Numero uno_2005.pub - Università di Bologna
Transcript
Numero uno_2005.pub - Università di Bologna
L’oasi che dice Periodico dell’associazione Oasi Felice Stampato con il contributo dell’Università degli studi di Bologna Anno III Numero 8 COPIA GRATUITA Novembre 2004 Cuba: murales in una scuola elementare Oltre la protesta Nei mesi di Ottobre e Novembre anche gli studenti, assieme a docenti, ricercatori, dottorandi, sono scesi nelle piazze delle maggiori città universitarie per le innumerevoli manifestazioni di protesta contro il ddl Moratti. Questo perché l’Università nel suo complesso sta attraversando una grave crisi. Anni di totale disinvestimento da parte dello Stato hanno mirato ad indebolire la funzione pubblica della ricerca e dell’Università. Il governo di centrodestra, con il decreto Moratti, sta per varare una riforma della docenza universitaria che prefigura un'ulteriore riduzione del contributo statale alla formazione superiore e condanna un'intera generazione di ricercatori alla precarietà prolungata. L’unico obbiettivo è la cancel- lazione dell'autonomia della ricerca con il degrado progressivo del lavoro didattico e scientifico; il declino dell'università pubblica a tutto vantaggio di quella privata e una nuova divisione per classi sociali nell'accesso alla formazione universitaria: solo i ceti abbienti avranno costosi atenei privati, poli di eccellenza e i master a pagamento. Mentre i costi per mantenersi all'università aumentano anno dopo anno e l'accesso alla formazione superiore torna a diventare elitario, il Governo indebolisce ulteriormente il sistema di diritto allo studio: in merito il DPCM in via di approvazione restringe la fascia di studenti che avranno diritto alla borsa di studio, inasprendo i criteri di merito e abbassando quelli di reddito. Saranno quindi sempre meno, sia per la mancanza di fondi, sia per i nuovi criteri introdotti dal Dpcm, gli studenti che riceveranno un sostegno economico dallo Stato. Nel frattempo, il Ministro stanzia fondi per i prestiti d’onore ed emerge il progetto di sostituire il sistema di borse di studio con i prestiti (o meglio debiti) d’onore! Inoltre il ministro Moratti sta varando le modifiche agli ordinamenti didattici (DM 509) che puntano a differenziare alla fine del primo anno la scelta del percorso metodologico o professionalizzante, sul modello classista della riforma della scuola. L’idea è quella di separare fin da subito (Continua a pagina 2) Pagina 2 L’oasi che dice Ci siamo ancora! Faccio fatica a sopportare i primi numeri. In generale gli inizi. Sarà che quando tutto è nuovo ogni cosa ha un sapore strano e affascinante, ma il cominciare, in generale, non mi convince. Perché c’è paura di inciampare, di fare già all’inizio un errore e non riuscire ad imboccare la strada giusta… Quando poi le cose si consolidano ci sono altri mille problemi, c’è la stanchezza puttana, e la svogliatezza, però gli inizi mi fanno più paura. Tutto questo per dire che, come ho sempre scritto, non mi sento molto all’altezza di presentare con un bell’editoriale introduttivo questo primo numero del giornalino di quest’anno accademico, che con tutte le nostre forze (poche) abbiamo cerca- to di rendere gradevole agli occhi ed alla lettura. La piega che ha preso ha sicuramente un grande merito: quello di fare in modo che questo strano “contenitore” dal bellissimo nome “L’oasi che dice” (grazie Bello…) riuscisse a dare un qualche senso di completezza, pur nella sua striminzita decina di pagine. E così si parte parlando di riforma universitaria e di che brutta persona è la Moratti e si va a finire con un seriosissimo oroscopo accompagnato da un po’ di birra e da un pezzo dei Pink Floyd… La cosa un po’ triste (anche se forse come primo numero non si poteva sperare molto in meglio) è stata leggere i nomi dei “redattori”, che da tre anni sono sempre quelli… A parte il doveroso ringraziamento per la costanza e l’instancabile contributo dato per macchiare queste pagine non c’è dubbio che la redazione è un po’ “vecchia” (pur avendo raggiunto dignità letteraria e purezza stilistica livello accademia della crusca), io e il buon mauriellino siamo già dottori, fabbri e il comitato della pagina demenziale lavorano a pieno regime, ma sarebbe veramente bello che ci fosse un apporto sempre più ampio. La casella e-mail è sempre lì (ci sono 250 mb da riempire) e anche se volete spedirci una scorreggia virtuale saremo lieti di pubblicarla. Se poi qualcuno vuol proporre una rubrica permanente, o un qualsiasi cambiamento nell’impostazione del giornalino, beh, sappia che non aspettiamo altro. I temi direi che non mancano, viviamo in una facoltà che offre enormi spunti Oltre la protesta storia. Eppure in Italia si tace. Non che siano mancate le reazioni della parte più avvertita dell'università, che ha subito