Il sangue - Biotecnologie
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Il sangue SANGUE • SANGUE : SISTEMA BIFASICO • FASE LIQUIDA • PLASMA • SOLUZIONE SALI MINERALI E ORGANICI • FASE SOLIDA • CELLULE NUCLEATE (g. bianchi) • CELLULE ANUCLEATE (g. rossi) • FRAMMENTI CITOPLASMATICI (piastrine) EMOCROMO • Prevede il conteggio del numero dei globuli rossi (eritrociti), dei globuli bianchi (leucociti) e delle piastrine (trombociti), nonchè la determinazione quantitativa dell’emoglobina. È detto anche esame emocromocitometrico • Con il termine formula leucocitaria si intende la percentuale di ciascun tipo di globulo bianco (granulociti neutrofili, eosinofili e basofili monociti, linfociti) presente in un campione. Emogramma normale - Eritrociti - Leucociti - Piastrine 4-6 milioni/mmc 4-10 mila/mmc sino a 350.000/mmc - Linfociti - Monociti - Neutrofili - Eosinofili - Basofili 20-35% 3-7% 55-65% 0-3% 0-2% Determinazione della formula leucocitaria Sfrutta due caratteristiche fondamentali delle cellule ematiche: 1-le dimensioni dei globuli bianchi 2-l’attivita’ perossidasica Le perossidasi sono enzimi presenti negli elementi della serie mieloide e la marcatura di questo enzima permette di evidenziare due popolazioni, Perox positive e Perox negative La parte solida • QUALI SONO LE CELLULE DEL SANGUE ? • CHE ASPETTO HANNO ? • CHE RUOLO SVOLGONO ? Lo stricio(smear) di sangue periferico • • • • • Uno striscio di sangue periferico è costituito da un vetrino per microscopia ricoperto da un sottile ed omogeneo strato di sangue venoso, colorato con un colorante ed esaminato in microscopia ottica. L’esame microscopico del sangue periferico viene usato per complementare ed implementare le informazioni ottenute mediante gli analizzatori automatici di sangue(contatori di cellule), che forniscono informazioni quantitative rigurado alle cellule ematiche e possono persino identificare campioni con cellule anomale. Tuttavia, la corretta identificazione delle cellule abnormi richiede un microscopista esperto, uno striscio di sangue ben eseguito ed un microscopio a luce con buone caratteristiche ottiche Nella pratica corrente, analizzatori automatizzati di varia complessità vengono utilizzati in tutti i laboratori di ematologia per ottenere la conta cellulare e l’elaborazione grafica delle informazioni ottenute. Questi strumenti sono anche in grado di richiamare l’attenzione su cellule atipiche eventualmente presenti nel campione. Sarà poi l’operatore che rivede le informazioni raccolte per ciascun campione a decidere se è necessaria anche l’esecuzione dello striscio . • La tecnica push slide, svilupata da Maxwell Wintrobe costituisce il metodo standard per la preparazione dello striscio periferico, secondo la procedura mostrata di seguito.Nello specifico occorre: • Porre un vetrino per microscopia con una estremità smerigliata su una sperficie piatta Marcare il vetrino scrivendo il nome del paziente, il numero identificativo del campione, e la data di preparazione dello striscio. Adagiare una gocciolina di sangue di 2-3 mm verso l’estremità del vetrino dal lato della smerigliatura con un applicatore, un capillare o direttamente con il polpastrello. Tenere il vetrino con il lato corto tra il pollice e l’indice stringendolo all’estremità più lontana dalla smerigliatura Prendi un secondo ventrino (spreader slide) stringendolo tra il pollice e l’indice dell’altra mano all’estremità smerigliata. Poggia il margine di questo vetrino(spreader) sul vetrino inferiore di fronte alla goccia di sangue(sul lato più lontano alla smerigliatura) Ritrarre il vetrino spreader verso l’esremità smerigliata fino a che tocca la goccia di sangue. Lasciare che il sangue diffonda per capillarità lungo il margine del vetrino spreader. Spingere in avanti lo spreader mantenendo un angolo di circa 30 gradi ed un movimento uniforme. • • • • • • • • Adagiare una gocciolina di sangue di 2-3 mm verso l’estremita del vetrino dal lato della smerigliatura con un applicatore, un capillare o direttamente con il polpastrello • Poggiare il margine di questo vetrino (spreader) sul vetrino inferiore di fronte alla goccia di sangue(sul lato più lontano alla smerigliatura) • Ritrarre il vetrino spreader verso l’estremità smerigliata fino a che tocca la goccia di sangue. Lasciare che il sangue diffonda per