Marzo - La Piazza

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Marzo - La Piazza
Anno 2 - Numero 3 - Marzo 2005
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
foto Blow up
Castel Madama sotto la neve
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SOMMARIO
Il Decreto di Storace
di Ivano Moreschini
Il corpo dei vigili dell’Unione
di Federico Chicca
Elezioni Regionali
di Tommaso Verga
Il Paese in Breve
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• Il giornale dei Ragazzi
a cura dei ragazzi della III/A
• Comunità Montana
a cura di Fausta Faccenna
• Vicovaro
di Sofia Di Giuseppe
• Intervista al Sindaco di Sambuci
a cura di Ramona Pompili
• Aniene: storia di un fiume
di Italo Tacchia
• Il Castello di Orvinio
di Carla Santolamazza
• Teatro a Pisoniano
di Ivano Chicca
• Sport
di Ivano Moreschini e Gianluca Simonelli
• Tradizioni popolari
di Gualtiero Todini
• Dimenticare Salò?
di Gualtiero Todini - Ivano Moreschini
• Musica
di Marco Cicogna
• Rubrica vini
di Marco Moreschini
• Cinema
di Gualtiero Todini
• Recensione Libro
di Gualtiero Todini
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“La Piazza”
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Vicolo Giustini, n. 10
00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849
Anno 2, n. 3 - Marzo 2005
Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04
Direttore Responsabile: Rino Sciarretta
Capo Redazione: Carla Santolamazza
Redazione: Enrico Cascini, Federico Chicca,
Fausta Faccenna, Alberto Grelli, Ivano Moreschini,
Paolo Muzi
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero
Tommaso Verga, I ragazzi della III/A, Sofia Di Giuseppe,
Italo Tacchia, Ivano Chicca, Gianluca Simonelli,
Gualtiero Todini, Marco Cicogna, Marco Moreschini,
Alessandra Pucella
Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis
Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - Castel Madama
Chiuso in redazione il 14/03/2005 - Tiratura 1.300 copie
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com
E-mail: [email protected]
LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ
DALLE ORE 18 ALLE 20
Politica
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E STORACE DECRETÒ: tutti all’ACEA
di Ivano Moreschini
La vicenda del passaggio del servizio idrico all’ACEA-Ato2 ha una svolta a sorpresa!
Storace trasferisce d’ufficio 93 dipendenti, 7 di Castel Madama
Un decreto del Presidente della Regione Lazio
Storace è stato recapitato a sette dipendenti comunali di Castel Madama, insieme ad altri 86 dipendenti
comunali della Provincia di Roma. Firmato il 27
dicembre 2004, è arrivato agli interessati a metà febbraio 2005, ed è relativo al trasferimento di questi
dipendenti all’Acea Ato2, soggetto gestore del servizio idrico integrato nella nostra zona.
I dipendenti di Castel Madama interessati dal provvedimento sono: Cascini Giuseppina, Ferrazzi
Ennio, Moreschini Antonella, Pieralice Michele,
Salviani Vincenzo, Tatti Giacomo, Testa Renato. In
pratica, un buon 20% dell’intero organico del
Comune di Castel Madama.
La vicenda del trasferimento all’Acea del servizio
idrico integrato, che racchiude acquedotto, fognatura e depurazione, è iniziata da diversi anni, ed aveva
visto un punto d’arrivo per Castel Madama lo scorso anno con la consegna degli impianti all’Acea
Ato2. Con quell’atto, sembrava che la vicenda fosse
arrivata alla conclusione: è pur vero che la prima
bolletta dell’Acea non è ancora arrivata nelle nostre
case, ma dal punto di vista burocratico sembrava
tutto risolto.
Per questo il Decreto di Storace ha provocato smarrimento nei lavoratori interessati. Alcuni di loro
erano stati contattati lo scorso anno per il passaggio
all’Acea, ed avevano deciso di rimanere al Comune,
anche perché gli era stato detto che avevano la possibilità di farlo. Alcuni addirittura non sapevano
neanche di essere interessati alla questione, perché
impegnati in altri settori.
Le segnalazioni del personale per il passaggio
all’Acea hanno avuto momenti alterni negli anni:
all’inizio molti dipendenti pensavano fosse una soluzione migliore, ma piano piano le cose sono cambiate, fino alla decisione finale di rimanere a Castel
Madama. Del resto non è stata una decisione isolata:
molti dipendenti dei Comuni vicini avevano a loro
volta rinunciato al passaggio.
Storace invece ha deciso di autorità che si tratta di un
trasferimento d’azienda, e pertanto insieme agli
impianti deve passare all’Acea anche il personale.
La CGIL di zona invece invita a verificare meglio le
singole situazioni, ed afferma che per passare
all’Acea bisognava essere impiegati come mansione
prevalente nel servizio idrico: insomma, solo chi
faceva soprattutto servizio in quel settore poteva
essere trasferito. Ovviamente, la CGIL lamenta
anche il mancato accordo sindacale per un trasferimento di personale così massiccio.
I rappresentanti sindacali del Comune di Castel
Madama hanno avuto un incontro con il Sindaco
Alfredo Scardala, che ha assicurato un interessamento, come si legge anche nell’intervento che gli
abbiamo chiesto. In realtà le voci di corridoio affermano che con la pesante situazione di bilancio che
ha il Comune di Castel Madama, l’interessamento
per far rimanere i dipendenti sarà solo di facciata.
Soprattutto dopo le ultime decisioni in materia di
vigili urbani, che costeranno ulteriormente alle casse
comunali. Inoltre l’Unione dei Comuni con
Marcellina e S. Polo dei Cavalieri, che aveva assicurato un introito di 175.000,00 euro l’anno scorso, ha
visto per il 2004 solo 15.000,00 euro di assegnazione. Un po’ poco per pagare un nuovo dirigente come
comandante dei vigili del corpo dell’Unione dei
Monti Lucretili Ernici.
I dipendenti comunali interessati hanno avuto un
incontro anche con il consigliere regionale
Lucherini, che ha presentato un’interrogazione, e
hanno deciso di rivolgersi ad un avvocato, Dott.ssa
Cascarano, per fare ricorso al Tar. Nel frattempo
però rimangono al lavoro nel Comune, perché
l’Acea non li ha ancora convocati, anche se il
Decreto dovrebbe avere decorrenza immediata.
L’impressione è che sia tutto in sospeso, in attesa del
risultato elettorale del 4 aprile prossimo.
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Politica
INTERVENTO
DEL SINDACO
Il Decreto del Presidente Storace
del 27.12.2004 conclude il procedimento con il quale è stato individuato il personale dipendente dei comuni compresi nell’Ambito Territoriale Ottimale 2 addetto
alla gestione del Servizio Idrico Integrato, disponendone il trasferimento al nuovo soggetto gestore.
L’Amministrazione comunale ha ritenuto, innanzitutto, il trasferimento del personale destinatario del
provvedimento non rispondente agli interessi del
Comune, atteso che esso viene impiegato ormai in
settori diversi da quello idrico, assicurando il regolare funzionamento di servizi essenziali per la
comunità.
Conseguentemente, al fine di evitare il trasferimento, sono state assunte le iniziative che di seguito si
elencano succintamente:
– gli interessati sono stati tempestivamente informati del provvedimento, ancora prima della sua
formale notifica, in modo da consentire loro di
potersi attivare singolarmente, o mediante le
OO.SS., per tutelare i propri legittimi interessi;
– è stata contattata la Segreteria Tecnica Organizzativa di ATO 2 S.p.A. con la quale sono
state concordate le modalità attraverso le quali
richiedere la rettifica del Decreto, mediante stralcio delle disposizioni riguardanti il personale
dipendente di questo Comune;
– il 24.02.2005 è stato siglato un accordo sindacale
specifico con le RR. SS. UU. interne e con la
CGIL Funzione Pubblica della Provincia di
Roma, con il quale si stabilisce che il Comune
rilascerà il nulla osta al trasferimento soltanto
qualora venga acquisito il consenso preventivo
del personale interessato;
– è stata inviata alla Regione Lazio e ad ACEA
ATO2 S.p.A. la formale richiesta di rettifica del
provvedimento, allegando l’accordo sindacale e le
dichiarazioni di non disponibilità al trasferimento
rilasciate dal personale interessato.
L’individuazione dei dipendenti da trasferire è avvenuta mediante un procedimento, avviato all’atto
della istituzione dell’ATO 2, che teneva conto di dati
obiettivi quali gli atti di assunzione ed i successivi
provvedimenti di gestione del personale impiegato
comunque in servizi atti ad essere ricompresi in
quelli propri del Servizio Idrico Integrato. Non si
comprende in base a quali elementi “qualcuno”
possa ritenere diversamente. Qualora fosse necessario, nei limiti delle capacità di spesa del comune, i
posti che si dovessero rendere vacanti saranno
coperti mediante pubblici concorsi o mediante apertura di cantieri scuola-lavoro finalizzati comunque
all’occupazione.
IL SINDACO
(Prof. Alfredo Scardala)
IL PARERE
DEL SINDACATO
In riferimento al Decreto del
Presidente della Regione Lazio,
che dispone il trasferimento di
n. 7 dipendenti comunali all’Azienda che gestisce
il servizio idrico integrato, nell’ambito dell’Ato 2
ed alla vostra richiesta di informazioni del
28.02.2005, si comunica quanto segue:
– Le RSU CGIL del Comune di Castel Madama
venute a conoscenza del Decreto hanno tempestivamente informato la struttura territoriale del
nostro sindacato. In data 24.02.2005, si è svolto
un incontro nella casa comunale, tra RSU,
CGIL FP Roma Est, l’Amministrazione
Comunale e il Segretario Generale, a seguito
del quale è stato sottoscritto un accordo che prevede la richiesta dei dipendenti di poter scegliere il trasferimento e di conseguenza l’intervento del Sindaco al fine di rettificare il citato
Decreto per i lavoratori che non intendono
accettare il trasferimento;
– Le RSU CGIL non sono in possesso e a diretta
conoscenza di documentazione tale da poter
stabilire se le modalità con le quali l’Amministrazione Comunale ha trasmesso l’elenco dei
dipendenti inseriti nel Decreto risponda ai
requisiti previsti dalla legge, in quanto il controllo di tali atti era di competenza delle OO.SS.
a livello regionale. A nostro parere sembra che
non tutti i dipendenti indicati avessero i requisiti necessari a tale trasferimento.
– Nel caso in cui, nonostante tutti gli strumenti
messi in atto dal sindacato e dai dipendenti interessati, dovesse avere attuazione il Decreto
Regionale, verranno sicuramente penalizzati i
servizi ai cittadini di Castel Madama poiché si
perderebbero professionalità e competenze dei
lavoratori trasferiti con scarse probabilità di
nuove assunzioni impedite dalle leggi finanziarie nazionali.
Pertanto le RSU CGIL del Comune esprimono
piena solidarietà ai dipendenti coinvolti dal
Decreto che non intendono essere trasferiti presso
l’ATO 2 e garantiscono l’impegno delle OO.SS. a
sostegno della lotta per il mantenimento dell’attuale posto di lavoro.
Le RSU CGIL
Angelo Mariotti - Libero Scardala
Massimo Perica - Cristina Martinelli
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Politica
NASCE IL CORPO
DELLA POLIZIA LOCALE
di Federico Chicca
I vigili a disposizione del corpo di Polizia Municipale
dei Comuni di Castel Madama, Marcellina e San Polo dei Cavalieri
vengono riuniti sotto un unico comando.
Abbiamo intervistato il nuovo comandante dei vigili dell’Unione, Antonio Codazzo,
che ci ha spiegato cos’è e come funziona il nuovo corpo di polizia,
e abbiamo cercato di capire le conseguenze
della decisione di aver scelto come coordinatore dei vigili una persona esterna
qual’è l’attuale comandante
L’8 luglio del 2003 il Consiglio Comunale di Castel Madama ha deliberato insieme ai
comuni di Marcellina e San
Polo dei Cavalieri il trasferimento del servizio di Polizia Municipale all’Unione dei
Monti Lucretili.
Il nuovo corpo di Polizia
Municipale, che in virtù dell’allargata competenza che adesso
ricopre si chiamerà Polizia
Locale (manca solo l’approvazione del regolamento), è
diventato operativo nel gennaio
2004.
Il comandante del Corpo
dell’Unione il sig. Codazzo,
ex comandante in pensione
della Polizia Municipale di
Tivoli, ci ha gentilmente concesso un’intervista per spiegare
i motivi e gli eventuali vantaggi
che la costituzione di tale corpo
può avere per i cittadini.
Come ci spiega il sig. Codazzo, la Polizia Locale è un
corpo che riunisce le risorse
umane a disposizione dei singoli corpi municipali dei tre
Comuni interessati, allo scopo di garantire un servizio qualitativamente e quantitativa-
mente migliore, in quanto i
vigili di Marcellina, San Polo
dei Cavalieri e Castel Madama
potranno essere impegnati
indifferentemente in uno dei tre
Comuni in base alle esigenze
contingenti.
Per quanto riguarda la
situazione di Castel Madama,
sempre il sig. Codazzo assicura
che per la fine di marzo i vigili
inizieranno di nuovo a ricoprire servizi per tutto l’arco della
settimana e non più facendo
orario d’ufficio come invece
avviene da un anno a questa
parte. I vigili urbani si alterneranno in due turni, dalle 8 del
mattino fino alle 14 e dalle 14
alle 20.
