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Il tumore è solo un fungo?
Si guarisce ed anche facilmente?
(www.curenatiralicancro.org)
Una delle tappe più interessanti di questo libro è l’incontro col dott. Tullio Simoncini di Roma, laureato in
medicina e chirurgia, specializzato in oncologia, diabetologia e malattie del ricambio, oltre ad avere una
laurea in filosofia.
E’ sconcertante la semplicità dei suoi ragionamenti e soprattutto di cura. Ci riferiamo in particolare ad un
“fai date” per i cancri “esterni” come quelli della bocca, pelle e stomaco. Vale certamente la pena di provare,
anche vista la velocità della risposta.
Da 15 anni sta sperimentando con successo le sue teorie sulla causa e cura del cancro, che si basa sul
semplice utilizzo del bicarbonato di sodio e chiaramente ha avuto notevoli problemi con l’Ordine dei Medici.
Accade a tutti gli eroi che “non stanno in riga” perché si sentono medici e non esecutori di cure rigide,
predefinite che non danno alcun risultato apprezzabile ma anzi sono fonte di sofferenza, e di pesanti
speculazioni economiche, come sviluppiamo nei nostri due libri, anzi tre, considerando il lavoro sulla
donazione degli organi.
Dott. Simoncini, Lei sostiene delle tesi rivoluzionarie per originalità e semplicità di cura. Il
cancro sarebbe “solo” un fungo e si cura “solo” con il bicarbonato?
Mi rendo conto di come la cosa possa sconcertare non solo i colleghi ma anche la gente comune,
eppure la teoria è stata il frutto di un lungo ragionamento e ricerca scientifica (considerate le decine
di lavori che ne attestano il valore), ma soprattutto conta la conferma che ne danno i risultati delle
mie cure, ormai ottenuti su molte decine di pazienti, spesso terminali o con cancri considerati
inguaribili.
Dunque il cancro “è un fungo” e non un tessuto a sé ?
Più esattamente sarebbe dovuto ad una colonia di candida, di cui si conoscono 5-6 specie estremamente
patogene, che inevitabilmente entra nel corpo con cellule isolate tramite ad esempio l’alimentazione e
diventa pericoloso quando riesce a formare una colonia numericamente importante in un organo o tessuto
debole per qualche motivo. Debole significa che non riesce a fare quella resistenza, che assieme all’attività
del sistema immunitario, garantiscono la vitalità dell’intero corpo. Non per nulla, la candida ha la stessa
sequenza genetica del tumore. Finche le difese immunitarie sono efficienti, le cose vengono tenute sotto
controllo, ma in caso contrario, appare appunto una colonia da cui il corpo cerca di difendersi creando un
incistamento che cresce con la colonia e quindi raggiunge volumi considerevoli. Infatti un organo così, il cui
connettivo profondo sia stato invaso, si difende tramite iperproduzioni cellulari che tentano di incistare le
colonie fungine tendenti alla completa colonizzazione dell’organismo. Il rapporto esistente in un organo tra
tessuti differenziati e il connettivo determina la capacità di reazione, e quindi il grado di malignità di una
neoplasia. Ad un estremo così ci sono i tessuti nobili inattaccabili, all’altro il semplice connettivo; il tessuto
ghiandolare, che rappresenta la media via tra questi due elementi proprio perché dotato di strutturazione
complessa, possedendo una certa capacità di incistamento nei confronti dei funghi, può opporsi alla loro
invasione producendo il fenomeno del tumore benigno.
La questione del tessuto indebolito ricorda molte altre teorie come ad esempio quella del dott.
Hammer, secondo la quale i conflitti non risolti e gli schok lasciano delle micro lesioni nel cervello
visibili ad una TAC. Secondo il suo pensiero, sulla base delle corrispondenze col corpo da lui
codificate, è possibile prevedere prima o verificare poi, quali sono gli organi indeboliti e quindi
predisposti al tumore.
Io penso che tale teoria sia valida, specialmente sotto il profilo diagnostico, ed abbia tutte le caratteristiche
per poter essere associata alla terapia con bicarbonato di sodio, sostanza estremamente efficace contro la
candida, che opportunisticamente approfitta di quelle situazioni.
E Di Bella?
Le do la stessa risposta. Il metodo Di Bella sostiene, rinforza il corpo perché si difenda meglio, a prescindere
dalla vera realtà di quello che chiamiamo tumore, mentre il mio metodo è specificatamente attivo contro la
candida che è il principale stadio di passaggio della malattia, a prescindere dall’origine psicologica o di
inquinamento chimico, ambientale, nutrizionale…. Anche in questo caso sarebbe utile, a mio avviso,
un’associazione terapeutica con il bicarbonato di sodio.