denunciato la natura della legge Moratti. Ma l'impressione è che non si sia ancora compreso fino a che punto il male che attanaglia l'università abbia una radice lontana e sia destinato a condizionare la formazione degli studenti. Il nuovo stato giuridico della docenza merita di essere contestato, di certo, per la meschina sanzione della fine della libertà di essere ricercatori senza ricatti economici o di appartenenza accademica. Ma la protesta si pone obiettivi non solo di difesa corporativa. Una demagogia corrente, che si basa sull'aumento degli iscritti e dei laureati, impedisce di avvertire quanto sia peggiorato nel tempo l'apprendimento negli atenei, con l'aumento dei carichi burocratici, la progressiva rottura del legame tra ricerca e insegnamento, la creazione di circuiti di serie A e di serie B (eccellenza e non; pubblico e privato). I dottorati sono per metà a pagamento, le biblioteche italiane sono tra le meno ricche dell'Occidente in termini di nuovi acquisti; la libertà di muoversi o indagare in laboratori moderni è intaccata dall'assenza di risorse. La localizzazione dei concorsi ha permesso forse agli atenei più piccoli di organizzare meglio il personale, ma a costo di moltiplicare senza senso alcune sedi minori, di una promozione eccessiva di docenti in ruolo e di un localismo che esaspera i meccanismi di servilità che la corporazione universitaria ha fatto fatica a cancellare anche in momenti della vita civile più alti del presente. In realtà bisognerebbe utilizzare la protesta contro la legge Moratti - che penalizza una volta ancora una generazione esposta più di altre al declino della democrazia e della qualità del lavoro - per avviare una riflessione più ampia sullo stato di salute della ricerca e dell'insegnamento universitario in Italia e in Europa provando a coinvolgere la scuola, il sindacato, la società civile, in un problema che investe anche lo sviluppo economico e la tenuta democratica del paese. Sarebbe un segno di speranza vedere che l'università non è soltanto affare di chi aspira a una nobilitazione tutta ipotetica come docente. Sarebbe un segnale di autentica svolta ricominciare a pensare al nodo della formazione come a un nodo di democrazia e di giustizia. Non è una chimera: è una necessità urgente di cui è giunta l'ora di parlare senza particolarismi. Cisco (Continua da pagina 1) i percorsi formativi e quindi il destino degli studenti, rimarcando l’indirizzo elitario che già molte Facoltà stanno prendendo attraverso la generalizzazione del numero chiuso e la differenziazione delle tasse tra laurea triennale e specialistica. Il ddl Moratti sul riordino dello stato giuridico dei docenti è grave e sbagliato perché precarizza la condizione dei ricercatori, indebolisce e svilisce la ricerca e quindi anche la qualità della didattica, mina all'autonomia della docenza attraverso il finanziamento di cattedre da parte di enti privati, dequalifica l'attività di insegnamento generalizzando la doppia professione. Oggi vediamo i nostri docenti (e in molti casi Baroni…) scendere in piazza non solo per la difesa corporativa dei propri interessi ma, soprattutto, per farsi carico insieme agli studenti della difesa dell’Università pubblica nel suo complesso e dei diritti di tutti i soggetti che la vivono. Non si può non essere inquietati dalla cancellazione dei principi di uguaglianza che hanno segnato altre stagioni della (Continua a pagina 4) Pagina 3 L’oasi che dice Perché il riordino della docenza universitaria non convince il mondo accademico come ciò si possa attuare dato il condei giovani avviene con trattamenUna riforma strutturale dell'Università testo italiano in cui notoriamente le ti salariali adeguati, risorse a diItaliana e' urgente e necessaria al fine imprese non investono nella ricerca. sposizione e la prospettiva sicura di affrontare i suoi gravi e numerosi Quella che questa legge configura è di un posto di ruolo, se meritato, problemi. Tra questi vanno sottolineaun'Università che, dai livelli più eledopo pochi anni. Tutto ciò non ti la scarsità di risorse, la totale inadevati ai più precari, sarà appetiguatezza della politica di reclubile solo come secondo lavoro tamento dei giovani ed il perida parte di professionisti già coloso e progressivo impoveriaffermati. In questo modo si mento della ricerca di base. perderà per sempre la dimenIl disegno di legge presentato sione di luogo di confronto e dal Ministro Moratti, purtropcrescita per i cervelli più creapo, lungi dall'offrire soluzioni tivi delle varie discipline, riduai suddetti problemi, va esattacendo gli atenei a semplici mente nella direzione del loro “esamifici”. peggioramento. L'Università, Inoltre, la legge non spende invece di essere considerata che pochissime parole sulla come un importante fattore di valutazione, un momento essviluppo e