5 LEZIONE REALISMO IMPRESSIONISMO

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5 LEZIONE REALISMO IMPRESSIONISMO
5 LEZIONE
REALISMO
IMPRESSIONISMO
Pag. 84-95
L'EUROPA DEL SECONDO OTTOCENTO
1848 ANNO DELLE GRANDI RIVOLUZIONI
A PARTIRE DALLA FRANCIA, I CONTADINI CHIEDEVANO L'ABOLIZIONE DEI DIRITTI FEUDALI,
PROLETARIATO E BORGHESIA ASPIRAVANO AD AVERE PIU' RILEVANZA POLITICA
FRANCIA
1848 FU PROCLAMATA LA SECONDA REPUBBLICA
1852 NAPOLEONE III BONAPARTE diede vita al secondo impero che durò fino alla battaglia di
Sedan1870, vinta dai Prussiani, cui seguì una terza fase repubblicana.
ITALIA
1861 Grazie all'intervento di NAPOLEONE III il RISORGIMENTO si compì con la conquista dell' UNITA'
NAZIONALE
GERMANIA
1871 sotto la guida di OTTO VON BISMARCK, cancelliere di GUGLIELMO I di Prussia, che
dopo aver sconfitto AUSTRIA e FRANCIA proclamò L'IMPERO TEDESCO
INGHILTERRA
1837-1901 Si tenne fuori dai moti, godendo di una forte stabilità istituzionale, grazie al lunghissimo regno della
regina VITTORIA
La seconda rivoluzione industriale 1870-1880
SCOPERTE TECNICO SCIENTIFICHE
-INDUSTRIA CHIMICA E PETROLCHIMICA
-ACCIAIO
-ELETTRICITA'
-MEDICINA- VACCINI (contro epidemie)
-MOTORE A SCOPPIO- AUTOMOBILE
-TELEGRAFO
-FOTOGRAFIA
-CINEMATOGRAFO (FRATELLI LUMIERE 1895)
PARIGI CAPITALE EUROPEA:
-AUMENTO POPOLAZIONE
-MASSE DI LAVORATORI
-CLASSE BORGHESE IMPRENDITRICE
MODERNA PROGETTAZIONE
URBANISTICA,
PRG DI HAUSSMANN
-RETI FERROVIARIE - LA PRIMA METROPOLITANA, LONDRA 1863
-PONTI – PONTE BROOKLYN 1869, JOHANN AUGUST ROBLING
-OPERE ARCHITETTONICHE- TORRE EIFFEL 1889, GUSTAVE EIFFEL
PROGRESSO
POSITIVISMO (illuminismo)
-scienza come sapere certo. Auguste Comte
Vista come chiave della felicità umana.
Sull'onda del positivismo si afferma in Francia il NATURALISMO:
(NEL CAMPO ARTISTICO)
RAPPRESENTARE LA REALTA' IN MODO OGGETTIVO E IMPERSONALE
ANTIROMANTICO
ASSOLUTA ONESTA' E OBIETTIVITA'
NELLA DESCRIZIONE DEI FATTI, DELLA
REALTA' SENZA MUTARLA O
SFUGGIRNE
ROMANTICO
ADESIONE AL PRESENTE, AL
CARATTERE POPOLARE DELLA SCELTA
DEI SOGGETTI
LETTERATURA FRANCESE - NATURALISMO - EMILE ZOLA, nei suoi romanzi descriveva
la realtà francese con la lotta di classe
- deve osservare la realtà, e non inventarla, per poi riprodurla oggettivamente;
- deve utilizzare una scrittura che risulti essere un documento oggettivo dal quale non deve
trasparire nessun intervento soggettivo dell'autore.
IN ITALIA, VERISMO DI GIOVANNI VERGA, pessimismo legato anche alle condizioni di
arretratezza economiche e sociali del Mezzogiorno
In pittura l'attenzione alla realtà del tempo fu espressa da tre gruppi:
- realisti in Francia
- impressionisti in Francia
- macchiaioli in Italia
IL Realismo si diffuse in
Francia intorno al 1848, non era una novità per i
soggetti popolari proposti, ma per il messaggio sociale. Fine dell'individualismo
romantico.
Massimo esponente GUSTAVE COURBET (i soggetti: gente povera, semplice, brutta)
"un oggetto astratto, invisibile, che non esiste, è estraneo all'ambito della pittura".
-temi e soggetti della realtà quotidiana, astenendosi da ogni sentimentalismo, senza
nessuna trasfigurazione che mascherasse i reali problemi sociali.
