the sign moak 3-2013

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the sign moak 3-2013
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03/2013 © Caffè Moak S.p.A.
Forse a molti può sembrare solo una scelta commerciale, ma
via via che passano i giorni mi sembra che certe scelte vengano seguite perchè appartenenti a una filosofia di vita, che pur
non volendo si rispecchia in quella della propria azienda. Da
mesi abbiamo deciso di presentare in occasione del Salone
Internazionale Host/Sic 2013 il nuovo progetto dedicato al
Bio Fair, il nostro prodotto certificato Biologico e Fairtrade.
È ovvio che ne abbiamo curato le miscele, il concept grafico e
i contenuti. Adesso è tutto pronto, pronto per essere imballato
e spedito nel nostro stand. Poi guardo e leggo le notizie di
questi giorni, sulla strage di Lampedusa, o quella ancora più
vicina a noi avvenuta sulle coste di Sampieri e credo fermamente che quello di Moak vuole essere anche un messaggio
di solidarietà, di sostegno per quei popoli meno fortunati. Un
messaggio di amore che spero anche voi riusciate a leggere in
“love generaction”.
Il Presidente
Giovanni Spadola
Love Generaction, Lanificio Leo per Moak - Articolo a pag. 5
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A
03/2013 © Caffè Moak S.p.A.
In copertina:
Bio incontra Fair Trade
Partner
www.caffemoak.com
Spedizione poste italiane - cod.sap. n.30907349- DCB Centrale/PT
Magazine iscriz. R.O.C.n.23325 - valida dal 18/03/2013 - Aut. Trib.
Modica n.218/2013 VG - Notizie n.2/2013.
Direttore Responsabile: Sara Di Pietro
Redazione: Annalisa Spadola, Sara Di Pietro, Corrado Barone,
Corrado Passarello
Foto: for[me]moak.
Coordinamento grafico: for[me]moak
Art work: for[me]moak
Editore: Moak Holding S.p.A. Viale delle Industrie s.n. – 97015
Modica (RG) tel.0932-904755 www.caffemoak.com, mail: sara.
[email protected] Azienda con sistema qualità certificato da
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a Soveria Mannelli (CZ) A norma dell’art. 7 della legge n. 196/03 il
destinatario può avere accesso ai suoi dati, chiederne la modifica o
la cancellazione oppure opporsi scrivendo a: Moak Holding S.p.A. Viale delle Industrie s.n.- 97015 Modica (RG) - Italy
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Host 2013. Moak presenta la nuova linea Bio Fair
Love generaction
Proclamati i vincitori dei Concorsi
Letterario e Corto Moak 2013
Bar Vitelli
Un set a cielo aperto
Apre in Sicilia una Scuola di Alta Cucina
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Moakpeople contest
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Gli chef Mei e Simonato interpretano il Caffè Moak
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CIME presenta la nuova linea “Composizione”
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Moak ad Anuga 2013
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Lo stile di arredare.
Il mondo in una stanza
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Il caffè incontra l’orzo, il ginseng e il guaranà.
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Sicilia in rosa
Lucia Sardo, un’attrice senza maschere
Caffè da leggere
Tutti pazzi per ecoformecolours
Caffè e dntorni
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Host 2013. Moak presenta la nuova linea Bio Fair
di Corrado Passarello
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l caffè Moak Bio Fair protagonista ad Host 2013, il
Salone internazionale dell’ospitalità, che si tiene a
Milano dal 18 al 22 Ottobre. Caffè Moak ha voluto puntare i riflettori sulla nuova linea di prodotti certificati Biologico e Fairtrade, a sostegno di un commercio equo e solidale
e nel pieno rispetto dell’ambiente. Valori che coincidono
pienamente con la filosofia aziendale, da sempre attenta alla
qualità e al rispetto del lavoro, senza trascurare l’impegno
a sostegno di una green economy. Due le miscele Bio Fair,
prodotte con antichi metodi di lavorazione: nella prima è
predominante l’aroma di cacao, nocciole ed è disponibile
nella confezione da 1kg e da 250g, la seconda bio fair superior si distingue per la maggiore quantità di Arabica ed è
proposta nella latta da 1kg e in cialda.
Solidarietà e sostenibilità saranno anche i temi del progetto
umanitario di Moak e AMREF “love generaction”, che sarà
promosso in occasione dell’evento fieristico. AMREF
(African Medical and Research Foundation) nasce nel 1957
a Nairobi grazie a tre chirurghi. Oggi impiega in Africa circa
900 persone ed è presente in 12 sedi tra Europa, Stati Uniti
e Canada, impegnandosi nel contribuire al miglioramento
della salute in Africa grazie al coinvolgimento attivo ed il
rafforzamento delle comunità, del personale locale e dei
sistemi sanitari. I valori alla base dell’attività di Amref sono
gli stessi nei quali Moak si rispecchia: rispetto della terra e
delle popolazioni locali, trasparenza nella comunicazione di
tutte le attività ed iniziative, correttezza nell’uso delle risorse
e dei mezzi utili a raggiungere gli obiettivi prefissati, assenza
di ogni forma di discriminazione.
Durante la fiera all’interno dello stand Moak (padiglione
9P-M16P23) i visitatori potranno degustare gratuitamente la
miscela Bio Fair. Il progetto “love generaction” prevede inoltre la realizzazione di gadget creati in esclusiva da for[me]
moak, il cui ricavato, attraverso una libera donazione, sarà
devoluto da Moak ad AMREF, a favore di iniziative umanitarie per la popolazione etiopica.
Host sarà anche l’occasione per presentare il nuovo progetto
“take me away”, la nuova linea casa. Caffè e oggetti ad esso
legati, attraverso i quali prende forma l’universo Moak. Per
i ristoratori e gli albergatori Moak lancia, invece, le nuove
miscele in cialda: Aromatik, miscela top della linea vending
e Bio Fair Pod, caffè certificato Biologico e Fairtrade. Moak
le propone insieme alla macchina espressa a due gruppi. La
soluzione dedicata ai ristoratori che vogliono offrire ai propri clienti aroma, gusto e corpo del vero espresso italiano.
