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Il Foglio di
Numero 1 del 21 Febbraio 2016
Ecologia - Ambiente - Turismo - Benessere - Società
Contenuti curati dall’Associazione Ecosicilia - Supplemento al “Settimanale di Bagheria”
FREE LIBRARY a Porticello
Nella piccola frazione di Porticello, a Santa Flavia, un gruppo di giovani ha dato vita alla prima libreria di strada in Sicilia sulle orme
delle “Little Free Library”, fondata negli Stati Uniti nel 2009, su una
idea di Todd Bol di Hudson nel Wisconsis.
L’idea è quella di creare una libreria artigianale e posizionarla in
strada al passaggio della gente. Al suo interno ci sono dei libri di
generi diversi che possono essere letti, portati via e riportati, do-
nati. Una libreria in movimento. Si possono anche riunire diverse
persone per far nascere gruppi di lettura dei libri presenti. Lo scopo
è quello di una relazione sociale in cui persone scambiano idee e
libri, si incontrano per leggere e scambiarsi opinioni; una relazione culturale perchè leggere è cultura; uno scambio intergenerazionale e di integrazione. Attorno alla libreria di strada possono
scambiarsi idee e letture persone con diverse età, ma che hanno
in comune l’amore per la lettura ed i libri. Una libreria di strada si
basa sopratutto sull’amore per la lettura ed il libro. Puoi leggere sul
posto il libro che prendi oppure puoi prenderlo e portarlo via con
l’impegno di riportarlo. Puoi donare i tuoi libri per dare modo ad
altri di leggere. Il motto è molto semplice e diretto: ‘Take a book Return a book’ ‘Prendi un libro - Riporta un libro’.
La speranza di questi ragazzi è che in Sicilia possano nascere altre
realtà come Porticello e che l’amore per i libri e la lettura possa
spingere la Little Free Library ha coinvolgere un sempre maggiore
numero di fruitori.
Un defibrillatore per il palazzetto sportivo di Ficarazzi
E’ stato donato dal Sindaco Paolo Martorana con la sua indennità di carica
La Libreria di strada la
vogliamo anche a Ficarazzi.
La legge impone alle associazioni sportive o altri enti che praticano attivamente sport anche
a livello amatoriale di dotarsi di
una unità di defibrillazione e di
un responsabile che lo sappia
usare, durante le attività di allenamento e di gara. Per questo
motivo la Asd Volley Città di Ficarazzi aveva indetto un sorteggio tra amici e familiari delle atlete per arrivare alla quota di acquisto
dell’attrezzatura.
Una gara di solidarietà per dotare il palazzetto dello
sport del defibrillatore, strumento utile e salvavita
in attesa dei soccorsi quando si è in presenza di
un arresto cardiaco. Il fine della legge era appunto
L’iniziativa della Free Library è da
sposare. Per questo Ecosicilia e MSA
Alleanza Sociale stanno costruendo
la nicchia che ospiterà i libri e la sistemeranno presso la Piazza Padre
Pio. Un luogo centrale e facilmente
raggiungibile, ma anche simbolo di
degrado sociale. Una libreria da strada aperta a tutti e che ha lo scopo di
rendere fruibile la cultura del libro ai
ragazzi e attenzionare sulla situazione
della piazza.
Si spera che in primavera possa essere
inaugurata la nuova libreria, magari
con una festa.
quello di garantire un soccorso
immediato in caso di crisi cardiaca che risulta salvavita se
praticata entro pochi secondi.
L’amministrazione comunale
ha aderito alla gara di solidarietà ed il sindaco, avv. Paolo
Martorana ha messo a disposizione la sua indennità di carica
per l’acquisto del defibrillatore.
Un gesto per essere vicino alle realtà sportive che
soffrono la crisi economica e che difficilmente
avrebbero potuto procedere all’acquisto da sole.
Ora le associazione e gli eventi all’interno del palazzetto comunale avranno il defibrillatore e, oltre ad
aver rispettato la legge, una sicurezza maggiore.
