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21 ottobre 2016
Pagina 33
La Gazzetta dello Sport
C. C. NAPOLI
Lo sport con il trucco
Subotic l' anguilla quando le star la fanno sporca
il serbo del posillipo espulso per una pomata sul corpo: «impossibilE marcarlo, scivolava
via». dagli usa all' europa: quanti sotterfugi
Quando si dice un attaccante sgusciante.
Troppo, per gli avversari. Mercoledì alla
Scandone, nel campionato di pallanuoto
(Posillipo­Quinto, posticipo della prima
giornata), Gavril Subotic ha debuttato in
maniera curiosa: cinque gol che lo piazzano
subito al comando della classifica cannonieri,
poi un' espulsione che merita l'
approfondimento.
Succede che dopo 3'24" del terzo tempo, sull'
11­5 per i napoletani, i genovesi richiamano l'
attenzione degli arbitri, invitandoli a controllare
le spalle del talento rossoverde, classe '95,
campione del mondo Under 20 con la Serbia e
nel giro della Nazionale maggiore: «Ha
qualcosa addosso, scivola via, impossibile
marcarlo». Bruno Navarra, che dirige assieme
all' altro romano Stefano Scappini, verifica la
fondatezza delle accuse e caccia l' indiziato. Il
fatto raro sta appunto nell' espulsione:
«Diciamo che la regola è stata sempre
interpretata con un po' di elasticità,
cominciando dagli avvertimenti prima di
procedere a sanzioni, però esiste e va
applicata. Bravi gli arbitri se hanno verificato
oltre ogni ragionevole dubbio che qualcosa
non andava», osserva Roberto Petronilli,
presidente del Gug (Gruppo ufficiali gara). Il
regolamento, in effetti, parla chiaro. Subotic,
top scorer del Partizan nella scorsa stagione, è parso sorpreso e si è discolpato: «Semplicemente,
prima del match avevo un forte mal di schiena e mi hanno massaggiato con una pomata. È probabile
che siano rimasti dei residui sul corpo, ma nulla di più». Tesi ribadita da Aldo Genua, il segretario del
Posillipo che al termine della gara ha preannunciato reclamo al delegato Maurizio De Chiara: il ricorso è
stato formalizzato, nella speranza che il giudice unico Andrea Pascerini non proceda a squalifiche
(domani c' è la sfida col Brescia). Dice Genua, storico dirigente napoletano: «Non poteva esserci dolo.
Non solo perché la nostra vittoria era al sicuro, ma soprattutto perché questi trucchetti possono
avvantaggiare un centroboa e non un attaccante esterno come Gavril. Lui non va a fare la lotta ai due
metri». Al di là del singolo caso, il problema nella pallanuoto esiste.
IN USA Allargando l' orizzonte dell' Olimpiade del raggiro, il baseball è lo sport che più di molti altri si
presta all' utilizzo di sotterfugi. Il regolamento, per esempio, prevede che sulla pallina non possa venir
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applicata nessun tipo di sostanza per non aiutare il lanciatore ad accentuare la rotazione e l' effetto. Ma
in tanti ci hanno provato. Buon ultimo Michael Pineda, lanciatore dei New York Yankees, che in una
sfida del 2015 con gli eterni rivali, i Boston Red Sox, venne espulso dopo che l' umpire trovò del
catrame sul collo del pitcher, che spalmava su parte della pallina prima di ogni lancio. Andando indietro
negli anni, tra i più famosi «imbroglioni» troviamo Joe Niekro, pitcher di Minnesota, sospeso nel 1987
dopo che gli venne trovata della carta vetrata in tasca, anche questa usata per «sfregiare» la palla e
alterarne la traiettoria.
Ma anche i battitori hanno i loro trucchetti. Nel 2003 Sammy Sosa, slugger dei Cubs, si trovò a dover
spiegare come mai dalla sua mazza andata in pezzi dopo una battuta, fuoriuscì del sughero, usato per
rendere più veloce il giromazza. Meno usuale trovare chi aggira le regole nel football. Lester Hayes,
leggendario cornerback dei Los Angeles Raiders, negli Anni 80 usava colla sui guanti (come per altro
tanti ricevitori) perché l' ovale risultasse più semplice da trattenere nelle mani. Ma è il Deflategate ad
aver scosso più di ogni altra vicenda il football Usa. Anche perché riguarda una delle sue icone, Tom
Brady, quarterback dei New England Patriots, appena uscito dalle 4 giornate di squalifica inflitte dalla
Lega quale supposto mandante dello stratagemma dei palloni sgonfi durante la scorsa finale di
American Conference vinta contro gli Indianapolis Colts. Undici ovali su dodici furono trovati sotto il
livello regolamentare.
«Per favorire la presa» sostiene l' accusa, bollata da Brady come «ridicola», così come il caso che si sta
trasformando in una battaglia legale infinita.
Che elenco Anche il nobile mondo del rugby non è immune alla «furbata». Vedi il Bloodgate: 12 aprile
2009, quarti di finale di Heineken Cup Harlequins­Leinster. I primi sono sotto nel punteggio e il
regolamento dice che un giocatore sostituito può rientrare solo per un giocatore che sta sanguinando.
Nick Evans, l' apertura, è fuori, serve qualcuno col «piede buono», così Tom Williams cade a terra in
uno scontro e si rialza sputando sangue. Peccato che non sia sangue, ma liquido rosso che il giocatore
aveva in una boccetta. Il Leinster vince comunque, ma il tecnico Michael Cheika mangia la foglia e
piovono squalifiche. C' è poi chi, come l' ex tennista Brad Gilbert, ha elevato a teoria il gioco sporco.
Si chiama proprio «Vincere sporco» il libro che ha pubblicato in cui elenca tutti i trucchetti, soprattutto
psicologici, per ottenere il massimo risultato con capacità modeste (come le sue). Spicca, nel papello, il
«turtle time», il momento della tartaruga, un prontuario di come perdere tempo per mandare fuori di
testa l' avversario, forse uno dei trucchetti usati da Gilbert per battere il giocatore che più lo detestava,
John McEnroe. Capitolato dopo una lunga crisi di nervi in cui se la prese con se stesso, il pubblico, la
racchetta, le palle, l' arbitro e il mondo in generale. E se nella boxe certi pugni suonano troppo pesanti
per un surplus di fasciature (è proibito), nel salto con gli sci si vedono tute extralarge per avere più
aerodinamicità, e nello sci una discesa o un superG diventano un fatto di «spessore» (suolette fissate
allo scarpone per avere più stabilità dello scarpone e un maggiore controllo nelle curve), non poteva
mancare all' appello il calcio. Il Barcellona, nei quarti di finale di Champions 2014, si lamentò dell' erba
dello stadio Calderon, la casa dell' Atletico Madrid. Troppo alta (volutamente?) per poter imporre il tiki­
taka con la dovuta velocità.
E infatti fu eliminato. Ci sarebbe, per chiudere, anche il gol di mano di Maradona all' Inghilterra nel
Mondiale '86. Ma quello è una via di mezzo tra trucco e magia.
VINCENZO DI SCHIAVI, FRANCO CARRELLA
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