Giugno - La Piazza

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Giugno - La Piazza
Periodico
dell’Associazione
Culturale Albatros
Anno 5 - Numero 6
GIUGNO 2008
Pag. 4
CLINICA:
IN DIRITTURA
D’ARRIVO
Pag. 35
CINEMA:
GOMORRA
PREMIATO
A CANNES
Pag. 37
GYMNICA:
SAGGIO
DI FINE ANNO
Giugno 2008
Spettacoli
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IN SCENA “LA STORIA”
Settembre 1943 - Giugno 1944
di Ivo Santolamazza
L’unica cosa che rimane è la testimonianza. Passione,
commozione e coraggio si intersecano nella lettura a più
voci dal titolo “La storia”, ideata e diretta da Anacleto Lauri,
rappresentata a Castel Madama l’8 giugno 2008. Iniziativa
resa possibile dalla Presidenza del Consiglio della
Regione Lazio, dall’Associazione Culturale Video Officina
Creativa, dall’Associazione per la memoria e la storia della
resistenza della Valle dell’Aniene, dall’Associazione
Culturale Dedalo - ArsHaus Teatrodanza, dall’Associazione Alter Ego e da lateladelragno. I Comuni citati nei
racconti e nei quali sono state previste altre date della rappresentazione, oltre a Castel Madama, sono Vicovaro,
Arsoli, Canterano, Tivoli, Subiaco, Cervara, Agosta, Rocca
Canterano. “La storia” è un viaggio attraverso gli eventi che
sconvolsero i paesi della Valle dell’Aniene durante l’occupazione nazista. È il ricordo dei novantuno contadini trucidati per rappresaglia dalle truppe nazi-fasciste in ritirata. È
la riflessione, attraverso le immagini della distruzione
proiettate sullo sfondo del palcoscenico, per gli oltre trecento deceduti tra Tivoli e Subiaco. Protagonista è la realtà, il passato, la guerra. Le voci degli attori urlano paura,
forza, riscatto. I commedianti prestano gola e movenze
alle grida della morte per la libertà. Il tutto è accompagnato per mano dai racconti dei sopravvissuti, i quali si sforzano affinché nulla vada perso, offuscato o distorto.
Le danzatrici, sulle note di Mozart, si mescolano tra le
parole e i ricordi rappresentando gli addii, gli animi di tutte
quelle donne che vissero il distacco dei propri mariti, figli
e fratelli che, sotto la minaccia delle armi o con l’inganno,
vennero portati a morire. Da qui seguono ancora in danza
le fucilazioni tra la coscienza di coloro che sanno di dover
morire per mano di un plotone di esecuzione e il dramma
di chi resta, di chi ne porterà il lutto. Fino ad arrivare alla
coreografia che lascia fluttuare le scale, quelle scale in
legno che venivano utilizzate per raccogliere le vittime,
una metafora della resurrezione, del sacrificio fisico e del
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pianto delle madri di quei novantuno contadini uccisi nella
Valle dell’Aniene e dell’Empolitana.
Da film, libri, foto, giornali e documentari si ramifica un
racconto che a tratti pietrifica, quando, in fila, lascia scivolare i nomi delle vittime, uno dopo l’altro.
Tra l’1 e il 10 settembre del 1943, lungo la strada di questa valle, si sfiorano le storie più svariate. Lo stato maggiore fa affluire su Tivoli e la Valle le divisioni motocorazzate Ariete e Centauro che insieme alla Piave erano le più
equipaggiate. Per cosa? Per proteggere fanti, cavalli e re
che scappano lungo la Tiburtina per Ortona? Da chi? Da
un nemico che da queste parti ancora non c’era. Ma di lì
a poco, essendo Roma sguarnita dal lato nord, il nemico
sarebbe arrivato in massa. Fu così che nel giro di una settimana i soldati italiani di quelle divisioni si disperdono sui
monti cercando aiuto e sostegno alle popolazioni. Cervara
arrivò anche a 5-6 mila militari in fuga. L’esercito tedesco
invade uno dopo l’altro i paesi della zona piazzando
comandi, depositi, ospedali e quant’altro in appoggio al
fronte di Cassino.
Il 26 maggio 1944 iniziò un bombardamento aereo su
Tivoli da parte degli alleati. Ore 9,45 il primo, trenta minuti dopo il secondo. Sotto le macerie tiburtini e soccorritori
accorsi per portare aiuto alle vittime del primo raid. Non
c’era nessuna linea immaginaria fra Tivoli e Frascati, entro
cui i tedeschi stavano organizzando, dopo Cassino, un
altro fronte. E sicuramente questo tracciato non passava
attraverso le abitazioni dei civili distrutte per il 40%, le
chiese, le fabbriche, l’ospedale militare organizzato nel
Convitto Nazionale. Nel mirino non ci furono gli snodi e le
arterie più importanti. Cos’era? La strategia della guerra,
di tutte le guerre che impongono umiliazione a popolazioni locali facili poi da sottomettere? E così fu anche l’1 e il
2 giugno 1944 quando Tivoli venne rasa al suolo.
Sempre il 26 maggio 1944 è impresso nelle memorie di
Madonna della Pace così come il 7 giugno 1944 di
Vicovaro che, forte della voglia di indipendenza e della
militanza antifascista di alcuni cittadini, vede il sacrificio di
trenta persone.
Il 6 giugno 1944, invece, è ricordato a Castel Madama
come il giorno della strage di Colle Siccu, delle vittime
scovate, catturate e poi uccise. Quei contadini cacciati
dalle loro abitazioni dai tedeschi qualche giorno prima, in
una giornata che scorreva come le altre. Il pane stava
cocendo, i bambini giocavano, gli uomini sistemavano gli
animali finché prevalse la superbia. Così i fuggiaschi si
ripararono nelle grotte, ammassati nei loro timidi lamenti,
fin quando arrivò il giorno dello strazio. E ben presto
avranno smesso di parlare, di capire, di vivere.
Ricordiamo così Michele, Decio, Giovanni e tutti gli altri…
morti per la libertà.
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Amministrazione
Giugno 2008
AREA DELL’EX-MATTATOIO:
DA DISCARICA A CLINICA
a cura di Carla Santolamazza
Nel Consiglio Comunale del 6 maggio 2008 è stata deliberata
l’approvazione definitiva della variante speciale al P.R.G. dell’area dell’ex mattatoio
per consentire la realizzazione di una struttura sanitaria
Tutto comincia nel lontano settembre del 1963,
quando il Comune di Castel Madama approva il
progetto per la costruzione di un mattatoio comunale, che viene in seguito realizzato su un’area di
proprietà del Comune stesso con un finanziamento
del Ministero dei Lavori Pubblici. Ma il mattatoio
non sarà mai utilizzato come tale e lasciato all’incuria del tempo con “destinazione” raccolta rifiuti
ingombranti pian piano è diventato una discarica a
cielo aperto ed è andato incontro al degrado. Nel
2004 il Consiglio Comunale approva un piano di
recupero urbano di aree dismesse tra le quali è
compresa quella del Mattatoio, condizione questa
per poter concedere l’area di proprietà comunale
in diritto di superficie ad un privato per la riquali-
ficazione come nelle intenzioni della allora amministrazione Scardala. Quindi nel febbraio del 2005
con deliberazione n. 12 il Comune avvia il procedimento per la riqualificazione dell’immobile
situato sull’area del mattatoio di proprietà comunale e per il cambiamento della destinazione
d’uso. A marzo la Giunta Comunale con delibera
n. 32 approva l’avviso pubblico per l’acquisizione
di proposte finalizzate all’utilizzo e alla trasformazione dell’area dell’ex mattatoio. A luglio con
deliberazione di Giunta Comunale si prende atto
dell’unica offerta pervenuta da parte della Italian
Hospital Group spa, con sede in via Tiburtina
n. 188, a Guidonia. La società chiede la concessione in diritto di superficie del terreno comunale su
“La Piazza”
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Vicolo Giustini, n. 10
00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849
Anno 5, n. 6 - Giugno 2008
Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04
Direttore Responsabile: Rino Sciarretta
Capo Redazione: Carla Santolamazza
Redazione: Alessandra De Santis, Federico Chicca,
Ivano Chicca, Ivano Moreschini, Ramona Pompili,
Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero
Valentina Torella, Gualtiero Todini,
Ivo Santolamazza, Michele Scrocca, Elisa Livi,
Fabio Moreschini, Dott. Guglielmo Trua
Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355
Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis
Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - Castel Madama
Chiuso in redazione il 16/06/2008 - Tiratura 1.500 copie
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com
E-mail: [email protected]
[email protected]
LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ
DALLE ORE 18 ALLE 20
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In scena la storia
Da discarica a clinica
I conti del Comune
Variante Generale di Piano
Centro Anziani
Quelli che ... continuano
Non solo birra
Sangue ... e altro
Brevi
IX Comunità Montana
In ... Forma
Vicovaro
Tivoli
I 60 anni della Costituzione
Tradizioni popolari
Lucretili: itinerario
Cinema: Gomorra
Mostra
Gimnica
Musica
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Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli
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Amministrazione
cui è costruito l’edificio del mattatoio, offrendo un
canone di 12.000,00 euro l’anno per 30 anni. La
proposta progettuale prevede la demolizione dei
corpi di fabbrica esistenti e la realizzazione di una
pari volumetria in un’unica costruzione di tipo
“villa bifamiliare”, per ospitare residenze sanitarie
riabilitative di tipo sociale e/o terapeutico. Ad agosto con deliberazione di Giunta viene approvata la
proposta della società ed il Comune concede il
diritto di superficie su un’area di 3.350 mq., distinta in catasto al foglio 5, particella 162: cioè l’area
dell’attuale mattatoio. A novembre sembra tutto in
regola per l’approvazione definitiva del progetto
ed invece si presentano alcuni problemi. Si accerta
che l’area su cui sorge il mattatoio non è ricompresa nel Piano di recupero urbano del 2004, ma è
sempre rimasta zona agricola. Erroneamente non è
stata inserita nella Variante Generale del ’74,
approvata dalla Regione nel Centro Urbano, come
zona a servizi attrezzati e quindi è ancora oggi
zona agricola. Questa la spiegazione fornita dall’amministrazione in carica nel novembre del
2005 in una proposta di deliberazione. Il progetto
dunque costituisce variante al Piano Regolatore
vigente? Inizia una diatriba tra maggioranza e
opposizione tra variante sostanziale e non e tra
possibilità di variazione nel caso si tratti di opera
pubblica e procedura di variante se interviene il
privato. Sta di fatto che nel dicembre dello stesso
anno con delibera n. 45 il Consiglio approva definitivamente il progetto, presentato dalla Società
I.H.G. vincitrice del bando, e firmato dall’Ing. Stefano Grignaffini, per la realizzazione della struttura terapeutica. A febbraio 2006 la Conferenza di
servizi approva il progetto della clinica e a novembre la Regione Lazio rilascia parere favorevole;
dopodiché nello stesso mese il Comune invia sempre alla Regione, Dipartimento Territorio, Direzione Regionale, Area Urbanistica e Beni Ambientali,
tutta la documentazione relativa alla clinica per il
parere di competenza. Inizia un carteggio con la
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Regione, nel frattempo a giugno del 2006 si insedia
la Giunta Salinetti, e a gennaio 2007 la Regione
richiede ulteriore documentazione, finché a maggio dello stesso anno si arriva alla pubblicazione,
sul Bollettino della Regione, degli atti e del progetto finalizzato alla variante urbanistica. Scaduti i
termini per la presentazione delle osservazioni, il
Consiglio comunale a fine giugno prende atto della
mancata presentazione delle osservazioni ed invia
alla Regione tutta la documentazione relativa alla
variante così da accelerare la conclusione dell’iter.
Ad ottobre la Regione restituisce al Comune la
documentazione, comunicando che la variante non
è necessaria in quanto il terreno, su cui deve sorgere la clinica, è di proprietà comunale e quindi non
soggetto ad un procedimento di esproprio, in base
all’art. 10 e 19 del D.P.R. n. 327/01.
Il progetto dunque, anche se in contrasto con lo
strumento urbanistico, la variante generale al
P.R.G. del ’74, risulta però conforme con la normativa ambientale, sanitaria e di sicurezza del lavoro,
per cui è possibile convocare una conferenza di servizi e decidere una proposta di variante speciale su
cui si pronuncia definitivamente il Consiglio
Comunale senza l’approvazione della Regione. Nel
frattempo, prima dell’estate, la società I.H.G. rivendica il diritto di disporre dell’area dell’ex mattatoio, per la quale sta pagando al comune un canone
di affitto dall’ottobre del 2005, e minaccia una iniziativa legale. Quindi l’amministrazione decide di
chiudere l’ex mattatoio come sito di raccolta dei
rifiuti ingombranti e a dicembre del 2007 convoca
la conferenza di servizi il cui verbale viene approvato ad aprile del 2008, Questo atto conclude l’iter
della proposta di variante speciale al P.R.G. relativamente all’area dell’ex mattatoio e con la deliberazione di Consiglio del 6 maggio scorso si approva definitivamente la variante per cui l’area da
agricola A1 diventa area a servizi da destinarsi alla
realizzazione della struttura sanitaria. In questi
giorni è in atto la pulizia, speriamo definitiva, dell’area per avviare la sua trasformazione.
