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N. Prot. 3/2012
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website: http://eventijazz.jimdo.com – www.facebook.com/eventijazz - E-mail: [email protected]
PENNA JAZZ (contributi di francoleo).
ENGLISH PROGRESSIVE ROCK II puntata di
Franco Galateo.
SUMMER
COMPILATION
PROGRESS
2012:
WORK
IN
ALBUM IN VETRINA Il mistero del frate scomparso –
Winter Commendations
RIBES MUSIC Destinato ad esser dottore
HORROR A TRIESTE E DINTORNI
UNIVERSO NEW AGE II puntata di Franco Galateo
COLLABOR-AZIONI Galaegala & SeedWild
CUCINARE IN JAZZ: LA JOTA di Diana Kundera
JIMMY JOE BAND LIVE SU YOUTUBE
INTRODUZIONE
Tra mille disavventure ed un tempo atmosferico per niente favorevole, riusciamo comunque, anche in questa occasione, a mantenere viva la fiamella di Eventi Jazz. Prima che ci si disintegri il
computer (sarebbe quasi normale, a fronte delle disavventure patite in questo periodo) mandiamo
questa newsletter agli affezionati amici. Allora qui troverete la continuazione sul rock progressivo
inglese, sull’universo new age, delle belle e divertenti interviste ed il ...ritorno della “Cucina Jazz”.
Prosegue il progetto della Summer Compilation Eventi Jazz 2012, come potrete leggere. Un augurio
infine ad alcuni assidui collaboratori di Eventi Jazz (che non citiamo per ragione di privacy) che si
stanno preparando per allargare il loro…Clan. Con questo è tutto e speriamo che nella prossima
newsletter, tempo cronologico permettendo, potremo fare alcuni annunci… strepitosi ! (Sorpresa…!)
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ORA CHE SEI CON ME
(francoleo)
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VIENI (francoleo)
Quello che voglio lo tieni
in fondo,
nell'anima.
Anima in cerca di quello
che manca
per ridere.
Sogni, tridimensionali
gesti, naturali
voci, incantevoli
tra i ricordi liberi
Mari di parole
nebbie confusionali
carezze andate a male
e strade da ignorare
Fatta di mille colori,
sapori
e odori.
Ciò nonostante è in prigione,
per pura,
illusione.
Prendi , ciò che vuoi
Dammi, quel che hai
Senti...(ti ascolto e non ti credo)
Guarda...(ci provo e non ti vedo)
ora che sei con me
Dimmi,
se mi vedi.
Ora,
come ieri..
(RAP)
Sguardi indaffarati che si tendono le mani, mentre
cerco le tue forme in questa folla che non dice niente
Tendi dolcemente le tue mani...
Tendi dolcemente le tue mani...
Sguardi indaffarati che si tendono le mani, sempre.
Metti un
nuovo volto.
Vieni
che si parte.
Prendi le tue cose.
Io porto
le mie scuse.
Io mi perdo proprio quando sono quasi giunto al punto
Perdo le mie cose tra regali e storie per chiunque
Prendo le tue mani...
Prendo, prendo le tue mani...
Tendi le tue mani
Tendi, tendi le tue mani
Non ti
preoccupare.
Mi darò
da fare.
Chiedo,
solamente
una cosa, unica...
TU (francoleo)
Sarei stato un pirata.
Sarei stato un ladro.
Sarei stato invisibile.
Sarei stato invadente.
Sarei stato inopportuno.
Sarei stato discreto.
Avrei scoperto tesori.
Avrei venduto tutto.
N. Prot. 3/2012
Avrei rubato.
Avrei barattato.
Avrei fatto di tutto
pur di regalargli il suo
sogno.
Ma qualcosa è successo
e non è più possibile...
Tu.
Quello che io voglio
lo tieni in fondo nell'anima.
Anima in cerca di quello
che gli manca, per sorridere.
Fatta di mille colori, sapori
ed odori...
Che sono prigione
per me...
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Cari Amici di Eventi Jazz, ben ritrovati. Spero che il primo contributo sul progressive rock vi sia piaciuto,
ma che sopratutto abbia mosso in Voi una certa curiosità per questo tipo di musica che, vi assicuro,
merita di essere ascoltata. Allora... Dove eravamo rimasti ? Ah.. Avevo iniziato a parlarvi delle origini di
questo movimento musicale. Bene, andiamo avanti...
L'ETA' D'ORO DEL PROGRESSIVE ROCK (1969-1976)
Dopo l'uscita sul mercato discografico di "IN THE COURT OF THE CRIMSON KING " dei KING CRIMSON, il
progressive esplode e fino a metà degli anni 70 è il genere di riferimento e di maggior espansione del rock.
Molti sono i gruppi che nascono ( sembra una fioritura a primavera) e altrettante le proposte.
