Progetto «Coscienza europea

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Progetto «Coscienza europea
Liceo Scientifico Statale «Gaspare Aselli» Cremona
Anno scolastico 2006/07
Progetto
«Coscienza europea»
Percorsi e approfondimenti di educazione civica
Insegnante: Prof. Marco Paolo Allegri
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Introduzione
Coscienza europea
di Marco Paolo Allegri
«Non vi parlerò dell’ Italia, ma dell’ Europa e non dell’ Europa di ieri e di oggi, ma dell’
Europa di domani, di quell’ Europa che vogliamo ideare, preparare e costruire»
Alcide De Gasperi
«La fine della politica di potenza come ispiratrice della condotta degli Stati, e la fine del
nazionalismo come animatore dei sentimenti popolari possono divenire la premessa di un nuovo
ciclo di civiltà per i popoli europei»
Altiero Spinelli
Notava un esperto dell’ integrazione europea che, mentre l’ appartenenza nazionale italiana
o francese o tedesca … è facilmente intuibile e definibile nell’ opinione diffusa, espressioni come
«cittadinanza europea», «identità europea» o, più semplicemente, «Europa», suscitano perplessità e
difficoltà ad esser declinate.
A quale Europa avviare gli studenti? L’ «Europa delle Patrie» (Charles De Gaulle), l’
«Europa delle Nazioni» (Federico Chabod), la «nostra Patria Europa» (Alcide De Gasperi), l’
«Europa funzionalista» (Jean Monnet), l’ Europa degli «eurocrati» e dei tecnicismi? Pur
riconoscendo il ruolo che nella storia dell’ integrazione e dell’ unificazione, tutte queste Europe
hanno avuto, anche soltanto in termini di riferimenti ideologici e programmatici, e riproponendoci
di comprenderle, non possiamo non pensare, all’ alba del Terzo Millennio, ad un’ «Europa dei
popoli», nella quale vi sia una relazione di reciprocità/circolarità fra ciò che unisce e ciò che
distingue, tra l’ unità e la pluralità. Se l’ Europa ha da essere una, i popoli sono molti. E sulle coste
del Vecchio Continente si sono affacciati, negli ultimi anni, i popoli di ogni angolo della Terra.
Ciascuno di loro chiede udienza, giustizia e accoglienza, con la sua cultura, le sue tradizioni,
mentalità, filosofie, concezioni del mondo. Ad un’ integrazione socio-culturale sul suolo del
Vecchio Continente, si aggiunge l’ esigenza di una nuova attenzione al Sud del mondo. La
Convenzione di Lomé (Cee/46 Stati africani, caraibici e del Pacifico, 1975), stilata per un sostegno
tecnologico e proficui rapporti commerciali, è un buon precedente ma lascia insoddisfatte molte
aspettative.
In ogni caso, non si può esser utopisti e idealisti a oltranza negli auspici. Pur senza cadere in
un cinico «machiavellismo», non dobbiamo ignorare la concreta dimensione storica: i precedenti e
i condizionamenti storici non possono essere sottovalutati. L’ Europa (dei vinti e dei vincitori),
uscita a pezzi dalla seconda guerra mondiale, prendeva atto che le Potenze continentali non
dominavano più il «sistema mondo», e che gli Stati Uniti d’ America si sarebbero posti alla guida
del blocco occidentale (l’ Organizzazione europea di cooperazione economica per la gestione degli
aiuti del Piano Marshall è del 1948). Gli Stati anteposero, realisticamente, la cooperazione e l’
intesa ai tradizionali antagonismi. Non andarono oltre, però, un coordinamento per singoli settori e
pensarono ad una integrazione da realizzarsi con un graduale e circoscritto trasferimento di funzioni
e istituzioni, autonome dagli Stati. Il funzionalismo non ha certo contribuito ad accelerare la
democratizzazione politica della Comunità. La nascita del Consiglio d’ Europa (Strasburgo, 1949),
della Comunità economica europea (1957), dell’ Associazione europea del libero scambio (1959),
mise in luce che – nella logica della Guerra fredda – non l’ Europa nella sua totalità, ma soltanto l’
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Occidente europeo stava cercando forme di riaggregazione. L’ Europa dell’ Est, nei confronti della
cui democratizzazione oggi l’ Unione ha precisi doveri, si saldava nel Patto di Varsavia e nel
Cominform. La ricomposizione dell’ Occidente europeo si scontrava, del resto, con tenaci
resistenze interne, dal gollismo francese all’ euroscetticismo della Gran Bretagna. Ancora negli anni
novanta circolava nei mass media conservatori inglesi, la vignetta che proponeva l’ immagine cupa
di un Homo europeus che assomma in sé i più spregevoli vizi di tutte le nazionalità.
Nei primi anni settanta gli europei subirono la crisi petrolifera, videro tramontare settori sino
ad allora primari come il siderurgico e il minerario (era il declino del carbone e dell’ acciaio),
avvertirono anche il gap tecnologico che li separava ormai dagli Stati Uniti. Mentre la
globalizzazione faceva passi giganteschi, la Comunità si riscosse dal torpore e riprese vigore verso
la seconda metà degli anni settanta. Cooperazione e integrazione ritrovarono slancio di fronte alla
sfida statunitense ed asiatica. Nel 1973, Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca, entravano nella Cee.
Nel decennio seguente l’ Europa mediterranea si affacciava al suo orizzonte. Paesi di recente
democratizzazione e di debole industrializzazione, sollecitavano progetti di sviluppo regionale e
programmi comunitari per la ricerca tecnologica (Grecia, 1981; Spagna e Portogallo, 1986). La crisi
economica, comunque, giustifica parzialmente l’ «eurosclerosi» e l’ immobilismo degli anni ottanta.
