Untitled - Mi presento

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Untitled - Mi presento
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Questo libro è un’opera di fantasia. Personaggi e luoghi
citati sono invenzioni dell’autore e hanno lo scopo di
conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia
con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è
assolutamente casuale.
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Ciao, mi chiamo Luca Villani e sono l’autore della storia
che stai per leggere. Si tratta del mio terzo racconto,
preceduto da Il nudo dell’anima e La forza dell’amore.
Questi due titoli qui citati hanno come argomento una
storia d’amore, la prima parla di un amore ideale senza
problemi tra un fotografo di città con una ragazza di
paese, la seconda parla di un amore travagliato vissuto
da due persone che si conoscono al mare con personalità
complesse, il ragazzo è un Don Giovanni e non ha mai
vissuto un vero amore, la ragazza è tormentata dal
ricordo di un periodo buio della sua vita. Di tutt’altra
pasta è questo terzo racconto dove s’intrecciano le storie
di una famiglia, i cui componenti affrontando i problemi
della quotidianità, si ritrovano senza volerlo in situazioni
di gran carica emotiva nel bene e nel male, come ad
esempio l’infarto di un familiare, rivedere una persona
importante del passato di cui si erano perse le tracce, un
colpo di fulmine, il rapimento di una figlia… Insomma,
il destino ne riserva di tutti i colori. Ogni personaggio,
affrontando questi eventi, maturerà e capirà che c’è
sempre da imparare dalla vita. Nella speranza che vi
piaccia, vi auguro buona lettura.
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“No, Luigi, non ci siamo. Così hai intenzione di diplomarti”?
“Professoressa, io ho studiato!”.
“Da come hai ripetuto, non sembra. Dì ai tuoi genitori di venire a
parlare con me”.
“D’accordo”.
Suonata la campanella, Luigi entra nell’autobus. Vede la sorella
Rosalia che punta il suo compagno di classe Samuele con occhi
luccicanti e si innervosisce ulteriormente.
Tornati a casa Luigi e Rosalia consumano il pranzo che la
governante Adelina ha loro preparato. Luigi è diciottenne, Rosalia
sedicenne. I due hanno anche una sorellina di quattro anni, Giada.
“Rosalia, ho visto come guardavi quello. Non ti sarai mica
innamorata”?
“Si vede così tanto? Si, lo ammetto, ma non lo dire a mamma e
papà. Perché lo offendi”?
“Lo offendo perché è un tipo poco raccomandabile, fuma, va a
prostitute… e ruba pure”!
“Come? Non ti credo! Piuttosto pensa a come sei tu, un asinaccio
che non sa manco cos’è un equazione”!
Continuano a mangiare senza parlarsi e Adelina pensa a
imboccare Giada.
Tornano i genitori dei ragazzi, Paola e Giovanni. Lei è una
cardiochirurgo 42enne, lui un avvocato 53enne. La famiglia
Serafini è benestante ma per questo benestare i figli sono
trascurati.
“Mamma, devo dirti una cosa brutta. La prof. di matematica vuole
parlarti” dice Luigi.
“E’ la quarta volta che mi convoca per dirmi sempre che non
studi. Vedi di impegnarti che quest’anno hai l’esame. Se vedo che
non migliori, ti sequestro il motorino”!
“No, mamma! Mi impegnerò”.
Il padre anche lo rimprovera e Rosalia se la ride.
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Giovanni e la moglie tornano a lavorare e Luigi accende il
computer e si mette a navigare su Internet.
“Hai promesso che studi e questo lo chiami studio”? chiede
Adelina.
“Che pizza! Scarico un paio di software e poi spengo, contenta”?
risponde il povero ragazzo.
Rosalia ascolta la musica e Giada gioca con i bambolotti. Finito il
download dei file, il ragazzo prende lo zaino e, sedendosi a tavola,
inizia a studiare. Chiede alla sorella di abbassare il volume dello
stereo e fa velocemente i compiti. Telefona agli amici Diego e
Alberto e va in giro con loro per Via Frentana.
“Hai provato quell’editor HTML di cui ti ho parlato”? chiede
Alberto.
“Si, è ottimo ma mai come Frontpage. A dirti la verità mi si è
bloccato quando ho cercato di inserire un’immagine” dice Luigi.
“Non dipende dal tuo computer, anche a me l’ha fatto, basta
scaricare una patch dal sito. E’ comunque un ottimo software”
dice Alberto.
Diego chiede l’indirizzo del sito perché lui, avendo lo stesso
programma, vuole che funzioni correttamente. Alberto lo detta e i
suoi due amici se lo scrivono sul cellulare-palmare. Rosalia
intanto sta guardando ‘Paso Adelante’ e sua sorella è stata
accompagnata al parco da Adelina. Arriva la sera. La tata e i
ragazzi aspettano Paola e Giovanni e, quando tornano, inizia la
cena. Adelina torna a casa sua, Giada va a dormire, il fratello e i
genitori guardano un film su Sky. Rosalia si chiude in camera. Da
qualche anno tutte le sere scrive il suo diario segreto.
“Caro diario,
oggi l’ho rivisto sull’autobus, al ritorno da scuola.
Quell’impiccione di Luigi ha notato il mio sguardo mentre lo
guardavo e mi ha chiesto spiegazioni. Gliel’ho detto che lo amo. E
lui m’ha detto che è un delinquente. Può essere? Non credo
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proprio. Quanto ti amo, Samuele! Diario mio, ora ti saluto perché
ho tanto sonno.
Ciao,
Rosalia”
Rosalia si addormenta e dopo anche il resto della famiglia va a
letto.
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La tata Adelina, che ha messo la sveglia alle sei e mezza, per le
sette arriva a casa dei Serafini. E’ una donna gentile, molto
laboriosa, estroversa ed è una single per scelta. Ha 38 anni ed ha
imboccato questa strada dell’essere single circa quindici anni fa
dopo una grande delusione d’amore. Scende dalla macchina, corre
per le scale, e, con la copia di chiavi, apre la porta. Prepara la
colazione e mentre Rosalia, Luigi, Giovanni e Paola consumano
latte e corn flakes oppure caffè, lei va in camera di Giada, la
sveglia e la veste. Paola va all’ospedale, Giovanni allo studio, i
ragazzi più grandi prendono l’autobus per andare a scuola.
Adelina alle nove accompagna la bimba all’asilo,va a fare la spesa
e torna a casa a svolgere le mansioni casalinghe. Verso le 10:30
Paola lascia l’ospedale per andare a parlare con la professoressa
del figlio. “Non ci siamo signora, suo figlio rischia di rifarsi
l’anno. Ecco i voti”!
In malo modo la prof di matematica tira il registro aperto sulla
cattedra e mostra i voti. Un mix di 5, 4, 3 e 2. Visto che è
ricreazione il figlio raggiunge la madre per ascoltare cosa dice la
professoressa e per cercare di difendersi. Luigi nell’ultimo periodo
ha messo un po’ di impegno in più, ma la sua insegnante, con i
suoi metodi d’insegnamento, non è riuscita a farlo migliorare.
E’ da tanto che ha problemi scolastici. Tutto risale alla fine della
terza media quando Luigi, essendosi appassionato durante quei tre
anni alle materie letterarie grazie all’insegnamento severo ma
coinvolgente della professoressa Di Iorio, decise di frequentare il
liceo classico. Non era una cima, ma se la cavava benino, il primo
anno fu per lui difficoltoso perché, sebbene le materie gli
piacessero, non riusciva a stare seduto tre ore o più a straziarsi sui
libri; il secondo fu ancora più tragico: alcune prof cambiarono e le
loro sostitute, con metodi d’insegnamento pessimi, tolsero al
ragazzo persino la passione con cui affrontava il latino, il greco, la
filosofia… Una di queste, una persona perfida e maliziosa, falsa
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più che mai, lo prese di mira. Perché? Luigi anche se andava bene
a greco, era antipatico a questa donna perché aveva il vizio di
rispondere se provocato, non solo, questa educatrice che poteva
far tutto tranne quel mestiere lo umiliava davanti ai compagni per i
motivi più banali. Tutte le difese che aveva furono abbattute e lui,
non reggendo più quella situazione penosa, anche se i genitori non
erano d’accordo, nella metà di marzo lasciò la scuola. Poteva
farcela, certo avrebbe avuto dei debiti ma almeno non si sarebbe
rifatto l’anno. Il destino gli fu ancora più avverso: facendo
richiesta per andare alle industriali di Lanciano, una piccola città
lontana alcuni km da Casoli, la scuola non l’accettò perché, non
gli fece fare in tempo l’esame per recuperare l’anno ed iniziare dal
secondo, quella scuola fece la richiesta per poterlo iscrivere alle
professionali del suo paese e lui fu costretto ad accettare, seppur a
malincuore, per non perdersi il primo anno che aveva fatto al
liceo. In quel caos ci stette un anno poi si iscrisse alle ragionerie
partendo dal terzo anno e studiando a fondo per recuperare il
tempo perso e le cose ripresero il verso giusto. Era il momento di
scegliere la scuola superiore per Rosalia e suo fratello cercò in
tutti i modi di dissuaderla da scegliere il liceo classico che tanto
lo fece penare ma lei, testa dura, così decise, facendo una sezione
diversa da quella che fece il fratello per non avere gli stessi
professori. La ragazza è più studiosa del fratello e sta affrontando
senza problemi il liceo classico. Adesso che Luigi è in quinta è
tornato il problema dell’assiduità nello studio: Luigi non ci resiste
proprio a tenere il suo sedere incollato alla sedia per tante ore ma,
come lui stesso afferma, in questo ultimo periodo sta facendo i
salti mortali per recuperare le insufficienze ed evitare di rifarsi
l’anno.
“Secondo te glielo devo dire che mi piace”? chiede Rosalia
all’amica Alessia durante la ricreazione.
“No, secondo me devi fartelo amico. Lui non ti conosce neanche”.
“Si, ma come”?
“Non lo so”.
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A Rosalia le parole di Luigi non hanno fatto alcun effetto. Non
crede che Samuele sia un delinquente.
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Squilla il telefono a casa dei Serafini.
“Pronto, con chi parlo”? chiede Adelina.
“Sono Agata, mio marito Vincenzo ha avuto un infarto, avverta la
famiglia! Adesso è all’ospedale in rianimazione”!
Agata e Vincenzo sono i nonni paterni di Luigi, Rosalia e Giada.
Agata ha chiamato a casa dato che Paola non si trovava
all’ospedale in quel momento. La tata avverte Giovanni e Paola e
loro corrono all’ospedale.
“Come sta adesso”? chiede il figlio con vistosa agitazione.
“E’ ancora presto per saperlo, comunque sta reagendo bene”
risponde il medico.
“Meno male”! dice Giovanni.
“Sta tranquillo” dice Paola.
Agata racconta come è successo: stavano litigando quando
all’improvviso Vincenzo è caduto e ha perso i sensi. La donna
chiama l’ambulanza e il marito viene portato d’urgenza in
rianimazione.
Verso le due di pomeriggio, quando Rosalia e Luigi tornano a
casa, Adelina li informa su ciò che è accaduto al loro nonno e,
portando con lei la piccola Giada, li accompagna all’ospedale.
Seduti in sala d’attesa, i ragazzi con la loro governante attendono
che la madre venga a chiamarli. Paola arriva comunicando che
Vincenzo si è risvegliato.
“Nonno, come ti senti”? chiede Luigi.
“Insomma” risponde il nonno.
Il responsabile del reparto geriatria comunica alla famiglia che
l’uomo è fuori pericolo e tutti quanti tornano alla loro abitazione
tranne Agata e Paola che restano all’ospedale. Naturalmente Giada
non sa cosa è successo al nonno: le hanno fatto credere che gli è
venuta la febbre.
Adelina, che ha fatto appena in tempo a cuocere la pasta prima
del ritorno dei ragazzi, la serve. Nella testa di tutti l’unico pensiero
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è per il nonno. Giovanni comunque torna al lavoro e i ragazzi
svolgono seppur distrattamente i loro compiti. Adelina lava i piatti
e poi si mette a giocare con Giada.
Verso le 5 di pomeriggio Rosalia esce con le amiche Erika e
Ileana, Luigi si mette a navigare sul web, Adelina stira i vestiti e la
piccola Giada dorme.
“Che pizza con questa ISDN”! esclama Luigi nervoso per l’attesa
del caricamento delle pagine.
Quando finalmente il browser ha finito di caricare il sito, il
ragazzo si rende conto che quest’ultimo non ha i contenuti che lui
cercava e va al motore di ricerca Google. Digita le parole
“download software” ma come primi risultati appaiono solamente
articoli di informatica e download a pagamento di software
commerciali. Stufo della ricerca infruttuosa, decide di chiedere
consiglio per telefono all’amico Diego che gli segnala il sito
“www.volftp.com”. Finalmente riesce a scaricare il software per
creare screensaver che cercava. Intanto Rosalia e le amiche
passeggiano per il corso parlando di ragazzi, Paola visita i
pazienti, Agata parla con Vincenzo, Giovanni compila dei
documenti. La governante si prepara un caffè e si rilassa un attimo
sul divano.
“Oggi l’ho rivisto” dice Rosalia tutta emozionata alle amiche.
“Tu sei proprio cotta”! esclama Erika.
Il giorno dopo è domenica e la famiglia decide di restare in casa
ed attendere che il telefono squilli per farsi dare qualche notizia
riguardo la precaria salute di Vincenzo. Adelina ha il giorno libero
e quindi Paola assieme a Rosalia prepara il pranzo. La piccola
Giada dorme nel suo lettino, Giovanni si riposa sul divano
guardando la tv e Luigi come al solito sta davanti al computer a
navigare su Internet. E’ la sua passione e non ci rinuncerebbe per
nulla al mondo, tra l’altro non ha i compiti da fare dato che li ha
svolti il giorno prima. Agata sta accanto al marito Vincenzo e, con
i sensi di colpa per averlo fatto infuriare, non lo lascia un attimo.
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All’ora di pranzo tutta la famiglia si riunisce attorno al tavolo e
Rosalia e Paola servono le pietanze che hanno preparato. Luigi,
Giovanni e Giada mostrano il loro appetito facendo man bassa in
pochi minuti di tutto il ciò che era poggiato sul tavolo.
Rosalia dice: “Sono contenta che vi piacciono le cotolette che
abbiamo impanato io e mamma”.
Giovanni risponde: “Buonissime, Rosalia”.
“Ho avuto un idea”! esclama Luigi “Che ne pensate se le portiamo
alla nonna e al nonno all’ospedale”? L’idea di Luigi piace a tutti e
mentre Paola lava i piatti, il resto della famiglia si dirige
all’ospedale. Agata e Vincenzo sono molto contenti della sorpresa.
Un’ infermiera fa sapere a Giovanni che suo padre può essere
dimesso il giorno seguente. Il resto della giornata viene trascorso
in casa quando una telefonata interrompe la cena della famiglia.
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“Hi, I’m Victoria, Rosalia’s penfriend”.
“Penso che sia per Rosalia” afferma Luigi che ha risposto al
telefono.
“Chi è”? chiede la ragazza.
“Non lo so, è una che parla in inglese” risponde Luigi. Rosalia,
intuendo che si tratta della sua penfriend, parla con lei e viene a
sapere che adesso è in vacanza a Casoli con la famiglia… Rosalia
le da l’indirizzo e insieme stabiliscono l’orario per incontrarsi il
giorno dopo. Giovanni chiede alla famiglia chi era al telefono e
cosa voleva e Rosalia piena di entusiasmo riferisce la notizia.
Finita la cena la ragazza corre al letto a scrivere ciò che le è
accaduto durante la giornata sul diario segreto, Luigi guarda la tv
nella sua cameretta, Paola e Giovanni guardano la tv in sala da
pranzo. Agata, che è stata riaccompagnata dal figlio Giovanni a
casa, va a letto presto.
Il giorno dopo Vincenzo viene riaccompagnato a casa da Paola e
Luigi, entrando in classe ha una brutta sorpresa: il compagno di
banco Davide gli ricorda che alla terza ora avranno il compito di
economia aziendale. Luigi, al momento che il professore ne aveva
parlato, a quanto pare era distratto, e così, adesso dovrà fare i conti
con un intricato miscuglio di cambiali, situazioni patrimoniali,
beni mobili e immobili che lui comprende quanto sua nonna Agata
conosce la lingua inglese. Ben sapendo che un semplice ripasso al
libro di teoria non avrebbe alcun beneficio, cerca di mettersi
d’accordo con qualche bravo compagno per tentare di copiare.
Nel frattempo Rosalia, sorpresa a chiacchierare con la compagna
di banco dalla prof di latino, viene prima rimproverata e poi, come
se non bastasse, è costretta ad andare avanti su ciò che
l‘interrogato stava ripetendo. Non le era mai successo perché lei,
al contrario del fratello, è sempre stata un’alunna modello. Il
pensiero per l’amica di penna non riusciva ad abbandonarla e così,
si è messa a parlarne con Alessia.
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Adelina è intenta a stirare, guardando con la coda dell’occhio la
piccola Giada che, non sentendosi bene, stamattina non è andata
all’asilo. Giovanni si trova al tribunale, difendendo un uomo che si
è fatto male per i ritmi pressanti del suo lavoro, Paola sta visitando
un povero ragazzino con problemi cardiocircolatori e Agata e
Vincenzo stanno guardando il programma di Costanzo “Tutte le
mattine”.
E’ suonata la campanella che annuncia la fine della ricreazione e
la classe di Luigi si sta dirigendo, dietro richiesta del prof per
tenere distanziati gli alunni, in aula magna con l’astuccio e un
foglio protocollo. Il professore consegna il foglio con i testi degli
esercizi ricordando che gli alunni hanno solamente un’ora di
tempo per eseguirli. Luigi analizza uno per uno gli esercizi e
decide, per risparmiare tempo, di non fare la brutta copia e
risolvere prima quelli che sa fare per poi dedicarsi durante il
tempo restante a quelli in cui incontra difficoltà. Per i primi 20
minuti è intento a realizzare i conti di mastro poi, non sapendo
come proseguire con alcune operazioni della partita doppia
utilizza uno stratagemma: come precedentemente accordatosi con
il primo della classe, getta l’astuccio per terra fingendo che gli sia
caduto e l’amico restituendoglielo ci inserisce un piccolo
bigliettino.
Rosalia anche sull’autobus continua a pensare a Victoria e,
assieme al suo pensiero per l’amica di penna, subentra quello per
Samuele. Ironia della sorte, il ragazzo si siede proprio accanto a
lei, mettendo in ansia il fratello Luigi che è già preoccupato per il
risultato del compito di economia aziendale dato che è il
penultimo. Rosalia è rossa come un peperone e Samuele,
accorgendosene, non esita a stuzzicarla. “Ciao, come ti chiami? Io
sono Samuele”.
“Ciao! Io… sono… Rosalia…Pia…Pia…Piacere!”
La ragazza finge di non conoscerlo dato che lui fino a quel
momento la conosceva solo di vista senza neanche sapere il suo
nome.
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Luigi, Rosalia e Giada come nonni per un caso del destino hanno
solo Agata e Vincenzo. Paola, infatti, è rimasta orfana a soli 4 anni
di mamma e papà a causa di un incidente d’auto. I nonni materni
si sono presi cura di lei fin quando hanno potuto e, essendo
benestanti, le hanno lasciato una cospicua eredità con cui lei,
andata a vivere poi in un collegio di suore francescane, si è potuta
pagare gli studi. Paola, quindi, è rimasta sempre con un vuoto
incolmabile e, per non pensarci, si è buttata a capofitto prima sui
libri e poi sul suo lavoro. Dentro il collegio l’affetto e le cure di
una suora le sono servite a non sentirsi sola e a non perdersi
d’animo. Incontrando Giovanni e poi sposandolo ha riacquisito la
serenità che per anni le era stata tolta.
Sono le tre del pomeriggio e Paola si sta preparando per tornare
all’ospedale, Giovanni sta riordinando il suo studio, visto che non
vuole che Adelina se ne occupi perché esso ha al suo interno
documenti preziosi che, se venissero smarriti, lui perderebbe le
cause. Luigi sta svolgendo i compiti in tutta fretta per poi dedicarsi
con più tempo alla sua passione per il computer, Adelina finisce di
lavare l’ultimo piatto e di guardare Beautiful e poi va al letto a
riposarsi un’oretta, Giada già dorme nel suo lettino, Rosalia
freme… Attende con ansia l’arrivo di Victoria. Molto
comprensibile dato che da anni si scambiano lettere ed e-mail e
che, a parte aver visto il suo viso in una fototessera che la ragazza
londinese le aveva mandato, non ha idea di come sia.