Si può dire che un sangue acido, per una dieta sbagliata porti al tumore?
Sicuramente lo favorisce ma non in modo tanto matematico. Anche i vegetariani soffrono di questa malattia,
che appare quando vi è un tessuto in sofferenza, che poi questo sia dovuto alla dieta, ad ormoni in accesso od
alla chimica, cambia poco perché arriviamo sempre allo stesso passaggio. E’ importante capirlo per
interrompere tale inquinamento e quindi la predisposizione.
Il bicarbonato ricorda molto l’ascorbato di potassio di Pantellini ed il cloruro di magnesio. C’è una
relazione?
A parte il possibile effetto terapeutico positivo di queste sostanze, non c’è alcuna relazione con il bicarbonato
di sodio, che è un fungicida, mentre queste sostanze sono previste, la prima in funzione anti-oncogenetica,
cioè che previene la degenerazione genetico-molecolare; la seconda come ricostituente del sistema
immunitario. Ambedue a mio avviso non vanno ad incidere sulla causa del cancro.
La statunitense dott.ssa Clark sostiene che i cancri derivano da parassiti…. Risultati insperati
Mi sembra però che il suo sia un punto di vista più generico del mio, in quanto include nel termine
“parassiti” quasi tutti gli elementi della microbiologia (funghi, batteri ecc).
Per la genesi fungina del cancro, inoltre, si riallaccia alla causalità genetica del cancro, basata sulla
produzione di micotossine in grado di determinare un’alterazione genetico-molecolare. Questo però è un
errore, perché per me il cancro è un’infezione extra-cellulare, in cui il danno genetico non c’entra niente.
La sua cura guarisce tutti i tipi di cancro?
Certo una buona parte, non tutti. Un tumore pleurico ad esempio si può trattare solo mediante il
posizionamento di un drenaggio o di un catetere interno eventualmente raccordato ad un porth-a-cat; un
tumore peritoneale invece va aggredito mediante somministrazione, attraverso un catetere trans-addominale
di bicarbonato direttamente nel cavo peritoneale con un ago appropriato. Per i tumori della pelle poi si
devono usare diversi altri tipi di sostanze chimiche, impossibili da somministrare per via vasale. Anche la
leucemia è un problema su cui sto ancora lavorando, perché non è un tumore solido
Si può riformare?
Se il cancro è completamente distrutto non torna più, anche perché, nel caso che le masse spariscano a
qualsiasi indagine, io per precauzione ho fatto sempre seguire dei cicli di somministrazione di bicarbonato
endovena, che chiudono definitivamente il conto alle colonie non visualizzabili. Questo va bene sia per i
tumori primari che per le recidive e le metastasi.
Le metastasi fanno molta paura….
Secondo le posizioni ufficiali, la metastasi rappresenta lo sviluppo di qualche cellula maligna che è sfuggita
dalla sede primaria del cancro e che è migrata in un altro comparto anatomico. Secondo il mio punto di vista
essa si sviluppa è vero, da cellule sfuggite dal cancro primitivo; solamente che l’unità di base non è una
cellula impazzita, ma una cellula fungina che è riuscita a colonizzare un altro organo. L’eventualità e la sede
delle metastasi poi, sono in funzione dello stato più o meno eutrofico degli organi e dei tessuti, che possono
opporre così una resistenza più o meno efficace a contrastare il radicamento di nuove colonie. Esistono così
varie possibilità di diffusione da un tumore primario, a parte quella locale. Chirurgia, chemioterapia e
radioterapia sono pertanto le prime cause di metastatizzazione, in quanto determinano sempre quelle
condizioni di sofferenza tissutale tali, da predisporre i vari organi all’invasione tumorale. E’ bene
sottolineare, però, che in certi casi (ad esempio in tumori di grosse dimensioni) si può trarre un notevole
beneficio dall’associazione di chirurgia o radioterapia e soluzioni di bicarbonato di sodio, perché queste
ultime sterilizzando gli organi trattati, impediscono la rigerminazione delle colonie neoplastiche.
Ma con metastasi diffuse si può fare qualcosa?
Dipende che cosa si intende con metastasi diffuse e dai casi specifici. Se non vi sono estese metastasi ossee,
spesso sono possibili le mie cure con ottimi risultati.
Oltre alla leucemia, su quali altri cancri non ha avuto successi?
Su quelli delle ossa piatte (bacino, costole sterno, vertebre). Per questi però può essere utile l’associazione
Radioterapia + bicarbonato.
Possibile che abbiano costruito tutta la teoria dei tumori su una svista così grossolana?