Certo l’ integrazione monetaria e commerciale ha compiuto, nel frattempo, notevoli
progressi (Sistema monetario europeo per un’ area europea di stabilità monetaria, 1979;
integrazione commerciale con l’ abbattimento delle frontiere interne e la libera circolazione di
merci, servizi e persone, obiettivo che la Commissione presieduta da Jacques Delors, volle fosse
conseguito entro il 1992, Atto unico) ed ha giovato alla ripresa dell’ integrazione.
A Maastricht è nata l’ Unione europea. Il Mercato unico è entrato in funzione dal 1993 e si è
costituito uno spazio integrato tanto per il commercio dei prodotti dell’ industria quanto per i
servizi. Nel maggio del 1998 il Consiglio europeo ha varato l’ Euro come moneta unica dal 1°
gennaio 1999, con il coinvolgimento di undici Paesi, tra cui l’ Italia.
Eppure, a fronte delle conquiste economiche, commerciali e monetarie, la Comunità ha
stentato sul piano politico. In questo l’ Atto unico del 1986 e il Trattato di Maastricht sono rimasti
sulla carta. Il Consiglio europeo, espressione dei Governi nazionali, ha continuato a far valere il
suo primato politico nei confronti della Commissione. Lo stesso Parlamento europeo, eletto a
suffragio universale dal 1979, esercita tuttora prevalentemente poteri consultivi, anche se ha
acquisito un maggior potere politico. L’ Atto unico ha sancito la cooperazione tra Parlamento e
Consiglio dell’ Unione. Maastricht ha stabilito la codecisione legislativa tra Commissione,
Parlamento e Consiglio. Ma l’ obiettivo del federalista Altiero Spinelli resta lontano. Certo, con
Maastricht la prospettiva appare più gratificante. La Carta sociale e una maggior attenzione alla
problematica lavoro-occupazione, sembrano intrecciarsi con le nuove intenzioni politiche emerse
nel Trattato di Nizza; se ne vedranno gli esiti nella Conferenza intergovernativa del 2004. Nell’ Atto
unico, peraltro, compaiono incoraggianti termini, carichi di aspettative e speranze squisitamente
politiche: democrazia, diritti umani, libertà, eguaglianza, giustizia sociale, politica estera comune,
per uno spazio destinato ad espandersi.
Nel frattempo, l’ Europa dei Governi – hanno rilevato autorevoli commentatori – non ha
saputo tramutarsi in un polo autorevole della politica internazionale. Di fronte alla fine dell’ Unione
Sovietica e alle questioni mediorientali, è mancata un’ Europa unitaria e univoca, portatrice di un
solidale e compatto atteggiamento in politica estera e nella sicurezza comune. Manca all’ Europa
comunitaria perfino un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza dell’ Onu ed in tale sede non è
emersa una posizione unanime dei Governi europei su questioni come il ruolo del capitale
nordamericano in America Latina o gli esperimenti nucleari. Nella prima come nella seconda guerra
del Golgo hanno prevalso le distinzioni dei Governi nazionali nei confronti di una unanime,
incondizionata volontà di pace. Le esitazioni dell’ Europa comunitaria non hanno certo giovato, ad
esempio, ad evitare o a contenere la crisi della ex Jugoslavia che, nei primi anni novanta, si è
tradotta negli eventi drammatici ben noti a tutti.
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Ormai, l’ Unione non è più un semplice aggregato di istituzioni cui gli stati nazionali
avevano affidato politiche settoriali e circoscritte. Esiste una politica comune, le competenze della
Comunità sono cresciute e si sono estese. Essa si è attribuita la conduzione di settori di primario
rilievo, ha una personalità giuridica e una struttura definita e articolata (TABELLA A). Acquisita l’
integrazione europea, è venuto il tempo di pensare all’ identità sociale-culturale-civile dell’ Unione,
alla cittadinanza comune, ai diritti politici e civili. L’ Unione è, in questo, all’ inizio, anche se diritto
al lavoro, diritto alla salute e gli altri diritti sanciti dalle Costituzioni degli Stati membri, sono già
comparsi nella Carta dei diritti (Nizza) come si evince dalla TABELLA B. Il prossimo passo dovrà
essere la Costituzione politica dell’ Unione. L’ unità nella diversità, la pluralità su di un comune
sostrato: non è facile definire la sostanza di un’ appartenenza europea. L’ intera cultura occidentale
– liberale e democratica – può costituire la trama unitaria di un incontro tra civiltà, che non sia
genericamente «tollerante», ma si contraddistingua per l’ empatia, la comprensione, la disponibilità,
l’ accettazione. La vera sfida per le prossime generazioni europee sarà quella di una giusta via di
mezzo tra l’ «occidentalismo» e l’ anonima ed estraniante «multiculturalità»
Al di là del consenso dei singoli studenti per schieramenti politici ed ideologici o per leader
politici, è certo che l’ esigenza di una «coscienza europea», dopo Maastricht, Amsterdam e Nizza, si
impone come obiettivo formativo-educativo prioritario. L’ accelerazione conferita dai tre Trattati
all’ unità politica europea esige futuri cittadini consapevoli del proprio status. Del resto, in termini
più strettamente didattici, l’ Unione europea rappresenta l’ epilogo e insieme la prospettiva dell’
intera storia medioevale e moderna. Essa pone capo a vicende plurisecolari ed apre un nuovo
millennio, del quale abbiamo appena intravvisto, con la fine della Guerra fredda, l’ avvìo
tormentato e travagliato, e non vi è dubbio che un’ autorevole soggetto internazionale promotore di
pace, sviluppo, collaborazione tra i popoli, avrà una funzione determinante.