Il tanto atteso momento arriva. Suona il campanello. Rosalia vede
dal videocitofono il volto della sua amica e la fa entrare.
“Hi Rosalia! I’m Victoria. I’m very happy to meet you”.
“Me too! Welcome to my house, follow me”!
Luigi si alza dalla sedia e stringe la mano a Victoria. “Hi, I’m
Rosalia’s brother. My name is Luigi.” “Hello, I’m Victoria, but
friends call me Vic”.
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Giovanni e Paola prima di tornare al lavoro si presentano alla
ragazza e poi la salutano. Rosalia prima mostra le sue fotografie a
Vic e le offre un tè caldo, come di tradizione in Gran Bretagna,
poi pensa di farle visitare Casoli. Le due ragazze escono a piedi e
Victoria, finita la passeggiata porta Rosalia a conoscere i suoi
genitori in hotel. Si chiamano Jane e Robert e hanno anche un
altro figlio di sei anni, Jason. Le ragazze si mettono le cuffie del
cd-player nelle orecchie e si mettono a cantare le canzoni della
loro cantante preferita: Britney Spears.
“Everybody'
s talking all this stuff about me.
Why don'
t they just let me live? Tell me why!
I don'
t need permission, make my own decisions
Ohh! That'
s my prerogative!
That'
s my prerogative…”
Verso le 17:40 Rosalia si riavvia verso casa, ci mette circa un’ora
e mezza per tornare alla sua abitazione.
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Passa una settimana e Victoria assieme alla famiglia riprende
l’aereo per Londra. Rosalia e il fratello scendono dall’autobus,
Luigi va a comprarsi una pizza per la ricreazione e Rosalia, che sta
a dieta anche se non ne ha motivo, va verso la sua scuola. Incontra
Samuele per la strada dato che il liceo classico e le ragionerie sono
molto vicini tra loro, lui le si avvicina e le chiede un
appuntamento, lei, imbambolata, dice che deve pensarci e che gli
darà una risposta sull’autobus del ritorno.
Il professore di economia aziendale delle ragionerie, con volto
imbronciato, entra nella classe 5°B.
“Ho visto i vostri compiti, un vero sfacelo! Ma possibile, ma un
professore come ve la deve spiegare la materia, la lavagna troppe
volte che ho ripetuto gli stessi concetti adesso l’economia
aziendale la conosce a memoria! Siete in quinta, avete gli esami, e
siete ancora a queste condizioni”?
Un attimo di silenzio. Tutto tace. Nessuno ha il coraggio di
controbattere nulla.
“Ranieri, consegna! Di ben 25 alunni in questa classe, 10, solo 10
hanno voti dalla sufficienza in su. E adesso che devo fare”?
Luigi, agghiacciato dalle parole del prof, con la mano tremante
afferra il suo compito e lo gira per vedere il voto: 6. Si metterebbe
ad urlare, a saltare dalla gioia di essere uno della rosa dei 10
compiti almeno sufficienti e invece non fa nulla perché, pur
essendo felice per se stesso, sa che quel 6 non lo meritava e,
guardando un compagno seduto alla fila dietro, che non aveva
studiato esattamente come lui, ma che, al contrario di lui aveva
preso un 4,5, sente impossessarsi di se stesso un imperdonabile
senso di colpa. Passa col muso appeso le ore restanti dell’orario
scolastico al contrario della sorella che pensa a Samuele e si becca
un rimprovero per la sua distrazione dalla prof di filosofia.
Agata annaffia i fiori e il piccolo orticello vicino casa, Vincenzo
legge il quotidiano allungato sul divano. Adelina prepara il pranzo
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e Giada, ristabilitasi dopo cinque giorni di febbre, è tornata
all’asilo e adesso sta parlando sull’altalena con l’amichetta
Jessica. Giovanni si sta facendo raccontare da un suo assistito cosa
lo spinge a chiedere il divorzio dalla moglie e il signore risponde
che la donna lo tradisce da tanti anni, addirittura davanti ai loro
figli, facendogli fare amicizia con quel rovina-famiglie.
Nell’ultimo periodo i litigi di gelosia sono arrivati alla violenza
con la moglie che lo prende a padellate sul cranio e lui che la
sculaccia con la scopa. “Roba da manicomio” pensa ridendo sotto
i baffi l’avvocato. Paola sta facendo un elettrocardiogramma a una
paziente che, poverina, ha una massa tumorale proprio sul cuore.
Verso le 13 e 30 sull’autobus Luigi sta ancora col muso quando
una ragazza che non aveva mai visto cattura la sua attenzione:
maglietta rosa sbracciata semitrasparente, schiena scoperta,
reggiseno nero (una quarta abbondante), jeans macchiati a vita non
bassa, bassissima con cui si vede chiaramente il perizoma rosso.
Ah, dimenticavo, bionda, occhi azzurri, carnagione chiara. Con
quei dettagli lì, gli occhi di Luigi neanche hanno fatto caso al
volto della … ragazza… Attrazione fatale.
“Ma chi è quella bonazza”? Luigi si chiede.
Rimane a guardarla con la lingua di fuori ma non è l’unico, è così
catturato da lei che non fa caso a due persone che si baciano.
Rosalia e Samuele.
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Dopo che Rosalia dice a Samuele che accetta di uscirsi, il
delinquente si avventa su di lei baciandola appassionatamente.
Rosalia, che lo ama, vincendo la timidezza ricambia. Non sa che
gran sciocchezza sta compiendo. E’ tutta una tattica. L’amica
Alessia, sentendo di potersi fidare del suo fidanzato, gli ha
raccontato che a Rosalia piace Samuele e lui senza farsi pregare lo
ha spifferato al diretto interessato. Samuele ha deciso così di
approfittare della situazione: un giorno finge di conoscerla
casualmente, poi le chiede un appuntamento e senza aspettare,
tempo sei ore di scuola, la bacia. Non la ama, ha solo voglia di
divertirsi un po’.
Scesi dall’autobus Luigi ha in testa quel bocconcino di ragazza e
Rosalia, eccitata come se avesse vinto alla lotteria, corre
direttamente in camera chiudendosi a chiave. Apre il suo diario
segreto e inizia a scrivere:
“Caro diario,
Samuele mi ha baciata. Si, hai capito bene! Quanto lo amo, chissà
se lui mi ama. Penso di sì altrimenti perché mi avrebbe baciato se
mi conosce appena? E non solo. Ci siamo dati appuntamento a
domani pomeriggio alla villa comunale, ti rendi conto? Non vedo
l’ora, conterò i minuti.
Ciao,
Rosalia”
Tutti si chiedono come mai Rosalia si sia chiusa in camera e al suo
arrivo davanti al tavolo le fanno il terzo grado, lei in modo
asciutto risponde che stava scrivendo sul suo diario segreto. Luigi
vorrebbe chiedere che cosa ma le rivolge una domanda su un
interrogativo che gli sta più a cuore: chi era quella bionda
provocante sull’autobus?
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Rosalia risponde: “Si chiama Gioia Bellini, è una ragazza che si è
trasferita da poco qui a Casoli, è originaria di Napoli, è in classe
con me perché è stata bocciata l’anno prima. Ti bastano queste
informazioni”?
“Non mi hai detto la cosa più importante, è fidanzata”?
“Questo non lo so, ti farò sapere”.
Adelina serve il pranzo alla famiglia e, dopo pranzo sparecchia e
lava i piatti. Prima che i genitori tornino al lavoro, Luigi comunica
il voto del compito di economia aziendale e i genitori contenti lo
abbracciano. Giada va al lettino a farsi un riposino e Adelina,
dopo aver asciugato le stoviglie, spazza il pavimento e corre al
letto per un’oretta di sonno. Rosalia guarda in tv “Roswell” e
Luigi, come al solito, accende il computer e si mette a navigare su
Internet. Nel frattempo nella loro casetta Vincenzo e Agata si
allungano sul letto e si fanno una bella dormita.
Il giorno dopo all’ospedale viene ricoverata una donna
cardiopatica in gravi condizioni. Paola, quando entra nella camera
dove è ricoverata per visitarla, riconosce nel suo viso rugoso e
pallido una persona che le è stata molto vicina, a cui lei era
affezionata quasi come se fosse la madre che non ha mai avuto,
suor Valentina.
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“Suor Valentina, quanto tempo”! esclama Paola con emozione.
“Dottoressa, lei mi conosce”?
“Si, sono Paola, quella bambina brunetta che è stata accudita da te
con l’amore di una mamma. Te ne sarò sempre grata”!
La cardiochirurgo, mentre pronuncia quelle parole non riesce a
trattenere le lacrime e la sposa del Signore l’abbraccia, anche lei
molto emozionata. Adesso si passa alle note dolenti. Dai controlli
eseguiti si evince che suor Valentina ha il cuore ingrossato e solo
un trapianto di cuore eseguito prontamente potrà salvarla. Senza
scendere nei dettagli per non inquietarla, Paola comunica alla
suora cui è tanto affezionata che dovrà eseguire un operazione. In
sala d’attesa c’è un’altra sorella che ha accompagnato suor
Valentina, suor Rita. Paola si sente costretta a riferirle la
condizione della sua consorella in modo preciso e meticoloso,
facendosi promettere che lei eviterà di affrontare quel discorso con
la povera donna. Con ansia corre dal primario e si propone per
operare la suora, dopo che il primario accetta lei contatta
un’associazione per gli organi, chiedendo se c’è disponibilità per
un cuore compatibile con il gruppo sanguigno di suor Valentina.
Fortunatamente si. Chiama a casa dicendo ad Adelina che non
torna per il pranzo e neanche per la cena, resta lì, accanto a una
donna che lei ha amato come una madre e che l’ha trattata sempre
come se fosse stata sua figlia.
All’ora di pranzo quando Adelina comunica la notizia nessuno sa
chi possa essere questa misteriosa donna tanto importante per
Paola, nemmeno Giovanni. Vorrebbe andare all’ospedale per
sapere di chi si tratta ma avendo il lavoro che gli prende tempo,
dopo pranzo accompagna i tre figli con la tata all’ospedale e si
dirige verso il suo studio.
“E voi che ci fate qui”? chiede Paola.
“Vogliamo sapere chi è quella persona così importante per te”
risponde Luigi.
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“Sedetevi, che la storia è lunga. Come voi sapete ho perso i
genitori a causa di un incidente d’auto e i nonni si sono occupati di
me fin quando hanno retto. Poi, dopo la loro morte, sono stata
mandata al collegio. Non che fosse un brutto posto ma lì mi
sentivo un po’ troppo abbandonata a me stessa, tra suore troppo
rigide che vedevano la religione con un’ottica severa, bandendo
ogni piccolo cattivo comportamento e compagni che vedevano il
mondo da un punto di vista diverso dal mio, perlopiù sbandati che
erano stati affidati alle cure delle monache perché i genitori non
riuscivano a correggerli. E così, in questo clima precario, in questo
buio c’era una luce che ardeva la luce dell’amore. Una suora più
giovane e affettuosa di molte altre notò il mio problema e,
prendendomi in simpatia, si occupò di me dandomi tutte le
attenzioni di cui necessitavo, ma non lo faceva solo con me, era
buona con tutti, comprensiva, insomma per lei religione era
sinonimo di amore e non di disciplina”.
Paola si strofina le mani agli occhi per la commozione e Rosalia le
chiede come si chiama e se possono andare a conoscerla.
“Angela, suor Valentina. Adesso sta riposando, meglio che vi
facciate vivi stasera all’orario di visita. Ho deciso di non tornare a
casa perché le condizioni di suor Valentina sono precaria, ha il
cuore ingrossato e necessita di un trapianto. La sua situazione è da
tenere sotto controllo, non posso abbassare la guardia
andandomene”.
La piccola Giada, col visetto triste dice: “Sta male”?
“Non preoccuparti amore mio, qui ha tanti medici che si prendono
cura di lei” risponde Paola.
Adelina chiama un taxi e insieme a Luigi, Rosalia e Giada si fa
riaccompagnare a casa. La storia di Paola ha toccato il cuore di
tutti ma Rosalia in testa ha un pensiero martellante: Samuele. Alle
ore 16 hanno l’appuntamento alla villa comunale, chissà cosa
accadrà.
24
' (
$
“Rosalia, allora, Gioia è fidanzata”? chiede Luigi.
“No, in questo momento no ma, a quanto pare ha avuto molte
storie. Adesso vado a prepararmi perché devo uscire”. risponde
Rosalia.
“Con chi”? chiede Luigi.
Rosalia risponde che esce con Erika ed Ileana, ma poi mette dei
dubbi al fratello a causa degli abiti che indossa. Come mai una
ragazza che per anni non ha indossato una gonna, adesso si mette
una mini? Chi vuole sedurre, poi, le amiche? Luigi sente puzza di
bruciato e, un paio di minuti dopo che Rosalia è partita con il suo
scooter rosa, salta sul suo di colore rosso fuoco e la insegue. Pur
avendo l’età per guidare un’auto lui preferisce continuare a usare
lo scooter anche perché non se la sente per il momento di prendere
la patente.
Rosalia parcheggia, si toglie il casco riponendolo nel sedile e va
verso la villa, Luigi, arrivato un minuto dopo va ad un edicola lì
vicino, acquista un quotidiano ed entra nella villa. Cammina per
una salita quando vede Rosalia e Samuele… No, i suoi incubi si
sono trasformati in realtà! Al posto di finire la salita, va in mezzo
al terriccio dove sono piantate tante conifere e, grazie a quel
modo di nascondersi, va a sedersi su un’altra panchina da cui può
spiare cosa succede. Quando Rosalia o Samuele si girano verso la
sua direzione, lui apre il quotidiano e finge di leggere.
Samuele, falsamente, sta dichiarando il suo amore a Rosalia,
dicendole che da molto tempo la teneva d’occhio ma non aveva
mai avuto il coraggio di dichiararsi. La ragazza dice che anche lei
lo amava da tanto tempo ma ignorava che lui la conoscesse già. I
due ragazzi si baciano appassionatamente allungandosi sulla
panchina di legno quando all’improvviso dal taschino della giacca
di Samuele fuoriesce una specie di penna ma con un ago a posto
della cartuccia. Lui si buca con quell’arnese, Rosalia non fa a
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tempo ad accorgersene che il delinquente furbamente già lo
reinserisce nel taschino chiudendo la cerniera.
Luigi vorrebbe correre da loro per tirar fuori dalla tasca di quello
l’oggetto incriminato e far mettere la testa a posto a Rosalia ma
non ne ha il coraggio, non vuole farla soffrire e si rende conto che
la ragazza, innamorata pazza com’è, potrebbe addirittura non
credere all’evidenza e farsi convincere dal delinquente che quella
specie di siringa non è sua. Non solo. Se credesse a Samuele, poi
potrebbe anche decidere di non guardare più in faccia il fratello
per aver tentato di sabotare la sua storia d’amore. Il ragazzo non sa
che fare: una parte di lui gli dice “fermali, prima che sia troppo
tardi”, un'
altra “se ne accorgerà da sola di che pasta è fatto
quello”, un’altra ancora “Rosalia non mi crederebbe”.
Non facendosi vedere torna a casa. E’ proprio a terra e, pur
consapevole che in questo modo potrebbero venirne a conoscenza
i genitori, si confida con la tata Adelina, che si è occupata di lui
sin da quando aveva 2 anni. Lei non sa cosa consigliargli, a un
certo punto ha un’idea: prima le parlerà avendo su di lei su un
forte ascendente, poi, se Rosalia non vorrà vedere in faccia la
realtà, si vedrà il da farsi.
Paola, durante il tempo che non ha nessuna visita o operazione
chirurgica da eseguire, sta accanto a suor Valentina. Il cuore è
arrivato all’ospedale e tra due giorni ci sarà l’operazione
chirurgica della sorella. Lei e Paola pregano assieme e si
raccontano tante esperienze che hanno avuto per tutti gli anni che
sono passati. Rosalia torna a casa verso le sette di sera, Giovanni
alle sette e venti. Tutti quanti si recano all’ospedale a conoscere
suor Valentina.
“Suor Valentina, la mia famiglia ti vuole conoscere”. “Oh, che
onore! Dai, falla entrare”!
“Ecco, lei è Adelina, la nostra tata e la bambina che le da la mano
è la mia famiglia più piccola Giada. Questo ragazzo è il mio figlio
maggiore, Luigi. Lei è Rosalia, la mia seconda figlia e, infine, mio
marito Giovanni”!
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Le danno la mano e ascoltano le tante avventure che la suora
racconta accadute nel collegio quando Paola c’era ancora. Arriva
suor Rita e anche lei fa la conoscenza della famiglia di Paola. Le
infermiere servono la vaschetta contenente la cena e suor Rita
imbocca la sua consorella.
27
) *
Sono le 11 del mattino. Giovanni questa mattina ha a che fare con
una causa davvero importante: una sua assistita è una ex
tossicomane, che ha impiegato ben 5 anni per disintossicarsi dalla
droga e che ha deciso di denunciare il suo fornitore perché lui,
miscelando la polvere bianca con un succo di frutta che la ragazza
aveva ordinato in un pub, l’ha praticamente costretta a drogarsi
ancora dato che anche una sola dose crea dipendenza. Questo tizio
si chiama Roger, la ragazza Samantha. Lei è anche disposta a
correre dei rischi pur di far arrestare lui, la pedina più importante
della rete della droga di Casoli e dintorni. Giovanni, con la sua
convincente arringa e, portando tante testimonianze al cospetto del
giudice, riesce a far trionfare la verità, Roger e la sua banda
vengono giudicati colpevoli. La maggiorparte viene
immediatamente arrestata mentre alcuni se la cavano con una
pesante sanzione.
Avere Samuele davanti agli occhi per 6 tempi da cinquanta minuti
consecutivi, significa per Luigi essere nervoso al punto di dover
evitare di rispondere ai compagni che gli parlano per non usare
toni aggressivi. Luigi alla ricreazione lo affronta: “Vi ho visti, tu e
mia sorella con le vostre effusioni, allungati su una panchina della
villa. E’ solo questione di tempo, lei scoprirà come sei davvero”!
“Minaccia quanto vuoi, Serafini! Rosalia è nelle mie mani, tu non
puoi far niente per impedirlo”!
Luigi, al colmo della collera, lo schiaffeggia violentemente tanto
da lasciargli l’impronta della sua mano in faccia. Con quello scatto
d’ira è costretto a subire i commenti di compagni, ma a lui non
importa niente, i suoi amici sanno bene il motivo e non esitano a
difenderlo dalle accuse.
Agata assieme a Vincenzo va dal dottor Vassalli a fargli fare la
ricetta per Lanoxin, un farmaco per l’insufficienza cardiaca e per
un anti-ipertensivo, farmaci di cui ha bisogno suo marito. Il
medico, vedendo le condizioni di Vincenzo aumenta la dose del
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farmaco per il cuore. Agata fino ad ora prende solo il farmaco per
l’acido urico. Lei ed il marito vanno in farmacia ed acquistano i
medicinali.
Dopo scuola, sull’autobus, Luigi si mette a piangere e Gioia,
l’unica a notarlo, gli si siede vicino offrendogli un fazzoletto e
dicendogli: “C’è qualche problema? Ciao, mi chiamo Gioia, non
voglio impicciarmi dei fatti tuoi ma è più forte di me, quando vedo
una persona che soffre non riesco a girarmi e a pensare solo ai
miei guai”.
“Che cara, che sei. Piacere, io mi chiamo Luigi, mi dispiace che tu
debba conoscermi in questo stato, e se vuoi ti racconto cosa mi è
successo ma mi raccomando, non dirlo a nessuno”.
Gioia annuisce e ascolta il racconto dell’amore di Rosalia per
Samuele, l’appuntamento con la siringa uscita dalla tasca della
giacca, lo schiaffo che ha inferto a quel delinquente.
