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la rivista di www.officedistribution.eu o stimola c i d o i nte r e P Pe ri o s co di e te Periodico s t i mo olan l a tim nt Pe ri te lan mo st i inverno 2015 o ic od ANNO IV - N° 12 la rivista di ANNO IV - N° 12 dicembre 2015 4 Diario del Big Buyer 2015 di Maurizio Guidelli sommario 3 Il Punto di Andrea Ghidini Un saluto al 2015 di Franco Grossi 5 Incontro con i testimonial: 7 Parigi, Pratocarta di Prato 13 novembre 2015 dall’inviato della Redazione di Giuseppe Bellamace 9 George Lucas di Luca Brambilla 10La tavola delle feste di Paola Invernizzi 6 Il Giubileo della misericordia di Fabio Pozzoni Spetegulesssss! di Veronica Moriggi 11 La mostra di Barbie di Raffaella Scarpitta I tuoi Report di Paola Invernizzi 8 Incontro con i testimonial: 12Albero di Natale Gruppo Pace di Reggio Emilia di Stefano Morelli dall’inviato della Redazione 13 Due canzoni per un sogno di Agostino Ferrante 15Indicatori del settore di Giuseppe Bellamace 12Futuro già Presente di Aldo Francesca www.officedistribution.eu LA RIVISTA DI OFFICE DISTRIBUTION (AUT. TRIB. MILANO 442 DEL 30-11-2012) 14 Figli di uno sport minore Direttore Responsabile: ANDREA GHIDINI Sede di Redazione: Via Cassino d’Alberi, 21 20067 Tribiano (Mi) Tel. 02.910000.01 - Fax 02.90633730 [email protected] www.officedistribution.eu Progetto Grafico: GIERRE SRL - BERGAMO Stampa NOVECENTO GRAFICO - BERGAMO | sommario di Maurizio Dalla Vecchia il PUNTO S iamo a dicembre, è tempo di bilanci e di previsioni per il futuro; l’anno che sta finendo è andato bene per OD pur in presenza di un mercato difficile e in forte discesa. Per il risultato un grazie ai collaboratori, interni ed esterni, che hanno concorso a renderlo positivo; per il 2016, prevediamo un sempre maggior impegno nella gestione logistica, nell’efficienza dei trasporti, nell’assortimento dei prodotti, ma principalmente vogliamo ribadire l’importanza della qualità dei servizi tra le prerogative della nostra società. Solo mantenendo alto il livello delle prestazioni offerte, e la tradizionale empatia con i nostri clienti, è possibile costruire un percorso comune per il raggiungimento degli obiettivi. Ed il messag- gio che vogliamo trasmettere, tramite il nuovo catalogo tra breve in uscita, è che OD ha l’ambizione di adattarsi alle necessità del cliente per costruire insieme un abito su misura per le sue esigenze. A tutti voi, un augurio di cuore, per un felice Natale ed un promettente anno nuovo. dimenti su merceologie quali la sicurezza, l’igiene, la spedizione, il food, fino poco tempo fa destinate a professionisti/specialisti del settore, oggi veri e propri tormentoni, quando si parla di prodotti ufficio. Ho usato a proposito il temine “tormentoni”, che ha un’accezione non decisamente positiva, quasi una ripetizione fastidiosa, in quanto se per pochi importanti player queste famiglie rappresentano veramente nuove frontiere di ricavi e di relazioni con i clienti, per tantissimi piccoli e medi fornituristi, destrutturati e tuttofare, la possibilità di cogliere opportunità da questi nuovi mercati sembra veramente fuori portata. Rimane comunque un aspetto positivo il fatto che, anche in anni così problematici, si aprano continuamente nuove opportunità di business. Probabilmente le grandi novità del 2016 e del futuro in generale non saranno legate ai prodotti, ma alle modalità di reperirli o di venderli, a seconda dei punti di vista. Il 2015 ha dato forti segnali in questo senso, segnali che vanno comunque tutti nella stessa direzione: la concentrazione e l’aumento delle dimensioni delle aziende. Staples che cerca di acquisire Office Depot, il primo che assorbe il secondo del mondo è un evento sul quale ancora l’antitrust sta ragionando ma sul quale dobbiamo ragionare anche noi. Se aziende che già fatturano miliardi di dollari cercano di fondersi, se nell’etere si afferma anche nel b2b un competitore di nome Amazon, se oggi un range di prodotti proposti è normalmente superiore a diverse decine di migliaia di items, risulta chiaro, ma soprattutto urgente per tutti gli operatori qui in Italia, porsi problemi diversi dal “prezzo” d’acquisto o di vendita, veri e propri mantra delle quotidiane relazioni commerciali. Non posso e non voglio addentrarmi in approfondimenti relativi ai vari ruoli degli attori oggi sul palcoscenico del nostro mercato, ma vorrei solo unire al tradizione augurio di un sereno anno nuovo a tutti, l’augurio di sempre maggior condivisione e scambio di idee e di progetti che, magari non ci salverà dai “piranha”, ma che ci aiuterà certamente a migliorare. di Andrea Ghidini Un saluto al 2015 L a cornice delle riflessioni che seguono è ovviamente quella del nostro mercato, i consumi e la distribuzione di prodotti ufficio. È estremamente difficile non uscire dal seminato, limitando il discorso alla carta ed ai toner o alla “scrittura” ed all’”archivio”, ovvero le problematiche del nostro quotidiano, quando intorno a tutti noi gli eventi hanno tutt’altro spessore e drammaticità, ma per i limiti del nostro spazio e tempo e soprattutto miei, è necessario “stare sul pezzo”. Gli argomenti comunque non mancano, anche quest’anno come i precedenti ha segnato una sostanziale stagnazione della domanda e, nonostante i beneauguranti messaggi dei nostri politici, soprattutto quelli di governo..., non si avvertono segni evidenti e concreti di ripresa. Parlando di prodotti, risultano evidenti gli spostamenti dell’interesse dei clienti e dei rivenditori da famiglie tradizionali ormai mature, prive di appeal e di novità, a famiglie collaterali sempre più lontane dalla “scrivania”o “l’archivio”, siti che per anni hanno incarnato il mondo “office”. Oggi, la fiera Big Buyer di novembre ne è testimone, si moltiplicano articoli, meeting, approfon- di Franco Grossi dalla direzione | 3 Diario del Big Buyer 2015 ccoci di nuovo a Bologna per raccontarvi on line la nostra presenza all’annuale appuntamento con il Big Buyer, la Fiera Italiana dedicata agli operatori del settore cartoleria e cancelleria di prodotti per l’ufficio e la scuola; da quest’anno sono presenti anche aziende leader del settore belle arti, hobbistica e creatività con le novità della prossima stagione. Giorni precedenti di grande preparazione a Tribiano per essere pronti a questo evento: importante per far conoscere ai nostri clienti il personale interno con cui conversano quotidianamente, per far respirare il clima della nostra azienda e per presentare le innovazioni previste per il 2016. Si inizia mercoledì 25 alle ore 9,30 in perfetto orario; siamo pronti e entrando incrociamo i colleghi della concorrenza, anche loro contenti per l’inizio della kermesse fieristica; come sempre in tutte le fiere vi è la sensazione di appartenere ad un mondo comune con interessi e speranze convergenti, e poi il piacere di incontrare persone conosciute da anni e che pur militando in campi avversi, non smettiamo di stimare ed apprezzare per le loro qualità; direi che questa è la vera e profonda bellezza delle fiere. Allo stand cominciano ad arrivare i primi clienti, sono i più mattinieri e su di loro si concentra l’interesse dello staff; da Franco, a Davide, a Antonio, tutti pieni di premure e di voglia di trasmettere il proprio entusiasmo. Ai clienti presentiamo con fierezza le nuove statistiche presenti sul sito che forniscono in tempo reale informazioni sia sulla loro situazione economica e finanziaria, che report sugli acquisti effettuati nelle loro varie particolarità (fatturato annuo e mensile, articoli, marchi, capitolo di catalogo, consegne, ecc...), una reportistica nuova che nessun competitor rilascia. Si gira per gli stand, si salutano persone, si confrontano opinioni, si guarda con interesse ai laboratori creativi ideati nel settore belle arti e hobbistica per fornire formazione diretta sulle tecniche nel mondo delle arti (colori, acrilici, acquarelli, pasta). Si va verso la fine della prima giornata, e nello stand OD si comincia a fremere per la giornata di domani, quella che presenterà una novità assoluta, sulla quale saremo ammirati o criticati; staremo a vedere. In serata, la cena, offerta da un fornitore importante, tutti insieme per consolidare a tavola un felice rapporto di comunicazione. Prima una riunione agenti, breve, ma intensa, con la proclamazione dei vincitori della gara del circuito gran premio (ve ne parlerò in altra occasione). Siamo al secondo giorno con