di prosperità econosenziale per identificare i mica di una società avanzata, gruppi di ricerca e i soggetti viene vista solo come un propiù meritevoli e produttivi. A questo blema di costi da contenere sminuenpotrà che aggravare il fenomeno punto non si capisce proprio chi e su done il ruolo sociale ed avvilendo le tristemente noto della fuga dei quali basi potrebbe decidere della figure che in essa lavorano. cervelli (basti confrontare i dati sorte di un giovane, ne' per quale moIl criterio ispiratore del disegno di sotto riportati). tivo i nostri cervelli migliori, internalegge sembra essere la volontà di non • la perdita del posto di ruolo nel zionalizzati e di elevata professionaliinvestire nell'Università proponendo passaggio da una fascia di docenza tà, dovrebbero rimanere in un paese una riforma teoricamente a costo zero, all'altra, ulteriore deterrente ad che non darà loro nessuno strumento ma senza la necessaria copertura fiintraprendere la carriera universioggettivo per essere valutati sulla nanziaria. L'Università viene trasfortaria; qualità del lavoro svolto. mata in un luogo di lavoro precario • l'abolizione del tempo determinato Infine, in Italia sono presenti solo 2.8 finalizzato principalmente all'erogasenza che a questo corrisponda ricercatori/docenti per mille studenti zione di corsi, perdendo il suo ruolo contro la media UE che si attefondamentale di luogo preposto sta sui 5.4; quindi appare essenalla creazione di cultura, ivi ziale prevedere un forte reclutacompresa l'innovazione scientifimedia univ. mento nel settore ricerca, che ca e tecnologica. iniziale pubbliche non potrà di certo essere a costo A prescindere dal metodo usato Ricercatore zero come ipotizzato a livello per arrivare alla stesura del dise20.224 € 61.887 $ ministeriale. gno di legge, fortemente lesivo Alla luce di queste argomentadell'autonomia e della dignità Professore 36.438 € 76.586 $ zioni la maggior parte degli dell'istituzione, occorre sottoliAssociato Atenei italiani, la Conferenza neare i principali punti le cui Professore ricadute non potranno che essere 48.182 € 109.648 $ dei Rettori (CRUI), le associaOrdinario zioni sindacali e di categoria estremamente negative per il hanno chiesto e stanno ancora paese: Tab. Stipendi annuali medi in Italia e negli USA dei chiedendo con forza al Ministro docenti e ricercatori universitari • l'abolizione del ruolo di riMoratti, vedi il susseguirsi di cercatore e la sua sostituziouna reale richiesta di maggiore manifestazioni di protesta, di interne con un precariato a base di conimpegno verso l'istituzione, con rompere l'iter parlamentare del disetratti a tempo determinato che, in conseguente aggravio finanziario gno di legge e di aprire una seria diun contesto privo di investimenti, dei già disastrati bilanci degli Atescussione democratica sia sul riordino finirà per avere durata decennale e nei. dello stato giuridico della docenza nessuna certezza di inserimento in universitaria che sul potenziamento ruolo, indipendentemente dal meil privilegiare la ricerca direttamente della ricerca universitaria come strurito scientifico. Questo non trova finanziata dalle imprese a discapito mento per lo sviluppo dell’intero Paeriscontro in nessuna realtà univerdella ricerca di base. A prescindere se. sitaria avanzata, dove l'inserimento dal merito della proposta non e' chiaro Pagina 4 L’oasi che dice Dalla voliera dei sogni sono spariti i trespoli Queremos paz, queremos construir una vida mejor por el nuestro pueblo....... chiudo gli occhi, li apro… Immagini della repressione argentina proiettate in bianco e nero, mute….dolorose, pesanti. Ora. ….dietro lo schermo la musica scorre…in precedenza un tango, una coppia e un tango, appassionato, stretto…al tramonto… chiudo gli occhi, li riapro… Avanza il carrozzone che porta Rossella, bardato di decori leopardati, su grandi ruote cingolate ricoperte di bambagia. Sfilano le majorette e i fuochi d’artificio sono silenti, accesi di giorno, senza colori e senza suono. chiudo gli occhi, li riapro… Un test scientifico è in esecuzione: un aereo raggiunge la velocità mach10, la raggiunge sull’oceano, un gran risultato per la scienza! E che fine farà l’aereo? “come da progetto, cadrà in acqua, nell’oceano”…tanto non c’è il pilota, è un aereo senza pilota…ah, ok, ma lo andranno a prendere, vero?! “com’è stato pianificato l’aereo non sarà recuperato”…ah, certo! E noi che ci adoperiamo per la raccolta differenziata, che -formalmente- non possiamo gettare cartacce per terra, noi che smaltiamo i rifiuti chimici in modo adatto, noi che cerchiamo di non inquinare, noi che….perchè non ci chiediamo…..?! chiudo gli occhi, li riapro… Una telefonata diplomatica di scuse basta per farsi perdonare l’errore di aver sparato con un carro armato per sbaglio su tre soldati di un’altra nazione, al