La nuova Africa passa da Roma
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La nuova Africa passa da Roma
Affari&Finanza Moda & Design Pag. 32 supplemento di “La Repubblica” 7 Maggio 2007 La nuova Africa passa da Roma di Irene Maria Scalise Margherita Marvasi si è inventata stilista ispirandosi alle fantasie e alle forme del Continente Nero. La moda della primavera-estate 2007, che propone fantasie africane e tessuti batik coloratissimi, lei l’ha anticipata. Di almeno un paio di anni. E soprattutto con una bella differenza: i vestiti africani li realizza direttamente in Africa. Per vederli basta cliccare su www.mago-eastafrica.com. Oppure andare in selezionate boutique sparse tra l’Europa, l’Africa e la California. Margherita Marvasi, bolognese di nascita ma africana d’adozione, ha iniziato a fare la stilista un po’ per caso. Giornalista tra Roma e Milano, due anni fa ha mollato tutto e si è trasferita a Zanzibar per seguire il suo compagno che ha aperto un lodge, l’Hakuna Majiwe (in lingua locale vuol dire “nessuna pietra”) in una spiaggia che sembra il paradiso. La moda era per lei un pensiero lontano. Poi, osservando la bellezza dei tessuti locali e l’eleganza delle donne nere, ha cominciato quasi per scherzo a disegnare qualche abito in una mini sartoria realizzata dentro al lodge. Naturalmente servendosi di due bravissimi artigiani locali.Il successo è stato immediato. Le clienti dell’albergo tornavano a casa con il guardaroba rinnovato e anche da Stone Town, la capitale dell’isola, le ordinazioni hanno cominciato ad arrivare una dietro l’altra. Tempo qualche mese, e grazie alle continue richieste arrivate fino a Zanzibar con il passa parola, la Marvasi ha capito che bisognava approfittare del buon riscontro. Ha apero un laboratorio nella capitale e ha assunto otto sarti nuovi. Naturalmente local. Obiettivo coniugare il gusto e l’allegria delle stoffe locali con l’eleganza del design italiano. E, per l’estate che sta arrivando, le sue creazioni si preparano a debuttare sulle strade europee e americane. A Roma ha uno show room e i suoi capi si possono trovare in parecchie boutique “di tendenza”, mentre a Milano vende da CoCo , negozio molto amato dalle modaiole “di gusto”. Anche in California ha un suo punto vendita, da Jeannine de La Torre, e naturalemnte continuano le vendite a Zanzibar. Sia al lodge che in un paio di negozi presi di mira dalle turiste. Gli abiti sono in parte modelli standard ormai “cult” e in parte anche su misura. Naturalmente, chi vuole una gonna o una camicia in edizione personalizzata deve recarsi a Zanzibar. “In Italia sto cercando di imporre un modello di riferimento che rappresenti il marchio e crei un legame con le clienti. Più che realizzare tanti capi preferisco proporre un abito che possa piacere e serva a fare conoscere il nome”. Non solo. La marvasi non esclude che, grazie al sito internet in cui mostra fantasie e abiti, sarà possibile presto riuscire a organizzare un canale di e-commerce con ordinazioni ad hoc anche da un continente all’altro.I materiali sono naturali, cotoni e viscose, e i modelli semplici, ma con un tocco di stravaganza. I prezzi molto abbordabili, soprattutto se paragonati a quelli delle grandi griffe che negli ultimi mesi hanno fatto sfilare lo stile afro in passerella. Ma come mai, per la Marvasi, si assiste a questo ennesimo ritorno del look afro? “Il concetto è che lo stile africano è ormai una costante e non una moda che ciclicamente torna. E a suo modo è diventato un classico, come le righe o il bon ton, che resistono negli anni, anche se in alcuni momenti sono più in voga. La cosa veramente bella però sono i tessuti e le fantasie mentre, per gli stilisti non africani, un look si ritiene afro semplicemente se si fanno indossare a una modella i sandali in legno e le si legano i capelli in un’acconciatura tribale”.