Gli spot della telefonia in Italia.

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Gli spot della telefonia in Italia.
Gli spot della telefonia in Italia.
Strategie narrative a confronto1.
Di Rebecca Rabozzi, Redazione brandforum.it, e Patrizia Mastrilli*, Network brandforum.it
1. Introduzione
Il popolo italiano è chiacchierone per eccellenza. Dati alla mano, nel 2008 abbiamo „chiacchierato‟
per 97 miliardi di minuti, il 58% in più rispetto al 2003 („soltanto‟ 52 miliardi).
Inoltre, siamo il Paese europeo con più telefoni cellulari. Secondo uno studio britannico2, infatti, già
nel 2008 il 95% degli Italiani possedeva un telefonino, il 26% uno smartphone.
I dati aggiornati all‟ultimo quarto 20103 indicano che il 64,4% della popolazione possiede un solo
cellulare, il 32% ne ha due e il 3,6% tre o più; il 48% dell‟utenza mobile (10,8 milioni di utenti,
principalmente donne over 40) continua a utilizzare un telefonino tradizionale, mentre il 52% (11,8
milioni di utenti, soprattutto uomini tra i 15 e i 24 anni) preferisce gli smartphone.
Non è quindi da escludere che venga scelto contemporaneamente più di un operatore mobile: basti
pensare che in media, in Italia, tre anni fa si contavano già 155,77 SIM card ogni 100 abitanti4!
Le quattro principali aziende del settore, quindi, ormai consapevoli dei trend di mercato, „lottano‟
per diventare l‟operatore preferito degli Italiani.
Al momento, la sfida per la leadership è tra Tim e Vodafone, ma le altre compagnie telefoniche non
perdono l‟occasione di accattivarsi nuovi (secondi) clienti.
7,0 %
17,8 %
37,0 %
Operatori Virtuali
36,4 %
1,7 %
Fonte: Dati Mobile Next Q4 2010
Il „campo di battaglia‟ da conquistare è quello del mercato televisivo, ma è risaputo che informare il
pubblico sui vantaggi delle proprie tariffe attraverso gli spot pubblicitari non è impresa facile: ci
vuole strategia e innovazione, per non stancare e soprattutto per differenziarsi dalla concorrenza
che sta diventando sempre più „feroce‟.
* Patrizia Mastrilli. E-mail [email protected] – Profilo Linkedin
1
Introduzione, Le donne Vodafone, L‟italianità di Tim e Tutte le donne di Tre sono a cura di Rebecca Rabozzi; La comicità Wind e
Conclusioni sono a cura di Patrizia Mastrilli.
2
Cfr. “UK consumers revealed as early adopters of new technologies”, www.ofcom.org.uk
Fonte: Dati Mobile Next Q4 2010
4
Cfr. “Gli italiani cellulare-dipendenti”, www.repubblica.it
3
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Quindi, oltre a palesare l‟offerta, lo spot deve essere guarnito da un contorno interessante: come
per un piatto culinario, anche la presentazione del contenuto è importante per il cliente.
Così l‟azienda di telefonia deve offrire un buon prodotto televisivo in grado di conquistare la
benevolenza del pubblico, un prodotto che si faccia guardare volentieri, che segua le tendenze del
momento (e quelle preferite dal pubblico).
La strategia maggiormente utilizzata, sin dal 1998, è quella dell‟advertainment (o “fiction
pubblicitaria”), perché “si dimostra efficace per poter dare aggiornamenti continui sui vari servizi di
telefonia cellulare” 5, senza annoiare gli spettatori, ma anzi cercando di divertirli.
L‟advertainment permette quindi di suddividere lo spot in varie puntate con vari testimonial, più o
meno famosi, che ricreino una sorta di fiction destinata a durare fino al successivo cambio di filone
o di testimonial in carica. Per quanto l‟abilità dei creativi stia (tutt‟ora) “nel modificare, di puntata in
puntata, il livello superficiale e narrativo dei testi, senza però intervenire sui modelli di senso e di
valore propri del livello profondo dello spot” 6, la vera competizione dipende molto dalla scelta dei
testimonial e dal ruolo che ricoprono nella fiction pubblicitaria.
