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15-12-2005 14:26 Pagina 37 ONCOLOGIA NEL MONDO LA RICERCA CONTINUA Contrasto/Corbis 37-39 tumor world_ge#1A53DE È il TERZO MONDO la nuova sfida dell’oncologia di Valentina Murelli Per anni si è affermato che il cancro non era un’emergenza sanitaria in Paesi dove si muore giovani a causa delle infezioni: ma ora qualcosa è cambiato alaria, AIDS e tubercolosi: sono certamente queste le principali cause di mortalità per i Paesi in via di sviluppo. Eppure, negli ultimi tempi si stanno facendo sempre più frequenti gli appelli di vari organismi internazionali, a partire dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), a non trascurare il carico di malattia rappresentato anche in questi Paesi dal cancro. Già oggi, infatti, poco più della metà degli 11 milioni di persone che ogni anno si ammalano di tumore e dei 7 milioni che ne muoiono risiede nei Paesi più poveri e il quadro è destinato a peggiorare. Secondo le stime dell’OMS, infatti, nel 2020 saranno 16 milioni i nuovi casi diagnosticati e per il 75 M per cento riguarderanno il Terzo mondo: ecco perché alcuni non hanno esitato a definire la lotta contro il cancro in queste realtà come la nuova grande sfida della ricerca oncologica. L’ALTRA FACCIA DELLO SVILUPPO Da cosa dipende, però, questa drammatica tendenza? I fattori in gioco sono molteplici, a partire dal fatto che la vita media ha cominciato ad allungarsi anche nei Paesi meno sviluppati. “Le grandi emergenze sanitarie come la malaria o l’AIDS non sono certo state sconfitte” spiega Federico Caligaris Cappio, direttore del Dipartimento di oncologia dell’Istituto San Raffaele di Milano, che ha fatto da consulente per diver- si programmi oncologici i pazienti affetti dal virus delinternazionali. “Eppure, in l’HIV, come del resto accade alcuni casi i programmi di già nel mondo sviluppato. D’altra parte, nonostante lotta contro le malattie infettive hanno dato esiti positivi: qualche lieve miglioramento, ci si ammala di più di cancro le condizioni igienico-sanitaperché si vive più a lungo”. rie e la qualità generale della Un parallelo molto evidente, vita continuano a rimanere pessime per la per esempio, nel caso delle Poche le risorse maggior parte della popolapatologie disponibili zione del piatumorali legate da utilizzare neta, che fa i all’AIDS. Lo soprattutto conti ogni giorsviluppo di questa malat- nella prevenzione no, oltre che con la scarsità tia, che nei Paesi più poveri interessa di cibo, con l’elevatissimo oltre 36 milioni di persone, si rischio di infezioni: condizioaccompagna infatti a quello ne che rappresenta il terreno di diverse forme di tumore, in più fertile per lo sviluppo di particolare linfomi e sarcoma alcuni tumori. Non per nulla, di Kaposi: proprio per l’al- tra i carcinomi più diffusi nei lungamento della vita, questi Paesi in via di sviluppo si tumori stanno diventando la registrano proprio quelli del principale causa di morte per collo dell’utero, causato da Fondamentale gennaio 2006 37 37-39 tumor world_ge#1A53DE 15-12-2005 14:27 Pagina 38 ONCOLOGIA NEL MONDO IL FUMO FA I SUOI DANNI Anche le diverse abitudini di vita stanno contribuendo a esportare oltre i confini dei Paesi ricchi uno dei tumori più pericolosi, quello del polmone. In particolare si sta diffondendo il fumo di sigaretta, responsabile del 90 per cento dei casi di cancro polmonare. Mentre nei Paesi industrializzati, infatti, i fumatori diminuiscono (anche grazie alle leggi che vietano la sigaretta nei locali pubblici), in quelli a minor reddito stanno aumentando. “Una tendenza determinata da tre elementi: un certo desiderio di imitazione di un’abitudine propria delle popolazioni più ricche, l’assoluta mancanza di strategie di prevenzione da parte dei governi locali e la maggior facilità con cui le multinazionali del tabacco possono invadere il mercato” spiega Caligaris Cappio. La situazione