1.13.1 Paola Zanuttini (su Sorrent.:Caine

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1.13.1 Paola Zanuttini (su Sorrent.:Caine
BREVIARIO PER UNA VECCHIAIA CONSAPEVOLE / SUGGESTIONI /Paola Zanuttini / pagina 1.13.1 (versione 1)
Le pagine che seguono riportano alcune considerazioni sulla vecchiaia
contenute nelle interviste fatte a Paolo Sorrentino e Michael Caine rispettivamente regista e attore del film “The Youth”- da Paola Zanuttini,
giornalista, in occasione della presentazione del film al Festival di Cannes
(vds.“il Venerdì di Repubblica” dell’8 maggio 2015).
A PROPOSITO DELLA VECCHIAIA: LE CONFESSIONI
DI
UN
ANZIANO
QUARANTENNE
(PAOLO
SORRENTINO)
E
DI
UNO
SPLENDIDO
OTTANTADUENNE (MICHAEL CAINE)
Com’è noto il film “The Youth” (“La giovinezza”) racconta di due vecchi amici
che si ritrovano in un hotel-benessere situato in una suggestiva località alpina, di
quelli dove ti massaggiano sempre, e ti puliscono l’intestino. Harvey Keitel è un
famoso regista emigrato a Hollywood, che è lì per scrivere il suo film-testamento con
una schiera di giovani sceneggiatori; Michael Caine è un riverito compositore e
direttore d’orchestra che ha tirato i remi in barca e accetta la vecchiaia (e i suoi ozii)
beccheggiando tra apatia e cinismo. Arriva un emissario di Elisabella II: Sua Maestà
vorrebbe festeggiare il compleanno del marito con un concerto e gli chiede di
eseguire le sue celebri Simple Songs. Non se parla! Il maestro non vuole tornare in
scena ed ha una misteriosa allergia per quelle Songs. Beh, nel film ci sono molti altri
fatti, sviluppi e comprimari (compreso un Maradona più bolso dell’originale!), ma in
sostanza il nocciolo della storia è questo. Va aggiunto un dettaglio: i due amici stanno
sempre a discutere di Gilda Black, una tipa che si contendevano da ragazzi. “Te la sei
portata a letto?” dice uno, e l’altro gli risponde: “La tragedia è che non me lo
ricordo!”.
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Il film è fellinianamente pieno di sogni e di visioni. Ma è inutile farlo notare a Paolo
Sorrentino. Come è inutile chiedergli della sua poetica, dei suoi tanti personaggi sulla
china (o già caduti e sprofondati...): si limita a sgranare gli occhi e a guardarti in
modo interrogativo. (....) Ma se addomestichi la domanda parlando di assenza,
nostalgia, senso di perdita, ti viene più dietro. “In questo film il tema forte non è la
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vecchiaia, la devastazione dei corpi spogliati esibiti alle terme, ma il rapporto tra
genitori anziani e figli. M’interessa raccontare la vecchiaia in funzione del rapporto
con il futuro – quando ne hai poco davanti – e rispetto ai figli. Il fatto che i vecchi
si avviliscono perché si disperde il patrimonio delle cose che hanno fatto per loro. Io
ricordo cose eclatanti della mia infanzia, ma non la quotidianità. (....) La memoria dei
vecchi e dei figli si dissolve.(....) E’ atroce che tutta la quantità e la qualità delle cose
che hai fatto per stabilire un rapporto svaniscono.(....) Non mi fa paura sparire dalla
Terra, ma dagli occhi dei miei figli...”.
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Va detto che, per come vanno oggi le cose, Paolo Sorrentino sembra entrato un po’
presto, ad appena 44 anni, nello spleen senile che nel film tratteggia con
sorprendente competenza. Lui concorda: “Io sono vecchio dentro. Da una vita. Per
certe cose sono in anticipo, per altre – come la cultura, l’essere preparati, il capire le
cose – sono in ritardo. (....) Le tragedie personali mi hanno sviluppato un senso di
rivalsa: da ragazzo mi chiedevo con quale criterio venivano scelti i destinatari dei
dolori...E poi, come tanti altri adolescenti, mi sentivo inadatto e disistimato, e questo
mi ha portato ad applicarmi molto (oltre che ad autocompiacermi nel vittimismo!).
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A suo modo il film “The Youth” finisce bene. Il messaggio dell’autore? E’ questo: “A
ottant’anni non si deve per forza rinunciare a un’idea di domani. Con il passato
non si è liberi (perché esso è andato), con il presente lo si è poco, ma con il futuro –
anche se breve – si apre la più grande prospettiva di libertà che abbiamo!”.