I quattro maggiori gestori telefonici che operano in Italia (Vodafone, Tim, Wind e Tre), infatti, hanno
adottato nel tempo diverse strategie narrative.
2. Le donne Vodafone
Già nelle prime campagne pubblicitarie Omnitel del 1997 comparivano volti noti, come quelli di
Gerry Scotti, Gabriel Garko e Alessia Marcuzzi7.
Il cambiamento radicale avvenne nel 1999, quando con estremo coraggio fu individuato un
personaggio nuovo (poco noto al grande pubblico): la modella australiana Megan Gale.
Ben presto divenne il nuovo volto Omnitel, conquistando ampissimi consensi con la sua
espressività e con una bellezza intensa, adatta all‟atmosfera misteriosa del cinema noir e della spy
story (filone pubblicitario a puntate).
Nel 2001 venne trasmesso il primo spot firmato Vodafone e ciò segnò un punto di svolta nella
comunicazione pubblicitaria dell‟azienda.
Megan Gale diventò una “eroina capace di compiere sfide impossibili”, presentata come una
“donna più matura, evoluta” per indicare la maturazione e la crescita del brand 8: scalava la torre di
Seattle, pattinava sul museo Guggenheim di Bilbao, e nella parentesi estiva si lanciava da una
scogliera altissima.
La Gale – dopo aver pronunciato soltanto le parole “And you?” alla fine di numerosi spot – diventò
(finalmente) una testimonial „parlante‟, in lingua italiana con la caratterista inflessione straniera:
famosissimo il payoff-tormentone “Tutto intorno a te”, che un po‟ tutti ricordano „storpiato‟
dall‟accento australiano.
È con la campagna “Life is Now” (2006) - con la quale viene sancito l‟ingresso del marchio unico
internazionale Vodafone nel mercato Italiano - che Megan Gale viene progressivamente
allontanata dagli spot e sostituita (senza grande successo) dalla modella spagnola Laura Barriales,
allora sconosciuta in Italia.
Per (ri)conquistare il pubblico, Vodafone scelse quindi di puntare sull‟italianità con due testimonial
noti e nazional-popolari: Francesco Totti e Gennaro “Ringhio” Gattuso.
5
Cfr. Patrizia Musso, I nuovi territori della marca, FrancoAngeli, Milano 2005.
Ibidem.
7
Questi testimonial non erano però pienamente in linea con le strategie di marketing e gli obiettivi di comunicazione dell‟azienda.
Gerry Scotti, per esempio, conquistava il pubblico “con tutta la sua carica di simpatia, di allegria, di persona e non di semplice volto
passe partout” 7, ma non aveva alcun legame con il brand.
Alessia Marcuzzi, invece, presentava Omnitel al grande pubblico come “una società simpatica, giovane, innovativa, facile, amichevole” ,
ma non risultava adatta per proporre tariffe telefoniche anche alle aziende.
8
“Mega(n) Wiki”, intervista a Luigi Pincelli, responsabile Advertising & Communication Vodafone Italia per Vodafone Lab.
6
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Tuttavia, Megan Gale tornò a far capolino (con un accento più italiano) per ben due volte nelle
campagne natalizie9 per promuovere la „sua‟ classica e personalissima offerta.
La ragione di questi periodici e inaspettati ritorni trova motivazione nel fatto che Megan, così
apprezzata e non dimenticata dagli italiani, rappresenta una parte importante della storia del brand
Vodafone.
Se qualche anno fa non si poteva escludere un suo prossimo ritorno come „garante‟ di altre
operazioni mirate, oggi il ruolo di “donna Vodafone” spetta ormai di diritto alla signora Totti; infatti,
dal 2008 Ilary Blasi10 nutre una ricca serie di collaborazioni, dapprima con Gattuso, in seguito con
Luca e Paolo (per una breve parentesi estiva); infine con il marito Francesco, con cui cerca di
ricreare una spot-comedy in stile Sandra e Raimondo. La coppia viene ritratta per la maggior parte
degli spot in scene di vita quotidiana (le cosiddette “slice of life” ): una partita a biliardino con gli
amici, la prima colazione, la cura delle piante, la spesa al supermercato, una grigliata in compagnia
… Ilary riveste inaspettatamente bene il ruolo di femme au foyer e dal canto suo anche Totti incarna
alla perfezione l‟ideale del calciatore italiano. La giovane ex „letteronza‟ ha sfatato il classico
stereotipo di “bella ma stupida”, lasciandolo (forse) al marito. Nelle riprese si dimostra più scaltra di
Francè, più raffinata rispetto agli inizi della carriera e sicuramente un‟ottima padrona di casa.