Caffè Moak – Host/Sic 2013 Milano - padiglione 9P-M16P23
Brano consigliato per la lettura di questo articolo: You are the sunshine of my life - Ella Fitzgerald
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Love generaction
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el dna di Moak Generaction c’è chi ama inventarsi e migliorarsi, chi ha rispetto per l’ambiente
e lo sostiene, chi chiede giustizia e abolisce
guerre e violenze, chi agisce con costanza e chi si
impegna per la pace. È un anello di una catena che
for[me]moak fa emergere nel nuovo progetto “love
generaction”. Il concept grafico si sintetizza in sei
simboli e utilizza il linguaggio degli ideogrammi che
rappresenta un immediato punto d’incontro tra persone
di lingua diversa. La tradizione africana ci restituisce
molti di questi ideogrammi che non hanno bisogno di
alfabetizzazione per essere compresi e che vanno dritti
al significato dei valori portanti della vita di ciascuno:
amicizia, amore, solidarietà. Valgono nel mondo occidentale come in Etiopia o in Ghana. A guardarli bene
ci colpiscono per la forte sintesi, la spiccata simmetria
e soprattutto la compenetrazione del doppio (là dove il
segno è composto da due unità). Il recupero e l’utilizzo
di questi segni ci mette in comunicazione con un mondo culturalmente lontano ma emotivamente molto vicino al nostro. Non a caso il progetto viene pensato per
la linea di prodotti bio fair, a sostegno di un commercio
equo e solidale e nel pieno rispetto dell’ambiente e del
lavoro. Love generaction comprende la miscela bio fair
da 100 gr; il packaging in carta ecologica, realizzata
con sottoprodotti di lavorazioni agroalimentari, mostra
chiara la sua linea e personalità. Cilindrica è invece la
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confezione della love cup, oggetto dall’anima versatile,
declinabile in diversi usi (vaso, porta oggetti, candela).
È sorseggiando un buon caffè che vengono le idee migliori, idee da raccontare nel libro bianco, senza righe,
limiti e barriere, adatto ad accogliere liberamente ogni
nostro pensiero ed emozione o semplici appunti di
viaggio. Love generaction firma anche il bracciale, un
intreccio di tessuti ricercati e selezionati, prodotto da
Lanificio Leo, una delle più antiche fabbriche tessili
d’Italia. Un accessorio che rappresenta il completamento ideale ad un insieme di prodotti, così diversi tra loro
ma legati l’un l’altro per un fine comune, proprio come
la nuova generazione moak.
Ci sono persone che nell’amicizia non hanno bisogno
di parlare e chi urlerebbe ai quattro venti il proprio
amore. C’è chi ama preparare il caffè e chi lo vuole già
servito. Ci sono persone che depongono le armi e chi
chiede giustizia con uno sguardo. C’è chi crede nella
fantasia e chi passa all’azione. C’è chi augura il buongiorno anche se fuori piove. C’è chi vive di sogni e chi
con impegno i sogni li realizza. Ci sono persone che
scelgono con costanza sempre lo stesso caffè. C’è chi
chiede comprensione e chi comprende senza spiegazioni. Ci sono persone che si amano senza chiedere nulla
in cambio. C’è una generazione diversa.
love generaction
Brano consigliato per la lettura di questo articolo: I’m still in love with you - Al Green
Proclamati i vincitori dei Concorsi
Letterario e Corto Moak 2013
di Sara Di Pietro
“Il caffè giunge nello stomaco e tutto mette in movimento: le idee avanzano come battaglioni di un grande esercito sul campo di battaglia” (Honorè de Balzac)
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onorè de Balzac lo riteneva un ottimo alleato della
mente. E forse lo è stato anche per gli autori che hanno partecipato alle edizioni 2013 di Caffè Letterario
e Corto Moak. Di certo lo hanno citato o reso protagonista
i vincitori dei due concorsi, i cui nomi sono stati svelati lo
scorso 5 ottobre durante la Serata di Premiazione. Cornice dell’evento, condotto dalla frizzante Giuliana Ubertini,
è stata l’anima della produzione Moak, nel nuovo centro
direzionale. I migliori racconti della XII Edizione di Caffè
Letterario Moak sono stati selezionati da un’attenta giuria
presieduta dall’editorialista de La Stampa Gianni Riotta
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coadiuvato da Gianni Cascone (sceneggiatore), Guido Conti
(scrittore), Gianluca Morozzi (scrittore) e Susanna Tartaro
(curatrice Fahrenheit Radio 3 Rai). L’VIII Edizione di Corto
Moak, il contest internazionale di cortometraggi, ha invece
vantato come presidente di giuria l’eclettico Enrico Ghezzi,
che ha saputo catturare l’attenzione del pubblico presente,
con il suo intervento “non in differita”. Accanto a lui la
giornalista Cristina Borsatti, il regista Francesco Calogero e
Giannandrea Pecorelli, produttore cinematografico.
Anche quest’anno spazio a giovani scrittori e filmaker che
hanno potuto esprimere, magari tra un caffè e l’altro, la loro
creatività, chi con le parole, chi con le immagini. Ed è questo e rimane tale l’obiettivo principale dei concorsi promossi
da Caffè Moak, in collaborazione di Archinet: dare ai giovani l’opportunità di far conoscere le proprie opere.