E’ senz’altro importante che i cittadini degli Stati membri imparino a gestire correttamente l’
Euro, ma, come docente referente Euro, mi chiesi, quattro anni fa, se – oltre le pur importanti
informazioni su forme, stile, caratteristiche, lega, colori predominanti, raffigurazioni, tagli – la
moneta comune non dovesse essere occasione di attente riflessioni per quella generazione che ha,
oggi, tra i quattordici ed i venticinque anni e alla quale spetta l’ improbo compito di contribuire in
modo determinante e decisivo all’ avvìo cruciale e al consolidamento del processo di integrazione
politica, come sottolineava Beda Romano: «Con la moneta unica europea abbiamo fatto
indigestione di tecnicismi. A furia di parlare di unione monetaria abbiamo imparato a padroneggiare
termini che per molti anni sono stati appannaggio di pochi: tasso di interesse, inflazione
armonizzata, operazione di mercato aperto, parità centrale. Con l’ Euro non si viene a creare
soltanto un mercato unico di oltre 300 milioni di consumatori che avranno a disposizione la stessa
moneta e saranno governati da una sola Banca centrale, con sede a Francoforte. Con la moneta
unica si crea soprattutto una nuova comunità con riferimenti culturali al tempo stesso simili e
diversi. Simili perché la tradizione occidentale rimane un collante; diversi a causa delle differenze
ovvie che vi sono per esempio nello stile di vita tra un abitante di Oporto e un cittadino di
Stoccarda». «Euro: convertire anche le culture»: un titolo che esprime bene la posta in gioco (Il Sole
24 Ore, 27 dicembre 1998). Si tratta della sfida ad affrontare la complessità linguistico-culturale
della nuova Comunità, che, se ha un suo unitario fondamento nella tradizione occidentale, si
dispiega però in una pluralità eterogenea e multiforme di stili di vita, usi, consuetudini, mentalità,
concezioni.
L’ obiettivo prioritario per creare una solida «coscienza europea» nei giovani, secondo un
progetto didattico organico ed efficace, è certamente quello di una sensibilità aperta, con tolleranza
e pluralismo, alle diversità culturali, pur nella consapevolezza del comune fondamento (i diritti
universali). E’ perciò importante promuovere una attenta comprensione delle novità della
condizione sociale e giuridica implicita nella cittadinanza europea. Essa comporta diritti-doveri per
tutte le persone appartenenti ad ogni Stato membro dell’ Unione.
Vi è una rilevante svolta politica nelle posizioni soggettive dei singoli, che sono state
tradotte dal Trattato di Maastricht in sei diritti: 1) Libertà di circolazione e soggiorno nei territori
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degli Stati membri; 2) Diritto d’ elettorato attivo-passivo per le elezioni comunali, nello Stato ove il
cittadino abbia residenza; 3) Lo stesso vale per le elezioni europee; 4) Protezione diplomaticaconsolare in Stati terzi (non membri) nei quali lo Stato membro da cui proviene il cittadino, non sia
rappresentato; 5) Possibilità di petizione al Parlamento europeo; 6) Possibilità di rivolgersi al
Mediatore europeo. Si tratta di diritti che, sin da ora, prefigurano ed offrono al cittadino,
potenzialità e possibilità di grande rilievo, dischiudendogli una nuova dimensione culturale,
professionale, esistenziale.
Ciascuno di noi è destinato a vivere in una società in cui si opera e si compiono scelte in un
orizzonte europeo. Essere cittadini europei significa, però, conoscere anzitutto la struttura
istituzionale dell’ Unione e prender familiarità con istituti e categorie propri del diritto comunitario
(una competenza che non può più spettare soltanto agli operatori giuridici ed economici, gli «addetti
ai lavori»). Ma una avveduta «coscienza europea» deve anche saper «navigare» nella fitta ed estesa
rete di iniziative, progetti e azioni comunitarie, per acquisire ampie informazioni e sicure
consapevolezze. Dalla qualità della vita ai diritti civili, economici, sociali e sindacali, dalla politica
di cooperazione allo sviluppo, alle opportunità formative e professionali, si aprono al cittadino dell’
Unione un «mondo» ed una «condizione» tanto impegnativi quanto promettenti.
Tali esigenze trovano nei giovani forte rispondenza. Ne ho avuta conferma dall’ entusiasmo
e l’ interesse con cui gli studenti delle mie classi hanno seguito, dall’ anno scolastico 2000/01 ad
oggi, il Progetto di cui, nella TABELLA C, sono evidenziati gli estremi. D’ altra parte, solo la
prospettiva e la profondità storica possono dar loro la misura e la portata delle novità potenziali di
Maastricht, Amsterdam e Nizza. L’ Unione ha cominciato a delinearsi come promotrice di
progresso a misura d’ uomo ed intende attuare lungimiranti ed efficaci politiche di protezione
sociale. E non si dimentichino la moneta unica, la rimozione delle frontiere interne e il
consolidamento della coesione socio-economica, in vista di uno sviluppo equilibrato ed una crescita
sostenibile e compatibile, non inflazionistica ed ecologicamente avvertita, tesa a garantire e ad
accrescere l’ occupazione.
Gli interrogativi sul futuro dell’ Europa pongono capo ad un apprendimento-insegnamento
della storia che, dopo aver ricostruito i «fasti» e le nefandezze colonialistiche dell’ eurocentrismo
moderno e ottocentesco, mostra il rovesciamento di una «civiltà» trionfalistica e dominatrice nella
barbarie (le due guerre mondiali) e la perdita d’ identità di un’ Europa divisa tra i due «blocchi» nei
decenni della Guerra fredda. Ad uno studente si può e si deve lasciare un riferimento, un segno, una
speranza per il futuro, facendogli riscoprire, ad esempio, la lungimiranza (ma anche le angustie) di
quei «Padri dell’ Europa» che, di fronte a gravosi ostacoli (la forte viscosità dei nazionalismi, gli
antagonismi radicati nella storia moderna tra nazioni, la tenace pervicacia delle classi dirigenti nell’
arroccarsi all’ ombra delle sovranità nazionali), hanno intravvisto nuovi assetti politici
sopranazionali e nuove condizioni di convivenza civile.
