LA TESI DI ELIO - Fiamme Oro Rugby

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LA TESI DI ELIO - Fiamme Oro Rugby
Scuola Media
Suore Oblate della Sacra Famiglia
Tesina d’esame
IL RUGBY
Elio Scocco
Anno Scolastico 2013/14
“Il rugby è una voce del verbo dare.
Ad ogni allenamento, ad ogni partita, ad ogni placcaggio, ad ogni
sostegno, dai un po’ di te stesso.
Prima o poi qualcosa ti tornerà indietro.”
di Marco Pastonesi
Indice
Introduzione ....................................................................................... 1
I principi del rugby .............................................................................. 2
Storia ................................................................................................. 4
La seconda rivoluzione industriale.................................................. 4
Le innovazioni tecnologiche ........................................................ 4
Letteratura ......................................................................................... 7
Oscar Wilde .................................................................................... 7
Geografia ........................................................................................... 9
Australia ......................................................................................... 9
Arte .................................................................................................. 11
Henri Rosseau.............................................................................. 11
Antonio Ligabue ........................................................................... 12
Tecnica ............................................................................................ 14
La pubblicità ................................................................................. 14
Inglese ............................................................................................. 17
The Irish Issue .............................................................................. 17
New Zealand ................................................................................ 17
Tedesco ........................................................................................... 18
Berlin ............................................................................................ 18
Musica ............................................................................................. 19
La questione irlandese ................................................................. 19
Riferimenti........................................................................................ 20
Siti Internet ................................................................................... 20
Bibliografia ................................................................................... 20
Introduzione
Ho voluto svolgere una tesina incentrata sul rugby perché pratico
questo sport da sei anni nel Gruppo Sportivo Fiamme Oro Rugby
della Polizia di Stato. e mi ci sono molto appassionato imparando i
principi e i valori del rugby.
Il rugby è nato nel 1823 in Inghilterra, quando William Webb Ellis,
durante una partita di calcio, prese la palla con le mani, pensando
fosse più naturale che giocarla con i piedi, e la schiacciò oltre la linea
di fondo campo. Da lì in poi venne regolamentato e si diffuse
particolarmente in molte delle colonie inglesi (Nuova Zelanda e
Australia sono infatti tra le nazionali più forti al mondo), per
svilupparsi a poco a poco in tutto il globo.
Ho organizzato questo lavoro scegliendo in storia la Seconda
Rivoluzione Industriale perché tocca l’Inghilterra e il periodo subito
dopo la regolamentazione e la prima diffusione del gioco del rugby. In
letteratura Oscar Wilde in quanto autore conoscitore del rugby; anche
se non propriamente appassionato è molto noto nel mondo del rugby
per alcuni suoi aforismi. In geografia l’Australia perché è una delle
nazionali più forti al mondo. In arte Rosseau, autore di un quadro sul
rugby e Ligabue perché maggiore esponente italiano dell’arte naÏf
come Rosseau. In inglese The Irish issue in quanto questo problema
si affronta nelle partite di rugby e New Zealand perché la Nuova
Zelanda è la nazionale più forte al mondo. In tecnica la pubblicità
perché gli sponsor nel rugby hanno permesso recentemente
l’evoluzione al professionismo dei rugbysti che fino agli inizi degli anni
’90 erano dilettanti. In musica, come per l’inglese, si espone la storia
degli inni nella questione irlandese. L’unico argomento non legato al
rugby è affrontato nel Tedesco dove ho deciso di esporre Berlino
anche se occorre sottolineare che da un po’ di tempo il rugby si sta
diffondendo anche in Germania in particolare nella variante del Rugby
Seven che dal 2016 sarà anche sport olimpico.
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I principi del rugby
Il rugby è uno sport di squadra, di 15 giocatori contro 15. Lo scopo del
gioco è depositare la palla, ovale, oltre la linea di meta avversaria. La
squadra senza palla può placcare dal petto in giù solo il portatore di
palla, che potrà passarla solo esclusivamente all’indietro. Una meta
vale 5 punti, una successiva trasformazione 2; un calcio di punizione
e un drop valgono 3 punti.