Dopo 50 anni di fallimenti bisognerebbe avere il coraggio di rivederla. Secondo le teorie ufficiali il cancro è
dovuto ad un "impazzimento riproduttivo cellulare", in grado di causare la formazione delle masse
neoplastiche. Alla base di questo presunto "impazzimento", viene riconosciuta un’alterazione dei geni (di qui
la teoria genetica), favorenti o inibenti la crescita cellulare: E’ noto poi, come questi geni codifichino, cioè
diano i segnali, per la produzione di proteine e fattori di crescita delle cellule; tra elementi strutturali e
interazionali così, se ne conoscono 100, se ne stanno studiando 1000, se ne prevedono 1.000.000; contando
poi le centinaia di cancerogeni chimici, gli imprevedibili e infiniti influssi ormonali e neuro-psichici … la
frittata è completa: la causalità genetica, così infinita, è un bluff all’infinito, è oscurantismo.
Il suo giudizio sulla chemio?
Diciamo che non è logica….. Fa solo danni…. Quando talvolta produce una diminuzione di una massa
neoplastica, in realtà fa diminuire solo la parte di cellule che sta difendendo un organo o un tessuto.
A questo punto ci parli della tecnica
In pratica, posizionando un catetere nell’arteria afferente al tessuto degenerato, somministro la cosa più
velenosa per le colonie tumorali, cioè il bicarbonato di sodio, direttamente sulle masse, con effetti devastanti.
E’ così che ho trattato gli epatocarcinomi che ho drasticamente ridimensionato, utilizzando la via d’accesso
delle arterie epatiche.
Tumore della vescica: È il più facile da trattare e risponde sempre. Occorre posizionare dentro la vescica un
catetere vescicale, mediante il quale somministrare le soluzioni di bicarbonato di sodio al 5%, alla dose di
100-250 cc. al giorno per 5 giorni. Il ciclo può essere ripetuto più volte, con intervalli di sospensione di 7-10
giorni. Continuando, gli intervalli vanno gradatamente allungati fino alla fine della terapia.
Durante le somministrazioni è bene far ruotare il paziente in tutte le posizioni, per consentire alla soluzione
di bicarbonato di arrivare in tutte le parti della vescica.
Tumore della lingua, delle gengive, del palato e delle tonsille. In questi casi, se la lesione neoplastica è
superficiale, basta fare degli sciacqui con bicarbonato di sodio (1 cucchiaino in un bicchiere d’acqua; 10
minuti 2 volte al giorno).
Tumore del polmone. Spesso le masse polmonari regrediscono con le soluzioni di bicarbonato di sodio al
5% per via endovenosa. In particolare sono più sensibili quelle di dimensioni inferiori a 4 cm e le lesioni
metastatiche. Il ciclo di terapia è di 6 giorni (500 cc. a goccia veloce) e 6 giorni di pausa; vanno fatti
totalmente 4 cicli poi il controllo tac.
Tumori del cervello. Anche queste neoplasie, primitive o metastatiche, sono estremamente sensibili al
bicarbonato di sodio al 5% endovena, da somministrarsi con le stesse modalità del tumore polmonare.
Tumori dello stomaco. Se la neoplasia è sviluppata solo dentro la cavità dell’organo, in genere regredisce
con l’assunzione di 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio in un bicchiere d’acqua, 2 volte al giorno, al mattino
a digiuno e prima di cena.
Tumori della pelle. Tutti i tipi istologici delle neoplasie della pelle come melanomi, epiteliomi e altri,
regrediscono spesso fino alla guarigione, mediante spennellature di tintura di iodio, da effettuarsi due volte al
dì per 20-30 giorni sulla lesione. Il ciclo va ripetuto per tre volte ogni volta che cade l’escara formata dalle
applicazioni precedenti.
Sulla capacità della candida di creare il problema di cui parliamo, riprendiamo un documento tratto
dal sito curenatiralicancro.org, del dott. Simoncini
I funghi sono poi in grado di mutare velocemente la propria struttura genetica. Dopo una prima fase di
sensibilità nei confronti dei fungicidi, riescono in breve tempo a codificarli e a metabolizzarli senza riceverne
ulteriore nocumento; anzi paradossalmente anche beneficiando del loro alto potere tossico nei confronti
dell’organismo.
Il bicarbonato di sodio, invece, dotato di un’altissima diffusibilità e privo di quella complessità strutturale
facilmente codificabile dai funghi, mantiene a lungo le proprie capacità di penetrazione dentro le masse,
anche e soprattutto per la velocità con cui le disgrega, cosa che rende loro impossibile un minimo
adattamento sufficiente a difendersi.
La ragione di fondo e i motivi che suggeriscono contro i tumori una terapia con bicarbonato di sodio è l’idea
che, pur con il concorso di una miriade di fattori concausali variabili, il loro sviluppo e la loro proliferazione
locale e a distanza hanno una causa esclusivamente fungina.