la novità assoluta: tutto lo staff di OD indossa una divisa comune, eleganti pantaloni color vinaccia, camicia celeste, cravatta rossa con pallini, e golf blu scuro. Le ragazze indossano un vestito blu tinta unita, semplice ma elegante, al collo un fazzoletto simile alla cravatta degli uomini. È una idea maturata nei mesi scorsi e che si ispira al concetto del vestito su misura che OD offre ai suoi clienti, 4 | ??? E simbolo anche del nuovo catalogo in preparazione. È un successo, un figurone; durante tutta la giornata sentiremo commenti improntati al consenso, ed i nostri uomini saranno sempre più calati nel ruolo di ambasciatori del servizio di OD. E anche il giorno del convegno promosso da AIFU sui nuovi asset che incrementano il valore di mercato; quindi nuove merceologie da inserire negli assortimenti, nuovi servizi da offrire, nuove soluzioni logistiche da proporre. Dopo le relazioni di vari oratori, si svolge una tavola rotonda sulle nuove soluzioni logistiche. E la giornata prosegue tumultuosa e piena di incontri, di demo sulle soluzioni informatiche, delle richieste sui servizi su misura offerti: il fuori catalogo, la gestione dei propri prodotti presso il magazzino di OD, le consegne diversificate; e per ogni aspetto, gli agenti e lo staff di sede sempre disponibili e presenti. Siamo arrivati al terzo giorno; la stanchezza comincia a pesare. In mattinata i primi arrivederci, un senso di appagamento che invade i partecipanti, la sensazione di aver fatto il proprio dovere e la certezza di lasciare un buon ricordo negli intervenuti. Poi il rammarico per chi non aver incontrato chi non è potuto arrivare per vari motivi, un pensiero al lavoro che ci attende nei prossimi mesi, l’attesa di un fine settimana di riposo e la Fiera è finita. Per i più attenti si comincia a pensare all’appuntamento del 2016 con l’obiettivo di farsi trovare preparati per un incontro che non può mancare. Saluti a tutti. di Maurizio Guidelli Incontro con i testimonial del mercato S iamo in Toscana; il nostro viaggio procede verso il Centro Italia, per visitare aziende che operano in contesti diversi da quelli estremamente produttivi dell’Italia del Nord e dove sono presenti esigenze e particolarità completamente differenti. L’appuntamento con il sig. Davide Guasti è in tarda mattinata, e noi arriviamo al magazzino di Pratocarta dopo aver lasciato Firenze ed essere transitati nel popoloso mondo della provincia di Prato, esempio di una ampia e importante integrazione tra realtà diverse unite dalla ricerca della efficienza. Il titolare non ci delude; giovane e determinato, attento ai movimenti del mercato ed alle innovazioni (è uno dei più importanti utilizzatori delle consegne in drop). PRATOCARTA rappresenta una realtà importante per il settore degli articoli di forniture per gli uffici. La “mission aziendale”, di fornire ai propri clienti un assortimento di prodotti sempre aggiornati, è diventata più difficile negli ultimi tempi o le moderne tecniche per la gestione degli ordini da parte dei fornitori vi aiutano a rispettarla? Oggi è sicuramente più facile offrire un assortimento completo, specie appoggiandosi ad organizzazioni che propongono il “catt of” fino alle ore 17,00 per consegna nel giorno successivo. Prima erano necessari anche 10 giorni per ricevere gli ordini; è sicuramente un altro mondo. È tutto facilitato. Da dove inizia il suo percorso PRATOCARTA? A quali esperienze fa riferimento nella sua crescita nel tempo? Noi abbiamo iniziato con la vendita di prodotti a rivenditori e cartolerie. Poi, circa 20 anni fa, abbiamo continuato con i consumabili, i toner, con la loro frequenza di riordino sempre più veloce, e poi, pian piano, siamo passati alle forniture per ufficio con tutti gli articoli oggi a catalogo. Nel frattempo la nostra struttura è passata da un magazzino di 100 mq. iniziali agli oltre 500 attuali. È stata una crescita, lenta, ma sempre costante. Uno dei nuovi sistemi della distribuzione moderna è quello di operare con la tecnica dei drop of, con il fornitore che effettua la consegne direttamente ai clienti ordinanti. Lei vede questa tendenza, in aumento, come un vantaggio per tutti gli attori della filiera, o lo giudica solo uno strumento di lavoro che avrà una suo percorso più o meno lungo? È un sistema in aumento costan- te, che nella nostra azienda stiamo utilizzando moltissimo; oggi, ad esempio, sono in arrivo circa 10 spedizioni dirette a clienti, in consegna senza transitare nel nostro magazzino. In questo modo, si risparmia sui costi generali e sui tempi di consegna; noi ce ne avvaliamo anche per spedizioni dirette sul territorio vicino al nostro magazzino. È un organizzazione di lavoro dinamica e moderna, e io personalmente sono convinto che prenderà sempre più piede, proprio perché riduce i tempi e contiene i costi. Per i fornitori di prodotti per la scuola, cosa è cambiato nel settore con le nuove tecniche di istruzione, lavagne interattive, tablet, ecc.? Nelle scuole private si possono vendere lavagne, videoproiettori ed altri prodotti per la scuola che opera con indirizzo moderno. Nel settore pubblico, invece, rimangono una serie di difficoltà burocratiche, oltre alla cronica lentezza nei pagamenti; e noi come azienda abbiamo scelto di non essere presenti. In assoluto, comunque oggi vi è una maggiore richiesta ed i prodotti che vengono proposti sono sempre in aumento; questo è un bene. Quale è la famiglia di prodotti che negli anni ha avuto maggior esplosione di vendite rispetto al preventivato? E quale, a sui giudizio, il flop più imprevisto? A mio giudizio, sono in forte crescita i servizi per la comunità, prodotti di pulizia, carta igienica, rotoli, in genere tutti i prodotti per il pubblico e le comunità. Un flop al quale non avremmo mai pensato, riguarda la scrittura, pen- ne, matite, ecc. e di conseguenza registratori e raccoglitori. Con la tecnologia moderna i prodotti legati alla scrittura tradizionale sono in forte diminuzione. Stiamo assistendo anche in Italia ad un aumento costante delle vendite tramite web. Questa attività cosa rappresenta attualmente per la sua azienda? E che futuro prevede per questo mercato? Siamo stati tra i primi a dotarci di un sito web; ogni anno le vendite on line sono in costante aumento. Con il web si ottiene un vantaggio enorme: si può raggiungere tutto il territorio italiano (ed estero, per chi opera su più mercati) ed inoltre si ha la garanzia del pagamento immediato. E’ un mercato che aumenterà sempre. Non è nemmeno un problema di concorrenza; nel mondo vi è posto e lavoro per tutti, purché si rispettino i presupposti fondamentali: prezzo e servizio. Bisogna solo essere credibili, dare fiducia, perché il web è impersonale, e la fiducia si guadagna con il servizio e la correttezza. Quale importanza attribuisce alla pubblicità, sia editoriale che di altro genere? Per le sue esigenze, ne fa uso sistematicamente, o solo in maniera episodica? E cosa pensa dei social: sono uno strumento che può facilitare la vendita del nostro settore? Noi ne facciamo abbastanza uso, ma potremmo utilizzarla di più; è sempre valido il detto che la pubblicità è l’anima del commercio. Oggi è fondamentale quella sul web; si deve arrivare per primi sui motori di ricerca. Attenzione, anche i volantini sono impor- | 5 dai clienti tanti; noi li utilizziamo in buona quantità. Con la giusta pubblicità si può competere con le grandi strutture, anche per la nostra dimensione; è sempre il discorso sul servizio. Non vedo invece un grosso aiuto per incrementare le vendite dai social; servono di più per dialogare. Crede nell’aumento di valore di un catalogo molto ampio e diversificato, o pensa che questo strumento fondamentale debba essere concentrato sui settori tradizionali delle forniture per ufficio? Il catalogo ampio permette di offrire ai clienti articoli che in precedenza era impossibile solo pensare di vendere. È fondamentale per promuovere le vendite; dalle cose più impensate per il nostro settore: armadi, sedie, scrivanie, o tanti altri ancora. Con un buon catalogo si rendono disponibili anche prodotti di difficile reperibilità. Cosa è cambiato nel gusto del pubblico negli anni? Nel periodo ‘60/’70 la crescita impetuosa del nostro paese ha modificato radicalmente le nostre abitudini; oggi vi sono nuove incognite, la necessità d’integrazione, i nuovi orizzonti della tecnica ci fanno intravedere un mondo completamente diverso. E noi inseriremo