Il nuovo comandante dei vigili dell’Unione Antonio Codazzo
Politica
Abbiamo fatto presente che
ci sono strade importanti che
non sono oggetto di controllo da
parte dei vigili, come hanno
fatto notare molti residenti in
via della Libertà (in particolare
dall’incrocio al campo sportivo), e questo crea disagi per chi
abita in queste zone.
Il sig. Codazzo a tal proposito ci risponde che “faremo servizio continuativo anche su queste
strade, eventualmente intensificando i controlli con la nostra
pattuglia, ma non solo in via
della Libertà ma anche in altre
strade ugualmente importanti”.
Infine chiediamo al nuovo
comandante un parere sull’avvicendamento che c’è stato con l’ex comandante della
stazione di Castel Madama il
sig. Di Giovannantonio, inizialmente individuato come
naturale comandante del corpo dell’Unione.
Alla domanda se secondo lui
il sig. Di Giovannantonio fosse
in grado di ricoprire il ruolo di
comandante della Polizia Locale
senza dover ricorrere al pagamento di una persona esterna,
Codazzo risponde “io ho accettato soltanto nel momento in cui
il sig. Di Giovannantonio ha
chiesto e ottenuto la mobilità in
altro ufficio del Comune di
Castel Madama”. Ma perché l’ex
comandante dopo anni di servizio ha lasciato il suo incarico?
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Gli uffici dei vigili urbani di Castel Madama
Lo abbiamo chiesto al diretto interessato, il sig. Di Giovannantonio, ma non ha voluto
rilasciarci nessuna dichiarazione al riguardo.
Al Sindaco abbiamo chiesto
quale incarico sarà conferito al
sig. Di Giovannantonio: “ricoprirà un ruolo di responsabilità
adeguato al grado di funzionario con cui è inquadrato nella
pianta organica”.
Ma così a quanto salirà il
numero di funzionari in servizio al Comune? “con il sig. Di
Giovannantonio diventeranno
cinque”.
Secondo Lei non è un numero eccessivo per un comune
come Castel
Madama?,
“No, è un
numero adeguato
alle
esigenze del
Comune che
non cambia
niente rispetto all’organizzazione
precedente,
nemmeno dal punto dei vista
dei costi”.
A titolo di cronaca si fa presente che prestano servizio
presso il Comune di Castel
Madama, oltre al Segretario
Generale, tre funzionari nell’area Affari Generali, due funzionari, di cui uno a contratto esterno, nell’area Tecnica, due
funzionari nell’area Contabile e
uno, con contratto esterno, nell’area Vigilanza.
CASTEL MADAMA:
NUMERI UTILI
Comune: 0774-45001
Carabinieri: 0774-447002
Vigili Urbani: 0774-447305
Ospedale Tivoli: 0774-335086
Farmacia: 0774-447001
Vigili del Fuoco: 115
Servizio Guardia Medica: 118
Protezione Civile:
0774-4500243
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Elezioni
Dalla vittoria di Marrazzo
la conferma di “Uniti nell’Ulivo”
di Tommaso Verga
Andrea Ferro segretario dei Ds della federazione di Tivoli:
«È Carlo Lucherini il nostro candidato al Consiglio regionale»
Un compito nel quale, però, le
soddisfazioni non mancano. A
rappresentare la federazione di
Tivoli nell’amministrazione provinciale di Roma sono due consiglieri (Ruggero Ruggeri e Marco
Vincenzi, Monterotondo e Tivoli),
e un assessore (Bruno Manzi,
Attività produttive), mentre il
Consiglio regionale è «presidiato» da Carlo Lucherini.
Carlo Lucherini
«Con il congresso del Palalottomatica il senatore Mario Gasbarri
è stato eletto nel Consiglio nazionale: per la prima volta c’è un
nostro rappresentante al massimo
livello dei Ds». Andrea Ferro, 31
anni, «quasi ingegnere», segretario dei Democratici di sinistra
della federazione di Tivoli, «compie» il terzo anno alla guida del
partito: compito gravoso, visto
che si tratta di dirigere la Quercia
da Monte Soratte a Monte Livata,
3100 iscritti distribuiti per 70
comuni (tutta la provincia di Roma
ne somma 110), 59 sezioni (di cui
sei aperte o riaperte nell’ultimo
anno), 350 iscritti alla Sinistra
giovanile. Con 19 sindaci sui 36
del centrosinistra, centinaia di
consiglieri comunali e molte decine di assessori, i Ds governano il
56% dei cittadini dell’area, con
problemi che rispondono al nome
di città come Guidonia Montecelio, Tivoli, Monterotondo, Fonte
Nuova, Mentana.
Iniziamo da qui, visto che il 3 e 4
aprile si vota per rinnovare il
«parlamentino» della Pisana
«Se dovessi esprimermi in termini
“scolastici“, il voto non potrebbe
essere che positivo – risponde
Andrea Ferro –. Una promozione
certa e certificata, visto che
Lucherini è stato sempre presente,
e puntuale, quando gli è stato
chiesto di affrontare i problemi
delle nostre popolazioni, dalla
sanità ai trasporti, dall’istruzione
all’ambiente. Un impegno che si è
sempre moltiplicato in occasione
della formazione dei bilanci regionali. Poi, Lucherini è autore dalla
legge sul distretto industriale del
travertino, un grande risultato per
il comparto industriale tiburtino».
Quindi la candidatura verrà
riproposta?
«Senza discussione, Lucherini ha il
sostegno unanime del partito. Semmai, qualche limitazione l’abbiamo
trovata nella decisione di presentare
la lista di “Uniti nell’Ulivo”».
Ovvero?
«La crescita dei Ds in quest’area
ci avrebbe consentito di presentare almeno un’altra candidatura. Che, se Marrazzo vincesse,
avrebbe avuto ragionevoli possibilità di essere eletta».
«Eletta», quindi al femminile?
«Sì, sarebbe stata sicuramente
donna. Perché – prosegue Ferro –
non c’è solo l’elenco dei rappresentanti nelle istituzioni o l’aumento degli iscritti a mostrare lo
“stato di salute“ dei Ds, ci sono le
feste dell’Unità, le campagne
contro il governo Berlusconi e la
giunta Storace, il numero di voti
espressi a favore di Enrico
Gasbarra alla Provincia, di Nicola Zingaretti e Pasqualina Napoletano alle Europee: tutte iniziative politiche che hanno sempre
visto le nostre compagne in
prima fila, attivissime».
Non dica che sta esprimendo
riserve sulla lista unitaria...
«No, assolutamente. Ne sono talmente convinto che intendo proporla per le “amministrative“ di
Guidonia. Sarà, in ogni caso il
punto principale dell’iniziativa
politica del partito in zona. È
tutto scritto nella mia relazione al
congresso della federazione di
Tivoli, un compito che, d’accordo Margherita e Sdi, intendo portare a compimento nel più breve
tempo possibile».
Rettifichiamo
quanto erroneamente
scritto nel n. 2 Anno 2
di “La Piazza”
in merito alle elezioni
dell’Università Agraria
che si terranno in una data
da definire entro giugno
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I L PA E S E I N B R E V E
MALFUNZIONAMENTI AL PASSAGGIO A LIVELLO
DELLA STAZIONE DI CASTEL MADAMA
La redazione ha avuto notizia di alcuni malfunzionamenti che avrebbero interessato il passaggio
a livello situato accanto alla stazione ferroviaria di
Castel Madama; secondo le prime testimonianze
raccolte sembra che le barriere mobili siano rimaste alzate con treni in movimento sulla linea.
I fatti finora segnalati sono 3 e si sarebbero
verificati tra settembre 2004 e gennaio 2005; in
almeno due occasioni sembra che i convogli viaggiassero ad una velocità particolarmente ridotta e
che solo in una occasione vi sia stato un concreto
pericolo per i passeggeri dei mezzi coinvolti.
I motivi tecnici che hanno originato i suddetti
“disagi” alla circolazione ci sono tuttora sconosciuti; il nostro giornale, nel tentativo di raccogliere quante più informazioni possibili sull’accaduto,
invita tutti coloro che sono stati testimoni di malfunzionamenti a mettersi in contatto con la redazione.
La Piazza già dal prossimo numero tornerà ad interessarsi dell’accaduto cercando di fare piena chiarezza sui fatti. Nel frattempo rivolge un appello a tutta la popolazione castellana, affinché usi la massima
prudenza nel percorrere l’attraversamento ferroviario.
CABERNET SAUVIGNON ITALIANI
ESCURSIONI AI MONTI LUCRETILI
Il 17 febbraio 2005, nel quadro delle degustazioni
organizzate dalla delegazione AIS di Tivoli e che
accompagnano l’attività didattica del Corso AIS per
la qualificazione da sommelier, in concomitanza
con la pausa del corso (per il passaggio dal primo al
secondo livello), si è svolta a Castel Madama, presso il Ristorante Porta Luisa, una degustazione che
ha riguardato dodici cabernet sauvignon italiani. Gli
stessi vini, provenienti da varie regioni, sono stati
accompagnati da piatti ad hoc preparati dalla ottima
cuoca del locale, che ben si sono intrecciati con le
caratteristiche di questo vino c.d. internazionale,
caratterizzato da note speziate e fruttate.
02 Aprile: Appuntamento con le stelle.
Osservazione di: Saturno, Giove, Leone e Vergine.
03 Aprile: Il Monte Pellecchia.
Da Monte Flavio traversata sulla cresta che unisce le
due cime.
03 Aprile: Sulla vetta del Monte Serrapopolo.
Da Scandriglia agli uliveti della Sabina passando per il
Convento di S. Michele.
17 Aprile: Cime tempestose al Monte Pellecchia.
Passeggiata per il fosso di Castiglione e discesa per la
forcella di Civitella.
Il gruppo parte da Roma: informazioni al N.V. 800593196
08 Maggio: Il Pratone.
Escursione naturalistica alla scoperta “dell’anfiteatro
Linceo”.
08 Maggio: Il Fosso di Casoli.
Passeggiata nella forra del fosso di Casoli.
05 Giugno: Le antiche vie della transumanza.
Escursione da prato Favale a prato delle Forme.
25 Giugno: Appuntamento con le stelle.
Osservazione di: Scorpione, Sagittario, il triangolo
estivo, Saturno e Giove, la nebulosa della Lira.
Per informazioni telefonare al parco 0774.637027
Dal Catalogo “Giorniverdi” a cura dell’Agenzia Reg.
per i Parchi e Ass. all’Ambiente Regione Lazio.
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il paese in breve
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
C. Madama 19/02/2005
Al Periodico “La Piazza”:
consultando il Periodico “ANNO 2 - NUM. 2 - Febbr. 2005 è stata notata una scarsa considerazione al “CARNEVALE CASTELLANO 2005”, in modo particolare si evidenzia un mancato accenno o riferimento all’Ass. Gemellaggio con La Roda de Andalusia, infatti non vi è un minimo articolo che affronti il tema del Carnevale nel nostro Paese;
solo qua e là, foto ritraenti gruppi mascherati partecipi a tale festa, senza però ricordarsi che i Rioni di C. Madama sono
quattro e soltanto tre di questi sono stati riportati nel mensile, anzi!!!! Nel modesto pazio che “La piazza” ha offerto ai
suoi cittadini (Rif. pag. 12) viene a mancare una pari considerazione fra i Rioni, in quanto il gruppo mascherato del
Rione Empolitano non viene “calcolato”!
Tale gesto è stato recepito come una discriminante nei confronti di tale Rione, proprio voi che dovreste essere
imparziali nello scrivere un periodico...
Alla faccia della Par condicio.....!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Il Rione Empolitano, cioè 1/4 del Paese, ha solo constatato questo fatto e ne ha preso atto.
P.S.: attendiamo una vostra risposta e magari, un articolo doveroso che affronti il Carnevale Casatellano e tutte le
Ass. che hanno partecipato... magari con le doverose scuse!!!
Associazione
Rione Empolitano
Abbiamo ricevuto e pubblicato lo scritto a firma “Associazione Rione Empolitano” e ci siamo
chiesti se è da identificare con il Comitato di tale rione.
L’occasione ci consente di ribadire la nostra disponibilità, più volte manifestata a tutte le Associazioni presenti nel nostro paese, a pubblicare sul giornale interventi, temi di approfondimento,
iniziative ed attività di interesse per i cittadini.
A onor del vero ci pare doveroso ricordare che un’intervista richiesta al massaro del rione empolitano è stata sollecitata più volte e con insistenza prima di essere rilasciata e che il numero speciale sul palio da noi consegnato ai quattro rioni per la diffusione tra la popolazione, il cui ricavato era il nostro contributo ai rioni, ci è stato restituito dall’Empolitano.
Ci sembra forse esagerato parlare di discriminazione e ricorrere addirittura alla par condicio
quasi fosse un dibattito politico.
Nulla è doveroso, ma solo frutto di una libera scelta dei componenti della redazione, scaturita
dalla discussione dei fatti e degli argomenti da sviluppare.
