Geografia - I DESERTI

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Geografia - I DESERTI
I deserti si dividono in 2 categorie: deserti caldi (anche costieri) e deserti freddi. Questi due tipi di deserti hanno in
comune l’aridità.
DESERTI CALDI
Localizzazione - Si trovano per lo più nelle zone tropicali comprese, in entrambi gli emisferi, tra il 15° e il 25° parallelo.
Quali sono - Il Sahara (Africa), il Kalahari (Africa), il Namib (Africa), il deserto della penisola arabica, le cui propaggini arrivano fino al confine tra Pakistan e India (Asia), la Valle della morte (86 metri sotto il livello del mare) e il
deserto di Mojave (in California - America settentrionale), il Deserto Dipinto (in Arizona - America settentrionale), il
deserto di Sonora (tra Arizona meridionale e Messico - America settentrionale e centrale), il deserto di Atacama (in
Cile - America meridionale), i deserti australiani.
Quali tra i deserti caldi sono deserti costieri - Namib, Atacama.
A cosa si devono i deserti caldi (non costieri) - I deserti sono in genere zone di alta pressione atmosferica che
bloccano l'arrivo delle correnti umide oceaniche deviandole altrove.
A cosa si devono i deserti caldi costieri - Nei deserti situati lungo le coste l’aridità è determinata dall’influsso delle
correnti marine fredde la cui temperatura è inferiore a quella delle acque circostanti. La corrente fredda impedisce
che l’acqua del mare evapori, perciò i venti non si impregnano di umidità e quando giungono sulla costa sono ormai
secchi. Per quanto riguarda il Sahara, la sua aridità in prossimità della costa atlantica è determinata anche
dall’anticiclone delle Azzorre, una zona di alta pressione dove si determina un vento secco e privo di precipitazioni.
Escursione termica dei deserti caldi - L’escursione termica (= differenza tra la temperatura massima e quella minima) è diurna e molto accentuata, cioè fa caldissimo di giorno e freddissimo la notte (si va dai 50° C , registrati in
media durante il giorno, agli 0° C della notte). La spiegazione di tale fenomeno è la seguente: nelle zone dove si trovano i deserti caldi c’è sempre alta pressione, quindi non ci sono nuvole in grado di schermare durante il giorno il calore del sole, che perciò arriva al suolo con tutta la sua intensità arroventando le rocce e la sabbia; durante la notte
l’assenza delle nuvole fa disperdere velocemente nell’atmosfera il calore assorbito durante il giorno e quindi la temperatura scende bruscamente.
DESERTI FREDDI
Localizzazione - Asia, America meridionale (alcuni geografi considerano un grande deserto freddo anche l’Antartide,
ma, per le sue particolari caratteristiche, esso merita un discorso a parte).
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Quali sono - Gobi e Takla Makan (nel centro dell’Asia, tra Mongolia e Cina), Patagonia (in Argentina - America
meridionale).
A cosa si devono i deserti freddi - L’aridità dei deserti freddi dipende dalla loro notevole distanza dal mare e dagli
alti rilievi che li circondano, i quali impediscono l’afflusso di aria umida oceanica.
Intorno ai deserti freddi, man mano che la piovosità aumenta, si fa spazio la steppa.
Escursione termica - L’escursione termica è annua e, a causa della continentalità, molto accentuata: le estati sono caldissime e gli inverni sono freddissimi (la temperatura arriva anche a -30° C).
CARATTERISTICHE DEI DESERTI
Le 4 zone del deserto caldo più grande del pianeta: il Sahara - Partendo dalla zona più “vicina” al Mediterraneo, il
Sahara (in arabo sah’ra = vuoto, nulla) si suddivide nelle seguenti zone:
a) deserto sabbioso (rappresenta solo il 20% del totale): erg;
b) deserto a ghiaia fine: serìr;
c) deserto a ghiaia grossa: reg;
d) deserto roccioso: hamada.
Origine del deserto sabbioso - Le distese di sabbia dei deserti si sono formate con i depositi trasportati dal vento,
lasciati cadere dove esso cala di intensità. I granelli di sabbia del deserto sabbioso, dunque, non sono altro che
frammenti strappati alle rocce di qualche sistema montuoso e poi depositati lontano sotto forma di sabbia.
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1 - Nella lingua mongola gobi significa distesa di sabbia.
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Venti - Sono una caratteristica del deserto. Nel Sahara i venti più importanti sono l’harmattan (vento secco invernale), il ghibli (vento caldo e secco che spira per 2 o 3 giorni), il khamsin (vento aridissimo che spazza il deserto e
provoca rapide tempeste di sabbia in grado di oscurare la luce del sole).
Dune - Nei deserti sabbiosi sono gli accumuli di sabbia provocati dal vento. Il vento crea dune alte anche 300 metri
che si spostano lentamente, percorrendo fino a 50 metri in un anno, e che nella loro avanzata possono seppellire
strade, ferrovie, abitazioni, coltivazioni. Le barcane sono particolari tipi di dune mobili, a forma di mezzaluna, con la
parte convessa rivolta verso il vento:
VENTO
parte convessa
parte concava
Fiumi e laghi - Nel deserto ci sono fiumi e laghi che hanno carattere temporaneo. Nel Sahara gli uadi sono fiumi a
carattere torrentizio, soggetti a lunghissimi periodi di magra, che si riempiono di acqua vorticosa dopo una delle rarissime piogge. I loro corsi non arrivano al mare, ma evaporano o si infiltrano nel sottosuolo. L’acqua che rimane finisce in bacini chiusi dove forma laghi temporanei, chiamati chott (pronuncia: sciott), in cui si depositano i sali minerali
disciolti.Talvolta gli uadi incidono il terreno e scavano strette gole sinuose, dalle pareti ripide.