capillarità lungo il margine del vetrino spreader • Spingere in avanti lo spreader mantenendo un angolo di circa 30 gradi ed un movimento uniforme • Spingere in avanti lo spreader mantenendo un angolo di circa 30 gradi ed un movimento uniforme • Ora non resta che colorare Uno striscio di sangue ben eseguito dovrebbe essere spesso all’estremità smerigliata e via via più sottile verso il lato opposto. La zona di morfologia(cioè l’area con lo spessore ottimale per l’analisi microscopica) dovrebbe essere lunga almeno 2 cm. Lo striscio dovrebbe occupare la parte centrale del vetrino lasciando libere le estremità Esame dello striscio di sangue periferico. • • L’esame dello striscio di sangue periferico richiede un approccio sistematico al fine di recuperare tutte le possibili informazioni. Inoltre tutti i preparati debbono essere valutati nella medesima maniera, per assicurare la consistenza delle informazioni. Si raccomandano le seguenti procedure. Eseguire una analisi a basso ingrandimento(oculare 10x, obiettivo 10x) per valutare la qualità dello striscio , valutare il numero approssimativo di cellule bianche e piastrine ed evidenziare la presenza di rouleaux, aggregati piastrinici e leucocitari ed altre anomalie visibili a basso ingrandimento. Quindi scegliere un area ottimale per l’osservazione ad alto ingrandimento. Questa dovrebbe essere una porzione integra dello striscio, priva di artefatti di preparazione dove le cellule rosse siano separate da una distanza pari ad 1/3 del loro diametro. I globuli rossi dovrebbero avere un colore rosa mentre i neutrofili mostrano un aspetto increspato, con materiale nucleare blu-porpora e granuli citoplasmatici dal lilla al rosa violetto. Una preparazione e colorazione ottimale dello striscio di sangue è critica per l’esame morfologico ed uno striscio inadeguato non dovrebbe essere esaminato. • • • Dopo l’esame a basso ingrandimento , viene selezionato un obiettivo 40x o 100x (ingrandimento totale 400x o 1000x utilizzando un oculare 10x) e l’area di morfologia viene esaminata con un consistente pattern di scansione per evitare di contare le stesse cellule due volte. Deve essere eseguita una conta differenziale di almeno 100 cellule bianche( meglio 500 o 1000 ed ogni anomalia morfologica a carico dei globuli rossi, globuli bianchi e piastrine osservata durante la conta differenziale deve essere accuratamente registrata. Ciascuna anomalia morfologica osservata deve essere quantificata (da lieve a marcata o da 1+ a 4+) . I tecnici di laboratorio biomedico sono ben addestrati alla quantificazione riproducibile delle anomalie morfologiche. Una grossolana stima della conta delle cellule bianche cell/ml, può essere ottenuta contando il numero totale di leucociti in 10 campi microscopici a 500x, dividend oil totale per 10 e moltiplicando per 3000. Questi valori dovrebbero essere vicini a quelli ottenuti con il contatore cellulare. Se il valore ottenuto non è confrontabile con quello della conta automatica, occorre recuperare il campione originale, confermare l’identità del paziente, ripetere la conta automatica e preparare un nuovo striscio PROFILO CITOLOGICO DEL SANGUE Un ingrandimento di 200 volte è sufficiente per osservare e identificare i differenti tipi di cellula. Tuttavia, un ingrandimento superiore consente di osservare meglio le cellule nei loro dettagli. Lo striscio può essere osservato usando sia obiettivi a secco che ad immersione. • GLI ERITROCITI (RBC) SONO LE CELLULE PIÙ NUMEROSE DEL SANGUE • VALORI NORMALI • NELL’UOMO 4.5 - 6 milioni/mmc • NELLA DONNA 4 - 5.5 milioni/mmc I granuli, che rappresentano l’accumulo di rRNA, sono sempre un reperto patologico indicativo di anemia sideroblastica, anemia megaloblastica, talassemia ed avvelenamento da piombo Hanno dimensioni di circa 1mm e sono costituiti da residui di cromatina nel citoplasma degli eritrociti.Sono indice di immaturità di queste cellule e frequenti nei reticolociti. Aumentano in anemia grave e in corso di splenectomia Fagosomi contenenti granuli ferruginosi frequenti nelle anemie emolitiche, sideroblastiche ed a cellule falciformi Le piastrine • • LA PRINCIPALE FUNZIONE DELLE PIASTRINE, O TROMBOCITI, È DI FERMARE LA PERDITA DI SANGUE IN SEGUITO A FERITE (EMOSTASI). A TALE SCOPO, ESSE SI AGGREGANO E LIBERANO FATTORI CHE PROMUOVONO LA COAGULAZIONE