento positivo di una
società che più che un soggetto economico sembra una famiglia.
Al di là della possibile retorica, infatti, il clima che si respira negli uffici e nell’officina di Rovellasca è proprio quella di una grande famiglia, pronta ad affrontare
le sfide di un comparto che ha attraversato periodi bui. Da cui Labosystem
sembra essere uscita indenne.
Nel 2011 ha registrato una crescita importante da allora ha continua a mantenere un costante trend positivo. In un mercato che in tre anni ha perso il
30% sul mercato nazionale l’azienda è cresciuta, dimostrando di aver saputo
puntare sui valori giusti. Rispetto, qualità della vita nel lavoro e coerenza tra
azienda, prodotto, immagine e reputazione. Ne ha parlato Paolo Miolo durante
la Convention di gennaio, lanciando anche uno slogan che la dice lunga sulla
filosofia aziendale: “Siamo pronti a rinunciare a tutto, ma non al domani”.
A lui, a Luraghi e a Biassoni abbiamo chiesto di aprirci le porte dell’azienda, per
poter toccare con mano la formula del successo di questa azienda. “Non abbiamo mai puntato a diventare leader di mercato – spiega Luraghi – è qualcosa
che si calcola solo attraverso dei numeri, e a noi non interessa.
Quello che ci interessa veramente è semmai diventare i più bravi”. Formula
che per ora sembra dar ragione all’azienda, visti i risultati. Ci spiega meglio
quali sono i punti di forza di Labosystem? “La nostra azienda è conosciuta
per la produzione di arredi tecnici per laboratori, come postazioni di lavoro,
armadi, cappe chimiche, tavoli per microscopia, sedute tecniche e molto altro,
recentemente per l’allestimento di laboratori per l’analisi sensoriale.
Quello che però ci qualifica in maniera differente dai nostri concorrenti è
che forniamo anche corsi e occasioni di formazione, non solo per i nostri
dipendenti, ma anche per fornitori e clienti.
Corsi che non riguardano semplicemente l’utilizzo della nostra strumentazione,
ma che invece spaziano tra i diversi temi che riguardano la sicurezza in laboratorio. La varietà di sostanze che vengono maneggiate in laboratorio e di attività
che vengono effettuate è talmente ampia che occorre un aggiornamento continuo, e i nostri corsi sono ormai diventati un appuntamento fisso. Sono tenuti da
professionisti altamente qualificati, come ad esempio Paolo Parrello, un’autorità
nel campo della sicurezza in laboratorio (tra le altre cose collaboratore di LAB
– Il mondo del Laboratorio, ndr). La Legge 81 attribuisce all’azienda fornitrice di
strumenti di protezione collettive la corresponsabilità in caso di incidenti.
è anche per questo che, oltre a fornire arredi, siamo interessati a spiegare ai nostri clienti come funzionano. E a tenerli costantemente aggiornati. Con corsi che
sono quasi totalmente a carico nostro. Ma questo per noi rappresenta un grande
ritorno commerciale e di immagine, quindi è un investimento che facciamo
volentieri”. Altri vantaggi di Labosystem rispetto alla concorrenza sono la “filiera
corta” nelle operazioni decisionali e il network, oltre alla capacità di gestire tutta
la filiera, dal primo contatto con il cliente fino all’installazione e il collaudo.
“Le decisioni vengono prese in fretta. Siamo spesso presenti in azienda, ed è
facile confrontarci e arrivare velocemente a una decisione su un investimento, la
partecipazione a una gara, un acquisto… La dimensione della nostra società è
sicuramente un altro fattore positivo.
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Oggi le aziende sono o produttive o commerciali, mentre noi siamo
riusciti a mantenere una dimensione che può sembrare piccola, ma che in
realtà è qualificata per poter gestire tutta la filiera.
Questo grazie anche ai nostri partner, con i quali spesso stipuliamo anche
contratti pluriennali. Abbiamo fatto la scelta di non avere dei semplici fornitori, ma dei veri e propri collaboratori che ci aiutano a sviluppare al meglio
i nostri prodotti. Ai nostri partner non chiediamo forniture al minor costo
possibile, ma chiediamo come possiamo produrre quello che ci serve nel
miglior modo possibile. Quando parliamo di network non possiamo esimerci dal fare un plauso anche alla rete di vendita che con grande impegno ci
segue costantemente nella nostra evoluzione e spesso è foriera di preziosissime indicazioni che ci consentono di anticipare i tempi del mercato.”
Sicuramente Labosystem ha investito molto anche in innovazione, non solo
per quanto riguarda i materiali o la progettazione.
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Ne è un esempio la collaborazione avviata con il Parco Scientifico
Tecnologico ComoNExt. “Abbiamo colto al volo la possibilità di inserire uno
showroom all’interno di una struttura ad altissima innovazione. I clienti hanno
la possibilità di toccare con mano quello che sarà il loro ambiente di lavoro
se acquistano i nostri arredi. Ma non solo. Grazie a un finanziamento di
Regione Lombardia, e a una collaborazione con una delle aziende incubate
a ComoNExt, abbiamo infatti avviato un progetto per la realizzazione di ambienti di laboratorio virtuali. Grazie alla realtà immersiva è possibile realizzare
ambienti di lavoro tridimensionali che sono praticamente “reali”.