La Redazione
BANDO DI GARA TOP SECRET
Il bando di gara relativo ai lavori di ristrutturazione della rete fognante e alla ripavimentazione di via San Sebastiano (importo lavori di circa 450 mila euro) non è
affisso all’albo pretorio del Comune. Lo hanno constato il Comandante dei carabinieri di Castel Madama e il suo Vice su segnalazione dei consiglieri comunali di
opposizione.
Dai registri comunali il bando doveva essere affisso dal 28 febbraio 2005, ma il 7
e 8 marzo esso non compariva nelle teca dell’albo. Così i consiglieri di minoranza hanno chiamato le forze dell’ordine perché prendessero atto di questa grave
irregolarità.
I bandi di gara devono essere pubblicati perché qualunque ditta possa venire a
conoscenza che vi è un lavoro da eseguire e, se interessata, possa presentare la
propria offerta. Insomma, la pubblicazione del bando è garanzia di informazione,
di trasparenza e di regolare svolgimento delle gare di appalto. Tant’è che la recente normativa obbliga i Comuni a pubblicare i bandi di gara anche su un apposito
sito internet della Regione Lazio.
In questo caso non siamo riusciti né a vederlo all’albo pretorio del comune, né
lo abbiamo trovato sul sito regionale www.regione.lazio.it/bandi.shtml. Provare
per credere!
il paese in breve
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IL CARATTERE DISTINTIVO DI CASTEL MADAMA: LA PUZZA!!!
Molti Comuni godono di notorietà per
qualcosa che li contraddistingue da tutti gli
altri; così ad esempio Pisa è nota per la
torre omonima, Verona per l’arena, San
Remo, oltre che per il festival della canzone, per i fiori.
Castel Madama, in questi ultimi quattro
anni, grazie all’Amministrazione di CentroDestra, sta acquisendo una sua specifica
pecularietà che potrebbe darle la meritata
notorietà: “la puzza che emana dal depuratore”; infatti ne possono godere non solo i
castellani ma chiunque abbia la ventura di
trovarsi in paese.
Sono ormai anni che ci tocca a sopportare questo stato di cose. Circa due anni fa
l’Amministrazione per giustificarsi del mal Il depuratore di Castel Madama
funzionamento del depuratore montò una
storia secondo cui le cause erano da ricercare nei lavori fatti fare dalla precedente Giunta di CentroSinistra.
L’ingegnere comunale e la minoranza sostenevano che dipendesse unicamente dalla mancata manutenzione ordinaria dell’impianto.
L’Amministrazione di CentroDestra, anziché contestare la cattiva manutenzione del depuratore alla
Ditta che lo aveva in gestione e se del caso comminarle una sanzione pecuniaria, scelse di effettuare nuovi
lavori per circa 105.000,00 euro ed anche se si è trattato di un finanziamento regionale sono pur sempre
soldi dei contribuenti e andrebbero spesi con maggiore attenzione.
Come ognuno avrà potuto constatare, il depuratore continua a emanare odori ammorbanti come e più
frequentemente di prima. Ancora oggi pensiamo che c’era e c’è solo bisogno della normale manutenzione
degli impianti.
Consiglio Regionale del Lazio
Gruppo Democratici di Sinistra
Comunicato Stampa
LUCHERINI: CHIESTA AL PRESIDENTE STORACE
LA SOSPENSIVA DEL DECRETO
SUI LAVORATORI DEI SERVIZI IDRICI COMUNALI
“È urgente sospendere immediatamente il decreto
con il quale il Presidente Storace dispone del trasferimento del personale dipendente dei comuni
adibito a servizi idrici” – Così è intervenuto oggi
il consigliere Lucherini – gruppo DS – attraverso
una interrogazione presentata al Presidente
Storace.
“La questione è molto delicata e potrebbe portare
alla creazione di aree di forte contenzioso. Infatti
– prosegue il consigliere – per giungere alla identificazione del personale interessato a tale operazione, è stato espletato un lungo percorso che ha
visto la cooperazione della Provincia e delle
Organizzazioni Sindacali, nel tentativo di deter-
minare correttamente i quantitativi di personale
da trasferire. Non tutti i comuni però hanno espletato tale verifica e, in qualche caso, alcuni amministratori hanno cambiato gli elenchi precedentemente concordati. È ovvio – sostiene ancora
Lucherini – che, vista la complessità della materia, prima di ridurre drasticamente gli organici
comunali, occorre sospendere gli effetti del decreto immediatamente. Ed è proprio quello che ho
chiesto al Presidente Storace, affinché si possa
procedere in tempi rapidi, ad una minuziosa ed
indispensabile verifica degli elenchi proposti,
limitando i rischi che in alcune zone possano
crearsi aree di forte contenzioso”.
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Il giornale dei ragazzi
I RAGAZZI E IL DIALETTO
Alcuni alunni della III A hanno rivolto delle domande ai loro coetanei. Abbiamo notato che quasi tutti usano
molto il dialetto ed abbiamo ritenuto interessante capire i motivi di questa abitudine attraverso un’intervista a
diversi alunni delle classi terze della scuola media. Riportiamo alcune interviste.
D. SECONDO TE I RAGAZZI PARLANO ANCORA IL DIALETTO CASTELLANO? PERCHÉ?
Giulia: Sì, perché è un modo divertente per comunicare; Alessandro: Sì, perché è una tradizione; Claudia: Sì,
perché essendo originari di Castel Madama parlarlo è inevitabile; Federico: Sì, perché stando a contatto con i
familiari si prende l’abitudine.
D. PENSI CHE SIA IMPORTANTE TRAMANDARE IL NOSTRO DIALETTO DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE? PERCHÉ?
Giulia: Sì, perché è la “lingua madre” di Castel Madama ed è giusto che anche i giovani l’apprendano;
Alessandro: Sì, perché almeno i ragazzi vengono a conoscenza della lingua castellana; Claudia: Sì, perché fa
parte della storia del paese; Federico: penso di sì perché il dialetto fa parte di noi e delle nostre tradizioni.
D. QUALI SONO I TERMINI PIÙ UTILIZZATI?
Giulia: Ascidate (siediti), arizzate (alzati), areficcate (nasconditi), che te dole? (cosa ti fa male?), che vo? (che
vuoi?), vattènne (vattene), accandividi (guarda); Alessandro: Iemo loco (andiamo lì), vissu (questo); Claudia:
Chivelle (nessuno), caleccuno (qualcuno), nì vissu (guarda questo), ainate (sbrigati), revejate (/svegliati), iemo
(andiamo), resci (esci), repiate (riprenditi); Federico: Chiattarella (ragazzina), fuji (corri).
D. IN FAMIGLIA VIENE USATO QUESTO LINGUAGGIO?
Giulia: A volte, perché i miei genitori non mi permettono di esagerare con questo linguaggio durante i discorsi; Alessandro: Non tanto, infatti i miei genitori non vogliono; Claudia: Non molto spesso, perché i miei genitori non vogliono; Federico: Sì, dai miei genitori e qualche volta anche da me però solo qualche parola.
D. PENSATE CHE L’USO DEL DIALETTO POSSA CREARVI DELLE DIFFICOLTÀ
NEL COMUNICARE CON RAGAZZI CHE NON SONO DI CASTEL MADAMA?
Giulia: Sì, credo di sì; Alessandro: Sì, credo di sì; Claudia: Sì, perché per altri ragazzi che non sono di qui è
molto complicato; Federico: Sì, perché a malapena lo capisco io che sono di Castel Madama, figurati i ragazzi
che non sono di qui.
Anche se questo argomento meriterebbe un maggiore approfondimento possiamo comunque già affermare che
i ragazzi parlano il dialetto perché è la “lingua dell’affetto” e ci tengono a tramandarla. Molti ragazzi parlano il
dialetto castellano, comprese noi, ma l’importante è non superare i limiti, altrimenti diventerebbe una brutta abitudine, basta qualche parola. Soprattutto non deve essere utilizzato nell’ambito scolastico.
Maturi Dalila
Petrini Jessica IIIA
“HARRY POTTER E IL PRINCIPE MEZZOSANGUE”
La nuova emozionante avventura di J.K. Bowling ancor più sorprendente delle altre
Dopo aver appassionato ragazzi e adulti con i primi cinque libri del maghetto più famoso del mondo, l’autrice ce l’ha fatta anche questa volta. In seguito ad un lungo e intenso lavoro ha terminato la sua sesta opera. Questo libro,
che si intitolerà “Harry Potter e il principe mezzosangue” ha battuto il record
di prenotazione di tutti i tempi su Amazon.com, la più grande libreria virtuale del mondo. Il libro uscirà il 16 luglio prossimo in Inghilterra e in tutti i
paesi di lingua inglese, ma non è ancora stabilita la data di uscita in Italia.
Fans frettolosi, per evitare la lunga, hanno cercato di scaricare da internet
questa mitica opera della Bowling, ma si sono accorti che si trattava di un
libro falso. I protagonisti sono sempre gli stessi: Harry Potter, Ron Weasley,
Hermione Granger. La professoressa di difesa contro le arti oscure Dolores
Umbridge, insopportabile e arrogante, si “dimetterà” e prenderà il suo posto
un nuovo professore. La Bowling ha affermato che per la terza volta Harry
assisterà alla morte di uno dei protagonisti, ma non ha specificato se amico o
nemico. Per quanto riguarda il principe mezzosangue è tuttora un mistero.
Cari lettori, per svelare il mistero bisognerà attendere l’uscita del libro ed
acquistarlo, perché sarà un’ avventura ancora più emozionante delle precedenti. Non perdetela!
Deborah Viotti e Andrea Pascali IIIA
Il giornale dei ragazzi
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14
Conunità Montana
LA IX COMUNITÀ MONTANA
a cura di Fausta Faccenna
Il nostro giornale, da questo numero, porterà all’attenzione dei propri lettori le attività, i progetti,
le iniziative più significative messe in campo dalla IX Comunità Montana del Lazio a favore delle
popolazioni del territorio ricadente nel proprio comprensorio.
I settori di intervento di questo Ente spaziano dal campo dell’agricoltura alla zootecnia, dalla cultura al turismo, toccando settori poco conosciuti quanto significativi per la loro ricaduta economica sul territorio di pertinenza amministrativa.
Nei numeri successivi, quindi, riporteremo le iniziative più interessanti che l’Ente realizzerà, informandone i lettori tempestivamente, favorendo la conoscenza di una realtà territoriale vasta ed articolata che va dalla Sabina Romana all’area Prenestina.
La Comunità Montana comprendente 18 comuni ciascuno con proprie caratteristiche socio-economiche e culturali. Tali caratteristiche risultano omogenee negli aspetti più profondi ma fortemente diversificate a causa dei diversi eventi storici e sociali che ne hanno tracciato il profilo economico e culturale.
PROGETTO EDUCATIVO PER I DIVERSAMENTE ABILI
La IX Comunità Montana, nell’ambito delle iniziative volte
all’inserimento dei soggetti deboli, dei portatori di handicap e
dei soggetti diversamente abili,
ha promosso ed organizzato, con
il finanziamento della Provincia
di Roma, una serie di incontri
indirizzati ai soggetti deboli residenti nel nostro territorio, finalizzati all’apprendimento di
tecniche artististiche e alla frequentazione di un laboratorio
tattile-olfattivo, specialmente
studiato per disabili della vista.
Il progetto, fortemente voluto
dal Presidente della IX Comunità Montana Vittorio Mancini,
ha consentito di elaborare dapprima un censimento degli
alunni diversamente abili frequentanti le scuole di ogni
ordine e grado presenti nel territorio, e poi di realizzare una
serie di incontri che hanno
visto la partecipazione di gruppi di classi, in cui gli alunni
diversamente abili sono stati
integrati e supportati dalla presenza del loro insegnante di
sostegno e dal docente della
materia insegnata.
L’intero progetto ha avuto inizio verso la fine del mese di
febbraio e si svolge nelle sedi
Il presidente Vittorio Mancini
scolastiche delle scuole elementari e medie dei comuni di Marcellina, Montorio Romano,
Palombara e Castel Madama.
Agli incontri partecipano sia gli
alunni che frequentano la scuola
sede dell’incontro, che i soggetti diversamente abili residenti in
comuni limitrofi, il cui trasferimento è stato assicurato da
appositi accordi tra i comuni
interessati dalla presenza di
soggetti diversamenti abili e la
IX Comunità Montana.
Gli incontri prevedono corsi di
tecniche artistiche che risultano
particolarmente indicate per
questo tipo di utenza, quali la
pittura su porcellana, pittura su
ceramica e su biscotto.
Una particolare attenzione è
stata rivolta ai soggetti disabili
della vista, per i quali è stato
studiato un laboratorio tattileolfattivo, che prevede lo svolgimento di giochi di riconoscimento e abbinamento forma/
odori e forma/sapori.
Conunità Montana
Nel corso dello svolgimento di
tale laboratorio, gli alunni realizzano candele e saponi profumati con erbe ed essenze naturali, preparano e degustano
bevande, realizzano cornici e
quadri con semi di piante, spezie e altro materiale “tattile”
(stoffa, sabbia, cera, etc.).
L’iniziativa ha incontrato il
favore delle scuole del territorio
e, come detto, della Provincia di
Roma, nella persona dell’On.
Claudio Cecchini, titolare dello
Assessorato alle Politiche Sociali e per la Famiglia, la struttura che ha approvato e finanziato il progetto.