Impressionismo:
nasce intorno al 1860 a Parigi, idea del realismo per quanto riguarda l'osservazione diretta della realtà ,
aggiungendo la ricerca scientifica del periodo sui fenomeni ottici.
Si cerca di trasferire su tela il frutto di una visione sensoriale, la realtà sensibile.
Evita qualsiasi riferimento alla costruzione ideale della realtà, per far ciò cerca di riprodurre la sensazione ottica
con la maggior fedeltà possibile.
Sembra indifferente ai soggetti. In realtà, proprio perché può rendere piacevole qualsiasi cosa rappresenti,
l’impressionismo divenne lo stile della dolce vita parigina di quegli anni. Non c’è, nell’impressionismo, alcuna
romantica evasione verso mondi idilliaci, sia rurali sia mitici. C’è invece una volontà dichiarata di calarsi
interamente nella realtà urbana di quegli anni per evidenziarne tutti i lati positivi e piacevoli. Anche le
rappresentazioni paesaggistiche o rurali portano il segno della bellezza e del progresso della civiltà. Sono
paesaggi visti con gli occhi dei cittadini.
-Il colore e la luce sono gli elementi principali della visione: l’occhio umano percepisce
inizialmente la luce e i colori, dopo, attraverso la sua capacità di elaborazione cerebrale
distingue le forme e lo spazio in cui sono collocate.
-I colori posti su una tela agiscono sempre operando una sintesi sottrattiva: più i colori si
mischiano e si sovrappongono, meno luce riflette il quadro. L’intento degli impressionisti è
proprio evitare al minimo la perdita di luce riflessa, così da dare alle loro tele la stessa
intensità visiva che si ottiene da una percezione diretta della realtà.
Per far ciò adottano le seguenti tecniche:
1. utilizzano solo colori puri;
2. non diluiscono i colori per realizzare il chiaro-scuro, che nelle loro tele è del tutto
assente;
3. per esaltare la sensazione luminosa accostano colori complementari;
4. non usano mai il nero;
5. anche le ombre sono colorate.
-la realizzazioni dei quadri non negli atelier ma direttamente sul posto. È ciò che, con
termine usuale, viene definito en plein air.
L’en plein air non è una invenzione degli impressionisti. Già i paesaggisti della Scuola di
Barbizon utilizzavano questa tecnica. Tuttavia, ciò che questi pittori realizzavano all’aria
aperta era in genere una stesura iniziale, cogliendone le impressioni istantanee portò
questo stile ad esaltare su tutto la sensazione dell’attimo fuggente.
Secondo i pittori impressionisti la realtà muta continuamente di aspetto. La luce varia ad
ogni istante, le cose si muovono spostandosi nello spazio: la visione di un momento è
già diversa nel momento successivo. Tutto scorre. Nella pittura impressionista le
immagini trasmettono sempre una sensazione di mobilità.
-Sul piano dei soggetti l’impressionismo si presenta con un’altra notevole caratteristica: quella
di rappresentare principalmente gli spazi urbani. E lo fa con una evidente esaltazione della
gradevolezza della vita in città.(vista per la prima volta il modo positivo).
Tutto questo fa da sfondo alla pittura degli impressionisti, e ne fornisce molto del suo fascino. I
luoghi raffigurati, nei quadri impressionisti, diventano tutti seducenti: le strade, i viali, le piazze, i
bar, gli stabilimenti balneari lungo la Senna, i teatri.
I Macchiaioli Tra il 1855 e il 1867 si andò costituendo a Firenze un gruppo di
artisti che tendono a superare il romanticismo proprio con una riscoperta della realtà
quotidiana rappresentata senza sentimentalismi eccessivi. Questo gruppo fu definito
«Macchiaioli» in senso denigratorio, per via della particolarità stilistica che li accomunava:
dipingere per macchie di colore nette, senza velature e effetti chiaroscurali.
Il movimento nacque da un gruppo di artisti che si riuniva nel Caffè Michelangelo di Firenze.
Di esso facevano parte gli artisti Adriano Cecioni, Giovanni Fattori, Telemaco Signorini,
Silvestro Lega, ed altri. Sono artisti accomunati da una comune militanza nelle campagne
militari risorgimentali del 1848 e del 1859. E il tema militaristico ritorna soprattutto nella pittura
di Giovanni Fattori, che fu l’illustratore principale dell’aspetto militare durante il proceso di
unificazione risorgimentale.
-La loro pittura può essere maggiormente accostata a quella del primo Manet o del primo
Pissarro, con la differenza che i pittori francesi prediligono sempre i colori puri, mentre nella
pittura dei macchiaioli vi sono anche colori terrosi e spenti.