La ragazza, anche oggi vestita in modo molto sexy, fa cenno di
comprendere il motivo del gesto del giovane e gli dice: “Non ti
preoccupare, ci penso io”! Luigi non fa in tempo a risponderle che
deve scendere dall’autobus, chissà cosa avrà volto dire.
Rosalia mentre sta salendo le scale urla a Luigi: “Come ti sei
azzardato a schiaffeggiare Samuele? Lui mi ha raccontato le
insinuazioni che hai fatto per cercare di allontanarlo da me e mi ha
detto anche che ci hai spiato alla villa, ma come ti permetti”?
Adelina apre la porta e Rosalia corre a sedersi davanti al tavolo.
La tata tranquillizza il ragazzo dicendogli che dopo pranzo le
parlerà.
Torna a casa Giovanni mentre Paola anche per questo giorno
preferisce restare in ospedale e il pranzo inizia. Giada è seduta in
braccio ad Adelina, i suoi fratelli non proferiscono parola.
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Dopo pranzo Adelina prima di iniziare a lavare i piatti chiama in
disparte Rosalia e le dice: “Rosalia, io ti conosco da quando sei
nata, sei molto importante per me e proprio per questo non voglio
che ti accada nulla. Ascoltami, Luigi si è confidato con me
riguardo la storia di te e Samuele, e io, per farlo stare più
tranquillo, ho deciso di discuterne un po’ con te”.
“Cosa ti ha detto quello? Lo sai che questa mattina ha
schiaffeggiato il mio amore in classe lasciandogli l‘impronta della
mano sul volto? E non solo, lo ha anche minacciato cercando di
minare le radici del nostro rapporto”.
“Tu sei innamorata, tesoro, non puoi capire. Vedi quel delinquente
con gli occhi dell’amore, per te lui è senza difetti. Purtroppo non è
così, ora ti devo dire una cosa, so che ti sarà difficile credermi, ma
ti prego, sforzati”!
“Sentiamo”.
“Samuele aveva nel taschino della giacca una siringa e mentre
sulla panchina vi baciavate appassionatamente, a lui è fuoriuscita
ma, accorgendosene l’ha rimessa in tasca”.
“Adelina, Luigi m’aveva detto che Samuele ruba, va a puttane e si
droga ma io non gli credo, perché dovrei dar credito a questa
insinuazione”?
“Prova tu stessa, fatti mostrare tutte le tasche della sua giacca e se
ci trovi qualcosa di sospetto, finalmente aprirai gli occhi”.
“Vabbene”.
Adelina torna a lavare i piatti, Giovanni va al suo studio.
La ragazza, cercando di mantenere la calma, deve escogitare un
modo per controllare le tasche di Samuele. Ha un’idea che seppur
stupida dovrebbe servire al suo scopo: per l’appuntamento si veste
leggera, dice di aver freddo pretendendo che Samuele le faccia
indossare la giacca e poi gli chiede se le può andare ad acquistare
un bel gelato artigianale. Nel frattempo che lui non c’è, la ragazza
perlustra le tasche. Facile a dirsi ma difficile a farsi. Se lui si
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rifiuta violentemente, se la siringa non ce l‘ha con sé, se lei
dall’imbarazzo non ce la fa a fare quelle richieste?
Luigi sta navigando su Internet e nel frattempo si sta arrovellando
sulle tre parole di Gioia: ci penso io. Ma come, ci pensi tu? Che
hai in mente? Parlando con lei, all’idea che lei è una strafiga da
paura si è aggiunto che è anche una ragazza altruista e dolce. Luigi
stravede per lei, a quanto pare si è innamorato. Non succedeva,
sembrerà strano, dai tempi della scuola media quando una
ragazzina di nome Simona, con il sorriso sempre sulle labbra,
catturò tanto la sua attenzione da riuscire a trarre da lui i suoi lati
migliori. Luigi con lei era diverso, scriveva addirittura poesie
d’amore e l’unico suo cruccio era che erano divisi, lei frequentava
la sezione A nel primo piano, lui la B nel secondo piano e, se si
vedevano prima o dopo le lezioni era già tanto. Dopo quella cotta
che ebbe, non ci furono altri amori, ci furono tre storielle della
durata massima di 3 mesi o poco più. Gioia, Gioia, Gioia, già il
nome dice tutto. In quel mare di pensieri nel quale lui sta
nuotando, un suono lo riscuote, è finito il download di un
simpatico videogioco clone di Super Mario.
Luigi si alza, va in camera di Rosalia e aspetta che lei gli dica
qualcosa.
“Ho parlato con Adelina e seppur con fatica mi sforzerò di
crederle, ma ho bisogno di prove. Al nostro prossimo
appuntamento, con una scusa mi farò lasciare la sua giacca mentre
lui se ne va a comprarmi un gelato”.
“Rosalia, spero che tu finalmente apra gli occhi. Ascoltami,
Samuele mi è sempre stato antipatico ma questo non c’entra
niente, ho paura per te, capisci? Lui con quella faccia da spavaldo
mi ha detto testuali parole: ‘Rosalia è nelle mie mani, tu non puoi
fare niente per impedirlo’ capito? Come se tu fossi un oggetto da
lui manipolato, io a quel punto non ci ho visto più e gli ho tirato
quella sberla”.
“Luigi indagherò, prima o poi verrò a sapere chi mente. Ora esci,
che devo studiare per il compito di domani di greco”.
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Giada, che fino ad ora stava facendo il sonnellino, va vicino ad
Adelina, che adesso sta stirando e si mette a giocare con le
bambole. Nel frattempo in ospedale, Paola prega assieme a Suor
Valentina per l’intervento del giorno dopo.
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E’ mattina. In ospedale un collega comunica a Paola che il cuore
che sarà trapiantato in suor Valentina apparteneva ad una donna
che è stata vittima assieme al marito di un incidente d’auto. La
cardiochirurgo ripensa ai suoi genitori che hanno perso la vita
nello stesso modo, facendosi coraggio e inghiottendo le lacrime si
dice: “Devo salvare suor Valentina a tutti i costi”!
Inizia l’operazione. In sala d’attesa assieme a suor Rita si sono
riunite ad attendere l’esito dell’operazione alcune altre suore
francescane del collegio tra cui la madre superiora. Con tanta
ansia in coro pregano con la collanina del rosario, sarebbero
venute tutte ma circa la metà è dovuta restare per garantire il
corretto funzionamento del collegio. Dopo un po’ esce
un’infermiera e, quando le chiedono come sta andando
l’operazione, lei risponde che non ci sono state complicazioni fino
a quel momento e che tutto procede nella norma. Le suore tirano
un sospiro di sollievo.
Passate circa due ore Paola esce dalla sala operatoria e riferisce lo
stato di suor Valentina: “E’ andato tutto bene, certo adesso dovrà
assumere la ciclosporina per evitare il rigetto accompagnata ad
altri farmaci, dovrà fare fisioterapia per una ventina di giorni qui
all’ospedale e dovrà controllarsi periodicamente per monitorare lo
stato del nuovo cuore”.
Suor Valentina sotto l’effetto dell’anestesia ora dorme.
Nella classe 3° A del liceo classico tutto tace. La professoressa
passa tra i banchi e gli alunni cercano di tradurre in italiano la
versione di greco. Rosalia credeva che il compito fosse più
semplice e la poca attenzione durante le spiegazioni per pensare a
Samuele le sta causando un brutto scherzo. Lei ha studiato il
giorno prima ma in modo un tantino superficiale, distratta com’era
dal riflettere se Luigi diceva la verità sul ragazzo che ama. Riesce
a tradurre circa metà dell’intero compito e, per la prima volta, ha
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bisogno di copiare ma gli altri non sanno più di lei e, anzi, si
aspettano suggerimenti dalla ragazza.
Contemporaneamente la classe di Luigi è impegnata nella
simulazione della terza prova scritta d’esame, necessaria perché,
un tipo di test che mescola domande di varie materie è una
prerogativa dell’Esame di Stato e, quindi, nessun alunno si è
ritrovato mai a destreggiarsi in questa tipologia di verifica. Il
ragazzo, anche se si sente un po’ in ansia per qualcosa di nuovo,
cosciente che è solo una finzione, senza problemi risponde alle
domande a lui presentate.
Suor Valentina si sveglia trovandosi gli occhi delle sue amiche
suore e di Paola addosso.
“Sei fuori pericolo, da quando sarai dimessa vieni a trovarmi
qualche volta”! esclama Paola.
La sorella risponde che è grazie a lei se è ancora in vita e che non
interromperà il bel rapporto che si è reinstaurato tra loro.
Dopo le lezioni, sull’autobus come di parola Gioia Bellini entra in
azione. Per non far sedere il delinquente vicino all’innamorata, le
si siede accanto strizzando l’occhio a Luigi, seduto lontano di
qualche fila. Il ragazzo cerca di ascoltare la conversazione tra le
ragazze ma, con il trambusto tipico dei luoghi affollati, non si
capisce niente. Giusto per attaccare discorso con Rosalia, Gioia le
chiede com’è andato il compito dicendole che il suo non si può
guardare. La ragazza risponde che non è andato bene, ne ha svolto
circa mezzo non sapendo più andare avanti.
La bellona per stuzzicare Rosalia le dice: “Ho conosciuto un
ragazzo delle ragionerie che mi piace molto, solo che davvero
tante persone mi hanno detto che si droga quindi anche se a
malincuore, ho deciso di lasciar perdere. Si chiama Samuele”.
Rosalia si sente gelare, la napoletana non poteva usare uno
stratagemma più efficace.
“Chi, chi te l’ha detto”?
“Tanta gente, ne sono certa purtroppo, addirittura me l’ha detto la
sua ex”!
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Sa mentire bene la ragazza, ma il fine giustifica il mezzo, in
questo modo non ci possono essere più “ma” e “se”. L’innamorata
ha l’appuntamento esattamente il giorno dopo. Ne vedremo delle
belle.
$
+
E’ ora di pranzo, Rosalia trattiene a stento le lacrime e, con i nervi
che ha, preferisce non scrivere nulla sul diario in questo momento
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per evitare di strapparlo in mille pezzi. Luigi le chiede cos’è
successo ma lei, dato che i genitori sono lì attorno al tavolo,
risponde che le è andato male il compito di greco, cosa vera ma
non prioritaria per lei. Paola è tornata dopo che la sorella
ringraziandola per aver dedicato a lei ore ininterrotte in questi
ultimi giorni, le ha chiesto di non preoccuparsi, di tornare a casa
dalla sua famiglia.
“Non sarà così grave, suppongo” chiede alla figlia.
Lei preferisce non mentire dato che le bugie hanno le gambe corte
e anche se sa che farà dispiacere i genitori dice: “Invece si,
mamma. Mezzo compito sono riuscita a fare, niente di più”!
Adelina, che sa più o meno cosa si nasconde dietro la storia del
compito chiede a Paola come sta adesso suor Valentina e lei le
risponde che l’intervento è andato bene. Rosalia va in camera e il
fratello la segue.
Giovanni afferma: “Ma cosa è successo alla nostra Rosalia? E’ tra
le prime della classe e fa un compito così”?
Adelina sta imboccando Giada e le piacerebbe, per scaricarsi la
coscienza, raccontare tutto ma non lo fa, se vedrà che la situazione
diventa insostenibile non esiterà a riferire il problema a Paola e
Giovanni.
In casa dei genitori di Giovanni mentre Agata sta lavando i piatti,
a Vincenzo viene l’affanno, il suo respiro è sempre più faticoso e
la moglie si precipita sulla cornetta del telefono a chiamare il
medico per farlo arrivare alla sua abitazione. Il dottor Vassalli,
non appena va, visita accuratamente Vincenzo e, purtroppo, non
vede altra soluzione che aumentare ulteriormente la dose di
farmaci.
“Mi dispiace dirglielo signora, ma suo marito rischia un altro
infarto” comunica in modo distaccato il medico.
Paola e Giovanni sono tornati al loro lavoro mentre nella sua
camera, Luigi chiede a Rosalia cosa le sia successo realmente. Lei
dicendo che la faccenda del compito è vera, aggiunge che Gioia
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Bellini le ha detto che persino la ex di Samuele l’ha informata che
lui si droga.
“Sarai contento, eh”?
“No, vedo quanto soffri e mi dispiace. Hai ancora intenzione di
controllare le tasche di Samuele”?
“Si, voglio essere sicura al 100 %”!
Così la ragazza si prepara per l’appuntamento alla villa comunale,
vestita leggera, e dicendo a Samuele che ha freddo, gli chiede se
lui le può prestare la giacca.
“No, guarda, non posso, sai è un … un ricordo di famiglia”.
“Un ricordo di famiglia? Guarda un po’ che strano, l’ho vista
qualche mese fa nella vetrina del negozio d’abbigliamento
Vincent”!
“Sai, ci tengo molto e poi anch’io ho freddo”.
Samuele inventa tutte le scuse possibili e immaginabili e Rosalia
incalza: “Ho capito, per te non valgo neanche questo minuscolo
sacrificio. Vabbene, se non mi fai un piccolo favore, figuriamoci il
resto. Ci soffrirò tanto senza di te, ma forse è la cosa migliore”.
“E tu mi lasceresti perdere per una giacca”?
Rosalia cambia il piano.
“No, ti lascerei per quello che hai dentro la giacca”!
“Un’altra macchinazione di tuo fratello, e tu gli stai a credere
anche? Su, avanti, dimmi, cos’ho nella giacca di sbagliato”?
Samuele sa benissimo di star perdendo ma non po’ far nulla, anche
un buon gioco di mano per spostare la siringa nei pantaloni
verrebbe captato dallo sguardo feroce di Rosalia.
“Lo vedremo subito, dai, dammi la giacca o non ti avvicinare più a
me”!
Samuele gliela porge e Rosalia scopre la verità: non solo quella
lurida siringa, ci stanno anche sigarette, preservativi e… una
scatoletta di un farmaco… Lei apre la confezione, legge il
bugiardino e… “Sindrome da immunodeficienza acquisita”!
AIDS! Rosalia ora non è più solo arrabbiata, è triste, è
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spaventata… Samuele le punta la siringa al collo dicendole:
“Giurami che non lo dici a nessuno”!
L’ago è a meno di un centimetro di distanza dal collo e lei fa il
giuramento. Corre all’impazzata per la discesa della villa
comunale, va al parcheggio, accende lo scooter rosa e scappa a
casa.
Non ci sono parole, la delusione non ha limiti! Aver amato quel
tossico, aver abboccato come una carpa abbocca all’amo di una
canna da pesca, perfino averlo baciato le fa paura. Era così
diverso con lei, un altro! E l’AIDS? Col bacio si raccoglie? Si o
no? Quello era il dubbio più ricorrente mentre a cento all’ora
guidava per la strada.
! ,
Adelina apre la porta di casa e Rosalia le si butta addosso,
balbettando dice: “Mi ha mi ha minacc minacciato con un un una
sisisi siringa di di no non racc co con tare che ha l’A l’A l’AIDS”!
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“Oh no! Mi dispiace Rosalia, io vedo quanto stai soffrendo ma
non posso prendermi questa responsabilità, devo avvertire i tuoi
genitori”.
“Va va vabbene”!
Arriva Luigi e chiede ad Adelina cosa sia successo a sua sorella.
“Quel bastardo l’ha minacciata con una siringa”!
“Perché”?
“Perché Rosalia ha scoperto che lui ha l’AIDS. Non dirlo a
nessuno perché lei rischia di essere aggredita da quello”.
“Non ti preoccupare! Ma lei quindi potrebbe avere l’AIDS”?
“Non lo so e proprio per quello non posso fare a meno di parlarne
con i vostri genitori”!
La piccola Giada si alza dal lettino e chiede a Rosalia con la sua
vocina: “Che è successo”?
Adelina la imbraccia e le risponde “Niente, amore! Adesso
andiamo a giocare con le bambole. Luigi, sta vicino a tua sorella,
mi raccomando”.
Adelina va con Giada nella sua cameretta per cercare di
proteggerla dal capire cosa sia successo a sua sorella.
“Rosalia, non ci pensare! Io ti capisco benissimo, è bruttissimo
vedere che la persona che amavi, a cui pensavi dalla mattina alla
sera, è un mostro. Cerca di non pensarci, è l’unico modo per
evitare di soffrire”.
Verso l’ora di cena Paola e Giovanni tornano a casa. Non appena
sull’uscio di casa la tata li trattiene dicendo: “Prima di iniziare la
cena devo parlarvi. E’ una cosa della massima importanza”!
Giovanni risponde: “Dicci”!
“Non è facile, ho aspettato a parlarvene per fare il bene di Rosalia
ma adesso la situazione è diventata insostenibile. Non mi
interrompete per favore, perchè ciò è molto duro da raccontare.
Tra l’altro io ne sono venuta a conoscenza solo pochi giorni fa
grazie a una confidenza di Luigi”.
“Non tenerci sulle spine, con questi preamboli. Che è successo di
tanto grave”?
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“Rosalia si era innamorata di un ragazzo delle ragionerie, un
delinquente compagno di classe di Luigi che si droga, fuma, va a
prostitute, ruba… Il ragazzo ci fa conoscenza e la bacia sin da
subito, si danno un appuntamento, Luigi di nascosto li spia,
vedendo che mentre si baciano fuoriesce dalla tasca della giacca di
quello una specie di siringa che lui prontamente nasconde, poi
vostro figlio si confida con me e io parlo con Rosalia, dicendole di
controllare con qualche scusa la giacca di Samuele. Insomma, una
volta che lei ha controllato e si è resa conto che lui ha l’AIDS
viene minacciata con una siringa di non raccontarlo a nessuno”.
Giovanni che fino ad allora aveva trattenuto le sue parole urlando
come non mai esclama: “Ma è terribile! E tu, una serva, ti sei
riservata il diritto di non parlarcene? Come ti sei permessa,
Adelina? E’ da anni che lavori da noi e ci fidavamo di te. Adesso
Rosalia forse ha l’AIDS e noi lo sappiamo così, di punto in
bianco! Sei licenziata”!
Paola dice al marito che forse non è il caso, in fondo lei l’ha
saputo da poco, dopo che i ragazzi si erano baciati.
“Non c’entra nulla. Non cambio idea”! risponde aspramente
Giovanni.
“E Giada”? chiede Adelina.
“Giada? Ce ne occupiamo noi, meglio di tenerla tra le braccia di
una che lascia fare i figli non suoi senza riferire nulla ai loro
genitori. Fuori”!
“Ma…”!
“Fuori da questa casa! Fuori ho detto”! Giada si avvicina ad
Adelina abbracciandola e piangendo e anche la ex tata non ce la fa
a trattenere le lacrime. Paola, Luigi e Rosalia abbracciano Adelina,
lei prende le sue cose, lascia la sua copia delle chiavi, si fa pagare
quello che le spetta e se ne torna alla sua casa, sola e disperata.
40
"(
Giovanni telefona ad Agata chiedendole se la mattina dopo può
passarla a prendere per occuparsi della casa e di Giada dato che la
tata Adelina è stata licenziata in attesa di trovarne un’altra. Agata
chiede il motivo e suo figlio come risposta le da che ha tenuto un
segreto di Rosalia e solo quando la ragazza si è messa in mezzo ai
guai si è sfiatata a parlarne. Agata accetta e comunica la sua brutta
notizia: hanno dovuto aumentare i farmaci a Vincenzo.
Ad aggiungersi al senso di paura e frustrazione, nel cuore di
Rosalia si è innestato un forte senso di colpa. Luigi invano cerca
di farle capire che non è colpa sua e si ripromette di fare carte
41
false per convincere il padre a riassumere Adelina, soprattutto per
Giada.
Il mattino dopo Giovanni passa a prendere Agata e accompagna
Giada all’asilo. Rosalia si assenta da scuola per andare
all’ospedale con Paola a fare il test HIV, Luigi prende l’autobus e
va alle ragionerie.
Le ore passano lente e a Luigi non gliene frega proprio niente di
quello che spiegano i professori, i suoi nervi già infuocati vedendo
il volto di Samuele gli fanno diventare l’odio e l’antipatia un
desiderio di forte vendetta. Dal canto suo, il delinquente ha paura
per ciò che ha scoperto la ragazza e cova un forte odio verso
l’intera famiglia Serafini.
