Giugno - La Piazza
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Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Anno 5 - Numero 6 GIUGNO 2008 Pag. 4 CLINICA: IN DIRITTURA D’ARRIVO Pag. 35 CINEMA: GOMORRA PREMIATO A CANNES Pag. 37 GYMNICA: SAGGIO DI FINE ANNO Giugno 2008 Spettacoli 3 IN SCENA “LA STORIA” Settembre 1943 - Giugno 1944 di Ivo Santolamazza L’unica cosa che rimane è la testimonianza. Passione, commozione e coraggio si intersecano nella lettura a più voci dal titolo “La storia”, ideata e diretta da Anacleto Lauri, rappresentata a Castel Madama l’8 giugno 2008. Iniziativa resa possibile dalla Presidenza del Consiglio della Regione Lazio, dall’Associazione Culturale Video Officina Creativa, dall’Associazione per la memoria e la storia della resistenza della Valle dell’Aniene, dall’Associazione Culturale Dedalo - ArsHaus Teatrodanza, dall’Associazione Alter Ego e da lateladelragno. I Comuni citati nei racconti e nei quali sono state previste altre date della rappresentazione, oltre a Castel Madama, sono Vicovaro, Arsoli, Canterano, Tivoli, Subiaco, Cervara, Agosta, Rocca Canterano. “La storia” è un viaggio attraverso gli eventi che sconvolsero i paesi della Valle dell’Aniene durante l’occupazione nazista. È il ricordo dei novantuno contadini trucidati per rappresaglia dalle truppe nazi-fasciste in ritirata. È la riflessione, attraverso le immagini della distruzione proiettate sullo sfondo del palcoscenico, per gli oltre trecento deceduti tra Tivoli e Subiaco. Protagonista è la realtà, il passato, la guerra. Le voci degli attori urlano paura, forza, riscatto. I commedianti prestano gola e movenze alle grida della morte per la libertà. Il tutto è accompagnato per mano dai racconti dei sopravvissuti, i quali si sforzano affinché nulla vada perso, offuscato o distorto. Le danzatrici, sulle note di Mozart, si mescolano tra le parole e i ricordi rappresentando gli addii, gli animi di tutte quelle donne che vissero il distacco dei propri mariti, figli e fratelli che, sotto la minaccia delle armi o con l’inganno, vennero portati a morire. Da qui seguono ancora in danza le fucilazioni tra la coscienza di coloro che sanno di dover morire per mano di un plotone di esecuzione e il dramma di chi resta, di chi ne porterà il lutto. Fino ad arrivare alla coreografia che lascia fluttuare le scale, quelle scale in legno che venivano utilizzate per raccogliere le vittime, una metafora della resurrezione, del sacrificio fisico e del PiazLa za pianto delle madri di quei novantuno contadini uccisi nella Valle dell’Aniene e dell’Empolitana. Da film, libri, foto, giornali e documentari si ramifica un racconto che a tratti pietrifica, quando, in fila, lascia scivolare i nomi delle vittime, uno dopo l’altro. Tra l’1 e il 10 settembre del 1943, lungo la strada di questa valle, si sfiorano le storie più svariate. Lo stato maggiore fa affluire su Tivoli e la Valle le divisioni motocorazzate Ariete e Centauro che insieme alla Piave erano le più equipaggiate. Per cosa? Per proteggere fanti, cavalli e re che scappano lungo la Tiburtina per Ortona? Da chi? Da un nemico che da queste parti ancora non c’era. Ma di lì a poco, essendo Roma sguarnita dal lato nord, il nemico sarebbe arrivato in massa. Fu così che nel giro di una settimana i soldati italiani di quelle divisioni si disperdono sui monti cercando aiuto e sostegno alle popolazioni. Cervara arrivò anche a 5-6 mila militari in fuga. L’esercito tedesco invade uno dopo l’altro i paesi della zona piazzando comandi, depositi, ospedali e quant’altro in appoggio al fronte di Cassino. Il 26 maggio 1944 iniziò un bombardamento aereo su Tivoli da parte degli alleati. Ore 9,45 il primo, trenta minuti dopo il secondo. Sotto le macerie tiburtini e soccorritori accorsi per portare aiuto alle vittime del primo raid. Non c’era nessuna linea immaginaria fra Tivoli e Frascati, entro cui i tedeschi stavano organizzando, dopo Cassino, un altro fronte. E sicuramente questo tracciato non passava attraverso le abitazioni dei civili distrutte per il 40%, le chiese, le fabbriche, l’ospedale militare organizzato nel Convitto Nazionale. Nel mirino non ci furono gli snodi e le arterie più importanti. Cos’era? La strategia della guerra, di tutte le guerre che impongono umiliazione a popolazioni locali facili poi da sottomettere? E così fu anche l’1 e il 2 giugno 1944 quando Tivoli venne rasa al suolo. Sempre il 26 maggio 1944 è impresso nelle memorie di Madonna della Pace così come il 7 giugno 1944 di Vicovaro che, forte della voglia di indipendenza e della militanza antifascista di alcuni cittadini, vede il sacrificio di trenta persone. Il 6 giugno 1944, invece, è ricordato a Castel Madama come il giorno della strage di Colle Siccu, delle vittime scovate, catturate e poi uccise. Quei contadini cacciati dalle loro abitazioni dai tedeschi qualche giorno prima, in una giornata che scorreva come le altre. Il pane stava cocendo, i bambini giocavano, gli uomini sistemavano gli animali finché prevalse la superbia. Così i fuggiaschi si ripararono nelle grotte, ammassati nei loro timidi lamenti, fin quando arrivò il giorno dello strazio. E ben presto avranno smesso di parlare, di capire, di vivere. Ricordiamo così Michele, Decio, Giovanni e tutti gli altri… morti per la libertà. 4 Amministrazione Giugno 2008 AREA DELL’EX-MATTATOIO: DA DISCARICA A CLINICA a cura di Carla Santolamazza Nel Consiglio Comunale del 6 maggio 2008 è stata deliberata l’approvazione definitiva della variante speciale al P.R.G. dell’area dell’ex mattatoio per consentire la realizzazione di una struttura sanitaria Tutto comincia nel lontano settembre del 1963, quando il Comune di Castel Madama approva il progetto per la costruzione di un mattatoio comunale, che viene in seguito realizzato su un’area di proprietà del Comune stesso con un finanziamento del Ministero dei Lavori Pubblici. Ma il mattatoio non sarà mai utilizzato come tale e lasciato all’incuria del tempo con “destinazione” raccolta rifiuti ingombranti pian piano è diventato una discarica a cielo aperto ed è andato incontro al degrado. Nel 2004 il Consiglio Comunale approva un piano di recupero urbano di aree dismesse tra le quali è compresa quella del Mattatoio, condizione questa per poter concedere l’area di proprietà comunale in diritto di superficie ad un privato per la riquali- ficazione come nelle intenzioni della allora amministrazione Scardala. Quindi nel febbraio del 2005 con deliberazione n. 12 il Comune avvia il procedimento per la riqualificazione dell’immobile situato sull’area del mattatoio di proprietà comunale e per il cambiamento della destinazione d’uso. A marzo la Giunta Comunale con delibera n. 32 approva l’avviso pubblico per l’acquisizione di proposte finalizzate all’utilizzo e alla trasformazione dell’area dell’ex mattatoio. A luglio con deliberazione di Giunta Comunale si prende atto dell’unica offerta pervenuta da parte della Italian Hospital Group spa, con sede in via Tiburtina n. 188, a Guidonia. La società chiede la concessione in diritto di superficie del terreno comunale su “La Piazza” Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Vicolo Giustini, n. 10 00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849 Anno 5, n. 6 - Giugno 2008 Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04 Direttore Responsabile: Rino Sciarretta Capo Redazione: Carla Santolamazza Redazione: Alessandra De Santis, Federico Chicca, Ivano Chicca, Ivano Moreschini, Ramona Pompili, Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Valentina Torella, Gualtiero Todini, Ivo Santolamazza, Michele Scrocca, Elisa Livi, Fabio Moreschini, Dott. Guglielmo Trua Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355 Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - Castel Madama Chiuso in redazione il 16/06/2008 - Tiratura 1.500 copie SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com E-mail: [email protected] [email protected] LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ DALLE ORE 18 ALLE 20 SOMMARIO • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • In scena la storia Da discarica a clinica I conti del Comune Variante Generale di Piano Centro Anziani Quelli che ... continuano Non solo birra Sangue ... e altro Brevi IX Comunità Montana In ... Forma Vicovaro Tivoli I 60 anni della Costituzione Tradizioni popolari Lucretili: itinerario Cinema: Gomorra Mostra Gimnica Musica pag. » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 3 4 7 9 10 11 12 14 15 16 19 23 27 28 31 32 35 36 37 38 Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli La a z Piaz Giugno 2008 Amministrazione cui è costruito l’edificio del mattatoio, offrendo un canone di 12.000,00 euro l’anno per 30 anni. La proposta progettuale prevede la demolizione dei corpi di fabbrica esistenti e la realizzazione di una pari volumetria in un’unica costruzione di tipo “villa bifamiliare”, per ospitare residenze sanitarie riabilitative di tipo sociale e/o terapeutico. Ad agosto con deliberazione di Giunta viene approvata la proposta della società ed il Comune concede il diritto di superficie su un’area di 3.350 mq., distinta in catasto al foglio 5, particella 162: cioè l’area dell’attuale mattatoio. A novembre sembra tutto in regola per l’approvazione definitiva del progetto ed invece si presentano alcuni problemi. Si accerta che l’area su cui sorge il mattatoio non è ricompresa nel Piano di recupero urbano del 2004, ma è sempre rimasta zona agricola. Erroneamente non è stata inserita nella Variante Generale del ’74, approvata dalla Regione nel Centro Urbano, come zona a servizi attrezzati e quindi è ancora oggi zona agricola. Questa la spiegazione fornita dall’amministrazione in carica nel novembre del 2005 in una proposta di deliberazione. Il progetto dunque costituisce variante al Piano Regolatore vigente? Inizia una diatriba tra maggioranza e opposizione tra variante sostanziale e non e tra possibilità di variazione nel caso si tratti di opera pubblica e procedura di variante se interviene il privato. Sta di fatto che nel dicembre dello stesso anno con delibera n. 45 il Consiglio approva definitivamente il progetto, presentato dalla Società I.H.G. vincitrice del bando, e firmato dall’Ing. Stefano Grignaffini, per la realizzazione della struttura terapeutica. A febbraio 2006 la Conferenza di servizi approva il progetto della clinica e a novembre la Regione Lazio rilascia parere favorevole; dopodiché nello stesso mese il Comune invia sempre alla Regione, Dipartimento Territorio, Direzione Regionale, Area Urbanistica e Beni Ambientali, tutta la documentazione relativa alla clinica per il parere di competenza. Inizia un carteggio con la PiazLa za 5 Regione, nel frattempo a giugno del 2006 si insedia la Giunta Salinetti, e a gennaio 2007 la Regione richiede ulteriore documentazione, finché a maggio dello stesso anno si arriva alla pubblicazione, sul Bollettino della Regione, degli atti e del progetto finalizzato alla variante urbanistica. Scaduti i termini per la presentazione delle osservazioni, il Consiglio comunale a fine giugno prende atto della mancata presentazione delle osservazioni ed invia alla Regione tutta la documentazione relativa alla variante così da accelerare la conclusione dell’iter. Ad ottobre la Regione restituisce al Comune la documentazione, comunicando che la variante non è necessaria in quanto il terreno, su cui deve sorgere la clinica, è di proprietà comunale e quindi non soggetto ad un procedimento di esproprio, in base all’art. 10 e 19 del D.P.R. n. 327/01. Il progetto dunque, anche se in contrasto con lo strumento urbanistico, la variante generale al P.R.G. del ’74, risulta però conforme con la normativa ambientale, sanitaria e di sicurezza del lavoro, per cui è possibile convocare una conferenza di servizi e decidere una proposta di variante speciale su cui si pronuncia definitivamente il Consiglio Comunale senza l’approvazione della Regione. Nel frattempo, prima dell’estate, la società I.H.G. rivendica il diritto di disporre dell’area dell’ex mattatoio, per la quale sta pagando al comune un canone di affitto dall’ottobre del 2005, e minaccia una iniziativa legale. Quindi l’amministrazione decide di chiudere l’ex mattatoio come