L`affascinante stupidità (degli indicatori) della

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L`affascinante stupidità (degli indicatori) della
L’affascinante stupidità (degli indicatori) della qualità della vita La “qualità della vita” è una di quei concetti affascinanti, intriganti, sempre interessanti quanto profondamente stupidi, sfuggenti e sostanzialmente superficiali. Chi non ha sbirciato, almeno una volta, in qualche elenco delle “città dove si vive meglio”?, come quelle periodicamente propinate da quotidiani e settimanali di indubbia reputazione? Come ci piace vedere la nostra città com’è posizionata, per gioire o rattristarci a seconda se si abita nelle (solite) città-­‐paradiso o nelle (solite) città-­‐inferno! Ho scritto da decenni contro queste fesserie e non mi vorrei ripetere, ma ho un’occasione troppo ghiotta e, francamente, non resisto. “Newsweek” del 23-­‐30 Agosto 2010 propone un ampio servizio – cui era dedicata anche la copertina – su The best countries in the world. I 100 primi Paesi del mondo classificati secondo alcune dimensioni quali una (non molto bene specificata) “qualità della vita”, dinamismo economico, educazione e così via, con una classifica generale di sintesi e con specificazioni, per esempio, fra nazioni popolose o meno, ad alto/basso reddito e quant’altro occorre per riempire diverse pagine. Poiché in edicola non lo trovate più potete leggere l’articolo sul sito Internet di Newsweek (http://www.newsweek.com/2010/08/16/best-­‐countries-­‐in-­‐the-­‐
world.html), ma qui vi potete divertire ancora di più perché le varie classifiche le hanno collocate in una divertente mappa interattiva (http://www.newsweek.com/2010/08/15/interactive-­‐infographic-­‐of-­‐the-­‐worlds-­‐best-­‐
countries.html) dove cercare l’Italia (e altre 99 nazioni). Prima considerazione: anche se il 90% dei lettori corre a vedere come si colloca lui (il suo Paese) nella classifica e poi passa oltre, tenere oscuro il metodo d’analisi ed elaborazione non va bene. Una delle cinque dimensioni impiegate, p. es., è “Qualità della vita”: come è stato definito ed operativizzato il concetto? Boh! Si legge solo che “hanno incluse cose quali salute (che però ha una sua dimensione specifica), sicurezza e la possibilità di fare una vita dignitosa”. Non sapere come hanno operativizzato il concetto lascia perplessi, e quelle due righe di commento ancora di più. Nella mappa interattiva si capisce qualcosa di più, ma non poi tanto. Inoltre: L’Italia risulta essere 34^ nella classifica specifica dell’educazione; 3^ in quella della salute; 20^ in quella blob della qualità della vita, 44^ come dinamismo economico e 22^ per il contesto politico (stabilità, partecipazione…). Che posizione occupa nella classifica generale, di sintesi? 23^. Come hanno ricavato quel “23”? Provateci da voi a capirlo, è facile! Vi aiuto: è il modo più stupido e totalmente sbagliato (quando avete capito e fate le prove vi verrà un errore di un punto; io presumo sia per evitare gli ex-­‐aequo che ha comportato piccoli aggiustamenti). Queste osservazioni sono solo due fra le tante, ovviamente; secondo me è sostanzialmente tutto o inesplicito, o vago, o errato, ma voglio andare avanti. Seconda considerazione: al netto degli errori e varie amenità sopra richiamate vediamo il significato complessivo di questa operazione. Partiamo dal risultato finale basandoci, per semplicità, sulla classifica generale di sintesi. Chi ha vinto? I Paesi Nordici (Finlandia – la vincitrice assoluta! –, Svezia e Norvegia), la Svizzera (seconda), Danimarca, Lussemburgo (Lussemburgo??), Olanda, Australia, Giappone e Canada; gli Stati Uniti sono undicesimi. Fra le posizioni di rispetto noto anche la Corea del Sud (15^), Singapore (20^) etc. C’è qualcosa che non va. Ma non voglio dire io perché, lo lascio dire a Courtenay Anderson di Espoo, Finlandia (il Paese vincitore) che sul numero di “Newsweek” del 6 Settembre 2010 nella rubrica “Letters” scrive: Finland is a country of long distances, dark winters, and often quite depressed people. Your research has failed to capture the country’s high levels of domestic violence, divorce, and alcoholism. Workplace bullying is rampant, the school system is unresponsive to students’ needs, and government figures severely underestimate the true unemployment rate. I hope these comments will help you and you readers put some perspective into your finding of Finland as the “best country” in the world. Secondo Courtenay Anderson, testimone qualificato della vita finlandese, se si fossero utilizzati altri indicatori (depressione, alcolismo e le altre che cita) la classifica sarebbe stata molto diversa, e questo è il punto principale: concetti multi-­‐multi-­‐multi-­‐dimensionali come l’omnibus “Qualità della vita” hanno milioni di possibili indicatori, e utilizzarne (senza peraltro esplicita argomentazione) una piccola manciata conduce a dei meri non-­‐sensi. Ma notate anche un’altra cosa: Anderson cita al secondo posto, nella sua lettera, i dark winters, segno che per questa persona si tratta di un fattore (negativo) di notevole importanza; come si operativizza la tristezza e la malinconia dei lunghi e freddi inverni finlandesi? (Claudio Bezzi, 10 Settembre 2010)