PREMIO “MIGLIOR REGIA”
Pentole & Coperchi
di Giulio Poidomani (Modica)
Italia 2013, 15’45’’, HD, inglese/ sottotitoli in italiano
CAFFÈ CORTO MOAK 2013
Sinossi. Nick perde il suo cane Catullo e va a cercarlo in
giro nel quartiere. Vive in un mondo surreale dove ogni
donna porta con sé una pentola e ogni uomo un coperchio. Quando pentola e coperchio combaciano perfettamente, uomo e donna si innamorano.
Consegna il premio Giannandrea Pecorelli “Per
come nell’apparente inezia drammaturgica si
insinua il sospetto che il diavoletto del cinema
possa fare sia le pentole che i coperchi”
PREMIO MIGLIOR CORTO 2013
La comediè d’un jour
di Emanuele Gaetano Forte (Latina)
Italia, 2011, 14’, Italiano
PREMIO “MIGLIOR SCENEGGIATURA”
Ce l’hai un minuto
di Alessandro Bardani (Roma)
Italia 2012-2013, 8’30’’
Sinossi. La città di Matteo è bella ma abitata male. Nascono bar come funghi. Tutti belli, chic, coi baristi esperti
di cocktail ma che neanche più il caffè sanno fare.
E Matteo, che di caffè è un grande bevitore, decide di
andarsene. Dove? Matteo dice di andare lontano, in una
città più bella dove i caffè sono più buoni!
Consegna il premio il Presidente Enrico Ghezzi
“Per la grande intensità e la passione con cui il
film si proietta oltre un quadro di vitellonismo,
trascolorando in una malinconia sghemba tra
paesaggi del cuore e cuori senza paesaggi”.
Sinossi. ”Ce l’hai un minuto?” questo chiede Oreste, un
signore romano a Madhi, un giovane ragazzo palestinese,
prima di fornirgli le indicazioni stradali necessarie per
arrivare dalla periferia romana fino in Palestina. Un lungo
viaggio arricchito da divertenti aneddoti e malinconici
ricordi, un’evasione dalla solitudine che si trasforma in un
incontro surreale ed ironico tra i due protagonisti.
Consegna il premio Francesco Calogero
“Per la semplicità con cui il gioco degli attori
diventa sceneggiatura, nell’equivoco tra la
parola e lo spazio del luogo comune”.
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CAFFÈ LETTERARIO MOAK 2013
2° CLASSIFICATO
Il centro del mondo
di Norma Rosso (Genova)
Un racconto serio, sincero, su un tema contemporaneo
quale la nuova emigrazione e le lacerazioni di chi parte,
verso dove non si sa, e chi rimane in una asfittica provincia, tratteggiate bene e senza retorica. Dalla Signora
in giallo Jessica Fletcher al caffè della nonna, si passa
dall’altra parte dell’oceano. Si premia anche l’uso appropriato del tema del caffè e lo stile semplice e moderno,
mai dolciastro né accattivante a tutti i costi.
Premia Gianluca Morozzi
1° CLASSIFICATO
Un caffè dell’altro mondo
di Francesco Randazzo (Catania)
3° CLASSIFICATO
Le femmine come me restano sole
di Marta Riccobono (Palermo)
Premiato per la struttura originale, con esilaranti trovate
quali l’alieno che balla il tip tap, l’immagine dei cerchi
nel grano in chiave erotico-ironica molto più siciliana
che americana, e la capacità del protagonista di assorbire
addirittura l’odore delle cose che ama. Molto riuscita
l’ambiguità, ottimamente tenuta e irrisolvibile, fra la visionarietà del contatto del bambino con gli extraterrestri e
la realtà della meningite infantile.
Premiano Giovanni Spadola Livia Spadola
Il racconto è potente, con il caffè che diventa una pozione d’amore con qualche goccia di sangue mestruale e con la soluzione forte del suicidio come esito tragico di una orribile violenza:
nonostante l’ambientazione retrò e quasi verista, la tematica
dell’intolleranza spicca per la sua attualità. Non scontate le
considerazioni sull’ipocrisia sociale pettegola e benpensante.
Molto riusciti i ritratti di Chichì, garzone omosessuale del
casino e di Rosellina innamorata infelice.
Premia Gianni Cascone
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III EDIZIONE PREMIO BELGIORNO
IL CAFFÈ , UN RACCONTO
Norma Rosso vince anche il Premio Belgiorno, in memoria dello scrittore Franco Antonio Belgiorno e dedicato
all’autore più giovane e talentuoso del concorso. Consegna il premio Enrico Maria Belgiorno, nipote dell’illustre
modicano.
Per l’edizione 2013 Caffè Moak ha voluto coinvolgere
anche i giovani studenti, promuovendo un laboratorio di
scrittura creativa “Il caffè, un racconto”, condotto dallo
scrittore Gianni Cascone. “Nicolas” è il racconto scritto a
più mani e letto durante la serata da Lucia Sardo.
I dieci racconti selezionati dalla giuria di Caffè Letterario Moak saranno pubblicati, come ogni anno, nella antologia “I racconti sul caffè”.
www.caffe-letterario.it
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Bar Vitelli
Un set a cielo aperto
di Sara Di Pietro
A
pochi chilometri da Taormina, a Savoca, uno dei
borghi più belli d’Italia non si può non visitare
lo storico Bar Vitelli. Nella pittoresca Piazzetta
Fossia si affaccia il settecentesco Palazzo Trimarchi che
ospita dal 1963 il locale che ha fatto la storia della cittadina siciliana. Dopo una lunga serie di tornanti ci sentiamo
quasi fuori contesto, catapultati in un luogo dove il tempo
si è fermato. Niente automobili, le strade semi deserte e
un’insegna in legno spennellato che primeggia sulla facciata dell’edificio: Bar Vitelli, mentre alle nostre spalle
lo sguardo si perde nella vallata tagliata dallo scorcio del
Golfo di Taormina. Ad accoglierci nella piccola veranda
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sotto un pergolato è Lorenzo Motta, nipote della signora
Maria, colei che dicono abbia fatto la storia di Savoca.
