«Un passaggio importante verso il futuro»

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«Un passaggio importante verso il futuro»
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LIBERTÀ
Sabato 21 marzo 2015
A CURA DI ALTRIMEDIA PUBBLICITÀ
Speciale Vinitaly 2015
Eccellenze piacentine in vetrina
In un momento di cambiamento del mercato
e di interesse delle clientele internazionali
si premiano competenza e passione dei produttori
LA STORICA AZIENDA TRA CUORE, SOSTENIBILITÀ E MALVASIA
Cantina di Vicobarone:
valorizzare la qualità
l mondo del vino sta vivendo
un momento molto complesso e non solamente per la difficile situazione socio-economica
ma anche a causa delle trasformazioni in atto nella società che
stanno modificando le abitudini
di consumo.
Stiamo passando nell’arco di
tre generazioni dal vino come alimento sempre presente sulla tavola dei nostri nonni, al vino visto
come straordinario compagno
nei momenti conviviali in grado
di esaltare il gusto dei cibi nelle
occasioni speciali.
Questo cambiamento ha determinato, e sta ancora determinando, una forte riduzione dei consumi pro-capite (l’ultimo dato parla
di poco più di 30 litri contro i 60 di
circa 20 anni fa) ma anche un innalzamento della qualità richiesta
dal consumatore - che è giovane
ed esigente - ed un cambiamento
delle tipologie di prodotto consumate, tanto è vero che a reggere
meglio sono i vini DOC e soprattutto gli spumanti.
La Cantina di Vicobarone sta
I
cercando di rispondere a questi
cambiamenti con la semplicità
che ha sempre contraddistinto la
sua lunga storia e che l’ha portata
ad essere oggi la Cantina Sociale
più “storica” della Provincia di
Piacenza con i suoi 55 anni di attività (è stata fondata nel 1960).
CUORE
La valorizzazione della propria
natura e dei prodotti del proprio
territorio è la prima leva sulla quale strategicamente si è sempre deciso di puntare, a partire dal vigneto che è il cuore della nostra
produzione. Da qui la valorizzazione delle varietà da sempre presenti sui nostri suoli così ricchi e
generosi. Abbiamo da sempre
cercato di lavorare sui vini tradizionali in chiave moderna per incontrare i gusti dei nostri consumatori: in questo senso il contatto con i nostri clienti è fondamentare ed è per questo motivo che
cerchiamo di creare degustazioni
in azienda che sono per noi preziosi momenti di confronto e di
raccolta delle esigenze ed opinio-
Il presidente di Cantina di
Vicobarone Carlo Bassanini ed il
vicepresidente Fabrizio Malvicini
ni di chi beve il risultato del nostro lavoro di un anno.
SOSTENIBILITÀ
La valorizzazione del nostro lavoro passa anche attraverso la parola sostenibilità. In questo senso abbiamo avviato un progetto
che misurasse l’impatto che la
produzione dei nostri vini ha sull’ambiente per poi predisporre
piani di riduzione delle emissioni. Crediamo infatti che la nostra
attività di impresa, che si basa sul
territorio e sull’ambiente, debba
avere la massima cura di questi elementi, e lasciarli inalterati e non
impoveriti. Il progetto, effettuato
in collaborazione con l’Università
Cattolica di Piacenza (altra eccellenza del territorio piacentino), ha
visto la nostra adesione al progetto VIVA sustainable wine del Ministero dell’Ambiente insieme ad
altre importanti aziende italiane.
In tal senso Fabrizio Malvicini, vicepresidente della Cantina, parteciperà alla conferenza stampa VIVA al Vinitaly presentando anche
i due prodotti inseriti nel progetto che sono il nostro Gutturnio e
la nostra Malvasia. Questi prodotti saranno successivamente in degustazione presso la Cantina a Vicobarone, rispettivamente domenica 29 marzo e domenica 12 aprile.
MALVASIA
E proprio un’altra leva sulla
quale abbiamo puntato molto in
questi anni è stata la Malvasia.
Cantina di Vicobarone si è sempre
distinta per il lavoro portato avanti sulla Malvasia di Candia Aromatica, un vitigno straordinario presente per la quasi totalità in pro-
vincia di Piacenza ormai da secoli e che sembrava negli ultimi anni essere passato in secondo piano. Questo vitigno ha una forte
duttilità ma soprattutto consente
di ottenere prodotti di altissimo livello ed è caratterizzato da un
contenuto aromatico che ne esalta sia la complessità che l’estrema
modernità.
Abbiamo sempre cercato di fare prodotti attuali con la Malvasia
- tante bollicine e grandi profumi
- e abbiamo lavorato anche sul
piano internazionale perché è un
vino che incontra i gusti dei mercati esteri, soprattutto quelli asiatici che si affacciano al vino in modo “immediato” e che vogliono
cogliere subito la qualità di un
prodotto. In particolare sul mercato cinese la Malvasia incontra
un grande consenso presso i consumatori che apprezzano specialmente proprio la Malvasia di Candia Aromatica piacentina.
Abbiamo quindi appreso con
grande soddisfazione la recente
scoperta secondo la quale la Vigna di Leonardo da Vinci, donatagli da Ludovico il Moro alla fine
del ‘400, era proprio Malvasia di
Candia Aromatica, segno di una
varietà che è sempre stata grande
e considerata preziosa nei tempi.
Sapere che Piacenza e suoi colli
possiedono questa grande ricchezza deve spronarci a valorizzarne al meglio le qualità, in “casa
nostra” prima ancora che fuori dai
nostri territori e dai nostri confini.
Noi continueremo ad impegnarci perché questo avvenga
perché le uniche ricchezze che
dobbiamo tramandare, senza
dubbi, nei tempi futuri sono le
nostre vigne, ma soprattutto le
storie e le tradizioni che in esse
sono contenute.
TESTO UNICO SUL VINO
«Un passaggio
importante
verso il futuro»
ROMA - Il Testo unico sul Vino,
depositato alla Camera dei deputati e che sarà presentato, a
Vinitaly, dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina
«è un passaggio importante, atteso da tempo, e che auspichiamo completi il suo iter in tempi
brevi. Tuttavia richiede una ulteriore riflessione per il pericolo
di aggravi nei costi dei controlli». Lo ha detto Piero Antinori,
patron di Marchesi Antinori e
presidente dell’Istituto del vino
di qualità Grandi Marchi.
«Il Testo Unico è qualcosa che
riguarda il nostro futuro, i nostri
nipoti, e quindi dobbiamo essere sicuri che sia veramente valido e che aiuti la produzione del
vino, sia dal punto di vista agricolo, che industriale e commerciale» ha osservato Antinori.
Secondo le 19 aziende vitivinicole dell’Istituto del vino
Grandi Marchi «occorre riflettere sugli aspetti burocratici dei
controlli. Non è che non servano, ma c’è modo e modo. Se
comportano costi e oneri aggiuntivi, per un settore che è già
con l’acqua alla gola, occorre un
cambio di passo che guardi
piuttosto allo snellimento. Come avviene negli altri Paesi nostri concorrenti sul mercato enologico globale» ha concluso
Antinori.