l`industria mondiale della macchina utensile
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l`industria mondiale della macchina utensile
FEDERAZIONE NAZIONALE DELLE ASSOCIAZIONI DEI PRODUTTORI DI BENI STRUMENTALI E LORO ACCESSORI DESTINATI ALLO SVOLGIMENTO DI PROCESSI MANIFATTURIERI DELL’INDUSTRIA E DELL’ARTIGIANATO IL SETTORE DEI BENI STRUMENTALI NEL 2013 Cinisello Balsamo, luglio 2014 FEDERMACCHINE Indice L’industria italiana della meccanica strumentale .................................................................... 4 1 Il settore della meccanica strumentale nel 2013.......................................................... 4 2 Il peso della meccanica strumentale nell’economia italiana ........................................ 5 3 La propensione all’export e il saldo estero .................................................................. 6 4 La destinazione geografica delle vendite .................................................................... 9 5 Il settore dei macchinari in Italia e nei principali paesi europei ...................................12 Il settore dei beni strumentali nel 2013 2 FEDERMACCHINE FEDERMACCHINE: la federazione delle associazioni dei produttori di beni strumentali e loro accessori destinati allo svolgimento di processi manifatturieri dell’industria e dell’artigianato ACIMAC macchine e attrezzature per ceramica ACIMALL macchine per la lavorazione del legno ACIMGA macchine per l’industria grafica, cartaria e affini ACIMIT macchine per l’industria tessile AMAFOND macchine e materiali per fonderie ASSIOT sistemi di trasmissione movimento e potenza ASSOCOMAPLAST macchine e stampi per materie plastiche e gomma ASSOFLUID costruttori e operatori del settore oleoidraulico e pneumatico ASSOMAC macchine per calzature, pelletteria e conceria GIMAV macchine e accessori per il vetro CONFINDUSTRIA MARMOMACCHINE – ASSOMARMOMACCHINE macchine e attrezzature per la lavorazione delle pietre naturali UCIMA macchine per confezionamento e imballaggio UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE macchine utensili, robot e automazione Il settore dei beni strumentali nel 2013 3 FEDERMACCHINE L’industria italiana della meccanica strumentale 1 Il settore della meccanica strumentale nel 2013 Anche il 2013 è stato un anno di stagnazione per il settore dei beni strumentali nel suo complesso, portando così a due gli anni di crisi e rallentando il recupero delle perdite subite nel 2009. I dati dei tredici settori che compongono l’industria della meccanica strumentale mostrano che, di nuovo, le vendite sui mercati esteri sono aumentate di poco, mentre quelle sul mercato interno hanno ridotto le perdite. Evoluzione del settore 2011-13 (milioni di euro) 2011 2012 2013 12/11 13/12 Produzione 35.720 35.160 34.985 -1,6% -0,5% Export 25.110 25.397 25.589 1,1% 0,8% Consegne interne 10.610 9.763 9.396 -8,0% -3,8% 6.719 6.253 6.223 -6,9% -0,5% 17.329 16.016 15.619 -7,6% -2,5% Import Consumo apparente Il valore della produzione è calato, dello 0,5%, attestandosi sotto i 35 miliardi di euro. Sei delle associazioni che compongono Federmacchine riportano un calo del fatturato nel loro settore. Le esportazioni hanno raggiunto il valore di 25,6 miliardi (+0,8% sull’anno precedente), ritoccando il record stabilito l’anno precedente. Le consegne interne, in forte calo nel 2012, sono diminuite della metà (-3,8%), a 9,4 miliardi. La debolezza del mercato italiano, -2,5%, per un consumo pari a 15,6 miliardi, ha penalizzato anche gli importatori (-0,5%). La quota di mercato soddisfatta da macchinari stranieri si attesta al 40%. Il settore dei beni strumentali nel 2013 4 FEDERMACCHINE 2 Il peso della meccanica strumentale nell’economia italiana La produzione delle 4.600 imprese appartenenti ai 13 comparti che attualmente compongono Federmacchine è diminuita, come