Anche con sfumature molto diverse, tali da rendere difficile stabilirne una catalogazione, sostanzialmente
il progressive artisticamente, commercialmente e storicamente si basa sull'opera di pochi grandi gruppi
capiscuola che ne costituiscono il punto focale.
Innanzi tutto, naturalmente, i KING CRIMSON che sono, nell'ambito del progressive, il gruppo più
raffinato e più ambizioso oltre che il più sfuggevole e camaleontico. Leader indiscusso, è il grande
chitarrista e compositore ROBERT FRIPP, personaggio molto particolare, ironico, distaccato e intellettuale.
Praticamente è l'antitesi dell'iconografia del musicista rock fino ad allora in voga. Non beve e non si droga.
Le sue azioni, parole e musica non hanno nulla di spontaneo. Sul palco suona spesso seduto, quasi per
creare distacco dal pubblico, con il quale interagisce esclusivamente per mezzo della musica, in tal senso è
il paradigma del musicista progressive.
Dopo l'album d'esordio, l'anno successivo esce "IN THE WAKE OF POSEIDON", lavoro che considero
interlocutorio seppur affascinante e con musiche sempre di alto valore tecnico e acustico.
FRIPP a seguito del suo carattere molto particolare e accentratore, sfalda e ricompone il gruppo più volte,
ma dall'instabilità nascono due gioielli: "LIZARD" (1970) e "ISLAND" (1971). Dischi di una raffinatezza
irreale, le partiture musicali sono di altissimo livello, le musiche hanno abbondanti riferimenti classici e
jazzistici (a questi album partecipa e collabora anche il grande pianista jazz KEIT TIPPETT), sempre molto
delicati.
La progettualità di FRIPP è di altissimo livello. Il termine art-rock vive, in questa fase del gruppo, il suo
significato più pieno.
Con "ISLAND" termina la prima fase del gruppo che si scioglie, ma FRIPP ha ancora dei progetti e riforma
la band con una sezione ritmica potentissima e strabiliante costituita da BILL BRUFORD (ex YES e
considerato uno dei più grandi batteristi del progressive rock), JOHN WETTON (ex FAMILY), dal
percussionista JAME MUIR e con il violinista DAVID CROSS (di piena estrazione jazz) che sostituisce il sax
di MEL COLLINS .
Nel biennio 1973-74 il gruppo pubblica altri 3 album: "LARK'S TONGUES IN ASPIC ", "STARLESS AND
BIBLE BLACK " e, a gruppo ormai disciolto, "RED". Sono dischi potenti, lontanissimi dal sinfonismo e dalle
contaminazioni precedenti, a tratti aspri, ancora oggi modernissimi (e imitati) dove la chitarra secca e
tagliente di un grande e lucidissimo FRIPP la fa da padrone.
Seguono anni di silenzio. Il gruppo riappare dopo sette anni, nel 1981, con un'ennesima formazione, il
risultato è lo splendido "DISCIPLINE" con un sound modernissimo, caratterizzato dal dialogo tra le chitarre
di FRIPP e BELEW.
Il gruppo proseguirà poi fino ai nostri giorni, nel massimo rispetto della critica, non fossilizzando mai il
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suono, ma anzi ponendosi sempre in una prospettiva dinamica e di ricerca musicale, che peraltro FRIPP
porterà avanti anche da solista, collaborando con i più grandi musicisti contemporanei tra cui BRIAN ENO,
uno dei capostipiti della musica ambient.
Diciamo però che, a livello commerciale, il simbolo del progressive stesso non sono i KING CRIMSON, ma i
GENESIS, il gruppo più famoso e più immediatamente identificabile con il genere.
Caratteristiche del gruppo sono una solidissima struttura compositiva, una forte articolazione dei brani, le
fughe tastieristiche di TONY BANKS, le parti chitarristiche sia in arpeggio che solistiche di STEVE HACKETT
e la voce non potentissima, ma fortemente teatrale ed evocativa (che dava ai brani una suggestione quasi
pittorica) di PETER GABRIEL. Dopo un esordio non eccezionale, ma promettente con l'album "FROM
GENESIS TO REVELATION", del 1969 e un disco successivo molto più maturo, che faceva intravvedere le
potenzialità musicali del gruppo ("TRESPASS", 1970) i Genesis, nel periodo che va dal 1971 al 1974
inanellano una serie di capolavori ("NURSERY CRIMEN”, “FOXTROT", "SELLING ENGLAND BY THE POUND"
e "THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY"). In particolare questo ultimo, è considerabile per la qualità
della musica e per l'organicità dell'insieme, uno dei più grandi album del progressive. "The Lamb" è un
doppio album, nel quale c'è una forte tensione musicale e tra i suoi solchi nasconde un'idea di
progressive già in parte diversa dagli esordi e in parte relazionabile successivamente al PETER GABRIEL
solista. Dopo "The Lamb", infatti, Gabriel esce dal gruppo e viene sostituito a sorpresa dal batterista PHIL
COLLINS, ma è ancora TONY BANK a reggere musicalmente il gruppo e seguono dischi di ottimo livello ("A
TRICK OF THE TAIL", ma soprattutto "WIND AND WUTHERING"). Poi Collins comincia a farsi spazio nel
gruppo a livello compositivo e i Genesis degli anni 80 deviano decisamente verso un pop, a volte anche di
qualità e di enorme successo, ma molto distante dal progressive degli esordi, che sempre più raramente
fa capolino nei loro dischi.