-I macchiaioli non perdono mai la forma salda tracciata dal disegno. Ciò che aboliscono del
tutto è solo e soltanto il chiaroscuro, cercando una pittura che distingue le varie forme in base
al contrasto di luce o di colore. Ottennero una pittura dall’aspetto più vero e realistico che,
unendosi ai temi di vita quotidiana, permette di considerare questo come un movimento
fondamentalmente realista.
REALISMO I pittori della scuola di BARBIZON, Paesino vicino Parigi.
PITTURA ALL'APERTO – EN PLEIN EIR
SOTTO LE BETULLE
Theodore Rousseau
Considerato uno dei massimi pittori dell'Ottocento francese e
caposcuola dei Barbisonniers, parte dall'ammirazione per John
Constable, dal quale apprende l'uso di una pennellata libera e
morbida, rifiutando il chiaroscuro di tradizione accademica.
Uomo inquieto e travagliato, deluso dagli esiti dei moti del
1830, si rifugia nella visione di una natura trepidante e
nostalgica, della quale sceglie soprattutto di approfondire la
resa dei fenomeni atmosferici.
IL PONTE DI NARNI
Camille Corot
La geometria compositiva vede lo spazio tripartirsi
orizzontalmente, in tre fasce. E’ rappresentata una veduta
paesaggistica umbra. In primo piano c’è il letto del fiume e le
due colline di destra e sinistra, in secondo piano il ponte, in
terzo il cielo. Tutto è invaso della luce del pomeriggio. Il fiume
sembra incunearsi e aggirarsi dietro la collina verdeggiante. Il
ponte, unico elemento urbanistico che richiama alla
civilizzazione, non deturpa la pacatezza dell’atmosfera, anzi
sovrasta con eleganza il lento scorrere del fiume. Molto forte
l’effetto prospettico. La linea è pressoché inesistente; le sole
campiture di colore sono visibili nella tela. La gamma dei colori
è semplice ed essenziale seppur del tutto esaustiva e
armonica.
La tela è realizzata con le terre, l’ocra, i verdi e gli azzurri, a
sprazzi. La cromìa ottenuta è del tutto equilibrata. Le
dimensioni ridotte della tela ed i colori naturali accrescono la
sua dimensione intimistica.
IL VAGONE DI TERZA CLASSE
Honorè Daumier
questo dipinto del 1862, denuncia le condizioni sociali delle
classi più povere.
Le figure vengono ritratte con lo sguardo perso nel vuoto,
evidentemente rassegnate al loro destino di povertà e
sofferenza. Ma oltre ai lavoratori, dei quali si intercetta
idealmente la fatica, i borghesi si mostrano, in netta
contrapposizione con le altre figure, con la loro arroganza e
malevolenza, sottolineando così il netto divario tra deboli
(donne e bambini stanchi) e potenti (ricchi imprenditori).
-non presta tanta cura nella realizzazione formale, stendendo il
colore in maniera poco uniforme.
-Il disegno non abbozza i contorni, ne accentua le forme poco
eleganti
LE SPIGOLATRICI
Francois Millet
Il dipinto ritrae in primo piano tre donne, curve nei campi, che
raccolgono le spighe sfuggite alla mietitura, mentre alle loro
spalle la luce del sole illumina il campo dietro di loro, sotto un
cielo terso.
Nel caso de Le Spigolatrici, invece, vengono ritratte mentre
svolgono il lavoro, conferendo loro una dimensione eroica.
L'atelier del pittore - Courbet 1854-55
"L'atelier del pittore, allegoria reale che determina sette anni della mia vita artistica". L'opera è infatti
piena di simboli, metafore e ricordi personali dell'artista.
Il dipinto ha uno sviluppo orizzontale e si presenta come la veduta di un interno. Lo sfondo, velato dalla
penombra appare neutro e porta lo sguardo in primo piano. La scena si apre su un grande studio,
affollato di personaggi, con dimensioni al naturale,(TELA 6m x 3.5m) ad ognuno di loro Courbet affida
un ruolo di metafora e un significato particolare.
L'artista si rappresenta al centro mentre dipinge un paesaggio, come era solito fare nella natia Ornans.
Il suo lavoro viene osservato con attenzione da una modella nuda e da un bambino: due immagini
simboliche della verità, intesa come fonte di ispirazione della sua pittura.
Il bambino che osserva è una traduzione quasi letterale che sta a significare: "guardare il mondo con gli
occhi di un bambino", cioè con innocenza e in modo obiettivo, senza alcun criterio di giudizio.