detto, a poco meno di 35 miliardi di euro nel 2013, che corrispondono all’2,2% del Prodotto Interno Lordo. Il contributo più rilevante fornito all’economia italiana dal settore è dato dalle vendite all’estero: con 25,6 miliardi di euro, le vendite di macchinari all’estero coprono una quota del 5,4% sul totale delle esportazioni italiane, che sale al 6,6% prendendo in considerazione le sole esportazioni di merci. L’occupazione, nel 2013, rappresentava il 3,9% del totale degli addetti nell’industria manifatturiera italiana. Il peso della meccanica strumentale nel 2013 6,6% 5,4% 3,9% 2,2% Su PIL Su export totale Su export merci Su addetti industria Elaborazione su dati ISTAT, ICE Il settore dei beni strumentali nel 2013 5 FEDERMACCHINE 3 La propensione all’export e il saldo estero Una caratteristica distintiva dell’industria italiana costruttrice di beni strumentali, che si è rafforzata negli anni della crisi, è la forte propensione all’export, che, nel 2013, ha raggiunto il 73% del fatturato. Tutti i settori hanno registrato un rapporto tra esportazioni e fatturato almeno del 60%, con punte massime che superano l’80%. La propensione all’export per comparto nel 2013 Federmacchine 73% Ucimu 75% Ucima 83% Gimav 79% Marmomacchine 82% Assomac 80% Assofluid 63% Assocomaplast Assiot 65% 59% Amafond 70% Acimit 84% Acimga 83% Acimall 77% Acimac 80% Export/Produzione Il saldo commerciale complessivo dei settori che formano Federmacchine, nel 2013, è stato positivo per 19,4 miliardi di euro (+1,2%). Si tratta del quarto anno di crescita, dopo il crollo del 2009, e del nuovo record assoluto. Il settore dei beni strumentali nel 2013 6 FEDERMACCHINE Il saldo commerciale italiano nei beni strumentali miliardi di euro 20 15 10 5 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Per rendersi conto di quanto questo risultato sia importante per l’economia italiana, bisogna ricordare che il saldo complessivo delle merci nel 2013 è stato attivo per 31 miliardi di euro. I saldi commerciali settoriali italiani nel 2013 TOTALE MERCI 30,7 Prodotti agro-alimentari -8,6 Abbigliamento e arredamento 31,4 Chimica e gomma Prodotti dell'industria estrattiva -4,7 -53,8 Macchine e apparecchi meccanici 49,3 Altri prodotti dell'industria manifatturiera -100 17,1 -50 0 miliardi di euro 50 100 Elaborazione su dati ISTAT Il settore dei beni strumentali nel 2013 7 FEDERMACCHINE Dei tre comparti con saldi attivi, quello che fornisce il contributo di gran lunga maggiore è Macchine e apparecchi meccanici (+49,3 miliardi), al cui interno trovano sistemazione i macchinari di Federmacchine. Il settore dei beni strumentali nel 2013 8 FEDERMACCHINE 4 La destinazione geografica delle vendite I dati disponibili sulla ripartizione delle vendite nei diversi mercati coprono sette delle tredici associazioni di Federmacchine. La rappresentatività dei dati è alta (61% del valore totale delle esportazioni) e, quindi, sufficiente a garantire l’affidabilità delle stime, che si estendono all’intero comparto di Federmacchine. I mercati di sbocco nel 2013 America Meridionale 5,9% NAFTA 8,9% Oceania 0,9% Italia 26,9% Asia 14,7% Medio Oriente 2,9% Africa 4,5% Altri Europa 10,2% Altri Unione Europea 25,2% Elaborazione su dati ISTAT Il primo mercato di sbocco è quello nazionale, con una quota del 26,9% delle vendite complessive. Al secondo posto, con il 25,2%, le esportazioni nei paesi dell’Unione Europea: il peso complessivo dell’area UE è pari al 52,1% del totale. Negli ultimi cinque anni, il peso complessivo dell’Unione Europea, il mercato più vicino e tradizionale, ha subito una erosione di oltre sette punti percentuali. Questo riflette sia la debolezza della domanda espressa da questi paesi (e in primo luogo quella del mercato italiano), sia la capacità delle imprese italiane di modificare in misura rilevante e in