nel nostro parco di prodotti anche i giochi. Diventeremo una piattaforma a 360 gradi adatta per vendere di tutto. Sempre di più saremo pronti a vendere prodotti nuovi e quelli presenti sul catalogo anche sul web. Ci dice quale futuro prevede per il settore degli articoli di cartoleria? E quali possibilità esistono per chi non si adegua alle novità che nascono di continuo? Noi non siamo rivenditori di cartoleria ormai da moltissimi anni; per il settore specifico non vediamo un futuro roseo. Rimarranno solo gli specializzati, chi offre qualcosa in più del semplice prodotto standard; altrimenti non ci sarà più futuro. Vuole mandare un saluto ed un messaggio ai lettori della nostra rivista? Come azienda siamo soddisfatti del percorso iniziato con Office Distribution; speriamo di continuare su questa linea anche nel futuro. Il Giubileo della misericordia n questo articolo vorrei portare alla luce le principali motivazioni dell’indizione, da parte di Papa Francesco, del Giubileo della Misericordia. Innanzitutto il Santo Padre vuole recuperare la dimensione della contemplazione costante del mistero della Misericordia, che è “fonte di gioia, di serenità e di pace. Condizione della nostra salvezza, atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro” e “via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato”. “Forse per tanto tempo abbiamo dimenticato di indicare e di vivere la via della misericordia. La tentazione, da una parte, di pretendere sempre e solo la giustizia, ha fatto dimenticare che questa è il primo passo, necessario e indispensabile, ma la Chiesa ha bisogno di andare oltre per raggiungere una meta più alta e più significativa”. La data di apertura dell’evento (8 dicembre 2015) non è stata scelta a caso dal pontefice: si tratta del 50° anniversario di chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, per rivivificare quell’evento, nel senso di una Chiesa che esca definitivamente dalla sua “cittadella privilegiata” e annunci il Vangelo in modo comprensibile agli uomini del nostro tempo. Un altro motivo è la necessità di riportare con forza i fedeli consacrati, nell’esercizio delle loro funzioni, a vivere e testimoniare in prima persona la Misericordia. “Il loro linguaggio e i loro gesti devono trasmettere misericordia per penetrare nel cuore delle persone e provocarle a ritrovare la strada per ritornare al Padre”. Il Giubileo dovrà anche essere una nuova via per riproporre alle masse la questione delle “periferie esistenziali”, tanto cara al papa. La Chiesa “dovrà curare queste ferite, lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta”. “Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto”. Il Giubileo è stato voluto anche per avviare una seria e dettagliata meditazione sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Dimenticarle significa sfuggire all’insegnamento di Gesù: in base a queste opere saremo giudicati. Il Santo Padre vuole trasmettere un’immagine del Sacramento della Confessione in cui il sacerdote sia semplicemente servitore del sacramento. “Ogni confessore dovrà accogliere i fedeli come il padre nella parabola del figlio prodigo: un padre che corre incontro al figlio nonostante avesse dissipato i suoi beni. I confessori saranno chiamati a stringere a sé quel figlio pentito che ritorna a casa”. Si associerà al Giubileo anche un’indulgenza, perché secondo il pontefice è opportuno, per dimostrarsi nei fatti Chiesa totalmente misericordiosa, non computare ai fedeli l’impronta negativa che i peccati lasciano nei pensieri e nei comportamenti anche dopo la Confessione. Il papa conclude la bolla d’indizione con queste parole: “In questo Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio [...] In questo Anno Giubilare la Chiesa si faccia eco della Parola di Dio che risuona forte e convincente come una parola e un gesto di perdono, di sostegno, di aiuto, di amore. Non si stanchi mai di offrire misericordia e sia sempre paziente nel confortare e perdonare. La Chiesa si faccia voce di ogni uomo e ogni donna”. L’Anno Santo si concluderà il 20 novembre del 2016. 6 | dalla redazione I L’inviato della Redazione di Fabio Pozzoni Parigi, 13 novembre 2015 N on sappiamo se vi sia una risposta quando accade una tragedia. Non sappiamo quali siano le parole giuste da usare (ammesso ve ne siano) perché è in questi momenti che le parole stesse tendono a perdere la loro natura ed il loro significato. Tendono, più semplicemente, a fuggire. Le parole, che dovrebbero chiarirci le cose, interpretarle, rimangono come sospese: prive di ogni capacità di spiegare, di far capire, di comprendere, lasciando muta qualsiasi risposta. L’istinto umanoci scaraventa addosso solo sgomento, terrore, paura: forse perché queste sensazioni per loro natura non vogliono parole, non amano essere descritte. Valeria Solesin, vittima di questa strage insieme ad altri 129 innocenti, aveva scritto tempo fa un articolo, di cui riportiamo un estratto, su un tema di cui lei riteneva fosse giusto parlare visti i suoi interessi allo studio dei fenomeni sociali. È solo un frammento di vita di questa sfortunata giovane, la quale, immaginiamo, abbia sempre pensato, lei stessa, che le parole fossero l’unico modo per comunicare il proprio pensiero, le proprie idee. Le parole. Strumento capace di dar soluzione ad ogni incomprensione della natura umana, che oggi non sappiamo più trovare. Come le nostre risposte. di Giuseppe Bellamace Allez les filles, au travail! Andate ragazze, al lavoro! In Europa, l’attività femminile è stata promossa fin dagli anni ’90. Obiettivo delle Istituzioni: favorire l’occupazione femminile in tutte le fasi del ciclo di vita, ed in particolare nei momenti che coincidono con l’arrivo dei figli. Benché la partecipazione delle donne al mercato del lavoro sia aumentata nell’Unione Europea, importanti differenze tra paesi continuano a persistere. Gli Stati dell’Europa del Nord sono caratterizzati infatti da alti tassi di occupazione femminile e da una fecondità che si mantiene elevata. Al contrario, negli Stati dell’Europa del Sud, bassi tassi di attività professionale femminile, si coniugano a bassi livelli di fecondità. Una tale opposizione si riscontra ugualmente tra Francia e Italia. Nel 2011, il tasso di occupazione delle donne di età compresa tra i 20 e i 64 anni è infatti del 65% in Francia, contro 50% in Italia. Sempre nel 2011, l’indicatore congiunturale di fecondità è di 2 figli per donna in Francia, mentre in Italia è di appena 1,4. Eppure questi due paesi sono relativamente simili in termini demografici: entrambi con una popolazione di circa 60 milioni di abitanti e con una speranza di vita comparabile. Condividono inoltre aspetti culturali, quali la religione cattolica, e geografici. Anche l’organizzazione del mercato del lavoro sembra rispondere a una logica simile. Alla luce di tali informazioni sembra logico domandarsi come mai due paesi vicini possano distinguersi così profondamente in termini di fecondità e di partecipazione femminile al mercato del lavoro. Una possibile spiegazione è che in Italia, più che in Francia, persista una visione tradizionale dei ruoli assegnati all’uomo e alla donna. (...) Alla domanda “È probabile che un bambino soffra se sua madre lavora fuori casa?”, il 76% degli italiani dichiara di essere “molto d’accordo”. Si tratta di solo il 41% nel caso dei francesi. Anche alla domanda “Una madre che lavora può stabilire un rapporto caldo e sicuro con i figli quanto una madre che non lavora” gli italiani mostrano un atteggiamento più tradizionale dei vicini oltralpe. Tra gli italiani solo il 19% si dichiara “molto d’accordo” con l’affermazione, mentre tale percentuale raggiunge il 61% nel caso dei francesi. In Italia esiste dunque un’opinione negativa rispetto al lavoro femminile in presenza di figli in età prescolare. In Francia, invece, il lavoro femminile è incoraggiato in tutte le fasi del ciclo di vita, anche in presenza di figli piccoli. Per tale ragione sembra ragionevole pensare che in Italia, più che in dalla redazione | Francia, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro possa essere influenzata dall’età e dal numero di figli. (...) Benché in Italia esista un’opinione negativa rispetto al lavoro femminile in presenza di figli piccoli, il tasso di occupazione delle donne con figli in età prescolare è inferiore di soli 6 punti percentuali rispetto a quello delle donne senza figlia di età inferiore ai