La rivalutazione della «solitudine» di alcuni statisti di pregio (TABELLA D) consente di
sollevare la cortina delle facili retoriche e di ripercorrere le tappe di un tormentato processo di
integrazione che appena ora si appresta a diventare una vera sfida. Si pensi soltanto a quella sorta di
compromesso tra le «due vie all’ Europa», costituito dai tre pilastri eretti a Maastricht. Il primo
coinvolge pienamente l’ ambito comunitario secondo i Trattati (Cee, Ceca, Euratom) ed esprime l’
esigenza di una sempre più solida cooperazione in settori determinati. Il secondo e il terzo pilastro
(rispettivamente: la politica estera e per la sicurezza comune; la cooperazione giudiziaria e negli
affari interni) confermano, invece, le procedure della cooperazione intergovernativa. In sostanza, il
primo pilastro è fondato sul criterio comunitario e privilegia le istituzioni comunitarie rispetto al
ruolo dei governi nazionali, pur nei limiti di una prospettiva funzionalista. Nel secondo e nel terzo
pilastro persiste l’ irrinunciabilità del potere decisionale degli Stati membri (la cooperazione, in tal
caso, muove dai principi e dagli orientamenti generali, ma strategie, azioni, posizioni comuni, sono
scarsamente vincolanti). Si tratta di un compromesso tra istanze diverse, in cui la preminenza dello
Stato federale sembra ancora lontana. Federalisti, confederalisti, funzionalisti, si sono misurati,
nella seconda metà del Novecento, sull’ indirizzo da dare al processo di integrazione. La difficoltà
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reale era quella di contemperare lo Stato federale europeo con le singole identità nazionali. Ora è
però chiaro che la vera posta in gioco è l’ autentica coesione tra i popoli, in nome di principi come
la sussidiarietà, l’ interdipendenza e la solidarietà, che proiettano l’ Europa nel Sud del mondo con
un atteggiamento ben diverso dal passato. La sfida, dopo Maastricht, Amsterdam e Nizza, è che
simili questioni coinvolgano fortemente e direttamente i futuri cittadini, conferendo loro voce
politica e sospingendoli ad una partecipazione incisiva e produttiva.
La questione ambientale, l’ economia verde, lo sviluppo sostenibile, la logica e i miti della
globalizzazione, la condizione dei «dannati della terra» (per usare un’ espressione di F. Fanon), il
dovere delle attuali generazioni adulte nei confronti delle generazioni future: sono tematiche che
interpellano coscienze in formazione. La cui aspettativa è quella di un mondo nel quale la dignità
della persona umana, la civile convivenza, la legalità, la liberazione dal bisogno non siano soltanto
formule da enunciare ma condizioni in cui vivere. Un’ Europa comunitaria che non aiuti soltanto se
stessa, solidale con le aree di sottosviluppo e arretratezza, un’ Europa che si apra con una forte
cooperazione al Sud del mondo: è questa l’ Europa da insegnare agli studenti.
Indicazioni bibliografiche
Le fonti disponibili per gli studenti (ma anche per quei docenti che volessero approfondire l’
argomento) sono di due ordini.
I riferimenti bibliografici cartacei tradizionali costituiscono un sostegno valido per chiarire
questioni, illuminare tematiche, tracciare preliminarmente percorsi di riflessione e ricerca, utili per
evitare di perdersi, poi, in una navigazione inconcludente.
Una sintetica ed efficace introduzione, attenta alla dimensione internazionale ed al governo
dell’ Unione, è il saggio di Piero S. Graglia, L’ Unione europea. Uno spazio politico ed economico
per 370 milioni di cittadini, Il Mulino, Bologna 2002.
Valido strumento lessicale - informativo – concettuale interdisciplinare per lo studente che
voglia prender confidenza con la sua futura condizione di consapevole cittadino europeo, è: AA.
VV., Dizionario del cittadino europeo, Bruno Mondadori, Milano 2002.
Allo studente che esiga conoscenze-competenze ancor più circostanziate e qualificate nella
dimensione storico – istituzionale – giuridico – economico – politica, è destinato il Dizionario dell’
Unione europea, Simone, Napoli 2000.
Al fine di una conoscenza approfondita del sistema europeo di protezione dei diritti dell’
uomo e della relativa disciplina internazionalistica (la Convenzione europea dei diritti dell’ uomo e
l’ Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) nei confronti di altri sistemi (come
il sistema interamericano, l’ Osa, il sistema africano e il sistema arabo) si veda: La tutela
internazionale dei diritti umani, Simone, Napoli 2003.
Per cogliere l’ istanza profondamente democratica che ha promosso la Carta europea ed ha
posto le basi della futura Costituzione europea, si può consultare: F. Mastronardi (a cura di), La
Carta dei diritti fondamentali dell’ Unione europea. Genesi e contenuto della Carta. Richiamo alle
fonti di riferimento. Tavole di orientamento, Simone, Napoli 2001.
Le quattro libertà (libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali) e
le politiche comunitarie, sono analizzate, nella loro concreta attuazione, in: Il mercato interno e il
diritto materiale delle Comunità europee aggiornato al Trattato di Nizza del 26 febbraio 2001,
Simone, Napoli 2001.