Di lei ne parla con grande ammirazione e ci racconta alcuni suoi aneddoti. A colpirmi di più è quello sul caffè:
ai tavoli serviva anche la zuccheriera e a ciascun ospite
chiedeva “quanto zucchero?”, versando e mescolando lei
stessa il caffè in tazza. Durante la nostra chiacchierata ci
fa servire la granita di limone, con gli agrumi che sembrano essere stati strappati “rà maccia” (dall’albero) ,
accompagnata dalle “zuccarate”, tipici biscotti del luogo.
Mentre mi racconta la storia del Bar Vitelli la musica in
sottofondo è la colonna sonora del film “Il Padrino” di
Francis Ford Coppola. Fu proprio il regista americano a
rendere questo piccolo gioiello oggi un via vai di turisti e
visitatori da ogni parte del mondo. Il bar, infatti, è l’emblema del piccolo borgo che ospita solo 700 abitanti, soprattutto per il suo significato cinematografico. Nel 1971
Ford Coppola viene in Sicilia, a Corleone, per girare un
film. Dopo avere montato il set gli viene chiesto di corrispondere una parcella. La produzione non accetta questo
diktat e decide di spostare la location. Si dà il caso che
uno dei produttori della pellicola di “Godfather Parte I”
sia proprio un cugino della signora Maria, che chiede a
Coppola di portarle i suoi saluti. Il regista de Il Padrino
mantiene la sua promessa e quando arriva a Savoca e al
Bar Vitelli si innamora di quei luoghi, dove rimane per
circa due mesi per girare il film che ha fatto la storia del
cinema internazionale. All’interno sono esposte numerose testimonianze, anche fotografiche, della lavorazione
della pellicola e piccoli oggetti e suppellettili che ricordano le tradizioni passate. Palazzo Trimarchi oggi è in
fase di ristrutturazione e presto donerà a quei luoghi anche un albergo e una cantina dove si potranno degustare
gli spumanti siciliani.
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Apre in Sicilia una Scuola di Alta Cucina
di sa.di.pi
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ella Divina Commedia Dante punisce i golosi,
mettendoli nel terzo cerchio dell’Inferno.Cicerone
la pensava diversamente definendo “la fame il miglior condimento del cibo”. E forse anche la Chiesa non
considera più tale il “peccato di gola”, avendo istituito
per la prima volta una Scuola di Alta Cucina. A Ragusa
Ibla, affacciato sulla verde vallata dell’Irminio, viene
inaugurato pochi mesi fa l’Antico Convento dei Cappuccini, che ospita la Scuola Mediterranea di Enogastronomia “Nosco”. Il progetto nasce da una forte volontà del
Vescovo di Ragusa Monsignor Paolo Durso, che insieme
alla Fondazione San Giovanni Battista, ha voluto valorizzare un bene culturale seicentesco e rara testimonianza
sopravvissuta al terremoto del 1693. Il principale obiettivo resta però quello sociale, promuovendo il luogo come
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ponte di colloqui mediterranei e di scambi interculturali.
Completamente ristrutturato , l’edificio ospita anche 16
camere (un tempo 40 celle) e un ristorante “Il Cenobio”,
dove è possibile gustare la cucina stagionale, con prodotti
a chilometro zero e una particolare attenzione alle colture
biologiche. Ed è qui che i giovani allievi provenienti da
ogni parte d’Italia hanno la possibilità di accedere alla
cucina del ristorante didattico, passando dall’aula training
all’applicazione del sapere acquisito durante i corsi.
A guidare la Scuola è lo chef Giuseppe Barone, che oltre
ad organizzare corsi di alta cucina e di alta pasticceria,
con i migliori chef d’Italia, gestisce anche la direzione
della sala e dell’hotel. “È una grande soddisfazione – dice
lo chef siciliano – poter guidare l’ambizioso progetto.
Facciamo molta attenzione al rispetto della natura e di ciò
che la terra ci offre; ecco perchè, rispetto ad altre scuole
d’Italia, ho voluto apportare delle novità nella didattica,
scegliendo dei moduli caratterizzanti. Si parte dal modulo delle memorie sensoriali, inteso come ricerca sulla
sapienza enogastronomica del territorio. L’altro corso riguarda l’analisi sensoriale, per una giusta interpretazione
gastronomica e il modulo di degustazione vinicola e quel-
lo di degustazione dell’olio”. È invece in fase di realizzazione l’”orto dei semplici”, dove gli studenti potranno
sperimentare e conoscere l’origine delle materie prime.
Tra le opere da ristrutturare è inserita anche l’antica Biblioteca dei frati Cappuccini, che diventerà non solo luogo di lettura e degustazione, ma anche centro di ricerca
per il recupero delle ricette della tradizione monastica.
Lo chef Giuseppe Barone
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ple cont
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ple conte
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#moakp
t
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Condividete con noi un caffè al giorno.
Le migliori foto e i volti più simpatici
scelti fra quelli inviati.
@moakp
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Gli chef Mei e Simonato interpretano il Caffè Moak
di Sara Di Pietro
D
ietro il Naviglio, in via Villoresi, solo 24 posti a
sedere accolgono gli ospiti del Ristorante Tano
Passami l’Olio. Il nome la dice lunga sulla filosofia
culinaria dello chef Gaetano Simonato: l’olio extra vergine
d’oliva considerato come miglior condimento sia in cottura
che a freddo. Banditi burro e margarine e spazio invece a
una bacheca che accoglie oltre cinquanta varietà di oli evo.
Premiato con una stella Michelin, i suoi piatti sono qualche volta inventati di sana pianta, qualche volta ripresi
dalla tradizione e poi rivisitata.
Preparazione:
Pulire i gamberoni togliendo la carcassa, lasciare la testa.
Pelare le patate e lessarle molto morbide.