sei anni (61% contro 55%). In Francia, invece, a fronte di un’opinione positiva sul lavoro femminile durante tutte le fasi del ciclo di vita, il tasso di occupazione diminuisce in presenza di figli piccoli. In questo paese, infatti, esistono delle misure per la conciliazione famiglia-lavoro che permettono a donne (e uomini) di cessare - momentaneamente - la loro attività professionale. (...) Se da un lato, infatti, l’Italia fatica a raggiungere l’obiettivo di un’occupazione femminile al 60%, si nota che anche in Francia, paese assai più performante, l’occupazione delle donne sia ancora sensibile all’età e al numero di figli presenti nel nucleo famigliare. È per questo motivo che appare auspicabile una maggiore condivisione delle responsabilità familiari e professionali tra le donne e gli uomini in entrambi i paesi. di Valeria Solesin 7 Incontro con i testimonial del mercato I l nostro viaggio tra le eccellenze italiane nel mercato office ci porta a Reggio Emilia, provincia che, pur in questi difficili momenti, mantiene un ritmo di sviluppo sostenuto. Siamo vicini alla nuova stazione dell’Alta Velocità, avveniristica realizzazione dell’arch. Calatrava, dove convergono per i collegamenti con le linee ferroviarie nazionali e internazionali anche da altre province vicine Mantova, Ferrara, ecc.... Pace s.p.a è un’azienda moderna piacevolmente organizzata, ed al suo interno ci accoglie il titolare Federico Chierici; dopo breve tempo si unisce a noi nella conversazione Francesco Ferrari, socio e responsabile area commerciale. Ecco il risultato del nostro colloquio. La vostra Azienda è stata fondata nel 1968 per vendere e consegnare direttamente cancelleria alle imprese. Avete una grandissima esperienza consolidata in tutti questi anni; oggi cosa è cambiato e cosa è rimasto immutato nel settore tradizionale della cancelleria? Sicuramente è cambiato il modo di comprare la merce. Oggi si può acquistare tutto da tutti senza alcun vincolo, mentre negli anni sessanta i commercianti più forti potevano porre vincoli ai fornitori. Non è cambiata l’attenzione verso il cliente. Quando abbiamo iniziato a fare questo lavoro, innovativo era visitare i clienti per raccogliere ordini e poi consegnare la merce direttamente. I clienti si stupivano di questo comportamento, ma lo apprezzavano eccome. Non vi era un listino; il prezzo non era importante come oggi. 8 Ci parla della vostra storia? Molti passaggi sono indicati come importanti. Quali momenti giudica più significativi? L’azienda nasce nel 1968 per vendere cancelleria; poi esplode il mondo della fotoriproduzione, ed è un onda da cavalcare; diventiamo venditori di marchi importanti e lo siamo ancora. Negli anni abbiamo acquisito aziende locali di buon livello del settore ed anche questa rappresenta una tappa importante per lo sviluppo. Un altro passaggio fondamentale si verifica nel 1991 quando arriviamo a Mancasale (la zona industriale di Reggio E.) e passiamo da un magazzino di 300 mq ad un impianto di oltre 3,000. Ricordiamo altri due momenti: l’esplosione della richiesta di telefax (ne arrivavano e ne uscivano a bancali). Ed il colore nelle fotocopiatrici. Parliamo del catalogo cartaceo e di quello digitale; quale importanza rivestono ancora? E quelli specializzati sono destinati ad aumentare o ormai non vi sono altri sbocchi possibili in questo campo? Sono ancora necessari, specie nelle edizioni tematiche. Interessano la tipologia di clientela che occupa da 1 a 15 dipendenti, gli studi professionali, ecc. Al contrario, nelle aziende corporate non sono più necessari; gli acquisti sono fatti a sezione (hardware, cancelleria, catering). Per il catalogo è quindi fondamentale la dimensione; la grande azienda non ne ha più bisogno. Diverso è il caso del servizio, questo valore ha senso sia per la piccola che per la grande azienda e in questo campo interviene la fidelizzazione. E noi possiamo essere d’aiuto. Nell’ambito organizzativo, state implementando la certificazione di qualità con il programma Lean. Quali vantaggi prevedete di ottenere? E che impatto hanno questi cambiamenti sia all’interno della struttura che nel confronto con il cliente? Aver conseguito la certificazione ISO 9001 tra i primi, è stato importante ed ha avuto un seguito nettamente positivo, sia per il controllo dei processi, che per l’organizzazione. Circa tre anni fa, abbiamo iniziato il percorso per ottenere la certificazione Lean; è certamente un programma buono specialmente in ambiti di aziende di produzione (vedi Toyota), ma difficile da gestire. Si deve portare avanti con personale dedicato e professionale; | dai clienti malgrado tutto abbiamo fatto alcuni progressi che ci hanno dato soddisfazione. Quale è la famiglia di prodotti che negli anni ha avuto maggior esplosione di vendite rispetto al preventivato? E quale, a vostro giudizio, il flop più imprevisto? Certamente i beni strumentali per l’ufficio hanno avuto una buona crescita; ci riferiamo ai distruggidocumenti, alle etichettatrici, e poi al mondo dei consumabili. Dove intravediamo un settore in crisi, pensiamo all’archiviazione; con la digitalizzazione sta morendo. Quanti dischetti, CD e chiavette USB non saranno più indispensabili; e poi a breve, anche raccoglitori e classificatori avranno vita difficile. La vendita e.commerce è ormai una realtà importante con la quale confrontarsi; viaggia con ritmi di sviluppo elevati, ottiene una adesione sempre più marcata da parte dei consumatori, non è più considerata come un’eccentricità ma come una risorsa. Come si pone il Gruppo Pace nei confronti del mondo che viaggia sul web? Ci stiamo lavorando; il nostro sito è limitato nelle prestazioni e si può dire che siamo ad un punto di partenza. Finora non ci siamo spinti più avanti per la costruzione dell’architettura che deve regolare i processi. Parliamo di un sistema di infrastrutture importanti; devono funzionare bene, altrimenti non hanno senso. E noi dobbiamo collegare i sistemi informatici con la forza vendita esterna, i nostri agenti, che per la maggior parte appartengono ad una generazione che non è cresciuta con gli strumenti attuali di comunicazione. E comunque il mondo del futuro rappresenta un nostro chiaro obiettivo da raggiungere. A proposito di nuove esperienze: da circa un anno avete iniziato a collaborare con l’azienda che ha sviluppato la stampa 3D, nuova frontiera dell’innovazione tecnologica. Che impatto ha avuto con il mondo esterno? Il nome più preciso è quello di manifattura addittiva. Oggi suscita un interesse smodato molto a parole, poi nei fatti si è frenati dalle difficoltà di realizzazione. Non è come il fax. Le difficoltà riguardano il costo, la mentalità e la preparazione. Un’azienda italiana, leader di mercato, oggi produce occhiali “su misura” con la conformazio- ne unica del volto; il settore orafo da Valenza a Vicenza è già partito con attività di produzione, creando qualche problema all’occupazione specializzata. Gli imprenditori hanno capito l’importanza di questa innovazione e la stanno cavalcando. Alcuni settori sono già trainanti. Per i medicali, a Bologna l’istituto Rizzoli produce protesi su misura. Per noi, è una nuova frontiera su cui concentrarsi. Siete soci da oltre 15 anni di un importante gruppo di acquisto nazionale; conoscete pregi e vantaggi di queste associazioni. Credete che oggi, in un mondo cambiato dalla rivoluzione digitale e dall’accesso all’informazione in tempo reale, siano ancora importanti e svolgano un ruolo fondamentale? Per la ricerca di prodotti ormai non più. Il gruppo di acquisto nasce come massa critica (l’unione fa la forza), ma è importante che funzioni correttamente. In Ufficio dispone di una sede propria e di personale; non deve affittare strutture diverse per ogni incontro. A noi all’inizio ha permesso di avere un catalogo ben fornito, poi la possibilità di acquisti più consistenti. Infine una stretta condivisione di problematiche; parlare è sempre importante, confrontarsi è ancora meglio. Strettamente legate alla vostra attività, logistica e distribuzione svolgono un ruolo fondamentale e delicato; oggi i clienti vogliono tutti i prodotti presenti sul catalogo e chiedono la consegna in 24 ore. Come si reagisce a queste esigenze? Possono essere utili le attività come le consegne in drop fornite dai fornitori? Il cliente vuole la consegna immediata; il nostro percorso ha seguito questi step: prima consegne dirette con mezzi di proprietà, poi con