Nel momento della ricreazione Luigi sta solo in classe, con la testa
appoggiata sul banco e con uno sguardo irritato. Una bidella di
nome Lina, che deve consegnare un foglio alla professoressa di
diritto, dice al ragazzo: “Luigi, di’ alla professoressa che la
fotocopia che le serviva gliel’ho messa in mezzo al registro”.
La risposta è uno scocciato: “Vabbene”.
“Che hai Luigi? Perché sei rimasto in classe, c’è qualcosa che non
va”?
“Sapessi Lina… Quanto è brutto vedere tutti i giorni una persona
che odi”!
Lina, dolce com’è con tutti, gli consiglia di non pensarci.
Durante l’intera notte Adelina è riuscita a dormire soltanto alcune
ore. La famiglia Serafini la considerava la sua famiglia. Le ore le
passava a riflettere, con pensieri che si accavallavano tra loro e
immagini che si ripetevano come in una trappola senza uscita.
Ripensava a: il giorno dell’assunzione, la nascita di Rosalia e
Giada, tutti i momenti belli e brutti passati in quella famiglia e non
solo… ripensava anche alla sua giovinezza, alla storia d’amore
con Antonio, al momento che lui la lasciò e che non si videro più,
la sua decisione di essere single… quanti problemi, quanti rimorsi,
in quella notte tutti i brutti ricordi si sono inferociti verso la loro
vittima.
42
L’asilo chiude verso le 16 di pomeriggio ma Giovanni e Paola
preferivano che Adelina passasse a riprendere Giada verso
mezzogiorno, appena prima che il pranzo fosse iniziato dentro la
mensa della scuola materna. Oggi Giovanni la passa a prendere,
ma in ritardo. Quando ha accompagnato Giada verso le 8 di
mattina all’asilo, le ha raccomandato di aspettare e di non
incamminarsi nel caso fosse arrivato tardi e la bimba così ha fatto.
Agata prepara un pranzo molto diverso da quello di Adelina,
molto insipido per la pressione del marito e magro per il suo
fegato. Così quando la famiglia torna per il pranzo, si ritrova a
mangiare una triste minestrina come primo piatto e per secondo
un’insalatina con pochissimo olio e, apparentemente, senza sale.
Adelina decide di fare quello che per tanto tempo non poteva per
gli impegni di lavoro. Chiama una sua amica di vecchia data con
cui mantiene il rapporto di amicizia solo tramite telefonate o rari
appuntamenti domenicali e le propone di andare insieme al più
grande dei centri commerciali lancianesi chiamato Thema
Polycenter. L’amica, che si chiama Flora, accetta. Flora è di
Civitella Messer Raimondo, un paesino piccolo piccolo, dove
anche Adelina è nata, lontano pochi km da Casoli. Si mettono
d’accordo in questo modo: Adelina la passa a prendere e poi la
riaccompagnerà a casa. Ci vuole un po’ di sano shopping per
togliersi dalla testa i cattivi pensieri. Sono le 17 e le due donne
sono appena entrate nel centro commerciale. Come prima tappa
vanno al bar Sarni a comprarsi due pizzette, si siedono e si
raccontano i loro ultimi avvenimenti. Si dirigono, poi, a globo, un
negozio di abbigliamento e calzature. Provano delle magliette e
alla fine Adelina ne acquista una rossa con gli strass e Flora, che
ha un fisico più esile, ne compra una aderente con una fantasia di
colori. Vanno poi a Giotto, un ampio negozio di elettrodomestici,
Flora va alla sezione dei cd musicali, Adelina guarda i film in dvd.
Si sofferma a leggere la confezione del film Thirteen che parla di
due ragazzine 13enni che fanno una vita sbandata quando un
uomo, intendo a sfogliare la rivista Men’s Health, le sbatte contro.
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“Oh, mi scusi” esclama l’uomo.
“Niente” risponde Adelina e poi si gira. “Antonio, sei tu”?
#
(
“Si, sono io. Ci conosciamo”?
“Sono Adelina, la tua ex”.
“Adelina, come sei cambiata”!
“Anche tu. Che strano scherzo del destino, rivedersi dopo tanti
anni”!
“Infatti. Adesso sei sposata, suppongo”.
“Macchè, dopo la dura delusione che ho avuto con te, sono
diventata una single per scelta”.
“Oh, mi dispiace, comunque ci sono delle cose che non sai, ora
che ti ho rivista devo assolutamente parlarti”!
Flora arriva e saluta Antonio conoscendolo anche lei e
rivedendolo dopo tanti anni.
“Ho interrotto qualcosa”? chiede la donna.
“No, solo che devo dire una cosa di fondamentale importanza ad
Adelina” risponde Antonio.
“Allora, Adelina per che ora e dove di questo centro commerciale
ci diamo appuntamento”? domanda Flora.
“Le sei all’Ipersidis”.
“Ok. Ciao”!
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Adelina, un tantino seccata, chiede cosa ci sia di così urgente che
lei deve sapere, in fondo anche lei e Flora non si rivedevano da
tanto tempo.
“Dai, andiamo a sederci al tavolo di un bar”! esclama Antonio.
Così fanno.
Antonio inizia a parlare: “Quando ti lasciai, io ti amavo ancora. La
causa era tutta da attribuire a mio fratello Aldo, che ti calunniò in
modo indecente e io come un idiota credetti alle sue calunnie. Sai
perché lo fece? Perché lui ti amava, tanto, e, per non vederti più e
cercare di dimenticarti, condannò anche me e te all’infelicità. L’ho
scoperto una sera, una delle tante in cui si ubriacava, ma in quel
caso era proprio sbronzo e si sa, quando uno è in quello stato dice
la verità. Venuto a conoscenza del suo piano, non ebbi il coraggio
di cercarti, con Aldo ci sto litigato tutt’ora. Sono cose che non si
perdonano”.
Adelina è esterrefatta, quello ha manipolato la vita di due persone
per il suo egoismo. Sarebbe stato tutto diverso.
“Non ci posso credere! Tu adesso come sei messo in fatto di
sentimenti”? chiede Adelina.
“Come sono messo? Male. Dopo di te sono stato insieme a un paio
di ragazze ma non era amore, era la ricerca di una serenità che non
trovavo. Attualmente sono single, libero come l’aria. Adelina, tu
te la sentiresti di riprovarci con me”?
La domanda di Antonio la coglie di sorpresa.
“Non so che dirti, è passato tanto tempo, certo adesso che ti rivedo
non mi sei indifferente”.
“Neanche tu lo sei per me”.
“D’accordo. Si, proviamo, ripartiamo da zero”.
“Bene, intanto ecco il mio numero di cellulare, chiamami quando
vuoi: 345/7897878”.
“Ecco il mio: 393/7895901 Mi ha fatto tanto piacere rivederti,
aspetterò con ansia la tua chiamata”.
“Contaci, ciao”!
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Il loro incontro è finito prima del previsto e Adelina va per le varie
botteghe a cercare l’amica.
Intanto, nell’abitazione della famiglia Serafini, il clima non è certo
sereno. La piccola Giada piange perché vuole Adelina, Luigi cerca
di navigare su Internet ma Rosalia lo distrae continuamente con i
suoi lamenti, Agata non ce la fa a tenere tutta in ordine l’ampia
casa e Vincenzo, che cerca di riposarsi sul divano, urla perché non
ce la fa più a sentire il piagnisteo della nipote più piccola.
Un manicomio.
Giovanni in questo momento sta ascoltando il caso di una donna
che vuole chiedere il divorzio al marito perché lui non vuole avere
figli da lei.
“Avvocato, di certo non sarà una consensuale perché mio marito si
oppone alla nostra separazione”.
Lui, distratto dal pensiero sulla sera precedente, viene richiamato
all’attenzione dalla donna.
Paola sta visitando un ragazzo che ha la pressione alta.
“E’ un fattore genetico” gli dice. “L’importante è che stai attento a
non mangiare troppo salato”.
Il ragazzo che si chiama Domenico risponde: “A me piacciono
tanto le sardine, le alici… uffa”!
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%
$
Dopo aver riaccompagnato l’amica, verso le 19:30 Adelina torna
alla sua casa. Si chiude una porta e se ne apre un’altra. E’ stata
licenziata ma ha ritrovato il suo amore giovanile, riflette. Ha parte
dell’ultimo stipendio, ma deve assolutamente trovare un altro
lavoro. Flora le ha detto che alla salumeria di Civitella cercano
una commessa al bancone ma lei non sa se farsi avanti.
Dopo cena Giovanni riaccompagna i genitori, quando torna a casa,
accende il pc e si mette abbattere un annuncio:
“Cercasi donna che sappia accudire i bambini, pulisca la casa e
sappia cucinare, disponibile l’intera giornata, tutti i giorni tranne
la domenica, retribuzione adeguata. Per informazioni contattare il
numero 0537-835883”.
L’uomo si assenta un attimo per andare in bagno e in quel
frangente Rosalia, che era allungata sul divano nella stessa stanza,
cambia una delle cifre del numero telefonico. Al suo ritorno
l’uomo lancia la stampa. Paola sta in camera da letto a leggere un
buon libro, metodo che ha imparato ad utilizzare dai tempi
dell’università per rilassarsi. Luigi fa compagnia a Giada,
leggendole una fiaba.
Il mattino successivo Paola prima di andare all’ospedale va per i
negozi, i bar e le edicole a distribuire i volantini, Giovanni
accompagna Giada alla scuola materna, passa a prendere i genitori
per poi accompagnarli alla sua abitazione e poi corre al suo studio
esterno situato in un monolocale al centro di Casoli. Ne ha due,
uno in casa, uno lì. Luigi e Rosalia prendono l’autobus per andare
a scuola, il ragazzo si siede accanto a Gioia e la ringrazia per aver
parlato con Rosalia ed averla indirizzata verso la strada giusta per
la comprensione di com’è davvero Samuele.
Lei risponde. “Figurati, mi ha fatto piacere. Sai, devo dire che ho
fatto ricorso anche a qualche bugia ma non me ne pento”!
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Intanto Rosalia, seduta accanto ad Alessia con dietro le altre due
amiche Erika e Ileana, racconta la delusione con Samuele
omettendo che ha l’AIDS non perché non si fida di loro ma perché
ha paura per se stessa, senza contare che, se sapessero che lei forse
ce l’ha, potrebbero allontanarla. La ragazza ad alta voce si chiede
come Samuele abbia fatto ad interessarsi a lei e ad avvicinarla.
“Non è che lui sapeva già il mio sentimento? Ditemi la verità: ne
avete parlato con qualcuno”? chiede Rosalia.
Erika risponde: “Ma come ti salta in mente? Che amiche
saremmo”?
Alessia dice: “Se devo essere sincera, io ne ho parlato con Renzo,
è il mio ragazzo e mi fido di lui”.
“Beh, questo è solo un mio dubbio ma se non mi conosceva
Samuele, ce ne stanno tante più belle di me e non mi amava,
perché mai si è fatto avanti? Ora che non provo più nulla per lui,
soltanto disprezzo, vedo la vita così com’è e mi viene in mente
che quel delinquente sapesse già che io gli andavo dietro. Alessia,
fammi questo favore, chiedi a Renzo se ne ha parlato con
qualcuno”.
Alessia fa cenno di essere d’accordo e glielo chiederà.
Circa due ore dopo in classe di Luigi c’è il professor Di Conio,
insegnante di economia aziendale, di corporatura massiccia con
capelli bianchi che mancano un po’ e baffoni dello stesso colore.
Chiede agli alunni se hanno eseguito i compiti per casa e Luigi,
che li ha fatti ma ha dimenticato il quaderno a casa, glielo
comunica ma il professore si rifiuta di credergli.
Adelina va a comprare il detersivo per i piatti e altre cose di casa
al supermercato Issimo e nota un volantino con su scritto che si
cerca una domestica. Paga il conto e prende il biglietto. Contatta il
numero ma una voce registrata avverte che il numero chiamato è
inesistente. Adelina lo esamina bene, a parte una cifra il numero
corrisponde a quello dei Serafini… Vogliono rimpiazzarla e lei si
sente molto triste perché una piccola speranza ancora c’era di una
riassunzione. Ride comunque al pensare che chi della famiglia ha
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battuto quel documento abbia commesso un errore così ridicolo da
invalidare la funzione dello stesso.
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& (
-
La settimana è passata veloce, nonostante è stata la penultima di
scuola e compiti e interrogazioni per Luigi e Rosalia si sono
accavallati senza pietà. Di fatti importanti in questi giorni ce ne
sono stati abbastanza. Il risultato del test HIV di Rosalia è risultato
negativo e lei, pazza di gioia (non Bellini!) ha abbracciato i
genitori. Ha scoperto che è stato il ragazzo di Alessia a dire a
Samuele che lei ne era innamorata. Il voto del suo compito di
greco è stato 5--, lei non ne ha sofferto troppo perché se lo
aspettava, c’è la consolazione che i compiti successivi sono andati
bene. Luigi sul settore scolastico ha recuperato e, tra lui e Gioia si
è creato un rapporto più intenso e personale, sono usciti una volta
insieme e lei, che è stata riaccompagnata dal ragazzo in scooter,
quando è scesa gli ha schioccato un bacio sulla bocca.
Adelina non ancora ha trovato lavoro, aveva chiamato la salumeria
ma una ragazza di quel paese le ha rubato il posto, e sta cercando
di tenersi a cura i soldi dell’ultimo stipendio che le restano. Sul
fronte contrario cioè a casa Serafini nulla, nessuna tata nuova,
com’era facile prevedere. Agata non ce la fa più a tenere a posto
un’abitazione quattro volte più estesa della sua e non ha nessuna, a
parte Rosalia, che possa aiutarla nelle faccende. E’ Giovanni ad
accompagnare presto e venire a prendere tardi la piccola Giada
dalla scuola materna.
Giada entra all’asilo, saluta le maestre e aspetta che gli altri
amichetti arrivino come di consuetudine in questi giorni che è il
padre ad accompagnarla. Si siede su una bassa sediolina a
disegnare i personaggi del cartone animato che ha visto il giorno
prima: la Sirenetta. Le maestre, infatti, hanno intenzione di
raccogliere tutti i disegni dei bambini per farne una mostra.
L’amichetta Jessica arriva, si siede accanto a lei ma non ha voglia
di disegnare e quindi guarda il bel disegnino di Ariel che Giada sta
facendo e, quando lei lo finisce, insieme le bambine si mettono a
colorarlo. Ci sono sei maestre, quattro delle quali hanno insegnato
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anche a Luigi e a Rosalia. I bambini dopo un po’ di tempo
consegnano i disegni alle maestre e con loro vanno ai giardinetti
che circondano l’asilo. Sull’erba fresca ci sono tanti piccoli
fiorellini e, saldate al suolo ci sono delle belle giostre. Giada tira
Jessica chiedendole se vanno insieme all’altalena.
Jessica dice: “Se andiamo insieme, chi ci spinge”?
Giada risponde: “Chiedo a Lorenzo. Lorenzo, ci spingi”?
Il bambino, una peste dagli occhi azzurri, accetta di spingerle ma,
per la troppa forza che ci mette, fa cadere a terra Jessica. Lei si
mette a piangere, ha tutte e due le ginocchia sanguinanti, la
maestra Nice corre chiedendo cos’è successo e Giada riferisce che
la colpa è di Lorenzo. Dopo avergli sgridato, va a prendere
l’alcool e l’ovatta per disinfettare le due ferite.
“Non ti preoccupare, Jessica, brucia un po’ ma passa subito”
afferma dolcemente la maestra.
La bambina smette di piangere perché adesso che le piccole ferite
sono state disinfettate, fanno meno male. Giada dice a Jessica di
aspettare lì, va a prendere il suo zainetto e tira fuori 2 bamboline.
Jessica esclama: “Che belle, le Winx. Dove le hai comprate”?
“Me le ha regalate Adelina ma adesso non c’è più”.
Giada si mette a raccontare come mai, per quello che lei ha capito,
cioè che suo padre era nervoso, Adelina è stata licenziata. Mentre
Giada parla della sua ex tata, un velo di tristezza ricopre i suoi
occhi. Ci vuole tuttavia poco tempo per farla pensare ad altro e le
due bambine si mettono a giocare con le bambole. Fanno
colazione con la merendina o il panino portato da casa quando la
maestra Teresa dice a tutti i bambini di tornare dentro, perché
devono vedere Bambi. Giada, che l’ha già visto, segue annoiata la
proiezione. Dopo il film, una decina di minuti prima di
mezzogiorno i bambini si mettono a sedere ad attendere il pranzo.
Giada saluta le maestre e va a sedersi alle scalette fuori dal recinto
della scuola materna ad attendere il padre. Lei è stata gonfiata di
raccomandazioni ma tuttavia le sta per succedere qualcosa di
terribile.
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'
.
Due tipi loschi scendono da un furgoncino parcheggiato all’altro
lato della strada, uno è alto, secco e calvo con la sigaretta in bocca,
l’altro è basso e grasso, con un cappello mezzo strappato in testa.
Si chiamano Ignazio ed Ernesto, attraversano la strada e salutano
la bambina nominando il suo nome.
“Come fate a sapere il mio nome? Io non vi conosco”! dice Giada.
“Tuo padre Giovanni ha avuto un problema e ha chiesto a noi se ti
riaccompagniamo a casa. Siamo suoi amici. Come ti sei fatta
grande, non ti rivediamo da quando sei nata”!
Giada crede alle parole di quei due e sale sul furgone nel vano
bagagli. Un’abbondante mezz’ora dopo arriva Giovanni che, non
vedendo Giada, entra nell’asilo a chiedere informazioni alle
maestre. Loro non sanno più di lui e l’avvocato, sperando che non
le sia accaduto nulla, va per la strada di casa nella speranza
d’incontrarla. Niente.
Giovanni sale per le scale della sua abitazione correndo come un
forsennato, Agata corre ad aprire e suo figlio le comunica
l’avvenimento. Nel suo cuore l’uomo si pente di aver licenziato
Adelina, se non l’avesse fatto sua figlia sarebbe ancora con lui e,
invece chissà dov’è. Non serviva a niente che lui chiudesse prima
lo studio per andare a riprendere la figlia, ritardava comunque
molto. Ha un’ansia addosso che non sa che fare, d’altro canto
anche Agata è vistosamente agitata e Vincenzo per fortuna sta
dormendo.
Luigi e Rosalia scendono dall’autobus, all’ingresso c’è il loro papà
con volto davvero rabbuiato. Rosalia, chiedendogli cosa sia
successo, si sente rispondere che Giada è stata rapita. Un intenso
brivido attraversa i corpi dei due ragazzi.
Luigi urla: “Hai chiamato la polizia”?
Giovanni risponde che ha chiamato mentre era in auto ma ha
trovato occupato, adesso richiama. Va in un angolo e avverte il
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commissario. Dopo un po’ di tempo arriva anche Paola e nessuno
sa come darle la notizia.
Agata si fa coraggio e comincia: “Paola è successa una cosa
terribile. Hanno rapito Giada”! Mentre tutti piangono e
singhiozzano, la donna ha un mancamento.
Adelina sta cucinando quando il telefono suona. Spegne il gas e
risponde alla cornetta.
“Pronto”
“Pronto Adelina, sono Luigi”.
Il tono della voce di Luigi è chiaramente alterato e la donna dopo
avergli detto che le fa molto piacere risentirlo, gli chiede cosa sia
successo. Alla risposta del ragazzo, ad Adelina cade la cornetta
dalle braccia.
La raccoglie e gli dice: “Mi piacerebbe tanto tornare da voi per
starvi un po’ vicino, non porto alcun rancore, ma sono sicura che
tuo padre non vuole”.
Luigi risponde: “Al contrario, lui mi ha chiesto di chiamarti, di
chiederti scusa da parte sua e di dirti che se tu ci fossi stata, questa
sciagura non sarebbe avvenuta. Papà faceva ritardo a riprenderla
dall’asilo e chissà chi ne ha approfittato”!
“Aspetta che mi cambio, che sono subito da voi. Ciao”!
Adelina non tarda ad arrivare, al suo ingresso tutti l’abbracciano e
Giovanni le porge le sue più sentite scuse.
Nel frattempo Giada, che sta ancora viaggiando sul furgone,
comincia ad urlare. Ernesto ed Ignazio sono diretti a Lanciano, per
portarla nella casa dove abitano. Ignazio vorrebbe tagliarle i
capelli o parte dell’orecchio per mandarli alla famiglia ad indicare
che la bambina è ancora viva, ma Ernesto lo dissuade. Non appena
scesi, per farla smettere di piangere, decidono di inventarsi
un’altra sciocchezza.