confine in pattugliamento…. chiudo gli occhi, li riapro… Ma soprattutto, poi, dopo di questo, quello che m’interessa più da vicino. Allora mi chiedo quando arriverà il giorno in cui non mi farò domande che avranno le solite, fastidiose risposte; mi rispondo che sarà un giorno in cui tutto sarà diverso; e poi mi rispondo che forse sarà un giorno in cui io sarò diverso, assuefatto. Ma tutto sarà migliore, quello che ci gira intorno e ci regola siamo noi a costruirlo, e se tutti crediamo che non è così decentemente accettabile, magari cambierà. E però, fa un po’ comodo a tutti, questa corriera scassata che baldanzosa avanza: nessuno vuole fermarla e scendere a ripararla, perché non si fida degli altri. Perché, chi mi assicura che…se io scendo, i passeggeri non gridino all’autista di ripartire, proprio mentre io sto cambiando la ruota bucata? E allora è meglio restare sulla corriera, reggersi agli appositi sostegni resistendo tutti insieme agli scossoni….tanto se si ferma, ci fermiamo tutti, e allora non si fermerà di sicuro. E intanto, c’è chi autonomamente cambia i segnali stradali, le strade, i bivi, gli incroci e i sottopassi, ma nessuno vuole abbandonare il carrozzone, per fermarli. Allora mi giro e guardo alla voliera dei sogni…è ancora lì, integra, ma mi accorgo che in realtà sono spariti i trespoli…. E intanto c’è chi va a Cuba….e torna…e grazie per il rum che mi ha fatto compagnia. armando Oasi Felice è anche on-line! Correte a visitare il nostro sito web, troverete info, news, vaccate… E a breve i migliori appunti della facoltà! www2.fci.unibo.it/oasi Nuova festa di facoltà!! Il 25 Novembre si potrà finalmente approfittare dell’ultima brillante organizzazione del premiato quartetto Frà, Michy, Rosa e Silvia. Soprattutto voi matricole!!! Accorrete numerosi e raggiungete noi anziani studenti già pronti a Festeggiare Musica dal vivo!! Happy Hour per tutta la durata della festa!! Lord Lister, 25/11 ore 22 (per i biglietti rivolgersi al solito sottoscala) Ci siamo ancora! (Continua da pagina 2) di riflessione… Mi stupisce ad esempio che nessuno abbia scritto niente riguardo all’importante innovazione che è stata introdotta in facoltà, un evento la cui importanza, credo, sia stata profondamente sottovalutata: la costruzione della pedana aal’ingresso. So bene che ha regalato momenti di gioia a molti studenti, io stesso quando mi ci fermo sopra sento il profumo dell’olimpiade, del podio, della medaglia d’oro, e tra l’altro posso parlare con quelli che fumano di fianco vedendoli alti come me, cosa non da poco… Insomma, gli stimoli per scrivere qualcosa di bello per l’amato giornalino ci sono, non fatevi dei problemi riguardo argomenti, lunghezza, lingua (magari evitate il birmano, non abbiamo i caratteri installati sul pc) eccetera, e, se proprio non riuscite a produrre niente di buono, prima di darvi per vinti provate a salire sulla pedana, chiudete gli occhi un secondo e vedrete che, se nessuno vi spinge giù, l’articolo verrà da se… Buona lettura a tutti. Bobo Pagina 5 L’oasi che dice Pink Floyd i signori della psichedelia Pionieri della psichedelia e uno dei massimi complessi rock di sempre. Ecco la storia di una delle formazioni più influenti e importanti nella storia della musica. La lunga storia della formazione inglese ha inizio a metà degli anni Sessanta, quando tre studenti di architettura e uno studente di pittura decidono di unirsi e guadagnare qualche spicciolo suonando nei club della Londra Underground. La Band nasce dall’incontro di Roger Keith Barrett (per tutti Syd, nato il 6/1/46 a Cambridge, studente di pittura) con Roger Waters (Great Bookham - 9/9/44, studente di architettura) già chitarrista di altre formazioni (Sigma 6, T-Set, Meggadeaths, Abdabs),nella quale suonavano altri due aspiranti architetti: Nick Mason (Birmingham - 21/1/45) e Rick Wright (Londra - 28/7/45). Il nome, scelto da Barret, è Pink Floyd e deriva dai nomi di battesimo di due sconosciuti bluesmen americani, Pink Anderson e Floyd Council. Nel '66 arriva il momento delle prime esibizioni. E' in questo periodo che i Pink Floyd conoscono quelli che diventeranno i loro manager: Andrew King e Peter Jenner. Nella Londra Underground i Pink Floyd riescono a farsi notare come una delle band più originali, in virtù soprattutto delle esibizioni all'Ufo Club, un locale in cui il gruppo sperimenta i suoi primi Psichedelic-show, tentando di coinvolgere il pubblico con proiezione di immagini, diapositive e l'impiego massiccio di un efficace impianto luci. A cavallo tra il '66 e il '67, i Pink Floyd entrano in sala d'incisione per la pubblicazione del primo singolo del complesso, "Arnold Layne/ Candy and a Currant Bun" (prodotto da Joe Boyd). Il successo arriva immediato ed è seguito a breve distanza da un secondo singolo, "See Emily Play/ The Scarecrow": la