Dio è relazione

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Dio è relazione
un lato un individuo dotato di libertà e, dall’altro lato, un membro
della società umana, legato in molti modi con altri e solo assieme ad
essi veramente uomo”5.
Con la fede nel Dio trinitario si entra nel mondo
relazionale. Questa dimensione è decisiva non solo per
comprendere la realtà, ma per esserne il fondamento, l’essenza stessa: nella relazione si trova la vera natura dell’uomo. L’uomo è tanto più se stesso quanto più è un tu per
gli altri e opera in relazione con loro e viceversa. Dunque
l’uomo si realizza solo nella misura in cui si apre alla relazione, all’incontro6.
Dio è relazione
Senza voler entrare in merito alla teologia trinitaria, è
però prezioso farne un accenno. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo costituiscono un’unica divinità. Dio è uno e trino
proprio perché ognuna delle persone divine è in stretta relazione con le altre, ed ognuna è reciproca all’altra nell’unico
scambio di amore.
La pienezza di relazione si manifesta più chiaramente nella parola dia-logica piuttosto che in quella lo5
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G. GRESHAKE, La fede nel Dio trinitario.Una chiave per comprendere, Queriniana,
Brescia 1999, 51.
Anche L. Feuerbach aveva evidenziato questo principio: l’uomo esiste
soltanto in quanto coesiste, è reale quando fa la scoperta del «tu». Dopo
il cogito cartesiano, isolato e monologico, costituisce il nuovo inizio della
filosofia. Altri filosofi - F. Ebner, M. Buber, E. Levinas - approfondiranno
questo concetto con dialettiche diverse.
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gica, nella relazione, più che nell’idea, nel volto più che nel
concetto. Non quindi nel logos isolato, ma nel dia-logos7.
Se Dio è Trinità, se Dio è relazione, fondamento della
relazione stessa è Dio. Dio è amore, Dio è relazione. Dio
entra in relazione con l’uomo, rispettosamente, discretamente e creativamente. È questa l’originalità della Bibbia:
Dio parla all’uomo ed è in continua relazione con lui. Qual
è la ricaduta pratica di questo concetto? Accade che quando
si smette di parlarsi, di relazionarsi, si scaccia Dio dalla propria vita. Quando non si desidera ascoltare l’altro, quando
non si vuole impegnarsi in un dialogo anche se difficile e
faticoso si mette una barriera all’amore di Dio.
Il bene comune
Il dialogo, invece, riporta Dio in mezzo all’umanità,
alle famiglie, alle comunità, agli amici. Certo, il dialogo
inteso come relazione non fine a se stesso come certi dibattiti televisivi insegnano. Nel dialogo autentico vanno
poste alcune regole - di rispetto, di educazione, di linguaggio - sulla base di valori e norme condivise. L’obiettivo
di ogni vero dialogo, relazione, dibattito, tavola rotonda,
dovrebbe essere ben chiaro: tendere al bene comune.
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Cf C. DI SANTE, Responsabilità. L’io-per-l’altro, Esperienze, Fossano (CN)
1996, 48.
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