Frullare le patate, aggiungendo 4 rametti di finocchio selvatico, aggiustare di sale e zucchero qb.
Mettere il composto in un biberon. Fate cuocere in una
padella dell’olio evo con 2 stelle di anice e scottare per 1
min. e ½ i gamberoni. Aggiungere pochissimo vino bianco e un poco di Ouzo per flambare, aggiustare di sale,
zucchero e pepe qb.
Gamberoni flambati al profumo di anice e polvere di caffè
Per la presentazione:
Porre nel piatto di portata delle strisce di crema di patata
e finocchietto, adagiarci sopra i gamberoni, cospargere
un pizzico di polvere di caffè e del finocchietto selvatico
precedentemente tritato. Appuntare un rametto di finocchietto su di uno dei gamberoni e ultimare con un filo
d’olio evo.
ingredienti per 4 persone:
12 gamberoni grossi; Anice stellato; Polvere di caffè;
1 mazzetto di finocchietto selvatico; 2 patate medie; Vino
bianco; Ouzo (liquore greco all’anice); Sale, pepe e zucchero; Olio extravergine medio (Sicilia, Sardegna)
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n via Gesù a Milano, nel Quadrilatero della Moda, sorge il Four Seasons Hotel. I frammenti degli affreschi
che decorano i muri richiamano volutamente il passato
dell’edificio che ospita il Four Seasons Hotel, un antico
convento del XV secolo. Nel corso degli anni si è imposto
nell’immaginario collettivo della città come il luogo per
eccellenza dell’ospitalità e del servizio impeccabile grazie
anche al Ristorante La Veranda, dove gli ospiti si lasciano deliziare dai piatti preparati dall’Executive Chef Sergio
Mei Tomasi e la sua brigata di 28 cuochi. Riconosciuto
come uno degli Chef più apprezzati della sua generazione,
insignito dell’ambito premio “Cuoco dell’Anno” nel 1998,
Sergio Mei realizza pienamente il proprio concetto di cucina nel creare piatti semplici, basati su ingredienti freschi e
selezionati, non necessariamente foie gras e caviale.
Tortelli di pasta al caffè
ingredienti per 4 persone:
per la pasta: gr 350 semola, gr 150 farina di riso scura,
gr 25 caffè espresso, gr 10 polvere di caffè, g 150 acqua, gr
50 vino bianco; per il ripieno: gr 250 patate; gr 100 cipolla
rosata di Montoro, gr 150 olio; gr ½ raspadura di limone,
gr 10 parmigiano grattugiato, qb sale e pepe; per il condimento: gr 100 burro di malga, 1 rametto di timo limone.
Procedimento:
Per la pasta: in una bastardella setacciare la semola con
la farina di riso, impastare con l’acqua, il vino bianco e il
caffè freddo a 35°. Far riposare la pasta per 15 minuti, avvolta in carta pellicola per alimenti. Per il ripieno: lavare
le patate e farle bollire con la loro pelle in acqua salata con
gli aromi. Pelarle, passarle al setaccio e riunire la polpa in
una bastardella. Pelare la cipolla, tagliarla a cubetti piccoli
e farla maturare in padella con olio e poca acqua; aggiungerla alle patate con sale, pepe e parmigiano grattugiato.
Per i tortelli: stirare la pasta a sfoglia sottile e cospargerla
con polvere di caffè; farcire con il ripieno e confezionare
i tortelli o ravioli nella forma voluta, a piacere. Una volta
cotti condire i tortelli con il burro, emulsionato con l’acqua
di cottura e profumato con il timo limone.
Per la presentazione
Servire i tortelli al piatto con sopra la polvere di caffè miscelata al parmigiano grattugiato.
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CIME presenta la nuova linea “Composizione”
redazionale
S
in dalla sua fondazione, CIME ha avviato un processo di evoluzione, sia in ambito tecnologico che
progettuale. Giovane e dinamica, l’azienda nel
2013 dà il via ad un nuovo progetto che mira a rafforzare
l’identità del brand, mantenendo alta la qualità dei prodotti per affidabilità, robustezza e prestazioni. Nasce la
nuova linea “Composizione”.
La scelta della nuova identity si traduce attraverso un
linguaggio universale, come quello musicale, che ben
si accosta al design e alle funzioni della nuova gamma.
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Una composizione è rappresentata da un pentagramma in cui è possibile osservare note, ritmi e armonie
racchiuse da due parentesi. Nel progetto delle nuove
macchine CIME le parentesi sono rappresentate dalle
spalle laterali, mentre il contenuto sono i singoli pezzi
interni che armonicamente si compongono per creare il
prodotto finale: l’espresso. Un progetto dove il design
e l’innovazione si coniugano con ricerca e tecnologia,
dando più valore alla manualità e all’arte di saper fare il
vero espresso italiano.
A partire dai futuri modelli, la gamma Composizione sarà
identificata dalla sigla CO, mentre ogni modello sarà riconoscibile da un numero a due cifre che ne indicherà la
posizione gerarchica all’interno della serie.
Il primo nuovo modello che uscirà sul mercato è la CO-05.
La nuova macchina Composizione sarà protagonista al
Salone dell’Ospitalità Host 2013, a Milano dal 18 al 22
ottobre (padiglione 18/stand C70), dove porterà colore e
innovazione. Impossibile non notarla. Esteticamente un
balzo in avanti, un tuffo nella modernità. La nuova
CO-05 sarà racchiusa da spalle laterali in poliuretano
innovativo che lega libertà creativa e funzionalità in
perfetta sintonia. Le “parentesi” saranno disponibili in
dieci differenti colori, con la possibilità di comporre le
due spalle con due diverse cromie, rendendo la macchina
adattabile a qualsiasi ambiente.
La vera innovazione inizia dai particolari, dai dettagli.