Il rugby è uno sport che riesce ad incarnare, più di ogni altra disciplina
di squadra e non, i valori propri dello sport: il coraggio, il sacrificio, la
generosità, la correttezza, la lealtà, il rispetto per l’avversario. Il rugby
è uno sport di contatto disciplinato da regole inviolabili, fondamentale
in questo sport è infatti il rispetto prima di tutto dell’arbitro e delle
decisioni da lui prese, è raro infatti vedere un giocatore di rugby
protestare per una decisione arbitrale. A volte una protesta può valere
un’espulsione e la reazione ad un fallo vale più del fallo stesso. Il
rugby è uno sport puro, perché fair play e agonismo prevalgono
sempre, dove affiatamento, cooperazione e condivisione di squadra
sono alle basi del successo.
Il rugby è considerato la massima espressione dello sport di squadra,
l’unico dove il lavoro del gruppo prevale sulle doti del singolo.
L’azione si divide in fasi: conquista, avanzamento, sostegno,
mantenimento, realizzazione. Per raggiungere l’obiettivo comune, la
meta, occorre conquistare terreno avanzando con la palla e
passandola al compagno che corre in sostegno alle tue spalle. Il
rugby è uno sport collettivo e democratico. A prescindere dal ruolo in
squadra, chiunque può raggiungere la meta e segnarla, grazie al
sostegno, alla determinazione, all’impegno, alla coesione, al coraggio
e al sacrificio del gruppo. In merito a questo vorrei citare una parte del
discorso che Papa Francesco ha rivolto ai giocatori delle nazionali di
Argentina e Italia, ricevute in Vaticano il 22 novembre 2013: “Un
aspetto che risalta è l’equilibrio tra il gruppo e l’individuo. Ci sono le
famose mischie, che a volte fanno impressione! Le due squadre si
affrontano, due gruppi compatti, che spingono insieme uno contro
l’altro e si bilanciano. E poi ci sono le azioni individuali, le corse agili
verso la meta! Questa parola così bella, così importante, ci fa
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pensare alla vita, perché tutta la nostra vita tende a una meta; e
questa ricerca, ricerca della meta, è faticosa, richiede lotta, impegno,
ma l’importante è non correre da soli! Per arrivare bisogna correre
insieme, finché si arriva in meta. E allora si festeggia!”.
La consacrazione dello spirito del rugby è racchiuso nel terzo tempo,
il momento in cui, dopo la partita, le due squadre, come i rispettivi
sostenitori si incontrano allo stesso tavolo accomunati dagli stessi
valori. Forse è proprio il terzo tempo, mai sotto gli occhi di telecamere
o riflettori, che può spiegare meglio questo sport: le due squadre si
incontrano, una ha perso, una ha vinto, sempre, senza rancore.
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Storia
La seconda rivoluzione industriale
La seconda rivoluzione industriale è il processo di industrializzazione
che ebbe luogo durante il periodo tra il congresso di Parigi (1856) e
quello di Berlino (1878) e che giunge al pieno sviluppo nell’ultimo
decennio del 1800. Nella seconda metà dell’Ottocento i grandi stati
dell’Europa occidentale estesero il proprio dominio sul resto del
mondo che portava a materie a bassissimo costo e si portarono
avanti nelle scoperte scientifiche e geografiche.
La rivoluzione industriale è un processo di industrializzazione che
porta ad un sistema industriale caratterizzato dall’uso generalizzato
delle macchine azionate ad energia meccanica, dall’utilizzo di nuove
fonti energetiche e per il potenziamento della forza lavoro operaia e
dalla diffusione della fabbrica come maggior polo di lavorazione nel
quale si concentrano i mezzi di produzione. Ne consegue un notevole
incremento, quantitativo e qualitativo, delle capacità produttive di un
paese. La rivoluzione industriale porta ad un’irreversibile
trasformazione della società e del modo di vivere.
Le innovazioni tecnologiche
Dal 1870 i settori in cui si ebbero i maggiori sviluppi furono quello
agricolo, quello manifatturiero e quello alimentare. Nel settore
metallurgico giocarono un ruolo fondamentale la realizzazione del
Convertitore Bessemer e del Forno Martin-Siemens. Essi permisero
la realizzazione di macchine e utensili più forti e resistenti del ferro
che tendeva ad usurarsi rapidamente. Nel 1878 con l’adozione del
“processo Thomas” poterono essere utilizzati materiali di ferro con
alta percentuale di fosforo. Fu proprio questo processo di
defosforazione che portò la Germania, grazie ai suoi grandi
possedimenti di fosforo nelle miniere dell’Alsazia e della Lorena e nel
bacino carbonifero del Ruhr, a trasformarsi da paese agricolo a paese
industriale sino a superare la produzione delle acciaierie inglesi.