Sulle prospettive politiche dell’ Unione e sullo stato attuale della sua macchina istituzionale
si possono consultare: Luciano Bardi – Piero Ignazi, Il Parlamento europeo, Il Mulino, Bologna
2002; S. Gozi, Il governo dell’ Europa, Il Mulino, Bologna 2001; N. Nugent, Governo e politiche
dell’ Unione europea, Il Mulino, Bologna 2001.
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Agli studenti che intendano privilegiare la prospettiva storica ed una analisi delle idee e
delle strategie dei «Padri dell’ Europa», si consigliano volumi come, ad esempio, Maria Romana
Catti De Gasperi, La nostra patria Europa. Il pensiero europeistico di Alcide De Gasperi, Arnoldo
Mondadori, Milano 1969; Altiero Spinelli, Diario europeo. 1976-1986, a cura di E. Paolini, Il
Mulino, Bologna 1992.
Internet è estremamente fecondo di siti europei della più varia natura, oggetto e
orientamento, ma richiede un preliminare discernimento e orientamento. Si propongono alcuni siti
come punti di partenza e di riferimento per ulteriori percorsi.
La Commissione gestisce il server ufficiale dell’ Unione, ove sono reperibili i link per le
istituzioni.
http://europa,eu.int.
Un articolo di Encarta enciclopedia fornisce sintetiche informazioni sulla storia dell’
Unione europea e ne presenta la struttura istituzionale.
http://www.encarta.msn.it/find/Concise.asp?z=1&pg=2&ti=761579567
Oltre ai documenti dell’ Unione e alle Fonti d’ informazione, L’ Unione europea in linea
offre un quadro completo su Attualità, attività, Istituzioni, con attenzione alle Ultime novità. Nelle
varie sezioni si incontrano Schede di sintesi della legislazione europea, documenti cmuni alle
istituzioni, una presentazione ampia e dettaglia delle attività (dagli aiuti umanitari all’ allargamento,
dall’ occupazione e politica sociale alla politica regionale). E’ proposta anche una Bozza di
Costituzione.
http://europa.eu.int/index
Europarl fornisce un Servizio stampa, l’ ABC (dagli eurodeputati alla Posta del cittadino,
Petizioni, Registro dei documenti e guida alla ricerca, dal Mediatore europeo ai Gruppi di interesse
accreditati. La Documentazione fornisce: Regolamento del Parlamento, Gazzette ufficiali, Studi,
workshops e documentazione, bollettini. Nelle Attività, si forniscono, tra l’ altro, un Calendario
completo con ordini del giorno, le Interrogazioni parlamentari, la composizione delle riunioni.
http://www.europarl.eu.int/home/default
Europa lex, accurato servizio di informazione, propone un Indice completo e analitico, da
Agricoltura a Famiglia, da Formazione a Lavoro, nel quale muoversi per reperire tutte le
informazioni utili su regolamenti, direttive, note, discorsi relativi a tutti gli ambiti di intervento dell’
Unione.
http://www.europalex.kataweb.it/
Europamica, Dialogo tra i cittadini e l’ Europa, si articola in Sezioni interessanti, come «L’
allargamento è una realtà» (E’ nata la grande Europa: news, testi, commento sull’ ampliamento dell’
UE a 25 paesi), e «La convenzione europea» (Partecipare al dibattito sul futuro dell’ Europa: pagine
specifiche, news e dossier).
http://www.europamica.it/database/europamica/europamica.nsf?OpenDatabase
Info point europa Comune di Modena, reti d’ informazione dell’ Unione Europea, è un
centro informativo sulle attività e opportunità dell’ Unione. Tra le News, Discovering Europe 25:
«Conoscere da vicino i 10 paesi che entreranno nell’ Unione europea da maggio 2004». L’ Info
point europa partecipa come partner al progetto transnazionale Discovering EU25 promosso dal
Ministero degli affari esteri austriaco.
http://ipeuropa.comune.modena.it/
Europe Direct è una linea diretta con l’ Unione e propone Link utili come L’ Europa vicino a
casa vostra, Contatti nelle istituzioni dell’ UE, Tirocini nelle istituzioni europee, Assunzioni,
Pubblicazioni. Altri servizi: Signpost, Servizio di orientamento per i cittadini, SOLVIT:
Risoluzione di problemi nel mercato interno, Public-services.eu: Informazioni sui servizi pubblici
transfrontalieri in Europa.
http://europa.eu.int/europedirect/index
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L’ home page del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali si articola nei vari settori
delle politiche comunitarie e internazionali.
http://www.welfare.gov.it/aree+di+interesse/internazionali/Unione+Europea/.../default.ht
L’ Ufficio Relazioni internazionali dell’ Università di Brescia offre informazioni sui
principali programmi dell’ Unione a sostegno della ricerca scientifica e tecnologica e per assistere
docenti e ricercatori per l’ inoltro delle proposte di finanziamento e per la gestione dei relativi
contratti. Se ne occupa un gruppo coordinato dal dott. Aldo Taccani. Un apposito sito per acquisire
informazioni è attivo anche presso l’ Università degli Studi di Milano.
http://master2.cci.unibs.it/fineuro
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Tabella A
La macchina e la struttura istituzionale dell’ Unione europea. Organi e funzioni.
LA COMMISSIONE, in cui sono confluite le Commissioni Ceca (Alta autorità), Cee, Euratom (
Trattato di fusione degli esecutivi, 1967), è costituita dal Collegio dei commissari e dal Presidente
(19 + 1) che gestiscono 36 dipartimenti e 23 direzioni generali. Con l’ allargamento dell’ Unione, a
ciascun Paese dovrebbe essere assegnato un commissario, ma se si arriverà a 27 membri, qualcuno
ne resterà privo. I commissari dispongono di un Gabinetto con funzioni di segreteria e
informazione. La Commissione ha potere legislativo, ma le sue proposte diventano leggi previa
approvazione del Consiglio dei ministri dell’ unione. La Commissione vigila sull’ attuazione di
norme e politiche comunitarie nei Paesi membri. Il presidente rappresenta l’ Unione nelle relazioni
internazionali.