sito di raccolta dei rifiuti ingombranti e a dicembre del 2007 convoca la conferenza di servizi il cui verbale viene approvato ad aprile del 2008, Questo atto conclude l’iter della proposta di variante speciale al P.R.G. relativamente all’area dell’ex mattatoio e con la deliberazione di Consiglio del 6 maggio scorso si approva definitivamente la variante per cui l’area da agricola A1 diventa area a servizi da destinarsi alla realizzazione della struttura sanitaria. In questi giorni è in atto la pulizia, speriamo definitiva, dell’area per avviare la sua trasformazione. Giugno 2008 Amministrazione 7 I CONTI DEL COMUNE RITARDANO di Ivano Moreschini Il bilancio comunale di quest’anno si fa attendere. Nel Consiglio Comunale convocato per il 30 maggio scorso, infatti, erano presenti soltanto alcune deliberazioni preparatorie, come l’approvazione dell’aliquota dell’Ici, ovvero il regolamento sulla tassa di occupazione del suolo pubblico. Il bilancio del 2008, ed il programma delle opere pubbliche, che sono la vera carta da visita dell’Amministrazione, sono in discussione sabato 14 giugno. Eppure la scadenza ultima di legge era fissata al 31 maggio 2008. Quali sono le ragioni di questa presentazione ritardata del principale atto di programmazione del Comune? È probabile che abbia pesato il nuovo cambiamento del responsabile del servizio finanziario, ruolo ora ricoperto dalla dott.ssa Moriconi Marta, che si è insediata all’inizio dell’anno e logicamente avrà dovuto prendere confidenza con il ruolo. Altre difficoltà sembra che siano derivate da una discussione piuttosto accesa in seno alla maggioranza sul calcolo del valore delle aree edificabili. In ogni caso, è evidente che stanno emergendo sempre di più le difficoltà di fondo del bilancio comunale. Lo conferma anche la nota di commento che abbiamo ricevuto dall’Assessore al Bilancio, e che pubblichiamo. Da parte nostra, segnaliamo gli aspetti negativi dei derivati, che noi più volte abbiamo richiamato, e che stanno creando sempre nuovi esborsi al Comune. Nulla si è più saputo, inoltre, della procedura aperta dalla Corte dei Conti sugli equilibri di bilancio, rispetto alla quale sarebbe interessante sapere se ci sono novità. L’Assessore ha anche comunicato che le tariffe dei principali tributi sono rimaste immutate: l’Ici per gli immobili diversi dalla prima casa è rimasta al 7 x mille, mentre l’addizionale comunale all’Irpef, aumentata nello scorso anno dallo 0,2% allo 0,5%, è rimasta invariata. Rispetto a queste scelte, la vera novità è costituita dagli interventi del Governo, che tramite un decreto legge, il n. 93 del 27 maggio 2008, ha stabilito: 1) l’abolizione completa dell’ICI sulla prima casa, che completa la riduzione del 40% della stessa tassa già prevista dal Governo Prodi; 2) il blocco dei tributi locali, che però varrà a partire dal 2009. Ciò significa che l’anno prossimo né l’Ici né l’addizionale Irpef potranno essere aumentate. Ci sarà quindi una riduzione consistente degli introiti derivanti dall’Ici per quest’anno, che dovrebbe essere compensata entro dicembre prossimo, ma che intanto crea ulteriori difficoltà di cassa. Inoltre i margini di manovra per quello che riguarda l’aumento delle tasse in caso di ulteriori difficoltà per il prossimo anno sono stati del tutto cancellati. L’auspicio è che l’Amministrazione riesca a fronteggiare la situazione, che sembra sempre più dura per i Comuni. E magari riesca anche a dare qualche informazione in più per chi come noi cerca di divulgare notizie in ambito locale. A differenza dello scorso anno, infatti, segnato dalle iniziative sul bilancio partecipato, quest’anno è stato davvero difficile avere notizie sulla preparazione del bilancio. UN BILANCIO DIFFICILE… di Alberto Grelli (assessore al bilancio) La gestione del bilancio di Castel Madama, richiede impegno, sacrificio, dedizione, attenzione, controllo, molta pazienza e un po’ di fortuna. Dopo un periodo di assestamento con l’arrivo del nuovo responsabile finanziario si sta operando per dare stabilità al settore e si sta effettuando la programmazione delle azioni da intraprendere. La situazione è sempre molto complessa, la crisi finanziaria che da anni attraversa il nostro ente è aggravata dal debito contratto a tasso variabile e dagli strumenti di finanza derivata sottoscritti dalla precedente amministrazione. La situazione è molto critica quasi ingestibile. Non sono sufficienti ad arginare la crescente necessità di risorse finanziarie richiesta dalla normale gestione dell’ente: i tagli ai settori e agli assessorati, l’utilizzo quasi esclusivo dei finanziamenti derivanti da altri enti, la continua attenzione alla spesa, la riduzione degli sprechi, la rinuncia a realizzare progetti che chiedono risorse. Nonostante ciò; con fatica e grandi sacrifici è stato redatto un bilancio per l’anno 2008 che tenta di preservare settori strategici per l’amministrazione; mantenendo una adeguata dotazione di risorse a settori quali servizi sociali e cultura. Nella gestione dell’assessorato al bilancio, azioni di veloce impatto sono state poste in essere e sono quasi tutte operative: sono stati stipulati piani di rientro con le ditte che erogano servizi che avevano accumulato numerosi crediti nei confronti del Comune, è stato effettuato un monitoraggio dei debiti degli ultimi dieci anni definendo quelli esigibili, è stato rivisto il regolamento TOSAP, sono stati approfonditi gli aspetti relativi all’applicazione della Tarsu sui rifiuti speciali e sull’ICI è stata prestata particolare attenzione all’applicazione di metodi scientifici per definire il valore delle aree edificabili e si stanno effettuando i pagamenti secondo l’ordine imposto dalle normative: costo del personale, mutui ed interessi contratti dall’ente, servizi essenziali (raccolta e conferimento in discarica rifiuti urbani), servizi rivolti all’individuo (mensa) e fornitori comunali. Analogamente, sono state definite le riforme strutturali da applicare per organizzare efficientemente la struttura finanziaria dell’ente: è quasi completato il progetto di implementazione e potenziamento dell’ufficio tributi per riorganizzare gli archivi e promuovere incisive azioni di lotta all’evasione e all’elusione che potranno avere effetti benefici sui prossimi bilanci. La speranza è che queste azioni, insieme allo sviluppo della zona industriale e dei comparti urbani possano nel medio termine essere il traino per togliere il comune di Castel Madama da una situazione finanziaria davvero difficile e sempre più complessa; mentre dal prossimo gennaio il costo degli interessi sul prestito sottoscritto il 31/12/2005 salirà come prevede il contratto quasi di un ulteriore punto. PiazLa za Giugno 2008 Amministrazione 9 Adottata la Variante Generale al P.R.G. di Carla Santolamazza Nel Consiglio Comunale del 26 maggio 2008 è stata adottata la Variante al Piano Regolatore Generale con i voti favorevoli del gruppo di maggioranza e con l’uscita dall’aula di tutti i consiglieri di minoranza Primo passo in materia di urbanistica dell’iter che porterà all’approvazione definitiva della variante generale, redatta dal tecnico Arch. Elisabetta Cicerchia responsabile del II Settore, incaricato nel febbraio del 2007 con delibera di Giunta n. 16. A maggio 2008 i tecnici Arch. Cicerchia, l’Agronomo Dott. Marcolini ed il Geologo Dott. Nolasco hanno presentato gli elaborati e dopo una serie di modifiche ed emendamenti relativi alle tavole e alle norme tecniche attuative approvati dalla Commissione Consiliare II e dopo aver richiesto i pareri preventivi in base alla Legge n. 64 del 1974 alla Regione Lazio è stata portata nel Consiglio del 26 maggio la deliberazione di adozione contenente gli elaborati di progetto e gli allegati relativi all’indagine geologica e vegetazionale e agro pedologica. Dopo la discussione al momento della votazione il Consigliere di minoranza Pietropaoli Federico ha spiegato nella dichiarazione di voto la decisione del gruppo di uscire dall’aula in quanto non è stato messo nella condizione di poter apportare il giusto contributo dato l’esiguo tempo avuto a disposizione per visionare gli elaborati e il non aver visto accolta la richiesta di una copia degli elaborati stessi e di una proroga per meglio esaminarli. Dunque alla presenza di 11 Consiglieri di maggioranza e del Sindaco la Delibera è stata votata con 12 voti favorevoli. La variante sarà quindi in visione per 30 giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso e nei successivi 30 potranno essere presentate osservazioni e opposizioni dai soggetti legittimati. Brevemente riassumiamo il percorso urbanistico del nostro paese: nel marzo 1963 viene approvato il Piano Regolatore Generale, nell’ottobre del 1971 con delibera n. 41 è adottata la variante Generale che sarà approvata definitivamente nell’ottobre del 1974 con delibera n. 3945 dalla Giunta Regionale del Lazio che accogli alcune controdeduzioni del Comune e ne respinge altre, ma il comune non prende atto né trasferisce su tavole le modifiche apportate dalla regione alla variante e quindi nascono una serie di problemi interpretativi sulla perimetrazione di alcune aree. A giugno del 1976 il Consiglio Comunale con delibera n. 98 adotta una variante in riduzione nelle zone A2 “Agricolo-residenziale” in località Monitola e allega una nuova Tavola 5 di zonizzazione del P.R.G. e un particolare in scala 1:2000 della località Monitola. Nel dicembre del 1979 con delibera n. 6629 la Giunta regionale approva la variante Monitola. Nell’aprile del 1989 il Consiglio Comunale con delibera n. 35 adotta il Piano Particolareggiato della zona industriale sulla base della Tavola 5 di zonizzaPiazLa za zione del P.R.G., ma a giugno del 1992 nel Consiglio comunale durante la discussione per l’approvazione delle controdeduzioni al suddetto piano particolareggiato un consigliere denuncia la manomissione della Tavola 5. Inizia una lunga vicenda giudiziaria che tra indagini, pronunciamenti del Giudice, delibere approvate di adozione della zona industriale bocciate dalla Regione ed in seguito revocate, si arriva al 2001, quando a luglio in seguito alla sparizione della Tavola 5 di zonizzazione del P.R.G. si richiede alla Regione Lazio una copia conforme e a dicembre dello stesso anno si assume la Tavola 5 vigente e su questa si rilasciano i certificati di destinazione urbanistica, si individuano le aree fabbricabili soggette all’I.C.I., si redigono i “documenti di precisazione e verifica di perimetri” dell’attività edilizia ed urbanistica in zona industriale. Restano i dubbi e le incongruenze e sia l’Area Avvocatura Regionale del Dipartimento Istituzionale che il Dipartimento Territorio della Regione Lazio richiedono prima nel giugno del 2003, poi a maggio del 2004 che il Comune assuma dei “provvedimenti idonei a ripristinare la corretta disciplina urbanistica” in seguito alla confusione che si è creata dopo l’approvazione della variante generale al P.R.G. e della variante Monitola. L’ultimo invito della Regione in tal senso è del gennaio 2008 relativamente alla variante dell’ex mattatoio. Pertanto nella variante adottata nel maggio scorso tutte le varianti cartografiche successive alla variante generale del ’74 sono state riportate su un’unica tavola di P.R.G. in scala 1: 10.000 Zonizzazione, e in scala 1:5.000 Zonizzazione di dettaglio, le tavole inoltre sono state rappresentate su supporto informatico accessibile a tutti quando saranno inserite nel sito del Comune; sono state poi recepite e applicate le nuove normative nazionali che nel frattempo sono intervenute; tra cui vincoli e indicazioni del Piano Territoriale Paesistico Regionale recentemente adottato, sono state previste nuove aree produttive, una nuova area omogenea per servizi turisticoricreativi, la messa in sicurezza dell’attuale viabilità e l’indicazione di nuovi tracciati per decongestionare il traffico urbano, la riduzione del numero degli abitanti relativamente alle previsioni abitative nella zona A2 agricolo-residenziale dei Colli, l’istituzione di un monumento naturale in località La Selva e di un parco fluviale lungo il fosso di Empiglione, la salvaguardia dei tracciati degli antichi acquedotti. Questa è una rapida sintesi di quanto è stato fatto, tratteremo di nuovo l’argomento con maggiore precisione e con l’intervento delle forze politiche di maggioranza e minoranza quando avremo a disposizione gli elaborati di progetto. 