A partire dalla pulsantiera ergonomica e dal forte impatto
grafico, che è stata esclusivamente progettata per la CO-05
e attraverso la quale il macchinario entra in armonia con
chi il caffè lo prepara. Ogni pulsante ha un diametro di
due centimetri e si adatta perfettamente alla linearità della
macchina; la retroilluminazione ed il disegno frontale
rendono facilmente intuibile la scelta desiderata. Anche il
design del cassetto rispetta la linea elegante delle macchine Composizione e il concetto di funzionalità e minimalismo. Nella parte superiore è presente la piastra scaldatazze a scomparsa, mentre nel retro la macchina mostrerà
una elegante illuminazione adattabile al logo.
La nuova linea Composizione da un lato considera la
macchina da caffè espresso come l’insieme armonioso
di affidabili e robusti elementi che ne vanno a comporre
il cuore pulsante, dall’altro esalta il lato giocoso del prodotto che permette di abbinare i vari colori delle solide
spalle tenendo conto delle proprie esigenze e rendendo la
macchina un oggetto da personalizzare.
Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Nona sinfonia di Beethoven, secondo movimento
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Moak ad Anuga 2013
di Corrado Passarello
T
ra gli eventi in calendario per il 2013 Moak non
poteva mancare alla fiera Anuga, Salone mondiale
dei prodotti alimentari e delle bevande, che si è
tenuta a Colonia dal 5 al 9 Ottobre scorso. Nello spazio
Moak protagonista assoluta la nuova gamma di prodotti
Bio Fair, la linea di prodotti certificati Biologico e Fairtrade, una ulteriore testimonianza di come la politica
di Moak sia rivolta con sempre maggiore attenzione
al mercato eco sostenibile. Grande successo anche per
questa edizione di Anuga dedicata al food & beverage,
che ha coinvolto circa 150 mila visitatori provenienti
da oltre 100 Paesi. È stata una gustosa occasione non
solo per Moak, ma per il mercato italiano, in quanto
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la Germania è il primo mercato di destinazione delle
esportazioni agroalimentari italiane. L’Italia, inoltre, è il
quarto fornitore della Germania detenendo una quota di
mercato pari ad oltre il 7% delle importazioni tedesche.
Per Moak si è trattato di un evento molto importante sia a
livello europeo che mondiale. “Anuga – spiega Giuseppe
Ventura, Direttore Commerciale di Caffè Moak - ha offerto la possibilità di stabilire nuovi contatti, di scoprire
i trend del momento, di godere dell’intera infrastruttura
di Koelnmesse, uno tra i quattro enti fieristici più grandi
al mondo, dando inoltre la scossa ad un mercato europeo
pericolosamente statico che ha spazio e concede fiducia
solo a chi dimostra le proprie virtù, come Moak”.
Brano consigliato per la lettura di questo articolo: German Clap - Modeselektor
Lo stile di arredare.
a
Il mondo in una stanz
azione
rubrica a cura della red
*
base tavolo conferenza realizzato con due scheletri di flaps del
“Beech 18” del 1937.misure 310
x140 cm . By Arteinmotion
Amore per le cose belle, senza spazio e tempo.
Appassionarsi
di voli senza essere aviatori. Vivere ambienti in cui l’armonia del design, il calore della pelle e del legno uniti alla forza
dell’acciaio danno vita ad atmosfere in grado di far sentire
immediatamente a proprio agio, quasi in un viaggio immaginario.
Appassionata dalle cose destinate a durare nel tempo
Arteinmotion si inventa la linea “aeronautics”, pezzi unici e
oggetti d’arte realizzati con parti obsolete di aerei storici.
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Il caffè incontra l’orzo, il ginseng e il guaranà.
di Corrado Passarello
L
’obiettivo di Moak è quello di offrire una sempre più
vasta gamma di prodotti qualitativamente superiori, riuscendo con successo a soddisfare un maggior
numero di persone. Un occhio alla qualità, al gusto e alla
salute. Così Moak fa leva su tre prodotti e ingredienti dagli
elevati aspetti benefici: Orzo, Ginseng e Guaranà. Possono
considerarsi come delle opzioni alternative al caffè, da gustare più volte al giorno e pronte a fornirci un’immediata
dose di benessere ed energia. La linea di caffè istantanei
Moak arricchisce l’offerta di prodotti permettendo un’ampia scelta e una soluzione per ogni momento della giornata.
Orzo La miscela Orzo, il cereale più antico del mondo, è
disponibile nella confezione da 250g e in pratiche cialde,
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che custodiscono tutte le sue proprietà benefiche; l’orzo
infatti è una sostanza utilissima per garantire il benessere
dell’organismo. Particolarmente digeribile e ricco di silicio e fosforo, rappresenta un aiuto per il sistema nervoso
e per chi svolge attività intellettuale.
Ginseng Per una carica rivitalizzante e per le proprietà
ricostituenti la scelta giusta è il caffè al Ginseng, indicato
per la salute del proprio sistema immunitario. Disponibile nella confezione da 1kg e d’immediato utilizzo, il
preparato per bevanda al gusto di caffè e ginseng è adatto
sia per una preparazione manuale in tazza, sia per il distributore automatico bar. Una piccola curiosità: il suo
nome botanico è Panax Ginseng e la dice lunga sulle sue
proprietà, infatti la parola deriva dal greco pan-axos e significa letteralmente “che guarisce tutto”.
Guaranà Lo speciale trio si completa con la confezione da
500g del preparato istantaneo per ottenere una particolare
bevanda al gusto di caffè e guaranà, una pianta ritenuta sacra
dalle varie tribù amazzoniche, che ne facevano un uso regolare ritenendola responsabile della vitalità e della longevità;
infatti in Brasile il guaranà è conosciuto come il “fruto da
juventude”. Viene solitamente usato per combattere problemi intestinali, mal di testa, disturbi alla circolazione, in
quanto mantiene le arterie pulite e toniche e nondimeno gli
si attribuisce una funzione dimagrante; una bevanda pronta a
donarci benessere ed energia ogni volta che lo si desidera.