Nel campo chimico vi furono fra le industrie fortissime competizioni
che portarono, in pochi anni, alla scoperta di nuovi prodotti
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fertilizzanti, coloranti sintetici, ammoniaca, dinamite, soda e prodotti
farmaceutici quali cloroformio, disinfettanti e analgesici.
Più lento invece fu lo sviluppo dell’apparato elettrico, ancora in via di
sperimentazione, che ebbe un deciso incremento solo dopo il 1870,
quando si produssero i primi generatori elettrici. I progressi in questo
settore permisero la graduale diffusione della luce elettrica ad uso
civile. Ciò cambio radicalmente la vita dei cittadini, portando le strade
di notte molto più sicure di quanto non lo erano prima, e a luoghi
notturni di frequentazione illuminati dalla luce elettrica. La luce
cambiò anche gli orari di lavoro nelle fabbriche: prima si lavorava fino
alle ultime ore di luce solare, ora si lavorava in turni ininterrotti di 24
ore.
Fu soprattutto in questo periodo che vennero fatte le maggiori
scoperte scientifiche. Le fondamentali scoperte di Pasteur, Koch,
Hansen e altri in campo epidemiologico portarono alla sconfitta di
antichi flagelli come la tubercolosi, la difterite, la malaria, l’antrace, la
peste, la rabbia, la malaria. Invenzioni, come lo stetoscopio,
portarono a migliori condizioni chirurgiche e a migliori condizioni
socio-igienico-sanitarie. Furono scoperti il cloroformio e i raggi x. Tali
scoperte aumentarono notevolmente il tenore e la speranza di vita
alla popolazione: non è un caso che in poco più di un secolo la
popolazione mondiale sia aumentata di più di tre miliardi di persone.
Nel settore dei trasporti ci fu un’eccezionale incremento delle ferrovie.
In alcuni paesi raggiunse il 900%. Vennero costruite
• La ferrovia New York-San Francisco
• La Transandina dal Cile all’Argentina
• La Transiberiana da Mosca a Vladivostok
Per quanto riguarda la nautica, grazie allo sviluppo della metallurgia e
della siderurgica e l’introduzione del’elica, si poterono costruire i primi
scafi in ferro e successivamente in acciaio, che permisero di costruire
i primi robustissimi transatlantici. Vennero costruiti i primi canali
artificiali, come quelli di Suez, Kiel e Panama, che facilitarono gli
scambi commerciali per via di rotte molto più corte.
Nel1883 l’ingegnere tedesco Gottleb Daimler brevettò il primo motore
a benzina,m che portò in pochi anni all’invenzione dell’automobile.
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Però questa invenzione risultò veramente significativa solo dopo la
diffusione di massa dell’automobile che avvenne nei primi decenni del
XX secolo.
Parallelamente ai trasporti, anche le comunicazioni divennero più
veloci ed efficienti. La scoperta dell’elettromagnetismo, del telegrafo
prima e del telefono dopo, portarono alle prime comunicazioni
intercontinentali.
Questo
tipo
di
comunicazione
portò
all’interdipendenza dei vari stati del pianeta. Attorno agli anni
quaranta del XIX secolo si diffuse il telegrafo elettrico Morse. Sarà
soprattutto la successiva invenzione del telefono e alla sua immediata
larga diffusione che fece la rivoluzione nel campo delle
comunicazioni. Nei primi anni del Novecento quindi l’invenzione della
radio, avvierà una rapida evoluzione della velocità delle informazioni.
Durante questo forte sviluppo in tutti i settori scientifici esistenti si
estesero notevolmente le città per il fatto che per la prima volta
l’industria diventò più importante dell’agricoltura, e le industrie erano
prevalentemente in città: le persone per lavorare si trasferirono dalla
campagna alla città portando a una rapida estensione dell’area
metropolitana delle maggiori città industriali. Furono quindi da
risolvere i problemi come la sovrappopolazione.
Si diffuse notevolmente il pensiero e la filosofia marxista che portò
allo scoppio, successivamente, a rivoluzioni nazionale dei proletari.
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Letteratura
Oscar Wilde
Oscar Fingal O’Flahertie Wilde, nato a Dublino il 16 ottobre 1854 e
morto a Parigi il 30 novembre 1900, è stato un poeta, scrittore,
aforista, drammaturgo e giornalista irlandese. Fu il maggiore
esponente della corrente artistica e letteraria dell’Estetismo.
