2.4.13 Pressa piegatrice

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2.4.13 Pressa piegatrice
2. Sicurezza
4. Principali macchine
| EBER | EBAM | INAIL | Reg. Emilia Romagna | Reg. Marche |
2.4.13 Pressa piegatrice
D. Lgs. 81/08 All.V, D.P.R. 459/96 All.1, UNI EN 12622/05
■ PERICOLO
■ PROTEZIONE
Macchina che effettua la piegatura a freddo di lamiera tramite l’accostamento di un punzone montato su
un elemento mobile (traversa) a una matrice (o prisma) montata su una parte fissa. Punzone e matrice sono
opportunamente sagomati in funzione della piegatura da ottenere. Tali macchine possono essere ad azionamento meccanico con innesto a frizione, idraulico o pneumatico.
2.4.13.1 ELEMENTI DI PERICOLO
Schiacciamento degli arti superiori a causa dell’accostamento della traversa alla matrice raggiungibile dal fronte macchina.
Funzionamento con ciclo automatico, carico e scarico anch’essi automatici.
La protezione del fronte macchina può essere ottenuta con:
• Utensili chiusi in cui la distanza massima (vedi 2.2.4 “Distanze di sicurezza), raggiungibile tra punzone e
matrice, non consente il passaggio delle dita.
• Ripari fissi (vedi “Ripari fissi” in 2.2.3.2) posizionati in modo tale da impedire il raggiungimento della parte pericolosa in fase di chiusura.
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Funzionamento a ciclo singolo ed alimentazione manuale.
Essendo questa modalità di lavoro molto pericolosa, la protezione del fronte macchina può essere ottenuta
in uno dei seguenti modi:
• Ripari mobili interbloccati (vedi “Ripari mobili” in 2.2.3.2) con o senza il bloccaggio del riparo (vedi “Ripari mobili interbloccati con bloccaggio del riparo” in 2.2.3.2) che impediscano il raggiungimento della
zona pericolosa durante il movimento di chiusura.
• Velocità lenta di chiusura (vedi 2.4.13.1B) (≤ 10 mm/s) abbinata ad un dispositivo di comando ad azione
mantenuta (vedi 2.2.6.2 “Azione mantenuta”).
• Barriere immateriali posizionate verticalmente od orizzontalmente Questo dispositivo di sicurezza posto
davanti alla zona pericolosa realizza un’area protetta. L’attraversamento della barriera durante la lavorazione causa l’arresto immediato della macchina, la sua liberazione non comanda direttamente l’avviamento.
• Sistemi laser scanner. Anche questo dispositivo realizza un’area protetta davanti alla zona pericolosa della
macchina. Tale zona può essere sagomata e dimensionata dall’utilizzatore in funzione delle esigenze lavorative. L’entrata di una persona nella zona controllata dal laser scanner, viene immediatamente rilevata e la
macchina è posta dapprima in stato di allarme e successivamente in condizioni di completa sicurezza.
• Dispositivi di protezione laser (con controllo di superficie piana) applicati alla traversa mobile. Questi
dispositivi sono solidali all’organo in movimento (traversa mobile e punzone) e il sistema di protezione
esplora preventivamente la zona che il punzone sta per raggiungere, proteggendo tale zona attorno
alla linea di piegatura. Nel caso che durante il movimento di discesa, prima di raggiungere la prossimità
della lamiera da lavorare, il raggio laser (che ha una forma geometrica appositamente sagomata) rilevi
un corpo o un ostacolo, viene inviato istantaneamente un comando di arresto del movimento pericoloso
o viene comandato altro movimento di sicurezza (es. risalita)
Presse meccaniche.
Se le presse sono meccaniche con innesto a frizione ed alimentazione manuale del pezzo, le protezioni
sopra descritte devono essere integrate con ulteriori dispositivi di sicurezza.
Presse di vecchia costruzione (prima del luglio 2003).
Sulle presse piegatrici di vecchia costruzione sono spesso presenti i seguenti dispositivi di sicurezza:
• Sistemi monoraggio (fotocellula o laser ) fissati alla struttura della macchina.
• Comando a due mani.
Questi ultimi due dispositivi fanno parte di una tecnologia ormai superata e non sufficientemente sicura.
Possono pertanto essere utilizzati solo dopo aver effettuato una attenta valutazione sulla macchina, sui
rischi connessi all’utilizzo in queste condizioni e sulla possibilità di garantire una costante verifica del loro
corretto posizionamento e funzionamento. In questi casi il datore di lavoro dovrebbe provvedere ad adeguare la macchina con dispositivi più idonei e meno facilmente manomissibili.