“Giada, volevamo farti una sorpresa! Ti abbiamo invitata a casa
nostra e tuo padre sa che sei con noi”.
La bambina smette di piangere credendo ingenuamente alla
stupidaggine che hanno detto e i rapitori, per farla distrarre, la
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portano al parco. In mezzo al prato verde, c’è una bellissima
fontana con tanti animali scolpiti ed un ruscello d’acqua che da un
senso di pace. La bambina gioca un po’, poi la portano a vedere
delle gabbiette con delle oche e dei pavoni. Il merito è tutto di
Ernesto, perché se fosse per Ignazio… povera Giada! La sera
fanno dormire la bambina dentro un sacco a pelo e la chiudono a
chiave in una stanza per evitare che scappi. Con un lavoro
certosino, ritagliando le lettere dei titoli dei quotidiani, scrivono
una lettera da indirizzare alla famiglia Serafini:
“Se volete rivedere Giada, non avvertite la polizia e fateci avere
20000 euro. Lasciate il denaro in un sacchetto della spazzatura
vicino al bidone in Via Frentana entro una settimana dal
ricevimento di questa lettera”.
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)
Verso le 11 di mattina di due giorni dopo, passa la postina. Tra
tante pubblicità, la rivista d’informatica a cui è abbonato Luigi e le
varie bollette, spicca una piccola busta con intestazione scritta a
penna. Adelina prende la posta che è stata depositata nella
cassettina verde, risale le scale e la posa sulla scrivania di
Giovanni. Vorrebbe leggere la lettera scritta a mano, ma per non
urtare la suscettibilità di Giovanni e compromettere il rapporto
appena ricostituito con la famiglia, lascia perdere. Torna a
cucinare quando il suo telefonino squilla.
“Ciao Adelina, sono Antonio. Ho atteso che tu mi chiamassi ma
poi, non resistendo più, ho pensato di farmi vivo io” dice Antonio.
“Perdonami, solo che quando ti chiamavo il cellulare tuo risultava
irraggiungibile o occupato. Dove abito non c’è molta copertura”
risponde Adelina.
“Ti va di uscire con me, stasera”?
“Adesso sono stata riassunta e la famiglia Serafini sta passando un
brutto periodo, sai, è stata rapita una bambina di quattro anni.
Anche a me dispiace tantissimo, non sono dell’umore giusto,
scusami”!
“Capisco, non ti preoccupare. Sarà per un’altra volta, ciao”!
Il pensiero per Giada è ininterrotto per tutta la famiglia, Vincenzo
quando l’ha saputo la tragica notizia si è sentito male e Agata,
prevedendo la sua reazione, gli ha subito dopo somministrato un
calmante. Le è pesato tanto dire la verità ma non poteva farne a
meno. Paola ha chiesto al primario del suo reparto una settimana
di permesso a partire dal giorno dopo perché, nel suo stato di
preoccupazione e ansia, sbaglierebbe a fare diagnosi e, soprattutto,
chissà cosa combinerebbe con i ferri in mano. Fino ad ora ha
tenuto d’occhio la situazione di Suor Valentina, che sta ancora
facendo fisioterapia e il cui stato è molto migliorato in confronto a
prima, ma ora non se la sente neanche di fare questo.
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Giovanni durante il suo orario di lavoro avrà fatto come minimo 6
chiamate al commissariato ma, a quanto pare, la polizia brancola
nel buio. Non si sa chi possa essere il rapitore.
Luigi, che nell’ultimo periodo ha frequentato poco gli amici
Alberto e Diego e che, se non fosse stato per la continuità
scolastica, neanche ci avrebbe parlato dati i problemi causati da
Samuele, ha ricollegato i ponti. I tre si sono dati appuntamento a
casa sua perché Luigi ha bisogno di confidarsi con loro e la scuola
non è proprio il luogo adatto. E’ solo un approfittatore? No,
proprio no. Quando Alberto o Diego avevano dei problemi lui si è
sempre fatto avanti per farli sfogare e ascoltare le loro lamentele,
non per voglia di pettegolezzo, ma proprio perché lui ci tiene,
tanto, ai suoi amici.
Rosalia è sempre amica di Alessia ma, da quando ha saputo che,
per colpa della sua lingua lunga, il fidanzato ha spifferato a
Samuele l’amore che lei provava per lui, preferisce non confidarsi
con l’amica. Ha perso parte della fiducia che riponeva in lei.
L’ansia per Giada, in un modo o nell’altro, comunque esplode.
Rosalia viene rimproverata dalla professoressa di matematica per
la sua distrazione e lei, ragazza seria e compita la cui dote è la
tranquillità, in uno scatto di nervi e, perdendo tutto il suo
autocontrollo le risponde: “Hanno rapito mia sorella”!
Il viso arrossato, gli occhi da cui traboccano all’improvviso fiumi
di lacrime sono compatiti dai compagni e anche dalla
professoressa, solitamente dura e dittatoriale, che, compreso il
motivo di quella distrazione, si scusa e la invita ad andare in
bagno a sciacquarsi il viso. Ileana si offre di accompagnarla.
Verso le 13:30 seduta sull’autobus Gioia chiede a Luigi se
possono uscire il pomeriggio stesso ma lui dice che non è un bel
periodo e che ha l’appuntamento con Alberto e Diego, indicando
come motivazione che è da molto che non li frequenta.
Gioia, con aria scocciata, esclama: “Cosa ti è successo, adesso”?
“Hanno rapito mia sorella Giada di quattro anni, a quanto pare non
si può avere pace. Chissà ora dov’è”!
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“Mi dispiace, ora capisco cosa è successo stamattina a Rosalia,
certo che la sfortuna si è abbattuta sulla tua famiglia, prima il
problema Samuele, ora il rapimento della tua sorellina”!
Rosalia, che sta seduta dietro ai due, interviene nel discorso
dicendo: “Vedo che voi due siete molto intimi, litigate come
fidanzatini… Gioia, so che non è la stessa cosa ma se vuoi
possiamo uscire insieme io e te, sono libera”!
La ragazza risponde con un deciso “Si, perché no”!
Si mettono d’accordo per incontrarsi davanti al cinema.
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Al suo ritorno, Giovanni apre la lettera incriminata e, leggendo la
minaccia, corre dal resto della famiglia. Che fare? Rosalia propone
di pagare il riscatto per evitare che Giada rischi. Luigi la
contraddice dicendo che non è giusto, Paola non sa da che parte
schierarsi e Adelina, d’accordo con il ragazzo, suggerisce di
andare subito al commissariato a parlare della lettera e Giovanni
così fa.
Va insieme alla moglie e il commissario Colanzi dice che sarebbe
una buona idea fare irruzione vicino al cassonetto di Via Frentana
e che, non sapendo l’identità dei rapitori, farà subito analizzare la
lettera per cercare di riconoscere, tra le impronte digitali lì
presenti, una corrispondenza con una di quelle contenute
nell’archivio dei delinquenti.
Intanto, nella loro casa, Giada sta dormendo ma non in modo
naturale, Ignazio nell’acqua che le ha versato a pranzo ci ha messo
un sonnifero. Ha compiuto questo atto spregevole per impedire
che la bambina urlasse o piangesse, facendo insospettire tutto il
vicinato. Lui, insieme a Ernesto, sta guardando la tv. La loro casa
è situata in Via della Libertà.
Verso le 16:30 Rosalia esce di casa con il suo scooter, parcheggia
e va davanti al cinema. Gioia non ancora arriva e lei si siede su
una panchina verde un po’ arrugginita. Si gira a guardare un
cagnolino che fa i suoi bisognini sul marciapiede quando due mani
le coprono gli occhi.
Una strana voce le dice: “Chi è”?
La ragazza subito indovina che si tratta di Gioia, riconoscendo la
sua voce seppur storpiata. Gioia apre inizia subito a parlare di
Luigi chiedendo alla sorella di non ridirgli nulla.
“E’ da tanto tempo che non mi succedeva. A Napoli ho avuto tante
storie, devo dire, alcune anche con ragazzi poco raccomandabili
con cui qualche volta mi sono spinta un po’ in là e poi… una volta
che sono arrivati al dunque m’hanno scaricata. Posso dire che
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adesso so distinguere a vista d’occhio ragazzi come si deve da
scapestrati e sbandati. Insomma, per farla breve, te lo dico perché
mi fido di te, penso di essermi innamorata di Luigi”!
Rosalia rimane qualche secondo a bocca aperta perchè, prima di
tutto non se l’aspettava una tale rivelazione e poi per una chiara
stranezza: proprio con la sorella del ragazzo che le piace si va a
confidare?
Risponde: “Scommetto che vuoi sapere cosa prova lui per te… Mi
sbaglio”?
“No, non ti sbagli”!
“Beh, questo te lo deve dire Luigi! Comunque, si, è molto
interessato a te. Il primo giorno che ti ha vista sull’autobus, con gli
occhi luccicanti non ha esitato a chiedermi informazioni su di te”.
Gioia confida a Rosalia di essere stata lei per prima a baciarlo e le
confessa che a parlarle male di Luigi non erano state tante persone
compreso la sua ex ma solo suo fratello. Rosalia non è per niente
arrabbiata e, anzi, le dice che ha fatto bene.
Intanto Alberto e Diego stanno parlando accomodati sul divano
con Luigi di un discorso alquanto spinoso: Giada. Non avrebbero
mai potuto immaginare che al loro amico potesse essere accaduto
un tale guaio. Cercano d’infondergli coraggio ma niente, lui è
troppo preoccupato.
Squilla il telefono di casa e Adelina, che stava sbucciando le
patate, va a rispondere. E’ il commissario Colanzi che ha scoperto
i nomi dei rapitori e che avvisa la famiglia della sua intenzione di
mettere a controllare i cassonetti e dintorni da un gruppo di
carabinieri.
Paola passa il pomeriggio a leggere allungata sul letto un romanzo
d’amore, per non pensare.
Il commissario avvisa Giovanni, che si trova nel suo studio, delle
sue intenzioni e gli chiede se, durante la sera, lui possa mettere
vicino al cassonetto una valigetta con dei soldi finti per ingannare
i rapitori. L’uomo accetta e di sera, prima di tornare alla sua
abitazione per la cena, posiziona la valigetta. Il denaro fasullo lo
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ha stampato con il computer, scannerizzando vere banconote.
Nonostante il compito di ritagliare con il taglierino quei mazzi di
soldi fosse quanto meno
snervante, per amore della piccola
Giada, suo padre l’ha svolto, chiudendo all’improvviso lo studio
dopo aver attaccato al portone un manifesto in cui diceva che si
trattava di un’emergenza. “Se non controllano la presenza della
filigrana o il controluce, i delinquenti ci cascano” pensa l’avvocato
tra sé e sé.
60
*
Qualche sera dopo con il furgone Ignazio ed Ernesto vanno a
controllare il cassonetto. E’ tutto buio e si scorge giusto il riflesso
della luce dei lampioni sulla valigetta. Ernesto l’afferra e, insieme
al compagno, non fa in tempo a rimettere in moto che quattro
uomini, vestiti in borghese e fino ad allora intenti a recitare la
parte di amici che passeggiano, si mettono in cerchio accanto a
loro tirano fuori la pistola.
“Dov’è la bambina”? chiede un carabiniere.
Ernesto è disarmato mentre Ignazio in tasca ha un coltello dalla
punta affilata che a nulla può servire contro quattro rivoltelle
cariche pronte a sparare. I due, costretti, decidono di collaborare e,
con voce tremante, dicono che Giada è chiusa nel furgone,
dormiente a causa di una dose di sonnifero.
Ammanettati e spinti, i due vengono caricati nell’auto della polizia
e Giovanni, tempestivamente avvertito, va a prendere sua figlia.
E’ il primo giugno, mancano pochi giorni alla fine della scuola.
Nel lettino Giada dorme quando, la luce che filtra dalla finestra la
sveglia. In un millesimo di secondo realizza di stare a casa.
Scende dal letto e, camminando a piedi nudi, si dirige verso la
camera dei genitori. Buttandosi al centro del letto fa sobbalzare
Giovanni e Paola.
“Amore mio, finalmente sei tornata”! esclama la donna,
abbracciando e riempiendo di baci la sua figlioletta.
Giovanni anche l’abbraccia, stringendola a sé con veemenza. Le
palpebre dei tre s’irrorano di calde lacrime di commozione.
Luigi va al bagno e Rosalia dietro la porta si mette ad aspettare
che esca. La sera prima hanno visto Giada dormire in braccio al
padre e, anche se erano tentati di farlo, non l’hanno svegliata.
Dopo essersi preparati, entrano in camera dei genitori e stringono
forte la sorellina. Anche loro sono commossi e Paola gli chiede se
possono andare con Giada a fare colazione, in modo che lei e
Giovanni possano vestirsi.
61
Suona il campanello e Luigi, che sa di chi si tratta, va ad aprire ad
Adelina. La tata non sa che Giada è tornata e, quando entra in
cucina, urla di gioia il suo nome. Giada, posando sul tavolo il latte
con i cereali, si getta tra le sue braccia. La sorpresa è grande per
entrambi perché la donna, prima che Giada fosse stata rapita, non
lavorava più a casa Serafini.
Posata la sua borsa sul divano, Adelina aspetta che Giada finisca
la colazione e poi, accompagnandola alla sua cameretta, la va a
vestire. Toglie il mese di maggio dal calendario e legge che, al
primo giugno cioè il giorno stesso, alle ore 17 c’è la mostra della
scuola materna. Lo dice a Giovanni e Paola e loro decidono di
andarci.
Luigi e Rosalia hanno finito tutte le interrogazioni ma, in questi
ultimi giorni di lezione, preferiscono non fare l’assenza e così
vanno a scuola. Giada resta a casa con Adelina, Giovanni corre al
lavoro, Paola resta a casa e, per passare il tempo e festeggiare il
ritorno della sua bambina, decide di realizzare una bella torta
ripiena. Non si era mai cimentata in questo tipo di attività, sempre
impegnata prima con lo studio poi con il lavoro di dottoressa e in
questo modo, cogliendo l’occasione di avere tempo libero a
disposizione, chiede aiuto ad Adelina e si mette all’opera.
Durante la pausa Giovanni corre in un negozio di giocattoli ed
acquista una bambola, che, non appena torna a casa verso l’ora di
pranzo regala alla figlia Giada. La bambina salta di felicità.
Dopo pranzo Paola apre il frigorifero e, tirando fuori la sua
creazione, non fa a tempo a posarla sul tavolo che già viene
trangugiata dai figli.
Giada si alza dal tavolo, va all’ingresso e sollevando la cornetta
del telefono, dopo qualche tentativo digita correttamente il numero
dei nonni.
“Pronto”
“Ciao nonna, sono Giada”
“Giada, ma tu hai scritto il numero”?
“Si, nonna”!
62
Adelina va a vedere dove è andata Giada, afferra la cornetta e
dice: “Scusi, la bambina giocava col telefono e l’ha chiamata”
“Adelina, sono Agata, la bambina mi ha saputo chiamare!
Passamela un attimo”!
“Nonna, oggi pomeriggio c’è la mostra. Vieni insieme a nonno”?
“Si, se mi passate a prendere. Passami mamma”.
La bambina chiama la madre e le passa la cornetta, Paola si mette
d’accordo con i suoceri per passarli a prendere e salutando,
riattacca.
63
/
-
Sulla strada di fronte alla scuola materna c’è una fila interminabile
di auto, tanto che Giovanni deve parcheggiare a molti metri di
distanza. Attaccato al cancello c’è un manifesto con su scritto
“Mostra dei cartoni Disney dedicata a Giada Serafini”. Giada ha
un’incontenibile gioia quando lo legge. In braccio ad Adelina,
accompagnata da tutta la famiglia, fa il suo ingresso all’interno
dell’asilo. Le finestre e i muri sono ornati dai disegni e dalle
scritte dei bambini e le insegnanti, truccate e con capelli freschi di
tinta, accolgono le famiglie.
La maestra Bruna e la maestra Angela, salutando la famiglia, la
invitano ad andare nella stanza in fondo dove c’è una sorpresa.
Giovanni, Paola e gli altri ci si dirigono e, con grande stupore,
notano che un’intera sezione della mostra è dedicata alla piccola
Giada, con disegni di tutti suoi compagni, anche quelli di 3 e 5
anni, e dolci frasi per lei del tipo “Torna presto, amica mia”!
Se quell’area è fantastica, le altre non sono da meno. Topolino,
Paperino, Pippo, Ariel la Sirenetta, Bambi, Aladdin, Lilo & Stitch,
Pinocchio, Alice nel paese delle Meraviglie… i beniamini più
acclamati sono appesi ai muri così stretti tra loro che l’intonaco
verde acqua non si vede neanche in un piccolo scorcio.
In quel momento Jessica arriva con i genitori e, quando vede
Giada, corre ad abbracciarla. Le due bambine chiedono se possono
andare sulle giostre fuori dalla scuola materna e, avendo l’OK
della famiglia, vanno a sedersi sull’altalena.
Suona il cellulare di Adelina e lei, uscendo fuori dall’edificio,
risponde. E’ Antonio che le chiede se la sera stessa possono
uscire. Adelina accetta, gli da l’indirizzo della famiglia Serafini
per farsi passare a prendere e insieme concordano di andare a
vedere un film al cinema.
Nello stesso momento, Suor Valentina, nel primo seminterrato
dell’ospedale, precisamente nella palestra, sta sulla cyclette a
pedalare. E’ il terzultimo giorno di ricovero per fisioterapia post64
trapianto. La donna ripensa a Paola e le torna in mente, dopo tanto
tempo, di avere, in un cassetto della sua camera da letto del
collegio, una bambola di pezza che la cardiochirurgo, quando era
ragazza e se ne andò via dalle suore, dimenticò sulle scale. La
sorella, che sapeva l’affezione della allora diciottenne Paola per
quell’oggetto, la rincorse per un tratto di strada, ma l’auto che
l’accompagno alla sua nuova abitazione presa in affitto, andò
veloce abbastanza per evitare di essere raggiunta e fermata. Così
Suor Valentina conservò la bambolina per ricordo, dimenticando
col tempo l’associazione con Paola della stessa, fino al momento
in cui i piedi stanno pedalando e la testa sta realizzando un collage
di ricordi dissociati tra loro ma che hanno in comune l’amore per
la sua missione di suora.
Quando tutte le stanze sono state visitate accuratamente e si è
partecipato al buffet, la famiglia Serafini esce dall’edificio e,
tornando a dove è stata posteggiata l’Audi blu, Giovanni mette in
moto, riaccompagna Vincenzo e Agata e poi torna a casa con la
famiglia e Adelina.
La tata prepara la cena, la consuma con gli altri e chiede se può
lavare le stoviglie il giorno dopo perché ha un appuntamento con
il fidanzato Antonio.
“Non ci hai mai parlato di lui” afferma Paola.
“No, perché lui è una vecchia fiamma che ho rivisto per caso da
poco tempo e che ho deciso di rifrequentare. Lui mi aveva
lasciato, per quello il suo ricordo mi faceva soffrire, ero diventata
una single per scelta” dice Adelina.
“Capisco” risponde la donna “scusa se mi sono impicciata”!
“Niente”!
Adelina non ha con sé un abito abbastanza seducente, comunque
si convince che vada benissimo l’abito indossato per andare alla
mostra, una camicetta a fiori gialli su sfondo arancione, dei
pantaloni a vita bassa scoloriti sul sedere e sulle ginocchia di
colore nero sfumato rosso. Va in bagno, sui suoi capelli corti
castani applica del gel forte e con il pettine se li mette all’insù
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ispidi come gli aghi di un riccio, si annerisce i contorni degli occhi
con la matita e sulle labbra si passa un rossetto fucsia, come tocco
finale si fa prestare da Rosalia una collana e degli orecchini che
fanno tendenza.
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! 0
-
Antonio chiede qualche indicazione e poi, finalmente arriva sotto
casa. Senza farsi attendere Adelina scende le scale, entra in
macchina e, prima che Antonio riparta, lo bacia
appassionatamente.