Oasi (dall’egiziano uah = stazione) - Sono zone più o meno ampie in mezzo al deserto, situate generalmente in avvallamenti del terreno, rese fertili dalla presenza di acqua. L’acqua vi può giungere attraverso un fiume locale (che
nel Sahara ha carattere temporaneo e prende il nome di uadi), oppure può essere prelevata da pozzi, oppure vi può
essere condotta per mezzo di canali lunghi diversi chilometri. Ai piedi delle Ande le oasi dell’Argentina producono
canna da zucchero e vite, quelle del Perù e del Messico nord-occidentale, la valle del Nilo (che può essere considerata una lunga oasi) e le oasi dell’Asia centrale producono cotone. La struttura tipica delle oasi sahariane è a 3 piani:
in alto c’è il piano delle palme che, con la loro struttura a ombrello, riparano dal sole la zona intermedia, coltivata ad
alberi da frutto (ciliegi, viti, albicocchi, melograni, aranci); al piano inferiore, sul terreno, ci sono coltivazioni di ortaggi,
legumi, cereali, tabacco. Della palma non si butta via nulla: con le foglie si fanno ceste, stuoie, scope; con i rami
steccati e tetti; i datteri si mangiano e si riducono in farina; i semi dei datteri costituiscono cibo per gli animali; le fibre
della corteccia servono per fare corde; il tronco offre legname da costruzione e legna da ardere; dalla talea si ricava il
vino di palma.
Gli abitanti delle oasi sono sedentari. Le oasi sono utilissime alle carovane dei nomadi perché offrono un rifugio sicuro e una fonte preziosa di cibo e acqua.
Animali - Serpenti, scorpioni velenosi, tarantole, dromedario (1 gobba, tipico dei deserti caldi), cammello (2 gobbe,
tipico dei deserti freddi asiatici).
Piante - Nel deserto l’assenza di acqua e la quasi totale carenza di suolo fertile impediscono lo sviluppo della vegetazione. Nelle zone predesertiche, invece, crescono piante che si sono adattate al clima arido, utilizzando al massimo la poca umidità disponibile: sono le piante effimere e le piante succulente. Le piante effimere hanno un ciclo di
vita di poche settimane: nel breve periodo umido di 20/30 giorni esse germinano, crescono, fioriscono, producono
semi e muoiono. Le piante succulente, invece, sono perenni e vivono per più di 2 anni: sono l’euphorbia dell’Africa o i
cactus dell’America; esse hanno radici lunghissime e un rivestimento esterno formato da una scorza dura che protegge la parte interna dal calore del sole.
L’uomo e il deserto - Ci sono popolazioni sedentarie (nelle oasi) e popolazioni nomadi che vivono di commercio
(tappeti, gioielli, sale) e di allevamento. Tra le popolazioni nomadi più famose del Sahara ci sono i Tuaregh o “uomini blu”. I Tuaregh sono oggi circa 250.000 e vivono soprattutto nell’area dell’Hoggar. Tengono molto alle loro tradizioni: fra queste c'è l’uso di un particolare copricapo, un turbante di stoffa azzurro scuro che lascia il colore sulla
pelle del viso. Furono gli Arabi a chiamare Tuaregh (= abbandonati da Dio) questa tribù nomade, ma i Tuaregh respingono con orgoglio questo nome e chiamano se stessi Imsharn (= nobili) o Imazighen (=uomini liberi).
Le risorse del deserto - Il deserto offre due fonti energetiche di inestimabile valore: il petrolio e il gas naturale.
Un’altra importantissima risorsa è costituita dall’acqua. Nel deserto del Sahara le rare piogge finiscono per alimentare le falde acquifere che si trovano in profondità, a circa 2000 metri, e che raccolgono le acque piovane cadute in
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tempi remoti, quando il clima era meno arido . Le acque di questi bacini setterranei, per la loro antichità, sono dette
fossili. Nel corso di migliaia di anni nel sottosuolo del deserto si sono formati così enormi giacimenti di acqua (gli
acquiferi) che potrebbero essere sfruttati per irrigare vasti territori.
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1 - Quattromila anni fa tutto il territorio che oggi è occupato dal deserto del Sahara era una savana popolata da
grandi animali. Poi, dopo il 1250 a. C., si verificarono circa 50 anni di intensa siccità e la savana a poco a poco si trasformò in deserto. Alcuni graffiti rupestri, ora in pieno deserto, testimoniano la presenza di piante (ulivi, cedri, ontani,
lecci, cipressi) e animali (leoni, leopardi, elefanti, antilopi, giraffe).
Ancora al tempo dei Romani era rimasto qualcosa dell’antica savana se, là dove oggi non cresce un filo d’erba, i nostri antenati sulle loro carte geografiche scrivevano hic sunt leones (= qui ci sono i leoni).
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