ghetto ebraico di correggio - Associazione Giovani in Europa
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Le Strade della Libertà La Strada degli Ebrei GHETTO EBRAICO DI CORREGGIO Tappa n. 1 Via Casati, Correggio Il ghetto di Correggio è una singolare realtà urbana che oggi sopravvive solo nella toponomastica dialettale degli anziani. La Cuntrèda dal Ghett – antico nome di questa piccola via – fu ribattezzata dopo l’Unità d’Italia, via Casati. In precedenza era la strada del ghetto di Correggio, che ha il particolare primato di essere l’ultimo istituito in Italia e rimasto operativo solo quindici anni (1781-1796). Alla fine del Novecento erano ancora visibili, all‘ingresso della via, i cardini che sostenevano il portone in ferro che ne delimitavano il perimetro, eliminati a seguito della ristrutturazione del palazzo adiacente. Oggi l‘unico ricordo è affidato allo stemma della via, voluto dall‘associazione dei residenti in via Casati e affisso sull‘edificio che confina con via Filatoio, dove si ritiene che in epoca seicentesca fosse ospitata la prima sinagoga della comunità. Il ghetto fu l’atto finale di una lunga vicenda di discriminazioni e persecuzioni a cui furono sottoposti anche gli ebrei correggesi, presenti nel nostro territorio fin dal XV secolo. Dal 1798, anno in cui il ghetto fu definitivamente smantellato, iniziò per gli ebrei il lungo percorso che li avrebbe condotti alla piena equiparazione dei diritti, ottenuta in forma completa solo dopo il 1861. Le leggi razziali imposte da Mussolini nel 1938, furono un brusco ritorno al passato che li colse drammaticamente impreparati, segnando per sempre il loro destino. 1 2 1 Le Strade della Libertà La Strada degli Ebrei Esposti a qualunque insulto e disgrazia… Breve storia del ghetto ebraico di Correggio Il ghetto di Correggio fu innalzato nel 1781, a due secoli di distanza dalla Bolla papale di Paolo IV Cum nimis absurdum (1555) che li istituiva in tutti i territori soggetti all’influenza della Chiesa. Questo straordinario ritardo assume maggior rilievo se si considera che, alla fine del Settecento, l’epoca rivoluzionaria era ormai alle porte. Le idee di libertà ed uguaglianza si andavano affermando nelle legislazioni di molti Stati nazionali e progressivamente si procedeva all’abolizione dei ghetti ebraici. Il primo tentativo documentato di istituire a Correggio il cosiddetto “serraglio degli ebrei” risale al 1736. In quell’anno l’Università israelitica correggese inviò una supplica al governatore estense chiedendo che gli ebrei non fossero costretti “in un luogo disabitato, lontano da strade maestre, [con] miserabili tuguri fatti di terra che sono tutti cadenti…esposti a qualunque insulto e disgrazia”. Due anni dopo, a seguito di molte insistenze, gli ebrei ottennero che non fossero innalzati i portoni di chiusura in via Casati, luogo individuato come possibile sede del ghetto. Tanta indulgenza verso gli ebrei correggesi (sorte diversa subirono le comunità di Reggio e Modena) trova la sua ragione nella crisi economica che investì lo stato estense alla fine del Settecento e nella posizione di rilievo che alcuni di loro occupavano in ambito locale. Ulteriori penalizzazioni verso la comunità ebraica avrebbero finito col deprimere massimamente l’economia correggese. Attraverso ripetute petizioni al Duca gli ebrei correggesi riuscirono a dilazionare l’istituzione del ghetto per oltre quarant’anni. Alla fine le motivazioni ideologico-religiose prevalsero, non disgiunte da interessi economici finalizzati ad arrestare il rapido sviluppo dell’imprenditorialità ebraica, soprattutto nel settore della possidenza terriera, in passato di esclusiva pertinenza dei cristiani. In base a quanto disponeva l’ordine papale, il ghetto consisteva nella residenza coatta di tutte le famiglie ebraiche in un’unica via, chiusa alle due estremità da portoni, che si serravano alla sera per essere riaperti solo al mattino. Discostandosi in modo significativo da questa 3 Foto 1 Via Casati, area dell’ex ghetto ebraico, in una foto di Gildaldo Bassi (1879) Foto 2 Via Casati oggi Foto 3 stemma di via Casati che ricorda la presenza del ghetto (i cancelli in basso a sinistra) 2 Le Strade della Libertà La Strada degli Ebrei norma, la segregazione ebraica correggese non riguardò mai l’intera comunità, ma solo le famiglie meno abbienti. Documenti relativi ad un censimento del 1786 attestano che solo quattordici case del ghetto erano occupate da ebrei. Lo stesso rabbino della Comunità risiedeva in piazza Padella, fuori dai confini del ghetto. Per non citare i casi degli ebrei possidenti o facoltosi commercianti, che mantennero la loro residenza nei palazzi di proprietà del centro cittadino. Fuori dalle mura del ghetto – caso singolarissimo – era anche la sinagoga ospitata in casa dei fratelli Massarani in Strada Maestra. Il ghetto sopravvisse solo fino al 1796, abolito dai decreti repubblicani voluti da Napoleone che sancivano l’uguaglianza degli ebrei con i cristiani e fu definitivamente smantellato nel 1798. Scheda a cura di Monica Barlettai Fonti bibliografiche G. Fabbrici Il ghetto di Correggio, in Ghetti e giudecche in Emilia Romagna: immagini per un percorso storico di recupero e valorizzazione, Quaderni del Museo Ebraico di Bologna, 2004 Referenze fotografiche L.Gasparini, M. Montanari, Gildaldo Bassi fotografo (1852-1932), 1994 3
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