Successivamente esce dal gruppo anche Collins per intraprendere la carriera solista. I fan sperano in un
ritorno di antichi fuochi incolpando il batterista come causa della deriva commerciale dei Genesis.
Purtroppo, dopo l'ultimo tentativo con l'album "CALLING ALL STATIONS" (1997) la storia del gruppo
termina definitivamente.
Altro "totem" del progressive, nonché gruppo retrospettivo, furono gli EMERSON LAKE AND PALMER, che
nascono dalle ceneri dei Nice e hanno come figura cardine il tastierista Keith Emerson. Il gruppo propone
un progressive incentrato sulle tastiere del leader, funambolico fino al paradosso, ed esageratamente
kitsch nell'ostentato riferirsi a modelli classici. La critica avrà buon gioco nell'identificare il gruppo come
massima espressione degli aspetti ritenuti degenerativi del progressive stesso (anche se io personalmente
non sono d'accordo). Gli ELP, per me, rimangono un icona indelebile di questo movimento musicale.
Gli ELP sono ottimi musicisti, e in particolare Emerson è autore tutt'altro che privo di raffinatezze nel
miscelare rock, classica e jazz. Bastano i primi due dischi, “ELP” del 1970 e "TARKUS” (1971) che
contengono musica in quantità e qualità tale da riempire l'intera carriera di molti gruppi contemporanei,
per fare entrare il gruppo nelle massime espressioni dell'epoca. Segue poi “PICTURE AT AN EXHIBITION”
album da alcuni ritenuto opera d'arte e da altri odiato, ma pur sempre opera di grande qualità. Nel 1972
esce "TRILOGY", non un opera eccelsa , ma il canto del cigno è il bellissimo album "BRAIN SALAD
SURGERY" (1973), ultima opera del gruppo.
Anche per questa seconda puntata sono arrivato alla fine del mio racconto, che spero sia chiaro e di vostro
gradimento. Alla prossima... (Franco Galateo).
SUMMER COMPILATION 2012 – WORK IN PROGRESS
Il progetto della EVENTI JAZZ SUMMER COMPILATION 2012 è in piena corsa. Già sette brani sono
stati inviati dagli Amici e faranno parte della compilation. Si tratta per il momento di “La mer d’hiver” di
Galaegala, “Bancarella di Fiorella” di Sandro Glavina, “Jazz Time” di Stoneface, “Splanky” di ErikT (Roel
Sleurnik & Erik Theunissen), “The wealth of happy” di Seraphin, “Blues and light” di Alberto44, “Own
Light” di Datamix. Per completare il progetto mancano ancora 9 brani. Coraggio, cari Amici, aspettiamo i
Vostri contributi…
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IL MISTERO DEL FRATE SCOMPARSO
L’UOMO E L’OMBRA
ZenOne 2012 – genere: progressive rock
Tracklist:
01) Cantus Fratres - 02) Passi furtivi nel chiostro - 03) Il mistero del frate scomparso -04)
Ora et...LABORA ! - 05) Il racconto dei missionari (De fratribus in viam directis) - 06) L’ora
del silenzio (NEMO LOQUATUR) - 07) Monasterium in Monte Summo - 08) Sotterranei
segreti - 09) Nuovi passi nel chiostro - 10) Preparazione della fuga - 11) EXITUM: La vera
fuga del frate
Frate fuggitivo dalla congrega indifferente alla sua sorte …malgrado l’oratoria iniziale il frate ribelle
fugge, si nasconde, ascolta le opinioni dei frati ”silenti” e decide per la fuga definitiva. Dunque si
tratta dell’abbandono della confraternita da parte di un frate, in chiave rock progressiva, disegnata
nell’ennesimo concept album del “L’Uomo e L’Ombra”. Da subito appare molto suggestivo il “Cantus
Fratres”, brano di apertura commisto di cori sacri e ottimo prog. Seguono i “Passi furtivi nel chiostro”
introdotti da fantastiche voci di Hammond e sono poi le chitarre ed il synth a delineare i saltelli
“pseudo-fuggitivi”. L’album interseca ottimi spunti rock progressivi ai quali si aggiungono momenti
elettronici ed il jazz compare a momenti alterni, ma molto significativi. Il terzo brano è appunto un
ottimo mixage tra rock, elettronica, jazz e musica orientale. All’insegna del rock sinfonico ed una
sperimentazione “contemporanea, molto vicina alle sonorità di Yannis Xenakis” esplode il quarto
brano “Ora et labora”. Tra la fuga presunta del frate ribelle e quella effettiva, giungono le
testimonianze dei frati missionari sottolineate da armonie glissate e intrise di sound latini ottimizzati in
chiave jazz-prog. Se ”l’ora del silenzio-nemo loquatur“ si accosta a suggestive atmosfere sottolineate