Al momento, contro i funghi a mio avviso non è dato opporre nessun rimedio utile se non proprio il
bicarbonato di sodio.
Gli antifungini attualmente in commercio, infatti, non rispondono alla necessità di penetrare nelle masse (ad
eccezione forse delle prime somministrazioni di azoli o di amfotercina B per via parenterale), in quanto sono
concepiti per un’azione solo su un piano stratificato di tipo epiteliale. Sono quindi incapaci di incidere in
aggregati miceliali disposti in senso volumetrico, e per di più mascherati dalla reazione connettivale che
tenta di circoscriverli.
La terapia con bicarbonato dovrebbe essere impostata subito a grosse dosi, in maniera continua, a cicli e
senza pause, in un’opera di distruzione che dovrebbe procedere dall’inizio alla fine senza interruzioni almeno
per 7-8 giorni per un primo ciclo, tenendo presente che una massa di 2-3-4 centimetri comincia a regredire
consistentemente dal 3° al 4° giorno, e crolla dal 4° al 5°.
In genere il limite massimo della dose che può essere raggiunto in una seduta si aggira intorno ai 500 cc di
bicarbonato di sodio al 5%, con la possibilità di aumentare o diminuire la dose del 20% in funzione della
corposità dell’individuo da trattare, e in presenza di localizzazioni plurime su cui suddividere una maggiore
quantità di sali.
C’è da sottolineare che le dosi indicate, proprio perché innocue, sono le stesse utilizzate senza problemi da
oltre 30 anni in una miriade di altre situazioni morbose
Per potenziare al massimo l’efficacia del bicarbonato di sodio, sarebbe utile sempre somministrarlo
direttamente sulle lesioni o sugli organi invasi da una neoplasia.
Ciò è possibile mediante l’arteriografia selettiva (visualizzazione di un’arteria specifica) e mediante il
posizionamento di port-a-cath arteriosi (vaschette in raccordo col catetere). Queste metodologie consentono
di posizionare un cateterino direttamente nell’arteria che nutre la massa neoplastica, permettendo di
somministrare alte dosi di bicarbonato di sodio nei recessi più profondi dell’organismo.
In questo modo quasi tutti gli organi possono essere trattati e possono beneficiare di una cura con i sali di
bicarbonato, innocua, rapida ed efficace, ad eccezione solo di alcuni distretti ossei come vertebre e costole,
dove la perfusione arteriosa, essendo esigua, non permette il raggiungimento di dosi sufficienti.
L’arteriografia selettiva rappresenta quindi un’arma estremamente potente contro i funghi, che può essere
usata sempre e comunque nelle neoplasie, primo perché è indolore e non lascia postumi, secondo perché
prevede rischi d’esecuzione molto bassi.
In alcuni tumori c’è la possibilità di curarli in maniera più semplice.
Alcuni studi scientifici importanti
Hopfer R.L. ad esempio ha trovato in colture post-mortem di un malato leucemico, ben 4 specie diverse di
candida.
Aksoycan N. inoltre (Mikrobiyol Bul 1976 Oct;10(4):519-21) ha dimostrato che 7 diversi ceppi di candida in
realtà hanno la stessa struttura antigenica.
Odds F.C. (Zentralbl Bakteriol Mikrobiol Hyg [A] 1984 Jul;257(2):207-12) riferisce come lo stesso ceppo di
Candida può colonizzare differenti comparti anatomici in tempi diversi.
Hellstein J. (J Clin Microbiol 1993 Dec;31(12):3190-9) individua la comune origine clonale sia dei ceppi
commensali che di quelli patogeni della candida albicans. Riguardo al tumore come dovuto ad una infezione,
posso dire che già nel 1939 poi Reich W. dimostra che il cancro è trasmissibile e quindi d’origine infettiva
("La biopatia del cancro" Varese 1994). Poi Ginsburg I. (Science 1987 Dec 11;238(4833):1573-5) dimostra
come cellule tumorali di topo infettate da candida albicans e iniettate in ceppi singenici, esibiscano
un’aggressività e una capacità di crescita notevolmente aumentate rispetto a cellule tumorali non infettate,
ma anche Perri G.C (Toxicol Eur Res 1981 Nov;3(6):305-10) riporta l’alta incidenza di neoplasie in topi
alimentati con quote aggiuntive di proteine ricavate dalla candida.
Tutta la questione è illustrata sul sito http://www.curenatiralicancro.org/ e sul libro:
IL CANCRO E’UN FUNGO.
LA RIVOLUZIONE NELLA CURA DEI TUMORI
di Tullio Simoncini. Edizioni Lampis nov. 2005, 250 pagine 28

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