“Da quando ti ho rivista non ho fatto altro che pensare a te”
esclama Antonio, sentendosi rispondere
“Anche per me è stato così. Scusami se non sono potuta uscire con
te prima di stasera”.
“Scusata” risponde l’uomo.
Da Casoli i due si dirigono al cinema Maestoso di Lanciano e
vanno a vedere il film: “Tutto può succedere”.
Anche per loro tutto può succedere, la vita gli ha dato un’altra
possibilità di poter vivere felici insieme e loro non se la sono fatta
scappare. Chiarito che la colpa della loro separazione era da
attribuire al perfido fratello di lui, Aldo, ora tutto va a gonfie vele.
Si erano detti di riprovare a frequentarsi ma già si riconsiderano
fidanzati. Non c’è bisogno di conoscersi, sanno già tutto di loro
stessi.
Il film lo seguono a tratti, con varie interruzioni di baci e abbracci.
Lui le mette una mano sul seno, non riuscendo a trattenere la forte
attrazione che lo tiene legato a lei, e la donna, come risposta, gli
palpa leggermente il sedere.
Alla fine della proiezione, verso le 23, per niente assonnati i due
vanno alla casa di lui, si svestono e fanno l’amore.
“Vorrei che questi momenti non finissero mai” esclama Adelina
dopo l’atto.
“Ti sembrerà azzardato ma… vuoi venire a vivere qui con me”?
chiede Antonio.
“E come faccio? Sono legata ai Serafini da un rapporto non solo di
lavoro ma proprio d’affetto… non posso abbandonarli. Allo stesso
tempo non posso perché anche se non li abbandonassi, devo
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arrivare di buon ora la mattina alla loro abitazione. E se venissi tu
a vivere da me”? chiede la tata.
“Io da te? Sarei disposto anche a farlo, faccio il cameriere e devo
stare al ristorante per le 11. Ci si può pensare”!
I due piccioncini stanno per creare il loro nido d’amore. Intanto, a
casa dei genitori di Giovanni, stranamente Agata e Vincenzo sono
ancora svegli. L’uomo non riesce ad addormentarsi ed ha un forte
affanno, la moglie allora prende una compressa per il cuore e
gliela fa inghiottire. Dopo circa un’ora la situazione non cambia e
la donna, spaventata nel vedere il marito in quello stato, chiama
l’ambulanza. Tempestivamente arriva, gli infermieri caricano
l’affannato sulla barella, fanno salire anche Agata dentro
l’autoambulanza e, a sirene spiegate, arrivano all’ospedale.
Portano Vincenzo in una camera della geriatria e gli collegano una
bombola di ossigeno. Quando la situazione migliora, lo portano di
qua e di là per le stanze dell’ospedale per fare
l’elettrocardiogramma ed altri test. Agata va alla cabina telefonica
all’esterno dell’edificio e, con i pochi spiccioli che ha nel
portafoglio, chiama a casa del figlio. Tutti dormono. Luigi, che ha
un sonno leggero e sta nella stanza più vicina al telefono, si
sveglia e va a rispondere.
La nonna gli da la notizia e lui, non più assonnato dopo quel triste
annuncio, corre nella camera dei genitori e chiamandoli con tono
quasi urlante, li fa svegliare.
Nel giro di una quindicina di minuti i tre stanno all’ospedale.
(hanno preferito non svegliare Giada e Rosalia) Paola, che per la
prima volta sta in ospedale come semplice parente di un paziente e
non come cardiochirurgo, cerca di tranquillizzare Agata ma a nulla
servono le sue parole perché la diagnosi è chiara: resta poco da
vivere a Vincenzo.
Questa donna alla soglia degli 80 anni, ha gli occhi stanchi di chi
ne ha passate tante nella vita, i capelli bianchi che le scendono
fino al collo e che ogni tanto lega, un viso pallido e rugoso, ed una
bassa e tozza corporatura.
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Veste con abiti pesanti per la stagione primaverile in cui ci si
trova, mocassini bianchi ed ha sempre con sé una borsetta con i
farmaci suoi e del marito e con il cellulare che le hanno regalato i
nipoti al suo scorso compleanno ma che lei sa usare unicamente
per fare chiamate.
Giovanni, Luigi, Paola e Agata decidono di non tornare a casa e di
vegliare lì, aspettando il giorno dopo.
69
"
Distrutti, alle 7 Luigi e Giovanni tornano a casa. Paola resta lì
all’ospedale, dovrebbe ricominciare il lavoro tra due giorni ma
preferisce non attendere. Un suo collega le comunica il risultato
dell’elettrocardiogramma e degli altri test, purtroppo negativi.
Giovanni autorizza il figlio a non andare a scuola e comunica a
Rosalia e alla piccola Giada che il loro nonno si è sentito male.
Con le occhiaie fino ai piedi corre al lavoro, e, aprendo la porta,
vede arrivare Adelina, scambiandoci due parole riguardo ciò che è
accaduto a Vincenzo.
Agata sta seduto accanto al marito che sta un po’ meglio ma la sua
situazione resta grave e Paola, dopo aver operato una paziente e
aver visitato alcuni pazienti, passa alla palestra dell’ospedale e
corre a salutare suor Valentina. La sorella sta a fare un po’ di
ginnastica, seguendo le istruzioni della terapista e la sua
affezionata conoscente le chiede se può interrompere un attimo
per chiacchierare un po’.
Le due donne si siedono su una panchina fuori dalla stanza.
“Suor Valentina, come ti senti adesso”? chiede Paola.
“Bene, grazie a Dio. Come mai non ti sei fatta sentire in questi
giorni”?
“Non ci sono stata in ospedale, la mia figlia più piccola era stata
rapita e…”
Non finisce la frase che viene interrotta dalla sorella. “Ho capito,
come darti torto… E adesso, tua figlia sta con te”?
“Si, si e i rapitori sono stati arrestati” afferma la cardiochirurgo.
“Bene. Sai che ho una cosa che ti appartiene”?
“Che cosa”? chiede curiosa la dottoressa. “Una bambola, che ti
voglio restituire…”
Paola riflette un po’ e capisce ciò che la sorella vuole dirle, le
risponde facendole un cenno con la testa e la saluta, lasciandola ai
suoi esercizi di riabilitazione.
70
Rosalia, dato che ormai le interrogazioni e i compiti in classe sono
stati eseguiti, può passare il tempo della lezione chiacchierando
con le amiche e così fa. Luigi naviga su Internet e Adelina prepara
il pranzo.
Verso le 18, quando Paola e Agata sono in ospedale, Adelina è a
casa con Rosalia, Luigi e Giada, Giovanni sta in un’aula del
tribunale in attesa della sentenza del giudice, accade l’irreparabile.
Una lunga vita di alti e bassi, tra vittorie e sconfitte, gioie e dolori,
è finita. Terminata. Nel peggiore
dei modi Vincenzo si è spento. Ha avuto un infarto improvviso e
rapido, e la sua vita non si è potuta salvare neanche con il
defibrillatore, tempestivamente utilizzato da Paola, che non si è
fermata a far emettere scariche elettriche dal macchinario fino alla
più remota possibilità di salvezza per il suo suocero.
La donna non riesce a trattenere le lacrime e, soprattutto, non sa il
modo per dare la notizia ai suoi parenti. Con profonda amarezza
comunica ad Agata la morte del marito e il pianto delle neovedova
sembra non finire mai. Chiama casa e successivamente il tribunale
per informare il resto della famiglia sull’accaduto. Le reazioni
sono facilmente immaginabili: Giovanni lascia l’aula
rammaricandosi di non essere riuscito a dare al padre l’estremo
saluto e correndo all’ospedale. Adelina spegne il gas dove stava
cuocendo il minestrone e accompagna i figli dalla madre e dalla
nonna.
Il pomeriggio del giorno dopo si tiene il funerale. La chiesa di
Santa Reparata è gremita di gente e Don Gianfranco, il prete di
Casoli, celebra la messa con parole piene d’amore e commozione
per il compianto defunto. Gli augura tanta felicità nel Regno dei
cieli accanto al Padre Eterno e da le più sincere condoglianze ai
suoi familiari.
Vincenzo Serafini era una persona molto conosciuta tra le mura
del paese perché, durante la sua vita, aveva sempre svolto il ruolo
di professore di matematica alle scuole medie, cosa rara a quei
71
tempi perché, per cause economiche, di gente che si laureava ce
n’era poca.
Agata ci è rimasta particolarmente turbata della morte del marito.
Anche lei a suo tempo era professoressa, insegnava italiano nella
stessa scuola dove lavorava Vincenzo, i due stavano sempre fianco
a fianco, vivendone tante. Un episodio significativo nella vita
della coppia fu quando lei, uscita di nuovo incinta tre anni dopo la
nascita di Giovanni, al quinto mese ebbe un aborto spontaneo. Le
conseguenze furono pesanti: Agata cadde in depressione,
riuscendo ad uscirne solo dopo un paio d’anni di cure
farmacologiche e di colloqui con uno psicologo, e, cosa più grave,
divenne sterile.
72
# 1
(
La scuola è finita, passano dei giorni e Rosalia e Luigi una mattina
vanno alla loro rispettiva scuola a guardare i quadri. Rosalia è
stata promossa con la media dell’8, Luigi è stato ammesso
all’Esame di Stato. Samuele è stato bocciato e i due non possono
far altro che essere contenti. Anche Erika, Ileana e Gioia sono
state promosse e, come Luigi, i suoi amici Alberto e Diego sono
stati ammessi all’Esame di maturità. Rosalia adesso è libera e ne
approfitta il mattino del venerdì stesso per andare al mercato con
le amiche, suo fratello, invece, torna a casa a studiare.
Corso Umberto I, dove si tiene il mercato, è stracolmo di gente
che si spinge per passare e trovare la convenienza in ciò che
vendono le bancarelle. Quasi tutti gli spazi adibiti al parcheggio
sono pieni, alcune auto hanno parcheggiato anche dove c’è un
divieto di sosta. Per sua fortuna Rosalia riesce a trovare spazio per
il suo scooter rosa alla curva prima dell’ospedale. E’ un bel po’ di
strada da fare a piedi ma lei non si lascia spaventare. Incontra
Alessia, Erika ed Ileana nelle vicinanze del bar Caffè del Piano,
intente a fare colazione con un cornetto accompagnato da un
cappuccino e si unisce a loro. Dopo la breve pausa, inizia la
passeggiata. Magliette, pantaloncini, porchetta, frutta e verdura,
videogiochi e oggettini trash, tanta scelta a disposizione degli
acquirenti!
Suor Valentina adesso è tornata al collegio, festeggiata dalle
consorelle e dai bambini e ragazzi. Chiama Paola all’ospedale, le
chiede se può fare un salto da lei e insieme si mettono d’accordo
per la domenica seguente.
Giovanni sta al lavoro, ha deciso insieme alla famiglia di tornarci
subito per cercare di andare avanti e di non pensare al padre,
Agata sta insieme ad Adelina e a Luigi, che cercano in tutti i modi
di tenerla su di morale, e Giada sta all’asilo, che chiuderà alla fine
di giugno.
73
Dopo pranzo Agata si allunga sulla poltrona e Giovanni, prima di
tornare al lavoro, si siede accanto a lei chiedendole: “Ti
piacerebbe venire a vivere qui da noi”?
La madre gli risponde: “E l’orticello? Chi se ne occupa? Non lo
so, devo pensarci”.
“Non ti preoccupare per l’orto adesso, non sei stanca di quel
lavoraccio”? esclama il figlio.
“Si, ma è tutta la vita che coltivo, la mattina stavo a scuola e il
pomeriggio in campagna. Ci ho fatto l’abitudine. Certo, in questo
momento… ho bisogno del vostro affetto…”
“Mamma, facciamo così, vieni a vivere qua, una volta a settimana
ti ci porto io dalle tue adorate piante”.
“Vabbene, Giovanni”!
I due s’abbracciano, l’uomo non ha neanche chiesto ai familiari il
loro parere perché è sicuro che loro siano entusiasti della sua idea.
Luigi ha deciso di fare un sacrificio per l’esame: in questi giorni
che lo precedono si dedicherà esclusivamente allo studio, evitando
di utilizzare il computer. Sembrerà cosa da niente ma, per un
appassionato come lui, è equivalente quasi ad un digiuno.
Adelina, mentre ripone i piatti nella credenza, ha un’idea:
presentare il suo amore alla famiglia Serafini. Chiede a Paola il
permesso di poterlo invitare a cena e lei acconsente con facilità.
La sera Antonio arriva, stringe la mano a Paola e Giovanni,
presentandosi. Si siede accanto ad Adelina e, quando lei
all’orecchio gli comunica del recente lutto della famiglia, l’uomo
porge le sue condoglianze. Si apre una discussione sull’ottima
cena preparata dalla sua fidanzata e lui coglie l’occasione per
parlare della sua esperienza lavorativa da cameriere, mostrandosi
naturale e per niente impacciato nel parlare con persone da poco
conosciute.
Adelina e Antonio tornano alle loro rispettive abitazioni, Giovanni
riaccompagna la madre a casa.
La donna guarda per mezz’ora Incantesimo alla televisione poi,
triste ed irrequieta, si dirige in camera, si sveste infilandosi il
74
pigiama, spegne l’abat-jour e prova a prendere sonno. Si gira e si
rigira nel letto, anche se è stanca di dormire non se ne parla. Nella
testa ha tutto un affollamento di pensieri che non la lasciano in
pace, a un certo punto decide di alzarsi. Guarda l’orologio a
pendolo appeso nel tinello e con rabbia nota che è già mezzanotte,
va in cucina e, dato che non ha messo gli occhiali, inciampa ad
una sedia cadendo a terra.
“Che mi sta succedendo? Mi hai lasciata sola, Vincenzo mio.
Come faccio senza di te”?
Si rialza appendendosi a un tavolo rotondo, torna in camera da
letto a prendere gli occhiali. Nota che le tremano le mani e sente
dei brividi dietro la schiena anche se non fa freddo. Cercando di
fare attenzione accende il gas, riempie a metà un pentolino
d’acqua, attende che bolla e successivamente versa ben tre filtri di
camomilla. Quando l’acqua prende un colore abbastanza scuro, la
donna spegne il gas, attende che l’infuso si raffreddi e poi se lo
versa in una grande tazza. Lo beve sorseggiando e, quando nel
recipiente non è rimasta che una gocciolina, Agata lo posa sul
lavandino, rilegge l’orario che è mezzanotte e trenta e torna al
letto. Fino all’una sta sveglia poi, fortunatamente, riesce ad
addormentarsi.
75
%
-
Di buon’ora Luigi si alza dal letto e, dopo essersi sciacquato il
viso ed essersi vestito, va in salotto e sul tavolo mette i libri di
scuola mettendosi a studiare. Rosalia rimane a letto, Paola e
Giovanni vanno al lavoro senza fare colazione, abituati come sono
a fare una pausa verso le 10:30 ai loro rispettivi luoghi di lavoro,
Giada va in cucina, trascina una sedia sotto un mobile, ci sale e
afferra la scatola dei corn flakes, scende, apre il frigorifero
prendendo il latte intero che beve solo lei, sposta la seggiola e ci
risale su per prendere il bicchiere, versa il latte e i cereali e si
mette a mangiarli.
Poco dopo arriva la tata Adelina, trovandosi la bambina che per la
prima volta ha fatto tutto da sola, a parte vestirsi. Dopo che la
piccola ha finito di bere il latte, le da la mano e la porta in camera
per vestirla. L’accompagna, poi, alla scuola materna e torna a casa
a svolgere le sue tante faccende.
Solo dopo che Luigi ha studiato e si è auto-ripetuto alcuni
argomenti di letteratura e storia, si decide a fare colazione.
Contrariamente alle sue abitudini, per rinforzarsi si prepara uno
zabaione e nello stesso bicchiere dove esso è contenuto, versa del
caldo caffè, ci mette due cucchiaini di zucchero e gira. Beve
soddisfatto la calorica bibita.
Alle 10 Rosalia si alza dal letto, si veste, va in bagno e poi,
salutando Adelina e Luigi che nel frattempo si è già ributtato sui
libri, corre a fare colazione.
Nella sua pausa Giovanni entra in un bar e per consumazione
sceglie un caffè ed una pizza al pomodoro. Seduto ad un tavolino
con calma mangia e sfoglia il quotidiano del giorno stesso, quando
un boccone gli si ferma alla gola. Tossisce per un po’ e quando
sorseggia un po’ di caffè la gola gli si libera. Ha letto una notizia
terribile. Roger, quel commerciante di droga che è andato in galera
a causa sua, è stato rilasciato a seguito del pagamento, da parte di
qualcuno non menzionato, di una cospicua cauzione. L’uomo è
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preoccupato perché, conoscendo il tipo, rischia di essere vittima di
una sua vendetta. Cerca di non pensarci, ripetendosi con la mente
che quel delinquente ha altro di più importante da fare che causare
problemi a lui.
Nella sua casa dove è rimasta sola, Agata sta ancora dormendo,
poverina, dopo l’insonnia della notte precedente. Verso le 11:30
apre gli occhi e inizia la sua giornata. Dopo essersi vestita, lavata e
aver consumato latte e orzo, la donna riempie delle buste con
alcuni suoi abiti e quant’altro potrebbe servirle una volta
trasferitasi dal figlio. Guarda appesi alla sedia un paio di pantaloni
neri nuovi di Vincenzo a cui, da un bel po’ di giorni, doveva fare
la piega e scoppia in un pianto improvviso. Sbatte la busta che
aveva in mano sul pavimento, prende la fotografia incorniciata di
Vincenzo che sta poggiata accanto al televisore e le parla.
“Vincenzo mio, perché m’hai lasciato? Che ci faccio qua come
una scema senza di te? Ho pregato fino all’ultimo perché tu
restassi accanto a me e non è servito a niente…”!
Verso le quattro di pomeriggio Adelina, dietro ordine di Paola,
passa a prendere Agata. Bussa alla porta e suona il campanello
quando, dopo un po’, la donna apre. Il suo aspetto è davvero
inguardabile: occhi rossi con sotto occhiaie, occhiali un po’
appannati, capelli sciolti e spettinati.
La tata dice alla vedova: “Ciao Agata. Sono venuta a prenderti per
portarti dalla tua famiglia. Hai preparato le buste con quello che ti
serve”?
“Magari, Adelina! Avevo iniziato a organizzare cosa mi sarei
dovuta portare dietro, dopo mi sono messa a pensare a
Vincenzo… non ce la faccio più”!
Adelina abbraccia Agata, che nel frattempo ha già ricominciato a
piangere. Si fa avanti per aiutarla e, una volta riempite le buste di
cui ha bisogno la donna, insieme le due si dirigono verso la casa
Serafini.
Al suo arrivo, Agata è accolta con tanto riguardo e Rosalia si
preoccupa di aiutarla a sistemare gli abiti nel grande armadio della
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stanza degli ospiti. Adelina, prima di passarla a prendere, le aveva
già sistemato il letto, Agata ci si distende per testarne la
morbidezza. E’ duro come un masso, dato che è stato usato
pochissimo e ha la rete con doghe in legno.
78
&
-
E’ domenica. Come promesso a suor Valentina, di pomeriggio
Paola passa a salutarla al collegio. Le porta un regalo inaspettato:
un alberello bonsai.
Suor Valentina la ringrazia e Paola le dice: “Occupati di questa
pianta come ti sei occupata di me e vedrai come crescerà”! La
donna le risponde che donerà alla pianta lo stesso amore che da ai
tanti bambini e ragazzi che risiedono lì. Le dice che torna subito e
va nella sua camera a prendere la bambolina di pezza, nel
frattempo la cardiochirurgo saluta e abbraccia le altre suore che
non rivedeva da tanto tempo.
Suor Valentina, eccitata per la visita, scende le scale correndo
quando un bambino di 5 anni le dice: “A noi dici che non
possiamo correre”!
La donna gli da una carezza chiedendogli scusa e finisce la discesa
della scalinata con passo deciso. Per l’occasione ha preparato un
pacchetto contenente la bambolina e una lettera in cui dice a Paola
che deve sapere che ha una madre in cielo che la veglia e la
protegge ed una in terra, a cui ha salvato la vita e che la ama con
tutta l’anima: lei.