da una ingravescente definizione di piano-bass line, il “Monasterium in Monte Summo” con larghi
tratteggi di assemblati sound pool Magix, diviene quasi una specie di apoteosi strumental-orchestrale
molto vicina alle sonorità del “Concerto Grosso dei New Trolls” senza peraltro nulla copiare dalle
ideazioni musicali di Bachalov e questa è l’originalità de L’Uomo e l’Ombra che va per la propria
strada. Un intro di piano classicheggiante commisto a passaggi jazz (sulla qual melodia si inserisce il
synth ed il piano wha-wha contornato dai violini) sottolinea l’atmosfera del settimo brano “Passaggi
segreti” dove ad un certo punto il sintetizzatore acquisisce predominio assoluto. Il bello ancora
avviene in “Nuovi passi nel chiostro” in cui piano e synth e l’irrinunciabile apporto del basso si
intersecano in un dialogo assolutamente suggestivo. Sono tipicamente etno-prog i tratteggi del
penultimo brano in cui le evoluzioni electro-classic de L’Uomo e l’Ombra demarcano il pezzo che
precede l’esaltante finale, tradizionalmente costruito su di una “fuga”, elemento spesso ricorrente
nelle conclusioni degli album de L’Uomo e L’Ombra che anche in questo caso trova un meritato
successo. Album quindi da non perdere, nella continuità del buon prog di L’U&L’O. (Franz Asio)
WINTER COMMENDATIONS
Seraphin, 2012
Tracklist:
1) La Rencontre 2) The Reality Of These Bad Tales 3) Weakens Your Reign 4)The Wealth Of
Happy 5)White Darkness 6) Some Notes For The Magic Of Christmas 7) One Day You’re Gone
8) In The Hoods 9) Marche Sous La Pluie (feat. Quentin Brosseau) 10) A White Bird In The
Drylands (feat. Anne-Laure) 11) Your Presence 12)Imagine The Christmas Night 13) Back On
Our Childhood 14) Snow Storm 15) White Darkness (instrumental) 16) Light In A Winter Slow
17) Grand Piano Of The Royal Hall (feat. Anne-Laure).
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In questo album, Seraphin si propone in molteplici generi che egli stesso cita nella
presentazione fatta (in francese) nella Magix.Info Community: Coldwave, Darkwave, Rock
melancolique, Metal Progressif (Breakbeat + Metal), Pop, Ambient, Christmas Music, Gothic
Rock, Alternatif, Symphonique, Rock independant. L’ascolto dei brani regala variegate atmosfere
e ci si accorge che sono molto curati gli arrangiamenti, gli effetti, anche laddove compaiono
semplici ed immediate strutture. Tutto è in grado di catturare l’attenzione dell’ascoltatore.
Seraphin sviluppa una sorta di ricerca dentro alle trame sonore, accostando gli intensi lirismi dei
suoi testi che egli interpreta vocalmente con grande forza evocativa. Winter Commendations è
un album che descrive ciò che vogliamo definire “paesaggi sonori, ambientazioni oniriche, fatti di
vita, luci e ombre, azioni quotidiane, pensieri immaginari…”. Seraphin, “one man in a band”,
ancora una volta impreziosisce la sua discografia con questo ottimo progetto. La bella copertina
dell’album è stata realizzata da Seraphin e Angelique d’Anna. (S.G.)
http://itunes.apple.com/it/album/destinato-a-esser-dottore/id484962997
DESTINATO A ESSER DOTTORE
Aspirazione alla laurea, desiderio di vigna !! Sesso e sudore campagnolo alla faccia dei parenti e
del potere…Questo è il “tema del mese” che Ribes propone ai suoi fan…
Io studiavo a tutte le ore, studiavo di notte senza far rumore - un solo obiettivo voler diventare, diventar
dottore - pensavo al futuro, pensavo all’onore - pensavo alla figa pensavo al potere - ma poi qualcosa,
qualcosa andò male - e divenni agricoltore, agricoltore - così andò che ci crediate oppure no - Destinato a
essere dottore, destinato ad intascare,- mi ritrovo col sedere qui seduto su un trattore - Destinato a esser
dottore, destinato a far l’amore - mi ritrovo qui ad arare, inzuppato di sudore - Com’ero sicuro dei miei
intrallazzi - com’ero convinto non c’erano cazzi - ma tra i nuovi amici conobbi due truzzi - che mi ridussero
a pezzi - lasciai tutti i libri e andai in campagna - trombai fino a far arrivar la cicogna - da tutti parenti fui
messo alla gogna - perché sognavo la vigna, sognavo la vigna - così andò ci crediate oppure no!