La modella nuda è invece un riferimento classico alla figura allegorica della Nuda Verità, come viene
tradizionalmente rappresentata nella pittura fin dai secoli precedenti.
Tutti gli altri personaggi sono divisi in due gruppi, disposti a sinistra e a destra del pittore, riprendendo
la spartizione tipica del "Giudizio universale" delle opere medievali.
Sulla sinistra sono rappresentati tutti personaggi definiti da Courbet come "la gente che vive della
morte", intendendo come persone legate alle passioni e ai bisogni puramente materiali. Sono riferimenti
diretti alla realtà sociale, alle sue miserie e alle sue necessità, ma anche portatori di significati
allegorici: il rabbino indica la religione, ma anche l'emarginazione sociale riferita agli ebrei. Il
bracconiere con i cani rinvia allo svago, ma è rappresentato mentre guarda in basso, dove ci sono uno
strumento musicale, un cappello piumato e un pugnale: simboli di un Romanticismo ormai superato. Il
mercante è il simbolo del commercio, ma allude anche all'attaccamento ai beni materiali, all'avidità. La
prostituta allude al vizio e alla degradazione morale. Il pagliaccio è riferito al teatro, ma anche al trucco
alla maschera intese come indici di falsità. La madre irlandese seduta a terra mentre allatta un
bambino, è uno dei simboli più drammatici. Allude alla grave crisi economica e sociale che aveva
travolto l'Irlanda in quegli anni, e diventa un simbolo di miseria. Sullo sfondo c'è anche una statua di
san Sebastiano, che rappresenta l'arte accademica. Ha una posa innaturale perchè Courbet detestava
le sue regole false e soffocanti.
Il teschio sul giornale allude a una frase del filosofo Proudhon, amico del pittore: ''i giornali sono i
cimiteri delle idee''.
A destra ci sono tutti gli amici e i sostenitori di Courbet, da lui definiti come "la gente che vive della vita"
intendendo persone vive intellettualmente, la vita a cui si riferisce Courbet è soprattutto una vita spirituale.
Seduto sul tavolo Baudelaire (amico e maestro) che legge è il rappresentante della poesia. I due visitatori
sono le personificazioni della mondanità e del buon gusto. Il bambino disteso a terra che disegna è
metafora dell'apprendimento, ma è anche indice di un approccio all'arte libero da ciondizionamenti, quindi
"antiaccademico". I due innamorati sono un diretto riferimento all'amore, inteso in senso universale. L'uomo
seduto che osserva il pittore è lo scrittore Champfleury, autore di un saggio sul Realismo, e simbolo della
prosa. Più indietro, verso lo sfondo, si trova Proudhon, filosofo anarchico che ha avuto una forte influenza
sul pensiero politico e rivoluzionario di Courbet, rappresenta la filosofia. Promayet con il suo violino in
mano, rappresenta la musica.
Da punto di vista tecnico, il trattamento della materia pittorica è molto vario, si notano ampie superfici
vuote, ora levigate da una stesura leggera e distesa, ora dense di colore grumoso, trattato con la spatola.
Courbet ha lavorato alcune zone del dipinto a macchie, in una sorta di trattamento compendiario, e in altre
si concentra su particolari resi con minuzia e precisione, come il gatto, il cane, lo scialle della donna a
destra, ecc. Nell'insieme il dipinto si compone di una gamma scura di colori, su cui si accendono alcune
macchie più pure e luminose. La luce è diffusa e attenuata, ma una vera fonte non si lascia identificare,
rimane un po' misteriosa. Lo spazio è descritto sommariamente, accennato, prevale piuttosto un'atmosfera
sospesa e poetica che suggerisce la rappresentazione simbolica.
Nel quadro ci sono tutti i generi appartenenti alla pittura di Courbet: paesaggio, ritratto, natura morta,
vedute d'interni, animali.
Il quadro, presentato all'esposizione universale di Parigi del 1855, venne rifiutato dalla giuria: Così Courbet
decise di organizzare in proprio una mostra personale in un Padiglione del realismo, esponendo questo e
altri suoi dipinti.
FONTI:
CARTACEE:
LIBRO DI TESTO
LE BASI DELL'ARTE 3 Bruno mondadori
INTERNET:
http://doc.studenti.it/appunti/arte
http://it.wikipedia.org
http://www.francescomorante.it/pag_3/3.htm
http://www.geometriefluide.com/indice.asp?cat=itinerari_d_arte
FILE MULTIMEDIALI:
http://www.youtube.com