Oscar Wilde nacque a Dublino, da una famiglia ricca ed intellettuale,
sebbene non nobile. Fin da ragazzo spiccò per la sua intelligenza e
per il brillante spirito in società. Dal 1871 studiò al Trinity College di
Dublino; nel 1878 si laureò a Oxford, con il massimo dei voti, in
discipline classiche. Dal 1879 visse a Londra, ma viaggiò spesso,
tenendo conferenze in università europee e americane e
guadagnandosi la fama di esteta. Di lui parlarono spesso i giornali e
libelli satirici. Nel 1884 sposò Constance Lloyd, ma da lì a poco ebbe
le sue prime esperienze omosessuali. Nel 1888 Wilde pubblicò un
libro di fiabe, Il principe felice e altri racconti; nel 1891 Il ritratto di
Dorian Grey, che ebbe un grande successo, anche per le polemiche
sull’immoralità del protagonista. I critici più noti misero al bando
l’autore, che invano si affannò difendere l’opera, in lunghe lettere
spedite a direttori di giornali. Su finire del 1891, Wilde du a Parigi,
dove scrisse il dramma in francese Salomè. Dal 1892 compose alcuni
drammi teatrali, tra cui L’importanza di chiamarsi Ernesto (1895). Nel
1895 Wilde intrecciò una scandalosa relazione con il giovane Lord
Alfred Douglas Queensberry. Dopo aver ricevuto un biglietto d’insulti
dal padre del ragazzo, Wilde; invece di tacere, lo denunciò per
diffamazione. Il processo gli si ritorse contro: lo scrittore fu
condannato a due anni di carcere e subì anche altre imputazioni per
bancarotta. In prigione scrisse il De profundis in forma di lunga lettera
indirizzata ad Alfred. Scarcerato nel 1897, si esiliò in Francia prima a
Nizza, poi a Parigi. Sul finire dell’anno, partì per un viaggio in Italia
con il giovane Lord. Tornato a Parigi pubblicò La ballata del carcere di
Reading . Gravemente ammalato, morì nella capitale francese, a soli
46 anni, nel novembre del 1900.
Vorrei citare alcune frasi celebri del poeta irlandese molto note nel
mondo del rugby: “Il rugby è il miglior modo per tenere trenta
7
energumeni lontano dal centro della città durante il fine settimana”,
“La mia squadra di bevitori ha un problema: il vizio del rugby”. Quella
più nota è certamente un vecchio detto inglese, che il grande pubblico
ha conosciuto attraverso la visione del film Invictus, secondo cui “il
calcio è uno sport da gentiluomini fatto da bestie, mentre il rugby è
uno sport da bestie fatto da gentiluomini…”, frase attribuita proprio a
Oscar Wilde.
La frase che più però mi colpisce di Oscar Wilde non è legata al
rugby: “Le cose vere della vita non si studiano, né si imparano, ma si
incontrano”.
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Geografia
Australia
L’Australia è uno stato federale dell’Oceania. L’Australia intesa come
isola è la maggiore del suo continente. È circondata dall’Oceano
Pacifico a nord e a est e dall’Oceano Indiano a ovest e sud. La
capitale è Canberra, le maggiori città sono: Sydney, Melbourne,
Brisbane, Adelaide e Perth. La lingua ufficiale è l’inglese.
Fa parte del Reame del Commonwealth, essendo stata una colonia
inglese.
Il nome Australia deriva fu assegnato in relazione all’espressione
latina “terra australis incognita” che indicava un immaginario
continente comprendente l’intero emisfero australe.
L’Australia è abitata da circa 40.000 anni, ovvero da quando i
progenitori degli aborigeni australiani arrivarono nell’isola dall’odierno
sud-est asiatico. Gli aborigeni colonizzarono gran parte del paese,
vivevano dispersi nel territorio e svilupparono una ricca cultura prima
che arrivassero i coloni europei. Nell’ XVII secolo gli europei
avvistarono e scoprirono l’isola, meta da allora di numerose
esplorazioni. La scoperta avvenne nel 1606 per opera del navigatore
olandese Willem Janszoon. Dopo l’arrivo nel 1770 di James Cook il
Regno Unito reclamò due terzi del territorio come propri, per
impiantarvi inizialmente colonie penali , reclamando il resto nel 1829.
L’Australia diventa indipendente dal Regno Unito nel 1901, entrando
così a far parte del reame del Commonwealth. Insieme a Cina e
Giappone è una delle maggiori potenza dell’Asia-Oceania.