La macchina solubile proposta da Moak sarà il mezzo che
renderà concreto e reale il piacere di sorseggiare queste
tre bevande. Un erogatore di semplice utilizzo e dalle
dimensioni ridotte, facilmente adattabile anche ai piccoli
spazi. Il suo elementare automatismo consente una rapida
procedura di manutenzione da svolgere occasionalmente
per mantenere il proprio dispositivo sempre al top.
Consigli per il barista:
­– avviare il lavaggio ogni sera pigiando 2/3 volte l’apposito pulsante
– 1 volta a settimana lavare gli accessori del dosatore
– 1 volta al mese sostituire l’addolcitore
– utilizzare acqua depurata
Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Three Fingers - Buckethead
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Sicilia in rosa
Lucia Sardo, un’attrice senza maschere
di Sara Di Pietro
I
l suo volto, il suo carattere curioso e pieno di passione mostrano la sua vera anima, quella di una donna
che pensa che essere una vera attrice vuol dire esprimere se stessi, senza dover avere necessariamente
un’ottima dizione. Lucia Sardo è una delle artiste
siciliane che ha scelto i ruoli da interpretare seguendo
il principio della qualità dei caratteri dei personaggi.
Dopo quindici anni di attività teatrale approda al cinema con “La discesa di Aclà a Floristella” di Aurelio
Grimaldi. Uno dei ruoli che l’ha resa più famosa è
quello di Felicia Impastato, madre di Peppino Impastato nel film “I cento passi”, di Marco Tullio Giordana.
Negli ultimi anni lavora anche in fiction televisive. Dal
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2008 organizza corsi di recitazione teatrale incentrati
sul teatro contemporaneo dal ’900 ad oggi.
Al nostro incontro arriva avvolta da un abito nero, dello stesso colore della sua folta chioma e dei suoi occhi
fortemente comunicativi. Occhi che si illuminano mentre parla di se in questa intervista.
Com’è cambiato il cinema dai tuoi esordi ad oggi?
Forse è meglio dire come è peggiorato. Negli ultimi anni,
purtroppo, si produce solo un quarto dei film rispetto al
passato. Questo ha fatto sì che la cultura del cinema, una
delle ricchezze del nostro Paese, abbia meno possibilità
di essere valorizzata ed esportata.
Quale personaggio tra quelli che hai interpretato è riuscito a segnarti maggiormente?
Felicia Impastato, ovviamente. Non solo dal punto di vista professionale; I cento passi è un film che mi ha portato
quasi all’Oscar. Mi sono innamorata di Felicia perchè ho
interpretato un personaggio reale, non inventato. L’ho incontrata, siamo diventate amiche e da anni porto nei teatri
uno spettacolo dedicato a lei “La madre dei ragazzi”.
Ritieni che si possa essere bravi attori pur saltando la
classica gavetta, come accade di recente per i giovani, o
il sacrificio è la strada per il successo?
In realtà io credo che l’attore vero sia chi si esprime con il
corpo. Non serve una vera dizione (fa il verso della “o” chiusa). Io non l’ho mai studiata. La gente ha bisogno di storie
vere, che possano essere interpretate da personaggi veri, non
costruiti, con il loro dialetto, il loro modo di comunicare. Così
Quando parlo di Felicia non voglio fare riferimento alla
mafia, ma a una donna forte e alla forza delle donne, a
quelle senza alibi né paure.
come non serve essere belli e stereotipati per avere successo.
È importante più che la faccia, quello che c’è dietro la faccia.
Qual’è stato lo stimolo che ti ha portata ad avvicinarti
al mondo della politica?
Provengo da una famiglia di politicanti. Mio padre era
un militare, ma anche appassionato di politica. Anche
io lo sono stata sin dai tempi dei comitati studenteschi.
Quando Rita Borsellino mi chiese di scendere in campo, lo feci perchè credevo e credo in lei come donna e
nei suoi ideali. Oggi però la politica non mi interessa
come un tempo.
Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Summertime - Janis Joplin
Sogno nel cassetto?
Da tempo mi dedico alla scrittura e alla sceneggiatura. Il
mio sogno (che forse non rimarrà a lungo nel cassetto) è
quello di veder realizzare un film sui i miei personaggi.
Domanda d’obbligo: il tuo rapporto con il caffè?
Il mio carattere energico ed impetuoso mi impedisce di
abusarne. Per questo bevo decaffeinato e orzo. Ciò a cui
non posso e non voglio rinunciare è invece il profumo
che emana la moka.
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Caffè da leggere
in collaborazione con
Il caffè che unisce i popoli e pretesto per diffondere culture e tradizioni, al punto da meritarne un elogio. L’invito alla lettura di
un manoscritto del settecento, senza tempo, sulla nostra amata bevanda.
Il caffé sospeso
Saggezza quotidiana in piccoli sorsi
di Luciano De Crescenzo
l caffè non è solo un liquido scuro ma un mezzo per fare amicizia. Inizia
così la lettura de “Il caffè sospeso”, una raccolta di pensieri e aneddoti dello
scrittore napoletano Luciano De Crescenzo. Maestro dell’arte di saper mescolare pezzi di vita quotidiana con pensieri aulici, l’autore saprà mostrarvi
la filosofia anche nei posti in cui non avevate mai pensato che fosse.
Collana: I libri di Luciano De Crescenzo
Edizione: Mondadori
Anno: 2008
Numero di pagine: 200
Prezzo: 15 euro
ISBN: 9788804577744
Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un
solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il
cliente che viene dopo. “È come offrire un caffè al resto del mondo...”
Il caffè sospeso è un’usanza partenopea, ma anche una filosofia di vita.