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Amministrazione
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I CONTI DEL COMUNE RITARDANO
di Ivano Moreschini
Il bilancio comunale di quest’anno si fa attendere. Nel
Consiglio Comunale convocato per il 30 maggio scorso,
infatti, erano presenti soltanto alcune deliberazioni preparatorie, come l’approvazione dell’aliquota dell’Ici, ovvero il
regolamento sulla tassa di occupazione del suolo pubblico. Il bilancio del 2008, ed il programma delle opere pubbliche, che sono la vera carta da visita dell’Amministrazione, sono in discussione sabato 14 giugno. Eppure la
scadenza ultima di legge era fissata al 31 maggio 2008.
Quali sono le ragioni di questa presentazione ritardata del
principale atto di programmazione del Comune? È probabile che abbia pesato il nuovo cambiamento del responsabile del servizio finanziario, ruolo ora ricoperto dalla dott.ssa
Moriconi Marta, che si è insediata all’inizio dell’anno e logicamente avrà dovuto prendere confidenza con il ruolo.
Altre difficoltà sembra che siano derivate da una discussione piuttosto accesa in seno alla maggioranza sul calcolo
del valore delle aree edificabili. In ogni caso, è evidente che
stanno emergendo sempre di più le difficoltà di fondo del
bilancio comunale. Lo conferma anche la nota di commento che abbiamo ricevuto dall’Assessore al Bilancio, e che
pubblichiamo. Da parte nostra, segnaliamo gli aspetti
negativi dei derivati, che noi più volte abbiamo richiamato,
e che stanno creando sempre nuovi esborsi al Comune.
Nulla si è più saputo, inoltre, della procedura aperta dalla
Corte dei Conti sugli equilibri di bilancio, rispetto alla quale
sarebbe interessante sapere se ci sono novità. L’Assessore ha anche comunicato che le tariffe dei principali tributi
sono rimaste immutate: l’Ici per gli immobili diversi dalla
prima casa è rimasta al 7 x mille, mentre l’addizionale
comunale all’Irpef, aumentata nello scorso anno dallo 0,2%
allo 0,5%, è rimasta invariata. Rispetto a queste scelte, la
vera novità è costituita dagli interventi del Governo, che tramite un decreto legge, il n. 93 del 27 maggio 2008, ha stabilito: 1) l’abolizione completa dell’ICI sulla prima casa, che
completa la riduzione del 40% della stessa tassa già prevista dal Governo Prodi; 2) il blocco dei tributi locali, che però
varrà a partire dal 2009. Ciò significa che l’anno prossimo
né l’Ici né l’addizionale Irpef potranno essere aumentate. Ci
sarà quindi una riduzione consistente degli introiti derivanti
dall’Ici per quest’anno, che dovrebbe essere compensata
entro dicembre prossimo, ma che intanto crea ulteriori difficoltà di cassa. Inoltre i margini di manovra per quello che
riguarda l’aumento delle tasse in caso di ulteriori difficoltà
per il prossimo anno sono stati del tutto cancellati. L’auspicio è che l’Amministrazione riesca a fronteggiare la situazione, che sembra sempre più dura per i Comuni. E magari riesca anche a dare qualche informazione in più per chi
come noi cerca di divulgare notizie in ambito locale. A differenza dello scorso anno, infatti, segnato dalle iniziative sul
bilancio partecipato, quest’anno è stato davvero difficile
avere notizie sulla preparazione del bilancio.
UN BILANCIO DIFFICILE… di Alberto Grelli (assessore al bilancio)
La gestione del bilancio di Castel Madama, richiede impegno, sacrificio, dedizione, attenzione, controllo,
molta pazienza e un po’ di fortuna. Dopo un periodo di assestamento con l’arrivo del nuovo responsabile
finanziario si sta operando per dare stabilità al settore e si sta effettuando la programmazione delle azioni da
intraprendere. La situazione è sempre molto complessa, la crisi finanziaria che da anni attraversa il nostro ente
è aggravata dal debito contratto a tasso variabile e dagli strumenti di finanza derivata sottoscritti dalla precedente amministrazione. La situazione è molto critica quasi ingestibile.
Non sono sufficienti ad arginare la crescente necessità di risorse finanziarie richiesta dalla normale gestione
dell’ente: i tagli ai settori e agli assessorati, l’utilizzo quasi esclusivo dei finanziamenti derivanti da altri enti,
la continua attenzione alla spesa, la riduzione degli sprechi, la rinuncia a realizzare progetti che chiedono
risorse. Nonostante ciò; con fatica e grandi sacrifici è stato redatto un bilancio per l’anno 2008 che tenta di
preservare settori strategici per l’amministrazione; mantenendo una adeguata dotazione di risorse a settori
quali servizi sociali e cultura. Nella gestione dell’assessorato al bilancio, azioni di veloce impatto sono state
poste in essere e sono quasi tutte operative: sono stati stipulati piani di rientro con le ditte che erogano servizi che avevano accumulato numerosi crediti nei confronti del Comune, è stato effettuato un monitoraggio
dei debiti degli ultimi dieci anni definendo quelli esigibili, è stato rivisto il regolamento TOSAP, sono stati
approfonditi gli aspetti relativi all’applicazione della Tarsu sui rifiuti speciali e sull’ICI è stata prestata particolare attenzione all’applicazione di metodi scientifici per definire il valore delle aree edificabili e si stanno effettuando i pagamenti secondo l’ordine imposto dalle normative: costo del personale, mutui ed interessi contratti dall’ente, servizi essenziali (raccolta e conferimento in discarica rifiuti urbani), servizi rivolti
all’individuo (mensa) e fornitori comunali. Analogamente, sono state definite le riforme strutturali da applicare per organizzare efficientemente la struttura finanziaria dell’ente: è quasi completato il progetto di implementazione e potenziamento dell’ufficio tributi per riorganizzare gli archivi e promuovere incisive azioni di
lotta all’evasione e all’elusione che potranno avere effetti benefici sui prossimi bilanci. La speranza è che
queste azioni, insieme allo sviluppo della zona industriale e dei comparti urbani possano nel medio termine
essere il traino per togliere il comune di Castel Madama da una situazione finanziaria davvero difficile e
sempre più complessa; mentre dal prossimo gennaio il costo degli interessi sul prestito sottoscritto il
31/12/2005 salirà come prevede il contratto quasi di un ulteriore punto.
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Amministrazione
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Adottata la Variante Generale al P.R.G.
di Carla Santolamazza
Nel Consiglio Comunale del 26 maggio 2008 è stata adottata
la Variante al Piano Regolatore Generale con i voti favorevoli del gruppo di maggioranza
e con l’uscita dall’aula di tutti i consiglieri di minoranza
Primo passo in materia di urbanistica dell’iter che porterà
all’approvazione definitiva della variante generale, redatta
dal tecnico Arch. Elisabetta Cicerchia responsabile del II
Settore, incaricato nel febbraio del 2007 con delibera di
Giunta n. 16. A maggio 2008 i tecnici Arch. Cicerchia, l’Agronomo Dott. Marcolini ed il Geologo Dott. Nolasco
hanno presentato gli elaborati e dopo una serie di modifiche ed emendamenti relativi alle tavole e alle norme tecniche attuative approvati dalla Commissione Consiliare II e
dopo aver richiesto i pareri preventivi in base alla Legge
n. 64 del 1974 alla Regione Lazio è stata portata nel Consiglio del 26 maggio la deliberazione di adozione contenente gli elaborati di progetto e gli allegati relativi all’indagine geologica e vegetazionale e agro pedologica. Dopo la
discussione al momento della votazione il Consigliere di
minoranza Pietropaoli Federico ha spiegato nella dichiarazione di voto la decisione del gruppo di uscire dall’aula in
quanto non è stato messo nella condizione di poter apportare il giusto contributo dato l’esiguo tempo avuto a disposizione per visionare gli elaborati e il non aver visto accolta la richiesta di una copia degli elaborati stessi e di una
proroga per meglio esaminarli. Dunque alla presenza di 11
Consiglieri di maggioranza e del Sindaco la Delibera è
stata votata con 12 voti favorevoli. La variante sarà quindi
in visione per 30 giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso e nei successivi 30 potranno essere presentate
osservazioni e opposizioni dai soggetti legittimati. Brevemente riassumiamo il percorso urbanistico del nostro
paese: nel marzo 1963 viene approvato il Piano Regolatore Generale, nell’ottobre del 1971 con delibera n. 41 è
adottata la variante Generale che sarà approvata definitivamente nell’ottobre del 1974 con delibera n. 3945 dalla
Giunta Regionale del Lazio che accogli alcune controdeduzioni del Comune e ne respinge altre, ma il comune non
prende atto né trasferisce su tavole le modifiche apportate
dalla regione alla variante e quindi nascono una serie di
problemi interpretativi sulla perimetrazione di alcune aree.
A giugno del 1976 il Consiglio Comunale con delibera
n. 98 adotta una variante in riduzione nelle zone A2 “Agricolo-residenziale” in località Monitola e allega una nuova
Tavola 5 di zonizzazione del P.R.G. e un particolare in
scala 1:2000 della località Monitola. Nel dicembre del
1979 con delibera n. 6629 la Giunta regionale approva la
variante Monitola. Nell’aprile del 1989 il Consiglio Comunale con delibera n. 35 adotta il Piano Particolareggiato
della zona industriale sulla base della Tavola 5 di zonizzaPiazLa
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zione del P.R.G., ma a giugno del 1992 nel Consiglio
comunale durante la discussione per l’approvazione delle
controdeduzioni al suddetto piano particolareggiato un consigliere denuncia la manomissione della Tavola 5. Inizia una
lunga vicenda giudiziaria che tra indagini, pronunciamenti
del Giudice, delibere approvate di adozione della zona industriale bocciate dalla Regione ed in seguito revocate, si arriva al 2001, quando a luglio in seguito alla sparizione della
Tavola 5 di zonizzazione del P.R.G. si richiede alla Regione
Lazio una copia conforme e a dicembre dello stesso anno si
assume la Tavola 5 vigente e su questa si rilasciano i certificati di destinazione urbanistica, si individuano le aree fabbricabili soggette all’I.C.I., si redigono i “documenti di precisazione e verifica di perimetri” dell’attività edilizia ed
urbanistica in zona industriale. Restano i dubbi e le incongruenze e sia l’Area Avvocatura Regionale del Dipartimento
Istituzionale che il Dipartimento Territorio della Regione
Lazio richiedono prima nel giugno del 2003, poi a maggio
del 2004 che il Comune assuma dei “provvedimenti idonei a
ripristinare la corretta disciplina urbanistica” in seguito alla
confusione che si è creata dopo l’approvazione della variante generale al P.R.G. e della variante Monitola. L’ultimo invito della Regione in tal senso è del gennaio 2008 relativamente alla variante dell’ex mattatoio. Pertanto nella variante
adottata nel maggio scorso tutte le varianti cartografiche
successive alla variante generale del ’74 sono state riportate su un’unica tavola di P.R.G. in scala 1: 10.000 Zonizzazione, e in scala 1:5.000 Zonizzazione di dettaglio, le tavole
inoltre sono state rappresentate su supporto informatico
accessibile a tutti quando saranno inserite nel sito del
Comune; sono state poi recepite e applicate le nuove normative nazionali che nel frattempo sono intervenute; tra cui
vincoli e indicazioni del Piano Territoriale Paesistico Regionale recentemente adottato, sono state previste nuove aree
produttive, una nuova area omogenea per servizi turisticoricreativi, la messa in sicurezza dell’attuale viabilità e l’indicazione di nuovi tracciati per decongestionare il traffico
urbano, la riduzione del numero degli abitanti relativamente
alle previsioni abitative nella zona A2 agricolo-residenziale
dei Colli, l’istituzione di un monumento naturale in località La
Selva e di un parco fluviale lungo il fosso di Empiglione, la
salvaguardia dei tracciati degli antichi acquedotti. Questa è
una rapida sintesi di quanto è stato fatto, tratteremo di
nuovo l’argomento con maggiore precisione e con l’intervento delle forze politiche di maggioranza e minoranza
quando avremo a disposizione gli elaborati di progetto.
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Attualità
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CENTRO ANZIANI: tanta voglia di esserci
a cura della Redazione
Un’intervista al Presidente del Centro Anziani, Mancini Fabio,
riconfermato nel suo ruolo dopo le recenti elezioni
Una premessa all’intervista di Fabio Mancini
“Il risultato delle recenti elezioni è stato più
che soddisfacente non solo per l’esito in se
stesso ma in modo particolare per come gli
iscritti hanno risposto a tale evento. Per questi motivi va un ringraziamento a tutti gli
iscritti che hanno dimostrato responsabilità
e senso civico”.
Che cosa è cambiato negli ultimi anni nel
Centro, visto l’aumento del numero degli
iscritti?