DEL SANGUE. FRA QUESTE C'È LA SEROTONINA CHE RIDUCE IL CALIBRO DEI VASI LESIONATI E RALLENTA IL FLUSSO EMATICO, LA FIBRINA CHE INTRAPPOLA CELLULE E FORMA IL COAGULO. ANCHE SE APPAIONO DI FORMA TONDEGGIANTE, LE PIASTRINE NON SONO PROPRIAMENTE DELLE CELLULE. NEGLI STRISCI COLORATI CON IL GIEMSA, HANNO UN COLORE PORPORA INTENSO. IL LORO DIAMETRO È DI CIRCA 2-3 µM, QUINDI SONO ASSAI PIÙ PICCOLE DEGLI ERITROCITI. VALORI NORMALI: DA 150.000 A 350.000 /mmc • • Valori superiori al normale per carcinomi, carenza di ferro, da troppo esercizio fisico, da febbre reumatica, da infiammazioni, da leucemie, da morbo di Hodgkin, da osteomieliti, da parto, da policitemia, da splenectomia, da traumi, uso di vit B12. Valori inferiori da anemia aplastica, deficit di vit B12, infezioni virali, leptospirosi, leucemia, linfomi, malaria, porpora, trasfusioni, antibiotici, barbiturici, diuretici, fenilbutazone, (FANS), ipoglicemizzanti, sulfamidici. Le piastrine I LEUCOCITI (WBC) • I leucociti, o globuli bianchi, sono deputati alla difesa dell'organismo. Nel sangue essi sono assai meno numerosi dei globuli rossi. Il numero dei leucociti nel sangue è di 4000-10000 /mm3. I leucociti si dividono in due categorie: cellule mieloidi e cellule linfoidi. Il termine di granulociti è dovuto alla presenza di granuli nel citoplasma di queste cellule. Questi granuli sono differenti nei vari tipi di granulocita e ci aiutano a distinguerli. Infatti, i granuli hanno una differente affinità per i coloranti neutri, acidi o basici e fanno assumere al citoplasma un colore differente. I granulociti si distinguono dunque in neutrofili, eosinofili (o acidofili), basofili. Le cellule linfoidi, invece, sono rappresentate dai linfociti. Formula leucocitaria • Ciascun tipo di leucocita è presente nel sangue in proporzioni diverse: • granulocita neutrofilo 55 - 65 % granulocita eosinofilo 0 - 3% granulocita basofilo 0 - 2 % linfocita 20 - 35 % monocita 3 - 7 % Neutrofili I neutrofili sono molto attivi nel fagocitare batteri e sono presenti in grandi quantità nel pus delle ferite. Purtroppo, queste cellule non sono capaci di rigenerare i lisosomi utilizzati nel digerire i microbi e muoiono dopo averne fagocitati alcuni. Eosinofili I basofili secernono sostanze anticoagulanti e vasodilatatrici come l'istamina e la serotonina. Anche se possiedono capacità fagocitaria, la loro funzione principale è quella di secernere sostanze che mediano la reazione di ipersensibilità. Linfociti I linfociti sono cellule che, oltre a essere presenti nel sangue, popolano gli organi e i tessuti linfoidi, nonchè la linfa che circola nei vasi linfatici. Gli organi linfoidi comprendono il timo, il midollo osseo (negli uccelli la borsa di Fabrizio), la milza, i linfonodi, le tonsille palatine, le placche di Peyer e il tessuto linfoide dei tratti respiratorio e digerente. Linfociti • La maggior parte dei linfociti circolanti nel sangue si trova allo stato di riposo(resting). Essi hanno l'aspetto di piccole cellule con nucleo compatto che occupa quasi tutto il volume cellulare. Di conseguenza, il citoplasma è molto ridotto. I linfociti degli organi e dei tessuti linfoidi possono invece essere attivati in varia misura a seguito della stimolazione antigenica. Nel sangue, i linfociti rappresentano il 20-35% di tutti i leucociti e possiedono una dimensione leggermente superiore a quella dei globuli rossi. Monociti • I monociti sono precursori dei macrofagi. Sono le cellule del sangue di dimensione maggiore. Quando nel midollo osseo raggiungono la maturità, vengono immessi nella circolazione sanguigna dove permangono per 24-36 ore. Migrano poi nel tessuto connettivo, dove diventano macrofagi e si muovono nei tessuti. In presenza di un focolaio infiammatorio, i monociti migrano attivamente dai vasi sanguigni e iniziano una intensa attività fagocitaria. Il ruolo di queste cellule non si esaurisce nella fagocitosi poichè mostrano anche un'intensa attività di secrezione. Essi producono sostanze che hanno funzioni difensive, come il lisozima, gli interferoni e citochine che modulano la funzionalità di altre cellule. I macrofagi cooperano nella difesa immunitaria, espongono sulla membrana molecole digerite e le presentano alle cellule più specializzate, come i linfociti T e B.
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