Circolare n. 255

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Circolare n. 255
Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca
Istituto Statale d’Istruzione Superiore”V.Floriani”
Circolare n. 255
Data
7 gennaio 2014
A
Docenti
Oggetto
A proposito di alternanza scuola lavoro e dei modi di reciprocare la professionalità docente
In ottemperanza con quanto deliberato dal Collegio e dal Consiglio di Istituto, nell’ambito delle attività di
accompagnamento si avvia il percorso di alternanza pesante che, prima in Lombardia di altre scuole che stanno
attuandola, intende supportare il percorso in evidente difficoltà di circa 15 studenti del primo anno attraverso
esperienze di momenti importanti di lavoro alternati ad altrettanti momenti essenziali di apprendimento scolastico.
Obiettivo: il conseguimento della certificazione delle competenze biennali e della qualifica regionale.
L’alternanza scuola lavoro che è conosciuta come stage è invece misurata su tempi in azienda di durata assai meno
rilevante, costituendo elemento importante per tutti i tipi di Scuola ma essenziale per gli Istituti Professionali.
I consigli di classe, o meglio purtroppo in forma prevalente i tutor scolastici (riferiti all’esperienza in azienda li
chiamiamo tutor scolastici per distinguerli dai tutor educativi presenti nel biennio), hanno attuato o attueranno i progetti
di alternanza scuola lavoro per le classi del secondo anno IeFP e del terzo, quarto e quinto anno dei corsi IP e IeFP.
So di dovere precisare che purtroppo i progetti di alternanza, ed è la prima nota di rilievo, sembrano quasi solo dei
tutor scolastici ma l’alternanza scuola lavoro è tanto più valida quanto diventa progetto del Consiglio di classe.
E’ infatti davvero necessario che i consigli di classe sentano l’alternanza come cosa propria, che ci lavorino per
prepararla, per seguirla, per valutarla: sono cose che rendono di qualità il percorso scolastico degli Istituti Professio
nali per i quali l’alternanza non può essere solo il lemoncello a chiusura di pasto.
Per questo invito i docenti di tutte le discipline a vedere gli aspetti professionalizzanti della propria materia (da
psicologia, a metodologia, a diritto, a tecnica professionale nei diversi settori, a educazione fisica etc) al fine di creare i
presupposti cosicché gli studenti siano sposti in posizione utile ad affrontare nell’esperienza le diverse problematiche
in modo (quasi) competente: le caratteristiche dei lavoratori e dei lavori di settore, le specificità dei problemi (produtti
vo o dei servizi), la postura, i dati storici e tecnici degli strumenti operativi, i temi e le situazioni per la sicurezza …
Anche i docenti delle materie culturali possono svolgere lavori o usare strumenti logici ed espressivi coerenti con
l’esperienza (eserciziari di matematica funzionali ai compiti-lavoro, stesura di relazioni o di diari o di qualsiasi altra
realizzazione utile, conoscenza del contratto di lavoro di categoria); ai docenti dei consigli di classe è chiesto di
valutare in modo davvero serio e coerente, ad esempio attraverso relazioni e colloqui, il ritorno delle competenze che
lo studente risulta avere espresso durante il tempo di scuola in azienda/ente, consapevoli che è sulle competenze
acquisite che si comincia a misurare il futuro professionale di operaio qualificato o di tecnico del giovane in formazione.
I tutor scolastici hanno per compito di accompagnare gli studenti nel loro percorso in azienda, di raccordarsi con i
tutor aziendali anche per la valutazione ma i tutor sono chiamati anche a collegare i colleghi di classe sui modi di
interfacciare l’esperienza di lavoro con quelli che sono gli insegnamenti scolastici.
A tutti i tutor chiedo il compito comune di raccogliere, con tutti gli altri colleghi tutor scolastici, anche una scheda con
1) la foto dello studente al lavoro con il datore della ditta/ente (previa richiesta per rispetto della privacy),
2) un’espressione motivata dello studente a riepilogo dell’esperienza, magari tratta dal docente di italiano all’interno di
un tema in classe (perché uno dei cosiddetti temi non potrebbe fare riferimento a questa importante momento di
scuola?) o del diario giornaliero di bordo svolto a casa dallo studente e debitamente valutato dal tutor e in italiano,
3) una frase del datore di lavoro e/o del tutor aziendale riferita alle competenze manifestate dallo studente.
La seconda nota di rilievo riguarda invece gli aspetti più normativi ed amministrativi che si collegano
all’organizzazione dell’alternanza nel quadro orario dell’Istituto.
Per gli aspetti normativi tutti dovremmo ormai sapere che la norma lascia molto spazio a questa esperienza anche
perché è quella che, come detto, caratterizza gli Istituti Professionali.