Già nella domanda c’è una parte della risposta e cioè da circa 150 iscritti si è passati ad
oltre 500. Segno questo che il Centro si è
mosso nella direzione giusta, promuovendo
varie iniziative che hanno invogliato la gente
a partecipare alla vita del Centro stesso.
Altra componente è il superamento del vecchio tabù: le donne al Centro non erano
quasi mai presenti, ora invece sona una mag-
gioranza tra gli iscritti e la loro frequentazione ha dato un nuovo vigore e una nuova
immagine all’ambiente.
Quali sono per il futuro le iniziative che
avete in cantiere?
Le iniziative per il futuro sono molto condizionate dalla capienza del centro, ciò non
toglie che non ci arrendiamo di fronte agli
ostacoli, quindi qui di seguito elenchiamo le
iniziative: intrattenimenti per ricorrenze
quali la festa della mamma, del papà, dei
nonni, della donna, carnevale, Pasqua, Natale; feste danzanti sia al Centro (in inverno)
che al Parco Oudenaarde (in estate); gite,
scuola di ballo, ginnastica dolce, proseguimento del corso di Decoupage e qualsiasi
altra iniziativa che verrà proposta nel corso
dell’anno anche da parte dei soci e di associazioni presenti sul territorio.
Quali sono i vostri rapporti con l’Amministrazione Comunale e che
tipo di richieste vorreste
rivolgere?
I rapporti con l’Amministrazione Comunale sono
discreti, ma con l’impegno
delle parti di migliorarli
nel corso delle attività. La
richiesta è una, che racchiude tutti gli altri bisogni: “Un centro sociale
nuovo…”, perché lo spazio
è insufficiente e con questo rispondo anche alla
vostra ultima domanda.
Gli spazi che avete a
disposizione sono sufficienti per il numero di
persone che frequentano
il Centro?
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Spettacoli
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“LO DEVO SOLO AMMAZZARE”
di Elisa Livi
L’Associazione Culturale e Teatrale di Castel
Madama, riunita nella compagnia teatrale “quelli
che…continuano” presenta un nuovo spettacolo:
“Lo devo solo ammazzare”.
La compagnia, diretta da Mario Di Nardo, mette in
scena una commedia esilarante, basata su fraintendimenti, intrighi e gag divertenti. Il leit-motiv
della storia è l’equivoco con cui si apre la commedia. Il sipario si apre su un salottino di un appartamento in cui, Giovanni Girolami, (interpretato da
Massimo Scardala), tranquillo pensionato e il fratello, Arturo, (Massimo Rinaldi), stanno cercando
di mettere a punto un piano per “scucire” dei soldi
ad una povera quanto stravagante vedova e cosi
pagare i debiti di gioco di Arturo. La vedova, Faustina Gennari, splendidamente interpretata da Pina
Mancini è una donna sopra le righe, eccentrica e
molto…molto focosa! Il gioco degli equivoci inizia fin dalle prime battute: difatti la sorella dei due,
Maria Speranza (…guai a chiamarla solo Maria)
zitella, devota e bigotta, non capendo cosa stia
succedendo in casa, crede che i suoi fratelli siano
posseduti dal demonio.
In un susseguirsi di malintesi, battute e personaggi
che entrano in scena per creare ancor più scompiglio, il piano dei due fratelli viene messo in atto.
Giovanni, infatti, finge di creare una macchina per
riportare indietro il marito della povera vedova
Faustina, per saziare i suoi bollenti ardori, e per
questo finalmente farsi dare i soldi per poter saldare i debiti di Arturo.
Tra esorcismi, operati da Don Pio, all’insaputa dei
fratelli, intromissioni del figlio “scemo” ma molto
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furbo, un allibratore in cerca dei suoi soldi e una
sconosciuta che piomba in casa di Giovanni, per
portare ulteriore scompiglio, si continua in un crescendo di strane situazioni e personaggi. Lo scioglimento degli equivoci nel finale riporterà la tranquillità e la serenità in ognuno di loro. In un misto
di follia, circostanze surreali e divertenti, la commedia si snoda sul palcoscenico in due atti. Dalla
scenografia, agli attori (bravissimi), alla regia di
Di Nardo, la compagnia teatrale, ancora una volta,
mette in scena uno spettacolo in grado di catturare
l’interesse degli spettatori. In un paese come
Castel Madama, trovare un gruppo di giovani e
meno giovani… in grado di suscitare l’interesse
degli altri e tenerlo vivo nel tempo non è cosa da
poco e l’impegno e la serietà con cui questo gruppo offre sempre nuovi spettacoli è da apprezzare,
stimare e coltivare nel tempo per far si che tale ricchezza non vada persa.
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Gemellaggi
Giugno 2008
NON SOLO BIRRA
di Michele Scrocca (presidente AI&G)
Come al solito è stato Louis a prelevarmi all’ aeroporto di Bruxelles la sera del mio arrivo e altrettanto immancabilmente prima di lasciarmi dalla
famiglia che mi ha ospitato, mi ha voluto offrire
una birra. Credo che non ci sia migliore benvenuto
in Belgio, notoriamente terra di ottime birre, ma la
Ename Triple di Oudenaarde è il migliore benvenuto che si possa ricevere.
La “Settimana Italiana”, organizzata dal nucleo
per il gemellaggio con Castel Madama, prevedeva
per me, degli incontri con i corsisti d’italiano delle
scuole serali a partire dal lunedì, ma io ho anticipato il mio arrivo al sabato per partecipare alla
cerimonia di apertura dei festeggiamenti dei 300
anni della Battaglia che nel 1708, si svolse proprio
ad Oudenaarde. Allora il Belgio non esisteva, ma
le strategie dei vari regni europei consideravano
già le fiandre, un territorio cuscinetto, in cui risolvere con la guerra, i problemi nati per la successione al regno di Spagna, se scelsero proprio questi territori per darsele di santa ragione con una
cruenta battaglia tra spagnoli, francesi, fiamminghi, olandesi, inglesi, austriaci e tutti i loro alleati;
sembra fossero presenti anche degli italiani, ma
non so bene a che titolo.
La cerimonia ha visto sfilare le bande militari provenienti dalle diverse nazioni e l’apertura di una
mostra presso i rinnovati locali del comune. Vi si
possono ammirare molti reperti storici, dipinti e
stampe dei personaggi degli avvenimenti, sia politici che militari e una ricostruzione filmata dei luoghi e delle strategie. A me è rimasto impresso un
enorme plastico della città di Oudenaarde e delle
sue immediate vicinanze, rinvenuto a Lille in
Francia. La mostra sarà aperta fino al secondo
weekend di luglio, quando i festeggiamenti culmiOudenaarde Mulino ad Acqua
Oudenaarde 1708
neranno con una rievocazione in costume della
battaglia con circa 3.000 figuranti. Purtroppo per
questa coincidenza, quest’anno non avremo la
delegazione delle Fiandre, al nostro Palio Madama
Margarita.
La domenica sono venuto a conoscenza che il
lunedì sarei stato libero, in quanto le scuole erano
chiuse per la Pentecoste. Ho subito approfittato
dell’occasione per fare il turista e ringrazio moltissimo Christine per l’insolito itinerario che ha scelto. La visita di alcuni mulini ad acqua. Conoscevo
già i mulini a vento ma la scoperta dell’esistenza di
una precisa e documentatissima via dei mulini ad
acqua, mi ha felicemente sorpreso. La maggior
parte sono custoditi dai diretti proprietari che
hanno il dovere di aprirli al pubblico e di mantenerli in efficienza perché vengono ancora utilizzati. È fantastico percorrere la via in bicicletta e
ristorarsi in quelli che hanno annesso un pub,
magari bevendo una freschissima birra locale.
Le lezioni però le ho dovute recuperare incontrando 3 classi di studenti di 3 scuole diverse, dalle 4
del pomeriggio alle 9,30 di sera. Ho presentato la
geografia, la storia , le tradizioni, gli usi e i costumi di Castel madama. informandoli dell’evento in
corso e della presenza degli stands enogastronomici. Sono stati molto partecipativi, suscitando grande soddisfazione anche nella direttrice che li ha
visti molto interessati a tali incontri. Mi sono chiesto come mai fossero cosi numerosi e lei mi ha
spiegato che le scuole sono pubbliche, gli istituti
sono gli stessi dei corsi mattutini, il corpo insegnanti è pagato dallo stato e gli studenti, di tutte le
età, pagano solo 1 euro l’ora. Mi sono subito chiesto se qualche nostro parlamentare, che frequenta
assiduamente Bruxelles, sia mai venuto a conoLa a
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Giugno 2008
Gemellaggi
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Oudenaarde
Stand Fettuccine
scenza di una tale efficiente soluzione. A maggior
ragione credo sia stata una buona esperienza, che
senz’altro si può ripetere.
Il venerdì sono arrivati tutti i gruppi compresi gli
amici di Ortona, che ci hanno raggiunto al Centro
Anziani dove abbiamo pranzato. Dopo è stato
subito Saltarello. Il tempo era bello e per permettere a tutti di vedere, si è scelto di esibirsi nel cortile. È veramente ammirevole l’attenzione che viene
riservata loro e commoventi i sorrisi di coloro che
si sono affacciati ai balconi non solo per vedere lo
spettacolo ma soprattutto per salutare tutti quegli
amici italiani che erano venuti a trovarli.
Serata da mozzafiato con i componenti dell’Accademia di musica Tostiana di Ortona; bravi i ragazzi della corale con il loro entusiasmo e la loro gioventù, fantastico e sorprendente il tenore che ci ha
lasciato letteralmente di stucco per la sua potenza
e la sua bravura.
Il sabato e la domenica festa in piazza del mercato
con l’apertura degli stands enogastronomici. I
ragazzi dell’oratorio hanno rallegrato tutta la piazza, non solo con le dolcissime crepes alla nutella,
ma anche con canti moderni e balli di gruppo. Premio a base di nutella anche per i piccoli campioni
di calcio che hanno disputato un torneo con le
magliette di 3 squadre italiane.
Gli amici di Ortona hanno fatto assaggiare molti
dei loro prodotti tipici, innaffiandoli con dell’ottimo vino, tosto e travolgente come è il loro carattere. Il nostro gruppo folkloristico non è stato da
meno, con i musicisti che suonavano a ripetizione
la musica vivace e allegra del saltarello e i ballerini che si alternavano tra balli scatenati e preparazione delle fettuccine e degli gnocchi. Sarà per l’aspettativa che avevo creato durante le lezioni
proiettando un video dove la Sora Gabriella dimostrava passo passo come si realizzavano, sarà perché gli era rimasta l’acquolina in bocca, oppure
perché a pranzo mangiano solo insalata, che ha
spinto tanta gente a sostare davanti allo stand e
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Oudenaarde Folk Centro Anziani
aspettare gli assaggi. Addirittura, molti si sono
portate via le fettuccine da cuocere a casa. Roba da
aprire un negozio di pasta fresca.
Anche lo stand della mostra fotografica è stato
molto visitato. All’inizio veniva presa per arte
astratta, ma dopo averli invitati ad indossare gli
speciali occhialini, si vedevano facce meravigliate
e si sentivano commenti d’approvazione. Dove
distribuivo il materiale pubblicitario su Castelmadama, c’è stata molta affluenza, peccato però che è
stato ritirato solo dalle persone che avevo incontrato ai corsi d’italiano. Sono rimasto molto
dispiaciuto per coloro che invece lo hanno riposto
sul tavolo. Se almeno fosse stato scritto anche in
inglese, chissà?, li lo parlano tutti!
Non è mancata la televisione locale che ha fatto un
bel servizio visibile anche su internet all’indirizzo
www.tvoudenaarde.be.
Oudenaarde Calcio
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Donatori Volontari
Giugno 2008
SANGUE e... ALTRO
dott. Guglielmo Trua
(responsabile dell’Associazione Donatori Volontari Sangue Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - ADVSOPBG)
Il 1 giugno u.s. l’equipe dell’Ospedale Bambino Gesù ha effettuato nella cittadina di Castel
Madama, presso i locali della
Scuola Media Statale “Cavour”,
la seconda delle 3 raccolte di
sangue previste nel 2008.
Come ogni volta la raccolta è
stata impeccabile sia per l’impegno puntuale della sig.ra Elena
Moreschini, del sig. Urbano
Moreschini e loro collaboratori,
sia per la professionalità del personale del Bambino Gesù che è
intervenuto. Si sono presentate circa 80 persone e
sono state prelevate 65 unità di sangue intero.
L’Associazione Donatori Volontari Ospedale
Pediatrico Bambino Gesù (ADVSOPBG), a cui
aderisce il gruppo donatori di Castel Madama,
negli ultimi anni ha incrementato sensibilmente le
donazioni grazie all’aumento delle unità di sangue
prelevate fuori dall’Ospedale. Nel 2007 le raccolte
esterne (parrocchie, comuni, scuole, enti) sono
state 138 rappresentando circa il 50% di tutte le
donazioni di sangue. Questo comporta un grosso
impegno da parte dell’ADVSOPBG ma ci permette di garantire la terapia trasfusionale dei nostri
piccoli pazienti senza mai dover ricorrere a richieste di donazioni ai genitori dei pazienti già molto
provati dalla malattia del proprio figlio. Quando,
in situazione di emergenza, abbiamo necessità di
emocomponenti, ci rivolgiamo ai donatori iscritti
all’ADVSOPBG che sono circa 16.000.