L’Australia è completamente circondata dall’oceano. La maggior parte
delle rocce si è formata nel Precambriano, perciò viene chiamata
dagli studiosi “Terra Fossile”. Separatasi dalle altre masse
continentali circa 65 milioni di anni fa, l’isolamento del continente
australiano ha portato all’evoluzione di molte creature che non si
trovano da nessuna altra parte del pianeta. Sono ben note creature
come il canguro, il koala o l’ornitorinco.
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Considerata una massa territoriale piuttosto che un’isola, l’Australia è
geologicamente stabile da oltre 3000 milioni di anni, con pochi
terremoti, eruzioni vulcaniche e spinte tettoniche. La parziale assenza
delle ultime e la forte erosione dei venti ha formato vaste pianure.
Meno del 7% dell’intero territorio è al di sopra dei 600 metri.
L’Australia è un territorio prevalentemente arido, ben due terzi del
paese sono desertificati o di natura semi-desertica. A est del paese è
presente la Cordigliera Australiana, che corre pressappoco da nord a
sud e separa la costa orientale dal desertico e selvaggio “outback”.
Gran parte delle città principali sono poste a est di questa catena
montuosa.
L’industria raccoglie il 21% della forza lavoro, i principali centri di
produzione sono Sydney, Newcastle e la zona metropolitana di
Melbourne. Sono sviluppate le industrie siderurgiche,metallurgiche,
elettroniche e petrolchimiche, la produzione di fibre sintetiche e cavi
elettrici. Si contano anche piccole industrie di confezionamento dei
prodotti agricoli e della lana. Geelong, vicino a Melbourne, è nota per
l’industria automobilistica. L’Australia è ricca di industrie minerarie:
oro, ferro, nichel, piombo, zinco e rame. Le industrie più sviluppate
sono quelle basate sulla trasformazione delle materie prime.
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Arte
Henri Rosseau
Henri Rosseau (1844-1910) è stato un pittore francese. Nasce a
Laval nel 1844. Abbandonati gli studi si arruola volontariamente nella
fanteria, cercando di fuggire alla casa di correzione per aver rubato
pochi franchi nello studio di un avvocato. Nel 1868 muore il padre,
esce dalla fanteria e si trasferisce a Parigi dove si sposa con la
diciottenne Clémence Boitard. Viene arruolato nell’esercito francese
nel 1870 per la guerra di prussia ma viene subito rilasciato perché
figlio di madre vedova; nel 1871 lavora come gabelliere nel dazio di
Parigi. Quest’impiego lo accompagna fino al 1893 dove il suo
desiderio di diventare pittore diventa fondamentalmente realtà.
Comincia a dipingere con il soprannome di “Rosseau il Doganiere”.
È infatti in questo arco di tempo che si delineano le sue prime
sconosciute opere: Paesaggio invernale con episodio bellico datato e
firmato nel 1877 e Paesaggio con mulino e carretto lavorando sempre
come autodidatta ormai quarantenne. La sua pittura è di stile naive,
ovvero di un tipo particolare di pittura che possedevano i pittori che
non avevano frequentato nessuna scuola o accademia di pittura.
Di seguito è mostrato il quadro di Rosseau riguardante il rugby,
datato 1908, esposto al Guggenheim Museum di New York.
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Antonio Ligabue
Antonio Ligabue (1899-1965), nato Antonio Laccabue, è stato un
pittore italiano, il maggior esponente italiano della pittura naive.
Antonio Ligabue nasce a Zurigo da Elisabetta Costa e da padre
ignoto nel 1899. Registrato anagraficamente come Antonio Costa, nel
1901 Bonfiglio Laccabue, emigrato di Gualtieri in Svizzera, sposa
Elisabetta Costa; il 10 marzo riconosce il bambino cambiandogli il
nome in Antonio Laccabue. Il pittore, però, divenuto adulto, cambierà
il cognome in Ligabue, probabilmente per il profondo odio verso il
padre da lui visto come l’uxoricida di sua madre e dei suoi tre fratelli,
morti a causa di un’intossicazione alimentare. Nel settembre del 1900
viene adottato dagli svizzeri Johannes Valentin Gobel ed Elise
Hanselmann che, causa problemi economici e sociali, è costretta a
trasferirsi continuamente: Ligabue rimarrà con i Gobel fino al 1919. Il
carettere difficile e lo scarso apprendimento lo portano a cambiare
spesso scuola: prima a San Gallo, poi a Tablat e infine a Marbach da
dove viene espulso nel 1915 per cattiva condotta. Si trasferisce quindi
con la sua famiglia adottiva a Staad.