Puoi approfondire tutte le tematiche sul sito internet: www.ecosicilia.it
Collegati anche con i tuoi dispositivi mobili. Il sito è ottimizzato per cellullari e tablet.
Parte la macchina della solidarietà a Palermo.
Raccolti in pochi giorni migliaia di euro. La sfida è dare alla Ex
Fonderia Basile la dignità di laboratorio artigianale per gli ultimi.
Una valanga di solidarietà che sta muovendo la società civile.
Palermo si
è mobilitata per la
Missione di
Speranza
e Carità di
Biagio Conte. Il laico
francescano aveva
cominciato lo sciopero della fame
dopo che la Fonderia Basile dove
erano sorti i laboratori artigianali
della Missione erano stati messi in
asta e venduti a privati. Dopo diversi
giorni di digiuno che hanno messo
a dura prova la resistenza di Biagio
Conte gli imprenditori di Partinico
che si erano aggiudicati il bene
all’asta hanno voluto incontrarlo e
hanno deciso di rivendere il bene
alla Missione per la stessa cifra di
acquisto e hanno pure fatto una
donazione.
Dopo l’annuncio di Bonetti e Cannone, i due imprenditori di Partinico
che avevano acquistato all’asta la
Fonderia, Biagio Conte ha sospeso
lo sciopero della fame e si è messo all’opera per trovare i fondi per
pagare i 164 mila euro ai proprie-
tari. E qui che
Palermo si è
messa in moto
per donare
alla Missione
anche un solo
euro. Le manifestazioni di
solidarietà non
sono mancate.
Via Archirafi, sede della Missione, è
un via vai di gente che dona. Molti
hanno preferito i canali telematici
per le donazioni. Anche diversi istituti scolastici e molte associazioni
si sono mobilitate per crescere la
rete di solidarietà attorno a Biagio
Conte. Gli istituti alberghieri hanno
fatto una enorme torta e venduto le
fettine. Il ricavato sarà devoluto alla
missione.
Altra buona notizia per la Missione
è la firma alla Regione della concessione della Ex caserma aeronautica
di via Decollati che ospita attualmente oltre 800 immigrati con un
canone di affito di circa duecento
euro l’anno. Una cifra irrisoria che
pone fine al lungo e travagliato iter
burocratico per l’uso di questi locali
da parte della Missione di Carità.
NO Trivelle
Il governo di Renzi ha dato il via libera al
referendum contro le trivellazioni in Italia
fortemente voluto dalle Regioni e da tutte le
associazioni ambientaliste. Il governo sembra
sperare che il referendum non arrivi al quorum richiesto del 50 % degli aventi diritto per
affondare il quesito referendario.
Per questo motivo le associazione e i promotori referendari sperano in una campagna referendaria diffusa mediante la rete ed i social
e dai tanti comitati spontanei che nascono in
questi giorni in tutta Italia.
Si tenta di evitare che gli elettori votino e si
stanno bruciando centinaia di milioni di euro
per fare una tornata elettorale singola per il
referendum e non accoppiarla alle elezioni
amministrative già in programma.
Una scelta del governo che cosi punta
all’astensionismo per evitare il risultato del
referendum. Noi di Ecosicilia siamo per il
NO alle TRIVELLE e per un futuro basato
su energie alternative e pulite. Basta con le
energie fossili che sono troppo inquinanti per
il pianeta.
La nostra associazione sarà in prima linea
per il Si al referendum e saremo presenti nel
territorio con gazebo e materiale informativo. Saremo parte attiva della campagna referendaria per il Si perchè è in gioco il nostro
territorio e l’ambiente che ci circonda.
In questa battaglia ci sentiamo vicini ai
Gruppi di Ricerca Ecologica che, come noi,
hanno a cuore questo referendum.