Il brano lo potete scaricare da i-Tunes a questo link:
http://itunes.apple.com/it/album/destinato-a-esser-dottore/id484962997
Abstract: Mount of Venus is a horror rock music project born in
november 2011 in Trieste. It's a one-man band formed by Don
Merteson who plays all the instruments (drums, bass, guitars,
keyboards, vocals). This one-man band makes anecdots, basic themes,
places, people and more things about Trieste in an horror mood ! This
band is influenced by Black Sabbath, Blood Ceremony, Pagan Altar, The
Devil's Blood, Black Hole, Goblin, Fabio Frizzi, Alcest, Pensees
Nocturnes, Forgotten Tomb, Pentagram, Neurosis and more...
L’amico Stefano Gerolini lo avevate conosciuto come chitarrista dei Vangerold attraverso l’intervista
diffusa con la newsletter di Eventi Jazz 8/2010. Ed ora Stefano è nuovamente con noi, questa volta per
farsi intervistare direttamente nella nostra sede, in quanto abbiamo organizzato un incontro per la
presentazione del suo interessante nuovo progetto musicale.
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Allora, Stefano, vuoi presentarci questo tuo progetto ?
Sostanzialmente il progetto musicale fa riferimento ad un filone “horror” con vari accadimenti ambientati
nella città di Trieste e dintorni.
Intendi dire che ti ispiri a fatti di cronaca nera accaduti nella tua città ?
No, non esattamente. L’ambientazione è la città di Trieste, ma i fatti che descrivo prendono spunto da
situazioni anche reali, ma non necessariamente noir che, per l’occasione, ho trasformato in storie “horror
attraverso l’immaginazione e con la collaborazione dell’autrice dei testi che è Sharlot Bookhal.
Interessante questo fatto ! Praticamente se ho ben capito si tratta di una sorta di rock opera
che include diverse storie inventate… Siete solo in due a lavorare su questo progetto “work in
progress” ?
Sì, io compongo tutte le musiche, anche con un approccio molto spontaneo e quindi le eseguo usando le
chitarre, il basso, le tastiere (per le percussioni mi avvalgo di un batterista virtuale) mentre come ho detto,
Sharlot è l’autrice dei testi scritti in lingua inglese, riveduti e corretti con la supervisione di Ellen Garfield
(vedi riferimenti su reverbnation). L’apporto vocale sarà pure mio, così avrò modo di sperimentarmi in un
ruolo nuovo ed interessante.
Dunque, essendo un work in progress, il tutto si sta sviluppando in direzione di un album ?
Sì, e sarà il primo di una lunga serie ! Almeno lo spero…
Quindi un primo album firmato da Stefano e Sharlot…
Per la precisione in questo progetto, ma anche nei prossimi, agirò con lo pseudonimo di Don Merteson che
contiene un profondo significato che va verso la ricerca interiore… quasi intestina… Provate a verificarlo
facendo l’anagramma dello pseudonimo… Comunque la band porta l’interessante denominazione di
“Mount of Venus”.
E’ tutto ancora molto segreto ?
Assolutamente no, via via che i pezzi vengono realizzati, vengono pubblicati su
www.reverbnation.com/mountofvenus Al momento ci sono due intro strumentali: “Piscanci Sunrise”
(ispirato ad un luogo “mistico” e leggendario della provincia di Trieste) e “the dawn of the living soviet”
(ispirato ad un film cult horror di Romero del 1968). Trieste, si sa è stata città di confine con quello che fu
il blocco dei paesi dell’est….
Mi sembra di cogliere un senso ironico, scherzoso nelle trame dell’album…
Effettivamente è un gioco… molto serio ! Il divertimento è l’elemento di sdrammatizzazione del concetto
horror. Una sorta di paradosso che appunto gioca su tutto l’album… I prossimi brani in cantiere sono
“Sis’Tijana” storia di una prosituta serba che si rifugia a Trieste con l’intento di cambiare vita, ma la cosa
non avviene, anzi diventa una invasata…
Ok, ok, lasciamo stare per il momento…avremo modo di sentire…
Sì, però volevo aggiungere che una ulteriore canzone sarà “But Tona” storia di un transessuale…
Vabbè non sveliamo troppo per non rovinare la sorpresa…
No, macchè… si può dire ancora qualcosa… Ci sarà anche il brano “Pack Man”, modernizzazione dell’Uomo
Vespa che fu famoso pungitore seriale dei sederi delle donne triestine (è realmente esistito). Il Pack Man in
questione consegna pacchi a domicilio uccidendo però i destinatari. Altri brani seguiranno come “I kiss
Vizza”, “Cunnilingus Avenue”…
Ma la musica ? Quale genere ?