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2.4.13.1a Dispositivi di sicurezza per evitare la ripetizione del colpo
Le protezioni descritte per le piegatrici con funzionamento a ciclo singolo ed alimentazione manuale sono utilizzabili senza ulteriori misure solo sulle presse idrauliche. Nelle presse meccaniche con
innesto a frizione ed alimentazione manuale del pezzo, le protezioni devono essere integrate con i
seguenti dispositivi atti ad impedire la ripetizione del colpo:
• gruppo freno-frizione alimentato da elettrovalvola a doppio corpo o da due elettrovalvole singole;
• solenoidi delle elettrovalvole collegati al circuito di comando con cablaggi separati a partire dai
dispositivi di controllo del Punto Morto Superiore;
• circuiti di gestione e controllo dei solenoidi delle elettrovalvole dotati di sorveglianza automatica
(vedi 2.2.5.1 “Dispositivi di interblocco”)
2.4.13.1b Velocità lenta di chiusura (≤ 10 mm/s) abbinata ad un dispositivo di
comando ad azione mantenuta
Se la macchina consente di operare con velocità maggiore di 10 mm/s, questa deve essere selezionata manualmente mediante un selettore a chiave (vedi 2.2.6.5 “Selettore modale di funzionamento”).
La selezione di una velocità maggiore di 10 mm/s deve simultaneamente attivare uno degli altri sistemi di sicurezza previsti in alternativa.
Per le macchine costruite dopo il luglio 2003 la norma UNI EN 12622 prescrive che il comando ad
azione mantenuta sia del tipo a 3 posizioni:
• prima posizione:
• seconda posizione:
• terza posizione:
macchina ferma
marcia
arresto macchina
2.4.13.1c Barriere immateriali
La presenza di questi dispostivi di sicurezza deve garantire che:
• l’accesso alla zona pericolosa sia possibile solo attraversando la zona di rilevamento della barriera
immateriale;
• non sia possibile avviare alcun movimento pericoloso mentre una parte del corpo è rilevata dalla
barriera;
Le barriere immateriali possono essere applicate in posizione verticale od orizzontale (vedi appendice “Pressa piegatrice: Configurazione e calcolo della distanza di sicurezza”) a seconda delle caratteristiche costruttive della pressa piegatrice, della barriera e delle modalità di lavoro.
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2.4.13.1d Sistemi laser scanner
La presenza di questi dispostivi di sicurezza deve garantire che:
• l’accesso alla zona pericolosa sia possibile solo attraversando la zona di rilevamento del dispositivo;
• l’operatore che entra nella zona definita “di allarme”, avvicinandosi alla macchina, provochi un
segnale acustico di allarme e se prosegue, fino ad entrare nella zona definita come “pericolosa”, la
macchina si arresti.
• non sia possibile avviare alcun movimento pericoloso mentre una parte del corpo è all’interno
della zona pericolosa;
• la distanza “y” tra il piano di lavoro della macchina e l’inizio della zona di rilevamento deve essere
almeno 550 mm;
• nel configurare le dimensioni dell’area protetta occorre tener conto che la distanza minima di
sicurezza è funzione del tempo complessivo di risposta della macchina.
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2.4.13.1E Sistemi monoraggio (fotocellula o laser)
I sistemi fotocellula o laser monoraggio, sono costituiti da due elementi, un emettitore che proietta
un raggio ed un ricevitore che lo raccoglie. La posizione del raggio viene regolata lungo l’asse di
piega ad una altezza di 6-8 mm dal piano della lamiera da lavorare. L’interruzione del raggio prima
che sia completato il movimento pericoloso di chiusura della macchina determinata l’arresto della
macchina. Tali dispositivi non danno sufficienti garanzie di sicurezza in quanto non assicurano una
regolazione fine e tale da mantenere il raggio alla distanza necessaria per proteggere l’operatore.
Sono inoltre facilmente manomissibili.