IL CONSIGLIO dell’ Unione, Consiglio dei ministri dei Paesi membri, approva regolamenti,
direttive e decisioni proposti dalla Commissione. La sua composizione varia a seconda delle
questioni esaminate e dei relativi settori di competenza dei ministri (affari esteri, economia e
finanza, agricoltura e politiche agricole, trasporti, ambiente ecc.). L’ Atto unico ha stabilito che il
Consiglio dell’ unione voti a maggioranza qualificata su questioni come quelle agricole e
ambientali, all’ unanimità su questioni come quelle fiscali e industriali. Dal 1° gennaio 2005 sarà
definita la quota ponderata di voti che spetterà ad ogni Paese membro. Per la politica estera e di
sicurezza comune e per la cooperazione in materia di giustizia e affari interni, il consiglio dell’
Unione approva posizioni comuni, azioni, convenzioni.
IL CONSIGLIO EUROPEO è composto dai capi di stato e di governo e dal presidente della
commissione. Formula indirizzi e traccia i percorsi negoziali che condurranno a trattati.
IL PARLAMENTO EUROPEO è eletto a suffragio universale diretto ed è l’ erede dell’ Assemblea
parlamentare Ceca (1952-1957) e dell’ Assemblea parlamentare europea (1957-1962). La
ripartizione dei seggi è proporzionale a dimensioni e popolazione di ogni Stato membro. Il
Parlamento elegge il presidente e l’ ufficio di presidenza e articola i suoi lavori con venti
commissioni permanenti. Non può esser paragonato ad uno dei Parlamenti degli Stati membri, non
avendo potere legislativo che gli consenta di approvare o abrogare leggi, e non potendo esercitare
rilevanti poteri di controllo nei confronti dell’ esecutivo (può avanzare mozione di censura nei
confronti della Commissione e provocarne le dimissioni: è accaduto una volta) e riceve relazioni
periodiche sulle attività svolte dalla Commissione e dal Consiglio dell’ Unione. Commissari e
Consiglio dell’ Unione rispondono alle interrogazioni dei Parlamentari. La procedura di codecisione
tra Parlamento e Consiglio riguardo alle proposte della Commissione è stata introdotta a Maastricht.
L’ Atto unico (1986) aveva previsto la cooperazione (che riguarda la politica economica e
monetaria). La consultazione semplice tra i due organi investe i prezzi agricoli.
LA CORTE DI GIUSTIZIA si pone come garante del diritto comunitario cresciuto negli anni,
ovvero del complesso di trattati, leggi e regole. Si compone di un Presidente, 14 giudici, nove
avvocati generali e un cancelliere. E’ affiancata da un Tribunale di prima istanza (15 giudici). La
Corte si pronuncia su ricorsi su richiesta dei tribunali degli Stati membri per interpretazioni.
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LA BANCA CENTRALE EUROPEA COSTITUISCE, con le Banche centrali nazionali, il Sistema
europeo delle banche centrali. Alla Banca centrale spetta condurre la politica monetaria comune in
vista della stabilità dei prezzi. A definire le direttrici della politica monetaria provvede il Consiglio
direttivo (Commissione esecutiva con sei commissari più i governatori delle Banche centrali
nazionali che hanno aderito all’ Euro). Il Consiglio generale comprende anche i governatori delle
Banche centrali che non partecipano alla moneta unica.
LA BANCA EUROPEA DEGLI INVESTIMENTI promuove lo sviluppo industriale dei Paesi
membri. E’ guidata dalla Commissione costituita dai ministri delle finanze nazionali.
LA CORTE DEI CONTI EUROPEA è l’ organo preposto al controllo dei fondi dell’ Unione. E’
composta da sei membri nominati dal Consiglio dell’ Unione, sentito il Parlamento.
IL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE DELLA COMUNITA’ europea è costituito da 344
membri (Trattato di nizza) divisi tra datori di lavor0, lavoratori, attività diverse e nominati dal
Consiglio dell’ unione, sentiti i governi nazionali, secondo il criterio proporzionale.
IL COMITATO DELLE REGIONI risponde al principio della sussidiarietà e all’ esigenza di dar
voce agli enti locali. Ha funzioni consultive nei confronti della Commissione e del Consiglio dell’
unione.
IL MEDIATORE EUROPEO di Strasburgo accoglie ricorsi dei cittadini che non abbiano ricevuto
chiarimenti dalle Amministrazioni che ritengano responsabili di irregolarità.
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Tabella B
La Carta dei diritti fondamentali dell’ Unione europea (approvata dal Parlamento
europeo e ratificata dal Vertice di Nizza)
PREAMBOLO/ I valori a fondamento dell’ unione: dignità umana, libertà, eguaglianza, solidarietà,
democrazia, stato di diritto. La cittadinanza dell’ Unione in uno spazio di libertà, di sicurezza,
giustizia.
CAPO I/ Dignità umana, Diritto alla vita, Diritto all’ integrità della persona, Proibizione della
tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, proibizione della schiavitù e del lavoro
forzato.
CAPO II/ Diritto alla libertà e alla sicurezza, Rispetto della vita privata e della vita familiare,
Protezione dei dati di carattere personale, Diritto di sposarsi e di costituire una famiglia, libertà di
pensiero, di coscienza e di religione, Libertà di espressione e d’ informazione, Libertà di riunione e
di associazione, Libertà delle arti e delle scienze, Diritto all’ istruzione, Libertà professionale e
diritto di lavorare, libertà d’ impresa, diritto di proprietà, diritto di asilo, protezione in caso di
allontanamento, di espulsione e di estradizione.