Non è un genere unico in assoluto. L’importante è che inquieti. Mi ispiro al rock progressivo degli anni 70,
heavy metal, con riferimenti stilistici ai Black Sabbath, Blood Ceremony, Pagan Altar, The Devil's Blood,
Black Hole, Goblin, Fabio Frizzi, Alcest, Pensees Nocturnes, Forgotten Tomb, Pentagram, Neurosis e altri….
Speriamo di avere l’onore di poter recensire l’album quando sarò pronto…
Certamente, non mancherò con il farvelo pervenire. Attualmente è in studio anche il progetto per una
adeguata copertina. L’album sarà autoprodotto.
Ottimo… E allora non resta che seguire gli sviluppi del progetto che saranno “visibili” oltre
che su Reverbnation anche su facebook (ricercare mountofvenus). Quindi, in bocca la lupo per
il progetto…
Sì, grazie ! Ma… che il lupo non crepi altrimenti come facciamo a proseguire con la storia sui licantropi ?
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Cari
amici, in questa seconda puntata della rubrica UNIVERSO NEW AGE vorrei chiarire i concetti e la
storia di una delle dimensioni musicali più importanti della new age (la musica ambient). Questo perché
era mia intenzione di fare una recensione su BRIAN ENO, ma mi sono reso conto che ancora oggi molti
non sono al corrente di cosa è veramente la musica ambient e quindi si rende necessaria una spiegazione
logica e storica.
Io la amo e la compongo e quando uno crede in qualcosa lo difende sempre e comunque, sopratutto
quando si ascoltano brani classificati tali, ma che nulla o in parte hanno a che fare con questo tipo di
musica.
L'ambient, anche detta musica ambient o musica d'ambiente, è un genere musicale in cui
l'atmosfera assume più importanza delle note. È generalmente è identificabile da suoni ampiamente
atmosferici e naturali. Deve essere chiaro che, da sempre, la funzionalità della musica ambient è quella di
catturare lo stato d’animo dell’ascoltatore sino a farlo uscire dalla propria coscienza.
Detto questo, andiamo a percorrere la storia di questo tipo di musica. Le prime forme e teorie dei paesaggi
sonori nacquero dai lavori di PIERRE SCHAEFFER considerato come l'inventore della musica concept.
Schaeffer ha seguito le idee dei futuristi nel classificare la musica in più categorie. Creò una forma
primitiva di musica elettronica utilizzando registratori e suoni naturali. Montando i nastri ha generato una
forma di musica sperimentale. Il suo lavoro venne implementato dalle idee di SCHOPENHAUER, riguardo il
cosiddetto “mondo dei suoni” ovvero “mondi composti interamente da suoni”.
Però per poter parlare di vera e propria musica elettronica dobbiamo attendere KARLHEINZ
STOCKHAUSEN ed i suoi primi esperimenti. Entrambi i musicisti posero le basi della musica ambient come
idee musicali, ma solo in tempi più recenti e con l’avvento delle tecnologie applicate alla musica, si è
arrivati alla definitiva applicazione delle loro idee a livello musicale e quindi all’esplosione di questo tipo di
musica.
BRIAN ENO è sicuramente la massima espressione della "musica ambient" nella metà degli anni 70, egli
ha più volte affermato, che la musica ambient può essere ascoltata attivamente e con attenzione come
può essere facilmente ignorata, a seconda della scelta dell'ascoltatore. Infatti Eno, si descrive come un
"non musicista". Lui definisce la musica come un esperimento sonoro e non come una performance
tradizionale. Eno seguendo i dettami di Stockhausen, diede una definizione più precisa, scegliendo un
termine derivante dal latino “ambire” che significa “circondare”.
Per cercare di comprendere cosa sia la musica ambient si può riportare la traduzione di quanto scritto da
Brian Eno nella presentazione del suo primo album “ AMBIENT 1”:
“Negli ultimi tre anni, mi sono interessato all'uso della musica come atmosfera, e sono giunto a credere
che sia possibile produrre materiale che possa essere usato in questo modo senza risultare in alcun modo
compromesso. Per creare una distinzione tra i miei esperimenti in quest'area e i prodotti dei vari fornitori
di musica riprodotta su supporti magnetici, ho iniziato a usare il termine Ambient Music. Un ambiente è
definito come un'atmosfera, o un'influenza che circonda: una tinta. La mia intenzione è di produrre pezzi
originali apparentemente (ma non esclusivamente) per momenti e situazioni particolari, con l'idea di
costruire un piccolo ma versatile catalogo di musica ambientale adatta ad un'ampia varietà di stati
d'animo e di atmosfere. Mentre le compagnie di musica preconfezionata ancora esistenti procedono dalla
base di regolarizzare gli ambienti mettendo a tacere le loro idiosincrasie acustiche ed atmosferiche, la
musica Ambient intende metterle in evidenza. Mentre la convenzionale musica di sottofondo è prodotta
strappando via ogni senso di dubbio e incertezza (e così tutto l'interesse genuino) dalla musica, la musica
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Ambient trattiene queste qualità. E mentre la loro intenzione è di “far brillare” l'ambiente aggiungendogli
stimoli (così supponendo di alleviare il tedio delle attività di routine e di livellare i naturali alti e bassi ai
ritmi del corpo), la musica Ambient intende indurre calma e uno spazio per pensare. La musica Ambient
deve essere capace di andare incontro a numerosi livelli di attenzione nell'ascolto senza esaltarne uno in
particolare; deve essere tanto ignorabile quanto è interessante”. Brian Eno (1978).