band partecipa per ben tre volte consecutive a "Top of the Pops" ed è finalmente pronta per il primo album, pub- blicato nell'estate del '67: The Piper at the Gates Of Dawn. Il disco, prodotto da Norman Smith, si impone subito grazie al sound particolare e assolutamente innovativo e a testi singolari. Spiccano “Astronomy Domine” e “Interstellar Overdrive” di cui Barret dirà: “Astronomy Domine è il resoconto di un viaggio stellare intrapreso attraverso l'uso dell'Lsd: il basso pulsante rappresenta la connessione radio con la terra, mentre la chitarra onnipresente, insieme a un canto maestoso e solenne, sembrano errare in un panorama cosmico oscuro, con il drumming forsennato di Mason, a enfatizzare le parti più drammatiche. Interstellar Overdrive è la cronaca di un viaggio umano nell'universo. Introdotta da un riff da film dell'orrore, si sviluppa nei suoi undici minuti seguendo una sola regola: almeno uno strumento deve mantenere il ritmo. E sopra questo ritmo, si sviluppa una jam session acidissima, fatta di astronavi che sfrecciano, di asteroidi che si scontrano, di alieni e alienazioni, di muri spaziali, di tempeste stellari, di quiete cosmica, di paradisi irraggiungibili”. In seguito a questo successo, ormai lanciati verso una folgorante carriera, i quattro partono per gli Stati Uniti in tour, ma è proprio qui che conosceranno le prime difficoltà. Barrett, infatti, comincia a manifestare i sintomi della schizofrenia (causata molto probabilmente dall'assunzione sistematica di Lsd), assentandosi sempre di più dalla vita del complesso: gli spettacoli dal vivo si fanno insostenibili, così come la pressione che il mondo della musica esercita su quella che è ritenuta, a ragione, la mente creativa del gruppo. La band opta allora per l'ingaggio del chitarrista David Gilmour (già amico d'infanzia di Barrett e Waters, nato a Cambridge il 6/3/1946), il quale, dovrà sopperire alle mancanze di Barrett (che comunque resta nelle vesti di autore) nei concerti. I singoli "Apples & Oranges" e "It Would Be So Nice" non replicano i successi precedenti e gli atteggiamenti di Barrett cominciano a minare l'attività del gruppo. Le precarie condizioni psichiche portano il leader a un progressivo allontanamento dalle scene musicali. Il nuovo manager dei Pink Floyd diventa Steve O'Rourke. I quattro superstiti non si perdono d'animo e rientrano in studio per incidere il loro secondo album: A Saucerful of Secrets. Si va da l’iniziale “Let There Be More Light”, la misteriosa e affascinante “Set the Controls for the Heart of the Sun”, capolavoro della musica psichedelica, e “Corporal Clegg”, che mantiene un più saldo legame con lo stile dell'album d'esordio,firmate da Waters,a “Remember a Day” e “See Saw” firmate da Rick Wright. Il tutto sotto lo strettissimo controllo di David Gilmour che e’ in assoluto il vero creatore di questo album. Il disco si completa con una composizione di Barrett, "Jugband Blues", un piccolo bozzetto delirante. Nel 69’ la band scrive la colonna sonora per il film di Barbet Schroeder, “More”, a cui si aggiungie quella per “Zabriskie Point” di Michelangelo Antonioni. In questo stesso anno esce il monumentale Ummagumma, destinato a essere annoverato tra i loro capolavori. L'album si compone di due parti: una registrata dal vivo, in cui il gruppo ripercorre i primi successi, e una in studio, formata dal contributo che i quattro musicisti hanno fornito da "solisti", con composizioni sperimentali incentrate sui rispettivi strumenti. E' Wright ad aprire il disco con “Sysyphus”.Waters si cimenta in due brani: l'acustica “Grantchester Meadows” e “Several Species of Small Furry Animals Gathered Together in a Cave and Grooving with a Pict”; mentre Gilmour ci regala un saggio di bravura tecnica alla chitarra con la sua più meditata "The Narrow Way". Il disco è concluso da Mason con un ambizioso pezzo strumentale ("The Grand Vizier's Garden Party"), guidato, ovviamente, dalle percussioni. RTF (fine prima parte…) Pagina 6 L’oasi che dice Oasi leggera Benvenuti alle pagine leggere di questo periodico... dopotutto non si può sempre stare a pensare a quanto male ci circonda, e neanche a quanti soldi dovremo pagare di specialistica, azz, e così, se non vengo censurato dal redattore, e dall’editore questo mese mi allargo... sì ancora… Inoltre faccio il despota: il mio collega Castelli non si degna di farsi vedere in facoltà ed io proseguo la storia e la scienza della birra solo soletto. Provo a coinvolgere inoltre il nostro storico faentino “Passatore” nell’ennesima avventura senza capo ne coda della composizione di due pagine ilari, (non blasi, maiali), e demenziali... Succo d’orzo (II parte) La preparazione della birra richiede diverse fasi di lavorazione. La prima riguarda la preparazione del malto, che deve essere ricavato da orzo o altri cereali