breve tempo i propri mercati. Le aree che hanno guadagnato maggiormente quota sono l’America Settentrionale, l’Europa Orientale e l’Asia, ma si sono registrati progressi anche in America del Sud. Si tratta di aree in cui l’industrializzazione è il principale fattore dello sviluppo economico o protagoniste di decise politiche di reindustrializzazione negli ultimi anni. Il settore dei beni strumentali nel 2013 9 FEDERMACCHINE Il 2013 ha registrato un andamento generalmente positivo delle vendite all’estero di macchinari italiani ma l’eccezione negativa è stato il primo mercato per dimensioni. Complessivamente l’export è cresciuto dello 0,8% ma la UE è calata del 5%. I riscontri migliori sono quelli di due mercati di piccole dimensioni (Africa e Oceania), crescita significativa anche in Europa Orientale e America del Sud. Meno brillanti i risultati nelle altre aree (Asia, Medio Oriente, Nord America). Andamento delle esportazioni per aree (var. 2013/12) 16,4% 15,1% 5,4% 4,1% 1,8% 1,5% 1,3% Medio Oriente Asia NAFTA 0,8% -5,0% Unione Europea Altri Europa Africa America Sud Oceania TOTALE Elaborazione su dati ISTAT Le vendite di mezzi di produzione italiani nei paesi dell’Unione Europea sono diminuite a 8,8 miliardi di euro (-5% sul 2012). Forti cali sui mercati tedesco, che è sceso sotto i 2.000 milioni (-11,5%), e francese, poco più di 1.500 milioni (-5,3%). Meno marcato l’arretramento in Regno Unito (773 milioni, -0,9%) e Polonia (742 milioni, -2,2%); in crescita la Spagna (675 milioni, +1,3%). Le esportazioni italiane nei paesi europei extra-UE guadagnano il 5,4% sul 2012, per un valore di 3,6 miliardi. Deboli le vendite in Turchia (-1,2%, 1.123 milioni) e Russia (-4,1%, 1.082 milioni), stabile la Svizzera (+0,1%, 505 milioni). A crescere sono i mercati minori (Georgia, Ucraina, Bielorussia). L’Africa ha acquistato macchinari italiani per 1,6 miliardi di euro (+16,4%). Il primo cliente è l’Algeria (307 milioni, +36,8%), seguita dall’Egitto (277 milioni, +15,3%); in calo le Il settore dei beni strumentali nel 2013 10 FEDERMACCHINE esportazioni verso il Sud Africa (237 milioni, -7,3%). Fortissimo aumento della Nigeria (+131%). In Medio Oriente le vendite sono cresciute (+1,8%), a 1.020 milioni di euro. Arretrano i paesi del Golfo (Arabia Saudita -2,6%, Emirati -0,7%, Iran -12%), bene Israele (+8%). L’Asia Orientale e Meridionale è saldamente al secondo posto tra le destinazioni estere dei macchinari italiani nel 2013, con 5,2 miliardi, +1,5%. I giganti dell’area registrano ancora cali: Cina -2,4%, per 2,3 miliardi; India –9,5%, per 703 milioni. Bene le vendite in Indonesia (+4%), Giappone (+13,1%), Vietnam (+33,2%). Il Nord America ha aumentato, +1,3% gli acquisti di mezzi di produzione italiani, per un valore di 3,1 miliardi. Forte crescita in Canada (+19,4%, 287 milioni), quasi fermi gli Stati Uniti (+1,1%, 2,2 miliardi), in calo il Messico (-4,8%, 622 milioni). L’America Meridionale ha importato macchinari per 2,1 miliardi di euro, +4,1% sul 2012. In difficoltà il Brasile (885 milioni, -2,7%), che precede Argentina (307 milioni), Cile (181 milioni) e Colombia (162 milioni). Le vendite in Oceania si attestano a 307 milioni (224 sono destinati all’Australia, 61 alla Nuova Zelanda). I mercati dei paesi emergenti sono ormai di primaria importanza per i costruttori italiani di mezzi di produzione. Al primo posto tra i mercati di sbocco troviamo la Cina, nell’elenco dei primi dieci ci sono anche Turchia, Russia, Brasile, Polonia e India. I primi 10 paesi clienti nel 2013 Cina 2.264 -2,4% Stati Uniti 2.191 +1,1% Germania 1.995 -11,5% Francia 1.532 -5,3% Turchia 1.123 -1,2% Russia Brasile Regno Unito Polonia India 1.082 -4,1% 885 -2,7% 773 -0,9% 742 -2,2% 703 -9,5% milioni di euro Elaborazione su dati ISTAT Il settore dei beni strumentali nel 2013 11 FEDERMACCHINE 5 Il