Anche la recitazione appare naturale pur non
avendo mai avuto esperienze recitative vere e
proprie. Si è così guadagnata a pieno titolo il ruolo di
vero caposaldo Vodafone, lasciando agli altri il ruolo
di meteore. Il pubblico, a sua volta, sembra
continuamente apprezzare la scelta dei testimonial
Vodafone, che sanno stupire, senza rendere la
trama degli spot-comedy troppo banale. La
conferma arriva dal sito di video sharing Youtube:
nelle statistiche sul numero di visualizzazioni per
spot, la percentuale di apprezzamento (“mi piace”) è sempre elevata, rispetto ai pochissimi click
per il pollice verso (“non mi piace”).
Vodafone è la compagnia che per antonomasia è più vicina al consumatore, e proprio "perché
l'importante sei tu" ogni apprezzamento o critica costruttiva da parte del cliente non fa altro che
aiutare l'azienda a rafforzare il proprio appeal. Probabilmente quando il pubblico si sarà stancato
della famiglia Totti, vedremo comparire nuovi testimonial.
3. L‟italianità di Tim
Dopo aver fatto storia lanciando il primo vero e proprio “spot seriale” per la telefonia mobile con
Gaia11, Petra e Cristiana (dove la vita raccontata nello spot si intreccia con quella “vera” fuori dagli
schermi con le campagne “Barca a vela” nel 2000 e “L‟isola che non c‟è” nel 2001), Tim scelse
altre due testimonial donne: prima Kasia Smutniak (con e senza il cane Ettore) e poi la modella
Adriana Lima (in coppia con Diego Guillo nella serie di spot “Se mi prendi, ti sposo”, 2004).
Se all‟inizio la strategia dell‟advertainment univa in una cornice accattivante elementi cari al
pubblico, come la presenza di una bella ragazza, il „tormentone musicale‟ del momento e una
9
Nel 2006, alla fine dello spot della “Missione Natale” – come si sente nel voice over – “c‟era ancora una sorpresa”: Megan Gale
sorprende gli agenti della Squadra Speciale Vodafone (“Tranquilli, babbi, ce l‟ho già”) che, vedendola, rimangono a bocca aperta.
In occasione del Natale 2008 la Gale venne invitata dalla “grande famiglia Vodafone” ed era proprio lei stessa a dire che non poteva
mancare (vedere nostro precedente articolo nella sezione Brand Trends “La comunicazione pubblicitaria natalizia di Vodafone. Italia e
mondo a confronto”).
10
Un personaggio assai apprezzato da qualche anno anche sulla scena televisiva italiana, come conduttrice de “Le Iene”.
11
Gaia tornò occasionalmente protagonista di uno spot del 2008.
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trama da seguire, a lungo andare la storia diventava banale e noiosa (uno tra tutti, ricordiamo lo
spot-tormentone con le “quattro paperelle”).
Nel 2005 per Tim arrivò la vera svolta: mentre Adriana e Diego erano in (spot)vacanza a Roma
incontrarono il vigile Urbano Perschietti, personaggio interpretato da Christian De Sica.
Da quel momento, il vigile rimase come fil rouge in tutte le successive trame pubblicitarie, e Tim
abbandonò progressivamente Adriana Lima (donna non particolarmente apprezzata dal pubblico
femminile, a differenza della „rivale‟ Megan Gale).
De Sica, però, non restò a lungo solo: prima tra tutte arrivò Elisabetta Canalis, che - comparsa nei
panni di una „smarrita‟ tassista milanese a Roma - per due anni (2006-2007) rimase spalla fissa del
vigile Urbano.