padroncini dedicati, oggi tramite aziende di trasporto efficienti e che rispondono ai requisiti da noi richiesti, e siamo soddisfatti. La nostra vendita si rivolge a clienti in tutta l’Emilia Romagna, con qualche consegna in altre regioni. Le consegne in drop non sono da noi utilizzate per le problematiche di gestione con sistemi informatici, e poi anche per la difficoltà di fornire nominativi dei nostri clienti all’esterno. Siete una realtà importante del mercato: come ne vede il futuro nei pros- simi anni? Sono ancora possibili incrementi di attività, e legati a quali avvenimenti? È possibile che i social network influenzino il mercato dei prodotti per ufficio? I social possono fornire un aiuto anche alle vendite, purché siano legati alle persone. Tutto dipende sempre dal rapporto che si crea tra agente e cliente. Si forma una rete di amicizie che, pur nel rispetto delle specifiche competenze, deve facilitare il dialogo tra le parti. Noi come azienda dobbiamo dare di più sui servizi: il fatturato può crescere solo con nuovi venditori, nuovi prodotti e servizi di altro genere. Questo è un settore statico. Sia noi che le altre organizzazioni del settore disponiamo di agenti validi, ma molti non più giovani e con prevalenza di sesso maschile. Si deve innovare con l’acquisizione di venditori giovani ed aperti alle nuove tecniche digitali. In questo modo potremo dare nuova linfa al settore. George Lucas Graffiti”, aveva appena ricevuto un secco “no” dalla Universal e si aggirava per gli studi della Fox con una sceneggiatura scritta a mano su fogli sgualciti. Nonostante il successo del precedente film, che aveva incassato quasi 80 milioni di dollari, la nuova idea sci-fi che stava cercando di trasformare in un lungo metraggio veniva vista con sospetto dagli investitori. Ma Lucas aveva capito molto sulla comunicazione e sapeva che le immagini potevano parlare meglio di lui, molto meglio di quei fogli ribattuti diligentemente a macchina. Commissionò a un artista alcuni concept visivi. Ralph Mcquaire riuscì a dare forma a quelle visioni realizzando tavole meravigliose. Ogni disegno vibrava della “forza” che avrebbe poi permeato il film, e qualcosa si mosse. Solo un ultimo ostacolo separava il progetto dalla luce verde: il budget. La Fox, convinta di investire su un progetto rischioso, cercò di risparmiare su ogni singola spesa, inclusa la paga del regista. In quell’occasione si manifestò il genio imprenditoriale di Lucas, disposto a una riduzione dei compensi in cambio dei diritti relativi ai personaggi, ai sequel e al 60% dei profitti di merchandising. La Fox accettò senza battere ciglio. “Merchandising”, all’epoca, era una parola quasi sconosciuta, ma avrebbe rivoluzionato il cinema e fatto la fortuna di Lucas. Credo che conosciate tutti il successo della saga di Star Wars. Dai film a tutto il mondo ad essi collegato. Grazie a questo successo “stellare”, il buon George ha potuto vendere la LucasFilm alla Disney per la modica cifra di 4,05 miliardi di dollari. È il 1974 e nessuno avrebbe mai immaginato quello che sarebbe accaduto, anzi, alcuni ci scommisero proprio contro, rinunciando a una vera fortuna. George Lucas, un giovane regista che si era fatto strada grazie al suo secondo film “American dalla redazione | L’inviato della Redazione di Luca Brambilla 9 La tavola delle feste A h... quanto mi piacciono le festività Natalizie, gli addobbi, le luci, i profumi che inebriano l’aria... La casa in questo periodo si trasforma, bisogna fare spazio per l’albero, la scala che sale al piano superiore si illumina e sparsi qua e là vi sono decori che si accendono al chiarore delle candele... ma una delle cose a cui tengo particolarmente è il pranzo di Natale. Da quando ho casa mia, il giorno di Natale faccio il possibile affinché la famiglia si raduni da me, in realtà sono l’unica che ci tiene davvero; mi fa piacere avere ospiti in questa occasione e posso unire le mie due passioni, il Natale e la cucina. Ogni cosa deve essere preparata e disposta in modo perfetto a partire dalla tavola. C’è la tovaglia da scegliere, il centrotavola da preparare, le posate da lucidare e i posti a tavola? Voglio certamente fare bella figura con gli ospiti, mescolando creatività e tradizione. Sapete, ci sono alcune piccole regole da seguire, partendo dal galateo e modernizzandolo, per stupire e creare un’atmosfera rilassata e informale. Il colore: quando allestiamo la tavola di Natale, la scelta più classica verte su rosso, oro e verde, ma l’argento e il total white ad esempio restano di grande eleganza. Il sottopiatto: serve per dare al tuo ospite il giusto spazio e aggiunge un tocco di eleganza alla tavola, non dimenticarlo! Le posate e i bicchieri: si sa, i pranzi di Natale durano ore e le portate sono moltissime. Questo non signi- fica che dovrai apparecchiare con 10 forchette e 10 coltelli! I segnaposti: non importa quanti siano gli ospiti... è sempre un’idea simpatica; basta un bastoncino di cannella legato ad un rametto di pungitopo con un nastro rosso e un cartoncino con il nome, scritto rigorosamente a mano. Poi succede sempre che si siedono tutti dove vogliono ma è il gesto che conta... Le candele: rendono l’atmosfera calda e romantica, non possono mancare a Natale. Attenti però! Evitate le candele profumate! Il rischio è che l’odore possa essere fastidioso e si mescoli a quello delle varie portate. Le decorazioni: centrotavola, palle di Natale, stelle, candele, festoni... non devono essere i “padroni” della tavola o infastidire gli ospiti! La tavola è fatta per mangiare! Ecco un’idea per creare velocemente un centrotavola fantastico con la frutta “brinata”. Scegliete la frutta (io userò i melograni, i mandarini e l’uva bianca) lavatela bene e soprattutto lasciatela asciugare bene: la superficie della frutta dovrà essere perfettamente asciutta. In una ciotola mettete due albumi di uova e montateli leggermente, dovrete lasciare gli albumi liquidi ma sulla superficie si dovrà essere creata una leggera schiuma. Spennellate la superficie della frutta con un pennello immerso nell’albume e poi versate sulla frutta dello zucchero bianco semolato non troppo sottile. Adagiate la frutta su un piatto e lasciatela asciugare. Aggiungete una candela, un rametto di pungitopo con le bacche rosse, oppure un rametto di pino e brinateli come avete fatto con la frutta. Sembrerà che sul vostro centrotavola sia caduto un velo sottile di neve. Vedrete, sarà bellissimo e darà un tocco in più alla vostra tavola... l’effetto sarà quello della foto. Inoltre, vi consiglio di spargere sulla tavola chicchi di melograno, asciugati bene con carta assorbente... risalteranno, soprattutto se la tovaglia ha lo sfondo bianco. Un’altra idea è per la presentazione del tovagliolo, magari a forma di albero! È molto carino e si presta bene anche in piedi al centro del piatto... Non mi resta che augurare a tutti un fantastico Natale! di Paola Invernizzi Spetegulesssss! Per il ruolo che ricopro, non dovrei di sicuro occuparmi di certi argomenti, ma - dato che l’anno che sta per concludersi è stato ricco di lieti eventi - non si può certo fare gli indifferenti!!! Cominciamo dalle nascite... A febbraio abbiamo festeggiato con Alessio Ghidini la nascita della piccola Aglaia. A marzo ci siamo congratulati con papà Ago per l’arrivo della principessina Aerial e, poco tempo fa, ad ottobre, ci ha rallegrato la nascita di Gabriele, il principino di mamma Ylenia. Veniamo ora a quei temi che sono il vero oggetto di spetegulesssss: i matrimoni!!! Augurissimi a Davide e Cristina, che finalmente, nel mese di maggio, hanno coronato il loro sogno d’amore; congratulazioni a Matteo e Chiara che sono convolati a nozze in una fresca giornata di luglio; e l’anno non poteva che finire in bellezza, con le nozze di Barbara ed Andrea, celebrate lo scorso ottobre. Arrivederci al prossimo numero! a cura di Veronica Moriggi 10 | dalla redazione La mostra di Barbie D al 28 ottobre 2015 al 13 marzo 2016 il Mudec (nella zona ex industriale dell’Ansaldo in via Tortona) ospita la mostra “Barbie-The Icon”. La bambola più famosa al mondo, una vera icona intergenerazionale e globale, in 56 anni di vita è riuscita ad abbattere ogni frontiera linguistica, culturale, sociale e antropologica. Questa bambola ha avuto la forza di arricchire l’immaginario delle bambine e di affermare l’idea che ogni donna avesse infinite possibilità per realizzarsi. Ruth Handler, la creatrice