Si tratta di qualcosa di molto diverso da quello che ci si aspetta da un
ambiente realizzato in realtà virtuale. Oggi la tecnologia ci permette infatti
di progettare ambienti e ti testarli come se fossero veri. Noi ci occupiamo di
sicurezza, e il virtuale ci ha fatto capire che si può utilizzare questo tipo di
realtà per insegnare alle persone a muoversi in sicurezza in un laboratorio”.
Passando invece ai prodotti “reali” quali sono le caratteristiche che vi distinguono dai concorrenti? “I nostri arredi sono modulari, come succede per
molte altre aziende. Ma la nostra è una modularità “spinta” se così si può
dire. Perché noi non abbiamo solo diversi opzioni in lunghezza, ma anche
in altezza e in profondità. Con la stessa base siamo in grado di fornire una
gamma di arredi estremamente vasta. Inoltre lavoriamo molto sul colore,
una cosa che magari non è fondamentale per altri. Ma ci siamo accorti che
è importante assecondare le esigenze dei clienti anche in questo. Molti dei
nostri colori standard sono stati infatti adottati su input dei clienti stessi.
Addirittura abbiamo messo a catalogo un colore richiesto dal Politecnico di
Milano, che oggi per noi è diventato il “blu Politecnico”! Altro fattore importante sono le personalizzazioni dal punto di vista impiantistico, e anche in
questo senso offriamo una gamma molto vasta di opzioni.
Dopo 30 anni e 2 generazioni, sappiamo bene come muoverci sia dal punto
di vista tecnico sia per quanto riguarda la creazione di partnership. In questo
campo in Italia si punta molto sul design, e il nostro sistema funziona molto
bene, anche se siamo piccoli rispetto ad altri importanti competitors, anche
stranieri”. L’arredo principe, quando si parla di sicurezza in laboratorio,
rimane la cappa chimica. Che per Labosystem si chiama Typhoon Twin.
Pensata per minimizzare la quantità di sostanze rilasciate nell’ambiente
di lavoro, ridurre la portata d’aria estratta mantenendo l’altezza operativa
d’apertura del saliscendi, e offrire la possibilità di scegliere, impostare
e monitorare in tempo reale il modo di funzionamento in funzione all’operazione da eseguire sotto cappa. Quali sono le altre caratteristiche di
questo strumento di protezione collettiva? “Il controller dotato di un ampio
schermo che restituisce in tempo reale tutte le informazioni sul funzionamento; i comandi inseriti nei montanti laterali in posizione ergonomica; il
passaggio dei cavi elettrici sempre nei montanti laterali per non interferire
con l’operatore e aumentare la sicurezza.
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In questa cappa nulla è lasciato al caso, e tutti i dettagli costruttivi
sono il frutto di un’analisi attenta che ha posto al centro l’operatore e
l’ambiente che lo circonda. Utilizzare una cappa Typhoon Twin significa
essere in grado di proteggersi consapevolmente grazie alle tecnologie
innovative di cui dispone, ma significa anche grande comfort ambientale, poiché le basse velocità e portate di aspirazione consentono di
abbattere considerevolmente la rumorosità dell’aria aspirata”.
Labosystem progetta anche postazioni di lavoro per singole attrezzature
o “tematiche”. Cercando di migliorare quanto esiste sul mercato per
offrire sempre strumentazioni all’avanguardia.
“E’ quello che ad esempio abbiamo fatto con le postazioni per microscopia - continua Luraghi – Spesso in laboratorio i microscopi vengono
utilizzati scorrettamente perché non esistono postazioni dedicate. Stare
tutto il giorno al microscopio può creare problemi all’apparato muscoloscheletrico. Noi di Labosystem abbiamo affrontato questa problematica,
come spesso facciamo, consultando direttamente gli operatori, per
capire dalla loro esperienza diretta come fare per migliorare l’ergonomia
delle postazioni di lavoro. Abbiamo creato quindi una postazione per microscopia che si “muove” insieme all’operatore, segue i suoi movimenti
e anche la tipologia di strumentazione.
Questo ci qualifica come azienda attenta a queste tematiche.
Un’attenzione che per noi è fondamentale, al di là dei numeri di vendita.
Stiamo procedendo allo stesso modo per le bilance”.
La capacità di trovare soluzioni innovative, che addirittura anticipano
le richieste dei clienti o degli operatori è sicuramente un altro fiore
all’occhiello di Labosystem, come spiega Matteo Biassoni: “Negli anni
siamo riusciti ad affermarci come azienda che non solo ha la capacità di
risolvere i problemi dei propri clienti, ma che spesso propone soluzioni
che vanno al di là delle loro aspettative”.
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A dimostrazione di questa capacità ci sono le numerose installazioni
realizzata dall’azienda, non solo in Italia, ma anche all’estero, in centri
di ricerca d’eccellenza, Università e laboratori privati.