Questo progetto è stato concepito per offrire una assistenza a
tutto campo per gli operatori
scolastici e le famiglie coinvolte
poiché, oltre agli incontri e ai
laboratori didattici programmati, mette a disposizione di famiglie e docenti la consulenza e
l’assistenza di un assistente
sociale che, nell’arco di tre
mesi, riceverà gli interessati
nelle sedi scolastiche concordate e secondo un calendario
distribuito e pubblicizzato nelle
scuole del territorio.
L’intervento dell’assistente sociale è finalizzato non solo ad
accompagnare il lavoro dei
docenti e degli assistenti dei
Si conclude il 20 marzo 2005
Rito e tradizione nella IX Comunità Montana del Lazio
“iniziativa, come dice il Presidente Vittorio Mancini
nella Presentazione del calendario, consolidata nel
corso degli anni e finalizzata alla valorizzazione delle
peculiarità demo-antropologiche del nostro territorio, realizzata in collaborazione con la Provincia di Roma nell’ambito delle attività culturali da svolgere nel periodo
invernale…
Ciascun comune del territorio comunitario possiede un suo
patrimonio di riti e di tradizioni popolari particolari, sia
pure in una cornice omogenea di cultura antropologica territoriale, che la IX Comunità Montana ha costantemente
contribuito a valorizzare attraverso numerose manifestazioni di riscoperta e riproposizione delle feste e dei riti più
antichi...
Abbiamo deciso di accostare antichi riti religiosi e, quindi
canti sacri, legati alle comunità locali che hanno elaborato
nel tempo le loro forme originali di devozione e di ritualità,
con manifestazioni di carattere laico, legate alla tradizione
del cibo e della festa”.
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vari laboratori in cui si articola
il progetto, ma anche a supportare le famiglie degli alunni, che
potranno rivolgersi a questa
figura professionale non solo
per motivi legati al progetto, ma
anche per ogni altro tipo di assistenza e consulenza legata alla
loro condizione di familiari di
un soggetto debole.
Vicovaro
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LA NUOVA BIBLIOTECA
“MARCANTONIO SABELLICO”
di Sofia Di Giuseppe
È stata inaugurata la biblioteca nel comune di Vicovaro
con servizi numerosi ed esclusivamente gratuiti
A Vicovaro sabato 26 Febbraio
2005 alle ore 17.30 in via delle
scuole n. 1 si è tenuta l’inaugurazione della nuova biblioteca
comunale “Marcantonio Sabellico”, che darà un nuovo impulso culturale ai vicovaresi. Questo edificio si ispira al principio
di eguaglianza dei diritti degli
utenti e della pari dignità personale e culturale di ogni cittadino. Alle ore 17.45 prende la
parola il sindaco Christian
Cedric Thomas che dice di aver
fiducia nel futuro dei giovani e
una delle finalità della nuova
biblioteca comunale è proprio
quella di fornire e garantire
un’adeguata condizione del
“sapere” a tutti i ragazzi che
rappresenteranno la nuova
generazione vicovarese. Continua poi dicendo che l’edificio è
passato da una gestione di
volontariato ad una gestione
comunale. Ci sono diversi progetti che il comune di Vicovaro
vuole intraprendere e alcuni
obiettivi che riguardano anche
dei contatti esterni con scuole o
altre biblioteche regionali che
daranno la giusta notorietà al
nuovo centro culturale. Alla
fine del suo discorso il sindaco
ringrazia tutte la persone che
hanno partecipato all’inaugurazione. Subito dopo prende la
parola il consigliere regionale
Carlo Lucherini che ha finanziato il progetto rendendo possibile la ricostruzione della
biblioteca. Dice che collaborare
La nuova biblioteca comunale
con Vicovaro è soddisfacente
perché ha subito sfruttato in
modo più che adeguato il finanziamento regionale concesso.
Anche la Chiesa di S. Sabino a
Vicovaro è in restauro sempre
grazie al signor Lucherini. Infine interviene l’assessore alla
cultura Virginio Coccia che ha
riassunto brevemente i miglioramenti e la lunga e travagliata
storia della biblioteca dalla sua
prima istituzione. Fu approvata
con delibera il 12/04/2000
riaperta al pubblico però il
10/10/2001. Finalmente fu inserita con decreto del Presidente
della Giunta regionale n. 74 del
26/09/2003 nell’organizzazione
regionale bibliotecaria. Oggi
conta 5400 volumi e 435 iscritti. Ha due postazioni internet,
una sala multimediale(in allestimento), una sala studio (20
posti) e una sala per ragazzi (8
posti). Sono presenti moltissimi
testi di narrativa:
• Tedesca
• Francese
• Inglese
• Americana
• Italiana
Discreta però la classe del 900
di libri di storia e geografia,
mentre la sezione locale è in
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fase di incremento. I servizi
sono esclusivamente gratuiti
per permettere a tutti i cittadini
e non di usufruire della biblioteca senza ostacoli finanziari.
Alla fine l’assessore alla cultura
di Vicovaro Virginio Coccia ringrazia la responsabile del centro
culturale Margherita Crielesi, il
presidente della decima Comunità Montana Luciano Romanzi
Vicovaro
e la preside del liceo scientifico
Spallanzani di Tivoli sig.ra Rettighieri che è presente all’inaugurazione e cercherà di mettersi
in contatto e collaborare con la
biblioteca “Marcantonio Sabellico”. Come vuole la tradizione
c’è il taglio del fiocco, segno di
buon auspicio così il Sindaco
taglia il nastro retto da due bambini e invita la gente presente ad
andare nel Centro Anziani “Don
Angelo Francorsi” dove è stato
preparato un piccolo rinfresco
dalla pasticceria “Sandra e
Maria”. Un pomeriggio all’insegna della cultura per riscoprire il patrimonio culturale che
era stato dimenticato, una
biblioteca degna di un paese che
ha dato i natali a Marcantonio
Sabellico.
TERMINATI I LAVORI
NELLA VECCHIA
SEDE COMUNALE
DOVE SONO ADESSO
I VARI UFFICI
Nella vecchia sede del comune ristrutturata, in Via delle Scuole, oltre alla
nuova biblioteca hanno trovato il loro
posto anche altri uffici comunali. Si
tratta dell’anagrafe e stato civile, dei
vigili urbani e dei servizi sociali e
commercio. Nella sede comunale sita
in Piazza Padre Pietro, al n. 9 rimane
invece l’ufficio tecnico, l’ufficio
ragioneria e tributi, la segreteria
comunale e i servizi amministrativi e
di protocollo, e gli uffici del Sindaco
e degli Assessori.
Al piano terra della sede di Piazza
Padre Pietro, n. 9 dovrebbe trovare
uno spazio l’Unione dei Comuni della
Valle Ustica.
IL BILANCIO
DEL COMUNE PER IL 2005
Quest’anno il termine di approvazione per i bilanci comunali è stato fissato al 31 marzo 2005. La giunta
Comunale ha quindi varato la proposta di bilancio, con le relative tariffe
ed aliquote, che vedono alcuni adeguamenti per quello che riguarda
l’acqua e la nettezza urbana. Il tutto si
è reso necessario per i forti tagli ai
trasferimenti che derivano dalla legge
finanziaria, che ha visto per il
Comune di Vicovaro l’assegnazione
di circa 90.000,00 euro in meno.
Vicovaro
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PARCHEGGIO PER NODO DI SCAMBIO
All’uscita dell’autostrada Vicovaro-Mandela, molti
avranno notato un cantiere piuttosto grande: si tratta della realizzazione di un nodo di scambio; in pratica un parcheggio di circa 200 posti, che dovrebbe
mettere in relazione l’uscita dell’autostrada e la stazione ferroviaria, in attesa di un potenziamento di
quest’ultima.
Il lavoro è giunto al suo secondo lotto, ed il contratto
d’appalto è pari a circa 800.000,00 euro.
L’impresa che si è aggiudicato il lavoro è la ditta
Cipriani Mario di Castel Madama, ed il direttore dei
lavori è l’Ing. Ezio Casiello. Il lavoro è finanziato con
un contributo dell’Unione europea, ob.2.
L’opera che si sta realizzando interessa ovviamente un bacino molto più ampio del solo Comune di
Vicovaro, vista anche la posizione, e rientra in un progetto di sistemazione della zona che ha visto anche
la realizzazione di un’area per un centro fieristico, e il futuro decollo della Zona industriale.
CORSO PER ESPERTO
DI GESTIONE AZIENDE AGRITURISTICHE
Il Sindaco di Mandela Gaetano Sartori nella sala del corso
L’agriturismo è un settore in crescita, e sostenuto
dall’Unione Europea. Per questo l’Unione dei Comuni
della Valle Ustica sta realizzando un corso di formazione,
grazie anche ad un finanziamento della Provincia di
Roma, con contributi anche dell’Unione Europea.
Il corso avrà una durata di 500 ore, e sarà svolto presso
alcuni locali del Comune di Mandela. Per l’occasione
sono stati acquistati dei personal computers, che serviranno per la didattica del corso.
Il corso vuole formare persone in grado di gestire un’azienda agrituristica e di commercializzarne i prodotti, con
l’obiettivo di far rimanere i giovani nelle nostre zone rurali, ad alto tasso di disoccupazione. È anche importante che la formazione arrivi sul territorio, in un’area dove siamo tutti abituati (o condannati?) al pendolarismo.
La prima selezione per un numero di posti compreso tra i 10 ed i 15, ha visto un alto numero di domande,
ed il corso avrebbe dovuto iniziare a metà febbraio. In realtà ci sono state delle rinunce, e pertanto la selezione è stata riaperta, per concludersi il 16 marzo prossimo.
PROGETTO DI REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI SPORTIVI
NEL CENTRO URBANO DI VICOVARO
Il Comune di Vicovaro ha ottenuto due importanti contributi, dalla Regione Lazio e dalla Provincia di
Roma, che dovrebbero completare il quadro delle risorse necessarie alla realizzazione di impianti sportivi
nel centro urbano.
Si tratta di un progetto che prevede anche la realizzazione di una piscina coperta, nonché la sistemazione
del campo sportivo comunale. Da diverso tempo ne era stata finanziata una parte, per un importo di circa
un milione di euro, mentre l’opera completa ne costa quasi due.
La Regione Lazio ora ne ha finanziato un secondo stralcio, per circa 300.000,00 euro, e la Provincia di
Roma ha destinato nel suo bilancio per il 2005 altri 600.000,00 euro per il completamento.
Dopo una lunga attesa, quindi, l’amministrazione può iniziare la fase esecutiva, che dovrebbe portare entro
qualche anno anche Vicovaro ad avere una piscina comunale.
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Sambuci
SAMBUCI UN PAESE IN MOVIMENTO
intervista al sindaco a cura di Ramona Pompili
Da circa un anno Dario Ronchetti è il Sindaco di
Sambuci e guida di una Giunta di Centro-Sinistra.
Vice-Sindaco e assessore alla Cultura, ai Servizi
Sociali e ai LL.PP. con l’ex Sindaco Antonio
Tuterti, è stato premiato dai cittadini che, riconoscendogli l’impegno e le capacità dimostrate nelle
precedenti consiliature, gli hanno conferito la più
alta carica comunale.
In veste di primo cittadino sta per portare all’approvazione del Consiglio Comunale il suo primo
programma annuale; è l’occasione per chiedergli
di parlarci di Sambuci, cosa è cambiato negli ultimi anni ma soprattutto del progetto per il paese
della sua Amministrazione.
CI
RIASSUME LE SCELTE PIÙ IMPORTANTI CONTENUTE NEL PROGRAMMA ANNUALE 2005?
Sambuci, come tutti i Comuni ed in particolar
modo quelli piccoli, incontra serie difficoltà nella
redazione del programma annuale. Le cause sono
da ricercare nelle due ultime leggi finanziarie. In
particolare le risorse per il sociale dal 2000 al
2004 si sono ridotte di circa un quarto mentre le
competenze del Comune sono cresciute. Si è potuto mantenere alto il livello dei servizi sociali ai cittadini grazie all’attivazione di una collaborazione
con il Distretto Socio Sanitario di Tivoli ed a un
progetto dell’Assessorato Comunale ai Servizi
Sociali rivolto ai piccoli diversamente abili e con
problemi cognitivi.
Nonostante i tagli, anche per il 2005 siamo riusciti a mantenere invariate le tariffe di Tarsu, ICI,
acquedotto, fognatura, addizionale comunale.
QUALI SONO LE OPERE PUBBLICHE A CUI TIENE DI
PIÙ PER I PROSSIMI ANNI?
In fase di bilancio abbiamo predisposto un ambizioso programma. Sono in via di ultimazione i
lavori di recupero del Borgo Medievale 1° comparto e abbiamo presentato un progetto per un
milione di euro per completare il recupero del 2° e
3° comparto utilizzando il bando regionale per il
Recupero e la Riqualificazione dei Centri Storici.
Sono stati predisposti i progetti per completare il
recupero del Castello Theodoli per un importo di
500.000,00 euro con fondi comunitari e uno per
560.000,00 euro per il recupero totale del Parco
pubblico comunale Villa Theodoli già avviato con
fondi nostri. Con questo progetto si vuole comple-
Il Sindaco di Sambuci Dario Ronchetti
tare l’illuminazione, ripristinare il sistema di irrigazione, restaurare le quattro fontane storiche,
sistemare il viale, le essenze arboree, i giardini e le
grotte lungo il muro di cinta.