Un tal numero di donatori ci permette di far fronte
a qualsiasi emergenza per i nostri pazienti e anche
per i pazienti ricoverati in altri ospedali per i quali
ci viene chiesta assistenza da parte dei nostri dona-
tori. I donatori ADVSOPBG, quando hanno necessità trasfusionali per i propri familiari, possono
rivolgersi a noi attraverso i capigruppo. Il centro
trasfusionale farà in modo di garantire la terapia
con emocomponenti siano essi emazie concentrate, plasma o piastrine. Quando, come in alcune
malattie soprattutto onco-ematologiche, è necessario trasfondere piastrine, è più corretto effettuare
donazione solo di piastrine. In questo modo, attraverso l’uso di separatori cellulari, si riesce ad ottenere, da un solo donatore, un quantitativo di piastrine pari a quelle ottenibili da 6-7 donatori di
sangue intero riducendo di 5-6 volte il rischio trasfusionale sia infettivo che immunologico.
L’ADVSOPBG ha un gruppo di circa 600 donatori che è dedicato specificamente alla donazione di
plasma-piastrine in aferesi. Nel 2007 sono state
effettuate 838 donazioni in aferesi.
La donazione di sangue e suoi componenti deve
essere un atto volontario da effettuare spontaneamente da soggetti sani e in condizioni psichiche
ottimali per garantire la salute del donatore e del
ricevente.
L’Attività del Gruppo dal 1994
Donatori
Donazioni effettuate
Prelievi a Castel Madama
Sacche di sangue richieste
363
32
2.137
242
Albo d’oro dei donatori
Donatori con più di 20 donazioni:
Donatori da 10 a 20 donazioni:
Donatori da 1 a 9 donazioni:
19
54
290
Per informazioni rivolgersi a:
Elena Moreschini tel. 0774.448006 - Urbano Moreschini tel. 0774.447213
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Brevi
Giugno 2008
CHI GESTIRÀ IL PARCO OUDENAARDE?
Una iniziativa dell’amministrazione per coinvolgere enti, associazioni, comitati nella gestione
degli spazi pubblici e garantirne la pulizia, la manutenzione ed un corretto utilizzo.
Un avviso pubblico per invitare persone, comitati ed associazioni a presentare programmi o
progetti di utilizzazione del “Parco Oudenaarde”.
Finalità principali: valorizzare lo spazio verde, ma rispettare l’attuale vocazione ed utilizzo,
migliorare la manutenzione, lo stato generale ed il grado di fruibilità da parte dei cittadini, e
prevedere anche la possibilità di concessione in gestione per un determinato periodo di
tempo.
Nei progetti si devono prevedere: pulizia settimanale della pavimentazione del giardino e bisettimanale delle aiuole e loro manutenzione; rimozione dei rifiuti settimanale; falciatura ed estirpazione delle erbe; svuotamento dei sacchetti di plastica dai contenitori, trasporto nei cassonetti
e sostituzione; falciatura delle superfici erbose
con cadenza trimestrale, rimozione e smaltimento delle erbacce.
UN SETTIMANALE
Chi otterrà la gestione potrà svolgere escluPER
NON
VEDENTI IN BIBLIOTECA
sivamente le attività o le iniziative previste nel
progetto; qualsiasi altra iniziativa dovrà esseUn giornale in braille in biblioteca.
re autorizzata dall’Amministrazione CoLa biblioteca di Castel Madama offre un
munale, che potrà integrare con proposte
nuovo servizio per i cittadini non vedenti.
migliorative quelle presentate d’accordo con
Braille News: un settimanale di politica,
il proponente.
cultura, economia, sport, spettacolo e croInoltre non potrà utilizzare esclusivamente
naca di Roma che esce il sabato come alleil Parco Oudenaarde, l’Amministrazione
gato gratuito al quotidiano Il Tempo, ma
infatti si riserva la facoltà di utilizzare il
solo nelle edicole della Capitale. Promotore
giardino e l’area dell’anfiteatro per iniziative
del servizio l’Assessore ai Servizi Sociali
o manifestazioni patrocinate dell’AmminiVincenzo Ascani.
strazione stessa.
ALL’AQUAPIPER DI GUIDONIA
CON LO SCONTO
Durante l’estate i cittadini di Castel Madama
potranno recarsi all’Aquapier con lo sconto.
Infatti l’Assessore alla Pubblica Istruzione e ai
Servizi Sociali Vincenzo Ascani ha sottoscritto
una convenzione con il parco acquatico, per
cui residenti e dipendenti del Comune per tutta
l’estate, potranno accedere alle piscine a prezzi scontati, esibendo un documento d’identità o
il tesserino di riconoscimento. Dal lunedì al
sabato si pagheranno dieci euro, anziché sedici
e si potrà usufruire delle piscine, del parcheggio, degli ombrelloni, dei lettini e del guardaroba. Il sabato e la domenica, invece, si pagherà quattordici euro (anziché venticinque). I
bambini con meno di dieci anni potranno
entrare gratuitamente se accompagnati da un
adulto pagante.
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CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI
Comune: 0774-45001
Pro-Loco: 0774-449500
Carabinieri: 0774-447002
Vigili Urbani: 0774-447305
Ospedale Tivoli: 0774-335086
Farmacia: 0774-447001
Vigili del Fuoco: 115
Servizio Guardia Medica: 118
Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938
Protezione Civile: 0774-4500243
Biblioteca Comunale: 0774-4500209
U.S.L. RM/G - Tivoli
Prenotazioni 800986868
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Comunità Montana
IX
Giugno 2008
COMUNITÀ
MONTANA
a cura di Ramona Pompili
CONSIGLIO IX COMUNITÀ MONTANA:
APPROVATO IL BILANCIO DI PREVISIONE
Mancini: “È un periodo difficile in cui bisogna remare tutti insieme”
di Enrica Milana
Approvazione discussa e a lungo
dibattuta quella del bilancio di
previsione presentato durante
l’ultimo Consiglio della IX
Comunità Montana del Lazio a
Tivoli, lo scorso 27 maggio.
Un’assemblea che ha visto
numerosi consiglieri mostrare
perplessità su un bilancio che per
il terzo anno consecutivo viene
presentato come previsionale per
gli scarsi e incerti finanziamenti
alle Comunità Montane. “Capisco che per il nostro Ente ad oggi
le previsioni non sono delle più
rosee e che, se sopravvivremo, ci
sarà senz’altro un drastico taglio
dei finanziamenti del 30% –
commenta il consigliere Luigino
Testi, che per primo in aula solle-
L'intrevento del Presidente Vittorio Mancini
Consiglieri Comunitari presenti nella seduta del Consiglio
va il dubbio – E mi rendo anche
conto che abbiamo a tutt’oggi
pochissime risorse, ma credo che
sia opportuno, e anche giusto, per
una logica di chiarezza e rispetto
nei confronti di tutti noi, spiegare
da dove provengono le risorse
economiche a disposizione, seppur esigue, e come esse vengono
utilizzate”. “Inoltre – continua
Testi – ribadisco la necessità di
accelerare i tempi per concretizzare quanto prima i molteplici
progetti, come ad esempio l’accesso alla rete internet tramite la
banda larga, che l’Ente Montano
ha messo in cantiere, per poter
dare ai cittadini del comprensorio quei servizi che possono sensibilmente aiutare a migliorare la
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Comunità Montana
Giugno 2008
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L'intervento
dell'Assessore Comunitario
Enrico Grazia
qualità della loro vita”. A Luigino Testi
si uniscono poi le voci di altri consiglieri, di opposizione e di maggioranza, che
reclamano il diritto di non approvare un
bilancio che non spiega nel dettaglio i
vari capitoli di spesa. “Non v’è dubbio
che si sta parlando di cifre irrisorie, ma
ad ogni modo siamo pur sempre un Ente
che fornisce ai cittadini servizi di pubblica utilità e ritengo sia giusto far conoscere a tutti noi – è un altro consigliere a
prendere la parola - in questo consiglio,
luogo deputato alla diffusione soprattutto di tali notizie, le diverse iniziative,
piccole o grandi che siano”. “Si tratta in
questo modo di approvare un bilancio a
comando e il nostro ruolo di consiglieri
viene a svuotarsi di ogni senso. Perché
non dobbiamo sapere quello che succede? – domanda all’Assemblea Cervellini, consigliere dell’opposizione – È
nostro compito capire se le iniziative che
stiamo portando avanti abbiano poi
effettivamente dei benefici per la collettività o se sono, invece, soltanto un
modo automatico per spendere i soldi
che ci mettono a disposizione”. “Probabilmente le mie scelte hanno sempre
risposto ad un’etica di comportamento
che non guardava tanto alla forma quanto alla sostanza. Probabilmente dovrei
personalizzare meno il mio modo di
amministrare, sebbene io vi possa assicurare che non ho mai mancato di rispetto a tutti voi – ha esordito Vittorio Mancini, presidente della IX Comunità
Montana – Si discute di un bilancio tecnico in un periodo in cui si sta decidendo
del nostro futuro. A giugno sapremo se
ci saremo ancora oppure no. Viviamo un
periodo di estrema incertezza in cui
abbiamo deciso di congelare le esigue
risorse a nostra disposizione perché non
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abbiamo la certezza di nuovi finanziamenti. Siamo fermi, non
possiamo fare nulla perché la Regione non elargisce nuovi
fondi. Per questo motivo abbiamo deciso di presentare di
nuovo un bilancio tecnico – ha continuato Mancini – Forse,
dopo il mese di giugno, si potrà ripartire con un nuovo portafoglio e con nuovi progetti da realizzare. Per il momento possiamo soltanto aspettare e decidere che chi sta insieme lo fa
perché condivide attività, idee, progetti, intenzioni e obiettivi
con le persone con cui sta lavorando da tempo – ha concluso
il presidente della IX Comunità Montana – e perché questo è
l’unico modo di agire e di reagire a questo periodo di difficoltà”. Dopo qualche minuto di sospensione dell’assemblea,
chiesta dal capogruppo dell’opposizione, è stato messo ai voti
il bilancio, approvato con 26 voti positivi e 6 astensioni.
IX COMUNITÀ MONTANA
Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli
tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915
www.comunitamontanativoli.org
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Vicovaro
La raccolta differenziata Fantasma
di Roberto Bontempi
Due anni di annunci ma nessun risultato concreto. E intanto l’emergenza rifiuti continua.
Le posizioni degli amministratori. Il sindaco Thomas: «Partiremo entro l’estate o…»
Era l’ottobre 2006 quando per la prima volta nella
mia breve esperienza di giornalista sentii l’assessore all’Ambiente Laura Solitari parlare dell’isola
ecologica di Mandela. Questa benedetta isola ecologica (spiaggia e mare non c’entrano…) è semplicemente un luogo attrezzato in cui vengono lasciati e pre-trattati i rifiuti differenziati una volta
raccolti prima di essere inviati negli adeguati
impianti di riciclaggio e smaltimento. Oltre ad
accogliere i rifiuti pericolosi e ingombranti, l’isola
ecologica è il luogo necessario per iniziare un processo di raccolta differenziata porta-a-porta, al
momento l’unica soluzione realmente sostenibile
per risolvere il problema globale dei rifiuti e, da
qualche anno, uno degli obiettivi principali delle
amministrazioni dei Comuni della Valle Ustica. Va
ricordato, infatti, che dal 2005 i Comuni della
Valle Ustica hanno affidato all’Ama servizi, l’azienda municipalizzata del Comune di Roma, la
gestione integrata dei loro rifiuti. Nelle parole dell’assessore c’era la fiducia che l’isola ecologica
potesse essere pronta per la fine del 2006 in modo
da poter iniziare la differenziata. Così non è stato.
Da allora tanti problemi hanno impedito al progetto di decollare ma negli ultimi mesi la situazione
sembrava essersi sbloccata.
Dei cassonetti
per la raccolta
differenziata
porta-a-porta
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Il giorno dell’epifania del 2008, in un’intervista, il
sindaco Thomas aveva confermato che era una
priorità assoluta della sua giunta far partire la raccolta differenziata entro l’anno e, nel Consiglio
comunale del 1 marzo, l’assessore al Bilancio
Schiavetti aveva finalmente annunciato che, grazie
al contributo di circa 150.000 euro proveniente
dalla Provincia di Roma per ammortizzare l’extracosto dell’anno 2008, la raccolta differenziata
sarebbe partita nel mese di maggio.
Mentre scrivo siamo circa a metà giugno e, non
solo la raccolta differenziata non è partita, ma non
è partita neppure quella decisiva campagna di
informazione ai cittadini (Piano di comunicazione) che deve anticipare almeno di qualche mese
l’effettiva messa a regime del servizio per la quale
sono stati stanziati 50.000 euro dalla Provincia di
Roma per il 2008. Intanto la discarica dell’Inviolata di Guidonia, che riceve la nostra spazzatura, è
ormai satura e dovrà essere chiusa in tempi brevi o
ampliata.