CAPO III/ Uguaglianza davanti alla legge, non discriminazione, Diversità culturale, religiosa e
linguistica, Parità tra uomini e donne, Diritti del bambino, Diritti degli anziani, Inserimento dei
disabili.
CAPO IV/ Diritto dei lavoratori all’ informazione e alla consultazione nell’ ambito dell’ impresa,
Diritto di negoziazione e di azioni collettive, Diritto di accesso ai servizi di collocamento, Tutela in
caso di licenziamento ingiustificato, Condizioni di lavoro giuste ed eque, Divieto del lavoro
minorile e protezione dei giovani sul luogo di lavoro, Vita familiare e vita professionale, Sicurezza
sociale e assistenza sociale, protezione della salute, Accesso ai servizi d’ interesse economico
generale, Tutela dell’ ambiente, protezione dei consumatori.
CAPO V/ Diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo, Diritto di voto e di
eleggibilità alle elezioni comunali, Diritto ad una buona amministrazione, Diritto d’ accesso ai
documenti, mediatore, Diritto di petizione, Libertà di circolazione e di soggiorno, Tutela
diplomatica e consolare.
CAPO VI/ Diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale, presunzione di innocenza e diritti
della difesa, principi della legalità e della proporzionalità dei reati e delle pene, Diritto di non essere
giudicato o punito due volte per lo stesso reato.
CAPO VII/ Ambito di applicazione, Portata dei diritti garantiti, livello di protezione, Divieto dell’
abuso di diritto.
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Tabella C
Soggetti
(destinatari)
Obiettivi e
Prerequisiti
Destinatari/protagonisti: gli studenti delle classi terze, quarte e quinte.
•
•
•
Consolidare il senso di appartenenza ad un universo storico
determinato ma aperto all’ impegno costruttivo-creativo delle
nuove generazioni di cittadini europei, per una società pluralista,
polietnica,
multiculturale
e
interculturale,
integrante,
interlocutrice di pace e cooperazione per/tra/con il popoli.
Acquisire informazioni e conoscenze sulle competenze, strutture,
poteri e ambiti d’ intervento delle istituzioni europee, e sulle
politiche comuni, sui processi di integrazione economica, sulle
implicanze politiche e sociali dell’ unità monetaria. Alcuni
possibili percorsi:
1. Una cronologia degli eventi significativi nella storia dell’
Unione.
2. Gli organi legislativi, esecutivi, giurisdizionali e di
controllo dell’ Unione.
3. I Tre Pilastri dell’ Unione e le competenze, nei singoli
Pilastri, degli organi comunitari.
4. La Carta dei diritti.
Attualizzare l’ insegnamento-apprendimento della storia e
conferire densità alla memoria-coscienza storica. I vettori del
passato convergono su un futuro da ri-costruire e ri-fondare
consapevolmente e responsabilmente, secondo le categorie dell’
azione, della partecipazione, del pluralismo, della solidarietà,
della condivisione, dell’ integrazione, della cooperazione:
a) L’ Occidente cristiano medioevale e la dottrina delle due
spade.
b) Il Sacro romano Impero e la dialettica tra i poteri
universalistici.
c) Dall’ anarchia feudale alle monarchie neofeudali.
d) L’ Europa moderna degli Stati e delle Nazioni: il modello
della
monarchia
assolutistica
francese
e
il
costituzionalismo-parlamentarismo inglese.
e) Dai moti liberal-nazionali alle riunificazioni degli Stati
nazione nell’ Ottocento.
f) I nazionalismi esasperati nell’ età dell’ «imperialismo
classico»; eurocentrismo e dominio europeo sul «sistema
mondo».
g) La crisi novecentesca dell’ eurocentrismo, dopo la fine
della Grande Guerra e i prodromi della decolonizzazione.
h) La contrapposizione tra l’ Europa dell’ Est e l’ Europa
dell’ Ovest: due «mondi», due culture, due sistemi politici,
fra libertà ed eguaglianza. Dissenso all’ Est e
Contestazione studentesca all’ Ovest.
i) L’ internazionalismo sovietico negli anni della Guerra
fredda e l’ imperialismo statunitense.
j) Decolonizzazione e neoimperialismo.
k) L’ euroscetticismo, il con federalismo, il funzionalismo, il
federalismo: il dibattito sull’ unità europea.
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Attività
(discipline coinvolte,
organizzazione e tempi,
contenuti e
metodologie)
Risultati attesi
Modalità di valutazione
e documentazione
Storia, filosofia ed educazione civica. Anni scolastici dal 2000/01
al 2003/04.
• Incontri con europarlamentari di vari schieramenti, docenti
universitari e commentatori di politica internazionale, organizzati
da Enti pubblici e privati.
• Ricerche-approfondimenti multimediali-cartacei, individuali e di
gruppo, in vista della produzione di saggi storici brevi e
trattazioni sintetiche, su argomenti come i seguenti, citati ad
esempio:
1. I «Padri fondatori dell’ Europa», per conoscere l’ impegno, la
tenacia, le idee, le strategie di alcuni intellettuali e politici che
hanno posto le basi dell’ Unione, nonostante i molteplici ostacoli.
2. Le Istituzioni europee e le opportunità formative-professionali,
per imparare ad essere cittadini europei, sondando le procedure, le
potenzialità, le disponibilità offerte da ordinamento, istituzioni,
politiche, programmi, regolamenti.
• Conoscenze-competenze in vista dell’ Esame di Stato.
• Sviluppo di una sensibilità culturale-storica-civica, consapevole
del tormentato cammino di una difficile integrazione ma anche
convinta degli obiettivi che l’ Unione deve porsi e conseguire.