Porge il pacchetto avvolto in una carta con degli angioletti a Paola
e lei, lo apre lenta, con tanta emozione.
Gisella, la bambolina più bella almeno secondo Paola bambina,
non era una di quelle che si vendevano nelle botteghe del paese,
ma era stata cucita a mano a Paola per il suo quarto compleanno
da Giuseppina, sua madre. Il padre Gilberto invece le regalò un
cappellino molto signorile con il fiocco perché la bambina, ogni
volta che guardava la vetrina di un negozietto di abbigliamento,
cominciava a fare i capricci per farselo comprare dai genitori.
La risposta era sempre: “Che ci devi fare, mica sei una signora”?
Come se fossero stati chissà che gran doni, la bambina corse ad
abbracciarli, con le sue braccia che arrivavano solo alle gambe del
padre e della madre.
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Paola aveva rimosso quei bei ricordi, e quella bambola di pezza
tutt’a un tratto le ha riaperto il cuore ai tempi di quando aveva
l’età di Giada. Se suor Valentina non le avesse detto che aveva la
bambolina sua, la donna neanche ci avrebbe pensato. Il tempo
spazzola via tutto, ricordi, amici, conoscenti, tutto viene perso,
allontanato da noi e, soprattutto quando si tratta di nostalgie che
fanno male al cuore, rimane solo un bagliore sfocato dei fatti che
hanno segnato l’esistenza.
Nel frattempo Adelina sta insieme ad Antonio al mare, anche se è
un po’ presto come periodo. Insieme sono andati alla stazione
balneare “Le Morge”, per ora quasi deserta. Luigi, che ha pensato
di riposare per questo giorno, sta allungato sul divano a riguardare
un film di Natale della coppia Boldi-De Sica in DVD, consapevole
che in questo Natale 2005 a causa di Boldi ci sarà l’ultimo della
serie. A lui sono sempre piaciuti, nonostante le tante critiche che
hanno riscosso per volgarità e stupidità delle loro trame, non c’è
niente di meglio per tenere rilassata la mente e farsi quattro risate.
Rosalia insieme a Giada, dato che in salotto la TV è occupata, sta
in camera a vedersi Buona Domenica, guardando ballare gli attuali
ed ex ragazzi di Amici e qualche tronista di Maria De Filippi.
Agata, che sta insieme a Giovanni all’orticello della sua vecchia
abitazione, insieme a lui sta seminando una varietà d’insalata.
Uscita dal collegio, Paola sale in macchina e mentre guida riflette
su cosa dovrà fare con la bambolina: tenersela a cura, riposta
dalla polvere e da Giada che sicuramente non appena la vedrà
vorrà giocarci o fargliela toccare, abbracciare, far recitare alla
bambina che lei è sua mamma? Si convince che la soluzione
migliore sia non fargliela usare, Gisella anche se è passato tanto
tempo è ancora intatta, certo è scolorita a causa di qualche
lavaggio di troppo, ha una gamba ricucita e parte del vestino con
una macchiolina di pesca che non va via, ma è intatta e deliziosa.
Gisella è così: treccine bionde e lanose, faccetta tonda e colorita,
vestitino rosso a pois bianchi e piedi con cucite su delle
scarpettine bianche.
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Di sera Luigi videochiama Gioia con il nuovo videofonino Nec
e616 V e si mette d’accordo con lei per uscirci ed andare insieme
al pub Green Devil, Rosalia passa il tempo a chiacchierare al
telefono con le amiche per più di mezz’ora e, non contenta, dopo
la telefonata si mette a mandare e farsi mandare SMS, Giada cerca
di convincere la mamma a farle toccare Gisella ma lei,
irremovibile, glielo proibisce, ricordandole che ha tante bambole,
tra cui una nuovissima che le hanno regalato quando è stata
liberata dai rapitori.
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'
Per la seconda volta in questo ultimo periodo successivo alla
morte di Vincenzo, Agata ha passato la notte in bianco. Neanche
un’ora di sonno. Come prima idea le è venuto in mente che il
motivo sia risieduto nel cambio di letto, da un morbido e usurato
letto matrimoniale a un quasi per niente utilizzato letto singolo con
doghe in legno, ma, dopo un’attenta riflessione sul suo stato si è
resa conto che il problema è lei e non dove dorme. Da quando è
diventata vedova, è spesso agitata e all’improvviso entra in crisi,
la notte passata non era soltanto ad occhi aperti ma piena di
pensieracci, paure, nervi, e respiro un po’ affannoso.
“Si deve fare qualcosa” si dice e di mattina, non appena gli altri si
alzano, la donna va dal figlio e dalla nuora e parla del suo
problema.
Non l’aveva fatto prima perché in fondo una notte d’insonnia può
capitare, soprattutto considerando il fatto che, aumentando l’età di
una persona, si dorme sempre meno ore, arrivando a quando si è
anziani che in certi casi cinque ore o poco più di sonno bastano.
Paola le consiglia di rivolgersi al suo medico curante, il dottor
Vassalli, dato che lei non è tanto esperta in questo campo e
Giovanni si offre di accompagnarla il pomeriggio del giorno
stesso.
Agata dopo essersi messa d’accordo con il figlio, torna al letto e
riesce a dormire un paio d’ore. Luigi si alza tardi e dopo aver
consumato la colazione si butta sui libri, Verso le 10 Rosalia sta
sentendo la musica di Britney Spears e il fratello, che sta a farsi
due scatole tanto grandi a studiare, la rimprovera dicendole di
spegnere quello stereo infernale o al limite abbassare il volume.
La ragazza sbuffando si infila le cuffie nelle orecchie.
Adelina è intenta a passare l’aspirapolvere in alcune camere da
letto e Luigi, che è riuscito a liberarsi dal suono dello stereo, si sta
sorbendo il rumore assordante del folletto, in uno scatto di collera
sbatte la porta urlando: “Basta! Devo studiare”!
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Adelina distrattamente non pensa che nella stanza degli ospiti stia
dormendo Agata e così il sonno che faticosamente era riuscita a
conquistare l’anziana donna, svanisce. La tata non ha udito le urla
irritate di Luigi ma la stridula voce, proveniente dalla spettinata
Agata appena entrata nella camera di Giada dove sta lavorando
con l’aspirapolvere, la sente e così agisce di conseguenza
spegnendo l’elettrodomestico.
Alla scuola materna Giada copia delle lettere dell’alfabeto
stampate su una fotocopia, quando finisce si fa dare un foglio
vuoto e si mette a disegnare un cielo azzurro con un sole
sorridente dai lunghi raggi. Colora facendo attenzione a non uscire
dai margini con i pennarelli. Giovanni sta difendendo in un’aula
del tribunale un ladro di dischi e cassette, pur sapendo che il suo
intervento non servirà a nulla e Paola sta visitando una ragazza
che soffre di pressione alta.
Antonio, che ha il giorno libero, va a casa Serafini e si fa dare
dalla fidanzata la chiave della sua abitazione dicendole: “Voglio
farti una sorpresa, fidati”!
Si dirige verso casa di Adelina, di cui stranamente conosce solo la
facciata esterna e qualche stanza, apre il cofano e tira fuori due
borsoni dei suoi vestiti, apre la porta di casa entra e la chiude. Va
nella camera da letto dove fino ad ora ha dormito solo la donna,
armadio di legno di ciliegio, un comò con un grande specchio, due
comodini ai lati del letto con su due abat-jour e un letto
matrimoniale. Potrebbe sembrare strano che una donna fino a poco
tempo prima single abbia dormito sola per tanto tempo in un letto
matrimoniale, Adelina aveva detto ad Antonio che da quando era
stata lasciata da lui era diventata single per scelta e questo
particolare della sua camera gli sta mettendo dubbi su quanto la
sua fidanzata gli ha raccontato.
“Non capisco”! pensa tra sé e sé. “Forse è meglio pensare ad altro,
adesso”.
Posando i due borsoni sul letto rifatto, li apre e comincia a
sparpagliare gli abiti. Apre l’armadio trovando abbastanza spazio
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libero per le sue camicie, le sue maglie, i suoi pantaloni e per il
suo completo da cameriere. In un cassetto mezzo vuoto del comò
con specchio infila i suoi slip, i suoi calzini e le sue canottiere.
Una volta finito, va nel salotto, si allunga sul divano e guarda un
film su Italia 1.
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)
-
Verso le cinque di pomeriggio Giovanni accompagna la madre al
dottor Vassalli. Non ancora arriva ma intanto metà delle sedie in
sala d’attesa sono piene. Giusto per passare il tempo Agata si
mette a raccontare la sua storia e gli altri pazienti fanno lo stesso,
non disdegnando di parlare anche di fatti non loro, pettegolezzi
anche di terza o quarta mano, magari frutto di una maligna
fantasia e Giovanni sfoglia le riviste messe a disposizione
Dopo tanto aspettare per le sei e un quarto arriva il medico. Non si
tratta, però, del dottor Vassalli ma della sua affascinante aiutante
dottoressa Giacchetti. Man mano la fila diminuisce e si avvicina il
turno di Agata. Finalmente può entrare nello studio medico e,
dopo aver parlato dei suoi sintomi come il nervosismo, l’insonnia,
la tendenza a piangere, susseguiti alla morte di suo marito, la
dottoressa elabora la sua diagnosi: depressione. Il male oscuro.
Cercando di tranquillizzarla, a modo di battuta dice che di affetti
da ansia, depressione, esaurimento, mania ne è pieno il mondo e le
cure non mancano.
Agata, contrariamente alla battuta della dottoressa, non ha per
niente voglia di scherzare e, perdendo il controllo, urla: “Non sono
pazza! Io sto male davvero ma non di mente”!
Il figlio cerca di placarla affermando che la dottoressa vuole solo
il suo bene.
Il medico, come per fare un passo indietro da una battuta che,
anche se lei non pensava potesse dare fastidio, in realtà ne ha dato
tanto, le dice: “Lei non è matta, signora, è solo un tantino giù di
umore… Adesso sta affrontando la vita con il minimo della voglia
e in questo caso un antidepressivo può darle una mano a
riprendere in mano la sua vita e cercare di passare avanti al trauma
che ha subito con la morte di suo marito”.
Con fatica riesce a convincerla, per non farla inquietare
ulteriormente le prescrive giusto il minimo.
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Madre e figlio vanno in farmacia, acquistano le compresse e
tornano a casa.
La sera, quando Adelina torna a casa sua, rimane sorpresa nel
vedere il fidanzato ancora lì. Antonio si dirige in cucina e va a
prendere il mazzo di rose rosse che ha comprato di pomeriggio,
glielo porge dandole un bacio. Lei, ringraziandolo chiede se c’è
qualcosa da festeggiare, la risposta che le perviene è che lui si è
trasferito da lei come precedentemente accordato.
“Ma è fantastico”! esclama la donna.
L’uomo le chiede: “Scusa, ma perché hai un letto matrimoniale?
Non hai detto che eri diventata single per scelta dopo che io ti
lasciai ai tempi in cui vivevi ancora con i tuoi genitori”?
“Certo! Perché, non mi credi? Il letto l’ho scelto a due piazze un
po’ per comodità, mi piace allargarmi a forma di stella, un po’ per
una inconscia speranza che tu cambiassi idea…”
“Il tuo desiderio dopo tanto si è avverato! Non sai quanto ti amo”!
“Lo so, ma io ti amo di più”!
Adelina posa sul tavolo i fiori e si lascia andare con il fidanzato a
un vortice di passione.
In casa Serafini si comincia a pensare alle vacanze: Rosalia
vorrebbe andare in aereo a Londra per incontrare di nuovo la sua
amica di penna Victoria, Giada vorrebbe tornare come l’estate
precedente a Gardaland o, meglio, passare un mese a Disneyland
Paris, a Giovanni e a Paola piacerebbe andare in crociera lungo il
mar Mediterraneo, per i due coniugi servirebbe proprio perché
ormai il loro rapporto si è ridotto al pranzo, la cena, la domenica
intera e la notte insieme, sono persone molto impegnate con il
lavoro che non possono permettersi neanche di occuparsi dei figli
nel modo in cui vorrebbero. Quando in coppia mancano degli
stimoli solitamente c’è una crisi ma non in questo caso, il loro
amore è fondato su basi molto salde. Gli unici della famiglia a non
pensare alle vacanze sono Luigi, troppo occupato con lo studio per
l’esame di maturità, ed Agata che non ama viaggiare.
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I familiari proprio per Agata hanno delle titubanze nel pensare di
organizzare i loro viaggi: si sentirebbero in colpa a lasciarla da
sola, soprattutto a causa del suo periodo di depressione, e poi,
ammesso che riuscissero a convincerla a partire assieme a loro per
una qualsiasi meta, non sarebbe per nulla rispettoso del lutto per il
povero Vincenzo, in fondo non è passato neanche un mese.
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$
-
-
Arriva mercoledì della settimana dopo, il giorno del primo esame
scritto di Luigi, si tratta dello scritto d’italiano. Il ragazzo, da
quando si è chiusa la scuola, non è stato un attimo senza studiare
ma la sua preparazione non gli impedisce di stare in ansia.
Entra a scuola un bel po’in anticipo, saluta la bidella Lina che,
dandogli un “in bocca al lupo”, gli indica dove si terrà la prova,
cioè lungo il corridoio del primo piano. Sale le scale e, entrando,
vede una cattedra dove c’è seduto un uomo mai visto,
probabilmente il presidente, lo saluta con un tremante
“Buongiorno”, passa avanti e va a sedersi in uno dei tanti banchi
disposti in una fila da due. Tira fuori da un piccolo zainetto verde
che si è portato dietro l’astuccio, lo apre e ne estrae dei santini vari
che la nonna Agata gli ha prestato scherzosamente.
Si mette a leggere a mani giunte le varie preghiere quando arriva
la sua professoressa di italiano che, salutandolo, dice: “Luigi, ti sei
portato dietro tutti i santi? Non ti preoccupare, avrai tante prove
tra cui scegliere”.
Poco dopo arrivano due carabinieri, uno di questi ha in mano una
busta sigillata che consegna alla professoressa. Mentre Luigi si
interroga su cosa possa contenere, piano piano tutti i banchi si
riempiono dei ragazzi di 5° che devono fare l’esame. Alle 8:20
l’insegnante d’italiano Talone apre la busta ed estraendone le
tracce, le consegna ad ogni alunno. Distribuisce, inoltre, due fogli
protocollo timbrati per la bella e la brutta copia. Invitandoli a
scegliere il tema da realizzare, spiega che ci sono a disposizione
sei ore di tempo e che, per andare in bagno o consegnare ne
devono passare almeno tre. Ci sono tante possibilità: un testo
argomentativo, una analisi del testo, due articoli di giornale, un
compito di storia, due saggi breve ed un testo d’attualità.
Una buona mezz’ora viene impiegata da Luigi per effettuare la
scelta, che si conclude con la decisione di realizzare il testo
argomentativo che ha come tema il razzismo conseguente
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all’emigrazione di molti extracomunitari in Italia. Con la penna
portafortuna che il giorno prima gli ha regalato Gioia, il ragazzo si
crea una scaletta del discorso da affrontare, apporta le dovute
modifiche e per le undici riesce a finire anche la brutta copia. Con
il sudore che gli bagna la fronte per il nervosismo e anche per il
caldo dell’inizio estate il diplomando rilegge attentamente la
brutta copia, toglie le ripetizioni, sostituisce dei termini terra terra
con alcuni più altisonanti, taglia le argomentazioni che si rende
conto che sono inconsistenti sostituendole con altre più
convincenti, sostituisce la striminzita introduzione con una a
effetto, migliora il finale e finalmente alle ore 10:40 inizia a
trascrivere in bella copia.
Per mezzogiorno ha finito di copiare e, firmando, si alza e
consegna.
Rimettendosi lo zainetto in spalla, saluta, scende le scale e mentre
sta per uscire dalla scuola la bidella Lina lo ferma dicendogli:
“Dove vai senza dirmi com’è andata”?
Lina è la bidella migliore delle ragionerie, si impegna molto nel
suo lavoro ed è sempre gentile e disponibile. Luigi dice che tutto
sommato è andata bene e corre verso il parcheggio dove ha
parcheggiato il motorino. Si infila il casco, mette in moto e torna a
casa. Si sente abbastanza sicuro sull’esito: gli spunti ce li aveva e
una sufficienza ce l’ha assicurata. Ecco riportato di seguito il suo
testo argomentativo:
“L’Italia è sempre più meta di migrazione delle popolazioni
extracomunitarie, diverse dagli italiani per mentalità, origini,
religioni… Questo fenomeno in crescente aumento ha risvegliato
un razzismo che non c’era più da tanto tempo, non da parte di
tutti, s’intende. Sono le differenze che distanziano e proprio da
queste voglio partire. Le religioni, specie se islamiche, non sono
bene accette da noi perché hanno una concezione diversa della vita
e della morte e, cosa più grave, invitano a morire in una guerra
santa per procurarsi un posto in paradiso. E’ inaccettabile, anche
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eticamente, perché per noi cristiani la vita è un dono di Dio e non
va persa per uccidere altre persone che non la pensano nello stesso
modo. A proposito di questa differenza non molto tempo fa era
stato sollevato un polverone riguardo al crocifisso nelle scuole
italiane, non accettato dagli extracomunitari di altre religioni. La
risposta più frequente di chi crede nella croce è stata del tipo:
“questa è casa nostra, a casa vostra fate come volete”. E’ un
tantino aggressivo e mette in chiaro anche dei messaggi non
apertamente detti come: “se non vi piace, ve ne potete andare” o
“non siamo noi venuti da voi, già vi permettiamo di indossare il
burka o mettere addosso simboli vari”. Sul primo messaggio mi
vorrei soffermare per introdurre la seconda differenza: quando gli
italiani partivano in cerca di fortuna non erano accolti a braccia
aperte al contrario degli albanesi, russi, iracheni… che qui sono
ospitati e hanno tante agevolazioni fiscali, talvolta anche
eccessive. Una casa popolare neanche tanto lontana dal centro,
esonero dal pagamento dei libri scolastici, tagli sulle imposte…
apparentemente tutto sembrerebbe tanto giusto ma, vedendo alcuni
di questi guidare delle auto di lusso, ho iniziato ad avere dubbi.
Possono permettersi questo genere di comfort, unito anche ad abiti
griffati, e godono di agevolazioni fiscali? Come mai? Introduco
così la terza differenza. L’italiano che emigrava andava a scavare
nelle miniere rischiando la silicosi e non… andava a spacciare la
droga. Queste sono cose che fanno arrabbiare, di cui le autorità
ignorano o fanno finta d’ignorare l’esistenza. Qualcuno potrà dire
che anche di italiani c’è chi è onesto e chi no. Non nego, ha una
sua logica questo discorso ma fatto sta che gli stranieri, volendo e
non volendo, finiscono col gettare benzina sul fuoco. Non c’è
niente di strano se il tasso di disoccupazione cresce… Anche in
questo caso un difensore dei più deboli avrebbe argomentazioni
del tipo: “gli extracomunitari fanno il lavoro che noi italiani mai ci
abbasseremmo a fare”. Rispondo così: “Noi? Gli ambiziosi, chi sta
bene economicamente, forse. Ci stanno file e file di persone che
cercano un posto di lavoro per riportare alle loro numerose
90
famiglie una pagnotta di pane!!! Sarebbero disposti, quindi, anche
a zappare, fare i muratori, allevare delle pecore…” Secondo chi
avrebbe argomentato in difesa degli stranieri con quelle parole,
l’Italia è ricca e fiorente, piena di signori e signore che,
accontentati già da tempo i bisogni primari, non fanno altro che
pensare al superfluo. Questa Italia agiata, purtroppo, è ben lontana
dalla vera nostra nazione. Per gli stranieri il tipico detto: “ti do un
dito, ti prendi tutto il braccio” è, secondo me, il più indicato, non
fosse che noi già diamo tutto il braccio e quindi chissà che altro si
prendono… Ho cercato di toccare un po’ tutti i campi di
differenziazioni e problematiche relativi al rapporto tra la nostra
popolazione e le altre che ospitiamo. Il lettore si sarà fatto un’idea
che io sia razzista ma non è così, ho semplicemente dato pane al
pane, vino al vino. Nel mio paese ci sono tante etnie diverse e,
sinceramente, non incontro particolari problemi a rapportarmici,
siamo diversi per tante cose ma per la cosa più importante siamo
uguali: siamo tutti persone di uno stesso pianeta e dobbiamo
impegnarci a “lenire” le nostre differenze e a vivere
pacificamente.”