Tra il gennaio e l’aprile del 1917, in seguito ad una violenta crisi
nervosa, viene ricoverato per la prima volta in un ospedale
psichiatrico a Pfafers. Nel 1919, su denuncia della Hanselmann,
viene espulso dalla Svizzera. Da Chiasso viene quindi trasferito a
Gualtieri, paese d’origine di Bonfiglio Laccabue ma, non sapendo una
parola di italiano, tenta di scappare fuggendo in Svizzera. Riportato in
paese, vive grazie all’aiuto dell’ospizio di mendicità Carri. Nel 1920 gli
viene offerto un lavoro agli argini del Po: proprio in quel periodo inizia
a dipingere. Nel 1928 incontra Renato Marino mazza curati, che ne
comprende l’arte genuina e gli insegna l’uso dei colori ad olio,
guidandolo fino alla piena valorizzazione del suo talento. In quegli
anni si dedica completamente alla pittura, vagando senza meta per gli
argini del Po.
Nel 1937 viene ricoverato in manicomio per atti di autolesionismo. Nel
1941 lo scultore Andrea Mozzalli lo fa dimettere dall’ospedale e lo
ospita nella sua casa a Guastalla, vicino Reggio Emilia. Durante la
guerra fa da interprete alle truppe tedesche. Nel 1945, per aver
percosso con una bottiglia un soldato tedesco, viene internato in un
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manicomio per tre anni. Nel 1948 si fa più intensa la sua attività
pittorica e critici, giornalisti e mercanti d’arte iniziano ad interessarsi a
lui. Nel 1957 Severo Boschi, firma de “Il Resto del Carlino”, e il
fotoreporter Aldo Ferrari gli fanno visita a Gualtieri: ne scaturisce un
servizio sul quotidiano con immagini ancora celebri. Nel 1961 viene
allestita la sua prima mostra personale alla Galleria La Barcaccia di
Roma. Subisce un incidente in bicicletta e l’anno successivo viene
colpito da paresi. Guastalla gli dedica una mostra antologica. Chiede
di essere battezzato e cresimato: muore il 27 maggio 1965. Riposa
nel cimitero di Gualtieri e sulla sua lapide viene posta la maschera
funebre in bronzo realizzata da Mozzali. È denominato Al matt (al
matto) o Al tedesch (al tedesco).
Nel 1965, all’indomani della sua morte, gli viene dedicata una
retrospettiva nell’ambito della IX Quadriennale di Roma. Nel 2002
Sergio Negri, maggiore esperto di Ligabue, pubblica il Catalogo
generale dei dipinti. Al Palazzo Reale di Milano, tra il 20 giugno e il 4
novembre 2008, si tiene una mostra monografica sul pittore. Presso
la Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo (Parma) si
tiene dal 11 marzo al 26 giugno 2011 la mostra Antonio Ligabue. La
follia del genio.
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Tecnica
La pubblicità
La pubblicità non è un’invenzione dei nostri tempi. Anche
nell’antichità si usavano, come oggi, insegne e iscrizioni: Pompei ne
fornisce una vasta documentazione. Ma è con l’industrializzazione del
XIX secolo e con le produzioni di massa che il bisogno di allargare i
propri mercati porta le aziende ad accrescere il ruolo della pubblicità.
Il tipo di economia della nostra società, basata sul consumo degli
oggetti e lo sviluppo delle comunicazioni di massa, induce una vera e
propria esplosione della pubblicità. I messaggi pubblicitari infatti,
trovano nei mass-media, in particolare in stampa, radio e televisione i
veicoli più adatti alla loro diffusione.
Per produrre pubblicità bisogna partire da un budget molto alto,
perché fare pubblicità ha un costo molto elevato, oppure individuare
prima i potenziali compratori: solo così si potranno scegliere i mezzi di
comunicazioni adatti a raggiungerli. Questo lavoro preparatorio, che
può durare mesi, è compito del marketing. Per marketing si intende il
complesso delle attività finalizzate a portare prodotti (o servizi) dal
produttore al consumatore. Il marketing indaga sui consumatori
cercando di comprenderne i desideri e progettando modi di
persuaderli all’acquisto.
Lo strumento principale del marketing è la ricerca di mercato. Le
aziende che dispongono di una divisione marketing affidano la ricerca
al responsabile, il product manager, altrimenti indicano un’agenzia di
pubblicità. I dati raccolti vengono impiegati per pianificare la
campagna nel modo migliore. Una ricerca di mercato si basa su
alcune domande chiave:
• Quali sono le ultime tendenze nel settore del consumo da
produrre? In questo modo si evita di proporre prodotti già
“vecchi” o che hanno stancato il pubblico.