sta diventando così critica che nel maggio di quest’anno un editoriale della prestigiosa rivista medica Lancet ha lanciato un vero e proprio atto di accusa contro i produttori di sigarette, arrivando a proporre come strumento preventivo la tas38 Fondamentale gennaio 2006 sazione delle bionde: “La Nigeria, per esempio, l’età di verità” si legge nell’editoriale insorgenza del mieloma mul“è che le scarse risorse dedica- tiplo è di circa 35 anni, 30 in te da questi stati alla salute meno di quella che si registra pubblica non reggono al con- nei Paesi occidentali e lo stesfronto con quelle so succede per il impiegate in pub- I medici locali tumore della cerblicità dalle indu- hanno bisogno vice uterina, che strie del tabacco. in questi ultimi Gli stati indu- di formazione colpisce in genestrializzati, inol- e di apparecchi re donne oltre i tre, alimentano per la cura 50 anni, mentre questo mercato in quelli più vendendo sigarette a Paesi in poveri si manifesta di prefecui la conoscenza dei deva- renza tra i 30 e i 45. “In prastanti effetti del fumo è scar- tica è come se i particolari sa o inesistente. stimoli e gli stress a cui l’orCiò che serve davvero a ganismo è sottoposto in quequesti Paesi è quindi un’ag- sti contesti di povertà e malgressiva politica di tassazione nutrizione amplificassero la sul tabacco: invitiamo tutti i velocità di formazione del governi a impegnarsi in un tumore” commenta Caligaris aumento dei prezzi del 50 Cappio . per cento l’anno”. MANCANO MACCHINE E OPERATORI FORME PIÙ RAPIDE E AGGRESSIVE A preoccupare, però, non Tra le forme tumorali più è ‘soltanto’ l’aumento del frequenti nei Paesi in via di numero di casi di tumore, ma sviluppo si possono senz’altro anche e soprattutto l’assenza citare i carcinomi del fegato e pressoché totale di strutture e dell’esofago per l’uomo e risorse per la prevenzione, la quelli della mammella e del diagnosi precoce e il trattacollo dell’utero per la donna. mento. Basti pensare, per In realtà non è facile stilare esempio, che i Paesi sviluppauna classifica, perché nella ti hanno a disposizione categoria di ‘Paesi del Terzo un’apparecchiatura per radiomondo’ rientra una gran terapia ogni 250 mila abitanvarietà di aree geografiche: ti. Secondo l’Agenzia internadall’Africa all’India, dal Sud- zionale per l’energia atomica est asiatico all’America cen- (IAEA) di Vienna, invece, ci tro-meridionale. Ognuna di sono almeno 15 nazioni afriqueste regioni è caratterizzata cane e diversi stati asiatici che da condizioni ambientali non ne hanno neppure una e molto diverse ed è abitata da in Etiopia - Paese con più di popolazioni con patrimoni 60 milioni di abitanti - ce n’è genetici specifici: due fattori una soltanto: mancano le che possono influenzare la apparecchiature insomma, suscettibilità al cancro e le come pure i medici in grado di utilizzarle e i tecnici capaci sue modalità di sviluppo. Una cosa però è certa: nel di mantenerle. In Occidente, Terzo mondo i tumori tendo- ormai, si stima che circa un no a comparire prima. In terzo dei tumori sia preveni- bile con un corretto stile di vita e un altro terzo curabile se diagnosticato o trattato per tempo: in Paesi in cui manca tutto, però, queste cifre non valgono più. È ovvio che in una situazione del genere - in cui, nonostante l’attenzione di organismi e finanziatori internazionali è difficile far fronte anche alle patologie infettive che rappresentano le emergenze sanitarie principali - la soluzione non è affatto a portata di mano. Sono sempre di più, però, coloro che pensano che sia ormai necessario avviare programmi specifici per migliorare l’accesso ai trattamenti oncologici. “In altre parole, è ora che gli organismi internazionali, i centri specializzati nella ricerca e nella cura contro il cancro e le fondazioni e le organizzazioni non profit comincino a organizzare anche nel Terzo mondo un’offensiva contro questa