La SICILIA è la culla della conservazione del tonno. Grazie all’ingegno di
imprenditori siciliani il mondo può gustare la conserva di tonno tutto l’anno.
antica ricetta per
conservare il TONNO
Una
Favignana è l’isola dove ho vissuto fino ai miei quattordici anni. Poi mi sono trasferita a Trapani e a Palermo per studiare, ma la casa paterna è sempre lì ad aspettarmi nella stagione estiva.
I favignanesi sono molto bravi nel cucinare e conservare il tonno e, questa , è una ricetta che
ho appreso dalla mia gemella Margherita.
Comprare dei pezzi di tonno fresco da 600700g ( è importante il peso perchè altrimenti
verrebbe o troppo o poco salato ).
Il taglio consigliato è filetto o curiddra bianca.
Metterlo a bagno in una insalatiera con acqua
ed un bel pugno di sale per almeno tre ore.
Trascorso questo tempo, in una grossa pentola mettere acqua, tonno ben sgocciolato e
110 g di sale ogni litro di acqua che si è messa in pentola. Portare sul fuoco e, da quando
bolle, cuocere 40 minuti. Scolarlo su di un colapasta e porlo, quando è freddo, in frigorifero anche per tutta la notte: deve essere ben asciutto.
Tagliarlo a pezzettoni abbastanza grossi e invasare spingendo il più possibile (per risparmiare olio ). Io metto in barattoli da 250g alcuni pezzi di tonno, olio di oliva, altri pezzi..
ancora olio… l’importante è che il tonno sia ben coperto di olio e non fuoriescono dei
pezzetti. Chiudere con i coperchi e metterli in un largo tegame avvolti da strofinacci (per
evitare che si tocchino durante la bollitura): riempire il tegame di acqua e, dalla bollitura, calcolare 40 minuti di tempo. Alla fine, non toccare i barattoli dentro il tegame, ma
aspettare il completo raffreddamento. Consumarli dopo un mesetto circa. Io, non avendo
messo all’inizio un pugno eccessivo di sale nell’acqua, mi sono pappata il tonno dopo pochi giorni. Se si fa il tonno in questo modo, non si riesce più a mangiare quello comprato
nelle scatolette. Ottimo è servito come antipasto (per gli ospiti di riguardo, non certo ai
primi che capitano ) o usato per condire gli spaghetti con un semplice soffritto di aglio e
prezzemolo.
TRATTO DAL BLOG: Panza&Presenza
Due siciliani vincono al Carnevale di Venezia
Hanno portato nella laguna di Venezia i colori dei carretti siciliani indossando abiti di carnevale che ne ricordano i fasti. Due
siciliani, uno di Scicli e uno di Ragusa, hanno scelto il tema del
carretto siciliano per creare due abiti in velluto rosso molto belli
e suggestivi che usano nastrini, specchietti, borchie e pennacchi
colorati. Due abiti che richiamano i sfarzi del carretto siciliano e
della decorazione del cavallo di traino. I due siciliani hanno vinto
il concorso “La Maschera più a tema” del Carnevale di Venezia
famoso in tutto il mondo.
Oratorio S. Onofrio a Palermo
L’iniziativa è promossa dall’associazione La
carovana degli artisti nell’ambito del progetto Zyz-Palermo Splendente. L’obiettivo
è duplice: far conoscere ai cittadini chiese
poco conosciute e valorizzare l’attività delle
confraternite che nei quartieri storici operano a livello sociale. «Vogliamo far conoscere
il nostro patrimonio folkloristico».
Restituire alla città un sito di interesse artistico-culturale e saldare rapporti più stretti
con le confraternita che del monumento è
gestore. Per fare conoscere quel che questi
gruppi religiosi realizzano sul piano sociale
nel quartiere. Questo il segno che contraddistingue la riapertura al pubblico a partire
da domani dell’oratorio di Sant’Onofrio,
a Palermo, promossa dall’associazione La
carovana degli artisti, nell’ambito del progetto Zyz-Palermo Splendente. Un percorso
che in due mesi ha promosso visite guidate
in altre due chiese del capoluogo: Maria
Santissima degli Agonizzanti e San Matteo.