2.4.13.1F Comando a due mani (vedi 2.2.5.2 ”Comando a due mani”)
Il comando a due mani, utilizzabile solo nel caso ci sia un solo operatore addetto alla pressa, deve
sempre garantire le seguenti condizioni di sicurezza:
• uso contemporaneo delle due mani;
• azione mantenuta (vedi 2.2.6.2 “Azione mantenuta”) durante tutta la fase pericolosa;
• interruzione del ciclo al rilascio anche di un solo dei comandi;
• rilascio di entrambi i comandi per iniziare un nuovo ciclo;
Va tenuto presente che il dispositivo da solo non è comunque sufficientemente sicuro in quanto:
• protegge solo il lavoratore che lo aziona, ma non terze persone che accompagnano la lamiera o si
trovano nell’area pericolosa degli stampi;
• non protegge contro il rischio di urto o schiacciamenti tra il pezzo in lavorazione e la traversa;
• è di difficile utilizzo in quanto il pezzo normalmente deve essere sostenuto con le mani;
È ritenuto invece sufficientemente sicuro per le sole funzioni di “setting” (messa a punto degli utensili, manutenzione e lubrificazione delle parti).
Per queste funzioni, il comando a due mani, deve essere utilizzato congiuntamente alla bassa velocità di lavoro (≤ 10 mm/s) e predisposto in modo da non poter essere utilizzato per la normale produzione.
In ogni caso l’uso del comando a due mani deve essere subordinato al rispetto di una procedura
aziendale definita appositamente.
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Schiacciamento degli arti superiori a causa dell’accostamento della traversa alla matrice raggiungibile dai lati della macchina.
Le soluzioni possibili sono:
• Ripari mobili interbloccati (vedi “Ripari mobili” in 2.2.3.2)
• Comando ad azione mantenuta e velocità di chiusura lenta.
Schiacciamento degli arti superiori a causa dell’accostamento della traversa alla matrice raggiungibile dal lato posteriore della macchina.
Le soluzioni possibili sono:
• Ripari mobili interbloccati (vedi “Ripari mobili” in 2.2.3.2) anche in combinazione con ripari fissi (vedi
“Ripari fissi” in 2.2.3.2);
• Barriere immateriali.
2.4.13.1G Barriere immateriali sul lato posteriore della macchina
Questi dispositivi posti a protezione del lato posteriore devono avere almeno due fasci di luce collocati ad una distanza minima di sicurezza calcolata con la seguente formula
d = (K x T ) + C
(vedi appendice 1 “Pressa piegatrice: Configurazione e calcolo della distanza di sicurezza”).
La distanza minima dal punto pericoloso più vicino, nel caso di utilizzo di due o tre fasci luminosi, non
può comunque essere inferiore a:
N° di fasci luminosi
Distanza minima dal punto pericoloso
Tre fasci
1000 mm
Due fasci
1200 mm
L’altezza dei fasci rispetto al piano di calpestio deve rispettare i seguenti criteri:
N° di fasci
Altezze fasci dal pavimento (mm)
4
300, 600, 900, 1200
3
300, 700, 1100
2
400, 900
Nella parte posteriore della pressa piegatrice deve essere presente un dispositivo di ripristino delle
barriere, in posizione esterna all’area protetta dalla quale sia possibile avere una chiara visuale della
zona pericolosa. Tale dispositivo deve ripristinare la funzionalità delle barriere immateriali nel caso in
cui esse siano state attraversate da un corpo.
Schiacciamento degli arti superiori durante le operazioni di manutenzione o riparazione
Per prevenire il rischio di una caduta per gravità della traversa mobile dovuta a un guasto del sistema idraulico, meccanico o elettrico, deve essere presente un dispositivo di bloccaggio meccanico (distanziale) o idraulico (valvola di blocco) o combinato, in grado di garantire comunque il sostegno della traversa mobile.
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2.4.13.2 ORGANI DI COMANDO
Avviamento
L’avviamento della macchina deve poter avvenire solo utilizzando specifici dispositivi di comando (vedi
2.2.6.1 “Avviamento”) ben riconoscibili e protetti contro il rischio di azionamento accidentale (es. pulsanti
protetti con anello di guardia, pedali con protezione superiore, ecc.).
Riavviamento Inatteso
Il riavviamento spontaneo (vedi 2.3 “Impianti elettrici delle macchine”) della macchina in seguito al ripristino dell’energia elettrica deve essere impedito tramite un apposito dispositivo.
Arresto
La macchina deve disporre di un dispositivo di comando (vedi 2.2.6.3 “Arresto”) che consenta l’arresto in
condizioni di sicurezza.