Dopo due anni di varie parentesi12, nel 2009 iniziarono gli spot con la sexy Belén Rodriguez e un
Christian De Sica “da Cinepanettone”, molto apprezzato dal pubblico.
Solo di recente, dopo due anni di „tormentoni‟ (la presenza di Belén era iniziata a diventare
scomoda sia per Tim, sia per gli spettatori13) la saga si è conclusa, lasciando spazio a un trio più
„italiano‟ in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell‟Unità d‟Italia.
Dalla primavera 2011 la serie “La storia d‟Italia secondo Tim” vede nei panni di Leonardo Da Vinci
e del suo impacciato aiutante Tommasino troviamo, rispettivamente, Neri Marcorè e Marco
Marzocca, mentre l‟italianissima modella lodigiana Bianca Balti veste i panni (accollati) di Monna
Lisa. L‟intenzione dei creativi è quella di “mostrare come nel Rinascimento la tecnologia e gli ultimi
sistemi di comunicazione avrebbero reso più facile il lavoro dell'artista toscano. Tutti gli spot
saranno molto più ironici di quelli del passato e valorizzeranno i grandi personaggi italiani che si
sono distinti nell'arte, nella cultura e nella scienza”. 14
Sul TimChannel di Youtube è stata recentemente creata un‟attività interattiva che, riprendendo la
trama dello spot, permette all‟utente di scoprire cosa c‟è all‟interno del cellulare di Leonardo.
12
Nel 2008, a conclusione degli spot istituzionali, fu scelta come „volto Tim‟ la giovanissima Alessandra Mastronardi (Eva de “I
Cesaroni”), già protagonista dei precedenti spot per la Tim Tribù accanto a Christian De Sica. Nel 2009 gli spot Tim raccontarono le
vicende della “T(im)-Band” con (la non ancora famosa) Fiammetta Cicogna.
13
“Indagini commissionate dalla famosa compagnia telefonica hanno evidenziato un brusco calo di abbonati e una sfrenata corsa verso
la concorrenza. Nello specifico sono state le famiglie a non apprezzare l‟eccessiva dose di seduzione di Belen messa negli spot” (fonte).
14
Fonte: http://tv.excite.it
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4. La comicità Wind
Dai primissimi spot per la telefonia mobile15 con Ezio Greggio (1999-2001), apparve evidente che
la strategia di Wind fosse puntare sulla comicità.
Dopo un‟ampia parentesi pubblicitaria composta da filmati del tutto eterogenei, sia per protagonisti
(solitamente di bella presenza, ma sconosciuti al grande pubblico 16 ), sia per trama e
ambientazione, nel 2005 Wind scelse di percorrere nuovamente la strada del testimonial.
Primi volti noti furono quelli di Aldo, Giovanni e Giacomo (AG&G), all‟apice del successo e della
notorietà. La „mossa‟ fu strategicamente giocata per avvicinare il brand al pubblico, proprio nel
momento in cui la copertura di rete stava per eguagliare17 quella dei competitor Tim e Vodafone.
La competizione venne così giocata anche sul campo pubblicitario.
Dal 2008 al 2010 il trio comico si alternò periodicamente con la “strana coppia” formata da Giorgio
Panariello e da Vanessa Incontrada (già comparsa anni prima in uno spot Tim), continuando con
variazioni sul tema della comicità.
Sia per AG&G, sia per Panariello probabilmente recitare negli spot Wind è stata una passeggiata:
brevi riprese comiche, brevi episodi di advertainment …e il gioco è fatto!
Indiscutibile, poi, la loro già nota bravura e fama agli occhi del pubblico come comici apprezzati.
Per Vanessa Incontrada, invece, calarsi nel ruolo di testimonial comica non sarà stato poi così
semplice, ma la sua gavetta a Zelig l‟ha resa un po‟ una “regina della comicità”, ottenendo un
successo ineguagliabile nella conduzione televisiva. Il pubblico ha perciò saputo apprezzarla per la
sua semplicità e naturale vena comica.
I primi spot Wind ai quali ha lavorato sono quelli a fianco della Signora Italia (2008), uno dei
personaggi storici di Giorgio Panariello, in un salone di bellezza, dove scambiando quattro
chiacchiere si approfitta per parlare delle offerte telefoniche della compagnia.