di buona qualità e perfettamente maturi. Una volta selezionato e ripulito, l'orzo viene immesso nelle vasche di macerazione, dove per circa tre o quattro giorni riceve l'acqua e l'ossigeno necessario per la germinazione. L'acqua di macero, che di solito è mantenuta a temperature varianti fra i 12 e i 15 gradi, viene cambiata in continuazione. Quando l'orzo ha raggiunto l'umidità necessaria, viene messo a germinare per circa una settimana su di un'aia oppure nei cassoni di germinazione; in questo processo è molto importante l'aerazione dei chicchi. Quando la radichetta raggiunge grosso modo i due terzi della lunghezza del chicco, il malto è pronto per l'essiccazione o la torrefazione, il cui scopo è quello di arrestare il processo di germinazione. Giunti a questo punto è bene fare il punto della situazione, poiché il tipo di malto usato, i metodi con cui è stato trattato e le varie tipologie di birra che si intendono produrre sono gli elementi variabili che determinano tutte le successive operazioni. L'orzo maltato viene macinato finemente, acquisendo così la consistenza di una farina. Poi esso viene miscelato con acqua tiepida, che viene successivamente portata a temperature più elevate, circa 65-68 gradi. Si compie così la prima fase della fabbricazione della birra, detta ammostatura, in cui il malto si trasforma in mosto. Ciò avviene quando l'amido ancora presente nel malto si trasforma in uno zucchero, il maltosio. Ed ecco che il mosto, dopo li sua separazione dalle trebbie che saranno usati come foraggio per gli animali, passa alla cottura. Il mosto viene immerso in una caldaia e riscaldato fino al punto di ebollizione. La durata dalla cottura dipende dal tipo di birra che si intende produrre, ma diciamo che in genere non si scende quasi mai sotto l'ora ed è raro che si oltrepassino le due ore e mezza. La bollitura, che serve tra l'altro per la sterilizzazione e la concentrazione del mosto, avviene a vapore o mediante getti ad alta pressione di acqua bollente, anche se vi sono alcune birrerie che usano ancora il fuoco diritto. La temperatura alla quale il mosto viene sottoposto è di fondamentale importanza, poiché gran parte delle sue trasformazioni biochimiche dipendono da essa. Durante la cottura poi viene effettuata un'altra importante operazione: l'aggiunta del luppolo, che conferisce il caratteristico sapore amarognolo alla birra, nonché l'inconfondibile aroma. La sala di cottura è considerata nostalgicamente il cuore della birreria, forse perché in molti stabilimenti si trovano ancora le grandi caldaie di rame, indissolubile legame con il passato e la tradizione birraria. Un tempo infatti veniva usato solo il rame per la costruzione di questi "cipolloni", in quanto è un metallo buon conduttore di calore che tra l'altro non si incrosta eccessivamente. Il mosto viene raffreddato e portato a temperature adatte alla fermentazione: dai 4 ai 6 gradi per la bassa fermentazione e dai 15 ai 20 gradi per quella alta. Infine, dato che il processo di fermentazione si può svolgere solo in condizioni di aerobiosi, viene insufflata nel mosto una certa quantità di ossigeno. La fermentazione si divide in due fasi, la fermentazione principale e quella secondaria, detta anche maturazione. Protagonista assoluto è il lievito, che viene immesso nel mosto alla temperatura desiderata a seconda del tipo di birra da produrre. Esso trasforma gli zuccheri e gli aminoacidi presenti nel mosto in alcol, anidride carbonica e sostanze aromatiche. Il Saccharomyces carlsbergensis, lievito per le birre a bassa fermentazione, opera fra i 5 e gli 8 gradi. Il lievito propulsore dell'alta fermentazione, il Saccaromyces cerevisiae, lavora invece fra i 16 e i 23 gradi. È noto che i processi di fermentazione sono favoriti dal calore, per cui quella alta avviene più rapidamente di quella bassa. Dopo tre o quattro giorni questo tipo di lievito risale in superficie e viene recuperato con schiumature. Il Saccaromyces cerevisiae dunque è notevolmente economico, poiché è riprodotto e moltiplicato dalla birra stessa. La fermentazione secondaria o maturazione invece consiste nel porre la giovane birra in grossi tini di maturazione, oggi generalmente di acciaio, a una temperatura oscillante fra 0 e 2 gradi, per una durata di quattro o cinque settimane di media. Esistono però birre particolarmente pregiate che lasciate maturare per diversi mesi. Alla fine del processo la birra viene filtrata per toglierle i residui di opacità e infine imbottigliata o infustata. Esistono anche specialità brassicole che si sottraggono a questi tipi di fermentazione tradizionali: si tratta delle birre a fermentazione naturale o spontanea, prodotte nel Payottenland, una regione poco distante da Bruxelles che grosso modo coincide con la "strada di Bruegel". Si tratta di birre di frumento senza