Come se non bastasse dai mezzi di informazione
nazionale non giungono notizie rassicuranti: Il
Messaggero del 17 marzo, a pagina 44, presentava
un articolo che sottolineava come l’Ama abbia a
bilancio un buco da 710 milioni di euro per i debiti
contratti con le banche (cui vanno aggiunti debiti
verso i fornitori per ulteriori 240 milioni) e solo la
presenza di 570 milioni di euro di crediti consentirebbero all’azienda municipalizzata del Comune di
Roma di non cadere ancora in un baratro stile Alitalia. Inoltre, da quanto si legge sempre su Il Messaggero (7 giugno, pagina 46) il presidente della
Regione Marrazzo, commissario straordinario per i
rifiuti fino alla fine di giugno, presenterà (o avrà
presentato, a seconda di quando leggerete queste
righe) il 24 giugno in Consiglio regionale il suo
nuovo piano per uscire dall’emergenza rifiuti che,
in estrema sintesi, consiste in una rimodulazione
delle discariche esistenti, nella realizzazione di
impianti di compostaggio, trasformazione in Cdr e
termovalorizzatori e nell’incremento della raccolta
differenziata (tra l’altro Il Tiburno del 4 giugno
ventila la possibilità che la Regione possa trasferire a Guidonia, forse presso gli stabilimenti della
segue pag. 24
24
Vicovaro
Buzzi Unicem, il cui direttore sembra aver già dato
la disponibilità, l’impianto per la produzione di Cdr
di Albano anche se ne Il Messaggero di tre giorni
dopo la notizia non trova conferma).
Alla luce di quanto detto abbiamo ascoltato le parti
in causa chiedendo loro il perché di questo nuovo,
insostenibile ritardo nella partenza del porta-aporta nei Comuni della Valle Ustica.
L’assessore all’urbanistica De Simone, informato
della situazione anche in virtù del suo ruolo di vicepresidente della X Comunità montana, ha parlato di
una «iniziale complessiva sottovalutazione del problema. Pensavamo – ha detto l’assessore – che i
procedimenti per la costruzione dell’isola ecologica fossero più semplici invece non è stato così. Ora
i problemi, però, sono soprattutto di natura burocratica. Comunque nei prossimi giorni, la Provincia di Roma inizierà l’espletamento della gara
d’appalto per la gestione dei fondi europei destinati alla Comunità montana e quello sarà l’inizio di
tutto. Tra l’altro abbiamo già pronti i contenitori,
tre per famiglia, in deposito presso il Comune di
Mandela. Posso dire comunque con orgoglio che la
scelta di aderire all’Ama servizi e di portare la differenziata nella Valle Ustica fa entrare i nostri
Comuni nel ristretto novero di quei Comuni del
Lazio già pronti a partire. Superati questi problemi
di ordine burocratico, che sia fra un giorno o tre
mesi, si può subito partire perché c’è stato tutto un
lavoro di progettazione alle spalle».
Il sindaco Thomas, confermate le difficoltà iniziali già sottolineate da De Simone, è stato più preciso sugli ostacoli burocratici solo accennati dall’assessore e molto duro sul dafarsi: «Ci sono
problemi di diversa natura. Innanzitutto abbiamo
bisogno di un gestore che abbia la capacità economica di amministrare gli alti e bassi economici e
tecnici di una simile operazione. Poi c’è un problema di costi: l’extracosto derivante dall’introduzione del porta-a-porta ancora non è interamente
coperto dai fondi messi in campo dalla Provincia.
Lunedì 9 giugno abbiamo avuto un incontro con
Zingaretti proprio su questa questione e la Provincia si impegnerà a mettere altri soldi. Infine, non
mi nascondo dietro le parole, c’è bisogno di coraggio. Si deve rischiare. Ci sarà un aumento di costi
per un anno, un anno e mezzo ma il percorso, vista
la serietà dell’emergenza è obbligato. A questo
punto non posso immobilizzare una scelta così
importante per le difficoltà di qualche assessore ad
assumersi le proprie responsabilità. Le difficoltà di
tutti i procedimenti vanno affrontate insieme, condivise, soprattutto ora che non ci sono più diversi
partiti tra i quali mediare ma il solo PD. Chi condivide il provvedimento e i rischi, bene, altrimenti
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o si allontana da solo o interverrà il sindaco… I
cittadini non ci hanno chiesto di rimanere immobili e fare la conta per stabilire di chi è la colpa. Pretendono naturalmente il contenimento dei costi ma
non ci chiedono di farli morire nell’immondizia
ma di agire secondo responsabilità e nell’interesse
di tutti. Non ho intenzione di immobilizzare la
genialità previsionale che abbiamo messo in
campo finora, né permettere che salti tutto ciò che
abbiamo progettato proprio mentre possiamo concretizzarlo. Sono disposto a rinunciare alle ferie
per impegnarmi a girare casa per casa per far capire ai vicovaresi l’importanza e le difficoltà della
differenziata. Prima della fine dell’estate sono
sicuro che partiremo. Ho intorno persone capaci e
non vorrei che la cittadinanza debba pagare gli
scontri politici e gli “sfarfallamenti” degli assessori in campagna elettorale. O si parte entro la fine
dell’estate o…».
L’assessore all’ambiente Laura Solitari ci ha fatto
luce sulle problematiche concrete e ci ha manifestato prudenza nell’affrontare la situazione: «La
raccolta differenziata è una necessità e l’unica
soluzione da mettere in campo per il futuro dello
smaltimento dei rifiuti, di ciò sono convinta: lo
dobbiamo al mondo! In questo momento ci sono
alcune difficoltà. La prima è che bisogna cercare
un gestore del servizio che presenti un piano industriale ed economico-finanziario certo in modo
che l’amministrazione sia in grado di presentarsi ai
cittadini con dati sicuri in maniera da renderli più
motivati e consapevoli dell’entità dell’impegno a
cui si andrà incontro anche dal punto di vista economico. Inoltre la riforma delle Comunità montane, di cui si discute in questi giorni, rende il tutto
più complicato perché dovrebbe coinvolgere
anche le Unioni dei Comuni: il futuro incerto dell’Unione farebbe diventare incerto il futuro di un
contratto che venisse stipulato in questo delicato
momento. Tutti i Comuni dell’Unione stanno perfezionando le delibere con i relativi pareri dei
responsabili dell’area economica-finanziaria, e
molti amministratori hanno le mie stesse remore e
fanno le mie stesse riflessioni a riguardo. Io credo
che i cittadini ci abbiano eletto per tutelare i loro
interessi e queste mie riflessioni non indicano
mancanza di coraggio ma rispetto nei confronti
della gente che, in questo momento di crisi, ha il
diritto di avere dati certi e non di fare un salto nel
buio. Dal punto di vista della tempistica è difficile
fare previsioni in questo momento. L’impegno
profuso per avviare questa iniziativa è stato tale
che, non appena avremo notizie certe saremo
pronti a partire».
Aspettiamo fiduciosi gli eventi.
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Un mese in... breve
di Roberto Bontempi
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Approvata definitivamente la Variante Generale
al PRG
Piena dell’Aniene
(21 maggio)
Venerdì 16 Maggio 2008, quattro anni e mezzo
dopo la sua adozione, la Giunta Regionale del
Lazio ha approvato la proposta di Variante Generale al PRG redatta ed adottata dall’Amministrazione Comunale. Ora sarà possibile l’utilizzo di
una vasta area svincolata dal Parco, l’individuazione di una zona di completamento della fascia
urbana e di un’adeguata superficie da destinarsi ad
edilizia residenziale pubblica (ex zona 167) opportunità che, nell’intenzione degli amministratori e
in particolare dell’assessore all’Urbanistica De
Simone, pongono le basi per l’avvio di una nuova
stagione d’incremento della popolazione e di crescita complessiva del paese.
«La conferma delle aree destinate ad insediamenti
produttivi – si legge in una nota dell’assessore De
Simone – così come la valorizzazione del patrimonio ambientale, la promozione dell’attività forestale ed agricola, anche a fini turistici, la localizzazione di strutture ricettive, la messa in opera di
strutture espositive, la produzione e la vendita di
prodotti tipici locali, la dotazione di nuove infrastrutture e servizi, la presenza di nuove aree per la
sosta ed il parcheggio, il potenziamento delle
strutture per lo sport e il tempo libero, costituiscono alcuni degli elementi essenziali attraverso i
quali restituire a Vicovaro, crocevia fondamentale
tra la Valle dell’Aniene, Roma e la sua immensa
area metropolitana, più forza e maggiore dinamicità, rafforzandone il tessuto sociale ed economico e
migliorandone sensibilmente la qualità della vita;
nel rispetto delle norme e in un quadro di regole
certe, partecipate e condivise».
Nel frattempo, però, ci sono già alcune voci critiche nei confronti della costruzione del centro
outlet di San Cosimato, che proprio l’approvazione della Variante ha reso possibile: al vice-presidente del circolo di Legambiente di Tivoli, Gianni
Innocenti, si legge su Il Messaggero del 20 maggio, appare impossibile «far coesistere vocazioni
naturali e l’afflusso quotidiano di migliaia di automobili e mezzi di trasporto merci» senza snaturare
un ambiente così suggestivo «a pochi metri dal (ex
nda) convento di San Cosimato, dai romitori, dagli
spechi degli acquedotti antichi».
Vedremo.
Le piogge torrenziali di fine maggio che
hanno fatto esondare il fiume Aniene in
La piena dell'aniene vista dal ponte
diversi punti del suo
della stazione di Vicovaro
percorso (spesso in
modo drammatico come all’Albuccione) non hanno
risparmiato nemmeno Vicovaro. L’immagine in
fotografia rende bene l’idea dell’aumento di portata
del fiume in quei giorni.
Infiorata e Maratona (25 maggio)
Tempo di tradizioni
a Vicovaro. Anche
quest’anno in occasione della festa del
Corpus Domini un
gruppo di giovani
ha allestito, in Piazza San Pietro, una
bella infiorata con
sei quadri di genere
religioso. Lo stesso
giorno si è rinnovata la fortunata tradizione della Maratona dei monti
Lucretili giunta ormai alla sua ventisettesima edizione. Come al solito, un successo.
64° Anniversario dell’eccidio delle Pratarelle
(5-7 giugno)
L’assessorato alla Cultura insieme con l’Associazione martiri delle Pratarelle e l’Associazione per
la Memoria e la Storia della Resistenza della Valle
dell’Aniene hanno organizzato alcune iniziative in
ricordo dei tragici eventi della primavera del 1944
che costarono la vita a trenta nostri concittadini
innocenti. Il maltempo ha impedito il regolare
svolgimento di alcune manifestazioni ma la
memoria, anche quest’anno, non è stata cancellata.
Giugno 2008
Tivoli
27
PROBLEMI
PER LE TERME ACQUE ALBULE
di Valentina Torella
La falda delle acque sulfuree doveva essere parte
del sistema che avrebbe stabilizzato lo sprofondamento del suolo; un sistema di quattro pozzi
l’avrebbe dovuta intercettare allo scopo di prelevare mille litri al secondo di acqua sulfurea. Ma i
risultati non sembrano essere soddisfacenti.
E intanto l’acqua continua a sgorgare con numerose difficoltà; vengono infatti utilizzati grossi
blocchi per arginare i dirompenti getti di pressione che vengono dalla falda. Un’altra difficoltà è
data dall’enorme sbalzo di temperatura dell’acqua stessa: 19 gradi invece di 23, temperatura
adatta per le sorgenti termali. Ma qual’é l’attuale
situazione? I monitoraggi del gruppo scientifico
del professor Paolo Bono ci dicono che è evidente un ulteriore abbassamento delle falde.
Comunque, dopo ripensamenti e discussioni
varie, una cosa buona c’è; ultimamente è stato
deciso che l’acqua sulfurea pompata dai pozzi
verrà sversata nel Lago Colonnelle e non, come
PiazLa
za
prima, nel Lago Regina causando numerose
turbolenze, mentre quella utilizzata a fini terapeutici verrà trasportata tramite una condotta
iperprotetta verso lo stabilimento dove arriverà
completa delle sue iniziali caratteristiche.
E conseguenza dell’abbassamento del suolo è
stata anche la sostituzione dell’impianto di
pompaggio con uno più potente per garantire
l’apertura di tutte le vasche. Così, anche se
ferve l’attività lavorativa per la corrente stagione balneare, non si lascia molta speranza ai progetti futuri.
A questo punto viene da chiedersi se tutta questa
storia non abbia davvero dell’incredibile; questa
lotta continua tra le sorgenti e le cave di travertino dove sono stati scavati due pozzi che, pur
svolgendo al meglio le loro funzioni, utilizzano
un’acqua diversa e poco adatta alle Terme Acque
Albule e di conseguenza ai suoi bagnanti. E chissà che risvolto avrà in futuro questa situazione…
28
Attualità
Giugno 2008
I 60 ANNI DELLA COSTITUZIONE
di Ivano Moreschini
Il 2 giugno appena trascorso la Repubblica italiana
ha compiuto 62 anni: tanti ne sono passati dal referendum del 1946 su Repubblica o Monarchia, che
vide prevalere gli italiani favorevoli alla Repubblica.