91
Appena arrivato, Luigi prima di salire in casa videochiama Gioia
dicendole che la penna che gli ha regalato ha portato davvero
fortuna. Lei dice che le fa piacere e che le piacerebbe conoscere i
suoi genitori.
“Anche a me piacerebbe conoscere i tuoi, loro sanno che sei
fidanzata con me”?
La ragazza risponde: “Solo mia madre… Sai, mio padre mi si
tiene gelosa un tantino…”
“Capisco, comunque c’è tempo per pensarci. Adesso mi devo
togliere di torno gli esami e poi si vedrà. Ciao”!
“Ok, ciao”!
Rosalia apre la porta di casa e chiede al fratello come sia andata la
prova d’italiano. Lui risponde che è andata bene e, quando lei gli
chiede se può vedere la brutta copia, il ragazzo le dice che l’ha
dovuta consegnare. Interrompendo le sue faccende, la tata corre da
Luigi per sapere l’esito della sua prima prova scritta. Come lei,
anche Agata, ansiosa tutta la mattinata per il nipote, gli chiede
informazioni.
Il ragazzo risponde: “Tutto bene, ma adesso fatemi entrare”!
Non se lo aspettava che tutte e tre lo bloccassero all’uscio della
porta. Paola sta all’ospedale a visitare l’ultima parte della fila,
Giovanni è in attesa della sentenza del giudice riguardo un
divorzio, Giada si trova all’asilo giocando a nascondino con
l’amichetta Jessica ed altre compagne.
Adelina la passa a prendere e verso le 2 Paola e Giovanni tornano
a casa per l’ora di pranzo. Luigi si deve sentire per l’ennesima
volta la domanda sull’andamento del suo tema.
“Che pizza”! pensa.
Dopo aver pranzato Luigi si riposa per un’ora sul divano e poi si
mette a studiare economia aziendale per il giorno dopo.
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Da quando Agata ha iniziato la cura antidepressiva si sente molto
meglio: non più notti insonni, fiumi di lacrime, adesso per lei la
vita ha riacquistato significato. E’ ancora molto legata al ricordo
del marito ma se ne sta facendo una ragione, aiutata dall’affetto
dei suoi cari.
Il mattino dopo Luigi arriva a scuola, più in ansia del giorno
prima, e, mentre sale le scale con gli amici Alberto e Diego, si
mette d’accordo col primo per sedersi accanto a lui nel caso
avesse bisogno di aiuto. Il professor Di Conio e il presidente
stanno già al loro posto, nella classe 5° B e i banchi sono tutti
staccati tra loro. Quando tutti gli alunni sono arrivati l’insegnante
di economia aziendale consegna gli esercizi che i carabinieri gli
hanno portato dieci minuti prima e i fogli protocollo.
Non appena Luigi guarda il foglio con la consegna rabbrividisce
come quasi tutti gli altri. Si tratta di tre righe. Tre minuscole righe
indicano che situazione creare, nessun dato è presente. Quasi tutto
è da inventare.
“Ci credo adesso che ci stanno 6 ore di tempo a disposizione”!
pensa il ragazzo tra sè e sé.
Non basta, però, avere tanto tempo per avere garantito il buon
esito della propria prova. Non ha utilità neanche l’accordo tra
Luigi e Alberto, perché se gli importi sono uguali, si capisce che
qualcuno dei due ha copiato.
Il tempo passa e Luigi fino ad ora è riuscito solo ad inventare il
bilancio di una società e a fare i relativi calcoli. E’ cosciente che
non può saltare i pezzi scrivendo solo quello che sa fare, perché
l’andamento della società è consequenziale e quindi si trova in un
vicolo cieco. Sulla brutta copia con lo scorrere dell’ora aumentano
le cancellature e i calcoli errati scarabocchiati. Quando si sente
che non può far nulla di più della costituzione che ha già
realizzato, la campanella che segna la fine della terza ora gli da
un’idea per tentare di salvare il salvabile.
93
Si alza dal banco e, dato che dalla fine della terza ora di quella
prova si può chiedere di andare in bagno, così fa e il professor Di
Conio gli da il permesso dicendogli: “Torna subito, Serafini”.
Entrato dentro la toilette, da una tasca estrae il videofonino e
dall’altra il portafoglio che contiene dei foglietti vuoti, preparati
all’occorrenza la sera prima per poter copiare, i soldi, la tessera
della videoteca ed una piccola penna. Sa che il risultato di quella
dura prova dipende tutto da ciò che sta per fare in bagno. L’idea è
di chiamare qualcuno, facendosi dare suggerimenti, e scrivere
questi sui foglietti. Ma chi? Chi è esperto di economia aziendale?
Beh, il primo della classe ma adesso sta facendo la prova… Un
commercialista, un ragioniere, ma Luigi non conosce nessuno dei
due. Non ha un fratello maggiore, uno zio esperto, una cugina
laureata in economia… Che fare? Il tempo stringe, di Conio se
Luigi non si sbriga a tornare chiama una bidella a chiamarlo… La
soluzione più logica è chiamare il padre Giovanni. In fondo si
tratta di un avvocato che è uscito dalle ragionerie con ottimi
risultati… Vincendo la vergogna che ha perché il padre non sarà
certo contento che lui, nel bel mezzo dell’Esame di maturità,
ricorra all’aiuto di qualcuno per sostenerlo, lo chiama.
Il cellulare di Giovanni squilla quattro volte e poi l’uomo
risponde.
“Scusatemi, torno subito” dice l’avvocato all’assistito, al giudice e
alla controparte. “Luigi, che vuoi? Sto nel bel mezzo di una causa
importante. Ci sono già seri dubbi che il mio assistito la perda e tu
mi chiami? Hai già consegnato il compito”?
Il ragazzo risponde: “Papà, no! Ho chiesto di andare in bagno
perché non so dove metterci mano, ti prego aiutami”!
Giovanni deve insistere un po’ con il padre ma alla fine gli riesce
a carpire l’aiuto di cui aveva bisogno. Prende appunti con carattere
microscopico su quei foglietti e, salutandolo, riattacca.
94
,
-
Tornato in classe, facendo attenzione a non farsi scoprire, applica i
consigli del padre che si è scritto sui foglietti.
Mezz’ora più tardi consegna e, al professor Di Conio che gli
chiede: “Com’è andata Serafini”?, risponde “Insomma”!
Esce dalla scuola e, mentre guida lo scooter per tornare a casa,
pensa a come sarà andata la prova agli amici Alberto e Diego,
entrambi che se ne sono andati prima di lui.
Il lunedì dopo c’è la terza prova scritta. Si tratta di un test, le cui
caratteristiche sono state stabilite in commissione, con domande
(in questo caso a risposta multipla) su varie materie. Il tempo per
svolgere il compito è di circa un’ora e mezza. Luigi, che ha
ripassato dal pomeriggio della seconda prova, non trova particolari
problemi a rispondere alle domande.
Lo studio da affrontare non è, però, finito. Rimane la fatidica
prova orale, fortunatamente il ragazzo avendo il cognome che
inizia con S sarà verso gli ultimi ad affrontarla, avendo abbastanza
tempo a disposizione per impazzirsi bene sui libri ed essere
pronto.
L’esame orale gli capita il giovedì pomeriggio della settimana
dopo alle ore 16. E’ il penultimo di quel gruppetto di 5 persone
della sua classe e preferisce non assistere agli esami degli altri per
non confondersi le idee. Così, dopo la pausa per stabilire il voto al
secondo compagno del gruppo, i professori gli dicono di
prepararsi una scaletta su quanto vuole esporre. Lui così fa e
quando arriva il suo turno, si ritrova davanti ad una cattedra con
tutti gli insegnanti e il presidente che lo squadrano e non esitano a
cercare di metterlo in difficoltà con domande ripescate dal
programma dell’inizio dell’anno scolastico o, peggio, del quarto
anno. Abilmente lui dipana la matassa che gli è stata affidata e,
quando ha finito di parlare per quella quindicina di minuti, esce
trionfante dalla classe. Ad assistere alla sua interrogazione c’erano
95
i suoi cari amici Alberto e Diego, uniti alla sua fidanzata Gioia.
L’incubo è finito!
Dopo cinque giorni c’è la consegna dei diplomi. Verso le ore 10 di
mattina tutti i diplomandi sono seduti in aula magna e attendono di
essere chiamati dal presidente per ricevere il diploma. Luigi si è
diplomato con 87, Alberto con 110 e lode e Diego, come Luigi.
Diego e Luigi potevano prendere di più ma a danneggiare il loro
voto finale è stata soprattutto la prova scritta di economia
aziendale.
Luigi adesso, stanco e felice, vuole concedersi una meritata pausa.
Tornato con la famiglia a casa dopo la consegna del diploma, al
ragazzo torna in mente di ciò che si erano detti lui e Gioia
riguardo al loro fidanzamento ufficiale e così la chiama.
“Pronto Gioia, sono Luigi. Sei pronta per fidanzarti ufficialmente
con me”?
“Certo, ci mancherebbe”!
“Bene! Allora organizziamo un incontro tra le nostre famiglie a un
ristorante”!
“Mi sembra una buona idea, scusa un attimo che ne parlo con mia
madre… OK”!
“Che ne pensi di andare al ristorante Miramonti? Si mangia bene
ed è un luogo accogliente”!
“Per me va bene, ma i tuoi sono d’accordo”?
“Si, gliene ho già parlato. Che ne pensi se pranziamo insieme
domani”?
“Si, vabbene ma, adesso che ci penso, sorge un problema...”
“Quale”?
“Mio padre… non sa ancora che sto con te”.
“E’ lì in casa”?
“Si, sta a guardare il telegiornale”.
“Passamelo”.
“Cosa”?
“Passamelo, dai, su”!
“Ma sei sicuro”?
96
“Si, mica mi mangia”.
“Come vuoi”.
Gioia dice al padre Gennaro che un suo amico vuole parlare con
lui. L’uomo si chiede chi è questo ragazzo e cosa vuole da lui.
Risponde e, quando sente la frase pronunciata da Luigi (“Pronto,
sono il fidanzato di Gioia, lei è il padre”?), urla a squarciagola:
“Mia figlia si è fidanzata senza dirmi niente? Attento a te, mia
figlia se non do il consenso io non è fidanzata”.
Gioia sta in piedi dietro al padre e rabbrivisce alla sua reazione.
Sua madre Marta, che sta cuocendo il pranzo, spegne il gas e va
dal marito. Afferra la cornetta e dice a Luigi che ci pensa lei a
discutere con il marito riguardo quel problema, passa la cornetta
alla figlia e, trascinando Gennaro, gli dice che era al corrente del
fidanzamento della sua figlia con Luigi e che non vi trova nulla di
male, soprattutto ripensando a lei che alla sua età scappò da casa
per andare a vivere con Gennaro. Il marito si rende conto che lei
ha ragione, in fondo lui e la moglie hanno fatto di peggio da
giovani. Dopo che Marta gliene parla, l’uomo, dopo un po’ di
tentennamenti, accetta di andare a pranzo il giorno dopo con la
famiglia di quel ragazzo.
97
!
$
Alle ore 12 del giorno seguente le famiglie Serafini e Bellini
stanno sedute attorno ad un tavolo del ristorante Miramonti.
L’argomento di discussione preponderante, come è facile
immaginare, è il fidanzamento tra Gioia e Luigi. Gennaro,
conoscendo lo stato benestante della famiglia del fidanzato della
figlia, si sta ricredendo e comincia a pensare che il ragazzo sia un
buon partito. Evita, comunque, di fare queste considerazioni per
evitare di mostrare il suo interesse per il denaro tanto
spudoratamente. L’uomo è sempre vissuto nella miseria, ha due
sorelle e due fratelli e, per riuscire a trovare un lavoro non in nero,
da Napoli ha deciso di trasferirsi con la famiglia a Casoli.
Dopo pranzo Luigi, prima che Gioia e la sua famiglia se ne
vadano, tira fuori dal taschino dei pantaloni un astuccio contenente
un anello e lo porge al suo amore. La ragazza, sorpresa, lo bacia
appassionatamente davanti a tutti. Dopo quella scena Rosalia ed
Agata urlano a squarciagola “Bacio, bacio”!, interessate a vedere
di nuovo la scena.
I giorni passano veloci e adesso è proprio giunto il momento di
andare in vacanza per la famiglia Serafini. Dopo cena Agata si
allunga al divano del salotto, che si trova confinante con la cucina,
e sfoglia la guida tv.
Trova molto interessante un articolo che parla di quanto accadrà a
Beautiful ma, quando Rosalia la nomina e Luigi le dice “Fai
silenzio”!, la sua attenzione passa dal giornale ai discorsi dei suoi
familiari.
Approfittando della sua momentanea assenza, Rosalia ha detto:
“Mi dispiace per quanto è successo ultimamente a nonna Agata,
però…”
“Però cosa”? chiede Giovanni.
“Voglio andare in vacanza e mi dispiace di non poterlo fare per
rispettare nonna Agata”.
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Sulle ultime quattro parole la ragazza non volendo calca la voce,
per quello Luigi, sapendo che la nonna comunque è nei paraggi,
l’ha invitata a star zitta.
Paola tutt’a un tratto sbotta dicendo: “Anch’io vorrei andare in
vacanza con tuo padre perché non stiamo mai insieme ma sono
disposta a rinunciarvi, qui stiamo parlando di un lutto e di una
depressione, non te ne dimenticare”!
“Se è per quello, io vorrei andare in vacanza con Gioia” esclama
Luigi e la sua sorellina Giada per finire l’opera tira fuori il suo
itinerario turistico: andare a Disneyland Paris.
Dopo che Agata ha sentito tutta quella carrellata di idee su dove
andare in vacanza e anche ripetute volte il concetto che il motivo
per cui non si fa niente è il rispetto per la sua depressione e per il
lutto, va in cucina e pronuncia queste parole: “Ho sentito tutto!
Voi non dovete rinunciare alle vostre vacanze per me! So che mi
volete bene ma non vi preoccupate, anch’io vado in vacanza.
Chiedo alla mia amica Concetta che non vedo da un po’ di tempo
di ospitarmi e, se lei accetta, in pochi giorni il problema sarà
risolto”!
Tutti restano senza fiato, Agata ha udito tutto. Rosalia si vergogna
per aver iniziato quel discorso e chiede scusa alla nonna, seguono
le scuse degli altri.
Anche giugno se n’è andato. Concetta, l’amica di Agata, le ha
detto che è disposta ad accoglierla e che si divertiranno insieme. Si
è deciso che Paola, Giovanni, Giada e Rosalia vadano in crociera
lungo il Mediterraneo per 15 giorni e Luigi vada insieme a Gioia
alla casa al mare della sua famiglia. Rosalia e Giada sono un po’
scontente ma di certo non dispiaciute a salire su una nave ricca di
comfort.
Giovanni va alla porta del suo studio e attacca il manifesto
“CHIUSO PER FERIE FINO AL 15 AGOSTO”. La crociera
finirà prima ma di certo la voglia di divertirsi non si esaurirà allo
stesso tempo! Paola va all’ospedale e prende un mese di ferie,
Adelina fa lo stesso per la famiglia Serafini.
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Si preparano le valigie e ognuno va verso la propria meta
vacanziera.
Luigi nel cofano dello scooter rosso fuoco tiene il minimo
indispensabile da portarsi dietro, Gioia per poter portare ciò che le
serve ha preferito che il padre Gennaro l’accompagnasse alla casa
al mare dei Serafini.
Ad attendere la ragazza c’è già Luigi, che non ancora apre la porta
di casa e sta sul marciapiede per far capire a Gioia quando arriva
dov’è situata l’abitazione. Scesa dall’auto la ragazza attende che il
padre se ne vada e poi bacia appassionatamente Luigi.
E’ vestita come al solito in modo provocante, è strano che
Gennaro, pur essendo geloso della figlia, le abbia da sempre
consentito di scegliersi gli abiti da indossare.
“Non c’è niente da dire, Gioia è una bonazza da paura”! pensa il
suo fidanzato.
Entrati dentro la casa, i due si allungano sul letto e Luigi,
facendosi coraggio, le sussurra all’orecchio: “Ho tanta voglia”!
La ragazza, che non è leggera ma neanche tra le più serie, tira
fuori dal borsone che si è portata una radiolina e, con la prima
canzone trasmessa da RDS, cioè Hung Up di Madonna,
improvvisa uno spogliarello. Quando si è svestita completamente
fa l’amore con Luigi per la prima volta.
Agata viene accompagnata dal figlio a casa della sua amica
Concetta che vive in mezzo a Casoli e la donna, dopo aver salutato
lui, la nuora e le due nipoti, entra in quella abitazione dove vi
abitano la sua amica ed il marito, entrambi pensionati.
Mentre Giovanni è sulla nave pensa: “Alla fine Roger non si è
vendicato di me! Meno male”!
Lui e Paola stanno in costume a farsi una sauna, massaggiandosi
con oli aromatici. Sono pieni di sudore ma stanno lì ancora per
un’altra ora.
Adelina e Antonio decidono di andare al mare e la donna, arrivata
sulla spiaggia, propone al suo fidanzato: “Che ne pensi se andiamo
a salutare Luigi e Gioia”?
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“Non lo so, non vorrei disturbarli”.
“Non credo che la nostra presenza dia loro fastidio”.
Insieme vanno alla casa al mare e suonano il campanello. Nessuna
risposta. Risuonano. Anche adesso nessuna risposta. La terza volta
apre Luigi in slip e a petto nudo.
Adelina dice: “Ciao Luigi, siamo venuti per chiedervi se volete
venire alla pizzeria qui vicino con noi”. Il ragazzo, visibilmente
imbarazzato, esclama: “Si… a che ora”?
Antonio propone: “Vi va bene alle otto”?
Luigi chiama Gioia e lei, dalla stanza da letto, risponde: “Per me
va bene”!
Luigi dice a un certo punto: “Scusate ma devo vestirmi. Ci
vediamo dopo. Ciao”!
Sbatte la porta in faccia ad Adelina e Antonio rimprovera la sua
fidanzata con uno scocciato: “Te l’avevo detto che non era il caso
di disturbarli”!
“Ma io che ne sapevo”?
Contemporaneamente Giada e Rosalia stanno nella loro camera
lussuosa a guardare un film su un canale satellitare di SKY. Il
film si chiama “Manuale d’amore”, composto da tante storie
d’amore, una che parla dell’innamoramento, un’altra del
tradimento, una della crisi, l’altra ancora dell’abbandono. Non è
un film sentimentale vero e proprio, tende alla commedia grazie
ad attori come Luciana Littizzetto e Carlo Verdone. Giada e
Rosalia lo seguono con interesse, ridendo ogni tanto, e
consumando pop corn accompagnati da una lattina di coca-cola a
testa.
Di sera sulla nave da crociera c’è una bella festa. Si balla a ritmo
latino! Giada si addormenta e così Rosalia può divertirsi in
discoteca senza far attenzione a dove va e cosa fa la sua dolce
sorellina. L’unica cosa un po’ seccante per la ragazza è essere
spiata da Giovanni e Paola, seppur solo ogni tanto.
Marito e moglie non si divertivano così dai tempi in cui erano
fidanzati! Nelle loro camere Rosalia, Giovanni e Paola ci tornano
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alle 2 di notte. La ragazza prende subito sonno, Paola e Giovanni
no…
Agata passa i giorni aiutando Concetta in alcune faccende di casa
e, soprattutto, parlando. Si, parlando. Concetta è una tra le più
pettegole di Casoli, che si avvale dei pettegolezzi ascoltati al
parrucchiere, ai pazienti che stanno facendo la fila assieme a lei al
dottor Vassalli, al supermercato Issimo, insomma dai luoghi più
frequentati dalle signore anziane.
Con l’arrivo delle vacanze, finalmente tutti hanno staccato la spina
dagli impegni e dai problemi quotidiani. Questi ultimi mesi sono
stati molto intensi, pieni di avventure ma anche di disavventure, i
Serafini sono una famiglia come tante ma il modo in cui
affrontano la vita li rende speciali!
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Finito di realizzare il 26/12/2005
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