• Quali sono i prodotti della concorrenza? Quali i loro pregi e
difetti? Sarà possibile così differenziare il proprio prodotto.
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• Quali sono i potenziali compratori del prodotto da promuovere?
Occorre individuare il pubblico cui indirizzare la campagna
pubblicitaria per non disperdere l’efficacia.
Spesso la divisione marketing di un’azienda incarica degli esperti di
svolgere sondaggi su campioni rappresentativi dei consumatori cui si
vuole arrivare; dai risultati si otterranno preziose informazioni per la
formulazione dei messaggi pubblicitari e il lancio del prodotto sul
mercato.
L’insieme di persone che si vuole raggiungere con la campagna
pubblicitaria si chiama target. L’individuazione del target è un
obiettivo fondamentale per la campagna pubblicitaria. Infatti, tanto più
il messaggio avrà individuato in modo preciso il suo obiettivo,tanto più
sarà vicino il passaggio successivo, cioè l’acquisto da parte del
consumatore del prodotto pubblicizzato. Un messaggio pubblicitario
non colpisce tutti allo stesso modo ; i consumatori sono infatti diversi
e diversi sono anche i loro bisogni:
Le fasce dei consumatori. I pubblicitari suddividono i
consumatori in fasce omogenee per abitudini, condizioni
culturali e socioeconomiche: ceto superiore, medio, casalinghe,
studenti ecc.
I segmenti. Ogni fascia è poi frazionata in diversi segmenti.
Prendiamo per esempio le casalinghe: tutte possono essere
interessate all’acquisto di un sapone da toeletta, ma alcune
privilegeranno il “protettivo per la pelle” altre l’effetto “idratante”,
altre ancora il “ph neutro”. Inoltre sarà utile sapere quali mezzi
di comunicazione seguono, che riviste leggono, quali
trasmissioni televisive guardano ecc.
Alla fine del lavoro di marketing le strategie individuate e gli obiettivi di
vendita vengono riassunti dal product manager in un brief e il lavoro
passa all’agenzia di pubblicità che dovrà trasformare in
comunicazione i dati raccolti. Le agenzie di pubblicità si occupano di
ideare, progettare e realizzare le campagne pubblicitarie, pianificare
l’impiego dei mezzi di diffusione ecc.
Toccherà poi a studi grafici e fotografici o a case di produzione
televisiva produrre la campagna pubblicitaria.
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La pubblicità fa leva sui desideri del consumatore. La pubblicità deve
riuscire a spingere il consumatore ad avere il bisogno di comprare
quel determinato prodotto; le pubblicità possono far leva sui nostri
desideri più profondi. In genere la pubblicità si avvale di metodi di
persuasione basati sulla psicologia del consumatore, più che su
un’informazione equa e imparziale.
La diffusione dei comunicati può essere fatta in diversi modi: massmedia, manifesti, sponsorizzazioni. Per scegliere quelli adatti bisogna
valutare il target e il tipo di prodotto. Per un’automobile, che è un
prodotto rivolto a molte persone, è indicato utilizzare la televisione
che raggiunge larghe fasce di consumatori. Per un prodotto come un
trattore invece, indirizzato a un pubblico ben definito, è meglio
ricorrere a canali mirati, come la stampa specializzata, in questo caso
sull’agricoltura, evitando investimenti non remunerativi.
Le aziende hanno bisogno dei mass-media per promuovere i loro
prodotti e, a loro volta, ai media occorrono soldi provenienti dalla
pubblicità: questa reciproca dipendenza economica può condizionare
pesantemente il loro rapporto. Per esempio, un giornale non criticherà
mai i prodotti pubblicizzati, anche se di accertata cattiva qualità,
poiché
le
aziende
difficilmente
interessate
difficilmente
continuerebbero a utilizzarne le pagine per la loro pubblicità.
Quanto esposto per il consumatore si traduce in un danno poiché,
quando acquista i prodotti paga anche i costi della loro pubblicità, per
il fatto che le aziende spendono somme ingenti per la pubblicità. Molti
vorrebbero porre delle limitazioni al dilagare delle campagne
pubblicitarie. Tuttavia i sostenitori della pubblicità obiettano che
persuadendo i consumatori all’acquisto, la pubblicità consente di
vendere un maggior numero di prodotti: in questo modo le imprese
possono applicare prezzi inferiori a quelli che dovrebbero praticare in
assenza di promozioni pubblicitarie.