Due anni dopo, il 1° gennaio 1948, entrava in
vigore la Costituzione Italiana, frutto del lavoro
dell’Assemblea Costituente, ed in particolare dell’accordo tra le forze politiche più rappresentative
emerse dalla Resistenza: Democrazia Cristiana,
Partito Socialista, Partito Comunista.
L’Italia usciva da vent’anni di fascismo, e soprattutto da una guerra che aveva dimostrato che le
ambizioni di grandezza di Mussolini, e della classe dirigente che lo sosteneva, Vittorio Emanuele
terzo compreso, erano solo vuota retorica.
***
Per la prima volta nella sua storia il popolo italiano delegò i propri rappresentanti a scrivere la propria legge fondamentale: lo Statuto Albertino, concesso nel 1848 dai Savoia ai cittadini del proprio
staterello, era diventato in seguito la legge fondamentale dell’Italia unita. Certo, fu la Resistenza a
mobilitare una parte della popolazione, ed a ottenere l’Assemblea Costituente. Ma occorre anche
dire che sia il Referendum su Repubblica e Monarchia, sia l’Assemblea Costituente furono scelte
sostenute dai veri vincitori
della guerra: gli eserciti
americano ed inglese.
***
La
Costituzione
Italiana è tutt’ora una delle più avanzate al mondo.
Si dichiara “una Repubblica fondata sul lavoro”,
ed alcuni principi fondamentali, come quello dell’uguaglianza, prevedono un forte intervento dell’autorità pubblica per garantirne l’effettiva attuazione: Articolo 3: “È compito della Repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese”. Lo stesso vale per
il diritto al lavoro: “Art. 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove
le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.
***
Alcuni aspetti della Carta Costituzionale hanno
subito maggiormente gli effetti dei cambiamenti: da
trent’anni almeno si parla con insistenza di una
riforma della forma di governo, che dia maggior
potere di indirizzo al Premier, ed elimini le lentezze
delle due aule con pari poteri: Camera e Senato.
Finora questo aspetto non è stato toccato; il referendum del giugno del 2006 ha respinto la riforma voluta dal Governo Berlusconi, forse per la paura di una
rottura dell’Unità nazionale che ispirava la presenza
della Lega. Una riforma significativa, ma forse un
po’ confusa, è stata quella del 2001, che ha conferito
maggiori poteri alle Regioni ed ai Comuni. Se ne
sono accorti però soprattutto gli addetti ai lavori
***
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Le riforme vere sono venute dall’Europa, dai trattati militari e dall’economia di mercato e sono passate attraverso l’articolo 11, divenuto poi famoso:
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle
limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le
Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni
internazionali rivolte a tale scopo”. È un articolo
molto commentato, soprattutto per la critica alle
missioni militari Italiane all’estero. In realtà pochi
dicono che l’articolo è stato imposto dagli eserciti
occupanti, e la sua chiave non è tanto nella prima
frase, ma in quella frasetta sulle “limitazioni di
sovranità”: l’Italia era un paese sconfitto, la sua
partecipazione alla Nato ed alla nascente Unione
Europea è stato un modo per rientrare nel gioco
delle nazioni. Al prezzo però di subire spesso delle
decisioni impopolari.
***
Il progetto di società disegnato dai Costituenti è
ancora attuale. Però da molti è percepito come un
disegno “di parte”. Il vero obiettivo di chi continuamente mette in discussione la Costituzione non
PiazLa
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29
Attualità
Giugno 2008
è la forma di Stato
(rapporto tra Stato
centrale, Regioni,
Comuni, cittadini) o
di Governo (rapporto
tra Capo dello Stato,
Governo, Parlamento,
elettori). Il vero obiettivo è il superamento dei
principi fondamentali derivanti dalle condizioni
storiche nelle quali la Costituzione è stata scritta:
la Repubblica antifascista fondata sul lavoro. Per
questo le feste del 25 aprile ( liberazione dal nazifascismo) del 1 maggio (festa del lavoro) e del 2
giugno (festa della Repubblica) sono negli ultimi
anni fonte di polemica. E, cosa molto più grave,
sono vissute con una certa indifferenza dalla maggioranza della popolazione.
***
Questa è la nuova frontiera di difesa della Costituzione. E visti i recenti sviluppi dei fatti politici, è
una frontiera che può essere varcata prima di
quanto pensiamo. Ma in conclusione, già parlare
di difesa vuol dire che c’è un problema: non risulta che in America ci si divida tra favorevoli e contrari alla Costituzione. Perché questo accade ancora in Italia? Il dopoguerra non è ancora finito?
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Tradizioni popolari
Giugno 2008
Letteratura popolare - Favole, racconti, barzellette
selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini
Dalla tesi sulle “Tradizioni Popolari a Castel Madama, 1949” di Vittorio Todini
Le streche
di S. Ferrazzi
Ah, n’è veru che se trovanu le streche? N’è veru che se
trovanu j spirdi e che i Santi fau i miraculi?
Ve vojo raccontà ‘n fattu.
Quann’era chiattozza, che facea l’amore co’ ‘Ntonio – scia
benedetta l’alima – siccome io era troppu chiatta e issu
troppu chiattu pe’ spusà, ju pare e la mare aveannu tantu
a caru che io me ju pjesse, che me teneanu sempre alla
casa co’ issi e me manneanu a portà a magnà a l’opere,
perché de pussidénzia ne teneanu propriu tanta: fonte
Ventresca era vaci tutta la séa, ‘nu beju tocciu a Valle
Cùpera, eppò Fonte Rampinu: tutte pusizioni bone. Allo
repassà che facea, sbotèa a ju Fattore Vécchiu, addò ce
stea propriu ‘n ciardinu: loco ce steanu le cocozze, loco ce
stea la ‘nzalata, loco ce steanu i cavuli e ‘na priculata
d’uva ciccia, che ‘nne vacu te rempiéa la vocca, e certe
pronga navicelle, che nne tenea chivej pe’ Casteju.
Io pusea la canestrélla sopre la maceretta e me mettea a
coje cich’e rubbizia pe’ dapo’ venneremella ‘n piazza; però
‘n piazza ce sta sempre la gente che gni piace de lavorà;
e cavòta, cagnottenno fra issi, me veneanu a rompe i stingi co ‘ju fattu de lla crapetta. Ma è che semo stata gente
‘nnustricarella: ecco perché c’ émo sempre magnatu ‘n
tuccittu de pa’. Vu’ ju fattu della crapetta gnu sapete, è ve’?
Mo’ ve ju reccconto io.
Dunghe dice che ‘na vota sòcirimu – scia benedetta l’alima
– stea a arà pe’ j’ Arcioneji e alla majura della calla, doppu
che s’ebbe magnatu ‘m miccone (un boccone), co’ ju fiju
se iru a repusà daventru a ‘n cunnuttu de Nerone e loco,
allo mejo de ju sonnu, ju revejà ‘n zignore che j disse: “Vo’
deventà riccu, tune ?”.
“Macara! È comme ju cecu che va cerchenno la vista!
E addò stau sti sordi?”.
“Abbasta che tu scoperchi vella pietra, che ce troverai la
jocca coi pucinei d’oro e deventerai ‘n zignore chiamatu”.
Issu se fiarà a scoperchià la pietra, ma ju signore j fece:
“Pianu e ‘n ze tocca èsso se prima ‘n ce lassi ‘n’alima”.
E pe lla ‘ngurdizzia dei quatrini se fionnà sopra a ju fiju che
stea a durimì accantu a issu pe’ strozzareju; ma po’ je
venne ‘nu remorzu de coscenzia e lassà ju fiju a durimì e
se dètte a fuì a Sammitu, addò tenea ‘n frateju prete. Ju
strascinà pe’ nforza a viju postu, pijaru ‘na crapetta, la battizzaru, l’ammazzaru e dittiru l’alima ar demonio.... Ma ce
vurìa che j pijesse ‘n garbuju a ju pizzu della lengua a chi
ha ‘mmendate certe cose!
PiazLa
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Ma rejemo a ju discursu de prima. ‘Na sera vajo pe’ aiazà
la canestrélla e te cce trovo mezzu baioccu novu, novu,
che parèa ‘scitu propriu allora dalla stampa; ju pijà e me ju
mese alla broscia, senza dice gnente a chivej. La sera
venenno, ce trovà ‘n baioccu sanu, eppò doa, eppò tre,
eppò quattro, eppò ‘n grussittu (mezzo “grossu”, l’equivalente di due soldi e mezzo) d’argéntu, sbrilluccichente
comme ‘na stella ‘n cielo. Eppò ju mucchittu conenzà a
cresce, finu a cche arivà a cinquanta pauluni, comme so’
veri cinquant’angeli de ju Paradisu. E co’ tutti ‘sti quatrini io
che nonn’avea mai bisognu, che tenéa le chiavi de do’
casi, non cerchea aru che de faremecce cich’e vernie
(darmi delle arie, farci bella figura). E no’ mme sse pò mai
scordà che, siccome pàrimu tenéa a mme sòla, me sse
portea sempre’n giru co’ issu pe’ jari paisi, addò tenea tanti
compari. E alla fiera de Santa Netoja me cce comparà ‘na
camiciola de mirimirosse giallu e la fece cucì alla munichella che tenèa le mani d’oro. Jessa me lla volea guarnì
de zàcana roscia (fettuccia rossa); ma io j disse: “No, turchina mittimeccella, ch’è più ciovile e co llo giallu resarda
de ppiù”. Eppò me cce fece mette ‘n varneju de scorzese,
che gnu affetteanu mancu le cortella, ‘n fazulittu de sgarmiru, tuttu ramuriggiatu e fiuriggiatu che richiaméa lo rosa
de ju muccu; e tutta sta rubbizzia me lla venea mettenno
alla casa pe dda po’ fàrene tutta ‘na ‘scita.
Ecco che te venne la dì de ju Corpusdommine e io me
stuvà (mi lavai) bbene bbene ju muccu la sera pe’ sta più
spiccia la demà. Cucì la dì venenno n’ebbe da fa’ aru che
vistireme e ‘mpaparacchiareme alla ssedia e no’ me
movea de pezzu pe’ paura che me se vastissiru le cote
della vunnella. ‘Nne minutu me parea ‘n’annu…. Ecco che
te sento la canepista de ‘Ntonio che venea joppe a ju vicuru; allora io me compono mejo, issu rentrà, me sse ‘mpalancà denanzi co lle raccia icrociate ‘n faccia a ju pettu, me
tementea sgrullenno ju capu da ‘na parte e l’ara e no’ mme
dicea gnente; allora io j faccio: “Che tè? Se putirìa sapé
che tt’è succéssu?”. Allora issu ‘ngumincià a descore, ma
parea che le parole ce lle cavessero co j’ancinu: “E comm’è? Chi t’ha fattu sta rubbizzia? I quatrini addò j’ha pijati?
Chi te j’ha dati?” E io ch’era micca sci, ma de birbizzia ne
tenea tanta, j sardo ‘n faccia comme ‘na trica: “E pe cchi
m’ha pijatu tu a mene? M’avissi pijatu gnente gnente pe’
una de velle?”. E allora j reccontà ju fattu. Quanno issu
j’ebbe ‘ntisu, se strappà i capiji, se dea i pugni ‘m pettu e
non facea aru che arepricà ‘ste parole: “Oh, quajo fattu!
Oh, quaio fattu!! Viju era ju spirdu che ce mettea i quatrini
e ‘na dì o l’ara t’aviria ‘nzognatu ju tesoru e nu’ seremmo
deventati signuri chiamati”.
segue nel numeroo di luglioo
32
Parco Lucretili: itinerario
Giugno 2008
VALLE CAVALERA-PRATONE
FOSSO VENA SCRITTA-POGGIO RUNCI
a cura di Carla Santolamazza
Tempo di percorrenza: ore 6.30, con un dislivello di 300 m circa (da 730m a 1028m).
Segnaletica: segnavia rosso-bianco-rosso, n. 2, 3,
4, 6/5.
Interesse prevalente: paesaggistico, geomorfologico, vegetazionale e storico.
Difficoltà: percorso di difficoltà media su un sentiero per un breve tratto non particolarmente evidente; sconsigliato dopo forti piogge per il fondo
fangoso calpestato dagli animali al pascolo.
