Ernest Hemingway amava definirsi “Sono un ragazzo del Basso

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Ernest Hemingway amava definirsi “Sono un ragazzo del Basso
ITINERARIO NR.8
Ernest Hemingway amava definirsi
“Sono un ragazzo del Basso Piave”
Villa Maternini*** si trova in una zona di grande interesse storico, dove furono
combattute decisive e cruente battaglie che segnarono il corso della ns. storia,
in ricordo delle quali possiamo ancora vedere le trincee della Prima Guerra
Mondiale ed il cimitero degli inglesi dove giacciono i soldati di varie nazionalità
caduti nel ns. suolo. Siamo nella terra del glorioso fiume Piave, inespugnabile
linea difensiva naturale che Hemingway citò in vari passaggi di capolavori
quali: “ Addio alle armi” e “Di là del fiume e tra gli alberi”.
Vi invitiamo a scoprire con i vostri occhi i paesaggi che si scolpirono nella
memoria dello scrittore, i suoi ricordi di guerra ci vengono tramandati dai suoi
romanzi ma anche da monumenti quale l’Ossario di Fagarè della Battaglia
dove riposano le spoglie di oltre 10.000 soldati, tra questi il tenente E. Mc Key
unico statunitense sepolto lì.
Ci dirigiamo a Monastier per vedere Casa Botter, allora posto di ristoro della
Croce Rossa Americana N°4 dove il giovane Ernest prestava servizio ed è da qui
che partiva in bicicletta per le prime linee sul Piave a consegnare ai soldati al
fronte, la posta, le sigarette, ed ogni genere di conforto, proseguiamo poi fino
a San Pietro Novello per vedere Villa Albrizzi, dove soggiornò per alcuni giorni
prima del suo ferimento, dimora che immortalò nel racconto “Insonnia”.
Successivamente imbocchiamo la strada “bassa”, che Hemingway percorreva
per andare a Fossalta di Piave lungo l’Argine Regio, prima linea italiana
perduta nell’offensiva di Giugno. Lì sorge il monumento Battistero dedicato ai
“Ragazzi del 99”, una stele che ricorda lo scrittore ed in fondo a sinistra il
“Buso de Burato” luogo dove fu ferito dall’esplosione di una granata austriaca,
ciò malgrado si rialzò e riuscì a portare in salvo un soldato italiano anch’essi
ferito, ma fu gravemente colpito al ginocchio da una mitragliatrice nemica;
Questo eroico gesto le valse la medaglia d’argento al valore assegnatagli dal
Regno d’Italia e la Croce di Guerra dal governo degli Stati Uniti.
Ci dirigiamo a Pralongo, qui in una stalla diroccata trovò il primo riparo per una
lunga notte di dolore e paura, all’alba un ambulanza lo trasferì a villa De Reali
a Dosson dove aveva preso posto l’ospedale americano, ebbe così inizio la sua
lunga degenza negli ospedali militari per sottoporsi a ben 12 operazioni per
estrarre oltre 200 schegge penetrate nella gamba. Fra le infermiere una in
particolare: Agnes Kurowsky si prese cura delle sue ferite salvando la gamba
dall’amputazione, ne nacque un amore giovanile che non ebbe un esito felice,
alcuni anni dopo Agnes sposerà un medico mentre Hemingway inseguirà la sua
vita eccessiva, ma trent’anni dopo qui ritornerà per ripercorrere i posti della
memoria e per soggiorni di battute di caccia e piacere nel suo amato Veneto.
In occasione del cinquantesimo anniversario della sua morte è stato realizzato
un film dal nome: “My name is Ernest” sostenuto dalla Regione Veneto e dalla
Treviso Film Commission, il lungometraggio è stato dichiarato eleggibile a film
d’interesse culturale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Tempo di percorrenza: 3,00’h’ circa in bicicletta – 1,10’h in macchina - km 65,00
E’ possibile noleggiare la bicicletta in loco