settore dei macchinari in Italia e nei principali paesi europei Il settore della meccanica strumentale italiana è giunto ad occupare stabilmente i posti di testa nelle graduatorie mondiali, in questo sopravanzando quasi tutti gli altri settori industriali del paese; si può tranquillamente affermare che è uno dei punti di forza del sistema economico nazionale. La struttura dell’industria italiana nel settore è peculiare rispetto ai concorrenti europei, che costituiscono un privilegiato punto di riferimento, anche perché l’Unione Europea rimane la prima area al mondo per produzione e consumo di macchinari. I dati su cui ci basiamo provengono dal sito di Eurostat e sono relativi al 2011, ultimo anno per il quale sono disponibili per tutti i paesi dell’Unione. Il settore preso in esame è il NACE Rev 2 “Machinery and equipment“1, il più vicino a quello della meccanica strumentale, pur essendo più ampio. Proviamo ad analizzare il peso dell’Italia nel contesto dell’Unione Europea, partendo dal dato più generale, quello relativo al Prodotto Interno Lordo: l’Italia pesa per il 12,5% del reddito complessivo europeo e si trova al quarto posto, dopo Germania, Francia e Regno Unito. Il peso dell’Italia in Europa (2011) Germania Francia Regno Unito Italia Spagna Altri UE 27 PIL 20,6% 15,8% 14,0% 12,5% 8,3% 28,8% Industria 27,9% 12,9% 8,4% 13,2% 6,7% 30,9% Macchinari 38,6% 7,9% 7,2% 17,4% 2,8% 26,1% Elaborazioni su dati Eurostat Concentrando l’attenzione sull’industria manifatturiera, la Germania rafforza il primo posto (con una quota del 27,9%). Segue subito l’Italia, che guadagna due posizioni, con il 13,2%, davanti a Francia e Regno Unito. Se restringiamo il campo al settore dei macchinari, la Germania vede crescere ancora la propria quota, al 38,6%, e l’Italia rafforza il secondo posto con il 17,4%. Staccati la Francia (7,9%) e il Regno Unito (7,2%). Questo conferma la specializzazione e la forza dell’Italia nel settore, in un contesto europeo che vede crescere il predominio tedesco e la marginalizzazione degli altri paesi. 1 La versione attuale NACE Rev 2 distingue le attività di costruzione da quelle di installazione e riparazione dei macchinari. Il settore dei beni strumentali nel 2013 12 FEDERMACCHINE Valori simili si ottengono considerando l’occupazione invece del fatturato. Gli addetti in Germania del settore macchinari sono il 36,5% del totale europeo, in Italia il 15,8%, nel Regno Unito e in Francia meno del 7% e così via. Il quadro cambia se guardiamo al numero di imprese: l’Italia da sola conta il 26% delle imprese europee; al secondo posto ci sono i tedeschi (17%). Gli altri grandi paesi hanno un numero di imprese inferiore al 10% del totale europeo. Questo implica che le imprese italiane hanno, in media, dimensioni più piccole dei loro concorrenti europei. Il settore machinery and equipment in Europa Numero di imprese Germania Fatturato medio (milioni di euro) Numero medio di addetti Fatt. x addetto (‘000 euro) 16.412 14,6 64 226 Francia 5.354 9,2 34 268 Regno Unito 8.259 5,4 24 224 24.684 4,4 19 235 Spagna 5.782 3,0 18 172 Altri UE 35.338 4,6 25 180 UE 27 95.829 6,5 30 214 Italia Elaborazioni su dati Eurostat Le aziende tedesche hanno dimensioni più che doppie, per fatturato e addetti, rispetto alla media europea. Si attestano su dati superiori alla media anche le aziende francesi. Su valori decisamente inferiori si trovano le imprese italiane, al 68% del fatturato medio e al 63% della media addetti. Se le dimensioni sono inferiori, questo non impedisce alle aziende italiane di raggiungere alti livelli di efficienza. Il fatturato per addetto, con la media europea pari a 214.000 euro per addetto, è di ben 235.000 euro per le imprese italiane, superato solo da quelle francesi (268.000) e prima delle tedesche (226.000). Il settore dei beni strumentali nel 2013 13