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MODULO
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LA GESTIONE DEL MAGAZZINO
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Che cosa si intende per “logistica aziendale”?
La logistica aziendale è quella parte della gestione che realizza
le strategie adottate per rendere efficace ed efficiente la distribuzione dei prodotti, in modo da ridurne i costi e migliorare il
servizio alla clientela. Essa ha il compito di programmare, organizzare e gestire:
■ la localizzazione e le dimensioni dei magazzini generali;
■ il trasferimento dei materiali all’azienda;
■ lo stoccaggio e la movimentazione interna dei materiali;
■ la distribuzione dei prodotti alla clientela.
30 d 49
A seguito dell’importanza assunta dalla logistica è nata una
nuova filosofia gestionale: il Supply Chain Management.
Sapresti indicarne gli obiettivi e gli strumenti?
Il Supply Chain Management o gestione della catena di fornitura ha come obiettivo la massimizzazione del livello di servizio
della clientela minimizzando i costi operativi e il capitale impegnato. Il raggiungimento di questi obiettivi avviene attraverso
una collaborazione tra la rete di imprese coinvolte nella catena
fornitura-produzione-distribuzione, esternalizzando alcune fasi
della logistica aziendale per convogliare le energie sul core
business aziendale.
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Se la funzione logistica viene esternalizzata, che cosa cambia
nella localizzazione del magazzino?
Se la logistica aziendale viene esternalizzata, il magazzino
diventa mobile e può essere spostato secondo le necessità
aziendali con costi minimi.
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Qual è la funzione fondamentale del magazzino?
La funzione fondamentale del magazzino è quella di assicurare il
regolare svolgimento dell’attività aziendale, ossia garantire i flussi di materie necessarie perché i processi di produzione avvengano con continuità e garantire i flussi di prodotti in modo da
soddisfare, in qualsiasi istante, le mutevoli richieste del mercato.
ai costi dovuti a eventuale deterioramento o furto dei beni conservati.
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Per minimizzare i costi di mantenimento delle scorte, il loro
livello deve ridursi. Ma come si realizzano i due obiettivi contrastanti della riduzione delle scorte e del regolare svolgimento dell’attività?
Occorre trovare un compromesso tra le due esigenze, il che
significa ricercare un livello di scorte che garantisca il regolare
funzionamento dell’attività e, nello stesso tempo, renda minimi i
costi di mantenimento. La ricerca di questo compromesso è uno
degli obiettivi della logistica e viene realizzato adottando una
corretta politica delle scorte. A tal fine, occorre utilizzare strumenti gestionali che consentano un efficace controllo sui processi di formazione delle scorte e del loro livello, quali – ad
esempio – la formulazione dei piani di acquisto, la determinazione del lotto economico di acquisto, la determinazione del punto
di riordino e il calcolo degli indici di rotazione delle scorte.
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Come si effettua la formulazione di un piano di acquisto?
La formulazione di un piano di acquisto mira a determinare la
quantità di merce o di materie da acquistare in modo tale che
non sia né eccessiva, per evitare elevati costi di mantenimento
delle scorte, né insufficiente, per evitare che si possano verificare interruzioni nello svolgimento dei processi produttivi o nell’evasione degli ordini. La quantità da acquistare viene determinata sulla base della previsione delle vendite secondo un processo logico che è differente a seconda che si tratti di un’azienda mercantile o industriale.
34 d 55
Supponiamo che un’impresa mercantile preveda per l’anno n di
vendere 10.000 unità della merce Alfa, della quale all’inizio dell’anno risultano in magazzino 1.000 unità e della quale si vuole
avere a fine esercizio una giacenza di magazzino di 800 unità.
Come si determina la quantità da acquistare?
La quantità da acquistare è pari alle vendite previste, che
ammontano a 10.000 unità, a cui vengono sommate le rimanenze finali previste, pari a 800 unità, e sottratte le esistenze iniziali,
in quanto già disponibili in azienda, pari a 1.000 unità. Risulta
quindi che la quantità da acquistare è pari a 9.800 unità.
32 d 52
Per garantire la continuità dei processi produttivi e l’evasione
delle richieste della clientela, l’azienda dovrebbe optare per un
livello elevato di scorte in magazzino. Che cosa comporterebbe, in termini economici, questa scelta?