Io penso che dopo tutto quello che ha detto personalmente il maestro, non ci siano più altre parole da
dire. La musica ambient è questa ! Il resto sono solo variazioni sul tema anche di ottima fattura, di buon
ascolto, ma non sono quello che la definizione ambient descrive e cioè:
-La musica ambient fu inventata dall'oceano"
-La musica ambient non è musica New Age"
-La musica ambient non è musica dance"
-La musica ambient è “il suono degli angeli che meditano"
-La musica ambient è “ciò che senti quando non stai ascoltando nulla"
-La musica ambient ha qualcosa a che fare con la risonanza morfica”
Quello che ho appena scritto penso sia ampiamente chiaro per definire in modo esplicito questa musica,
poi come sempre e giusto che ogni ascoltatore di musica o musicista abbia le sue idee in merito. Io mi
sono solamente permesso di dare dati inconfutabili su cui fare delle valutazioni in merito, prima di
presentare un artista (direi luminare) di questo tipo di musica (Brian ENO). Vi aspetto alla prossima
puntata. (Franco Galateo)
Per apprezzare il risultato (temporaneo) delle collaborazioni tra Galaegala (Franco) e SeedWild
(Lorenzo) è sufficiente andare nella Magix.Info Community ed ascoltare nei “Media” pubblicati da
Galaegala i brani “Moment” e “Gotas de Ibanez”. Troverete dei validissimi track, frutto di una non sola
collaborazione, ma di una vera e propria interazione sonora tra i due. E per meglio capire la direzione di
questo progetto, abbiamo intervistato Galaegala…
Come è nata l'idea di collaborazione con SeedWild ?
Io per abitudine e per rispetto verso tutti gli appartenenti della Community di Magix, ascolto le loro
proposte. Un giorno, quasi per caso, mi appare un brano di SeedWild, lo ascolto con molta attenzione
(dopo avere anche letto la sua presentazione) e rimango molto colpito dalla sua chitarra, che non mi
sembrava più uno strumento, ma una voce che parlava. Questo mi ha portato a riascoltare alcuni miei
brani, e anche di famosi compositori ambient o di musica similare. Belli sì, ma secondo me mancava un
qualcosa… Praticamente mi sembrava ci fosse un vuoto. Cosa intendo per vuoto ? Non a livello musicale o
di idee, ma sicuramente spogli di un qualcosa che sino a quel momento non avevo capito.
E cioè, che in qualsiasi musica, non può mancare uno strumento classico e, secondo il mio parere, il più
adatto per la mia musica mi è sembrato fosse una chitarra. Allora ho inviato una e-mail personale a
SeedWild , abbiamo scoperto di non essere troppo lontani come ubicazione, ci siamo visti ed è nata questa
collaborazione.
Dunque tu credi molto nella “forza” della collaborazione e che cosa significa per Te
raggiungere una interazione sul piano musicale con altri musicisti/compositori ?
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Italia.
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EVENTI JAZZ
NEWSLETTER
N. Prot. 3/2012
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Le mie esperienze di vita mi hanno insegnato che è importante avere idee chiare e carattere , ma
che ogni tanto per migliorarsi è bene ascoltare anche gli altri, perché possono essere utili a farti
capire che, nella vita come nella musica, tutto è migliorabile, basta sapere cogliere l'occasione.
A livello musicale, interagire con altri musicisti seri e preparati, per me è importante per
crescere. Chi non accetta questo, sarà pur bravo, ma non riuscirà mai ad uscire dal suo guscio e
quindi rimarrà limitato, nel suo settore musicale.
La musica è un linguaggio universale, una forma di comunicazione che va oltre le possibili
barriere...Quali sono le tue riflessioni a tal proposito ?
La musica io la considero l'elemento primordiale con cui ogni essere umano, in un modo o
nell'altro è entrato in contatto con gli altri esseri viventi. Per me la musica è il linguaggio
universale, senza la quale l'uomo non avrebbe mai socializzato. Oggi abbiamo tutto, ma quando
non c'era nulla, ciò che univa intorno ad un fuoco, uomini, donne e bambini , erano le percussioni
e i canti tribali. Detto questo penso di avere chiarito il concetto.
Le collaborazioni con SeedWild continueranno e verrà fuori un album ?
