Le «isole ecologiche» vanno in porto
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Le «isole ecologiche» vanno in porto
Ambiente 59 isole distribuite in 31 porti «L’isola nel Porto», progetto realizzato da COBAT e Consorzio Oli Usati, è stato avviato ad Ancona nell’aprile del 1999 per fornire, agli utenti della nautica, strutture funzionali collocate in punti strategici del porto onde agevolare la raccolta di rifiuti inquinanti quali batterie esauste, oli usati e filtri olio. Ad oggi sono 59 le isole ecologiche installate in 31 scali italiani: Ancona, Viareggio, Pescara, Castellammare di Stabia, Torre del Greco, La Spezia, 16 DICEMBRE / 15 GENNAIO 10 Italia Navigando per l’ambiente Trieste, Cagliari, Olbia, La Maddalena, Golfo Aranci, Palau, Santa Teresa di Gallura, Savona, Trapani, Riposto, Porto Empedocle, Taranto, Marina di Carrara, San Benedetto del Tronto, Porto Viro, Manfredonia, Trani, Barletta, Mola di Bari, Castiglione della Pescaia, Sperlonga, Terracina, Gaeta, Maratea. Ora sono in trattativa altri porti di interesse commerciale e turistico come Pesaro, Siracusa, Formia, Rimini, Bari. L’accordo sottoscritto con COBAT e COOU «assolve il primo degli impegni da noi sottoscritti con il ministro Matteoli nel Protocollo d’Intesa sulla tutela dell’ambiente per una «attenta gestione del rifiuto» e lo metteremo in pratica fin dal 2006 , inizialmente a Marina di Portisco e in seguito negli altri porti man mano che li ammoderneremo». Renato Marconi, amministratore delegato di Italia Navigando, spiega quindi che la sinergia tra i diversi enti consentirà alla sua azienda di porsi in prima fila nella tutela dell’ambiente marino. I due Consorzi invieranno infatti a Italia Navigando i dati di raccolta su base semestrale. «Questi ci consentiranno di valutare l’efficacia del sistema e di seguire l’evoluzione dei volumi ritirati per migliorare il servizio. Gli stessi dati saranno utilizzati anche per implementare il sistema di gestione ambientale che intendiamo adottare per i nostri porti». Le «isole ecologiche» vanno in porto Nella Rete di Italia Navigando sarà il Marina di Portisco ad ospitare per primo le strutture di COBAT e COOU Alessandra Otterman FUTURO DEL PIANETA Siglato a Roma l’accordo tra il Consorzio Obbligatorio Batterie Esauste, il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati e Italia Navigando alla presenza del Sottosegretario all’Ambiente, on. Roberto Tortoli I potenti del mondo si sono riuniti, anche di recente, per discettare della salute del pianeta e domandarsi cosa fare per porre un freno all’inquinamento. A noi, comuni mortali, non resta che chiederci se la protezione dell’ambiente sia un compito riservato a chi ci governa. No, di sicuro. Tutelare la natura e combattere l’inquinamento, anche quello marino, è un’impresa ciclopica che presuppone la cooperazione di tutti, a tutti i livelli, dalle istituzioni a ogni singolo diportista. Un piccolo passo avanti è stato fatto a Roma, con la sigla dell’accordo tra il Consorzio Obbligatorio Batterie Esauste, il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati e Italia Navigando. Alla presenza del Sottosegretario all’Ambiente, on. Roberto Tortoli, i tre enti si sono infatti impegnati a diffondere nella rete turistico-portuale italiana le “isole nel porto” ovvero dei punti per la raccolta, gratuita, di rifiuti pericolosi come le batterie al piombo esauste e gli olii lubrificanti usati. Mentre per l’ecosistema marino queste isole ecologiche possono contribuire a ridurre il rilascio nell’ambiente di tali sostanze, per il diportista rappresentano un ulteriore stimolo per testimoniare il proprio effettivo amore per il mare. Siglando l’accordo i due Consorzi si ripromettono di ampliare ulteriormente il proprio raggio di azione - che pure è già molto efficace, visto che i risultati fin qui raggiunti pongono il nostro Paese ai vertici della classifica europea - per incrementare il recupero di queste sostanze. Vi sono, infatti, ancora migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi che, sfuggendo alle reti di raccolta consortile, finiscono abbandonati qui e la, ma soprattutto Nel 2004, nelle 59 isole installate in 31 scali, ritirati 137mila kg di batterie e 289mila kg di olii usati in mare.Per Giancarlo Moranti, presidente del Consorzio Obbligatorio Batterie Esauste «conferire i residui delle attività nautiche nelle isole ecologiche ci consente di tutelare l’enorme patrimonio paesaggistico, storico e culturale delle coste italiane costituite da oltre 8.000 km, ma soprattutto ci permetterà di essere cittadini più consapevoli ed attenti allo sviluppo sostenibile: piccoli gesti per rigenerare il futuro». Come ha ricordato Paolo Tomasi, presidente del Consorzio degli Oli Usati, «è sufficiente versare in mare il cambio d’olio di una piccola imbarcazione, circa 5 litri, per inquinare una superficie grande quanto un campo di calcio, poiché si crea una sottile pellicola che non consente lo scambio di ossigeno all’ecosistema sottostante». La collaborazione con i due Consorzi, ha affermato Renato Marconi, amministratore delegato di Italia Navigando, «permetterà di recuperare sempre maggiori quantità di rifiuti e porrà la rete di porti turistici di Italia Navigando in prima fila nella tutela dell’ambiente marino. Infatti, la società controllata da Sviluppo Italia ha già sottoscritto con il Ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli, un protocollo d’intesa per fornire all’intero dei porti turistici strutture per l’educazione ambientale