Arresto di emergenza
Ogni macchina deve essere dotata di almeno un comando di arresto di emergenza (vedi 2.2.6.4 “Arresto d’emergenza”) collocato in posizione facilmente raggiungibile dall’operatore. In presenza di più operatori (grandi macchine) devono essere predisposti comandi di arresto di emergenza rapidamente azionabili da ogni lavoratore.
2.4.13.3 ERGONOMIA
Posizionamento
Le macchine devono essere installate in modo da garantire il libero accesso alla zona di lavoro durante
l’utilizzo di dispositivi forniti al fine di impostare/caricare/scaricare, ecc. (per esempio dispositivi di sollevamento o trasporto delle lamiere, quali ad esempio banchi su ruote).
2.4.13.4 IGIENE DEL LAVORO
Rumore
Informarsi sul livello di esposizione personale relativo all’utilizzo della macchina e attenersi alle indicazioni
del datore di lavoro.
2.4.13.5 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
Deve essere fatta una attenta valutazione sulle lavorazioni per poi definire le modalità di utilizzo dei DPI:
Guanti (vedi 5.6.4 “Guanti di protezione contro i rischi meccanici”) contro il rischio meccanico, antitaglio e impermeabilizzati se in presenza di oli.
Scarpe antinfortunistiche (vedi 5.7 “Dispositivi di protezione dei piedi”) con puntale di protezione
(S1).
Protettori per l’udito (vedi 5.3 “Dispositivi di protezione dell’udito”).
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2.4.13.6 ISTRUZIONI PER L’USO
La macchina deve essere corredata di manuale, in lingua italiana per il corretto uso e la manutenzione, comprendente un programma di ispezioni periodiche.
2.4.13.7 AZIONI PER LA SICUREZZA E L’IGIENE DEL LAVORO
Prima dell’utilizzo
• Prendere visione e consultare i manuali per l’uso e la manutenzione della macchina forniti in dotazione.
• Verificare la presenza ed il corretto posizionamento dei ripari (vedi 2.2.3 “Ripari”) e dei dispositivi di sicurezza (vedi 2.2.5 “Dispositivi di sicurezza”).
• Verificare il funzionamento dei dispositivi di interblocco dei ripari (vedi 2.2.5.1 “Dispositivi di interblocco”).
• Verificare il funzionamento del pulsante di arresto di emergenza (vedi 2.2.6.4 “Arresto d’emergenza”)
• Rimuovere dalla pressa tutti i punzoni non necessari al processo di piegatura (utilizzare punzoni lunghi
quanto la lamiera da piegare).
• La regolazione e messa a punto dei riferimenti posteriori deve essere eseguita esclusivamente dal lato
posteriore della pressa (non passare con le mani o altre parti del corpo tra gli utensili).
• Estrarre le chiavi dai selettori modali presenti sulla macchina, tali chiavi devono essere conservate da un
preposto.
• Indossare i dispositivi di protezione individuale (DPI) indicati in questa scheda.
Durante l’utilizzo
• Mantenere correttamente posizionati i ripari sulla macchina.
• Non manomettere o disattivare i dispositivi di sicurezza. Se la loro disattivazione dovesse essere indispensabile ai fini di una specifica lavorazione, dovranno essere adottate immediatamente altre misure
di sicurezza quali velocità di lavorazione molto lente, comandi ad azione mantenuta, ecc.
• Segnalare tempestivamente eventuali malfunzionamenti o guasti al proprio preposto
• Durante la piegatura, se è necessario sostenere il pezzo con le mani, tenerlo alla estremità più lontana
dalla linea di piegatura ed evitare di sostenere di lato la lamiera.
• Producendo pezzi “scatolati” evitare assolutamente di sostenere il pezzo con le mani tenendole sopra i
bordi già piegati.
• Prestare particolare attenzione al rischio di urti o schiacciamenti causati dalla caduta del pezzo piegato
e rilasciato all’apertura della pressa; in tal caso è possibile ridurre la velocità di ritorno, fino al rilascio del
pezzo da parte degli utensili oppure impostare un ritorno non automatico del punzone.
• Se possibile, in base al tipo di lavorazione, dotare la macchina di supporti regolabili o accompagnatori
oppure di manipolatori per sostenere o guidare il pezzo in piegatura.
• Mantenersi il più possibile distanti dal pezzo durante la fase di piegatura.
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Segnali di pericolo che evidenziano i rischi residui presenti sulla pressa piegatrice per particolari
lavorazioni da applicarsi sulla macchina
a)
b)
c)
pericoli di schiacciamento tra il pezzo e parti della pressa piegatrice;
lesioni per deviazione di pezzi sporgenti;
pericoli di schiacciamento e cesoiamento tra gli utensili durante la bassa velocità e
l’operazione di piegatura sono indicati sotto.