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Inglese
The Irish Issue
The history of Northern Ireland started in 17th century when it was
colonized by the English protestants. From that time on catholics
were discriminated. In 20th century the Irish Republican Army (IRA)
AND British people signed a treaty in 1921 , creating the free State of
Southern Ireland, while Ulster remained linked to Great Britain. There
was a period of conflicts and on the 30th January 1972 British soldiers
killed same Northern Ireland people during a march in Derry (the Irish
band U2 dedicated a song for this “Sunday Bloody Sunday”). Things
are improved but the struggle hasn’t finished yet.
New Zealand
The main tribe in New Zealand is Maori. They are Polynesians and
come originally from Hawaii. When captain Cook went there in 1769,
lots of Maoris lived in New Zealand. The Europeans wanted their land
and these led to many battles. In 1840 Maoris signed the treaty of
Waitangi: they promised to obey queen Victoria in return of their land.
Today New Zealand is very multi-cultural. The capitol city is
Wellington , in the North-Island. Other important cities are:
• Waitangi
• Auckland, very famous for sealing championships.
The national rugby team, All Blacks, traditionally perform HAKA, a
maori war dance, before the international matches.
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Tedesco
Berlin
Deutschland hat bis dezember 1989 die Hauptstadt in zwei teilen
geschnitten, weil sie eine mauer hatte.
Jetzt ist Deutschland nicht mehr geteilt. In Berlin kann man das
Brandeburger Tor sehen, Symbol für die Deutsche Einheit. Durch das
tor geht man auf der straße “Unter der Linder”. Hier findet man:
• Die Humboldt-Universitet
• Die Stadtsaper
• Das Museum für Deutsche Geschichte
Dann geht man weiter zum: Alexanderplatz, Zentrum Alt-Berlins.
Die Häusen sind sehe groß. Dann gibt es Ku’ damm, zu einkaufen mit
vielen cafès, Zentrum neues berlins. Jedes Wochenende fahren die
Berliner an die Seen: Wann see oder Müggelsee.
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Musica
La questione irlandese
La Nazionale di rugby a XV dell’Irlanda ha sempre compreso sia i
giocatori dell’effettiva Repubblica d’Irlanda, sia i giocatori provenienti
dall’Irlanda del Nord, appartenente politicamente al Regno Unito. Per
questo nell’ ambito è presente una controversia sull’inno da adottare
prima dei match internazionali. Quando il XV del trifoglio giocava a
Belfast veniva suonato l’inno britannico God Save The Queen, mentre
nelle partite disputate a Dublino si utilizzava l’inno della Repubblica
d’Irlanda Amhràn na bhFiann. In occasione delle partite giocate in
trasferta non veniva suonato alcun inno. Dall’aprile del 1995 è stato
appositamente composto l’inno Ireland’s Call da suonare nelle partite
giocate fuori casa. Questo fatto ha spinto molti giocatori e sostenitori
della Repubblica d’Irlanda a lamentarsi sostenendo che si sarebbe
dovuto suonare Amhràn na bhFiann. Negli incontri disputati a
Dublino viene sempre suonata Ireland’s Call accanto a Amhràn na
bhFiann . Questo uso di Amhràn na bhFiann ha causato simili
lamentele da parte di giocatori e tifosi provenienti dall’Irlanda del
Nord. Per la partita pre-mondiale contro l’Italia in programma a
Belfast (la capitale nordirlandese non ospitava da tempo la nazionale)
è stato richiesto di usare God Save The Queen accanto a Ireland’s
Call. La proposta è stata rifiutata dall’IRFU (la federeazione di rugby a
XV dell’Irlanda), che ha sostenuto che la partita si sarebbe giocata
fuori dalla Repubblica d’Irlanda, e quindi si sarebbe suonato
semplicemente solo Ireland’s call.
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Riferimenti
Siti Internet
• www.wikipedia.it
• www.onrugby.it
• www.federugby.it
Bibliografia
• A. CHINI, A. CONTI, Area Tecnologia; MINERVA SCUOLA, 2008
• C. GIFFORD, Grande Enciclopedia Geografica Illustrata, DIX
EDITORE, 2010
• L. MORELLI, S. BECCASTRINI, D. DE LORENZI, Il Nuovo Geoviaggi,
MURSIA SCUOLA, 2008
• T. FRANZI, S. DAMELE, Stai Per Leggere, LOESCHER, 2010
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