10 Attualità Giugno 2008 CENTRO ANZIANI: tanta voglia di esserci a cura della Redazione Un’intervista al Presidente del Centro Anziani, Mancini Fabio, riconfermato nel suo ruolo dopo le recenti elezioni Una premessa all’intervista di Fabio Mancini “Il risultato delle recenti elezioni è stato più che soddisfacente non solo per l’esito in se stesso ma in modo particolare per come gli iscritti hanno risposto a tale evento. Per questi motivi va un ringraziamento a tutti gli iscritti che hanno dimostrato responsabilità e senso civico”. Che cosa è cambiato negli ultimi anni nel Centro, visto l’aumento del numero degli iscritti? Già nella domanda c’è una parte della risposta e cioè da circa 150 iscritti si è passati ad oltre 500. Segno questo che il Centro si è mosso nella direzione giusta, promuovendo varie iniziative che hanno invogliato la gente a partecipare alla vita del Centro stesso. Altra componente è il superamento del vecchio tabù: le donne al Centro non erano quasi mai presenti, ora invece sona una mag- gioranza tra gli iscritti e la loro frequentazione ha dato un nuovo vigore e una nuova immagine all’ambiente. Quali sono per il futuro le iniziative che avete in cantiere? Le iniziative per il futuro sono molto condizionate dalla capienza del centro, ciò non toglie che non ci arrendiamo di fronte agli ostacoli, quindi qui di seguito elenchiamo le iniziative: intrattenimenti per ricorrenze quali la festa della mamma, del papà, dei nonni, della donna, carnevale, Pasqua, Natale; feste danzanti sia al Centro (in inverno) che al Parco Oudenaarde (in estate); gite, scuola di ballo, ginnastica dolce, proseguimento del corso di Decoupage e qualsiasi altra iniziativa che verrà proposta nel corso dell’anno anche da parte dei soci e di associazioni presenti sul territorio. Quali sono i vostri rapporti con l’Amministrazione Comunale e che tipo di richieste vorreste rivolgere? I rapporti con l’Amministrazione Comunale sono discreti, ma con l’impegno delle parti di migliorarli nel corso delle attività. La richiesta è una, che racchiude tutti gli altri bisogni: “Un centro sociale nuovo…”, perché lo spazio è insufficiente e con questo rispondo anche alla vostra ultima domanda. Gli spazi che avete a disposizione sono sufficienti per il numero di persone che frequentano il Centro? La a z Piaz Giugno 2008 Spettacoli 11 “LO DEVO SOLO AMMAZZARE” di Elisa Livi L’Associazione Culturale e Teatrale di Castel Madama, riunita nella compagnia teatrale “quelli che…continuano” presenta un nuovo spettacolo: “Lo devo solo ammazzare”. La compagnia, diretta da Mario Di Nardo, mette in scena una commedia esilarante, basata su fraintendimenti, intrighi e gag divertenti. Il leit-motiv della storia è l’equivoco con cui si apre la commedia. Il sipario si apre su un salottino di un appartamento in cui, Giovanni Girolami, (interpretato da Massimo Scardala), tranquillo pensionato e il fratello, Arturo, (Massimo Rinaldi), stanno cercando di mettere a punto un piano per “scucire” dei soldi ad una povera quanto stravagante vedova e cosi pagare i debiti di gioco di Arturo. La vedova, Faustina Gennari, splendidamente interpretata da Pina Mancini è una donna sopra le righe, eccentrica e molto…molto focosa! Il gioco degli equivoci inizia fin dalle prime battute: difatti la sorella dei due, Maria Speranza (…guai a chiamarla solo Maria) zitella, devota e bigotta, non capendo cosa stia succedendo in casa, crede che i suoi fratelli siano posseduti dal demonio. In un susseguirsi di malintesi, battute e personaggi che entrano in scena per creare ancor più scompiglio, il piano dei due fratelli viene messo in atto. Giovanni, infatti, finge di creare una macchina per riportare indietro il marito della povera vedova Faustina, per saziare i suoi bollenti ardori, e per questo finalmente farsi dare i soldi per poter saldare i debiti di Arturo. Tra esorcismi, operati da Don Pio, all’insaputa dei fratelli, intromissioni del figlio “scemo” ma molto PiazLa za furbo, un allibratore in cerca dei suoi soldi e una sconosciuta che piomba in casa di Giovanni, per portare ulteriore scompiglio, si continua in un crescendo di strane situazioni e personaggi. Lo scioglimento degli equivoci nel finale riporterà la tranquillità e la serenità in ognuno di loro. In un misto di follia, circostanze surreali e divertenti, la commedia si snoda sul palcoscenico in due atti. Dalla scenografia, agli attori (bravissimi), alla regia di Di Nardo, la compagnia teatrale, ancora una volta, mette in scena uno spettacolo in grado di catturare l’interesse degli spettatori. In un paese come Castel Madama, trovare un gruppo di giovani e meno giovani… in grado di suscitare l’interesse degli altri e tenerlo vivo nel tempo non è cosa da poco e l’impegno e la serietà con cui questo gruppo offre sempre nuovi spettacoli è da apprezzare, stimare e coltivare nel tempo per far si che tale ricchezza non vada persa. 12 Gemellaggi Giugno 2008 NON SOLO BIRRA di Michele Scrocca (presidente AI&G) Come al solito è stato Louis a prelevarmi all’ aeroporto di Bruxelles la sera del mio arrivo e altrettanto immancabilmente prima di lasciarmi dalla famiglia che mi ha ospitato, mi ha voluto offrire una birra. Credo che non ci sia migliore benvenuto in Belgio, notoriamente terra di ottime birre, ma la Ename Triple di Oudenaarde è il migliore benvenuto che si possa ricevere. La “Settimana Italiana”, organizzata dal nucleo per il gemellaggio con Castel Madama, prevedeva per me, degli incontri con i corsisti d’italiano delle scuole serali a partire dal lunedì, ma io ho anticipato il mio arrivo al sabato per partecipare alla cerimonia di apertura dei festeggiamenti dei 300 anni della Battaglia che nel 1708, si svolse proprio ad Oudenaarde. Allora il Belgio non esisteva, ma le strategie dei vari regni europei consideravano già le fiandre, un territorio cuscinetto, in cui risolvere con la guerra, i problemi nati per la successione al regno di Spagna, se scelsero proprio questi territori per darsele di santa ragione con una cruenta battaglia tra spagnoli, francesi, fiamminghi, olandesi, inglesi, austriaci e tutti i loro alleati; sembra fossero presenti anche degli italiani, ma non so bene a che titolo. La cerimonia ha visto sfilare le bande militari provenienti dalle diverse nazioni e l’apertura di una mostra presso i rinnovati locali del comune. Vi si possono ammirare molti reperti storici, dipinti e stampe dei personaggi degli avvenimenti, sia politici che militari e una ricostruzione filmata dei luoghi e delle strategie. A me è rimasto impresso un enorme plastico della città di Oudenaarde e delle sue immediate vicinanze, rinvenuto a Lille in Francia. La mostra sarà aperta fino al secondo weekend di luglio, quando i festeggiamenti culmiOudenaarde Mulino ad Acqua Oudenaarde 1708 neranno con una rievocazione in costume della battaglia con circa 3.000 figuranti. Purtroppo per questa coincidenza, quest’anno non avremo la delegazione delle Fiandre, al nostro Palio Madama Margarita. La domenica sono venuto a conoscenza che il lunedì sarei stato libero, in quanto le scuole erano chiuse per la Pentecoste. Ho subito approfittato dell’occasione per fare il turista e ringrazio moltissimo Christine per l’insolito itinerario che ha scelto. La visita di alcuni mulini ad acqua. Conoscevo già i mulini a vento ma la scoperta dell’esistenza di una precisa e documentatissima via dei mulini ad acqua, mi ha felicemente sorpreso. La maggior parte sono custoditi dai diretti proprietari che hanno il dovere di aprirli al pubblico e di mantenerli in efficienza perché vengono ancora utilizzati. È fantastico percorrere la via in bicicletta e ristorarsi in quelli che hanno annesso un pub, magari bevendo una freschissima birra locale. Le lezioni però le ho dovute recuperare incontrando 3 classi di studenti di 3 scuole diverse, dalle 4 del pomeriggio alle 9,30 di sera. Ho presentato la geografia, la storia , le tradizioni, gli usi e i costumi di Castel madama. informandoli dell’evento in corso e della presenza degli stands enogastronomici. Sono stati molto partecipativi, suscitando grande soddisfazione anche nella direttrice che li ha visti molto interessati a tali incontri. Mi sono chiesto come mai fossero cosi numerosi e lei mi ha spiegato che le scuole sono pubbliche, gli istituti sono gli stessi dei corsi mattutini, il corpo insegnanti è pagato dallo stato e gli studenti, di tutte le età, pagano solo 1 euro l’ora. Mi sono subito chiesto se qualche nostro parlamentare, che frequenta assiduamente Bruxelles, sia mai venuto a conoLa a z Piaz Giugno 2008 Gemellaggi 13 Oudenaarde Stand Fettuccine scenza di una tale efficiente soluzione. A maggior ragione credo sia stata una buona esperienza, che senz’altro si può ripetere. Il venerdì sono arrivati tutti i gruppi compresi gli amici di Ortona, che ci hanno raggiunto al Centro Anziani dove abbiamo pranzato. Dopo è stato subito Saltarello. Il tempo era bello e per permettere a tutti di vedere, si è scelto di esibirsi nel cortile. È veramente ammirevole l’attenzione che viene riservata loro e commoventi i sorrisi di coloro che si sono affacciati ai balconi non solo per vedere lo spettacolo ma soprattutto per salutare tutti quegli amici italiani che erano venuti a trovarli. Serata da mozzafiato con i componenti dell’Accademia di musica Tostiana di Ortona; bravi i ragazzi della corale con il loro entusiasmo e la loro gioventù, fantastico e sorprendente il tenore che ci ha lasciato letteralmente di stucco per la sua potenza e la sua bravura. Il sabato e la domenica festa in piazza del mercato con l’apertura degli stands enogastronomici. I ragazzi dell’oratorio hanno rallegrato tutta la piazza, non solo con le dolcissime crepes alla nutella, ma anche con canti moderni e balli di gruppo. Premio a base di nutella anche per i piccoli campioni di calcio che hanno disputato un torneo con le magliette di 3 squadre italiane. Gli amici di Ortona hanno fatto assaggiare molti dei loro prodotti tipici, innaffiandoli con dell’ottimo vino, tosto e travolgente come è il loro carattere. Il nostro gruppo folkloristico non è stato da meno, con i musicisti che suonavano a ripetizione la musica vivace e allegra del saltarello e i ballerini che si alternavano tra balli scatenati e preparazione delle fettuccine e degli gnocchi. Sarà per l’aspettativa che avevo creato durante le lezioni proiettando un video dove la Sora Gabriella dimostrava passo passo come si realizzavano, sarà perché gli era rimasta l’acquolina in bocca, oppure perché a pranzo mangiano solo insalata, che ha spinto tanta gente a sostare davanti allo stand e PiazLa za Oudenaarde Folk Centro Anziani aspettare gli assaggi. Addirittura, molti si sono portate via le fettuccine da cuocere a casa. Roba da aprire un negozio di pasta fresca. Anche lo stand della mostra fotografica è stato molto visitato. All’inizio veniva presa per arte astratta, ma dopo averli invitati ad indossare gli speciali occhialini, si vedevano facce meravigliate e si sentivano commenti d’approvazione. Dove distribuivo il materiale pubblicitario su Castelmadama, c’è stata molta affluenza, peccato però che è stato ritirato solo dalle persone che avevo incontrato ai corsi d’italiano. Sono rimasto molto dispiaciuto per coloro che invece lo hanno riposto sul tavolo. Se almeno fosse stato scritto anche in inglese, chissà?, li lo parlano tutti! Non è mancata la televisione locale che ha fatto un bel servizio visibile anche su internet all’indirizzo www.tvoudenaarde.be. Oudenaarde Calcio 14 Donatori Volontari Giugno 2008 SANGUE e... ALTRO dott. Guglielmo Trua (responsabile dell’Associazione Donatori Volontari Sangue Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - ADVSOPBG) Il 1 giugno u.s. l’equipe dell’Ospedale Bambino Gesù ha effettuato nella cittadina di Castel Madama, presso i locali della Scuola Media Statale “Cavour”, la seconda delle 3 raccolte di sangue previste nel 2008. Come ogni volta la raccolta è stata impeccabile sia per l’impegno puntuale della sig.ra Elena Moreschini, del sig. Urbano Moreschini