Un livello elevato di scorte comporterebbe costi eccessivi. Tali
costi riguardano il mantenimento delle scorte e sono dovuti agli
interessi sul capitale in esse investito, ai costi relativi alla struttura fisica del magazzino e al suo funzionamento (ammortamenti, manutenzioni, fitti passivi, sorveglianza, assicurazioni, ecc.),
34 d 56
Qualora fosse un’impresa industriale a dover formulare un
piano di acquisto, come sarebbe opportuno operare?
Nel caso di impresa industriale il punto di partenza è costituito
dalle vendite previste di prodotti. Tenuto conto delle rimanenze
finali e delle esistenze iniziali di prodotti si determina la quantità
da produrre. Nota poi la quantità di materia necessaria per l’ottenimento di un prodotto finito è possibile determinare il fabbisogno di materiale come risultante del prodotto tra la quantità da
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produrre e il consumo di materia per unità di prodotto. Noto il
fabbisogno di materiale e conoscendo le rimanenze finali e le
esistenze iniziali dello stesso, la quantità da acquistare si determina mediante la seguente somma algebrica:
Fabbisogno Rimanenze finali Esistenze
+
–
di materie
preventivate
iniziali
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Una volta determinato il quantitativo annuo da acquistare, quali
altri problemi si pongono all’azienda?
I problemi di scelta che si pongono all’azienda dopo la determinazione del fabbisogno annuo di merci o di materie riguardano il
quantitativo da ordinare ogni volta e il momento in cui occorre
effettuare l’ordine ai fornitori.
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Perché è importante determinare il quantitativo da acquistare
ad ogni riapprovvigionamento?
È importante determinare il quantitativo ottimale da acquistare
ad ogni ordinazione perché in tal modo si arriva a minimizzare i
costi generati da questa operazione. Infatti, il quantitativo fissato per ogni acquisto incide sia sui costi di ordinazione sia sui
costi di stoccaggio. Ad esempio, un quantitativo elevato riduce
il numero degli ordini e, di conseguenza, i costi di ordinazione,
ma – nel contempo – fa innalzare i costi di stoccaggio per la
maggior presenza di scorte in magazzino. Perciò è necessario
trovare il quantitativo che renda minimo il costo totale di
approvvigionamento attraverso un’analisi di tipo matematico
con la quale si determina il lotto economico di acquisto.
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Dopo aver determinato il lotto economico di acquisto, è necessario stabilire il momento in cui deve essere effettuato l’ordine.
Come si dovrebbe procedere?
L’azienda dovrebbe effettuare l’ordine tenendo conto del tempo
di riapprovvigionamento e della eventuale scorta di sicurezza
che essa desidera mantenere.
Ad esempio, se le vendite giornaliere sono pari a 10 unità e il tempo
di approvvigionamento è di 15 giorni, sarà necessario effettuare
l’ordine quando in magazzino ci sono giacenze pari a 150 unità. Se
poi l’azienda volesse una scorta di sicurezza pari a 30 unità, l’ordinazione dovrebbe essere effettuata quando le giacenze sono pari
a180 unità, quantità che rappresenta il punto di riordino.
merci in magazzino e può essere calcolato attraverso due differenti modalità: basandosi sulle quantità fisiche o sui valori delle
scorte. In base al primo metodo si effettua il rapporto tra il totale delle quantità vendute o utilizzate e la relativa scorta media.
Nel secondo metodo invece si effettua il rapporto tra il costo dei
beni venduti o utilizzati e il valore della scorta media.
37 d 62
Qual è l’indice di rotazione ottimale per le aziende?
Non esiste un indice di rotazione ottimale perché questo dipende dal tipo di attività svolta e dalla tipologia di beni trattati.
Un’azienda con prodotti deperibili avrà sicuramente un indice di
rotazione più elevato rispetto a un’azienda che produce automobili. Si può comunque affermare che, in qualsiasi caso, all’aumentare dell’indice di rotazione si ha un effetto economico positivo dovuto ai minori oneri finanziari, per i minori capitali investiti in scorte, e ai minori costi di gestione del magazzino.
38 d 63
Come sono documentati i movimenti in entrata e in uscita delle
merci in magazzino?
I movimenti di magazzino sono comprovati dai seguenti documenti originari:
■ bolle di carico per i movimenti in entrata delle merci che provengono dall’esterno;
■ bolle di scarico per i movimenti in uscita delle merci dirette
all’esterno;
■ buoni di prelievo per i materiali che vengono trasferiti alla fase
di produzione;
■ buoni di versamento per i prodotti che hanno concluso il processo di trasformazione;
■ buoni di reso per i materiali non utilizzati nel processo produttivo.