Adesso è la volta di Sant’Onofrio pilusu, il
santo a cui le donne si raccomandavano per
trovare marito, e all’oratorio cinquecentesco a lui dedicato nell’omonima piazza alle
spalle dell’area Quaroni.
«Non si tratta di una vera e propria riapertura perché la chiesa è già aperta e di proprietà della compagnia di sant’Onofrio Re
Eremita - racconta a MeridioNews Gianluca
Pipitò, vicepresidente dell’associazione La
carovana degli artisti -. Noi abbiamo chiuso
un accordo per la restituzione al pubblico
dell’oratorio. La confraternite ci danno la
disponibilità per realizzare visite guidate ed
eventi culturali, mentre noi le coinvolgiamo
e le sosteniamo nelle attività sociali sul territorio. Sono una risorsa storica e culturale
ma anche attiva».
Il Grano Antico: un amore riscoperto
La volontà di alcuni agricoltori di produrre il grano antico per un ritorno alla
biodiversità e ad una agricoltura bioetica, priva di veleni e chimica.
le sostanze nutritive ne
fanno un prodotto indicato per uno stile di vita
sano e consapevole. Si
chiama agricoltura bioetica perchè segue il naturale svolgersi delle fase di
produzione puntando su
concimi naturali e stimolando la natura a proteggersi da sola. Un equilibrio naturale che rende il
grano finale un autentica
delizia per il palato.
I prodotti agricoli di oggi sono condizionati dalle multinazionali che controllano
la produzione e la commercializzazione
fino all’utente finale. Le grandi imprese
hanno sono lo scopo del profitto portando ai margini la qualità e il rispetto per
l’ambiente.
Per questo i grani antichi che sono rimasti immutati nel tempo rappresentano
una riscoperta del sapore e della biodiversità. La loro produzione è una bonifica del territorio e l’uso in cucina di
questo grano è un vantaggio non solo nel
sapore, ma anche nella salute.
Un grano privo di residui chimici perchè
coltivato senza l’utilizzo di fitofarmaci e
veleni in tutta la fase della vita della pianta. Oltre a questo, il giusto equilibrio del-
Il costo è ovviamente più
elevato. Al consumatore finale potrebbe
sembrare proibitivo. In realtà è un delicato equilibro che remunera il coltivatore
e la filiera di produzione. Il fatto di rendere pubblico il costo di ogni passaggio
da l’idea che acquistando un kg di farina
biologica e prodotta da grani antichi è
economicamente conveniente se si considera il ritorno ad un agricoltura di qualità e priva di modifiche delle sementi in
laboratorio.
Le caratteristiche chimiche dei grani antichi sono ben diversi da quelli di oggi.
Basti dare un occhiata alla quantita di
glutine e ai carboidrati presenti. Nella farina di grano antico possono essere ben
quattro volte meno. Un segnale che fa
pensare al legame tra agricoltura e salute.
La modifica genetica
del grano
per l’industria del pane
La modificazione genetica del grano
è avvenuta dopo gli anni sessanta per
ottenere una varietà di grano che rispondesse meglio al mercato. In questo
senso si è lavorato in laboratorio per
creare sementi che producessero una
pianta più bassa e con più chicchi nella
spiga. Un accorgimento per permettere
alle macchine raccoglitrici di lavorare
più velocemente nella raccolta. Una
spiga con più chicchi ha aumentato
notevolmente la produzione per ettaro
di terreno.
Altro punto su cui si è lavorato in
laboratorio per la modifica genetica del
grano è la sua quantità di glutine. La
panificazione industriale ed i ritmi di
produzione nei panifici ha reso necessario un alto contenuto di glutine nelle
farine che permettono una lavorazione
più snella e veloce nella produzione di
pane e negli altri prodotti da forno.