In collaborazione con l’Ass.to alla viabilità della
Provincia stiamo predisponendo la messa in sicurezza dei bivi di Sambuci con le provinciali per
Ciciliano, Cerreto e Mandela per un importo di
660.000,00 euro. Questi svincoli hanno un grande
interesse non solo per i residenti ma anche per
moltissimi pendolari provenienti dai Comuni limitrofi che utilizzano il nodo di scambio VicovaroMandela per andare verso la capitale con i mezzi
pubblici.
È inoltre in programma la realizzazione di alloggi
in edilizia economica come risposta all’esigenza
di abitazione per le giovani coppie.
Ovviamente quanto descritto potrà essere realizzato in funzione dei contributi che riusciremo ad
ottenere dalla Provincia e dalla Regione.
È OPINIONE COMUNE CHE SAMBUCI È MOLTO
CAMBIATO NEGLI ULTIMI ANNI. SECONDO LEI, PER
QUALI MOTIVI?
Il cambiamento è reale ed è sotto gli occhi di tutti
e mi lusinga che il giudizio sia positivo.
Un insieme di fattori ha determinato questo processo. Fra questi è da evidenziare la sensibilità e
l’attenzione posta nel rapportarsi con la cittadinanza dagli amministratori che si sono succeduti
negli ultimi venti anni. L’aver saputo pianificare e
Sambuci
21
realizzare interventi alla nostra portata, rivolti
essenzialmente al miglioramento della qualità di
vita dei cittadini. Si è investito molto in risorse
umane sia in campo sociale che culturale. Un contributo importante è stato dato dalle Associazioni
Culturali che operano sul territorio che, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, organizzano un fitto calendario di eventi: dal teatro alla poesia, feste di piazza e sagre, rendendo piacevole il
soggiorno sia a chi risiede stabilmente, sia a chi
sceglie Sambuci per un periodo di vacanza.
QUALI
SONO INVECE LE COSE IMPORTANTI ANCORA DA REALIZZARE?
Le cose che ci sono mancate sono diverse ma stiamo cercando di porvi rimedio. Penso ad esempio
alla stabilizzazione dei Lavoratori Socialmente
Utili. Con la Regione Lazio, la Xa Comunità
Montana e i Comuni della Valle dell’Aniene, abbiamo costituita la società Valle dell’Aniene Servizi
S.p.A. Questa sarà operativa nei prossimi mesi e
darà stabilità di lavoro a circa di 150 persone tra
giovani disoccupati e lavoratori posti in mobilità.
Come prima accennavo, è da risolvere il problema
degli alloggi per i giovani. Lo scorso anno abbiamo approvato il Piano di Zona 167 in località
Boschetto per la costruzione di venti alloggi. Ora
sono stati ottenuti i necessari pareri che ci consentono di pubblicare il bando di preselezione per
l’assegnazione delle aree in diritto di proprietà.
Entro l’anno confidiamo di assegnare i lotti.
La costituzione di una piccola Cooperativa
Sociale potrebbe creare concrete opportunità di
lavoro. Penso all’immenso patrimonio immobiliare di cui dispone Sambuci: il Castello Theodoli, il
suo parco, il territorio circostante con i sentieri
escursionistici che vanno da Castel Madama a
Saracinesco, l’ex Convento dei Frati Francescani
che stiamo recuperando per destinarlo ad ostello
con 25 posti letto e sala ristorante e che sarà pronto per la fine dell’estate. Per gestire tutti questi
beni ci sarà molto da lavorare, occorre stimolare la
sensibilità e la voglia di fare dei giovani.
Lavori al centro storico di Sambuci
SAMBUCI FA PARTE DELL’UNIONE DEI COMUNI
DELLA VALLE DEL GIOVENZANO, COSA PENSA DI
QUESTA ESPERIENZA?
Credo che il consorziarsi in un’Unione, sia la via
obbligata per i piccoli comuni.
Penso alla gestione associata dei servizi come la
raccolta dei rifiuti, alla gestione della pubblica
illuminazione, alla polizia intercomunale, allo
sportello delle attività produttive e del commercio,
alla realizzazione di una unica grande scuola intercomunale, al depuratore consortile, alla creazione
di un’isola ecologica ben custodita e sorvegliata.
Tutto questo per migliorare i servizi offerti ai cittadini dell’intera valle, cercando di renderli efficienti contenendone il costo, creando anche nuove
opportunità di lavoro.
Inoltre attraverso l’Unione, si creerà un polo ricettivo turistico-culturale il cui fine deve essere quello di attrarre sempre più visitatori. Penso anche
alle potenzialità naturalistiche dei nostri territori,
al fatto che Roma si espande sempre di più, credo
che a breve potremo non sentirci più Provincia ma
parte integrante della Capitale. La nostra è una
giovane Unione, è nata solo da circa un anno, se
riusciremo a lavorare in armonia, raggiungere gli
obiettivi prefissati, sarà possibile.
PER
CONCLUDERE, QUALI SONO I PRINCIPALI
OBIETTIVI CHE SI PONE IN QUESTA LEGISLATURA?
Nel corso di questa nostra chiacchierata sono
state toccate molte questioni. Gran parte di esse,
sono parte integrante del programma politicoamministrativo presentato ai cittadini nelle ultime
elezioni, ovviamente il nostro obiettivo è quello
di rispondere a tutte e di creare i presupposti per
delle nuove, occorre perciò lavorare, lavorare e
lavorare, occorre impegnarsi giorno per giorno ed
occorre avere anche un po’ di fortuna, che non
guasta mai!
22
Cultura
L’ANIENE:
STORIA DI UN FIUME
di Italo Tacchia
Gli antichi Equi fondevano la loro cultura con il fiume Aniene,
che, proseguita poi attraverso i romani e la civiltà contadina,
dà origine a quella che è oggi la cultura del nostro territorio
(seconda e ultima parte)
L’antropologo Mauro Rubini, facendo un accurato
studio sui resti scheletrici rinvenuti nella necropoli di Casal Civitella nel territorio di Riofreddo (37
individui risalenti al VI° secolo a.C.), traccia un
profilo morfologico di questi tipi umani, traendo
alcune conclusioni: che la loro dieta doveva essere a base di cereali e vegetali, scarsamente integrata da proteine (carni e pesce) e che l’attività fisica
consisteva prevalentemente in lavori gravosi e
pesanti, tipici del contadino (5).
Anche l’attività di allevamento organizzato e di
transumanza doveva essere estranea agli Equi.
La cosa più interessante però è la conformazione
fisica: longilinea, con media di 167 cm per i
maschi (per quei tempi, quasi dei Watussi), si riferisce più ad una popolazione adatta a climi temperati e caldi piuttosto che a climi rigidi e freddi
come quello appenninico; insomma piuttosto
diversa dalle altre popolazioni che in quel periodo
abitavano l’entroterra dell’Italia centrale, di costituzione più bassa e tozza. Come se, provenendo da
zone temperate e spinti chissà da cosa, gli Equi si
fossero “da poco” stanziati in questo territorio,
non essendosi ancora adattati morfologicamente al
nuovo clima. Cosa diversa risulta essere l’adattamento culturale, visti i ritrovamenti di metalli e
oggetti, conformi a quelli delle altre popolazioni
comparate; infatti un adattamento culturale può
realizzarsi nel giro di pochi decenni, mentre per
quello biologico occorrono molte generazioni.
Riofreddo poi, non è molto vicino all’Aniene e probabilmente la sua popolazione aveva poche possibilità nello sviluppare abilità e tradizione di caccia e
pesca legata alla particolarità di questo territorio
con un reale faunistico e botanico che merita un
approfondimento, considerando anche il fatto che la
civiltà contadina, sviluppatasi qualche secolo dopo,
trasse non pochi vantaggi da questi aspetti.
La valle dell’Aniene rivestiva grande importanza
per Roma, in quanto i principali acquedotti ebbero
origine proprio da qui: quello dell’acqua Marcia,
ancora oggi alimenta buona parte della città.
Purtroppo la scoperta di questo grande bacino idrico comportò la definitiva scomparsa della identità
degli Equi. I romani fecero arrivare da ogni parte
d’Italia per la costruzione degli acquedotti, un gran
numero di ingegneri, scalpellini, operai ecc. i quali
si stabilirono in queste terre con le loro famiglie
Cultura
che insieme alla presenza degli addetti alla costruzione della via Valeria contribuirono a modificare
la cultura, la lingua e gli usi del popolo Equo.
Oggi la vita nella Valle dell’Aniene ha un altro
aspetto.
Nei primi anni del novecento si inizia la costruzione della ferrovia Roma-Pescara, questa importante via di comunicazione segna la fine della
civiltà contadina di cui rimangono significative
testimonianze nel museo di Roviano.
23
Come se non bastasse si sta procedendo ogni anno
alla canalizzazione, alla profilatura delle sponde
con blocchi di travertino, per evitare le piene (perché poi ? ah già, dimenticavo; se è finita la civiltà contadina, la piena che fertilizzava i campi a
che serve più, è diventata solo un fastidio).
In sostanza l’Aniene sta diventando un canale
dove l’acqua scorre veloce (rimandando quindi il
problema delle piene a valle ed in modo più
drammatico, al punto che si è dovuto costruire
una specie di muraglia cinese a ponte Lucano per
contenere l’esondazione, deturpando uno splendido sito archeologico), insomma, non c’è pace per
il povero Parenzio.
BIBLIOGRAFIA: (1) G. MEZZETTI, l’Aniene un fiume di luce,
Tivoli, 1993, p 20; (2) Questo prelievo di acque continua
ancora ad opera dell’Acea attraverso l’acquedotto ex PioAntico Marcio e le centrali idroelettriche; (3) L. MAMMARELLA, La Tiburtina Valeria - itinerario storico-archeologico,
Cerchio, Polla, 1988, p 77; (4) VIRGILIO, Eneide (trad. di A.
CARO), libro VII, Vallardi 1950; (5) M. RUBINI, “la necropoli
arcaica di Casal Civitella”, in Identità e civiltà dei Sabini,
Atti del XVIII convegno di studi etruschi ed italici, Firenze,
1996, pp. 364-373.
Il giorno del bucato a Castel Madama agli inizi del ’900, in prossimità dei ruderi dell’antichissima mola, sulla sponda opposta c’è
chi si diletta nella pesca alla trota
Fino a quel tempo (40-50 anni fa), l’ecosistema
fluviale era ridondante di vita animale. Gamberi,
lamprede, trote ed altri pesci erano numerosissimi:
le anse e le spiaggette del fiume costituivano l’ambiente ideale per questi esseri viventi, così come
per l’avifauna.
Purtroppo da alcuni anni il fiume è diventato una
grossa discarica di ogni genere e praticamente la
fauna ittica è quasi scomparsa così come altre specie ad essa legate (martin pescatore,lontra ecc.).
Inizi del ’900, nei pressi di Roviano si stanno eseguendo lavori di
ripristino della sponda destra con viminate sostenute da pali disposti a filera
24
Orvinio
IL CASTELLO MALVEZZI
di Carla Santolamazza
Sorge ad 840 metri di altezza in una posizione da cui si gode
un panorama stupendo nel paese di Orvinio
all’interno del Parco Regionale dei Monti Lucretili
Il castello, fondato dai Conti dei
Marsi nel XII secolo, si sviluppa attorno ad una torre difensiva ricostruita dopo la distruzione dell’antica Orvinium nel X
secolo forse da orde saracene.
Intorno alla torre cresce anche il
borgo abitato e fino al 1513
Orvinio non costituisce una
comunità a sé, ma una “villa”
comprendente il castello o torre
e un primo nucleo di case. Nel
corso del ’500 il borgo si sviluppa e diventa feudo degli
Orsini ed è probabilmente questa famiglia che promuove il
primo adeguamento dell’antico
torrione difensivo a castello.
Esso sorge in una posizione
dominante e secondo alcuni
autori sulle fondamenta dell’antica arce, parte alta di un insediamento urbano antico con fortificazioni e funzione strategica,
di Orvinio, dove si ergevano i
templi di Minerva e Atena.
Nel ’600 passa ai Principi
Borghese. Oggi il Castello, di
proprietà dei Marchesi Malvezzi Campeggi, è un complesso di edifici e torri costruiti in
vari secoli (rifacimenti del XV,
XVI, XVII secolo), completamente ristrutturati all’inizio del
’900, di cui restano, come elementi originari, il maschio
cilindrico e il muro di cinta
merlato con un monumentale
portale d’ingresso arcuato, decorato a bugne, rivestimento in
pietra di forma rettangolare
lasciato in risalto per evidenziare la struttura muraria, forse del
XVII secolo. Sul portale sono
evidenti le strette feritoie attraverso le quali passavano le catene del ponte levatoio. Nello
spazio interno un cortile dove
affaccia una costruzione con
finestre dai montanti a croce
rinascimentale e che termina
con una torretta angolare. Nel
castello undici camere da letto,
una biblioteca, saloni bellissimi
e una cappella privata. Gli
ambienti del piano terra sono
coperti con volte a crociera
costolonate, nervature in pietra,
e a sesto ribassato; al piano
superiore gli ampi saloni presentano soffitti lignei a cassettoni con decorazioni pittoriche
tardo cinquecentesche, raffiguranti grottesche: decorazioni
parietali a stucco con motivi
geometrici o naturalistici.