Tra i clienti più prestigiosi, oltre al già citato Politecnico di Milano,
compare anche l’Istituto Eni Donegani.
“Ormai siamo già al secondo contratto di fornitura, e collaboriamo
con l’istituto da oltre sei anni. Siamo partiti con servizi di formazione
per il personale, e adesso forniamo anche assistenza tecnica. Inoltre
ci stiamo occupando della fornitura di nuovi arredi da laboratorio, a
sostituzione di quelli più vecchi.
Per le cappe chimiche siamo noi gli unici interlocutori dell’Istituto, sia
per quanto riguarda la fornitura degli strumenti che per l’assistenza
tecnica. Inoltre, come dicevo, stiamo provvedendo al rinnovo dei vecchi
laboratori con le ultime tecnologie disponibili. In tutto abbiamo effettuato oltre 350 installazioni. Se pensiamo che per ogni cappa l’assistenza
tecnica richiede un giorno/uomo, è facile dedurre che siamo una presenza fissa all’interno dell’Istituto Eni Donegani!”.
Quale installazione particolarmente difficile? “Ci capita spesso di dover
rispondere a esigenze particolari della clientela. E certamente non ci
tiriamo indietro.
Arpalazio, l’Agenzia Regionale Protezione Ambientale del Lazio, ci
ha richiesto ad esempio la fornitura di attrezzature che avevano un
capitolato con caratteristiche fuori standard. Grazie a una partnership di
successo e ad un’ottima collaborazione con un nostro fornitore siamo
riusciti a studiare particolari adatti alle esigenze del cliente e a fornire la
strumentazione desiderata.
Abbiamo realizzato delle Cappe con rivestimento antiacido completamente in gres monolitico, che ci ha permesso di allargare l’offerta sulla
linea di prodotti Typhoon, e che soprattutto ci ha garantito un’ottima
referenza per una successiva gara d’appalto per arredo di laboratorio
destinato allo stesso ente.
Per Coim, un cliente storico da oltre 25 anni, abbiamo installato dispositivi di risparmio energetico e studiato soluzioni dedicate, che sono
diventate poi una referenza strategica per il territorio che abbiamo già
sfruttato positivamente per acquisire altre due importanti commesse.
Infine abbiamo tra i nostri clienti anche l’Università di Catania, che si è
rivolta a noi facendo un grosso investimento in sicurezza a seguito di
alcuni incidenti. Abbiamo fornito oltre 70 cappe di ultima generazione
ai laboratori universitari, ottenendo anche in questo caso un’ottima referenza”. Il nostro tour all’interno di Labosystem prevede un’ultima tappa.
Per chiudere il cerchio, abbiamo chiesto al Direttore Generale, Paolo
Miolo, di svelarci le strategie adottate dall’azienda negli ultimi anni.
“Sicuramente è stato fatto un grosso investimento sulla reputazione più
che sull’immagine – ci spiega – A chi mi chiede come abbiamo fatto a
crescere nonostante la crisi generalizzata, dico che la cosa fondamentale è la pianificazione. Se sai dove andare puoi sicuramente crescere
anche in un momento di crisi. Se non lo sai non otterrai risultati positivi
nemmeno all’interno della più favorevole delle congiunture”.
Labosystem si presenta come un’azienda che ha puntato molto sulle
persone. “Mettiamo al centro della nostra attività non il prodotto ma le
persone. Per la mia esperienza posso dire che le aziende crescono se
crescono le persone al loro interno. Noi abbiamo cercato di attivare una
serie di iniziative che creano attaccamento nei confronti dell’azienda,
come ad esempio dei piani di incentivazione.
Tutelare il personale crea un clima interno che magari non si riesce a valorizzare a livello di bilancio, ma che sicuramente porta grandissimi vantaggi.
Oggi il valore centrare di un’azienda è il know how: siamo nell’era della
conoscenza, e valorizzarla può fare davvero la differenza”.
Siete sicuramente un’azienda che guarda al futuro, ma com’è il vostro rapporto con il passato? “In questi ultimi tre anni abbiamo lavorando su un
piano condiviso che si è basato su tutto quello che l’azienda ha costruito
negli anni. Però abbiamo voluto andare oltre e fare qualcosa di diverso.
Darci nuovi obiettivi, forti di una basa solida che era stata costruita
dai soci fondatori e consolidata dal nuovo management”. Guardate con
interesse anche all’estero…
“L’export ci sta dando dei buoni risultati. Stiamo guardando a mercati
come quello del Nord Africa e del Medio Oriente: abbiamo elementi certi
che ci dicono che si tratta di mercati in fase di sviluppo ai quali possiamo accedere facilmente. Siamo entrati in contatto con clienti interessati
a un acquisto diretto da produttore europeo.
E Labosystem è pronta a cogliere anche questa sfida”. Del resto non
potrebbe essere altrimenti per un’aziende che è pronta “a rinunciare a
tutto, ma non al domani”.
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