IL DIARIO DI FELIX

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IL DIARIO DI FELIX
IL DIARIO
DI FELIX
Un film di EMILIANO MANCUSO
Un film di
Emiliano Mancuso
Fotografia e suono
Emiliano Mancuso
Montaggio
Andrea Tarquini
Supervisione al montaggio
Aline Hervè
Musiche originali
Angelo Olivieri
Montaggio del suono e mix
Edoardo Boccali
Produttore esecutivo
Raffaella Milazzo
Prodotto da Giulia Tornari per ZONA
in associazione con Andrea Tarquini per PCM STUDIO
con il supporto della Cooperativa PARSEC
con il patrocinio del Garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Lazio
Paese: Italia
Durata 75’
Anno di realizzazione: 2014
Lingua: VO – Italiana con sottotitoli in Inglese o Francese
NOTE DI REGIA
Ho conosciuto Casa Felix durante l’edizione del mio terzo libro fotografico Stato d’Italia (2011, ed. Postcart),
con la prefazione di Lucia Annunziata. Inizialmente ero interessato ad un reportage fotogiornalistico ma con
il tempo le cose sono cambiate.
Il primo ragazzo che si è fatto fotografare si chiamava Junes e veniva dal Marocco. Junes è stato aggressivo
sin dal primo giorno. “Che cazzo me ne frega a me di dirti chi sono... che cazzo vuoi tu da me”, mi diceva. Ma
dopo qualche volta che andavo, in cui nemmeno mi salutava, sono rimasto con lui più tempo e gli ho insegnato
a giocare a tresette, visto che gli altri ragazzi giocavano sempre fra di loro e lui era escluso. Dopo abbiamo
visto la partita del Milan e cominciato a parlare di calcio. Rideva perché uno dello staff tecnico del Tottenham
aveva detto a Gattuso “fuck italian bastard”. Lo ripeteva in continuazione. E rideva. La testata di Gattuso in
reazione non lo interessava, per lui era tutto in quella frase. Pochi minuti dopo mi ha chiesto lui di fargli una
foto. Si è tolto la maglietta, mi ha mostrato i muscoli e si è fatto fotografare.
Questo è stato soltanto l’inizio. Per due anni ho percorso tutti i giorni la stessa strada (la Palmiro Togliatti - la
tangenziale che attraversa tutta la periferia est di Roma), incontrando gli adolescenti e gli operatori di casa
Felix, completamente assorbito dai ritmi della loro vita e dai loro diversi destini.
La necessità di trasformare l’iniziale progetto fotografico in un documentario è maturata piano piano, fino a
concretizzarsi definitivamente il giorno dell’arrivo di Valerio. In quel momento, mi sono reso conto che per
raccontare davvero quello che vivevo nella casa famiglia avrei avuto bisogno di un linguaggio diverso. Per
descrivere lo stato d’animo di solitudine e incertezza che dominava il volto di Valerio la mattina del suo arrivo,
le fotografie non bastavano più. Così ho deciso di riprendere tutta la scena con la videocamera. L’attrezzatura
professionale, che ho sempre utilizzato per i reportage fotografici, la Canon EOS Mark II, è anche un’ottima
videocamera, così è stato facile passare dal ‘click’ della macchina fotografica al ‘rec’ della videocamera.
Quando ho rivisto le riprese dell’arrivo di Valerio ho provato un’emozione che ha rotto ogni indugio: dovevo
affiancare un documentario al lavoro fotografico. La via, per così dire, era tracciata.
Ho fatto una scelta di linguaggio molto precisa e netta, cercando di avvicinare il più possibile il movimento
della camera ai movimenti che si fanno quando si realizza reportage fotografico. L’intenzione era di dare
dinamismo e veridicità alle riprese e sottolineare che la videocamera rappresentava il punto di vista di
uno degli abitanti della casa, non una presenza estranea quindi, e, contemporaneamente, una mia lunga e
ininterrotta soggettiva sulla vita a Casa Felix.
Mi sono messo in gioco, ho rivisto in queste storie di adolescenti frammenti della mia storia, ho fatto un
viaggio nella mia adolescenza per avvicinarmi e comprendere la loro. La vita a Felix è come uno specchio
aperto su di te, riflettente e deformante insieme. La mia voce fuori campo, che interagisce con i ragazzi, fa
da contrappunto a questa scelta estetica e ne vuole rivelare l’intenzione.
C’è voluto del tempo per trovare le giuste misure e perché i ragazzi accettassero la mia presenza. Ma il tempo,
la pazienza e la relazioni e i legami d’affetto che si sono intrecciati fra me, i ragazzi e gli operatori della casa
famiglia alla fine hanno avuto la meglio. Come recita il brano de Il Piccolo Principe da cui ho estratto il titolo
del documentario: “In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, cosi’, nell’erba. Io ti guardero’ con la coda
dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’
piu’ vicino a me”.
IL DIARIO DI FELIX
di Emiliano Mancuso
“Sicuramente vi starete chiedendo chi sono per dire queste parole, bene se lo volete proprio sapere ve lo
dirò, sono uno di quei ragazzi considerati buoni annulla, scanzati dalla buona gente, di quei ragazzi che
pensano di fare come vogliono e se ne fregano di tutto quello che li circonda, beh io sono stato classificato
cosi, etichettato come merce avariata, considerato incapace di pensare a se stesso, ridotto a dover chiedere
il permesso di uscire, mi anno tolto la mia libertà...Sono ormai dieci mesi che vivo dentro una comunità e ne
dovrò scontare altri sedici e penso che non sarà facile, ma spero di farcela per liberarmi dalla mia etichetta”.