Dopo l’utilizzo
• Al termine del turno di lavoro, o comunque prima di spegnere la macchina, far scendere completamente
la traversa mobile in modo che l’utensile superiore sia appoggiato a quello inferiore.
• Spegnere la macchina.
• Lasciare libera, in ordine e pulita la zona circostante la macchina (in particolare il posto di lavoro).
• Riporre le attrezzature e gli strumenti di misura negli appositi contenitori.
• Ripristinare il funzionamento dei dispositivi di sicurezza eventualmente disattivati.
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Pressa piegatrice: Configurazione e calcolo
della distanza di sicurezza
Configurazione verticale
Oltre alle condizioni comuni alle barriere immateriali (vedi 2.2.5.3 barriere immateriali), il dispositivo deve
avere le seguenti caratteristiche:
• L’altezza minima della barriera ottica deve essere di 800 mm con un’altezza del banco dal piano di calpestio ≥ 850 mm;
• La minima distanza di sicurezza “d” non deve essere minore di 100 mm e deve essere calcolata con la
specifica formula.
Legenda
1
Sostegno dei fogli
2
Fascio/i di luce/riparo/i aggiuntivo/i
3
Piano di riferimento della distanza massima
a
Altezza del banco
b
Distanza di sovrapposizione
c
Altezza del bordo superiore della barriera ottica
d
Distanza di sicurezza
Dimensioni in mm
• il sistema di sicurezza viene disattivato al raggiungimento del punto di “muting”, pertanto dovrà essere
automaticamente attivato un comando ad azione mantenuta abbinato alla velocità lenta di chiusura.
Calcolo della distanza di sicurezza per il posizionamento verticale delle barriere immateriali
d = (K x T) + C
Dove:
d: distanza di sicurezza minima tra la barriera immateriale e la zona pericolosa [mm]
K: velocità di avvicinamento del corpo o di sue parti [mm/s]
= 2000 mm/s (con d ≤ 500 mm)
= 1600 mm/s (con d > 500 mm)
T: tempo di arresto totale della pressa piegatrice [secondi]
C: distanza aggiuntiva [mm] definita in funzione della capacità di rilevamento del dispositivo (fornito dal
costruttore) tramite il seguente prospetto:
capacità di rilevamento mm
Distanza aggiuntiva C mm
Avviamento del ciclo mediante barriera ottica
≤ 14
> 14 ≤ 20
> 20 ≤ 30
0
80
130
Ammmesso
> 30 ≤ 40
> 40
240
850
Non Ammesso
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2.4.13 (appendice 1)
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Esempi applicativi della barriera immateriale anteriore in posizione verticale
Esempio 1
barriera con capacità di rilevamento di 24 mm
tempo totale d’arresto T di 0,2 secondi
d = (2000 x 0,2) + 130 = 530 mm (> 500)
d = (1600 x 0,2) + 130 = 450 mm (< 500)
La barriera in questo caso va posizionata ad almeno 500 mm dal punto pericoloso
Esempio 2
barriera con capacità di rilevamento di 14 mm
tempo totale d’arresto T di 0,2 secondi
d = (2000 x 0,2) + 0 = 400 mm
La barriera in questo caso va posizionata ad almeno 400 mm dal punto pericoloso
Esempio 3
barriera con capacità di rilevamento di 20 mm
tempo totale d’arresto T di 0,3 secondi
d = (2000 x 0,3) + 80 = 680 mm (> 500)
d = (1600 x 0,3) + 80 = 560 mm
La barriera in questo caso va posizionata ad almeno 560 mm dal punto pericoloso
Configurazione orizzontale
Può essere adottata nelle seguenti condizioni:
• Il banco deve essere di altezza compresa tra 800 mm e 1200 mm.
• La distanza di sicurezza “d” deve essere almeno di 1000 mm purché la barriera immateriale (vedi 2.2.5.3
“Barriere immateriali”) sia posta ad una altezza minima da terra di 750 mm ed il tempo di risposta complessivo sia ≤ a 200 ms (millisecondi).
• Con un tempo di risposta complessivo > di 200 ms (millisecondi), la distanza di sicurezza si ottiene aggiungendo 20 mm alla cifra di 1000 mm per ogni 10 ms (millisecondi) aggiuntivi.
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