l'aggiunta di lievito di coltura, in quanto sfruttano il lievito presente nell'aria, che il quella regione è particolarmente adatto per il brassaggio. Le birre che derivano da questa preparazione sono la lambic, la gueuze, la kriek e la frambozen. Forse vi sarà capitato di sentire l'espressione "rifermentata in bottiglia" riferito a una birra. Ebbene, in genere si tratta di prodotti che oltre alle due ordinarie fermentazioni ne subiscono una terza, capace di aumentare il tasso alcolico. Non è un caso che gran parte dei prodotti rifermentati in bottiglia, a cui si è aggiunto lievito prima di incapsularli, siano birra di abbazia o strong-ale, quindi birre dichiaratamente forti, ricche di fascino e di tradizione. Un'ultima osservazione divide in due categorie le birre confezionate: quelle pastorizzate e quelle che non lo sono. La pastorizzazione consiste nel portare la birra a una temperatura di 60 gradi, distruggendo così alcuni microrganismi presenti. Scopo di questa operazione è la maggior conservabilità del prodotto, che così acquisisce anche un maggior valore commerciale. Pagina 7 L’oasi che dice Au-scopo novembre 2004 Le previsioni che seguono sono state scritte e composte mediante l’ausilio di conoscenze superiori. L’astrologia infatti è una scienza esatta fondata su Windows Me (che difficilmente spara panzane). I mastri astrologi, cugini del maitre chocolate della Lind, sfruttano la propria esperienze scientifica ed una mezza palla trasparente ritraente Comacchio coperta dalla neve; l’agitazione di questa semisfera causa una discreta confusione di un polimero sferico bianco, detto polistirolo: nel movimento casuale di questo polimero i nostri esperti prevedono ed interpretano a loro piacimento il vostro futuro. (Au-Scopo is sponsored by www2.fci.unibo.it/oasi) Ariete: continuare a dare testate sul muro non porterà a nulla, la porta era aperta. Scoprirete che il piano di chimica fisica mantiene la propria temperatura costante e gradevole in ogni stagione. Toro: questo inverno comincerete una spasmodica ricerca di pepite d’oro all’interno del laghetto della facoltà, l’ariete vi sorride dalle finestre dei bagni di chimica fisica e vi incoraggia. cip: è una preoccupazione generale. Sembrate davvero ingenui voi della vergine… oh guarda un Leone… non vedo l’ora di conoscerlo! Bilancia: al contrario di quanto si possa pensare, non assomigliate affatto ad uno strumento di misura. Siete molto più affini alla famosa arma a doppia punta, peccato aver infilzato quella persone in fila aspettando il caffè: era l’amore della vostra vita. Scorpione: se vi fa piacere… tutto ciò che vorreste accadesse… accadrà. Gemelli: la confusione scatenatasi durante l’ultimo rinfresco organizzato in occasione delle lauree di ottobre vi ha costretti a ripulire l’intero primo piano, tranquilli l’aula otto è l’ultimo ostacolo. Attenti agli amici del segno del Toro: in questo periodo sono particolarmente avidi. Sagittario: tanto trambusto nel vostro piano non si era mai visto, l’ariete ha sparso la voce riguardo la temperatura dei vostri uffici, vi proponiamo come scherzo di spegnere il riscaldamento per un giorno. Cancro: le ultime esperienze di laboratorio seguite presso i raggi X vi hanno indebolito notevolmente. In amore attenti ai colpi di fulmine, sarete attratti da un pesce rosso mutante munito di chele speziate al Torio. Capricorno: lo scherzo del Sagittario vi costringe a letto con l’influenza, ma state tranquilli: Sirchia ha promesso che entro il prossimo inverno il vaccino verrà scontato di 1 euro. Leone: vi sentite in gran forma, con grazia felina vi aggirate per i corridoi in cerca di persone da ammaliare attraverso il vostro charme. Tenete bene a mente quanto imparato nel corso di Sicurezza… Acquario: le continue visite del Toro cominciano ad insospettirvi, continua a setacciarvi l’appartamento in cerca di qualcosa. Nascondete le vostre pepite. Vergine: entrate dritti dritti in un bel periodo di panico dopo aver appreso dell’imminente pensionamento della con- Pesci: quello strano cocktail vi ha fatto spuntare una strana chela. Coinvolgimenti possibili con i nati sotto il segno del Cancro. “L’Oasi che dice” ha bisogno di voi! Scrivete, scrivete, scrivete, tutto quello che vi passa per la testa… Aspettiamo i vostri contributi! [email protected] Pagina 8 L’oasi che dice Storia di Oasi Felice (a cura del cantastorie ufficiale di OF, Istorico Cananto) in cui le truppe barbare unite al comando di Attila e Vercingetorige (rianimate da uno sciamano di Attila) sconfissero i prodi membri dell'OF è raccontata tra le righe dell'opera somma di S. Agostino "De Civitate Dei", quindi non sto raccontando favole. Questa sconfitta portò quasi allo scioglimento dell'OF, che per lunghi anni restò ancora una volta in ombra. Improvvisamente nel 724 d.C. Tarduvaggio