38 d 64
Sulla base dei documenti originari vengono poi compilate le
scritture. Quali sono quelle concernenti il magazzino?
Le scritture di magazzino sono il giornale di magazzino e il
mastro di magazzino.
Nel giornale di magazzino vengono rilevati in ordine cronologico
tutti i movimenti in entrata o in uscita relativi ai vari materiali o merci.
Nel mastro di magazzino i movimenti vengono riportati con riferimento al singolo articolo, indicando le sole quantità oppure
anche i relativi valori.
37 d 60
Come si determina il tempo medio di giacenza delle merci in
magazzino?
Si determina effettuando il rapporto tra la durata in giorni del
periodo considerato e l’indice di rotazione delle merci nel
periodo stesso.
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40 d 65
Se la contabilità di magazzino è tenuta “a valori”, come si effettua la valutazione degli scarichi?
La valutazione degli scarichi può avvenire secondo differenti
metodi, fra i quali: il metodo del costo medio ponderato, il metodo LIFO, il metodo FIFO.
37 d 61
Che cosa rappresenta l’indice di rotazione e come può essere
calcolato?
L’indice di rotazione rappresenta la velocità di circolazione delle
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Quali sono le differenze tra il metodo LIFO e il metodo FIFO?
Con il metodo FIFO si immagina che le prime merci entrate in
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magazzino siano anche le prime a uscire, per cui la valutazione
degli scarichi avviene ai prezzi degli acquisti più remoti, mentre
le giacenze di magazzino risulteranno valutate ai prezzi più
recenti.
Secondo il metodo LIFO, invece, si immagina che le ultime merci
entrate siano le prime a uscire, quindi la valutazione degli scarichi avviene ai prezzi degli acquisti più recenti, mentre le giacenze di magazzino saranno valutate ai prezzi più remoti.
42 d 67
Che cosa prevede il nostro legislatore per la valutazione di
bilancio delle rimanenze?
Il nostro legislatore stabilisce che le rimanenze di magazzino
devono essere iscritte in bilancio al costo d’acquisto o di produzione oppure al valore di realizzazione, se minore.
42 d 68
Come si determina il costo d’acquisto o di produzione?
Il costo d’acquisto è dato dal costo esposto in fattura aumentato dei costi accessori direttamente imputabili.
Il costo di produzione è dato dai costi diretti e indiretti di produzione con esclusione dei costi amministrativi e commerciali e
degli oneri finanziari.
Qualora non sia possibile identificare il costo effettivo dei beni
in giacenza è possibile applicare il costo medio ponderato
oppure effettuare un’ipotesi di rotazione del magazzino applicando il metodo LIFO o il metodo FIFO. Va ricordato, a tale proposito, che i principi contabili internazionali non ammettono il
metodo LIFO.
41 d 69
Esistono differenze tra la valutazione civilistica delle rimanenze e la valutazione fiscale?
Fiscalmente, la valutazione delle rimanenze va fatta applicando il
metodo LIFO a scatti annuali. Nel primo esercizio in cui si formano, le rimanenze sono valutate al costo medio ponderato. Negli
esercizi successivi occorre osservare se le rimanenze sono
aumentate o diminuite. Se le rimanenze sono diminuite, le merci
in giacenza sono quelle più remote e quindi saranno valutate al
costo medio ponderato degli esercizi precedenti. Se le rimanenze sono aumentate, le maggiori quantità saranno valutate al
costo medio ponderato formatosi nell’esercizio di riferimento.
43 d 70
Come vengono rappresentate in bilancio le rimanenze di
magazzino?
Le rimanenze finali di magazzino trovano collocazione nello
Stato patrimoniale nella classe dell’attivo circolante C.I –
Rimanenze. Nel Conto economico viene invece riportata la
variazione delle rimanenze ossia gli incrementi o i decrementi
che i valori delle scorte hanno subito nell’esercizio. In particolare la variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione, semilavorati e finiti si colloca nell’aggregato A) Valore della produzione al punto 2), con segno positivo se si tratta di un incremento, oppure con segno negativo in caso di decremento.
La variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di
consumo e merci si colloca invece nell’aggregato B) Costi della
produzione al punto 11), con segno negativo in caso di incremento o con segno positivo in caso di decremento.
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