Nella successiva serie, invece, Vanessa recitava la parte di “Ciccia”, la fidanzata annoiata del ricco
Naomo (anche detto “Ciccio”), caricatura non troppo velata di Flavio Briatore.
In questo nuovo capitolo di advertainment, Panariello riproponeva uno dei suoi personaggi: il
riccone arrivato e non particolarmente colto. Ogni volta era Vanessa a riportarlo con i piedi per
terra, senza mai perdere l‟occasione per nominare le nuove offerte.
La collaborazione era ben riuscita, ma con l‟andare del tempo si è dimostrata troppo ripetitiva e
stancante per il pubblico. Le battute erano sempre le stesse e la coppia aveva bisogno di un
rinnovamento. Ecco perciò che è tornato alla guida degli spot Wind l‟inossidabile trio Aldo,
Giovanni e Giacomo in una nuova spot-comedy.
Il filone che li vede protagonisti in questo 2011
è quello di un duo di barbieri (poco esperti) che
utilizzano come cavia lo sfortunato e ignaro
cliente Giacomo.
I comici sembrano essere la chiave di volta
della compagnia, un po‟ come accaduto a
Vodafone con la coppia Totti-Blasi.
“Wind in una recente intervista ha dichiarato
che la compagnia telefonica si crea gli spot in
casa senza dover ricorrere all‟utilizzo di
un‟agenzia creativa. Questo metodo costa
meno, e rende anche di più! La compagnia ha
15
Prima testimonial per i servizi di telefonia fissa Wind, invece, fu Sabrina Ferilli ( “Quanto ce piace chiacchierà”).
Dal 2001 al 2004 protagonista degli spot Wind Berenice Kuek Marchand (Fonte: www.advexpress.it).
17
Fonte: www.portel.it
16
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preso questa decisione grazie al trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, visto che sono loro stessi a
scrivere i testi, e a mettere in evidenza le esigenze dell‟azienda.
Il trio comico ha girato oltre 100 spot per la compagnia, il ciò è dovuto al fatto che nessuno da
entrambe le parti si è stancato dell‟altro. Gli ingredienti per creare uno spot che colpisce sono la
trasparenza del messaggio per conquistare la fiducia del consumatore, e una comunicazione che
sia diverte e che riesca a far sorridere”.18
5. Tutte le donne di Tre
La storia italiana di “Tre” (H3G)19 è relativamente recente: presentandosi come punto di riferimento
per la “videocomunicazione mobile”, alla fine del 2002 l‟azienda lanciò la prima campagna
pubblicitaria, declinata in sei diversi soggetti corrispondenti ai “company core values” (Fantasia,
Emozione, Grinta, Passione, Semplicità, Sorpresa)20.
Sulle note di jingle come “three is a magic number” e “I want to be three” (cover della celeberrima
canzone dei Queen) vennero presentate tre ragazze sconosciute (Marina Graziani, Angelica
Russo e Malika El Hazzazi) in ambientazioni molto diverse.
Alla ricerca di un maggiore successo di pubblico, nell‟autunno del 2004 venne scelto come primo
volto noto quello di Claudio Amendola, che restò testimonial dell‟Azienda per quasi due anni.
Gli spot presentavano sempre alcune (im)probabili “slice of life”, nelle quali Amendola era
affiancato dalle figlie21 o da una “bella bionda” – Valeria Marini prima, Paris Hilton poi.
Dall‟estate 2007 Tre si affidò all‟autoironia di Luciana Litizzetto 22 , un giusto compromesso tra
femminilità e comicità, che ha ben presto fatto dimenticare al pubblico l‟infelice parentesi di Paris
(“Meglio cambiare, neh?” ).
Per due anni vennero alternati con giusto equilibro spot prettamente comici e altri con un taglio più
riflessivo e istituzionale.
Per tutto il 2009, invece, fu Claudia Gerini23 la protagonista degli spot, calatasi nei panni della
direttrice di un punto vendita Tre e promotrice delle iniziative cinematografiche riservate agli
abbonati.