Marittimo, genio dell'epoca e membro di OF sin dalla giovane età, scoprì il modo per trasformare in vino passito l'uva che i contaRisultati e discussione: Da un antico reperto custodito gelosamente è dini non raccoglievano più perché i grossisti stato appurato, con un buon li pagavano troppo poco e l'OF margine di certezza, che l'OF è divenne popolarissima. stata fondata da uno zio di Lucy Da qui il detto "ecco un Oasi (l'ominide scoperto in Africa, Felice". Poi furono scoperte le ndr) anche se all'epoca si chiaoasi che noi conosciamo (quelle mava "le vette del Rift". nei deserti, ndr) e data la dolcezPer lunghi secoli non si hanno za di questi luoghi gli fu dato il più avute notizie dell'OF e dobnome "oasi". biamo arrivare alla civiltà VillaE se non ci credi chiedi pure a noviana (IX sec. a.C.) per avere chi vuoi. nuove testimonianza: nell'inseGrazie a Tarduvaggio OF iniziò diamento bolognese (Villanova un periodo di splendore ininterdi Castenaso) è stata infatti trorotto di circa 500 anni, durante i vata una tavoletta con l'antico Bertolaso in una rara lito- quali furono compiuti dai memstatuto di OF, sorprendentemente grafia del tredicesimo secolo bri dell'oasi opere eroiche e simile a quello attuale. iniziò la grande tradizione scienAnche il prof. E Todesco conferma questa tifica della nostra associazione. versione dei fatti: “sì, mi sembra che già Nel periodo che va dal 725 d.C. al 1207 d.C. allora si parlasse di OF, ma non ricordo i membri dell'OF scoprirono e inventarono: bene, ero molto piccolo allora…” "Le condensazioni di Biccoccolo (oggi coPurtroppo le nebbie del tempo tornano ad nosciuta come reazione di Dies-Adler) (767) oscurare la storia dell'OF, e nemmeno i ri"I metalli di transizione interna (790-820) cordi dell'ormai adolescente Todesco ci "Il rame (Cu) (815) possono aiutare, dato che per vari motivi si "I ravioli burro e salvia (900) assentò per circa un migliaio d'anni dall'E"Il rosmarino (901) milia. "La macchina volante (1021) Le ulteriori tracce dell'OF le troviamo in "Le impalcature con tubi innocenti (1103) epoca romana: in questo periodo al presiden"Il pennello cinghiale (1124) te dell'OF veniva affidata una legione. Sem"L'elettrodo a vetro per la misura del pH bra anche che in questo periodo sia stato (1193) fatto lo schizzo della fonte del sapere. Per la "L'onda di Bertolaso (oggi conosciuta come realizzazione dell'opera dobbiamo aspettare eq.di Shoredinger) (1207) ancora 1500 anni. Tra le gesta eroiche compiute dai membri L'OF scompare dalla scena mondiale per possiamo ricordare: cinque di secoli per tornare con rinnovato "La scoperta della Groenlandia (832-845) vigore in difesa dell'Italia dalle invasioni "L'appoggio dato all'imperatore in una grosbarbariche. sa battaglia (920) "La fondazione dell'Università di Bologna Oasi Felice®© contro i Barbari (Attila) (1088) Hanno vinto i Barbari. Purtroppo il 23 febbraio 1207, quando i nostri amici erano in un osteria a festeggiare la risoluzione dell'onda di Bertolaso caddero Proseguimento della storia da dove eravain un imboscata tesa da briganti e perirono mo rimasti La memorabile sconfitta di Pian del Vicchio tutti. Introduzione: Girando per i corridoi si può sentir dire che l'Oasi Felice®© (OF) è stata fondata da un qualsiasi bamba negli anni '50 o '60 o giù di lì e che è l'associazione più vecchia dell'ateneo di Bologna. Come vedete, miei cari lett8ori, c'è grossa confusione sulle date, e la cosa puzza… In realtà l'OF è l'associazione più ANTICA dell'ateneo e la sua fondazione si perde nelle tenebre dell'antichità. Vuoi scoprire la fine della storia? Corri nel sito dell’Oasi: www2.fci.unibo.it/oasi Ingegneri Non si può dire che odio però mi disturba… Mi disturba la naturalezza con cui pronunciano parole notoriamente cariche di pesantezza come Vettore, Integrale, Variabile ed Elettrotecnica. Mi disturba la loro compostezza… la discrezione con cui toccano le cose… mi disturba il loro velato settarismo esclusivo… mi disturba il loro zaino. Mi disturbano le scarpe sempre da ginnastica per scalare con leggerezza le montagne del calcolo. Mi disturba il fatto che chiamano tutto, sempre, esattamente con il nome giusto, con il nome tecnico… Però intanto mi scoccia anche che per questo motivo non usano gli aggettivi. Mi disturbano i loro dialoghi… interminabili… monotematici… la serietà con cui ti spiegano un processo… ed anche il fatto che si chiamano tutti per cognome. Mi disturba il fatto che quando ruttano e scoreggiano, dopo non sono contenti ma almeno hanno aumentato l’entropia. Infine mi disturbano i libri che leggono e la loro drammatica, inquietante, sorprendente capacità di essere riconoscibili. M L’oasi che dice Periodico dell’associazione Oasi Felice Direttore responsabile Kaswalder Francesco Redattori Ranuzzi Fabrizio Castelli Alessandro Mauriello Francesco