Cortile interno del Castello, accanto al giardino
Virgilio Malvezzi, consigliere di Filippo IV
Re di Spagna nella metà del 1600
Ricchissimo e notevole nei
saloni e nelle stanze l’arredamento con mobili d’epoca.
Nelle cosidette soffitte del fabbricato a sinistra entrando dal
portone principale quadri che
rappresentano le gesta della
dominazione dei Baroni Muti
nelle vittorie riportate durante
le guerre con i paesi limitrofi ad
Orvinio
Il portale che affaccia sul centro urbano
Orvinio. All’interno di un corpo
di fabbrica, sicuramente rimaneggiato durante i lavori di
restauro realizzati da uno dei
proprietari, Remo Parodi-Salvo,
La volta a crociera della cappella
è posizionata la Cappella privata del castello.
Si accede attraverso un piccolo
corridoio coperto da volta a crociera con decorazioni a grotte-
Il Marchese Camillo Malvezzi Campeggi con il ritratto di un suo antenato
25
Soffitto a cassettoni di uno dei saloni
sche. Nel piccolo vano della
cappella, a pianta quadrata e
soffitto a travatura, con due
finestrelle ai lati dell’altare con
profondi strombi, affreschi con
scene della vita della Vergine,
commissionati dalla famiglia
Muti nel XVII secolo e secondo
una citazione di V. Di Flavio
studioso dei Manenti, attribuiti
al figlio di Ascanio, Vincenzo
autore anche degli affreschi
degli altri ambienti, in particolare i frammenti di pittura rintracciati nel “granarone”, utilizzato per decenni come deposito,
ma probabilmente appartamento di rappresentanza dei Muti di
fabbricazione cinquecentesca.
Stilisticamente le opere decorative risentono della corrente
manieristica romana della fine
del ’500. All’esterno del castello un grande parco con giardino
all’italiana.
Annessa al Castello una azienda agricola con produzioni
agro-biologiche di 500 ettari e
agriturismo Il Castello offre un
servizio di ristorazione, per
piccoli gruppi, su prenotazione.
Per chi è interessato si può consultare il testo: Patrimonio
Artistico e Monumentale dei M.
Sabini, Tiburtini, Cornicolani e
Prenestini della IX Comunità
Montana del Lazio
26
Pisoniano
ACCADEMIA SPERIMENTALE
PISCANUM
di Ivano Chicca
L’Associazione Culturale Cinema, Teatro e Musica “Piscanum”, costituitasi nel 1994 a
Pisoniano ha dato vita all’omonima Accademia che ogni anno nel periodo di gennaio/febbraio mette in scena una commedia musicale ottenendo sempre grande successo di pubblico.
Quest’anno è stata messa in
scena “Dolly”, un’opera liberamente tratta da “La sensale
di matrimoni”, due tempi di
Thornton Wilder con musiche
di Carlo Savina e Armando
Trovatoli.
Sotto la sapiente regia di
Jolanda Perrotta, attori di
“strada” riescono a dare il loro
Scene della rappresentazione teatrale “Dolly”
Vania Coni e Rinaldo D’Antoni
meglio rivelando capacità inaspettate.
Lo spettacolo, allegro ed incalzante, scorre piacevolmente,
coinvolge lo spettatore in un’atmosfera di allegria che gli attori e quanti partecipano all’allestimento della rappresentazione
riescono a trasmettere con la
loro passione, gratificati da un
pubblico che da sempre li
apprezza.
L’Accademia di Teatro Piscanum è aperta a chiunque avesse
voglia di cimentarsi nella recitazione ed inoltre tiene corsi
bisettimanali di recitazioni per
ragazzi dai sei ai quattordici
anni.
Sotto gli attori e la regista ringraziano il pubblico
Sport
27
A TERNI LA GARA DEI PICCOLI
di Ivano Moreschini
L’Empolum nuoto approda a
Terni per il Trofeo Giovanissimi
2005. In gara soltanto la categoria esordienti “c”, vale a dire le
bambine nate nel 1997 ed anni
successivi, ed i bambini nati a
partire dal 1996. Soltanto quattro le gare previste: i metri 50
dorso e la rana, sia maschili che
femminili.
Molti gli atleti in gara per l’Empolum, che aveva il proprio
punto di forza stavolta nella
squadra femminile. Infatti nei
metri 50 dorso si segnala l’ottimo primo posto di Palladino
Ludovica, con Del Vecchio
Daniela sempre dell’Empolum
giunta al terzo posto. Forniamo
l’elenco delle bambine in gara
nei metri 50 dorso: oltre a Palladino Ludovica e del Vecchio
Mimmo Frattini con alcuni “piccoli” in gara
Daniela, c’erano Renga Michela,
Fioravanti Marzia, Pani Elena,
Moreschini Camilla.
I bambini previsti in gara per i
metri 50 dorso, invece erano
Landolfo Mattia, Sette Mattia,
Pani Daniele, Caldarelli Daniele, Fuccelli Matteo, Proietti
Mattia, Trusiani Michael,
Castelli tiziano, De Angelis
Alex, Fittipaldi Massimiliano,
Gradoni Livio, Paolucci Francesco, Bruschi David. Nessuno
è riuscito però a salire sul
podio per i 50 metri dorso
Sia per i bambini che per le
bambine c’è stato un minor
numero di partecipanti ai metri
50 rana, che è una specialità un
po’ più difficile del dorso. Purtroppo al momento di chiudere
il giornale non sono ancora
disponibili i dati della gara sul
sito della UISP, forse perché il
Trofeo Giovanissimi è un circuito diverso dal campionato
interregionale, anche se partecipano le stesse squadre.
Da segnalare che alcuni bambini hanno partecipato nella stessa giornata a Roma alla gara
della FIN, Federazione Italiana
Nuoto, che è l’organizzazione
ufficiale in questo campo, mentre invece la Uisp (Unione italiana Sport per tutti), pur molto
seria, è un po’ più amatoriale.
Per questo si sono divisi anche
gli accompagnatori: Mimmo
Fratini ha condotto i “pulcini” a
Terni, e Giuseppina Salinetti ha
accompagnato i più competitivi
alla Piscina della Polizia di
Stato, a Roma.
28
Sport
CORSA A TRE PER LA PROMOZIONE
di Gianluca Simonelli
Castel Madama 43 punti, Sanpolese 43 punti, Centro Italia (RI) 40 punti
A parte clamorose sorprese, sono queste le maggiori candidate
alla vittoria finale del campionato di promozione Girone B.
Questo dice la classifica che
effettivamente rispecchia i
valori visti sul campo, anche se
a tal proposito va ricordato che
la Sampolese deve ancora recuperare due gare, una delle quali
proprio contro il Centro Italia.
Il 20 febbraio al campo comunale si è giocato l’attesissimo
derby contro la Sampolese di
mister Pierangeli e di tanti ex
rossoblu. La squadra, motivata
al massimo dal mister Biondi,
ha giocato una partita spettacolare e dopo mezz’ora già si trovava in vantaggio per 2-0 grazie
ai gol di Figlioli e Digiammatteo, tra l’esultanza dei tanti
tifosi che hanno riempito le gradinate di un comunale vestito a
festa. Il gol della Sampolese nel
finale del primo tempo ha creato qualche ansia, fino alla terza
meritatissima rete di Marzano
che ha chiuso la gara sul 3-1.
La domenica successiva (2702) è arrivata inattesa la sconfitta esterna 2-1 dal Fonte Nuova.
La squadra dopo aver subito gol
nel primo tempo, nella ripresa è
riuscita a pareggiare con
Bonamoneta, ma nel tentativo
di ribaltare la situazione è stata
beffata da una rete nel finale.
La squadra forse un po’ scarica
psicologicamente dopo il derby
e, nonostante gli inviti di mister
Biondi a non rilassarsi, ha
giocato una partita al di sotto
delle proprie possibilità, condizionata anche da un arbitraggio
discutibile.
CLASSIFICA DOPO IL 13 MARZO 2005
Squadra
P
G
V
N
P
CASTELMADAMA
SANPOLESE
CENTRO ITALIA
ROVIANO
MONTEROTONDO SCALO
FONTE NUOVA
TOR LUPARA
VILLANOVA GUIDONIA
FIDENE
RIANO CALCIO
TORRI IN SABINA
REBIBBIA
PRO CALCIO CONTIGLIANO
PASSO CORESE 1936
JENNE
CALCIO SUBIACO
43
43
40
37
35
33
33
27
26
26
25
23
22
17
15
12
22
20
21
21
22
21
22
22
22
22
22
21
22
22
20
22
13
14
11
11
7
8
8
7
6
7
5
4
6
3
3
1
4
4
7
4
14
9
9
6
8
5
10
11
4
8
6
9
5
3
3
6
1
4
5
9
8
10
7
6
12
11
11
12
Purtroppo anche l’incontro casalingo con il Monterotondo
(06-03) ha fatto registrare la
sconfitta del Castel Madama per
1-2. Pronta riscossa sul campo
dello Jenne con un rotondo 2-0
firmato Consorti e Corona.
Questo è il momento decisivo
per il campionato, il nostro
augurio è che i ragazzi si preparino al meglio e che i tifosi
sostengano numerosi la squadra, senza mai dimenticare
però che si tratta di un gioco.
La squadra dei giovanissimi del Castel Madama che parteciperà al Torneo Internazionale
Sport
29
XVI TORNEO INTERNAZIONALE DI CALCIO
CATEGORIA GIOVANISSIMI
PARTECIPANTI
GIRONE “A”
HASTINGS
CISCO LODIGIANI
P. C. ITALIA
CASTEL MADAMA
GIRONE “B”
S. T. AMAND
LAZIO SPA
MACIR CISTERNA
TIVOLI 1919
GIRONE “C”
OUDENAARDE
VIGOR PERCONTI
EDIPRO ROMA
VILLALBA
PROGRAMMA GARE
Mercoledì 23 Marzo 2005
CAMPO SPORTIVO “ATTILIO TESTA” CASTEL MADAMA
ORE 16,00
ORE 18,00
ORE 22,00
LAZIO SPA
CASTEL MADAMA
OUDENAARDE
MACIR CISTERNA
HASTINGS
EDIPRO ROMA
CAMPO SPORTIVO “ARCI DI TIVOLI”
ORE 17,00
TIVOLI 1919
S. T. AMAND
CAMPO SPORTIVO “OCRES MOCA” VILLALBA
ORE 17,00
ORE 18,15
CISCO LODIGIANI
VILLALBA
P.C. ITALIA
VIGOR PERCONTI
Giovedì 24 Marzo 2005
CAMPO SPORTIVO “ATTILIO TESTA” CASTEL MADAMA
ORE 9,30
ORE 11,30
ORE 15,00
ORE 17,00
ORE 19,00
P. C. ITALIA
LAZIO SPA
OUDENAARDE
MACIR CISTERNA
CISCO LODIGIANI
HASTINGS
TIVOLI 1919
VIGOR PERCONTI
S. T. AMAND
CASTEL MADAMA
CAMPO SPORTIVO “OCRES MOCA” VILLALBA
ORE 16,00
VILLALBA
EDIPRO ROMA
Venerdì 25 Marzo 2005
CAMPO SPORTIVO “ATTILIO TESTA” CASTEL MADAMA
ORE 9,30
ORE 11,30
ORE 15,00
ORE 17,00
ORE 19,00
OUDENAARDE
VIGOR PERCONTI
HASTINGS
LAZIO SPA
CASTEL MADAMA
VILLALBA
EDIPRO ROMA
CISCO LODIGIANI
S. T. AMAND
P. C. ITALIA
CAMPO SPORTIVO “ARCI DI TIVOLI”
ORE 16,00
TIVOLI 1919
MACIR CISTERNA
Sabato 26 Marzo 2005
CAMPO SPORTIVO “ATTILIO TESTA” CASTEL MADAMA
ORE 16,00
ORE 18,00
SQUADRA N° 1
SQUADRA N° 2
SQUADRA N° 3
SQUADRA N° 4
Domenica 27 Marzo 2005
CAMPO SPORTIVO “ATTILIO TESTA” CASTEL MADAMA
ORE 17,00
FINALE
L’Associazione
A L B AT R O S
e la Redazione de
Augurano
Buona Pasqua
30
Tradizioni popolari
Settimana Santa, Pasqua e Pasquetta
selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini
Dalla tesi sulle "Tradizioni Popolari a Castel Madama” di Vittorio Todini
Siccome facevo il chierichetto, nella settimana
santa partecipavo, insieme a qualche altro coetaneo, con il parroco, l’arciprete don Angelo
Lanciotti, o con il viceparroco, don Attilio (‘gnu
sa?, u ziu de Adermo Campalacasa), alla “binidizzione” delle case.