A partire dal 2010 anche Tre prova la strada dell‟advertainment vero e proprio, proponendo alcune
puntate dell‟avventura on the road di Raoul Bova e
dell‟intraprendente Teresa Mannino24. Ed è proprio in
uno di questi spot seriali che compare la bella Madalina
Ghenea (aspirante ballerina della settima edizione di
“Ballando con le stelle”), al momento stabile
componente di questo strano “ménage a trois” 25.
La ragazza rumena sembra (ben) reggere il paragone
con la „rivale‟ Belén Rodriguez, anche se nella regia
degli spot ricorda molto la Megan Gale degli esordi.
18
Fonte: www.cellularmagazine.it
L‟operatore italiano appartiene alla multinazionale cinese Hutchison Whampoa.
20
Per maggiori dettagli si rimanda al comunicato stampa del 21 novembre 2002.
21
Per maggiori dettagli si rimanda al comunicato stampa del 24 settembre 2004.
22
Per maggiori dettagli si rimanda al comunicato stampa del 30 maggio 2007.
23
Per maggiori dettagli si rimanda al comunicato stampa del 28 maggio 2009.
24
Per maggiori dettagli si rimanda al comunicato stampa del 18 giugno 2010.
25
Per maggiori dettagli si rimanda al comunicato stampa del 24 febbraio 2011.
19
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6. Conclusioni
A giudicare dalle scelte discorsive intraprese in questi ultimi anni dalle aziende, lo spettatore medio
italiano sembra iniziare a preferire a modelle e icone sexy le donne dotate soprattutto di molta
(auto)ironia. Di conseguenza, molte delle strategie narrative sono state riviste.
La presenza di una testimonial donna sembra quindi rimanere un requisito tanto fondamentale,
quanto irrinunciabile anche per promuovere un prodotto di telefonia mobile, ma mentre Vodafone
(prima con Megan Gale e ora con Ilary Blasi) sembra aver trovato una strategia narrativa
consolidata, che si sviluppa proprio a partire dalla testimonial-leader, compagnie come Tim e Tre
tendono ancora a preferire la fedeltà del testimonial maschile, presentando la donna come una
semplice “valletta”.
Nonostante il 60% di tutto il pubblico televisivo sia composto da donne26, la figura di donna-oggetto
non è ancora stata definitivamente debellata, come gran parte delle spettatrici comuni vorrebbe.
“Non riusciamo a scorgere in tv una natura peculiare dell‟essere femminile, un‟identità nuova,
originale, genuina, se non una in contrapposizione a quella maschile, a parte pochissimi casi su
reti minori o in orari di bassa audience. La presenza della donna in tv è una presenza di quantità,
raramente di qualità”.27
Un secondo elemento emergente è la pratica dell‟advertainment intesa proprio letteralmente come
“intrattenimento divertente”. Forse anche per un‟esigenza di evasione dallo stress quotidiano, la
strada della comicità che domina ormai in pubblicità sembra trovare un valido appoggio anche
negli spot di telefonia. Partendo dalla coerenza dimostrata negli anni da Wind, fino alla coraggiosa
scelta di Tim che per la prima volta ha inserito negli spot una bellezza “vestita”, passando per i
battibecchi della famiglia Totti, l‟unico operatore rimasto un po‟ indietro coi tempi è Tre.
Quest‟ultimo sembra, infatti, trovarsi in una fase di “re-mixaggio” di scelte già affrontate in passato
o dai competitor: la donna-comica (già testata dalla stessa Tre con Luciana Litizzetto, che
ribadisce la trama comica Wind); il “bel testimonial” Raoul Bova (come il bel Diego Guillo di Tim); la
sexy ragazza straniera (già nominata “la nuova Belén”). Niente di nuovo quindi, un po‟ come si dice
per la moda, tutto torna anche in pubblicità.
Il rischio maggiore è sempre quello: riusciranno i consumatori ad associare correttamente i
testimonial/personaggi noti alle marche, senza confonderli o sovrapporli?
26
27
Cfr. Zanardo, Chindemi, Cantù - Documentario “Il corpo delle donne”, www.ilcorpodelledonne.net
Ibidem
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