Il percorso proposto si snoda nel settore meridionale dei Monti Lucretili, in una zona alla base del
Monte Morra. I suoli sono localmente dilavati, ma
coperti da estese formazioni forestali sui soprassuoli calcarei e sugli accumuli localizzati nelle
vallecole e negli impluvi. Questo è uno degli itinerari più interessanti dei Lucretili per la morfologia
movimentata del paesaggio, la variabilità degli
aspetti territoriali e floristici, per la presenza di
vegetazione di estremo interesse, per lo sviluppo
di bellissime faggete, per l’esistenza di luoghi ric-
chi di memoria storica come il Pratone, i resti della
chiesa della Madonna dei Ronci e il Castello della
Muraccia del Poggio. È un percorso lungo che non
presenta elevate difficoltà, perché si sviluppa sempre in quota, con il superamento di limitatissimi
dislivelli, richiede però particolare attenzione nell’orientamento nella parte di completamento dell’anello (tratto che raggiunge e supera i resti della
chiesa) a causa della presenza di numerose piste
aperte dagli animali al pascolo e per la fitta vegetazione arbustiva dei pascoli cespugliati. Si inizia
dal paese di San Polo dei Cavalieri: superato il
centro, si segue in auto la strada interrotta che
giunge ai piedi del Monte Morra in località Prato
Favale, si lascia l’auto nel piccolo slargo e si prosegue a piedi. Si giunge ad un piccolo spazio
pascolivo in parte occupato dai materiali di risulta
del taglio stradale; ci si mantiene sulla destra, in
direzione nord, fino a raggiungere e superare Prato
Favale, area di pascolo interna al massiccio. Il
Monte Morra domina il paesaggio e dal taglio stradale è evidente la stratigrafia del terreno, rappresentata da calcare massiccio, dolomie e megabrecce. La forma movimentata del paesaggio è determinata dalle vallecole colluvio-alluvionali, la
vegetazione comprende formazioni forestali
ed arbustive di carpino, cerro, orniello e
pascoli arbustivi a prevalenza di prugnolo,
biancospino e rovo. Si prosegue su un sentiero evidente e ci si mantiene sempre in direzione nord verso l’interno del gruppo per poi
raggiungere la suggestiva Valle Cavalera, uno
dei percorsi di transumanza. Questo tratto che
giunge fino all’”anfiteatro Linceo” del Pratone di Monte Gennaro, rappresenta uno dei
percorsi più suggestivi dell’intero complesso
lucretile: un ampio tratturo che si snoda
all’interno di una galleria pressoché ininterrotta di faggi secolari. La vegetazione è costituita da boschi cedui e da formazioni in
ricostituzione. Begli esemplari isolati di agrifoglio, mentre verso il tratto prossimo al Pratone si possono notare degli stupendi
“patriarchi” di acero di monte. Superato un
dislivello di circa 200 metri, il percorso, finora chiuso dalla vegetazione, si apre su un
paesaggio morfologicamente diverso e contrastante, quello del Pratone. Un ampio piano
carsico, a circa mille metri (1024 m), con
doline e inghiottitoi, che ha rappresentato per
La a
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Piaz
Giugno 2008
Parco Lucretili: itinerario
centinaia di anni una delle mete della transumanza
interna al gruppo. Verso nord-ovest si erge la cima
di Monte Gennaro e Monte Zappi caratterizzata
dall’andamento a gradini morfologici arrotondati
solcati da vallecole: solchi e conche tipici del carsismo e noti come “Schiene degli asini”. Presenti
numerosi capi di bestiame equino e bovino allo
stato brado. Proseguendo l’itinerario, generalmente in piano, si supera un piccolo tratturo all’ombra
di maestosi faggi e aceri di monte. In questi tratti
coperti a debole pendenza, il continuo passaggio
degli armenti causa nei periodi di maggiore piovosità lembi fangosi che rendono leggermente difficoltoso il passo. Si giunge così al piano carsico,
noto come “Campitello” (1028 m). Si continua su
tratturi nell’ampia conca pascoliva con alberi di
acero d’Ungheria, acero di monte e faggio. Una
sorgente (fonte di Campitello) alimenta due fontanili per gli animali al pascolo, sono presenti cespugli di biancospino, prugnolo, rosa e agrifoglio. L’itinerario prosegue con una debole pendenza
lasciando alle spalle Campitello e sulla sella nell’area della fonte Liana affiorano strati rocciosi di
Rosso ammonitico. Il paesaggio vegetale è dominato da estese formazioni forestali di faggio e
sorbo nei settori più rilevati, mentre nelle valli prevalgono carpini, cerro, roverella, carpino orientale
e orniello. I lembi perimetrali dei boschi più fitti
sono costituiti da vegetazione rampicante, il caprifoglio, il prugnolo, la ginestra e il maggiociondolo. Si prosegue attraverso l’incisione valliva del
fosso di Vena Scritta, a carattere stagionale il cui
alveo scorre tra i calcari e i detriti colluvio-alluvionali, formando dei salti di roccia e marmitte
con cascatelle. Presenti grossi massi di crollo,
staccatisi dai pendii erosi dall’azione delle acque.
Su uno dei massi si legge una iscrizione di età
romana - F.Q.S. M.ARRE - da cui deriva il toponimo Vena Scritta del fosso. Usciti dal fitto bosco e
giunti in una piccola radura pascoliva ai piedi del
Monte Marcone, si piega verso occidente seguendo l’incisione del fosso delle Forme-Vena Caprara.
Questo tratto di percorso è parte di un’antica via di
pellegrinaggio locale legata alla devozione della
Madonna dei Ronci. L’ambiente è dominato da
fitte formazioni forestali di querceto misto con
cerro, roverella, carpino, orniello alternate a tere-
PiazLa
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33
Il Pratone
binto e albero di Giuda. Nel tratto che conduce ai
resti della chiesa della Madonna dei Ronci occorre
fare molta attenzione all’orientamento e a non perdere il sentiero difficilmente riconoscibile a causa
delle numerose piste del bestiame brado e della
vegetazione fitta che non permette l’individuazione
della traccia principale. Questo è l’habitat del
comune cinghiale, della lepre, della rara martora e
delle specie ornitiche: sparviero, poiana, falco pecchiaiolo, picchio verde e cuculo. In una radura si
innalzano i resti della chiesa della Madonna dei
Ronci, risalente alla prima fase dell’incastellamento altomedievale (XI-XII secolo), collegata ai resti
del castello di Poggio Runci situato lungo lo stesso
percorso in direzione di San Polo dei Cavalieri.
Oggi rimangono pochi resti: mura realizzate con
conci regolari e scaglie di calcare legate da malta e
il portale in grossi blocchi di calcare a grana fina
recentemente crollato. Superata la Madonna dei
Ronci, l’ultimo tratto dell’itinerario è caratterizzato
da profondi solchi vallivi che si aprono verso lo
spartiacque dell’Aniene. Quindi si procede, risalendo di quota, verso i resti del castello di Poggio
Runci o Muraccia del Poggio. Mantenersi verso il
versante orientale di Monte Arcaro dove il percorso
torna evidente. Si incontrano i resti di uno dei castra
fortificati dell’XI-XII secolo, possedimento degli
Orsini già alla fine del XIII secolo e abbandonato
nel XIV secolo. La struttura conserva parte della
cinta muraria e dei corpi interni con alzati realizzati
in scaglie e conci calcarei le cui fondazioni poggiano direttamente sul substrato calcareo. L’ ultimo
tratto da percorrere per raggiungere la strada asfaltata presenta tracce dell’antico percorso che conduceva al castello. Dalla sella è visibile l’intero percorso di ritorno. Circa 25 minuti sulla strada
asfaltata e si arriva al punto di partenza. Una variante possibile è l’ascesa alla cima di Monte Morra
(1036 m) raggiungibile con una breve ma ripida
salita (0.30 ore), permette di accedere ad uno dei
punti di vista preferenziali per ammirare a perdita
d’occhio la Campagna Romana e l’Agro Tiburtino.
Giugno 2008
Cinema
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GOMORRA
di Elisa Livi
Gran premio della giuria a Cannes per “Gomorra”, tratto
dal libro di Roberto Saviano, nella trasposizione cinematografica di Matteo Garrone. Il regista afferma di aver scelto
questo libro, già due anni fa, per farne il suo
nuovo film poiché “racconta il mondo della
camorra dall’interno, in maniera inedita”.
Totò ha tredici anni e aiuta la madre a portare la spesa a domicilio nelle case del vicinato, ma il suo sogno e la sua aspirazione
è quella di “essere come i grandi”, ma
diventare grandi a Scampia ha una altro
significato. Vuol dire uccidere , andare in
giro con una pistola e sentirsi i padroni del
mondo, come accade a Ciro e Marco, trovare delle armi e sparare per sentirsi invincibili. Totò quindi entra nel giro già a tredici
anni. Dai giovanissimi agli adulti nessuno
può tirarsi indietro: nella provincia di Caserta, tra Aversa e Casal di Principe, si dipanano le vite di
Don Ciro, (Gianfelice Imparato), che paga le famiglie dei
carcerati del clan, di Maria che sarà uccisa perché il figlio
ha tradito, del sarto che produce abiti griffati per un piccolo boss, dei due ragazzi che vogliono fare i furbi fregando
i capi, di Franco, (Toni Servillo), lo stakeholder intermediario tra le aziende di smaltimento rifiuti e la camorra. Non
c’è scampo per nessuna esistenza: se rimani a Gomorra
fai parte del sistema criminale. Solo chi scappa ha una
possibilità di salvezza. Una guerra descritta nella sua normalità più agghiacciante.
Molti i primi piani, che lasciano fuori fuoco personaggi e
paesaggi per concentrarsi sulle espressioni dei protagonisti, così come i campi lunghi che creano inquadrature tali
da mostrare le desolanti ambientazioni.
Garrone lascia gli attori parlare nel loro dialetto, per poi
sottotitolarli, per rendere ancora di più la verità che vuole
mostrarci, quella di persone che ogni giorno si scontrano
con la morte e col sangue, che macchia soldi e vite forse
un tempo innocenti. Le didascalie finali poi contribuiscono
a rendere ancora più amaro e tragico un finale che non
lascia più speranze.
Il leit-motiv di questo sconvolgente viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra: le merci e il loro ciclo di
vita. Le merci “fresche”, che sotto le più disparate forme
(pezzi di plastica, abiti griffati, videogiochi, orologi) arrivano al porto di Napoli e, per essere stoccate e occultate,
vengono riversate fuori dagli enormi container per invadere i palazzi appositamente svuotati. A quel punto, le merci,
ormai “morte”, provenienti da tutta Italia e da mezza Europa, sotto forma di scorie chimiche, morchie tossiche, fanPiazLa
za
ghi, addirittura scheletri umani, vengono abusivamente
riversate nelle campagne campane, dove avvelenano,
oltre alla popolazione, gli stessi boss che su quei terreni
edificano le loro dimore fastose. Questa è
oggi la camorra, il “Sistema”: un’organizzazione affaristica con ramificazioni spaventose su tutto il pianeta e una zona sempre
più estesa in cui diventa difficile distinguere
la ricchezza prodotta dal sangue da quella
proveniente da operazioni finanziarie.
La realtà rappresentata è quella di una città
e della sua provincia, dominate dalla criminalità più spietata, che si serve della disperazione della povera gente che, pur di poter
vivere dignitosamente, si serve della
camorra, come se fosse una normale istituzione statale. La scena più significativa è
quella di Franco, giovane assistente di un
imprenditore senza scrupoli che smaltisce rifiuti chimici, il
quale si ribella al suo datore di lavoro e lo abbandona, poiché comprende che quell’uomo per i suoi interessi mette
in pericolo la salute della sua stessa gente.
Gomorra è un viaggio in una terra abbandonata, prima di
tutto dallo Stato, che anzi talvolta si mescola con la camorra; un viaggio nella mentalità di chi non ha nulla da perdere, di chi vive alla periferia di Napoli, dove la camorra non
coincide con la famiglia mafiosa ma col quartiere, con l’economia, con il lavoro, con lo Stato. Lo Stato dentro lo
Stato. Un Sistema dentro al Sistema. Se il film si apre con
la morte, non può che chiudersi con la morte: a Scampia,
la legge è ancora dettata da loro, che continueranno a
spargere morte e dolore come se fosse la normalità, a
meno che non si decida di voltare le spalle al “sistema” ,
come decide di fare Roberto dopo aver affrontato Franco.
La sua ultima scena, infatti, è uno dei pochi bagliori di speranza in un film cupo, amaro e terribilmente vero.
36
Mostre
IL QUATTROCENTO A ROMA.
La rinascita dellle arti da Donatelllo a Peruggino
Giugno 2008
dii Ivo Sanntolamazza
Il Museo del Corso della Fondazione Roma, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele, dal 29
aprile al 7 settembre 2008 promuove, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano, la prima grande mostra dedicata al Quattrocento romano: Il Quattrocento a Roma. La Rinascita delle Arti da Donatello a Perugino. In via del Corso 320 a Roma.
“Questa nuova esposizione del Museo del Corso - dichiara il Prof. Emanuele - intende fare luce su un periodo ed un contesto per troppo tempo trascurati dagli studiosi che, non senza ragione, si sono concentrati su
Firenze e sui geni che in quel secolo stavano aprendo una nuova era per l’arte dell’intera Europa. Approfondendo e valorizzando quanto stava contestualmente accadendo a Roma, il Museo del Corso vuole offrire nuovi e fondati spunti per capire la grande rinascita dell’Urbe, che nel XV secolo visibilmente inizia, e
che si completerà splendidamente nel secolo successivo. Da questa mostra parte una nuova occasione di
approfondimento scientifico e culturale, indispensabile per poter comprendere in modo integrale la storia
del Rinascimento italiano, e destinata a restituire maggiore dignità e peso al contributo di Roma allo splendore del Rinascimento”.