• Acquisizione-comprensione critica di parole-chiave istituzionali,
politiche, giuridiche, economiche, per un lessico organico e
strutturato, che avvii alla padronanza delle procedure comunitarie,
delle prerogative, delle funzioni, degli atti dei singoli organi. Ad
esempio: Assemblea, azione comune, atto, carta, clausola,
conferenza europea, cooperazione, convenzione, dialogo sociale,
dichiarazione comune, direttiva, eurosportello, fondo, forum,
iniziativa comunitaria, integrazione differenziata, mercato
comune, minoranza di blocco, metodo comunitario o
intergovernativo, misure di salvaguardia e protezione,
normalizzazione, osservatorio, parere, programma, patto,
petizione, piano, posizione comune, politiche comunitarie, prezzo
limite, principi e orientamenti generali, procedura di codecisione,
di conciliazione, di cooperazione, rapporto, regolamento, strategia
comune, sussidiarietà, trattato.
• Ricerche-approfondimenti multimediali, individuali e di gruppo.
Navigazione Internet. Bibliografia e letteratura cartacea e
multimediale.
• Elaborazione di relazioni-saggi storici brevi / definizioni brevi /
mappe concettuali / schemi.
• Orientamento, a cura del docente referente, per eventuali
approfondimenti interdisciplinari in vista dell’ Esame di Stato.
•
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Tabella D / I Padri dell’ Europa: biografia, impegno e linee politiche, strategie.
Produzione di un saggio storico-biografico breve
Primo Cancelliere della Germania federale, dal 1949 al 1963, fu tra coloro che
Konrad
Adenauer vollero con più fermezza la ricostruzione tedesca nel secondo dopoguerra e l’
Alcide De
Gasperi
Jean
Monnet
Robert
Schuman
Altiero
Spinelli
ingresso della Germania federale nelle tre Comunità europee, come nazione
fondatrice. Si impegnò per costruttivi rapporti diplomatici tra il suo Paese e le due
Superpotenze negli anni del dopoguerra.
Presidente del Consiglio italiano dal 1949 al 1953. Il suo convinto europeismo lo
indusse a sostenere la Comunità europea del carbone e dell’ acciaio (1951), della
cui Assemblea fu Presidente. Auspicò la Comunità europea di difesa e la Comunità
politica europea. L’ articolo 38 del Trattato Ced fu voluto proprio da lui e
prevedeva lo statuto di una Comunità politica europea. Egli auspicava, in sostanza,
già una Costituzione, di cui si sarebbe dovuta occupare l’ Assemblea parlamentare
dei Sei. La Comunità politica europea, affidata a Paul-Henri Spaak e a Georges
Bidault, apparve azzardata e fu accantonata. Con De Gasperi, l’ Italia del
dopoguerra potè dialogare su un piano di parità con i partner internazionali.
Primo vice Segretario generale della Società delle Nazioni, fu anche Presidente del
Comitato per il coordinamento economico franco-britannico all’ inizio della
seconda Guerra mondiale. Negli anni di guerra capì che la pace europea sarebbe
stata perennemente compromessa dalla dimensione nazionale degli Stati. La
limitata dimensione non avrebbe consentito loro di assicurare ai propri cittadini
quel benessere e quello sviluppo che solo una federazione europea avrebbe
permesso. De Gaulle volle Monnet Commissario generale del Piano (che da lui
prese il nome) per la ripresa ecnomica della Francia (nel quadro del Piano Marshall
degli aiuti statunitensi). La Francia voleva il controllo della Ruhr, ma Adenauer fu
chiaro: la Germania non sarebbe stata un buon partner europeo se costretta alla
subordinazione. Monnet constatò l’ immutato antagonismo fra i due Stati r capì l’
esigenza di un progetto di unificazione europea (il futuro Piano Schuman). Il
progetto fu elaborato da Monnet e prevedeva un’ integrazione di tipo funzionalista:
Ne sarebbe nata la Ceca, che fu da lui presieduta dal 1952 al 1955. Non gli riuscì il
progetto della Ced ma il Comitato d’ azione per gli Stati Uniti d’ Europa, da lui
fondato, si rivelò efficace per la via unitaria.
Uno dei più fermi sostenitori dell’ Europa unita. Di natali lussemburghesi, fece
politica in Francia. Primo Ministro del 1947, Ministro degli esteri dal 1948 al 1953,
aderì al funzionalismo e sostenne l’ integrazione europea come unica via alla pace
futura. Di qui il Progetto Schuman, ispirato da Monnet, per un’ organizzazione che
mettesse in comune le risorse carbosiderurgiche degli Stati membri, così da evitare
che Francia e Germania continuassero a prender decisioni autonome sugli
armamenti. Schuman fu il primo Presidente dell’ Assemblea europea.
Nel 1943 fondò il Movimento federalista europeo di cui fu Segretario generale dal
1948 al 1962. Il suo nome è legato al Manifesto di Ventotene. Nel 1970 fu
nominato membro della Commissione delle Comunità europee come responsabile
della politica industriale e fu eletto alle prime elezioni del Parlamento europeo.
Elaborò il Trattato sull’ Unione europea e fondò il «Club del Coccodrillo», cui
aderirono molti parlamentari europei impegnati nel progetto di Costituzione
europea. Spinelli si ripropose, negli anni otanta, di riformare le istituzioni europee
per conseguire un equilibrio tra Parlamento, Commissione e Consiglio dei ministri,
per rafforzare i poteri del primo e avviare un’ unione politica federale. Per quanto
non recepito, il suo progetto promosse l’ Atto unico (1986) tra i Dodici, che ridiede
vitalità all’ Unione e preparò Maastricht.
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