di Barbie, dichiara: “è sempre stata il simbolo della donna che può scegliere. Persino durante i suoi primi anni, Barbie non ha dovuto accontentarsi di essere semplicemente la ragazza di Ken o un’accanita amante dello shopping”. Barbie debutta alla Fiera del Giocattolo di New York il 9 marzo 1959 e si impone rivoluzionando ogni regola del gioco per bambine con la sua immagine moderna, raffinata, emancipata e con le fattezze da pin up. La mostra percorre le varie decadi con sette pezzi iconici: dalla prima Barbie a quelle che poi ne hanno confermato nel tempo il successo, come per esempio la Black Barbie e la Hispanic Barbie. Nel 1980, infatti, la Mattel lancia sul mercato le prime due Barbie etniche (quando ancora la moda era restia a proporre modelle di colore e canoni estetici esotici). La Totally Hair Barbie (1992) a oggi è la più venduta della storia: celebra le appariscenti acconciature e gli abiti sgargianti di quel periodo. Barbie però nella sua storia non è stata solo una bambola, ma anche testimonial di beneficenza. Nel 1997 con “Una Barbie oggi per salvare una donna domani” vengono messe all’asta 81 Barbie molto particolari, 31 delle quali provengono dalla collezione privata Mattel e 50 sono pezzi unici vestiti in esclusiva da altrettanti stilisti italiani e stranieri (Armani, Coveri, Versace, Ferrè, Krizia, ecc.). Si è voluta allestire in un museo dedicato alle culture, una mostra su Barbie, perché raccontare la sua incredibile vita vuol dire parlare di un giocattolo che è stato interprete delle I tuoi Report Dal 23 Novembre, sul sito OD, nell’area Rivenditori, è disponibile il nuovo Menù. iamo particolarmente orgogliosi di offrire ai nostri clienti questo strumento che permetterà di trasformare un importante, ma tradizionale, rapporto cliente/fornitore in una concreta relazione di partnership. All’interno della sezione si trovano una serie di informazioni che permettono una migliore e precisa gestione delle problematiche quotidiane. Le due aree facenti parte del menù sono: 1. Informazioni Amministrative. 2. Statistiche di vendita. • Area Amministrativa riguarda 3 argomenti ed è aggiornata in tempo reale: - situazione affidamento alla data; - obiettivo Porto Franco: utile alla S visualizzazione del fatturato mancante, al fine di avere il porto franco a fine mese direttamente in fattura (sulle sole spedizioni effettuate a propria sede). Il fatturato utile al raggiungimento di questo valore è dato dalle famiglie Cancelleria (non carta copie), Private Label e Compatibile; - scadenziario: riepiloga la situazione contabile del cliente. • Area Commerciale, strutturata in grafici (aggiornati al 5 di ogni mese) evidenzia: - fatturato mese: misurato ai 2 anni precedenti; - fatturato anno corrente: diviso per mese; - articoli acquistati sul totale gamma: gestiti da OD e movimentati dal cliente, divisi per CA / CO; - marchi acquistati sul totale gamma: dalla redazione | trasformazioni estetiche e culturali della società lungo oltre mezzo secolo di storia. A differenza di altri “miti” della contemporaneità stritolati dallo scorrere del tempo, Barbie ha avuto il privilegio di resistere e attraversare epoche e terre lontane, rappresentando ben 50 diverse nazionalità, rafforzando la sua identità nell’immaginario globale. La mostra parla a diverse generazioni di donne, ma non solo, ritrovatesi per rendere omaggio sia a una bambola, sia ai loro più cari ricordi. di Raffaella Scarpitta marchi gestiti da OD e movimentati dal cliente, divisi per CA / CO; - acquisti per capitolo catalogo: es. Archiviazione, Arredamento, ecc... e quanti articoli movimentati dal cliente, il fatturato espresso dagli stessi, ecc...; - incidenza fatturato da consegna diretta: indica, negli ultimi 3 anni, il fatturato con indicazione di quello ottenuto sulle consegne in drop; - fatturato drop per regione: indica il fatturato espresso in valore sulle consegne in drop; - consegne dirette sul fatturato: indica il valore % del fatturato delle consegne in drop sul fatturato totale. Il Customer Service e gli Agenti sono a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione relativa alle nuove viste del sito. di Paola Invernizzi 11 Futuro già Presente A vete mai sentito parlare di droni? Le possibilità di sviluppo di questi mezzi sono molte ma, come ogni tecnologia potente, sono estremamente pericolosi se usati nel modo sbagliato e dalle persone sbagliate: per questo motivo è necessario essere attenti e lavorare su alcune leggi di prevenzione e regolamenti di utilizzo. Ma se Google e Amazon ci stanno in qualche modo pensando, con tentennamenti e lentezze nello sviluppo, DHL, il colosso tedesco, è la prima azienda al mondo a consegnare prodotti con i droni. Un drone, il cui nome tecnico è UAV da (Unmanned Aerial Vehicle), è un velivolo controllato da un computer o da un controllo remoto. In altre parole, è un mezzo che per volare non ha bisogno di un pilota fisico presente al suo interno. Come molte altre tecnologie che utilizziamo quotidianamente, i droni sono stati inventati per scopi militari. I primi a utilizzarli sono stati gli Americani durante la guerra in Vietnam. Oggi, viviamo nella cosiddetta “Drone Age” (era dei droni) iniziata nel 2001 con la guerra in Afghanistan. I droni sono diventati così popolari perché si è iniziato ad usarli per scopi non militari: sono piccoli, veloci, facili da costruire e possono agilmente trasportare informazioni e materiali fisici e possono essere usati per gli scopi più disparati: Albero di Natale • scattare foto o girare delle scene in condizioni estreme; • fare sorveglianza; • aiutare i pompieri a spegnere incendi in zone inaccessibili; • trasportare medicinali, cibo e così via. I primi esperimenti di consegna con un drone sono avvenuti in Australia, nella regione di Queensland, dove Google ha recapitato ad alcuni allevatori dolciumi e vaccini per animali e in America, dove la Dominòs Pizza li utilizza per la consegna a domicilio delle pizze. Anche se tecnicamente complesso da strutturare, lo scorso anno questa catena di pizzerie ha potuto beneficiare di un notevole ritorno di immagine, grazie ad un video su Youtube della consegna/test di una pizza su un drone. Sebbene di piccole dimensioni, l’uso dei droni in zone residenziali potrebbe rappresentare una potenziale minaccia all’incolumità delle persone. L’Agenzia federale per i trasporti e per il controllo del traffico aereo tedesca ha dato l’autorizzazione al corriere DHL a utilizzare questi velivoli per portare medicinali e rifornimenti in un piccolo gruppo di isole nel Mare del Nord, importanti per la salvaguardia degli uccelli migratori, operando lungo un percorso stabilito di 12 chilometri tra il porto di Norrdeich e le isole Juist. Il velivolo potrà trasportare 1,2 kg di merci in speciali contenitori resistenti a qualsiasi condizione atmosferica. L’autonomia dei droni, che saranno co- i racconta che nel nord Europa immaginavano l’Universo come un albero gigantesco, con l’asse terrestre come tronco. Le stelle erano luci fra i suoi rami, e l’oltretomba si estendeva tra le sue radici. La leggenda associa il primo albero di Natale a San Bonifacio. Si narra che un capo tribù stava per sacrificare il suo primogenito agli dei alla vigilia di Natale, davanti ad una quercia, albero sacro al dio Scandinavo Thor. Bonifacio si fece avanti per impedire il sacrificio abbattendo l’albero e dimostrando così l’impotenza del dio pagano. La folla riunita fu presa da un forte timore e si convertì al Cristianesimo. Indicando un piccolo abete che cresceva nei pressi, egli disse loro che quello era l’albero sacro al Bambino Gesù: ”Riunitevi attorno ad esso, e non nei boschi, ma a casa vostra. Che l’abete sia rifugio per doni di amore e luci di gaiezza”. Secondo un’altra leggenda Martin Lutero stava passeggiando, la vigilia di Natale, sotto un cielo sereno pieno di stelle. Quando tornò a casa portò con sé un giovane abete che illuminò con piccole candele per ricordare ai suoi figlioli come il Cristo, la luce del mondo, aveva così gloriosamente illuminato il cielo della prima Vigilia di Natale. Gli antichi romani usava- 12 | dalla redazione Tra Leggenda e Tradizione S stantemente monitorati da una stazione a terra, è di 45 minuti. Prima che l’insolito sistema di trasporto diventi standard potrebbero passare diversi anni, anche per l’elevato costo (circa 40.000 euro per le prime sperimentazioni). Il presidente di ENAC, Vito Riggio