Per gli aspetti amministrativi l’ultima normativa non ha però reso giustizia alle Professionali cui non solo è stata tolta la
Terza Area (quella in base alla quale era prevista nella Scuola la presenza di operatori professionali esperti esterni)
ma è stata complicata la vita del curriculum con le ormai famose 990 ore di insegnamento e le 132 ore anche
cumulative di alternanza sul biennio del quarto e quinto anno.
L’alternanza nel secondo, terzo e quarto anno non fa problema: è esperienza didattica a pieno titolo, come un viaggio
o uno stage linguistico, ma per il quinto anno l’alternanza viene a incidere sulla struttura oraria con conseguenze
importanti. Già dagli scorsi anni la soluzione è stata demandata ai singoli consigli di classe, nel presente anno tocca
solo al quinto anno, sulla base dell’autonomia didattica e organizzativa, decidere cosa fare dell’alternanza e come
procedere. Con il risultato che
- o le 66 ore stage si mettevano durante l’estate o si svolgono al pomeriggio in aggiunta a quelle di lezione, ed in
questo modo non vanno ad incidere sulle 990 ore di insegnamento
- oppure se vengono svolte di mattina in corso d’anno risulta necessario recuperare in altro modo le 66 ore di
insegnamento.
E questo con riferimento ai tempi di apprendimento degli studenti ed al tempo del lavoro dei docenti.
Poiché non si è deciso di svolgere lo stage durante l’estate, resta come conseguenza di prevedere necessariamente il
recupero dei tempi di lezione non svolti:
1) per gli studenti
Gli Organi Collegiali hanno lasciata in questi anni la possibilità di corsi dell’ex Terza Area con esperti esterni.
Saranno corsi per la durata massima di 30 ore, da svolgere al pomeriggio. Il coordinatore o il tutor scolastico di
ciascuna classe quinta mi faccia sapere ciò che intendono fare con riferimento a chi ed a quando sarà svolto il corso.
A tali corsi si aggiungeranno le ore di insegnamento che potranno essere svolte da ciascun docente a compensazione
di quelle non svolte nel corso del periodo di sospensione delle lezioni oppure le ore di supplenza oppure le ore previste
in più sul calendario scolastico annuale oppure le ore aggiuntive svolte per i corsi di recupero oppure le esperienze
culturali aggiuntive al pomeriggio per tutta la classe (ad esempio le ore destinate alla preparazione alle tesine per la
maturità).
Per tutte le classi quinte il monte ore da raggiungere dovrà comunque rispettare le ore “distratte” dall’insegnamento
obbligatorio a causa dell’alternanza ed a tale proposito il coordinatore, in accordo con il tutor scolastico, dovrà
presentare una specifica relazione (tanto più necessaria nel Documento di classe del 15 maggio per gli Esami di
Stato) che indichi il progetto di attuazione e attesti la realizzazione delle 990 ore di insegnamento obbligatorio.
2) per i docenti.
Stante la normativa riferita al Riordino dei cicli ed alla funzione docente, lo stato giuridico del CCNL, la contrattazione
sindacale di Istituto, sulla base della nomina le ore non svolte nel corso del periodo di alternanza dovranno essere
restituite da ciascun docente nelle forme più diverse.
Come infatti già detto in diverse altre occasioni, a compenso delle ore di insegnamento non svolto nelle specifiche
classi del quarto e quinto anno durante il periodo di alternanza, saranno riconosciute le ore di insegnamento realmente
prestate: da ore di insegnamento aggiuntivo pomeridiano con un numero di ore coerente con quelle non svolte, da ore
pomeridiane di recupero, da attività svolte al pomeriggio con visite e viaggi oppure sempre al pomeriggio attraverso la
preparazione delle tesine per la maturità, da ore di supplenza (evidentemente non pagate) svolte in corso d’anno.
Il quadro delle ore dovrà comunque essere debitamente rendicontato entro la conclusione dell’anno scolastico
costituendo in ogni caso una necessaria richiesta amministrativa.
La banca del tempo, già positivamente in atto e riferita alla presenza documentata delle supplenze, costituisce una
proposta organizzativa interessante che consente di ottimizzare il lavoro docente, di razionalizzare i costi, di qualificare
la presenza e la proposta formativa.
La Scuola dell’autonomia è quella nella quale il lavoro docente si misura anche sulla durata calcolata in ore e minuti
ma autonomia è appropriarsi di una responsabilità che va oltre, qualificandosi per la motivazione al lavoro e sulla base
di un progetto professionale di sviluppo degli apprendimenti da parte degli studenti.
In questo senso l’alternanza costituisce per gli Istituti professionali un problema amministrativo ma anche
un’opportunità professionale per essere insegnanti che scelgono autonomamente tempi e modi per costruire percorsi.
Il Dirigente scolastico Enrico Danili