Per l’occasione si benedivano, oltre a tutta la
casa, anche le pizze di Pasqua, che solo dopo
potevano essere mangiate, e le uova, che servivano a fare le sagnassucche (già, le fettuccine) per la
domenica di Pasqua; pizze e uova erano disposte
sopra il tavolo della cucina; o della sala da pranzo
di quelle poche famiglie, che negli anni quaranta
la possedevano. Le famiglie regalavano al prete
una somma in denaro e un po’ di uova (l’una e
l’altra donazione dipendevano dalla disponibilità
e dalla generosità della donatrice, la padrona di
casa che ci accoglieva). A loro volta, parroco e
vice, regalavano a noi chierichetti una mancia e
qualche uova. La ponderosità della mancia e delle
uova dipendeva — eh sì, anche questa — dalla
generosità del donatore. Ma io non vi dirò con chi
era preferibile capitare…
Oltre alla benedizione delle case, c’era un
altro evento eccezionale nella Settimana Santa.
Ce lo racconta, qui di seguito, Vittorio Todini
nella sua tesi sulle “Tradizioni Popolari a Castel
Madama”:
Racanella, gnaccula e taccatavura (raganella,
gnaccola e tocca-tavola) – scrive Vittorio — sono
i tre giocattoli caratteristici della settimana santa;
più precisamente, se ne vedono in grande numero
dal tardo mattino del Giovedì Santo fino alla sera
del Venerdì Santo.
L’origine del loro uso risale alla necessità di
avvertire i fedeli dell’imminente inizio delle funzioni in Chiesa, dal momento che le campane tacciono, in segno di lutto per la morte di Gesù.
Gruppi di ragazzi percorrono le vie del paese e
agitano gli strumenti per richiamare l’attenzione
dei paesani: con l’occasione, su suggerimento di
qualche adulto, declamano anche delle filastrocche (alcune se ne ricordano ancora e qui sotto sono
trascritte), con le quali si commemora, poco rispettosamente in verità, la morte di qualche persona
del paese o viene messo alla berlina un avveni-
Tradizioni popolari
mento, che ha fatto scalpore durante l’anno e che
si presta alle beffe e alla satira.
Ecco di seguito alcune delle filastrocche più
conosciute:
E qui termina la pagina della tesi di Vittorio.
Aiu rotorio,
aiu rotorio:
s’è mortu
Franciscantonio;
la matre che ju fece
(quando la madre lo fece),
era niru
comme la pece.
A j’archittu,
a j’archittu:
s’è mortu
‘m purchittu,
s’è mortu
pe lla via,
je sonemo
l’Avemmaria.
La sera del Venerdì Santo c’era la processione,
che usciva dalla Chiesa di San Michele a “suaventru”, scendeva fino ai Collicelli e tornava indietro.
Dei personaggi della processione ce n’era uno
davvero spaventoso, che portava la croce e trascinava una catena legata a un piede, che emetteva
stridori terrificanti, rimbombanti nella notte.
Fin dal sabato si prendevano accordi per la
gita di Pasquetta: un evento importante, perché ai
tredici/quattordici anni la gita si poteva fare chiattarei e chiattarelle mmischiati. Nascevano così
amori folgoranti e, qualche volta, pervicaci, che
portavano all’altare.
31
Alla rocca,
alla rocca:
s’è morta
Ricciotta,
Ricciotta
(d)e Paraculu,
je sonemo
ju tammuru.
All’accetta,
all’accetta,
s’è morta
Luisetta,
Luisetta
la Romanella,
je sonemo
la racanella.
Io ne ricordo una di pasquetta a cui, oltre a
me, parteciparono Mario de Pepperoma e Pietro
Cacinetto bonanime, eppo’ Pietruccio de Zampittu e Vittorio de Furvio; e ce stéa puru ca’ femmona (ma una propia speciale, che la chiameanu
“ju sòle”).
La demà de Pasqua, piccoli e grandi indossavano j’abbitu novu, “ma sta attentu, ce diceanu le
mari, che se ju zuzzi t’ammazzo”.
L’aspettativa per la gita di pasquetta era così
febbrile,
che a qualcuno la… febbre veniva davvero;
e, così, era tutto rinviato a un altr’anno…
32
Storia e memoria
DIMENTICARE SALÒ?
testo di Gualtiero Todini. A cura di Ivano Moreschini
L’istituzione a Castel Madama della giornata della memoria
delle vittime dell’esercito tedesco è stata seguita da volantini sulla pacificazione.
Anche in Parlamento si discute sulla Repubblica di Salò. Vediamo come
Giù le mani dalla Storia. Si direbbe con una forte espressione
retorica d’altri tempi. Più sommessamente, ma più fermamente, oggi diciamo che ci vuole
molta faccia tosta per sostenere
che, se non consideriamo “a
tutti gli effetti militari belligeranti” (come sostiene una proposta di legge di Alleanza Nazionale) i repubblichini della
Repubblica di Salò, “significherebbe degradare la nostra razza,
annullare il retaggio di gloria e
di valore che ci lasciarono coloro che nella guerra immolarono
la vita” (la vecchia retorica
fascista che non vuole morire:
arrogante e falsaria).
Falsaria perché vuole cambiare
i connotati originari della nostra
Repubblica e della nostra Costituzione, che nascono con la
Liberazione dal fascismo il 25
aprile 1945. E liberazione dal
fascismo significa anche liberazione dai fascisti di Salò, che
Mussolini a Salò
impiccavano come traditori i partigiani caduti
nelle loro mani. È questa l’operazione tentata
da Alleanza Nazionale,
a testimonianza che tanta acqua deve ancora
sgorgare dalle sorgenti
di Fiuggi, dove Alleanza
Nazionale dieci anni fa
celebrò la sua rigenerazione democratica; rigenerazione che anche a
posteriori si rivela un
po’ superficiale.
A Castel Madama pensavo dovesse apparire
piuttosto arduo il tentativo di cancellare il doloroso ricordo, che tanti
cittadini conservano della violenza fascista.
Violenza fascista che
anche da noi tentò di
sopprimere la libertà di Propaganda di Salò contro i Partigiani
parola e di azione (non
si possono dimenticare
le persecuzioni ai danni di chi si
Mussolini e nominò il governo
opponeva al regime: Illidio RoBadoglio. Fu Hitler che rimise
tondi, Torquato Lolli, Michele
in piedi Mussolini, liberandolo
Grelli, Urbano Moreschini, Lodal Gran Sasso, dove era stato
reto Amabili; ecc.). Evidenteimprigionato, aiutandolo a fonmente alla faccia tosta non c’è
dare (Mussolini leghista antelimite. Perché non leggere o
litteram) la Repubblica di Salò.
rileggere “Intrecci”?
E furono americani e inglesi e i
nostri partigiani a liberare l’ItaMa tornando alla Grande Storia.
lia dalla peste fascista: soltanto
Su quale base di legittimità si
fondano le imprese della Redopo fu possibile la costruzione
pubblica di Salò? A quei tempi
di un’Italia libera.
la Carta Costituzionale dello
Adesso vogliamo la PacificaStato Italiano si identificava
zione Nazionale?
nello Statuto Savoia; era il re
D’accordo. Ma le premesse
che dimissionava e nominava i
sono queste appena enunciate.
governi; fu il re che dimissionò
Non si scappa.
Storia e memoria
33
Stralcio della relazione e del disegno di legge
d’iniziativa di alcuni Senatori di Alleanza Nazionale
[...]Anche a voler considerare i reparti della Repubblica sociale italiana quali milizie alle dipendenze del tedesco invasore,
egualmente dovrebbe ad essi riconoscersi la qualità di belligeranti, perché comandati da capi responsabili, portavano segni distintivi e riconoscibili a distanza, apertamente le armi, e si conformavano, per quanto era possibile, nei confronti dell’avversario
belligerante, alle leggi e agli usi di guerra (i partigiani non erano
belligeranti, come si vedrà in seguito)[…]
[…] se si può parlare di collaborazionismo e di tradimento nel
senso giuridico, non si può certo affermare che le centinaia di
migliaia di soldati che rimasero al nord a combattere contro gli
alleati e le truppe regie, fossero un’accozzaglia di traditori. Accettare e consacrare alla storia una tesi simile, significherebbe degradare la nostra razza, annullare il retaggio di gloria e di valore che
ci lasciarono coloro che nella guerra immolarono la vita, creare al
cospetto delle altre nazioni una leggenda che non torna ad onore
del popolo italiano. […]
DISEGNO DI LEGGE
Art. 1.
1. I soldati, i sottufficiali e gli ufficiali che prestarono servizio
nella Repubblica sociale italiana (RSI) sono considerati a tutti gli
effetti militari belligeranti, equiparati a quanti prestarono servizio
nei diversi eserciti dei Paesi tra loro in conflitto durante la seconda guerra mondiale. […]
Claudio Pavone: “Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità della Resistenza”
BOLLATI BORINGHIERI, 1994
Il libro, pubblicato nella prima
edizione nel 1991, si segnala
per la netta presa di posizione
sul fatto che nel periodo 19431945 in Italia c’è stata una
guerra civile. Non è un’indicazione scontata, per la storiografica non di destra italiana. Infatti soltanto a partire dalle
vicende mondiali del 1989, e
dalle conseguenze sul sistema
politico italiano, si è cominciato
ad affrontare il “rimosso” del
tragico periodo 1943-1945:
sconfitta nella guerra voluta
dal fascismo, invasione alleata,
armistizio, occupazione tedesca, repubblica di Salò.
Pavone individua almeno tre
guerre parallele in quel periodo: una guerra patriottica, per
liberare l’Italia dall’invasore
tedesco; una guerra civile, tra
fascisti organizzati in forma
di stato, seppure succube ai
Tedeschi, nella repubblica di
Salò, e gli antifascisti, uniti
nella lotta partigiana, ma diversi nelle prospettive del
dopoguerra; una guerra di classe, appena accennata forse, ma
presente nell’ideologia dei rinascenti partiti di sinistra, il
socialista ed il comunista.
La violenza di quegli anni
proseguì anche nel dopoguerra, come spiega recentemente
Giampaolo Pansa nel “Sangue
dei vinti”: Pavone però argomenta che era diventata strumento di lotta politica da molto
prima, dallo squadrismo fascista del primo dopoguerra. È difficile misurarla con il metro di
oggi. Pavone infine tiene molto
al sottotitolo, perché egli, pur
riconoscendo alcune delle
ragioni di chi ha combattuto per
la Repubblica di Salò, è convinto che mai come in quel
momento ci fosse chi aveva
ragione e chi aveva torto. E per
lui la Resistenza è stata, ed è
ancora, una scelta etica, una
speranza di rinnovamento del
paese che si è, almeno in parte,
realizzata.
Il libro è reperibile nelle
BIBLIOTECHE.
Musica
35
Strawinsky: UCCELLO DI FUOCO
di Marco Cicogna
Marco Cicogna, firma di punta di “Audioreview”,
è una vecchia conoscenza degli appassionati di musica classica di Castel Madama
Ritratti di Valery Gergiev
Valery Gergiev è non soltanto
uno degli interpreti più attendibili del momento, ma anche uno
dei più affascinanti. In diverse
occasioni sulle pagine di AR
abbiamo seguito (praticamente
sin dagli esordi) la sua feconda
attività discografica con l’orchestra del Kirov, portata a
livelli di eccellenza tanto in
ambito sinfonico quanto operistico, come dimostra una vasta
porzione del catalogo Philips
(in audio e in video). Ospite
graditissimo a Roma lo ricordiamo con una entusiasmante
lettura della Dama di picche di
Tchaikowsky e in tutte le sue
incursioni italiane. È stato capace di commuovere persino nei
bis, e ancora freme il pubblico
di Santa Cecilia per la vibrante
esecuzione della “Intruda” dallo
Schiaccianoci. L’Uccello di
Fuoco di Strawinsky è una delle
partiture cardine della musica
del Novecento per lo splendore
dell’orchestrazione e per il linguaggio “nuovo” che annuncia
in più parti la rivoluzione copernicana della Sagra della Primavera. La versione qui incisa è
l’ampia suite rivista dall’autore
nel 1919, la strumentazione
alleggerita in alcune parti tanto
da risultare più trasparente e
perfettamente delineata al proprio interno. Inutile dire che
Gergiev conosce a fondo questo
repertorio e domina ogni sezione dei Wiener, giocando con
assoluta disinvoltura sul perfetto equilibrio timbrico ed esaltando l’elemento ritmico nell’Uccello di Fuoco. Nel lungo
crescendo conclusivo il primo
corno entra sicuro su quella
nota bestia nera di ogni esecutore, sorretto da un lievissimo tre-
molo dei violini che crea un
senso quasi magico di attesa. È
un fluire di musica che punteggiato dal clangore delle percussioni sfocia in un accordo finale tenuto in fortissimo che
lascerebbe senza fiato ogni
orchestra meno che eccellente.
Incisione nitida e trasparente,
da apprezzare con un grande
impianto a volume realistico.
Locandina
Le registrazione, dell’estate 2000, è
affidata alla ORF e alla regia collaudatissima di Brian Large, grande esteta della musica in immagini, capace di
farci seguire strumento per strumento
anche con Strawinsky senza mai perdere la visione d’insieme. L’audio
dimostra ancora una volta come con il
Dts proposto dalla TDK siamo ai
migliori livelli oggi possibili, tanto
che questo DVD è stato il mio riferimento nel corso delle giornate del Top
Audio. Oltre all’ampio concerto il
programma comprende mezz’ora di
intervista a Gergiev e a Bashmet.