e loro collaboratori, sia per la professionalità del personale del Bambino Gesù che è intervenuto. Si sono presentate circa 80 persone e sono state prelevate 65 unità di sangue intero. L’Associazione Donatori Volontari Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (ADVSOPBG), a cui aderisce il gruppo donatori di Castel Madama, negli ultimi anni ha incrementato sensibilmente le donazioni grazie all’aumento delle unità di sangue prelevate fuori dall’Ospedale. Nel 2007 le raccolte esterne (parrocchie, comuni, scuole, enti) sono state 138 rappresentando circa il 50% di tutte le donazioni di sangue. Questo comporta un grosso impegno da parte dell’ADVSOPBG ma ci permette di garantire la terapia trasfusionale dei nostri piccoli pazienti senza mai dover ricorrere a richieste di donazioni ai genitori dei pazienti già molto provati dalla malattia del proprio figlio. Quando, in situazione di emergenza, abbiamo necessità di emocomponenti, ci rivolgiamo ai donatori iscritti all’ADVSOPBG che sono circa 16.000. Un tal numero di donatori ci permette di far fronte a qualsiasi emergenza per i nostri pazienti e anche per i pazienti ricoverati in altri ospedali per i quali ci viene chiesta assistenza da parte dei nostri dona- tori. I donatori ADVSOPBG, quando hanno necessità trasfusionali per i propri familiari, possono rivolgersi a noi attraverso i capigruppo. Il centro trasfusionale farà in modo di garantire la terapia con emocomponenti siano essi emazie concentrate, plasma o piastrine. Quando, come in alcune malattie soprattutto onco-ematologiche, è necessario trasfondere piastrine, è più corretto effettuare donazione solo di piastrine. In questo modo, attraverso l’uso di separatori cellulari, si riesce ad ottenere, da un solo donatore, un quantitativo di piastrine pari a quelle ottenibili da 6-7 donatori di sangue intero riducendo di 5-6 volte il rischio trasfusionale sia infettivo che immunologico. L’ADVSOPBG ha un gruppo di circa 600 donatori che è dedicato specificamente alla donazione di plasma-piastrine in aferesi. Nel 2007 sono state effettuate 838 donazioni in aferesi. La donazione di sangue e suoi componenti deve essere un atto volontario da effettuare spontaneamente da soggetti sani e in condizioni psichiche ottimali per garantire la salute del donatore e del ricevente. L’Attività del Gruppo dal 1994 Donatori Donazioni effettuate Prelievi a Castel Madama Sacche di sangue richieste 363 32 2.137 242 Albo d’oro dei donatori Donatori con più di 20 donazioni: Donatori da 10 a 20 donazioni: Donatori da 1 a 9 donazioni: 19 54 290 Per informazioni rivolgersi a: Elena Moreschini tel. 0774.448006 - Urbano Moreschini tel. 0774.447213 La a z Piaz 15 Brevi Giugno 2008 CHI GESTIRÀ IL PARCO OUDENAARDE? Una iniziativa dell’amministrazione per coinvolgere enti, associazioni, comitati nella gestione degli spazi pubblici e garantirne la pulizia, la manutenzione ed un corretto utilizzo. Un avviso pubblico per invitare persone, comitati ed associazioni a presentare programmi o progetti di utilizzazione del “Parco Oudenaarde”. Finalità principali: valorizzare lo spazio verde, ma rispettare l’attuale vocazione ed utilizzo, migliorare la manutenzione, lo stato generale ed il grado di fruibilità da parte dei cittadini, e prevedere anche la possibilità di concessione in gestione per un determinato periodo di tempo. Nei progetti si devono prevedere: pulizia settimanale della pavimentazione del giardino e bisettimanale delle aiuole e loro manutenzione; rimozione dei rifiuti settimanale; falciatura ed estirpazione delle erbe; svuotamento dei sacchetti di plastica dai contenitori, trasporto nei cassonetti e sostituzione; falciatura delle superfici erbose con cadenza trimestrale, rimozione e smaltimento delle erbacce. UN SETTIMANALE Chi otterrà la gestione potrà svolgere escluPER NON VEDENTI IN BIBLIOTECA sivamente le attività o le iniziative previste nel progetto; qualsiasi altra iniziativa dovrà esseUn giornale in braille in biblioteca. re autorizzata dall’Amministrazione CoLa biblioteca di Castel Madama offre un munale, che potrà integrare con proposte nuovo servizio per i cittadini non vedenti. migliorative quelle presentate d’accordo con Braille News: un settimanale di politica, il proponente. cultura, economia, sport, spettacolo e croInoltre non potrà utilizzare esclusivamente naca di Roma che esce il sabato come alleil Parco Oudenaarde, l’Amministrazione gato gratuito al quotidiano Il Tempo, ma infatti si riserva la facoltà di utilizzare il solo nelle edicole della Capitale. Promotore giardino e l’area dell’anfiteatro per iniziative del servizio l’Assessore ai Servizi Sociali o manifestazioni patrocinate dell’AmminiVincenzo Ascani. strazione stessa. ALL’AQUAPIPER DI GUIDONIA CON LO SCONTO Durante l’estate i cittadini di Castel Madama potranno recarsi all’Aquapier con lo sconto. Infatti l’Assessore alla Pubblica Istruzione e ai Servizi Sociali Vincenzo Ascani ha sottoscritto una convenzione con il parco acquatico, per cui residenti e dipendenti del Comune per tutta l’estate, potranno accedere alle piscine a prezzi scontati, esibendo un documento d’identità o il tesserino di riconoscimento. Dal lunedì al sabato si pagheranno dieci euro, anziché sedici e si potrà usufruire delle piscine, del parcheggio, degli ombrelloni, dei lettini e del guardaroba. Il sabato e la domenica, invece, si pagherà quattordici euro (anziché venticinque). I bambini con meno di dieci anni potranno entrare gratuitamente se accompagnati da un adulto pagante. PiazLa za CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI Comune: 0774-45001 Pro-Loco: 0774-449500 Carabinieri: 0774-447002 Vigili Urbani: 0774-447305 Ospedale Tivoli: 0774-335086 Farmacia: 0774-447001 Vigili del Fuoco: 115 Servizio Guardia Medica: 118 Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938 Protezione Civile: 0774-4500243 Biblioteca Comunale: 0774-4500209 U.S.L. RM/G - Tivoli Prenotazioni 800986868 16 Comunità Montana IX Giugno 2008 COMUNITÀ MONTANA a cura di Ramona Pompili CONSIGLIO IX COMUNITÀ MONTANA: APPROVATO IL BILANCIO DI PREVISIONE Mancini: “È un periodo difficile in cui bisogna remare tutti insieme” di Enrica Milana Approvazione discussa e a lungo dibattuta quella del bilancio di previsione presentato durante l’ultimo Consiglio della IX Comunità Montana del Lazio a Tivoli, lo scorso 27 maggio. Un’assemblea che ha visto numerosi consiglieri mostrare perplessità su un bilancio che per il terzo anno consecutivo viene presentato come previsionale per gli scarsi e incerti finanziamenti alle Comunità Montane. “Capisco che per il nostro Ente ad oggi le previsioni non sono delle più rosee e che, se sopravvivremo, ci sarà senz’altro un drastico taglio dei finanziamenti del 30% – commenta il consigliere Luigino Testi, che per primo in aula solle- L'intrevento del Presidente Vittorio Mancini Consiglieri Comunitari presenti nella seduta del Consiglio va il dubbio – E mi rendo anche conto che abbiamo a tutt’oggi pochissime risorse, ma credo che sia opportuno, e anche giusto, per una logica di chiarezza e rispetto nei confronti di tutti noi, spiegare da dove provengono le risorse economiche a disposizione, seppur esigue, e come esse vengono utilizzate”. “Inoltre – continua Testi – ribadisco la necessità di accelerare i tempi per concretizzare quanto prima i molteplici progetti, come ad esempio l’accesso alla rete internet tramite la banda larga, che l’Ente Montano ha messo in cantiere, per poter dare ai cittadini del comprensorio quei servizi che possono sensibilmente aiutare a migliorare la La a z Piaz Comunità Montana Giugno 2008 17 L'intervento dell'Assessore Comunitario Enrico Grazia qualità della loro vita”. A Luigino Testi si uniscono poi le voci di altri consiglieri, di opposizione e di maggioranza, che reclamano il diritto di non approvare un bilancio che non spiega nel dettaglio i vari capitoli di spesa. “Non v’è dubbio che si sta parlando di cifre irrisorie, ma ad ogni modo siamo pur sempre un Ente che fornisce ai cittadini servizi di pubblica utilità e ritengo sia giusto far conoscere a tutti noi – è un altro consigliere a prendere la parola - in questo consiglio, luogo deputato alla diffusione soprattutto di tali notizie, le diverse iniziative, piccole o grandi che siano”. “Si tratta in questo modo di approvare un bilancio a comando e il nostro ruolo di consiglieri viene a svuotarsi di ogni senso. Perché non dobbiamo sapere quello che succede? – domanda all’Assemblea Cervellini, consigliere dell’opposizione – È nostro compito capire se le iniziative che stiamo portando avanti abbiano poi effettivamente dei benefici per la collettività o se sono, invece, soltanto un modo automatico per spendere i soldi che ci mettono a disposizione”. “Probabilmente le mie scelte hanno sempre risposto ad un’etica di comportamento che non guardava tanto alla forma quanto alla sostanza. Probabilmente dovrei personalizzare meno il mio modo di amministrare, sebbene io vi possa assicurare che non ho mai mancato di rispetto a tutti voi – ha esordito Vittorio Mancini, presidente della IX Comunità Montana – Si discute di un bilancio tecnico in un periodo in cui si sta decidendo del nostro futuro. A giugno sapremo se ci saremo ancora oppure no. Viviamo un periodo di estrema incertezza in cui abbiamo deciso di congelare le esigue risorse a nostra disposizione perché non PiazLa za abbiamo la certezza di nuovi finanziamenti. Siamo fermi, non possiamo fare nulla perché la Regione non elargisce nuovi fondi. Per questo motivo abbiamo deciso di presentare di nuovo un bilancio tecnico – ha continuato Mancini – Forse, dopo il mese di giugno, si potrà ripartire con un nuovo portafoglio e con nuovi progetti da realizzare. Per il momento possiamo soltanto aspettare e decidere che chi sta insieme lo fa perché condivide attività, idee, progetti, intenzioni e obiettivi con le persone con cui sta lavorando da tempo – ha concluso il presidente della IX Comunità Montana – e perché questo è l’unico modo di agire e di reagire a questo periodo di difficoltà”. Dopo qualche minuto di sospensione dell’assemblea, chiesta dal capogruppo dell’opposizione, è stato messo ai voti il bilancio, approvato con 26 voti positivi e 6 astensioni. IX COMUNITÀ MONTANA Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915 www.comunitamontanativoli.org Giugno 2008 PiazLa za Scuola 19 20 Scuola Giugno 2008 La a z Piaz Giugno 2008 PiazLa za Scuola 21 22 Scuola Giugno 2008 La a z Piaz Giugno 2008 23 Vicovaro La raccolta differenziata Fantasma di Roberto Bontempi Due anni di annunci ma nessun risultato concreto. E intanto l’emergenza rifiuti continua. Le posizioni degli amministratori. Il sindaco Thomas: «Partiremo entro l’estate o…» Era l’ottobre 2006 quando per la prima volta nella mia breve esperienza di giornalista sentii l’assessore all’Ambiente Laura Solitari parlare dell’isola ecologica di Mandela. Questa benedetta isola ecologica (spiaggia e mare non c’entrano…) è semplicemente un luogo attrezzato in cui vengono lasciati e pre-trattati i rifiuti differenziati una volta raccolti prima di essere inviati negli adeguati impianti di riciclaggio e smaltimento. Oltre ad accogliere i rifiuti pericolosi e ingombranti, l’isola ecologica è il luogo necessario per iniziare un processo di raccolta differenziata porta-a-porta, al momento l’unica soluzione realmente sostenibile per risolvere il problema globale dei rifiuti e, da qualche anno, uno degli obiettivi principali delle amministrazioni dei Comuni della Valle Ustica. Va ricordato, infatti, che dal 2005 i Comuni della Valle Ustica hanno affidato all’Ama servizi, l’azienda municipalizzata del Comune di Roma, la gestione integrata dei loro rifiuti. Nelle parole dell’assessore c’era la fiducia che l’isola ecologica potesse essere pronta per la fine del 2006 in modo da poter iniziare la differenziata. Così non è stato. Da allora tanti problemi hanno impedito al progetto di decollare ma negli ultimi mesi la situazione sembrava essersi sbloccata. Dei cassonetti per la raccolta differenziata porta-a-porta PiazLa za Il giorno dell’epifania del 2008, in un’intervista, il sindaco Thomas aveva confermato che era una priorità assoluta della sua giunta far partire la raccolta