e la formazione dei giovani, per la raccolta differenziata dei rifiuti nonché la realizzazione di porti a secco per evitare il depauperamento delle coste». Le isole nel porto, che raccoglieranno questi rifiuti pericolosi, saranno ben visibili e diverranno il centro di promozione dell’iniziativa. Ai clienti fissi verrà inoltre garantito un controllo semestrale gratuito per verificare lo stato della batteria dell’imbarcazione, affinché il diportista non debba sostituirla in situazione di emergenza.La prima località della rete Italia Navigando in cui diverrà operativo l’accordo sarà Marina di Portisco, cui farà seguito Capri, Procida, Brindisi, Taranto, Policoro, Teulada, Villa Igiea, Cala dei Normanni. Questa raccolta, avviata dai Consorzi nel 1999, è gia operativa in 31 scali dove sono state installate 59 isole ecologiche di COBAT e COOU: solo l’anno scorso in queste località sono stati ritirati 137.000 kg di batterie esauste e 289.000 kg di olii usati. Un «pronto soccorso» per cetacei In 20 anni di attività il Centro Studi Cetacei ha raccolto i dati scientifici riguardanti circa 6.000 esemplari D a novembre 2002 CSC, un’associazione italiana dedita allo studio dei mammiferi e dei rettili marini, è divenuta Onlus «per snellire le procedure, estendere le proprie attività al maggior numero possibile di persone e migliorare la reperibilità lungo le coste, tenendo conto del fatto che finora abbiamo sempre e tutti operato volontariamente». Dopo avere ricordato con orgoglio le origini del Centro Studi Cetacei (prima faceva capo alla Società Italiana di Scienze Naturali), il presidente, Alessandro Bortolotto, precisa che «tra il 1986 e il 2003, il CSC ha raccolto dati su 3.177 esemplari di cetacei e 1.848 specie di tartarughe marine ritrovati accidentalmente o rimasti impigliati nelle reti dei pescatori. Le attività dei ricercatori spaziano dagli interventi di soccorso agli esemplari arenati lungo le coste alla musealizzazione delle loro carcasse, al supporto alla Banca Tessuti della facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Padova. Senza dimenticare che forniamo campioni ai ricercatori impegnati nella ricerca scientifica su queste specie». Il Centro alimenta la Banca Tessuti della facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Padova Praticamente, come si mette in moto la macchina per il salvataggio degli animali, spiaggiati e non? Se vengono rilevati spiaggiamenti di cetacei e tartarughe lungo le nostre coste veniamo avvisati dalla Guardia Costiera in tempo reale. Le Capitanerie di Porto contattano il CSC o anche Europe Assistance che già da tempo ha messo a disposizione un numero telefonico (02-58240050), operativo h24, per raccogliere le segnalazioni. Se gli esemplari sono vivi, ma non spiaggiati, il CNS ne promuove il monitoraggio per valutare la situazione prima di dare il via al recupero. Quante persone operano nel vostro Centro? Vi sono circa 180 membri ordinari. È il numero più alto dall’inizio dell’attività. Nel Paese è cresciuta la sensibilità per la tutela dell’ambiente marino? Posso solo dire che finora abbiamo operato con difficoltà e senza ricevere alcun supporto economico, ma per proseguire dobbiamo reperire nuove risorse. Certo, soprattutto a livello istituzionale, sarebbe auspicabile che si rendessero conto che nel CNS disponiamo delle competenze e delle tecniche più avanzate per quanto concerne la qualità dei soccorsi e l’organizzazione degli interventi. Mi auguro che le collaborazioni fin qui attuate con il Ministero dell’Ambiente, il Corpo Forestale dello Stato, la Guardia Costiera possano quanto prima sfociare in una crescita e miglioramento delle attività, anche nell’ambito di ACCOBAMS. Solange Distefano Pozzuoli Humminbird the best art of fishing SmartCast RF35 è un ecoscandaglio che nasce dall’esperienza di Humminbird ed è in grado di risolvere i problemi di ogni pescatore amatoriale o professionista. Questo prodotto, costituito da un Fishfinder da polso e da un Sensore Sonar Remoto Avanzato, riesce a localizzare dal molo, dalla barca o dalla riva i pesci con una precisione incredibile. Attaccando il sensore Sonar alla lenza della canna da pesca, appariranno sul display dell’RF35 immagini dettagliate del fondale e dei pesci sottostanti. Comodità questa che permette di scandagliare diverse aree velocemente e di individuare quelle più promettenti per la battuta di pesca giornaliera. Le dimensioni del Fishfinder sono quelle di un normalissimo orologio da polso, il suo display LCD STN è retroilluminato in modo da garantire una pesca agiata anche durante la notte. Il Sensore Sonar invece, è completamente impermeabile ed ha un raggio di azione Wireless che copre fino a 22 metri per una profondità massima di 100 piedi. Inoltre il Sonar ha una copertura di 90 gradi con batteria ricaricabile e autonomia di 500 ore. La linea di prodotti SmartCast non si ferma solo al modello RF35: per gli irriducibili della pesca Humminbird ha creato RF25, un ecoscandaglio da canna da pesca che permette di raggiungere una maggiore profondità e un maggior raggio d’azione Wireless, oltre alla possibilità di un utilizzo in acqua che va ben oltre le 500 ore. Questo prodotto ha una profondità di 40 metri ed è adattabile a canne da pesca con dimensioni a partire da 8 fino a 12 mm. Per finire, e per par condicio, segnaliamo anche SmartCast RF15, realizzato per i pescatori più esigenti e pretenziosi. Questo oggetto è in grado di visualizzare i pesci ovunque si trovino grazie al suo cono da 90 gradi (Ultra Wide).