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Michael Caine, che nel film interpreta magistralmente e in modo molto british la
parte del compositore-direttore d’orchestra senza più sogni, è nato nel 1933; dunque
all’atto dell’intervista di anni ne ha ben 82 (peraltro portati con ironica serenità!).
Figura alta, diritta, pochi capelli (rimediati nel film da un parrucchino biondo), sul
viso quelle rughe che aveva anche in passato - e che gli consentono di esprimere
pensieri, emozioni, segreti, senza muovere un muscolo -, voce magnifica (che gli
spettatori italiani purtroppo non possono apprezzare causa il doppiaggio). Per lui
quanto affermato da Paolo Sorrentino a proposito della prospettiva di libertà che il
futuro offre nella vecchiaia suona come un dogma. Dice infatti: “Io non sono una
star, sono un attore. Dopo anni d’interessanti comodi piccoli ruoli, quando
Sorrentino mi ha offerto una magnifica parte da protagonista in “The Youth” mi è
sembrato di ringiovanire, anche se il personaggio che avrei dovuto interpretare era
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uno che come me aveva superato l’ottantina. Mi ha detto che aveva scritto quel film
proprio per me e che se io gli avessi detto di no avrebbe rinunciato a farlo. Potevo
dirgli di no? Potevo dire di no a un bel film, oltretutto girato in inglese e in un posto
molto bello, dove mia moglie si è trovata benissimo e abbiamo potuto stare tutto il
tempo insieme?”
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Parlando della moglie Michael Caine si lascia andare a confidenze di natura
sentimentale. Nonostante l’età avanzata non può stare un momento lontano da
lei. “Il mio rapporto con le donne? Sono felicemente sposato da quarantatré anni
con una donna bellissima, Shakira: nessuna attrice giovane può uguagliarla! La
vidi per la prima volta nel 1971 alla televisione, mentre pubblicizzava una marca
di caffè. Me ne innamorai all’istante! Il segreto del nostro matrimonio è che lei
non ha il ruolo della donna che vive all’ombra del divo. Noi siamo una cosa sola
e non ci lasciamo mai: lei viene sempre con me, dovunque mi porti il lavoro. Così
da decenni evito le eventuali tentazioni. Quando ogni sera torno da lei mi sento
molto fortunato!”.
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Poi Michael Caine riprende a parlare del film che ha appena interpretato, affermando
che quello dell’attore è un mestiere che mantiene giovani. “A teatro come al
cinema ci sono ruoli per ogni età. E recitare fa bene alla salute. Ti diverti, non stai lì
ad aspettare la pensione, eserciti la memoria, fai movimento. Beh, io faccio anche un
po’ di giardinaggio e cammino per un paio di miglia al giorno (da militare ero in
fanteria!). (....) Osserva, sornione, che da un po’ di tempo in qua gli ottuagenari che
fanno il suo mestiere non se la passano tanto male al cinema. “Infatti il film Amour
ha preso la Palma d’oro e l’Oscar. Clint Eastwood fa un film dopo l’altro e va anche
in nomination: il suo film Marigold Hotel è andato così bene che gli hanno fatto un
sequel. E a me hanno proposto un remake di Vivere alla grande, la storia di tre
pensionati che rimangono senza la pensione per via di una serie di scandali
finanziari e allora si danno al crimine. (....) Non so che età abbia chi va a vedere i
film sui vecchi, ma so che il pubblico dai cinquanta in su si è stufato di guardare la
televisione”.
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Anche se il film di Sorrentino è stato girato in un bell’albergo svizzero trasformato in
spa, dove Michael Caine e la moglie si sono trovati benissimo, lui confessa di non
essere un aficionado di questi luoghi che si propongono come soluzioni per vedere il
tempo rallentare. “Non sono un frequentatore delle spa. Non credo alle soluzioni
miracolose, lascio che il tempo scorra naturalmente (anche perché penso che nulla
possa rallentarlo!). Cammino molto, non bevo più mentre in passato bevevo anche
troppo....Vivere alla giornata, con la fortuna di avere vicino dei grandi affetti e poter
ancora lavorare: mi pare il miglior modo di vivere gli anni che mi restano. (....) E poi
sono molto impegnato a fare il nonno. Potrei essere già bisnonno, ma la mia figlia
più grande, Dominique, non ha avuto figli. Natasha, invece, ne ha tre, un maschietto
di sei anni e due gemelli di cinque: uno è scuretto come la sua magnifica nonna, di
origine guianese; gli altri due sono biondini come il nonno”. Parlando dei nipoti
Michael Caine, come tutti i nonni di questo mondo, viene preso dalla commozione ed
estrae dalla tasca un vecchio portafoglio, tutto sdrucito, per trarne trionfante la foto di
tre carinissimi bambini...