differenziata entro l’anno e, nel Consiglio comunale del 1 marzo, l’assessore al Bilancio Schiavetti aveva finalmente annunciato che, grazie al contributo di circa 150.000 euro proveniente dalla Provincia di Roma per ammortizzare l’extracosto dell’anno 2008, la raccolta differenziata sarebbe partita nel mese di maggio. Mentre scrivo siamo circa a metà giugno e, non solo la raccolta differenziata non è partita, ma non è partita neppure quella decisiva campagna di informazione ai cittadini (Piano di comunicazione) che deve anticipare almeno di qualche mese l’effettiva messa a regime del servizio per la quale sono stati stanziati 50.000 euro dalla Provincia di Roma per il 2008. Intanto la discarica dell’Inviolata di Guidonia, che riceve la nostra spazzatura, è ormai satura e dovrà essere chiusa in tempi brevi o ampliata. Come se non bastasse dai mezzi di informazione nazionale non giungono notizie rassicuranti: Il Messaggero del 17 marzo, a pagina 44, presentava un articolo che sottolineava come l’Ama abbia a bilancio un buco da 710 milioni di euro per i debiti contratti con le banche (cui vanno aggiunti debiti verso i fornitori per ulteriori 240 milioni) e solo la presenza di 570 milioni di euro di crediti consentirebbero all’azienda municipalizzata del Comune di Roma di non cadere ancora in un baratro stile Alitalia. Inoltre, da quanto si legge sempre su Il Messaggero (7 giugno, pagina 46) il presidente della Regione Marrazzo, commissario straordinario per i rifiuti fino alla fine di giugno, presenterà (o avrà presentato, a seconda di quando leggerete queste righe) il 24 giugno in Consiglio regionale il suo nuovo piano per uscire dall’emergenza rifiuti che, in estrema sintesi, consiste in una rimodulazione delle discariche esistenti, nella realizzazione di impianti di compostaggio, trasformazione in Cdr e termovalorizzatori e nell’incremento della raccolta differenziata (tra l’altro Il Tiburno del 4 giugno ventila la possibilità che la Regione possa trasferire a Guidonia, forse presso gli stabilimenti della segue pag. 24 24 Vicovaro Buzzi Unicem, il cui direttore sembra aver già dato la disponibilità, l’impianto per la produzione di Cdr di Albano anche se ne Il Messaggero di tre giorni dopo la notizia non trova conferma). Alla luce di quanto detto abbiamo ascoltato le parti in causa chiedendo loro il perché di questo nuovo, insostenibile ritardo nella partenza del porta-aporta nei Comuni della Valle Ustica. L’assessore all’urbanistica De Simone, informato della situazione anche in virtù del suo ruolo di vicepresidente della X Comunità montana, ha parlato di una «iniziale complessiva sottovalutazione del problema. Pensavamo – ha detto l’assessore – che i procedimenti per la costruzione dell’isola ecologica fossero più semplici invece non è stato così. Ora i problemi, però, sono soprattutto di natura burocratica. Comunque nei prossimi giorni, la Provincia di Roma inizierà l’espletamento della gara d’appalto per la gestione dei fondi europei destinati alla Comunità montana e quello sarà l’inizio di tutto. Tra l’altro abbiamo già pronti i contenitori, tre per famiglia, in deposito presso il Comune di Mandela. Posso dire comunque con orgoglio che la scelta di aderire all’Ama servizi e di portare la differenziata nella Valle Ustica fa entrare i nostri Comuni nel ristretto novero di quei Comuni del Lazio già pronti a partire. Superati questi problemi di ordine burocratico, che sia fra un giorno o tre mesi, si può subito partire perché c’è stato tutto un lavoro di progettazione alle spalle». Il sindaco Thomas, confermate le difficoltà iniziali già sottolineate da De Simone, è stato più preciso sugli ostacoli burocratici solo accennati dall’assessore e molto duro sul dafarsi: «Ci sono problemi di diversa natura. Innanzitutto abbiamo bisogno di un gestore che abbia la capacità economica di amministrare gli alti e bassi economici e tecnici di una simile operazione. Poi c’è un problema di costi: l’extracosto derivante dall’introduzione del porta-a-porta ancora non è interamente coperto dai fondi messi in campo dalla Provincia. Lunedì 9 giugno abbiamo avuto un incontro con Zingaretti proprio su questa questione e la Provincia si impegnerà a mettere altri soldi. Infine, non mi nascondo dietro le parole, c’è bisogno di coraggio. Si deve rischiare. Ci sarà un aumento di costi per un anno, un anno e mezzo ma il percorso, vista la serietà dell’emergenza è obbligato. A questo punto non posso immobilizzare una scelta così importante per le difficoltà di qualche assessore ad assumersi le proprie responsabilità. Le difficoltà di tutti i procedimenti vanno affrontate insieme, condivise, soprattutto ora che non ci sono più diversi partiti tra i quali mediare ma il solo PD. Chi condivide il provvedimento e i rischi, bene, altrimenti Giugno 2008 o si allontana da solo o interverrà il sindaco… I cittadini non ci hanno chiesto di rimanere immobili e fare la conta per stabilire di chi è la colpa. Pretendono naturalmente il contenimento dei costi ma non ci chiedono di farli morire nell’immondizia ma di agire secondo responsabilità e nell’interesse di tutti. Non ho intenzione di immobilizzare la genialità previsionale che abbiamo messo in campo finora, né permettere che salti tutto ciò che abbiamo progettato proprio mentre possiamo concretizzarlo. Sono disposto a rinunciare alle ferie per impegnarmi a girare casa per casa per far capire ai vicovaresi l’importanza e le difficoltà della differenziata. Prima della fine dell’estate sono sicuro che partiremo. Ho intorno persone capaci e non vorrei che la cittadinanza debba pagare gli scontri politici e gli “sfarfallamenti” degli assessori in campagna elettorale. O si parte entro la fine dell’estate o…». L’assessore all’ambiente Laura Solitari ci ha fatto luce sulle problematiche concrete e ci ha manifestato prudenza nell’affrontare la situazione: «La raccolta differenziata è una necessità e l’unica soluzione da mettere in campo per il futuro dello smaltimento dei rifiuti, di ciò sono convinta: lo dobbiamo al mondo! In questo momento ci sono alcune difficoltà. La prima è che bisogna cercare un gestore del servizio che presenti un piano industriale ed economico-finanziario certo in modo che l’amministrazione sia in grado di presentarsi ai cittadini con dati sicuri in maniera da renderli più motivati e consapevoli dell’entità dell’impegno a cui si andrà incontro anche dal punto di vista economico. Inoltre la riforma delle Comunità montane, di cui si discute in questi giorni, rende il tutto più complicato perché dovrebbe coinvolgere anche le Unioni dei Comuni: il futuro incerto dell’Unione farebbe diventare incerto il futuro di un contratto che venisse stipulato in questo delicato momento. Tutti i Comuni dell’Unione stanno perfezionando le delibere con i relativi pareri dei responsabili dell’area economica-finanziaria, e molti amministratori hanno le mie stesse remore e fanno le mie stesse riflessioni a riguardo. Io credo che i cittadini ci abbiano eletto per tutelare i loro interessi e queste mie riflessioni non indicano mancanza di coraggio ma rispetto nei confronti della gente che, in questo momento di crisi, ha il diritto di avere dati certi e non di fare un salto nel buio. Dal punto di vista della tempistica è difficile fare previsioni in questo momento. L’impegno profuso per avviare questa iniziativa è stato tale che, non appena avremo notizie certe saremo pronti a partire». Aspettiamo fiduciosi gli eventi. La a z Piaz Giugno 2008 Vicovaro 25 Un mese in... breve di Roberto Bontempi PiazLa za Approvata definitivamente la Variante Generale al PRG Piena dell’Aniene (21 maggio) Venerdì 16 Maggio 2008, quattro anni e mezzo dopo la sua adozione, la Giunta Regionale del Lazio ha approvato la proposta di Variante Generale al PRG redatta ed adottata dall’Amministrazione Comunale. Ora sarà possibile l’utilizzo di una vasta area svincolata dal Parco, l’individuazione di una zona di completamento della fascia urbana e di un’adeguata superficie da destinarsi ad edilizia residenziale pubblica (ex zona 167) opportunità che, nell’intenzione degli amministratori e in particolare dell’assessore all’Urbanistica De Simone, pongono le basi per l’avvio di una nuova stagione d’incremento della popolazione e di crescita complessiva del paese. «La conferma delle aree destinate ad insediamenti produttivi – si legge in una nota dell’assessore De Simone – così come la valorizzazione del patrimonio ambientale, la promozione dell’attività forestale ed agricola, anche a fini turistici, la localizzazione di strutture ricettive, la messa in opera di strutture espositive, la produzione e la vendita di prodotti tipici locali, la dotazione di nuove infrastrutture e servizi, la presenza di nuove aree per la sosta ed il parcheggio, il potenziamento delle strutture per lo sport e il tempo libero, costituiscono alcuni degli elementi essenziali attraverso i quali restituire a Vicovaro, crocevia fondamentale tra la Valle dell’Aniene, Roma e la sua immensa area metropolitana, più forza e maggiore dinamicità, rafforzandone il tessuto sociale ed economico e migliorandone sensibilmente la qualità della vita; nel rispetto delle norme e in un quadro di regole certe, partecipate e condivise». Nel frattempo, però, ci sono già alcune voci critiche nei confronti della costruzione del centro outlet di San Cosimato, che proprio l’approvazione della Variante ha reso possibile: al vice-presidente del circolo di Legambiente di Tivoli, Gianni Innocenti, si legge su Il Messaggero del 20 maggio, appare impossibile «far coesistere vocazioni naturali e l’afflusso quotidiano di migliaia di automobili e mezzi di trasporto merci» senza snaturare un ambiente così suggestivo «a pochi metri dal (ex nda) convento di San Cosimato, dai romitori, dagli spechi degli acquedotti antichi». Vedremo. Le piogge torrenziali di fine maggio che hanno fatto esondare il fiume Aniene in La piena dell'aniene vista dal ponte diversi punti del suo della stazione di Vicovaro percorso (spesso in modo drammatico come all’Albuccione) non hanno risparmiato nemmeno Vicovaro. L’immagine in fotografia rende bene l’idea dell’aumento di portata del fiume in quei giorni. Infiorata e Maratona (25 maggio) Tempo di tradizioni a Vicovaro. Anche quest’anno in occasione della festa del Corpus Domini un gruppo di giovani ha allestito, in Piazza San Pietro, una bella infiorata con sei quadri di genere religioso. Lo stesso giorno si è rinnovata la fortunata tradizione della Maratona dei monti Lucretili giunta ormai alla sua ventisettesima edizione. Come al solito, un successo. 