in un’intervista per Italia Oggi, ha spiegato anche come i campi di utilizzo sono tantissimi: sorveglianza del territorio, rilevamento delle condizioni ambientali, trasmissione dati, riprese aeree, impieghi agricoli. “Interveniamo tra i primi in Europa su una materia così importante e che non ha ancora una regolamentazione sanitaria a livello europeo. Solo Regno Unito e Francia sono al nostro livello. Abbiamo disciplinato su un settore che - è sotto gli occhi di tutti - si sta espandendo in modo importante. Un settore di impatto sociale per come potrà rivoluzionare l’erogazione e la fruizione di molti servizi. Per poi non parlare del fatto che è un segmento con enormi potenzialità industriali ad alto valore tecnologico e di cui noi siamo tra i primi produttori”. Sugli eventuali rischi, Riggio ha spiegato come “l’uso di mezzi aerei a pilotaggio remoto porta con sé rischi connessi alla loro natura di oggetti volanti e quindi soggetti a potenziali avarie e cadute. Limiti tecnologici che, chissà, forse in futuro verranno superati. Nel frattempo abbiamo fatto la scelta di consentire la loro guida con l’obbligo di controllo a vista. Chi telecomanda un drone non dovrà mai perderlo d’occhio”. di Aldo Francesca no alberi e ghirlande di sempreverdi profumati (ginepro, alloro, pino, tasso) e decoravano le case e luoghi pubblici nei Saturnali e nelle cerimonie rituali del Solstizio d’inverno. Nell’epoca moderna l’Albero di Natale è simbolo dei festeggiamenti ed è decorato con festoni e luci; rappresenta il nuovo anno e nuovi inizi. Spesso non è più l’abete, ma un sostituto di plastica (ringraziano le guardie forestali che protestavano da sempre contro le devastazioni dei boschi nel mese di dicembre). Le candele di cera sono diventate delle luci elettriche (ringraziano i vigili del fuoco). Anche la festa di Natale non poteva certo sfuggire al crescente consumismo. Si sono molto diffusi i mercatini tipici, importati dalle nazioni di lingua tedesca. Molte tradizioni natalizie sono ormai quasi sparite (la recitazione di poesie natalizie da parte dei bambini, il cantare insieme le canzoni di Natale, la preparazione in famiglia dei dolci tipici di Natale, etc.). La domanda principale di Natale spesso non è più: “Come rendiamo felice il nostro prossimo?”, ma piuttosto: “Quanto possiamo spendere quest’anno?”. E per allietare i cuori dei più piccini, una fiaba da raccontare... La storia dell’albero di Natale Era la vigilia di Natale. Come voleva la tradizione, tutte le famiglie tra i boschi quella notte avrebbero bruciato un ceppo di quercia nel camino. A casa di Albert, però, quel ceppo mancava. Il ragazzino allora uscì e si addentrò nei boschi per cercarlo. Era già tardi, e presto fu buio; Albert, sempre più spaventato, continuava a vagare tra gli alberi senza riuscire a trovare la strada per tornare a casa. Come se non bastasse, cominciò a cade- re una fitta nevicata. Il ragazzo si sentì assalire dall’angoscia: sarebbe mai riuscito a uscire dal bosco? Alla fine, stremato, vide un albero ancora verde che spiccava tra gli altri e decise di rifugiarsi sotto i suoi rami. Si sedette vicino al tronco, si raggomitolò più che poté e infine, sfinito dalla stanchezza, si addormentò. L’albero, intenerito, abbassò i suoi rami fino a far loro toccare il suolo, in modo da formare una specie di capanna che proteggesse dalla neve e dal freddo il bambino. Quando, la mattina dopo, si svegliò, Albert sentì in lontananza le voci degli abitanti del villaggio che, preoccupati dalla sua assenza, si erano messi alla sua ricerca. Uscito dal suo ricovero, ancora stordito e impaurito per la brutta avventura, poté finalmente riabbracciare la sua famiglia e i suoi compaesani. Solo allora, passato il pericolo, tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi: la neve caduta nella notte si era posandosi sui rami dell’abete che la pianta aveva piegato fino a terra, formando dei festoni, delle decorazioni e dei cristalli che, alla luce del sole, sembravano luci sfavillanti, di uno splendore incomparabile. L’abete divenne così il simbolo del Natale e i suoi rami sono rivolti verso il suolo. Buon Natale di Stefano Morelli Due canzoni per un sogno N on preoccupatevi, non è un’intervista di Marzullo!! Il 2015 è l’anno più importante della mia vita perché io e la mia splendida fidanzata abbiamo finalmente coronato un Sogno! Questo sogno ha un nome: AERIAL. Il 30 marzo 2015 alle 10.10 un’infermiera entra nella saletta dove aspettavo trepidante e pronuncia il mio nome: “Ferrante?” “Sono io!” “Vieni Papà!”. Ed è stato in quel momento che ho visto per la prima volta la nostra Bellissima Creaturina! Ero nervosissimo ma, allo stesso tempo, al settimo cielo per la felicità: siamo andati nella nursery a lavarla e vestirla, e finalmente ho potuto stringerla fra le mie braccia!!! La cosa incredibile è che ero teso e nervoso fino a che non me l’hanno data in braccio ed improvvisamente mi sono rilassato e rasserenato: sembrava che l’avessi fatto da sempre! Incredibile! Ogni giorno da quel 30 marzo scopriamo sempre cose nuove ed emozionanti: cosa vorrà dire quell’espressione? E cosa starà cercando di dirci adesso? E adesso? Come tanti di voi sapranno, è difficile interpretare i bisogni di una bimba, soprattutto così piccola; abbiamo sempre mille dubbi su come comportarci per farla crescere al meglio e darle sempre il massimo. Ci documentiamo in continuazione per cercare di essere sempre “preparati” di fronte alle più svariate esigenze: internet, libri, medici, consultori, amici, genitori. Tutto ed il contrario di tutto! Quello che abbiamo imparato in questi mesi è che ciò che più conta nel ruolo di genitore (come del resto, in tutti gli aspetti della vita di ciascuno di noi) è il BUON SENSO! E quando riesci a soddisfare le “richieste” della tua Piccolina e vedi nei suoi occhietti tutto il senso di “gratitudine” ed Amore, ti senti in capo al mondo! Sei la persona più felice della terra! Ma torniamo al nome: AERIAL. Non è certo un nome “comune”, anzi non credo ci sia nessuno che si chiami così (di certo non in Italia). La prima reazione quando ci chiedono il nome è: “ma che bella bimba, come si chiama?”... “Aerial”... ”ah...”. Non nascondo una certa “soddisfazione ed orgoglio” nell’averle dato questo nome, perché Aerial le sta proprio bene! Per ciò che significa, sia letteralmente per il significato intrinseco. Aerial ha svariati significati, ma quello che abbiamo “sposato” subito è ETEREA! (estremamente pura, spirituale). “Due canzoni per un Sogno”, sì sono ben 2 le canzoni che ci hanno spinto a darle questo nome: “Aerial” di Kate Bush (alcuni di voi si chiederanno: Kate Bush CHIIII?) ci piace molto anche perché la cantante si è ispirata, nella stesura dell’intero album pubblicato nel 2005, alla nascita del figlio. “The dawn has come... I feel I want to be up on the roof... In the sun...”. Sì l’alba è arrivata e questa sarà la nostra splendida vita insieme nel SOLE! Ma soprattutto la canzone che ci ha spinto a darle questo nome è “Aerials” dalla redazione | dei System of a Down (molti di voi, anzi quasi tutti si chiederanno: System of a Down... CHIIII?) è “LA NOSTRA CANZONE”, una delle canzoni più belle che siano mai state scritte!!! “Cause we are the ones that want to play, Always want to go, But you never want to stay, And we are the ones that want to chose, Always want to play, But you never want to lose. Aerials, in the sky, When you lose small mind, You free your life”. Perché noi siamo quelli che vogliono giocare, sempre vogliono andare, senza mai voler restare. E siamo quelli che vogliono poter scegliere, che sempre vogliono giocare, senza saper perdere. Eterei nel cielo, quando abbandoni la tua chiusura mentale, liberi la tua vita. Sì è questo che vorremmo per la nostra bambolina: che abbia sempre voglia di giocare, di scoprire, di conoscere, senza preconcetti, sempre libera ed indipendente, determinata nel conseguire i suoi obiettivi! AMO PROFONDAMENTE LE MIE BAMBOLINE! Amo profondamente la nostra vita insieme! Ragazzi vi auguro un Natale strafelice... il mio sarà FANTASTICO!!! ...E MI RACCOMANDO RAGAZZACCI... STAY ROCK... SEMPRE!!! di Agostino Ferrante 13 Figli di uno sport minore H o iniziato la pratica del Judo nel settembre del 1973 all’età di 13 anni, come tutti quei ragazzi che all’oratorio avevano il solo privilegio di osservare dall’accomodante panchina altri coetanei che rincorrevano una palla. Ricordo la prima