Sicuramente la collaborazione con Lorenzo (SeedWild) continuerà. Infatti io ho fatto la bozza e lui sta
ultimando un lavoro, che penso sarà una sorpresa un po’ per tutti. Per quanto riguarda l'album non ne
abbiamo mai parlato seriamente, ma penso che alla fine arriveremo a presentarlo.
Io e lui, anche se veniamo da poli musicali diversi, ci troviamo a meraviglia.
Per quanto mi riguarda, io sono sempre aperto ad ogni tipo di collaborazione con chiunque, in
quanto mi piacerebbe che nella Community italiana queste collaborazioni musicali fossero più frequenti.
Per il bene di tutti, non dimentichiamo cosa e nato dalle session man jazz o rock.
LA JOTA
La minestra “jazz” che vi presento in questa occasione è la “Jota”. Nota culturale… JOTA deriva dal
gaelico “iutta” (che vuol dire “zuppa”). COME FARE PER PREPARARE UNA GUSTOSA JOTA ? (che con
il JAZZ condivide la “J” e come la parola “jazz” è composta da 4 lettere).
Ingredienti (dosi per 4 persone):
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500 g di crauti acidi (preferibilmente sfusi) zuccato o simillari
200g di fagioli
4 patate
2 foglie di alloro
cumino
4 spicchi di aglio
sale
pepe
olio
farina
maiale affumicato a pezzi
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EVENTI JAZZ
NEWSLETTER
N. Prot. 3/2012
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La sera prima mettete i fagioli a bagno in acqua fredda. In una pentola aggiungete i crauti e copriteli a
raso con l’acqua (non quella minerale). Aggiungete un pizzico di cumino, sale e grani di pepe. Fate
consumare a fuoco lento per circa 50 minuti. I crauti vanno scolati dall’acqua di cottura, ma è conveniente
tenere da parte 5 cucchiai di acqua di cottura dei crauti. Con i crauti si possono cuocere i pezzetti di maiale
affumicati, ad esempio costine, stinchi, collo di maiale, cotenna oppure delle salsicce di cragno, ma vanno
bene anche delle salsicce di maiale o pezzi di prosciutto crudo o una “mascherina” che è la parte finale del
prosciutto cotto alla triestina, il tutto all’insegna del “tutto e di più”. Ma non esagerate…. si tratta
comunque di una minestra. Se preferite una minestra più delicata e meno acida basta lavare i crauti prima
di cucinarli. In un’altra pentola cucinate i fagioli (lavati e scolati) con il brodo vegetale e 2 foglie di alloro, a
fuoco lento per 45 minuti. I fagioli devono essere un po’ al dente. I fagioli vengono aggiunti ai crauti e non
devono comunque cuocersi troppo. I fagioli vanno salati solo a cottura ultimata. Tagliate le patate a
pezzetti, lessatele a parte per 15 minuti, scolatele e tenetele in caldo (senza usare la termocoperta).
Togliete dal fuoco e passate la metà dei fagioli e la metà di patate fino ad ottenere un purea omogeneo.
Per un effetto più rustico invece di passare i fagioli e le patate, schiacciate il tutto con una forchetta in
maniera grossolana (a ritmo di qualche bel brano jazz o su qualche assolo di batteria). In una grande
pentola mettete i fagioli interi con la loro acqua di cottura, le patate a pezzi, i crauti e la purea di fagioli e
patate e la carne o salsicce. Mescolate e lasciate cuocere insieme per circa 10 minuti. La versione istriana
della Jota prevede l’aggiunta, a questo punto, del concentrato di pomodoro (costa di meno del maiale e
rende la minestra saporita) o al massimo vengono aggiunti dei ciccioli (mi raccomando pochi). A parte, in
un piccolo pentolino, soffriggete i rimanenti spicchi di aglio schiacciati in 1 – 2 cucchiai di olio. Eliminate
l’aglio una volta dorato. Stemperate nell’olio la farina mescolando attentamente per evitare la formazione
di grumi. A tostatura avvenuta, aggiungete la farina alla minestra. Aggiungete sale e pepe e servire calda
la vostra ben riuscita JOTA.
NON PERDETEVI LE PERFORMANCE LIVE DELLA JIMMY JOE BAND
C’è sempre molto da vedere ed ascoltare riguardo la Jimmy Joe Band… Al Figa Rock Bar di Capodistria
(Koper) ad esempio… Vi consigliamo di fare il percorso all’ascolto della band partendo da questo link:
http://www.youtube.com/watch?v=aHlZEiMGQzc&feature=uploademail
Su Youtube c’è tanto ottimo materiale video-sonoro da non perdere !! Evviva la JJB !!
Poesiola per gli Amici:
Poiché il sito è una bella vetrina
e viene aggiornato senza periodicità
è sempre opportuno fare una visitina
per scoprire se ci sono novità
www.eventijazz.jimdo.com
Vogliate spedirci i vostri contibuti a [email protected] che
saranno sempre graditi…