64° Anniversario dell’eccidio delle Pratarelle (5-7 giugno) L’assessorato alla Cultura insieme con l’Associazione martiri delle Pratarelle e l’Associazione per la Memoria e la Storia della Resistenza della Valle dell’Aniene hanno organizzato alcune iniziative in ricordo dei tragici eventi della primavera del 1944 che costarono la vita a trenta nostri concittadini innocenti. Il maltempo ha impedito il regolare svolgimento di alcune manifestazioni ma la memoria, anche quest’anno, non è stata cancellata. Giugno 2008 Tivoli 27 PROBLEMI PER LE TERME ACQUE ALBULE di Valentina Torella La falda delle acque sulfuree doveva essere parte del sistema che avrebbe stabilizzato lo sprofondamento del suolo; un sistema di quattro pozzi l’avrebbe dovuta intercettare allo scopo di prelevare mille litri al secondo di acqua sulfurea. Ma i risultati non sembrano essere soddisfacenti. E intanto l’acqua continua a sgorgare con numerose difficoltà; vengono infatti utilizzati grossi blocchi per arginare i dirompenti getti di pressione che vengono dalla falda. Un’altra difficoltà è data dall’enorme sbalzo di temperatura dell’acqua stessa: 19 gradi invece di 23, temperatura adatta per le sorgenti termali. Ma qual’é l’attuale situazione? I monitoraggi del gruppo scientifico del professor Paolo Bono ci dicono che è evidente un ulteriore abbassamento delle falde. Comunque, dopo ripensamenti e discussioni varie, una cosa buona c’è; ultimamente è stato deciso che l’acqua sulfurea pompata dai pozzi verrà sversata nel Lago Colonnelle e non, come PiazLa za prima, nel Lago Regina causando numerose turbolenze, mentre quella utilizzata a fini terapeutici verrà trasportata tramite una condotta iperprotetta verso lo stabilimento dove arriverà completa delle sue iniziali caratteristiche. E conseguenza dell’abbassamento del suolo è stata anche la sostituzione dell’impianto di pompaggio con uno più potente per garantire l’apertura di tutte le vasche. Così, anche se ferve l’attività lavorativa per la corrente stagione balneare, non si lascia molta speranza ai progetti futuri. A questo punto viene da chiedersi se tutta questa storia non abbia davvero dell’incredibile; questa lotta continua tra le sorgenti e le cave di travertino dove sono stati scavati due pozzi che, pur svolgendo al meglio le loro funzioni, utilizzano un’acqua diversa e poco adatta alle Terme Acque Albule e di conseguenza ai suoi bagnanti. E chissà che risvolto avrà in futuro questa situazione… 28 Attualità Giugno 2008 I 60 ANNI DELLA COSTITUZIONE di Ivano Moreschini Il 2 giugno appena trascorso la Repubblica italiana ha compiuto 62 anni: tanti ne sono passati dal referendum del 1946 su Repubblica o Monarchia, che vide prevalere gli italiani favorevoli alla Repubblica. Due anni dopo, il 1° gennaio 1948, entrava in vigore la Costituzione Italiana, frutto del lavoro dell’Assemblea Costituente, ed in particolare dell’accordo tra le forze politiche più rappresentative emerse dalla Resistenza: Democrazia Cristiana, Partito Socialista, Partito Comunista. L’Italia usciva da vent’anni di fascismo, e soprattutto da una guerra che aveva dimostrato che le ambizioni di grandezza di Mussolini, e della classe dirigente che lo sosteneva, Vittorio Emanuele terzo compreso, erano solo vuota retorica. *** Per la prima volta nella sua storia il popolo italiano delegò i propri rappresentanti a scrivere la propria legge fondamentale: lo Statuto Albertino, concesso nel 1848 dai Savoia ai cittadini del proprio staterello, era diventato in seguito la legge fondamentale dell’Italia unita. Certo, fu la Resistenza a mobilitare una parte della popolazione, ed a ottenere l’Assemblea Costituente. Ma occorre anche dire che sia il Referendum su Repubblica e Monarchia, sia l’Assemblea Costituente furono scelte sostenute dai veri vincitori della guerra: gli eserciti americano ed inglese. *** La Costituzione Italiana è tutt’ora una delle più avanzate al mondo. Si dichiara “una Repubblica fondata sul lavoro”, ed alcuni principi fondamentali, come quello dell’uguaglianza, prevedono un forte intervento dell’autorità pubblica per garantirne l’effettiva attuazione: Articolo 3: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Lo stesso vale per il diritto al lavoro: “Art. 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. *** Alcuni aspetti della Carta Costituzionale hanno subito maggiormente gli effetti dei cambiamenti: da trent’anni almeno si parla con insistenza di una riforma della forma di governo, che dia maggior potere di indirizzo al Premier, ed elimini le lentezze delle due aule con pari poteri: Camera e Senato. Finora questo aspetto non è stato toccato; il referendum del giugno del 2006 ha respinto la riforma voluta dal Governo Berlusconi, forse per la paura di una rottura dell’Unità nazionale che ispirava la presenza della Lega. Una riforma significativa, ma forse un po’ confusa, è stata quella del 2001, che ha conferito maggiori poteri alle Regioni ed ai Comuni. Se ne sono accorti però soprattutto gli addetti ai lavori *** La a z Piaz Le riforme vere sono venute dall’Europa, dai trattati militari e dall’economia di mercato e sono passate attraverso l’articolo 11, divenuto poi famoso: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. È un articolo molto commentato, soprattutto per la critica alle missioni militari Italiane all’estero. In realtà pochi dicono che l’articolo è stato imposto dagli eserciti occupanti, e la sua chiave non è tanto nella prima frase, ma in quella frasetta sulle “limitazioni di sovranità”: l’Italia era un paese sconfitto, la sua partecipazione alla Nato ed alla nascente Unione Europea è stato un modo per rientrare nel gioco delle nazioni. Al prezzo però di subire spesso delle decisioni impopolari. *** Il progetto di società disegnato dai Costituenti è ancora attuale. Però da molti è percepito come un disegno “di parte”. Il vero obiettivo di chi continuamente mette in discussione la Costituzione non PiazLa za 29 Attualità Giugno 2008 è la forma di Stato (rapporto tra Stato centrale, Regioni, Comuni, cittadini) o di Governo (rapporto tra Capo dello Stato, Governo, Parlamento, elettori). Il vero obiettivo è il superamento dei principi fondamentali derivanti dalle condizioni storiche nelle quali la Costituzione è stata scritta: la Repubblica antifascista fondata sul lavoro. Per questo le feste del 25 aprile ( liberazione dal nazifascismo) del 1 maggio (festa del lavoro) e del 2 giugno (festa della Repubblica) sono negli ultimi anni fonte di polemica. E, cosa molto più grave, sono vissute con una certa indifferenza dalla maggioranza della popolazione. *** Questa è la nuova frontiera di difesa della Costituzione. E visti i recenti sviluppi dei fatti politici, è una frontiera che può essere varcata prima di quanto pensiamo. Ma in conclusione, già parlare di difesa vuol dire che c’è un problema: non risulta che in America ci si divida tra favorevoli e contrari alla Costituzione. Perché questo accade ancora in Italia? Il dopoguerra non è ancora finito? 31 Tradizioni popolari Giugno 2008 Letteratura popolare - Favole, racconti, barzellette selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini Dalla tesi sulle “Tradizioni Popolari a Castel Madama, 1949” di Vittorio Todini Le streche di S. Ferrazzi Ah, n’è veru che se trovanu le streche? N’è veru che se trovanu j spirdi e che i Santi fau i miraculi? Ve vojo raccontà ‘n fattu. Quann’era chiattozza, che facea l’amore co’ ‘Ntonio – scia benedetta l’alima – siccome io era troppu chiatta e issu troppu chiattu pe’ spusà, ju pare e la mare aveannu tantu a caru che io me ju pjesse, che me teneanu sempre alla casa co’ issi e me manneanu a portà a magnà a l’opere, perché de pussidénzia ne teneanu propriu tanta: fonte Ventresca era vaci tutta la séa, ‘nu beju tocciu a Valle Cùpera, eppò Fonte Rampinu: tutte pusizioni bone. Allo repassà che facea, sbotèa a ju Fattore Vécchiu, addò ce stea propriu ‘n ciardinu: loco ce steanu le cocozze, loco ce stea la ‘nzalata, loco ce steanu i cavuli e ‘na priculata d’uva ciccia, che ‘nne vacu te rempiéa la vocca, e certe pronga navicelle, che nne tenea chivej pe’ Casteju. Io pusea la canestrélla sopre la maceretta e me mettea a coje cich’e rubbizia pe’ dapo’ venneremella ‘n piazza; però ‘n piazza ce sta sempre la gente che gni piace de lavorà; e cavòta, cagnottenno fra issi, me veneanu a rompe i stingi co ‘ju fattu de lla crapetta. Ma è che semo stata gente ‘nnustricarella: ecco perché c’ émo sempre magnatu ‘n tuccittu de pa’. Vu’ ju fattu della crapetta gnu sapete, è ve’? Mo’ ve ju reccconto io. Dunghe dice che ‘na vota sòcirimu – scia benedetta l’alima – stea a arà pe’ j’ Arcioneji e alla majura della calla, doppu che s’ebbe magnatu ‘m miccone (un boccone), co’ ju fiju se iru a repusà daventru a ‘n cunnuttu de Nerone e loco, allo mejo de ju sonnu, ju revejà ‘n zignore che j disse: “Vo’ deventà riccu, tune ?”. “Macara! È comme ju cecu che va cerchenno la vista! E addò stau sti sordi?”. “Abbasta che tu scoperchi vella pietra, che ce troverai la jocca coi pucinei d’oro e deventerai ‘n zignore chiamatu”. Issu se fiarà a scoperchià la pietra, ma ju signore j fece: “Pianu e ‘n ze tocca èsso se prima ‘n ce lassi ‘n’alima”. E pe lla ‘ngurdizzia dei quatrini se fionnà sopra a ju fiju che stea a durimì accantu a issu pe’ strozzareju; ma po’ je venne ‘nu remorzu de coscenzia e lassà ju fiju a durimì e se dètte a fuì a Sammitu, addò tenea ‘n frateju prete. Ju strascinà pe’ nforza a viju postu, pijaru ‘na crapetta, la battizzaru, l’ammazzaru e dittiru l’alima ar demonio.... Ma ce vurìa che j pijesse ‘n garbuju a ju pizzu della lengua a chi ha ‘mmendate certe cose! PiazLa za Ma rejemo a ju discursu de prima. ‘Na sera vajo pe’ aiazà la canestrélla e te cce trovo mezzu baioccu novu, novu, che parèa ‘scitu propriu allora dalla stampa; ju pijà e me ju mese alla broscia, senza dice gnente a chivej. La sera venenno, ce trovà ‘n baioccu sanu, eppò doa, eppò tre, eppò quattro, eppò ‘n grussittu (mezzo “grossu”, l’equivalente di due soldi e mezzo) d’argéntu, sbrilluccichente comme ‘na stella ‘n cielo. Eppò ju mucchittu conenzà a cresce, finu a cche arivà a cinquanta pauluni, comme so’ veri cinquant’angeli de ju Paradisu. E co’ tutti ‘sti quatrini io che nonn’avea mai bisognu, che tenéa le chiavi de do’ casi, non cerchea aru che de faremecce cich’e vernie (darmi delle arie, farci bella figura). E no’ mme sse pò mai scordà che, siccome pàrimu tenéa a mme sòla, me sse portea sempre’n giru co’ issu pe’ jari paisi, addò tenea tanti compari. E alla fiera de Santa Netoja me cce comparà ‘na camiciola de mirimirosse giallu e la fece cucì alla munichella che tenèa le mani d’oro. Jessa me lla volea guarnì de zàcana roscia (fettuccia rossa); ma io j disse: “No, turchina mittimeccella, ch’è più ciovile e co llo giallu resarda de ppiù”. Eppò me cce fece mette ‘n varneju de scorzese, che gnu affetteanu mancu le cortella, ‘n fazulittu de sgarmiru, tuttu ramuriggiatu e fiuriggiatu che richiaméa lo rosa de ju muccu; e tutta sta rubbizzia me lla venea mettenno alla casa pe dda po’ fàrene tutta ‘na ‘scita. Ecco che te venne la dì de ju Corpusdommine e io me stuvà (mi lavai) bbene bbene ju muccu la sera pe’ sta più spiccia la demà. Cucì la dì venenno n’ebbe da fa’ aru che vistireme e ‘mpaparacchiareme alla ssedia e no’ me movea de pezzu pe’ paura che me se vastissiru le cote della vunnella. ‘Nne minutu me parea ‘n’annu…. Ecco che te sento la canepista de ‘Ntonio che venea joppe a ju vicuru; allora io me compono mejo, issu rentrà, me sse ‘mpalancà denanzi co lle raccia icrociate ‘n faccia a ju pettu, me tementea sgrullenno ju capu da ‘na parte e l’ara e no’ mme dicea gnente; allora io j faccio: “Che tè? Se putirìa sapé che tt’è succéssu?”. Allora issu ‘ngumincià a descore, ma parea che le parole ce lle cavessero co j’ancinu: “E comm’è? Chi t’ha fattu sta rubbizzia? I quatrini addò j’ha pijati? Chi te j’ha dati?” E io ch’era micca sci, ma de birbizzia ne tenea tanta, j sardo ‘n faccia comme ‘na trica: “E pe cchi m’ha pijatu tu a mene? M’avissi pijatu gnente gnente pe’ una de velle?”