In mostra oltre 170 opere, tra plastici, arredi sacri e civili, ceramiche, sculture, disegni, medaglie papali e
quadri, provenienti dai principali musei italiani e stranieri, tra i quali: i Musei Vaticani, il British Museum,
lo Stiftung Museum Kunst Plast di Düsseldorf, il Skulpturensammlung und Mueseum für Byzantinische
Kunst di Berlino. Il percorso presenta un’indagine approfondita sugli aspetti sociali, urbanistici, religiosi ed
artistici della Roma del XV secolo, che trova la sua massima espressione nei capolavori dei grandi artisti
che vi operarono: Mantegna, Perugino, Piero della Francesca, Pinturicchio, Donatello, Michelangelo, Filippo Lippi, solo alcuni degli artisti in mostra.
Accanto alle prestigiose opere e testimonianze dell’epoca, due elementi di assoluta novità corredano l’esposizione: una grande tavola multimediale di Roma quattrocentesca, con cui il pubblico può interagire ed
esplorare nel dettaglio edifici e monumenti della Roma dell’epoca, e la ricostruzione tridimensionale della
Cappella Carafa di Santa Maria Sopra Minerva, realizzata dall’Enea che, per la prima volta, ha applicato la
tecnologia con radar ottico a colori (solitamente utilizzata per indagini spaziali) ad un monumento artistico. Grazie a questa tecnologia, il visitatore può fruire di una visione nitida e ravvicinata degli affreschi del
Lippi, conservati nella Cappella Carafa e scarsamente visibili dal vivo, fino a percepirne i minimi dettagli.
Arricchirà la mostra, a partire dal 20 maggio, il capolavoro di Piermatteo d’Amelia, “Madonna con Bambino”, del quale si erano perse le tracce da oltre venti anni. L’opera, sottoposta a lungo restauro, verrà presentata al pubblico per la prima volta dopo il suo ritrovamento proprio in occasione di questa mostra, la
quale si snoda attraverso cinque ampie sezioni: I - La città: l’esposizione si apre con una ricognizione storica sull’aspetto urbanistico e architettonico di Roma nel Quattrocento, con la documentazione del tessuto
viario, delle mura, delle case, singole o a schiera, degli edifici di servizio. II - I Papi. Fede, arte e potere: la
città rappresentava la più importante meta del Cristianesimo occidentale. III - Vita civile e religiosa: sezione dedicata alla vita quotidiana, con le stoviglie, i mobili e gli arredi delle dimore di allora, con strumenti
musicali e “vesti” per la guerra. IV - Lo scrigno dell’antico: la ricognizione sui tesori dell’antichità che
Roma, museo a cielo aperto, offriva agli occhi degli artisti inesauribili spunti d’ispirazione e di riflessione.
V - La rinascita delle arti: meta ambita da tutti gli
artisti della penisola e dell’Europa, Roma nel Quattrocento assiste ad una fioritura delle arti che la
mostra vuole documentare tanto in pittura quanto
in scultura.
L’esposizione è a cura di Claudio Strinati, Soprintendente del Polo Museale Romano, e di Marco
Bussagli, docente presso l’Accademia di Belle Arti
di Roma, e si avvale del coordinamento di Maria
Grazia Bernardini della Soprintendenza del Polo
Museale Romano.
Immagine : Bartolomeo di Giovanni (attivo tra la fine del XV e
l’inizio XVI secolo) - La pace tra i Romani e i Sabini, 1488 circa Tempera su tavola, 70 x 155 cm - Roma, Galleria Colonna, sala
della Colonna Bellica.
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 20, giovedì e venerdì
dalle 10.00 alle 23.00. Lunedì chiuso. Ingresso: intero
9,00 Euro, ridotto 7,00 Euro; scuole: gratuito.
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Giugno 2008
Sport
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« G Y M N I C A»
a cura dello Staff Tecnico
Come ogni anno immancabile l’appuntamento al verde pubblico con il saggio finale
della sezione ginnastica dell’associazione sportiva dilettantistica di Castel Madama
in una cornice gremita di un pubblico partecipe e molto interessato
Martedì 10 giugno alle ore 21.00, approfittando di
una tregua metereologica di questa primavera così
avara di sole, si è potuto svolgere senza proroghe il
saggio finale del settore ginnastica dell’A.S.D.
Castel Madama alla presenza di un pubblico come
sempre numeroso e vivace. Chi negli ultimi anni è
stato abituato a spettacoli a tema molto scenografici potrebbe essere rimasto sorpreso per la semplicità e l’essenzialità della serata. Ma come dice anche
il titolo “Gymnica” lo staff ha voluto dare più risalto all’aspetto tecnico proprio della ginnastica. I
giovani atleti, infatti, liberati da costumi ingom-
gruppo ha presentato coreografie con piccoli e
grandi attrezzi supportato da musiche coinvolgenti
e trascinanti. La novità di quest’anno è che tutti i
ginnasti, tranne i bambini dai tre ai cinque anni, in
contemporanea si sono esibiti su tre trampolini
dando vita ad un momento entusiasmante per gli
atleti e scenografico per gli spettatori.
branti anche se di effetto, si sono potuti esibire con
più disinvoltura, evidenziando le loro abilità.
Anche se sono ormai anni che si assiste a questo
evento è sempre un piacere e una sorpresa per il
pubblico, ma anche per gli istruttori, vedere impegnati più di cento bambini e ragazze di un’età compresa tra i tre e i venti anni in una manifestazione
sportiva che prevede, aldilà degli effetti coreografici, un buon controllo del proprio corpo, delle proprie ansie e una preparazione fisica notevole che si
possono acquisire solo con la metodicità e la disciplina. Come già in passato i primi a scendere “nell’arena” sono stati i piccoli del gioco-sport che
hanno intrapreso un percorso apparentemente semplice, ma che in realtà prevede un adeguato sviluppo degli schemi motori di base. A seguire ogni
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Non è da sottovalutare, infine, il contributo ormai
insostituibile di Paolo Ricci, il nostro presentatore,
che con la sua dialettica e la sua simpatia è riuscito a coinvolgere e a fare interagire i bambini e il
pubblico, creando una situazione emotiva forte. In
questo clima di allegria e partecipazione il Direttivo e gli istruttori augurano a tutti un’estate serena.
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Musica
Giugno 2008
Friday night in San Francisco-Paco de Lucia,
John Mc Laughlin e Al di Meola
di Fabio Moreschini
Friday Night in San Francisco è un disco senza età, di cui
non si può mai essere stanchi. È l’incontro di tre geni del “chitarrismo acustico” mondiale, che con la loro calda interpretazione riuscirono a scatenare e scaldare migliaia di spettatori
quasi come se, invece che ad un concerto, stessero assistendo ad una partita di calcio. Voi direte: “Com’è possibile
fare questo con un set acustico?”. Per spiegare questo dobbiamo partire innanzitutto dalle presentazioni dei componenti di questa straordinaria band.
– Al Di Meola: questo ragazzo col cappello texano è uno dei più
grandi chitarristi del ‘900 (è ancora in attività, al momento suona
con Parodi, ex-Tazenda). Il suo stile è prevalentemente incentrato su un utilizzo molto virtuoso e caldo della chitarra acustica,
anche se sono comunque da mettere in rilievo le sue eccezionali performance come chitarrista elettrico (era un membro dei
Return To Forever di Chick Corea e Stanley Clarke).
– Paco De Lucia: semplicemente il più grande chitarrista flamenco dell’ultima parte del secolo scorso, nonchè grande
innovatore del genere. Proveniente da una famiglia con una
grande tradizione nel campo del flamenco, già dall’età di 11
anni si era affermato come uno dei più grandi chitarristi, in
prospettiva, di questo genere.
– John McLaughlin: straordinario chitarrista jazz inglese,
apprezzatissimo da tutti i più grandi interpreti contemporanei;
non a caso ha partecipato alle sessioni di Bitches Brew, per poi
entrare nel cerchio della fiducia di Miles Davis. Il suo genere è
più vicino alla fusion che al jazz puro.
Dalla fusione di questi tre chitarristi apparentemente diversi,
con esperienze lontane e differenti feeling musicali, nacque
una performance che rimarrà nella storia della musica; l’album infatti offre uno dei più grandi modelli di genio chitarristico dei tempi moderni. Questi straordinari musicisti dimostrarono una fenomenale coesione, riuscendo a compenetrarsi,
completarsi e fondersi in un’unica grande onda d’energia e
talento, che al termine del disco ti lascia a terra stremato,
incredulo ed esausto.
“Mediterranean Sundance/Rio Ancho”(Di Meola/De Lucia). Il
brano si apre con la trascinante Sundance, un arpeggio raffinato su cui vengono ricamati sensuali fraseggi. L’intensità
crescente dei fraseggi prelude al devastante flamenco di Rio
Ancho, in cui i due si esibiscono in assoli alternati di incredibile fattura e qualità; la tensione artistica sembra ogni tanto
spegnersi, per addolcirsi un po’ negli unisoni appena accennati, ma poi i due ritrovano improvvisamente vigore quando
vengono “schitarrati” gli accordi del tema principale, rientrando con un flamenco ancora più veloce e dirompente.
Short Tales Of The Black Forest(Di Meola/McLaughlin): Al
abbandona quindi il flamenco di De Lucia per lanciarsi in virtuosi unisoni con McLaughlin. La struttura del brano è piuttosto complessa, alterna veloci fraseggi a parti ritmiche sincopate, con pause sulle quali i due musicisti giocano ad arte per
infiammare ulteriormente e togliere il respiro ad un pubblico
già in estasi. Ed ecco all’improvviso partire un blues sul tema
della “Pink Panther” (sì sì... la pantera rosa!!), che scatena la
folla di San Francisco. L’ultima parte sprofonda in una ballata delicata, accompagnata da chitarre quasi “mandolinate”
che ci fanno rilassare per qualche secondo, per poi chiudere
con un gran finale ritmato e deciso.
“Frevo Rasgado”: (McLaughlin/De Lucia): Lo schema ormai
è provato e ben collaudato, ed i due riescono a mantenere
alta l’energia e la qualità del concerto con un’ennesima interpretazione sublime. Gli unisoni in questo brano sono piuttosto impegnativi e veloci, nonchè le alternanze degli assoli ed
i tempi ritmici. McLaughlin e De Lucia compongono un groove perfetto, inserendo un calore irresistibile sulle scale latine
di Gismonti, in teoria un po’ ostiche per la cultura ed il sentimento del britannico.
I due brani di chiusura sono eseguiti dal trio al completo.
“Fantasia Suite” di Di Meola propone atmosfere fiabesche
incorniciate ad arte dai delicati pizzicato dell’accompagnamento. Gli assoli sono quasi sussurrati, e quando le due chitarre di Di Meola e McLaughlin si uniscono in una sola voce,
De Lucia detta i tempi e il “mood” del brano. Per tutta la durata del pezzo permane questa aura magica, il trio non si sbilancia mai finchè l’incanto fiabesco si rompe per arrivare ad
una riproposizione del tema principale con un ritmo più serrato e con accordi suonati più vigorosamente. Inizia da qui un
alternarsi straordinario di assoli macinati da ogni artista nel
proprio stile, rendendo questa commistione una dolce armonia di generi ed espressioni. Il finale è ancora una volta
esplosivo e la folla non trattiene un’ovazione straordinaria,
che sancisce la fine del concerto del grande trio.
L’ultima traccia è un brano di McLaughlin registrato in studio,
“Guardian Angel”, non privo comunque della energia e della
coesione portata dai tre sul palco di San Francisco.
Non vi è situazione migliore in cui io possa dire che la musica non può essere spiegata con le parole. Quel che ho provato a dare è una descrizione appassionata di questo straordinario album acustico live, un’opera senza precedenti nè
seguito, un album unico e perfetto. La bravura tecnica dimostrata dal trio, nonchè il calore, il trasporto e la passione
espressi, hanno dato vita ad una magia, che ha legato il
nome dei tre al successo straordinario di questo lavoro.
Adesso potrà magari essere ritenuto un po’ vecchio o “oldfashioned”, ma sarebbe un errore madornale, imperdonabile!
L’opera di Di Meola/McLaughlin/De Lucia è senza tempo e
senza età, caratteristica comune a qualsiasi capolavoro artistico di tale bellezza.
McLaughlin ha detto recentemente: “Alcune notti accade
qualcosa di magico, ed è veramente quello che speri arrivi
sempre...quella cosa magica...la scintilla, o come la volete
chiamare! Questa cosa ha comunque la misteriosa capacità
di incantare tutto e tutti. E questo è proprio quello che è accaduto quel Venerdì notte.”
Voto 9/10
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