malattia” afferma Caligaris Cappio, che sostiene anche che il modello più efficace di intervento in questo senso è senza dubbio quello della collaborazione tra i piccoli ospedali locali e grandi centri specializzati dei Paesi sviluppati, in modo che sia possibile innanzitutto addestrare il personale. Esperienze di questo tipo in realtà sono già in corso, per esempio nel caso di programmi di collaborazione per il trattamento dei tumori infantili avviati tra grandi ospedali americani e alcuni presìdi sanitari in America Latina, in Africa Nord-occidentale e nel Sud-est asiatico. Tutte queste iniziative hanno funzionato bene e hanno anche permesso di formare in loco altri medici specializzati, che si sono poi Quando il Terzo mondo non è lontano Diciamo Paesi in via di sviluppo e pensiamo subito all’Africa o all’Asia, ma per quanto riguarda la mortalità per cancro, situazioni da Terzo mondo non sono poi così lontane da noi: se si tiene conto di questo parametro, infatti, la stessa Europa è divisa in due, con i tassi di mortalità che nell’Europa dell’Est, anziché diminuire come è accaduto in Occidente, continuano a crescere. Le cause? Anche in questo caso, sono diverse, come per esempio la mancanza di protezioni sul luogo del lavoro, che nelle fabbriche chimiche o metallurgiche comporta la continua esposizione a sostanze tossiche o il deterioramento delle condizioni igieniche e delle tutele sanitarie che hanno seguito il crollo dei regimi sovietici. E, soprattutto, l’onda lunga dell’incidente della centrale nucleare di Chernobyl, come riferisce Federico Caligaris Cappio, oncologo dell’Istituto San Raffaele di Milano che ha partecipato ad alcuni studi promossi nell’Europa dell’Est: "Ancora oggi in tutta la fascia che va dall’Ucraina alla Polonia, alla Slovacchia l’incidenza delle leucemie continua a crescere". Proprio per indagare meglio le ragioni di questo incremento costante, l’Università di Kiev, in collaborazione con quella di Uppsala e con l’Istituto San Raffele, ha ideato un progetto di ricerca specifico, chiedendo all’Unione Europea i fondi per realizzarlo. "Per ora il progetto, che dovrebbe partire nel 2006, ha passato il primo vaglio da parte della comissione giudicante: non resta che sperare che possa partire davvero" auspica il medico milanese. Contrasto/Corbis Contrasto/Corbis un virus trasmesso per via sessuale (il papillomavirus o HPV), e quello del fegato, nella cui insorgenza sono coinvolte le infezioni da parte dei virus dell’epatite B e C. “In effetti” racconta Caligaris Cappio “nelle località in cui è stato attuato un programma di vaccinazione antiepatite, come per esempio nell’isola di Formosa, l’incidenza del carcinoma epatico è diminuita notevolmente”. LA RICERCA CONTINUA dispersi sul territorio formando una rete. Altre iniziative sono state avviate dall’Unione internazionale contro il cancro (UICC), che promuove la diffusione delle conoscenze oncologiche grazie a borse di studio elargite al personale medico di Paesi in via di sviluppo per soggiorni di formazione in centri specializzati e dalla IAEA, che negli ultimi anni ha contribuito alla crea- zione di alcuni centri per la radioterapia in varie aree bisognose del mondo. In un caso specifico, che è quello del tumore del collo dell’utero, grandi speranze sono poi riposte nella disponibilità di un vaccino. È di poche settimane fa, infatti, la notizia della conclusione di una sperimentazione clinica internazionale per un vaccino anti HPV che si è dimostrato davvero efficace nel contrastare l’infezione da parte del virus responsabile del tumore. Ora, rimane soltanto da stabilire un programma per la vaccinazione delle adolescenti di tutto il mondo. Non è un compito facile, ma la posta in gioco è davvero alta: la vita di 200 mila donne, l’80 per cento delle quali abitante nei Paesi in via di sviluppo, che ogni anno muoiono a causa di questa malattia. Fondamentale gennaio 2006 39