. E allora j reccontà ju fattu. Quanno issu j’ebbe ‘ntisu, se strappà i capiji, se dea i pugni ‘m pettu e non facea aru che arepricà ‘ste parole: “Oh, quajo fattu! Oh, quaio fattu!! Viju era ju spirdu che ce mettea i quatrini e ‘na dì o l’ara t’aviria ‘nzognatu ju tesoru e nu’ seremmo deventati signuri chiamati”. segue nel numeroo di luglioo 32 Parco Lucretili: itinerario Giugno 2008 VALLE CAVALERA-PRATONE FOSSO VENA SCRITTA-POGGIO RUNCI a cura di Carla Santolamazza Tempo di percorrenza: ore 6.30, con un dislivello di 300 m circa (da 730m a 1028m). Segnaletica: segnavia rosso-bianco-rosso, n. 2, 3, 4, 6/5. Interesse prevalente: paesaggistico, geomorfologico, vegetazionale e storico. Difficoltà: percorso di difficoltà media su un sentiero per un breve tratto non particolarmente evidente; sconsigliato dopo forti piogge per il fondo fangoso calpestato dagli animali al pascolo. Il percorso proposto si snoda nel settore meridionale dei Monti Lucretili, in una zona alla base del Monte Morra. I suoli sono localmente dilavati, ma coperti da estese formazioni forestali sui soprassuoli calcarei e sugli accumuli localizzati nelle vallecole e negli impluvi. Questo è uno degli itinerari più interessanti dei Lucretili per la morfologia movimentata del paesaggio, la variabilità degli aspetti territoriali e floristici, per la presenza di vegetazione di estremo interesse, per lo sviluppo di bellissime faggete, per l’esistenza di luoghi ric- chi di memoria storica come il Pratone, i resti della chiesa della Madonna dei Ronci e il Castello della Muraccia del Poggio. È un percorso lungo che non presenta elevate difficoltà, perché si sviluppa sempre in quota, con il superamento di limitatissimi dislivelli, richiede però particolare attenzione nell’orientamento nella parte di completamento dell’anello (tratto che raggiunge e supera i resti della chiesa) a causa della presenza di numerose piste aperte dagli animali al pascolo e per la fitta vegetazione arbustiva dei pascoli cespugliati. Si inizia dal paese di San Polo dei Cavalieri: superato il centro, si segue in auto la strada interrotta che giunge ai piedi del Monte Morra in località Prato Favale, si lascia l’auto nel piccolo slargo e si prosegue a piedi. Si giunge ad un piccolo spazio pascolivo in parte occupato dai materiali di risulta del taglio stradale; ci si mantiene sulla destra, in direzione nord, fino a raggiungere e superare Prato Favale, area di pascolo interna al massiccio. Il Monte Morra domina il paesaggio e dal taglio stradale è evidente la stratigrafia del terreno, rappresentata da calcare massiccio, dolomie e megabrecce. La forma movimentata del paesaggio è determinata dalle vallecole colluvio-alluvionali, la vegetazione comprende formazioni forestali ed arbustive di carpino, cerro, orniello e pascoli arbustivi a prevalenza di prugnolo, biancospino e rovo. Si prosegue su un sentiero evidente e ci si mantiene sempre in direzione nord verso l’interno del gruppo per poi raggiungere la suggestiva Valle Cavalera, uno dei percorsi di transumanza. Questo tratto che giunge fino all’”anfiteatro Linceo” del Pratone di Monte Gennaro, rappresenta uno dei percorsi più suggestivi dell’intero complesso lucretile: un ampio tratturo che si snoda all’interno di una galleria pressoché ininterrotta di faggi secolari. La vegetazione è costituita da boschi cedui e da formazioni in ricostituzione. Begli esemplari isolati di agrifoglio, mentre verso il tratto prossimo al Pratone si possono notare degli stupendi “patriarchi” di acero di monte. Superato un dislivello di circa 200 metri, il percorso, finora chiuso dalla vegetazione, si apre su un paesaggio morfologicamente diverso e contrastante, quello del Pratone. Un ampio piano carsico, a circa mille metri (1024 m), con doline e inghiottitoi, che ha rappresentato per La a z Piaz Giugno 2008 Parco Lucretili: itinerario centinaia di anni una delle mete della transumanza interna al gruppo. Verso nord-ovest si erge la cima di Monte Gennaro e Monte Zappi caratterizzata dall’andamento a gradini morfologici arrotondati solcati da vallecole: solchi e conche tipici del carsismo e noti come “Schiene degli asini”. Presenti numerosi capi di bestiame equino e bovino allo stato brado. Proseguendo l’itinerario, generalmente in piano, si supera un piccolo tratturo all’ombra di maestosi faggi e aceri di monte. In questi tratti coperti a debole pendenza, il continuo passaggio degli armenti causa nei periodi di maggiore piovosità lembi fangosi che rendono leggermente difficoltoso il passo. Si giunge così al piano carsico, noto come “Campitello” (1028 m). Si continua su tratturi nell’ampia conca pascoliva con alberi di acero d’Ungheria, acero di monte e faggio. Una sorgente (fonte di Campitello) alimenta due fontanili per gli animali al pascolo, sono presenti cespugli di biancospino, prugnolo, rosa e agrifoglio. L’itinerario prosegue con una debole pendenza lasciando alle spalle Campitello e sulla sella nell’area della fonte Liana affiorano strati rocciosi di Rosso ammonitico. Il paesaggio vegetale è dominato da estese formazioni forestali di faggio e sorbo nei settori più rilevati, mentre nelle valli prevalgono carpini, cerro, roverella, carpino orientale e orniello. I lembi perimetrali dei boschi più fitti sono costituiti da vegetazione rampicante, il caprifoglio, il prugnolo, la ginestra e il maggiociondolo. Si prosegue attraverso l’incisione valliva del fosso di Vena Scritta, a carattere stagionale il cui alveo scorre tra i calcari e i detriti colluvio-alluvionali, formando dei salti di roccia e marmitte con cascatelle. Presenti grossi massi di crollo, staccatisi dai pendii erosi dall’azione delle acque. Su uno dei massi si legge una iscrizione di età romana - F.Q.S. M.ARRE - da cui deriva il toponimo Vena Scritta del fosso. Usciti dal fitto bosco e giunti in una piccola radura pascoliva ai piedi del Monte Marcone, si piega verso occidente seguendo l’incisione del fosso delle Forme-Vena Caprara. Questo tratto di percorso è parte di un’antica via di pellegrinaggio locale legata alla devozione della Madonna dei Ronci. L’ambiente è dominato da fitte formazioni forestali di querceto misto con cerro, roverella, carpino, orniello alternate a tere- PiazLa za 33 Il Pratone binto e albero di Giuda. Nel tratto che conduce ai resti della chiesa della Madonna dei Ronci occorre fare molta attenzione all’orientamento e a non perdere il sentiero difficilmente riconoscibile a causa delle numerose piste del bestiame brado e della vegetazione fitta che non permette l’individuazione della traccia principale. Questo è l’habitat del comune cinghiale, della lepre, della rara martora e delle specie ornitiche: sparviero, poiana, falco pecchiaiolo, picchio verde e cuculo. In una radura si innalzano i resti della chiesa della Madonna dei Ronci, risalente alla prima fase dell’incastellamento altomedievale (XI-XII secolo), collegata ai resti del castello di Poggio Runci situato lungo lo stesso percorso in direzione di San Polo dei Cavalieri. Oggi rimangono pochi resti: mura realizzate con conci regolari e scaglie di calcare legate da malta e il portale in grossi blocchi di calcare a grana fina recentemente crollato. Superata la Madonna dei Ronci, l’ultimo tratto dell’itinerario è caratterizzato da profondi solchi vallivi che si aprono verso lo spartiacque dell’Aniene. Quindi si procede, risalendo di quota, verso i resti del castello di Poggio Runci o Muraccia del Poggio. Mantenersi verso il versante orientale di Monte Arcaro dove il percorso torna evidente. Si incontrano i resti di uno dei castra fortificati dell’XI-XII secolo, possedimento degli Orsini già alla fine del XIII secolo e abbandonato nel XIV secolo. La struttura conserva parte della cinta muraria e dei corpi interni con alzati realizzati in scaglie e conci calcarei le cui fondazioni poggiano direttamente sul substrato calcareo. L’ ultimo tratto da percorrere per raggiungere la strada asfaltata presenta tracce dell’antico percorso che conduceva al castello. Dalla sella è visibile l’intero percorso di ritorno. Circa 25 minuti sulla strada asfaltata e si arriva al punto di partenza. Una variante possibile è l’ascesa alla cima di Monte Morra (1036 m) raggiungibile con una breve ma ripida salita (0.30 ore), permette di accedere ad uno dei punti di vista preferenziali per ammirare a perdita d’occhio la Campagna Romana e l’Agro Tiburtino. Giugno 2008 Cinema 35 GOMORRA di Elisa Livi Gran premio della giuria a Cannes per “Gomorra”, tratto dal libro di Roberto Saviano, nella trasposizione cinematografica di Matteo Garrone. Il regista afferma di aver scelto questo libro, già due anni fa, per farne il suo nuovo film poiché “racconta il mondo della camorra dall’interno, in maniera inedita”. Totò ha tredici anni e aiuta la madre a portare la spesa a domicilio nelle case del vicinato, ma il suo sogno e la sua aspirazione è quella di “essere come i grandi”, ma diventare grandi a Scampia ha una altro significato. Vuol dire uccidere , andare in giro con una pistola e sentirsi i padroni del mondo, come accade a Ciro e Marco, trovare delle armi e sparare per sentirsi invincibili. Totò quindi entra nel giro già a tredici anni. Dai giovanissimi agli adulti nessuno può tirarsi indietro: nella provincia di Caserta, tra Aversa e Casal di Principe, si dipanano le vite di Don Ciro, (Gianfelice Imparato), che paga le famiglie dei carcerati del clan, di Maria che sarà uccisa perché il figlio ha tradito, del sarto che produce abiti griffati per un piccolo boss, dei due ragazzi che vogliono fare i furbi fregando i capi, di Franco, (Toni Servillo), lo stakeholder intermediario tra le aziende di smaltimento rifiuti e la camorra. Non c’è scampo per nessuna esistenza: se rimani a Gomorra fai parte del sistema criminale. Solo chi scappa ha una possibilità di salvezza. Una guerra descritta nella sua normalità più agghiacciante. Molti i primi piani, che lasciano fuori fuoco personaggi e paesaggi per concentrarsi sulle espressioni dei protagonisti, così come i campi lunghi che creano inquadrature tali da mostrare le desolanti ambientazioni. Garrone lascia gli attori parlare nel loro dialetto, per poi sottotitolarli, per rendere ancora di più la verità che vuole mostrarci, quella di persone che ogni giorno si scontrano con la morte e col sangue, che macchia soldi e vite forse un tempo innocenti. Le didascalie finali poi contribuiscono a rendere ancora più amaro e tragico un finale che non lascia più speranze. Il leit-motiv di questo sconvolgente viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra: le merci e il loro ciclo di vita. Le merci “fresche”, che sotto le più disparate forme (pezzi di plastica, abiti griffati, videogiochi, orologi) arrivano al porto di Napoli e, per essere stoccate e occultate, vengono riversate fuori dagli enormi container per invadere i palazzi appositamente svuotati. A quel punto, le merci, ormai “morte”, provenienti da tutta Italia e da mezza Europa, sotto forma di scorie chimiche, morchie tossiche, fanPiazLa za ghi, addirittura scheletri umani, vengono abusivamente riversate nelle campagne campane, dove avvelenano, oltre alla popolazione, gli stessi boss che su quei terreni edificano le loro dimore fastose. Questa è oggi la camorra, il “Sistema”: un’organizzazione affaristica con ramificazioni spaventose su tutto il pianeta e una zona sempre più estesa in cui diventa difficile distinguere la ricchezza prodotta dal sangue da quella proveniente da operazioni finanziarie. La realtà rappresentata è quella di una città e della sua provincia, dominate dalla criminalità più spietata, che si serve della disperazione della povera gente che, pur di poter vivere dignitosamente, si serve della camorra, come se fosse una normale istituzione statale. La scena più significativa è quella di Franco, giovane assistente di un imprenditore senza scrupoli che smaltisce rifiuti chimici, il quale si ribella al suo datore di lavoro e lo abbandona, poiché comprende che quell’uomo per i suoi interessi mette in pericolo la salute della sua stessa gente. Gomorra è un viaggio in una terra abbandonata, prima di tutto dallo Stato, che anzi talvolta si mescola con la camorra; un viaggio nella mentalità di chi non ha nulla da perdere, di chi vive alla periferia di Napoli, dove la camorra non coincide con la famiglia mafiosa ma col quartiere, con l’economia, con il lavoro, con lo Stato. Lo Stato dentro lo Stato. Un Sistema dentro al Sistema. Se il film si apre con la morte, non può che chiudersi con la morte: a Scampia, la legge è ancora dettata da loro, che continueranno a spargere morte e dolore come se fosse la normalità, a meno che non si decida di voltare le spalle al “sistema” , come decide di fare Roberto dopo aver affrontato Franco. La sua ultima scena, infatti, è uno dei pochi bagliori di speranza in un film cupo, amaro e terribilmente vero. 36 Mostre IL QUATTROCENTO A ROMA. La rinascita dellle arti da Donatelllo a Peruggino Giugno 2008 dii Ivo Sanntolamazza Il Museo del Corso della Fondazione Roma, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele, dal 29 aprile al 7 settembre 2008 promuove, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano, la prima grande mostra dedicata al Quattrocento romano: Il Quattrocento a Roma. La Rinascita delle Arti da Donatello a Perugino. In via del Corso 320 a Roma. “Questa nuova esposizione del Museo del Corso - dichiara il Prof. Emanuele - intende fare luce su un periodo ed un contesto per troppo tempo trascurati dagli studiosi che, non senza ragione, si sono concentrati su Firenze e sui geni che in quel secolo stavano aprendo una nuova era per l’arte dell’intera Europa. Approfondendo e valorizzando quanto stava contestualmente accadendo a Roma, il Museo del Corso vuole offrire nuovi e fondati spunti per capire la grande rinascita dell’Urbe, che nel XV secolo visibilmente inizia, e che si completerà splendidamente nel secolo successivo. Da questa mostra parte una nuova occasione di approfondimento scientifico e culturale, indispensabile