Queste parole sono tratte da una lettera che un ragazzo ha nascosto sotto al materasso prima di lasciare Casa
Felix, comunità per minori con problemi familiari e penali alle spalle nella periferia est di Roma. Io sono un
fotoreporter dell’agenzia Contrasto. A Casa Felix cercavo storie di giovani dalla vita difficile per un reportage
e invece sono rimasto completamente assorbito dalla vita di alcuni di questi adolescenti: incoerenti, emotivi,
difficili e tuttavia così intensi e veri.
Valerio sconta una misura cautelare di 9 mesi per piccoli reati, dalla vita non sembra volere molto, se non
divertirsi e non pensare troppo al futuro. Alle spalle una famiglia divisa: vive insieme alla madre ma il suo vero
idolo è il padre, tutt’ora in carcere. Giuseppe, allontanato dai genitori, vive invece nella comunità da quasi
due anni, dopo averne passati altri sei in un’altra casa per minori. Ha una sorella gemella e altri due fratelli
più piccoli, tutti dispersi in altri istituti o famiglie affidatarie. Segue un corso da aiuto cuoco e sogna, una
volta maggiorenne, di tornare a vivere dal padre e ricomporre così la famiglia divisa. E infine Emad, ragazzo
egiziano sbarcato in Sicilia senza nemmeno sapere dove, senza famiglia o parenti in Italia.
Alle spalle, un debito contratto con i trafficanti da saldare con il lavoro nero.
Un anno vissuto accanto a loro. Insieme abbiamo studiato, abbiamo parlato, siamo stati al mare o al parco
divertimenti, abbiamo pianto e abbiamo riso. Mi aspettavo una storia di denuncia o un’inchiesta giornalistica
e invece ho incontrato una piccola fiaba metropolitana sull’amicizia e sul diritto negato ad un’adolescenza
normale.
BIOGRAFIA
Nasce a Roma nel 1971, dove ancora vive. Ha iniziato tardi a pensare alla fotografia come mezzo espressivo
per documentare la storia e rappresentare la realtà. Laureato in Filosofia nel 1997, specializzato in Estetica,
era interessato all’immagine soltanto come problema filosofico.
Lasciati gli studi postuniversitari, all’età di 28 anni ha iniziato a lavorare nel fotogiornalismo, collaborando con
le più importanti testate nazionali ed internazionali: National Geographic, New York Times, Newsweek, Time,
L’Espresso, et. Dal 2009 è membro dell’Agenzia Contrasto (www.contrasto.it).
PREMI, MOSTRE, LIBRI E CORPORATE
2011/2012 • Esposizioni Stato d’Italia:
Lumiere Film Festival, Gottingen
Lector in Fabula, Bari.
Semaine de la culture italienne, Paris.
Citerna Foto Festival Città di Castello.
Gallerie Fnac Milano.
Officine Fotografiche, Roma.
Palazzo Medici Riccardi, Firenze.
2011 • Stato d’Italia, Postcart Ed. Libro fotografico sulla crisi italiana 2008-2011, con la prefazione di Lucia
Annunziata, a cura di Renata Ferri.
2011 • Synthesis, storie di persone e trapianti.
Libro fotografico sulla vita di persone soggette a trapianti per conto della Fondazione Alinari.
2010 • Picture of the Year, terzo posto, categoria Portrait, con il progetto “Stato d’Italia”,
viaggio nell’Italia della crisi.
2010 • International Photography Awards 2010, menzione d’onore per il progetto Viaggio in Italia.
2010 • “Alenia Costruisce Sicurezza”, libro corporate sui dispositivi di sicurezza
negli stabilimenti dell’Alenia-aereonautica.
2009 • Premio Marco Bastianelli, libro “Terre di Sud”
2008 • Terre di Sud, Postcart Ed., libro fotografico sulla vita e la cronaca del Sud d’Italia.
2008 • Esposizioni Terre di Sud, Galleria Santa Cecilia, Roma Corigliano Foto Festival,
Palazzo Ducale Fotoleggendo, Roma
2008 • Menzione d’Onore - Categoria Fotogiornalismo Premio Fotografico dell’Ass. nazionale fotografi
Professionisti Tau Visual, per reportage sulla deforestazione in Amazzonia
2008 • PDN’s Photo Annual per il progetto Amazonia.
2008 • Rosso, Aut Photo ed., libro corporate sulla vita dell’azienda di spedizioni Bartolini,
Corriere Espresso s.p.a.
2008 • Esposizione collettiva: Quotidianamente Fotografi, presso la Galleria S.T. Roma.
2006 • Esposizione Made in Italy, L.A.N.A. di Napoli
2006 • Made in Italy, Trolley Book ed., libro fotografico sulla crisi economica dell’Italia,
in occasione del Centenario della CGIL.
2005 • Premio Fnac Italia “Attenzione Talento Fotografico” per il progetto Terre di Sud.
2004 • Premio Canon Miglior Progetto dell’anno per il progetto Terre di Sud.
Contatti
Zona
Via Germanico, 107 - Roma
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zona.org
Valeria De Berardinis
+39 338.1425588
[email protected]