Questo libro raccoglie il meglio degli articoli a firma dello scrittore e giornalista, usciti su quotidiani e riviste dal 1977 al 2007 e mai pubblicati in libreria. Filosofia greca applicata alla vita quotidiana, aneddoti pieni di senso
non comune, l’Italia passata sotto la lente dell’ironia: un pezzo dopo l’altro
il libro compone una perfetta summa del pensiero di Luciano De Crescenzo.
E mentre ci stordiscono conversazioni immaginarie e immaginifiche fra
Empedocle, Aristotele, Galileo, Newton ed Einstein, capita di interrogarsi sui
calendari - da quello di Gregorio XIII a quello di Sabrina Ferilli -, sul Grande
Fratello secondo la prospettiva di zia Carmela, sull’omosessualità da Socrate
a Storace. Il caffè sospeso è un libro ricco e gustoso, un concentrato di spunti
per ridere e pensare. Tutto condito sempre dall’ironia, come una giusta quantità di zucchero da mettere nel caffè per renderlo ancora più godibile.
L’autore
Nato a Napoli il 20 agosto del 1928, Luciano De Crescenzo è scrittore, regista, attore e conduttore televisivo. Prima di dedicarsi alla narrativa, alla saggistica e allo spettacolo, ha svolto la professione di ingegnere. Alla sua attività
di scrittore ha sempre affiancato quella di divulgatore, capace di introdurre
anche il lettore più inesperto ai problemi sollevati dalla filosofia antica.
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Tutti pazzi per ecoformecolours
di Corrado Passarello
È
un gioco, una filosofia, è colore ma soprattutto
gusto. Dopo il successo del progetto Paper Ball,
il packaging originale che rispetta l’ambiente e dal
design sostenibile, Moak presenta sul mercato ecoformecolours: la nuova confezione che contiene le 120 cialde
si trasforma in colorate sfere utili per arredare, ideali da
collezionare e con l’arrivo del Natale anche da appendere
all’albero. Da ogni singola scatola sarà possibile ottenere
una sfera e ognuna di esse sarà realizzata componendo
tra loro le dodici forme che si ricaveranno direttamente
dal pacco fustellato.Il nuovo progetto ecoformecolours
sarà disponibile in quattro diversi colori, casualmente o
in giallo, in blu, in lilla o in grigio. Tra un caffè e l’altro,
entra in gioco anche la creatività dei bambini, famiglie
ed amici, che ritagliando ed incastrando i dodici elementi
bidimensionali daranno vita ad oggetti tridimensionali
unici, personalizzabili ed irripetibili. Parte la caccia al tesoro, la caccia per avere tutte e quattro le confezioni con
i diversi colori e combinarli in una sfera multicolore o
della tonalità preerita. Le stesse confezioni possono essere utilizzate anche come portaoggetti per far ordine a casa
o come elementi decorativi da posizionare sopra mensole
o armadi. Il packaging originale che rispetta l’ambiente e
dal design sostenibile è un progetto ed un oggetto di valore carico di valori, come la sostenibilità, il riuso e l’attenzione per l’ambiente.
PANTONE 321 c
PANTONE 7439 c
PANTONE 130 c
PANTONE Cool Gray 9 c
x12
x12
x12
x12
Brano consigliato per la lettura di questo articolo: I used to be color blind - Fred Astaire
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Caffè e dintorni
rubrica a cura di Carmelo Chiaramonte
“Caffè e contorni” è la nuova rubrica di The Sign Moak, che vi farà incuriosire e scoprire come il caffè può accostarsi a innumerevoli alimenti, dagli agrumi, al pesce e alla pasta. Ad accompagnarci in questo viaggio ricco di sorprese per occhi e palati,
sarà lo Chef Carmelo Chiaramonte. Scenografo culinario, autore televisivo per Gambero Rosso Channel, ha anche pubblicato
un libro “A tutto tonno”. Si definisce “cuciniere errante”, ma con un forte senso di appartenenza alla sua terra, la Sicilia, ricca
di storie e proverbi che lui ama rievocare nella sua cucina.
Fusilli di grano duro, caffè verde e nero
I
l gusto puro è una questione di movimento, non arriva
in casa nostra così senza un motivo. E nemmeno andando in un ottimo negozio di gastronomia può servire a completare un quadro di sapori vario e complesso.
Una buona abitudine è quella di seguire la fonte delle
cose e per conoscere certe sfumature del caffè basterebbe visitare i luoghi di torrefazione. Enormi case che
profumano come mille bar messi insieme, nettare vaporoso di caffè tostato in ogni dove. Pochi si spingono ad
assaggiare i chicchi del caffè verde, semi puri, nudi e
crudi: sapore lieve e curioso del seme delle bacche rosse. Proviamolo in polvere appena macinato, abbinato a
quello tostato, per sentire tutte le sfumature dal crudo al
sapore di brace.
Come si prepara
È molto importante procurarsi una pasta da fabbriche artigianali, visto che la ricetta non prevede che pochi sapori ed ognuno deve essere intenso. Una volta cotti, i fusilli in acqua salata,
si adagiano sul piatto: da una parte un spolverata di caffè verde, dall’altra quello scuro. Qualche goccia di olio, il basilico,
l’erba cipollina appena tagliuzzata e una grattugiata di cacio.
Questo piatto leggero e intenso si abbina bene ad un bicchiere di birra di frumento o ad una tazza di thè verde fumante.
Dosi ed ingredienti per 4 ospiti:
- 300 gr di fusilli di grano duro
- 40 gr di polvere di caffè crudo
- 40 gr di polvere di caffè tostato
- 90 gr di cacio vaccino semi stagionato
- 1 ciuffo di erba cipollina
- 8 foglie di basilico fresco
- 2 cucchiai di olio d’oliva profumato
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03/2013 © Caffè Moak S.p.A.
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