per poter comprendere in modo integrale la storia del Rinascimento italiano, e destinata a restituire maggiore dignità e peso al contributo di Roma allo splendore del Rinascimento”. In mostra oltre 170 opere, tra plastici, arredi sacri e civili, ceramiche, sculture, disegni, medaglie papali e quadri, provenienti dai principali musei italiani e stranieri, tra i quali: i Musei Vaticani, il British Museum, lo Stiftung Museum Kunst Plast di Düsseldorf, il Skulpturensammlung und Mueseum für Byzantinische Kunst di Berlino. Il percorso presenta un’indagine approfondita sugli aspetti sociali, urbanistici, religiosi ed artistici della Roma del XV secolo, che trova la sua massima espressione nei capolavori dei grandi artisti che vi operarono: Mantegna, Perugino, Piero della Francesca, Pinturicchio, Donatello, Michelangelo, Filippo Lippi, solo alcuni degli artisti in mostra. Accanto alle prestigiose opere e testimonianze dell’epoca, due elementi di assoluta novità corredano l’esposizione: una grande tavola multimediale di Roma quattrocentesca, con cui il pubblico può interagire ed esplorare nel dettaglio edifici e monumenti della Roma dell’epoca, e la ricostruzione tridimensionale della Cappella Carafa di Santa Maria Sopra Minerva, realizzata dall’Enea che, per la prima volta, ha applicato la tecnologia con radar ottico a colori (solitamente utilizzata per indagini spaziali) ad un monumento artistico. Grazie a questa tecnologia, il visitatore può fruire di una visione nitida e ravvicinata degli affreschi del Lippi, conservati nella Cappella Carafa e scarsamente visibili dal vivo, fino a percepirne i minimi dettagli. Arricchirà la mostra, a partire dal 20 maggio, il capolavoro di Piermatteo d’Amelia, “Madonna con Bambino”, del quale si erano perse le tracce da oltre venti anni. L’opera, sottoposta a lungo restauro, verrà presentata al pubblico per la prima volta dopo il suo ritrovamento proprio in occasione di questa mostra, la quale si snoda attraverso cinque ampie sezioni: I - La città: l’esposizione si apre con una ricognizione storica sull’aspetto urbanistico e architettonico di Roma nel Quattrocento, con la documentazione del tessuto viario, delle mura, delle case, singole o a schiera, degli edifici di servizio. II - I Papi. Fede, arte e potere: la città rappresentava la più importante meta del Cristianesimo occidentale. III - Vita civile e religiosa: sezione dedicata alla vita quotidiana, con le stoviglie, i mobili e gli arredi delle dimore di allora, con strumenti musicali e “vesti” per la guerra. IV - Lo scrigno dell’antico: la ricognizione sui tesori dell’antichità che Roma, museo a cielo aperto, offriva agli occhi degli artisti inesauribili spunti d’ispirazione e di riflessione. V - La rinascita delle arti: meta ambita da tutti gli artisti della penisola e dell’Europa, Roma nel Quattrocento assiste ad una fioritura delle arti che la mostra vuole documentare tanto in pittura quanto in scultura. L’esposizione è a cura di Claudio Strinati, Soprintendente del Polo Museale Romano, e di Marco Bussagli, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, e si avvale del coordinamento di Maria Grazia Bernardini della Soprintendenza del Polo Museale Romano. Immagine : Bartolomeo di Giovanni (attivo tra la fine del XV e l’inizio XVI secolo) - La pace tra i Romani e i Sabini, 1488 circa Tempera su tavola, 70 x 155 cm - Roma, Galleria Colonna, sala della Colonna Bellica. Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 20, giovedì e venerdì dalle 10.00 alle 23.00. Lunedì chiuso. Ingresso: intero 9,00 Euro, ridotto 7,00 Euro; scuole: gratuito. La a z Piaz Giugno 2008 Sport 37 « G Y M N I C A» a cura dello Staff Tecnico Come ogni anno immancabile l’appuntamento al verde pubblico con il saggio finale della sezione ginnastica dell’associazione sportiva dilettantistica di Castel Madama in una cornice gremita di un pubblico partecipe e molto interessato Martedì 10 giugno alle ore 21.00, approfittando di una tregua metereologica di questa primavera così avara di sole, si è potuto svolgere senza proroghe il saggio finale del settore ginnastica dell’A.S.D. Castel Madama alla presenza di un pubblico come sempre numeroso e vivace. Chi negli ultimi anni è stato abituato a spettacoli a tema molto scenografici potrebbe essere rimasto sorpreso per la semplicità e l’essenzialità della serata. Ma come dice anche il titolo “Gymnica” lo staff ha voluto dare più risalto all’aspetto tecnico proprio della ginnastica. I giovani atleti, infatti, liberati da costumi ingom- gruppo ha presentato coreografie con piccoli e grandi attrezzi supportato da musiche coinvolgenti e trascinanti. La novità di quest’anno è che tutti i ginnasti, tranne i bambini dai tre ai cinque anni, in contemporanea si sono esibiti su tre trampolini dando vita ad un momento entusiasmante per gli atleti e scenografico per gli spettatori. branti anche se di effetto, si sono potuti esibire con più disinvoltura, evidenziando le loro abilità. Anche se sono ormai anni che si assiste a questo evento è sempre un piacere e una sorpresa per il pubblico, ma anche per gli istruttori, vedere impegnati più di cento bambini e ragazze di un’età compresa tra i tre e i venti anni in una manifestazione sportiva che prevede, aldilà degli effetti coreografici, un buon controllo del proprio corpo, delle proprie ansie e una preparazione fisica notevole che si possono acquisire solo con la metodicità e la disciplina. Come già in passato i primi a scendere “nell’arena” sono stati i piccoli del gioco-sport che hanno intrapreso un percorso apparentemente semplice, ma che in realtà prevede un adeguato sviluppo degli schemi motori di base. A seguire ogni PiazLa za Non è da sottovalutare, infine, il contributo ormai insostituibile di Paolo Ricci, il nostro presentatore, che con la sua dialettica e la sua simpatia è riuscito a coinvolgere e a fare interagire i bambini e il pubblico, creando una situazione emotiva forte. In questo clima di allegria e partecipazione il Direttivo e gli istruttori augurano a tutti un’estate serena. 38 Musica Giugno 2008 Friday night in San Francisco-Paco de Lucia, John Mc Laughlin e Al di Meola di Fabio Moreschini Friday Night in San Francisco è un disco senza età, di cui non si può mai essere stanchi. È l’incontro di tre geni del “chitarrismo acustico” mondiale, che con la loro calda interpretazione riuscirono a scatenare e scaldare migliaia di spettatori quasi come se, invece che ad un concerto, stessero assistendo ad una partita di calcio. Voi direte: “Com’è possibile fare questo con un set acustico?”. Per spiegare questo dobbiamo partire innanzitutto dalle presentazioni dei componenti di questa straordinaria band. – Al Di Meola: questo ragazzo col cappello texano è uno dei più grandi chitarristi del ‘900 (è ancora in attività, al momento suona con Parodi, ex-Tazenda). Il suo stile è prevalentemente incentrato su un utilizzo molto virtuoso e caldo della chitarra acustica, anche se sono comunque da mettere in rilievo le sue eccezionali performance come chitarrista elettrico (era un membro dei Return To Forever di Chick Corea e Stanley Clarke). – Paco De Lucia: semplicemente il più grande chitarrista flamenco dell’ultima parte del secolo scorso, nonchè grande innovatore del genere. Proveniente da una famiglia con una grande tradizione nel campo del flamenco, già dall’età di 11 anni si era affermato come uno dei più grandi chitarristi, in prospettiva, di questo genere. – John McLaughlin: straordinario chitarrista jazz inglese, apprezzatissimo da tutti i più grandi interpreti contemporanei; non a caso ha partecipato alle sessioni di Bitches Brew, per poi entrare nel cerchio della fiducia di Miles Davis. Il suo genere è più vicino alla fusion che al jazz puro. Dalla fusione di questi tre chitarristi apparentemente diversi, con esperienze lontane e differenti feeling musicali, nacque una performance che rimarrà nella storia della musica; l’album infatti offre uno dei più grandi modelli di genio chitarristico dei tempi moderni. Questi straordinari musicisti dimostrarono una fenomenale coesione, riuscendo a compenetrarsi, completarsi e fondersi in un’unica grande onda d’energia e talento, che al termine del disco ti lascia a terra stremato, incredulo ed esausto. “Mediterranean Sundance/Rio Ancho”(Di Meola/De Lucia). Il brano si apre con la trascinante Sundance, un arpeggio raffinato su cui vengono ricamati sensuali fraseggi. L’intensità crescente dei fraseggi prelude al devastante flamenco di Rio Ancho, in cui i due si esibiscono in assoli alternati di incredibile fattura e qualità; la tensione artistica sembra ogni tanto spegnersi, per addolcirsi un po’ negli unisoni appena accennati, ma poi i due ritrovano improvvisamente vigore quando vengono “schitarrati” gli accordi del tema principale, rientrando con un flamenco ancora più veloce e dirompente. Short Tales Of The Black Forest(Di Meola/McLaughlin): Al abbandona quindi il flamenco di De Lucia per lanciarsi in virtuosi unisoni con McLaughlin. La struttura del brano è piuttosto complessa, alterna veloci fraseggi a parti ritmiche sincopate, con pause sulle quali i due musicisti giocano ad arte per infiammare ulteriormente e togliere il respiro ad un pubblico già in estasi. Ed ecco all’improvviso partire un blues sul tema della “Pink Panther” (sì sì... la pantera rosa!!), che scatena la folla di San Francisco. L’ultima parte sprofonda in una ballata delicata, accompagnata da chitarre quasi “mandolinate” che ci fanno rilassare per qualche secondo, per poi chiudere con un gran finale ritmato e deciso. “Frevo Rasgado”: (McLaughlin/De Lucia): Lo schema ormai è provato e ben collaudato, ed i due riescono a mantenere alta l’energia e la qualità del concerto con un’ennesima interpretazione sublime. Gli unisoni in questo brano sono piuttosto impegnativi e veloci, nonchè le alternanze degli assoli ed i tempi ritmici. McLaughlin e De Lucia compongono un groove perfetto, inserendo un calore irresistibile sulle scale latine di Gismonti, in teoria un po’ ostiche per la cultura ed il sentimento del britannico. I due brani di chiusura sono eseguiti dal trio al completo. “Fantasia Suite” di Di Meola propone atmosfere fiabesche incorniciate ad arte dai delicati pizzicato dell’accompagnamento. Gli assoli sono quasi sussurrati, e quando le due chitarre di Di Meola e McLaughlin si uniscono in una sola voce, De Lucia detta i tempi e il “mood” del brano. Per tutta la durata del pezzo permane questa aura magica, il trio non si sbilancia mai finchè l’incanto fiabesco si rompe per arrivare ad una riproposizione del tema principale con un ritmo più serrato e con accordi suonati più vigorosamente. Inizia da qui un alternarsi straordinario di assoli macinati da ogni artista nel proprio stile, rendendo questa commistione una dolce armonia di generi ed espressioni. Il finale è ancora una volta esplosivo e la folla non trattiene un’ovazione straordinaria, che sancisce la fine del concerto del grande trio. L’ultima traccia è un brano di McLaughlin registrato in studio, “Guardian Angel”, non privo comunque della energia e della coesione portata dai tre sul palco di San Francisco. Non vi è situazione migliore in cui io possa dire che la musica non può essere spiegata con le parole. Quel che ho provato a dare è una descrizione appassionata di questo straordinario album acustico live, un’opera senza precedenti nè seguito, un album unico e perfetto. La bravura tecnica dimostrata dal trio, nonchè il calore, il trasporto e la passione espressi, hanno dato vita ad una magia, che ha legato il nome dei tre al successo straordinario di questo lavoro. Adesso potrà magari essere ritenuto un po’ vecchio o “oldfashioned”, ma sarebbe un errore madornale, imperdonabile! L’opera di Di Meola/McLaughlin/De Lucia è senza tempo e senza età, caratteristica comune a qualsiasi capolavoro artistico di tale bellezza. McLaughlin ha detto recentemente: “Alcune notti accade qualcosa di magico, ed è veramente quello che speri arrivi sempre...quella cosa magica...la scintilla, o come la volete chiamare! Questa cosa ha comunque la misteriosa capacità di incantare tutto e tutti. E questo è proprio quello che è accaduto quel Venerdì notte.” Voto 9/10 La a z Piaz