Voto Artistico 9,5 – Voto Tecnico 9,5
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Rubrica
FARNESE VINO D’ABRUZZO
di Marco Moreschini
La vocazione internazionale dei vini abruzzesi
Nel quadro delle iniziative di accompagnamento al
corso di qualificazione per sommeliers si è tenuto a
Villa Adriana il 25 febbraio 2005, presso la Tenuta di
Rocca Bruna, un incontro con l’enologo e co-proprietario dell’Azienda vinicola Farnese di Ortona, curato
da Adua Villa, docente AIS, nonché sommelieuse nota
al pubblico televisivo. Durante l’incontro abbiamo
avuto modo di degustare tre vini che stanno ottenendo
di anno in anno sempre più riconoscimenti. Curioso è
stato apprendere la matrice storica comune che lega
Castel Madama a Ortona: Ottavio Farnese, infatti, fu il
secondo marito di Madama Margherita d’Austria, e
Ortona acquistata dai Farnese nel 1582, fu residenza
estiva della figlia naturale dell’imperatore Carlo V fino
alla morte sopraggiunta nel 1586.
L’enologo di questa azienda che esporta in 49 paesi,
Filippo Baccalaro, piemontese, ma abruzzese d’adozione da ormai 10 anni, ha tessuto le lodi dei terreni abruzzesi, che permettono alla provincia di Chieti di essere la
seconda in Italia per quantità prodotta dopo quella di
Trapani, quella del Marsala. Definendo l’Abruzzo
quale Terra ricca e generosa che produce oltre 10 milioni di bottiglie l’anno, lo ha diviso in due aree dal punto
di vista enologico: la prima è quella del Nord, delle colline Teramane della DOCG Montepulciano, dove il terreno è collinare, calcareo e concentrato, più adatto per
creare vini da invecchiamento e di una certa robustezza
tannica. La seconda è quella del Sud, la terra di Ortona
e Vasto per intenderci, dove il terreno argilloso e profondo e l’influenza del mare danno vita a vini di una
certa freschezza e sapidità, soprattutto bianchi di qualità e ne fanno terra adatta anche a sperimentare vitigni
internazionali lasciando spazio anche alla creatività
degli enologi. Baccalaro ha poi detto che un vino si
deve sì lavorare in cantina (senza lasciarlo troppo nel
legno), ma che l’attenzione deve essere riposta sopratutto nella cura della vite: fondamentale in tal senso è
stato l’aiuto di enologi provenienti dalle nuove terre del
vino, Cile ed Australia, innovativi e anche a buon mercato. Ed ancora ha detto di preferire il rispetto della tipicità del vino e dei terreni, non amando, come i francesi, sovraccaricare la produzione per ettaro. La Farnese è
per un’utilizzazione moderata della solforosa (il bisolfito), “unico modo per conservare, stabilizzare e non far
ossidare il vino: aggiungere azoto e prodotti organici
nel terreno creando prodotti biodinamici non garantisce
ancora gli stessi risultati”.
Passando alla degustazione dei tre vini richiamati,
quelli selezionati sono stati lo Chardonnay Bianco
OPIS Terre di Chieti, Il Montepulciano Opis 100% e
l’Edizione 5 Autoctoni.
Tralasciando i primi due vini, che Luca Maroni, per
l’Annuario dei vini Italiani, ha valutato fra gli eccellenti, passiamo al pezzo forte della produzione Farnese,
Un momento di una lezione del corso AIS di Tivoli
quell’Edizione 5 autoctoni 2002 che l’Annuario 2005
dell’AIS fregia del massimo della valutazione (5 grappoli). Sorto da una scommessa dell’enologo con il
“Veronelli” inglese Hughes Johnson, il quale asseriva
che non era possibile avere un decoroso blend con una
miscela di vini autoctoni, ma solo con quelli internazionali, questo vino ha pienamente smentito il britannico. Si è ottenuto un taglio internazionale, rispettando
l’autenticità di cinque vitigni meridionali. La miscela
di vini è così composta: il Montepulciano 33%, il
Primitivo 30%, il Sangiovese 25%, il Negroamaro 7%,
e la Malvasia 5%, tutti vinificati separatamente, poi
uniti. Contenuto in una sontuosa bottiglia bordolese da
1 Kg e 200 gr, questo innovativo Vino da Tavola, giunto alla 4° edizione, ha un colore molto concentrato granato, una gradazione di 14, 5%, una consistenza visibile, e si presenta con profumi di frutta rossa matura
(amarena e ribes su tutti) e con una nota balsamica fresca, mista ad un sentore di tostato che ricorda il cacao
ed il caffè, provenienti dall’invecchiamento almeno di
un anno in roveri francesi. Al gusto lo stesso vino si
rivela morbido, dotato di tannini eleganti e raffinati,
quasi avvolgenti, che non lasciano sensazioni di durezza sull’arco gengivale, è dotato di una buona spalla
acida, che si manifesta ai lati posteriori della lingua,
comportando una insistente salivazione. Lo stesso vino
si accosta perfettamente a piatti di selvaggina, molto
saporiti, o assieme a formaggi freschi o speziati.
L’armonia di questo vino deriva in gran parte dalle
caratteristiche dei vitigni autoctoni pugliesi e lo stesso
non perde affatto la competizione con i blend e i tagli
internazionali. L’Abruzzo, quindi, ha una vocazione
internazionale per i vini e le aziende sono sempre più
consapevoli delle risorse che offre: buono a sapersi per
me, che oramai da un anno e mezzo vago per lavoro fra
le affascinanti terre dei nostri vicini di Regione.
Cinema
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MILLION DOLLAR BABY
di Gualtiero Todini
La trama non è originale; la suggerisce a
Eastwood un racconto dello scrittore F. X. Toole;
ma il film che ne nasce è davvero bello, talmente
bello da essere premiato con l’Oscar alla regìa e
alla migliore pellicola statunitense. Un film duro,
amaro, scarno, che affibbia ripetuti colpi bassi
all’osannato “Sogno Americano”. Sì, ho detto
“colpi bassi”, perché è un film sul mondo della
boxe, che si svolge in una sordida palestra, priva
di luce naturale, gestita da un vecchio allenatore,
Frankie-Eastwood, aiutato da un fedele amico di
giovanili scorribande, il bravo attore di colore
Morgan Freeman (anche a lui l’Oscar 2005, come
migliore attore maschile non-protagonista), che ha
sempre una buona parola per tutti, anche per il più
incapace degli aspiranti boxeurs.
I frequentatori della palestra sono personaggi
mediocri in cerca di un’affermazione, che risulta
quasi sempre chimerica: siamo ben lontani dai
fasti dell’uomo americano “che si fa da sé”. Oltre
a Freeman, guadagna l’Oscar anche Hilary
Swamp, quale migliore attrice protagonista, nella
parte di Maggie, una ragazza povera ma ostinata,
che si presenta al burbero Frankie, per essere allenata a vincere. Sorretta da Morgan (il nome nel
film non lo ricordo), Maggie a poco a poco entra
nel cuore di Frankie, al quale si lega anche come
ad un padre-vicario, avendo perso il suo, di cui
conserva un ammirato ricordo. Frankie gradualmente cede all’ostinazione della ragazza: anche
lui trova in Maggie una figlia-vicaria, dal momento che da anni scrive lettere ad una figlia “offesa”
(nel film non si dice come e perché), puntualmente respinte al mittente.
Nasce, nello sviluppo degli eventi una famiglia atipica, in cui l’affetto, scarno e poco loquace, ma sincero, lega i personaggi sempre più profondamente. Affetto vero, anzi amore, ma non nel
senso volgare che immagina la madre di Maggie.
A proposito della madre, quando Maggie, avendo
fatto un po’ di soldi, le regala una casa spaziosa
che la faccia uscire dal tugurio in cui vive con il
resto della famiglia (una sorella con figlio, un fratello inetto e “coatto”), costei la rimbrotta perché
la proprietà di una casa la priverà del sussidio
governativo.
Maggie impara presto a boxare con intelligenza e a menare colpi micidiali; tanto che in un
anno e mezzo arriva a combattere per il titolo
Clint Eastwood e Hilary Swamp in una scena del film
mondiale (in palio un milione di dollari). Gli
spettatori sono certi che vincerebbe il titolo, se la
rivale non le sferrasse un illecito “colpo basso”,
che le fracassa la schiena e il collo. Qui si spezza il sogno di Maggie (riscattarsi dalla miseria di
un destino crudele verso i poveri) e si spezza la
sua vita. La “dolce morte” implorata e ottenuta
da Frankie, suo nuovo padre, è la logica conclusione del film. Frankie, che si è accollato il destino di questa nuova figlia fatta a pezzi davanti a
lui impotente, dopo averle procurato la morte
vera, sparisce non sappiamo dove. Un film
amaro, lo ribadisco, perché è un film in cui il tentativo di sfuggire alla solitudine si frantuma, cozzando contro la durezza del destino.
Naturalmente l’assegnazione dell’Oscar alla
migliore regìa è assolutamente meritata: l’autore
riesce a trattenere la tentazione di occupare troppo
il campo. La sua recitazione è, perciò, misurata e
scarna; poche le parole e solo quelle strettamente
necessarie; per il resto soltanto gesti e sguardi; ma
anche questi essenziali, rapidi. Dunque, un bel
film; senza dubbio da vedere.
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Libri
NON HAI ANCORA LETTO
“IL CODICE DA VINCI?”
di Gualtiero Todini
Pagine 523. Quasi dieci milioni di copie vendute negli
Stati Uniti, dove sono nati il libro (nel 2003) e Dan
Brown, che ne è l’autore. Tradotto in quaranta lingue.
Copie vendute in Italia, dove è uscito un anno fa: oltre
un milione e mezzo. Queste le cifre che fanno del
romanzo “Il codice Da Vinci” (ed. Mondadori) un
avvenimento narrativo. Si tratta di un libro “thriller”
che - come dice la parola stessa - suscita fremiti e brividi: insomma, un giallo in piena regola, dove i personaggi che sembrano innocenti e puri sono dei raffinati
criminali; e viceversa. E del romanzo giallo si respirano “suspence” e colpi di scena, tanto che la lettura ti
avvince e non vedi l’ora di disporre di un po’ di tempo
libero, per correre a leggerne ancora un po’ di pagine.
Anche io, che di solito non mi lascio togliere il fiato dai
gialli, mi sono lasciato avvincere dalla lettura del libro
e pur non divorandolo, come è capitato ad altri, l’ho
letto abbastanza in fretta, avendo un po’ di tempo a
disposizione (ero in settimana bianca). Ed ora volentie-
ri ve ne sto parlando, anche per soddisfare una esplicita richiesta di Salvatore, colui che ogni mese si sobbarca la dura fatica di impaginare il nostro giornale: e per
questo penso proprio che se lo meriti. Comunque, sarà
una recensione breve e non molto particolareggiata, per
lasciare agli eventuali lettori la gioia della scoperta.
Dunque, due sono i protagonisti del racconto: lo studioso Robert Langdon e la crittologa Sophie Neveu, il cui
nonno, Jacques Saunière, curatore del celebre Museo
parigino del Louvre, è stato assassinato dentro il museo
stesso. Saunière, però, prima di morire, è riuscito a
scrivere con il suo sangue il nome di Langdon e un
crittogramma; inoltre, viene ritrovato nudo in una posizione davvero originale: braccia a “v” e gambe allargate a forma di “v” capovolta, proprio come “l’uomo
di Vitruvio”, caro a Leonardo Da Vinci. Questi segnali
quale segreto racchiudono? È a partire da questo interrogativo che parte la ricerca dei nostri due eroi, Robert
e Sophie. Ricerca che li condurrà ad aprire, una dopo
l’altra, le scatole cinesi, che racchiudono il segreto con
il cui disvelamento il libro si chiude.
Già: in che cosa consiste questo segreto? Questo
ovviamente non sarò io a svelarlo in queste note; posso
solo dire che esso riguarda il ruolo che nella storia dell’umanità e, quindi, nella storia delle religioni ha svolto l’eterno femminino; e i tentativi che sono stati messi
in atto anche dal Cristianesimo ufficiale per offuscarlo,
anzi cancellarlo. Ne è una riprova il fatto che delle
decine di vangeli a noi tramandati sono stati privilegiati e selezionati soltanto quelli incentrati sulla figura
“divina” di Cristo.
La critica, piuttosto che discutere dei pregi o difetti
narrativi, riscontrabili nello scorrere delle pagine, si è
concentrata su questa piega che ad un certo punto prende il romanzo, appassionandosi alla disputa se il libro
è solo un romanzo giallo o un pretesto per rivendicare
la centralità della donna nella storia umana, costituendo, perciò, un attacco frontale al cuore della Chiesa.
Una disputa che, secondo me, può avere una sua ragion
d’essere in un ambito antropologico-religioso, ma che
ha poco, molto poco a che fare con un confronto critico sulle qualità di un’opera narrativa.
Una particolarità del romanzo, a cui voglio accennare in
mezzo a tanto insistere sul sesso da parte di tanta produzione libresca e televisiva (ma in tv il sesso è spesso
pura spazzatura), è che in esso non si parla di sesso. E
dell’attrazione, intellettuale e sentimentale e, soltanto
alla fine, anche fisica, che coinvolge i due protagonisti,
si fa appena un cenno, sobrio e delicato, in una delle
ultime pagine.
Messaggio elettorale autogestito a titolo oneroso
Committente responsabile: Ruggiero Ruggeri