lezione come fosse ieri: eravamo circa una quindicina di principianti, impazienti di iniziare ad apprendere e dimostrare in cortile o all’oratorio che anche noi eravamo protagonisti in qualcosa. A dire il vero non fu una vera propria lezione, ma una serie infinita di imposizioni comportamentali...insopportabili per ragazzini di periferia abituati ad essere rincorsi dal don o dal bidello della scuola. Dopo due giorni mi ripresentai per la seconda lezione; notai che il numero dei principianti era diminuito notevolmente... vi lascio immaginare quanto sia stato noioso e insopportabile subire rimproveri ogni momento del tipo: “Lascia i tuoi zoori (ciabatte) in ordine in modo che anche gli altri abbiano il loro spazio” “Tieni il judogi (costume per Judo) in ordine e il nodo di obi (cintura) deve essere corretto, non dai una buona impressione” “Chiedi il permesso prima di salire sul tatami (materassina), entra col piede destro e non prima di avere effettuato il rei (saluto)” Alla terza lezione il dojo (luogo dove si pratica Judo) era vuoto, eravamo rimasti in cinque; fu in quel momento che compresi che non avevo iniziato alcuna lezione di Judo, ma mi trovavo nel mezzo di una vera e propria selezione. Si fece avanti un giovanotto, cintura nera, veniva verso di noi con un portamento singolare, aveva un atteggiamento “marziale” e, con voce rassicurante, disse: “Bene, lunedì inizierete la pratica del Judo, ma vi Yoko Tomoe Nage (proiezione laterale circolare) 14 sono in voi alcune cose che non possono andare”. Io e gli altri ci guardammo negli occhi per comprendere dov’era il problema; ad un tratto notai che un mio compagno aveva il nodo della cintura simile a quello delle scarpe. Non esitai a bloccarlo e, dopo avergli riordinato il nodo della cintura, gli dissi: “Giuro che se per colpa tua mi rifaccio un altro giorno di catechismo giapponese... ti prendo a calci nel...”. Tornammo negli spogliatoi e, mentre riordinavo il mio judogi (anch’esso doveva essere sistemato con una particolare procedura) entrò inaspettatamente “Sensei” (Maestro): vi lascio immaginare i nostri volti imbambolati e sorpresi... un JAP vero (diminutivo usato da noi judoka occidentali per indicare un guerriero del Sol Levante). Si avvicinò e, con un italiano autodidatta, ma comprensibile, mi disse: “Io guardato te ieri e prima di ieri; oggi hai fatto due cose, una bella e l’altra no”. Risposi orgoglioso: “quale cosa bella?”. Il Maestro: “Nodo cintura a uke (compagno)...questo molto bene”. Dissi: “e quella meno bella?”. Il Maestro: “Non visto il “do” (la Via, lo scopo, il fine): hai fatto questo solo per te; sei certo che uke (compagno) abbia compreso come fare il nodo della cintura?”. Non mi preoccupai di rispondere e dissi: “Maestro, nella prossima lezione imparerò a combattere e mi insegnerà una bella mossa, vero?”. Il Maestro: “Certo che insegno te buona tecnica, la prima, ed è la più difficile da eseguire”. Dissi: “Maestro, che tecnica è? Come si chiama?” (immaginavo una mossa del tipo “Dalla Cina con furore” degna di Bruce Lee). Il Maestro sorridendo mi rispose: “Io insegnare te per molto tempo “ukemi” (caduta) senza farti male, ti rialzerai e riprenderai a cadere per molto tempo”. Capii che mi trovavo in un altro mondo, difficile da comprendere e forse anche da digerire. Sono passati tanti anni da quella volta e la mia passione per il Judo è stata un continuo divenire; ho partecipato a diverse competizioni, ho incontrato grandi campioni, ho frequentato l’Accademia nazionale di Judo a Roma, sono stato al Centro Olimpico di Ostia, dove ho vissuto esperienze indimenticabili. Ora sono un insegnante federale di Judo e saltuariamente mi capita di preparare ragazzi per le competizioni, oppure insegnare ad allievi che vorrebbero iniziare l’attività agonistica, e questo vi assicuro che non è cosa semplice. Oggi le palestre di Judo non | dalla redazione Sankaku Jime (strangolamento a triangolo) sono affollate come un tempo e le nuove leve sono molto diverse dalla mia; non voglio insinuare nulla, anzi sono convinto che abbiano molti più pregi, ma sono certo... sono figli del successo immediato e probabilmente non hanno mai giocato nei cortili, non hanno mai rubato ciliegie, non sono mai stati rincorsi dal don, dal bidello, non sono mai arrossiti di fronte ad un adulto che li rimproverava. Pertanto diventa complesso trasmettere i principi fondamentali che disciplinano non solo il Judo, ma anche altre arti marziali che comprendono il “do” (la Via), come il Karate-do, Ken-do, Aikido, Taekwon-do..., ma questa è un’altra storia e lascio libero il campo ai Genitori di ultima generazione, ai grandi scrittori sociologi e agli strizzacervelli dell’infanzia. Tornando al JAP, non l’ho più rivisto; ho saputo che è tornato al Kodokan (Centro culturale del Judo presso Tokyo) dove ha continuato ad insegnare Judo per i visitatori e ospiti di questa culla del Judo tradizionale. Ho avuto la fortuna di incontrare bravi insegnanti, ma il JAP mi ha lasciato qualcosa di indelebile nella vita, non solo la passione per il Judo, bensì un concetto fondamentale che mi è servito durante l’inevitabile conclusione della mia attività agonistica: “lo Spirito del Principiante”. “Solo il principiante può colmare d’acqua il vaso, di qualsiasi forma esso sia, non certo l’esperto. Osserva i campioni e misura il valore del loro percorso, colmo di sudore, rinunce e sacrifici. Non ambire ai fuoriclasse: non otterrai mai una risposta, essi non conoscono la via, sono nati sul punto di arrivo. Ricordati di fare visita agli anziani e ascolta i loro racconti. Il tuo “Io” non è solo una singolarità, è parte di infinite altre singolarità. Pertanto, quando lo riterrai opportuno, metti da parte l’orgoglio e indossa la cintura bianca anche se stretta”. Grazie Sensei. di Maurizio Dalla Vecchia W E N INDICATORI DEL SETTORE I dati relativi all’aggiornamenti di Settembre 2015 (ultimo dato disponibile) rappresentano la continuità di prestazione al rialzo che vediamo consolidarsi ormai da oltre 18 mesi. Le vendite a valore dell’ultimo anno, sono migliorate del 2,7% con un effetto che ormai possiamo definire “stabile” nel suo slancio positivo. Le vendite del mercato italiano dal 2011 al 2015 (ottobre - settembre) Ovvio che non siamo di fronte a ciò a cui ci aveva abituato il mercato nei decenni passati, ma l’economia intesa in senso assoluto non crescerà più di un 2% questo anno, a meno di fattori scatenanti che potrebbero solo eventualmente rallentarne la crescita invece che stimolarla. Ovviamente parliamo di fattori di stabilità sociale i quali rappresentano oggi una piaga su cui gli economisti globali preferiscono non esprimersi, tanto sarebbe incidente il loro verificarsi. -3,8% -4,6% -4,3% -2,1% 2,7% 17.600,7 16.782,6 16.068,3 15.725,8 16.149,7 2011 2012 2013 2014 2015 Beni durevoli Vendite Italia Information Technology (ott 2014 - set 2015) Confronto con anno precedente Vendite in % + / - -3,7 -4,2 -9% 0% 52,5 49,7 4,5 3,3 4,4 3,7 4,7 3,7 2,4 4,7 3,8 10,1 10,2 19,5 20,8 6% 16% Vendite Mio EURO 4.483,1 3% Hardware Components Input Devices Multimedia Network, Data Comm. Software Office Hardware Office supplies -1% -3% 2% 4.294,7 Office Hardware, Office Supplies (ott 2014 - set 2015) Confronto con anno precedente Vendite in % + / - -3,7 Scanners Printers MFD Calculators Data-/Video-Pro Coated paper Inkjet cartridge Laser cartridge 0,3 4,4 3,9 25,9 25,5 -16% -10% -1% 28 -14% 28,1 -4% 8% 37,4 38,5 1% 3% Vendite Mio EURO 1.326,9 1.331,0 Parliamo quindi di ciò che sono i soli dati espressi, con una situazione che caratterizza i nostri prodotti certamente lusinghiera, anche se il fronte Hardware Office continua il suo momento di difficoltà sempre comunque rappresentando oltre il 10% delle intere vendite del comparto IT. I materiali di consumo tengono le vendite a valore, mentre non si intravede uno spiraglio di miglioramento sul settore delle vendite delle Stampanti + Multifunzione, che rappresentano un metro importante in un panorama di ancora relativa incertezza e che rallenta, al momento, tutto ciò che ricade alla voce “investimenti in assets” delle aziende riferite alla voce IT. La bontà dei dati che sperabilmente dovremmo vedere nei prossimi trimestri, avrà come espressione migliore la volontà delle aziende di incrementare proprio questa voce non solo riferita, ovviamente, al comparto economico di cui ci occupiamo in questa rubrica. di Giuseppe Bellamace 15 la redazione