paolo maldini: “è incredibile come l`athletic sia riuscito

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paolo maldini: “è incredibile come l`athletic sia riuscito
PAOLO MALDINI:
“È INCREDIBILE COME
L’ATHLETIC SIA RIUSCITO A
ESSERE COSÌ COMPETITIVO IN
SPAGNA E IN EUROPA USANDO
SOLO GIOCATORI BASCHI”
Conosci l’Athletic Club? Cosa ne pensi
della sua filosofia di ingaggiare solo
giocatori cresciuti nella sua terra?
— Certo che conosco l’ Athletic Club, è sempre stata
una squadra che ho ammirato per la sua scelta
di utilizzare solo giocatori baschi, essere riusciti
ad essere così competitivi in Spagna e in Europa
nel calcio moderno è una cosa incredibile.
Sei nato nel 1968, hai qualche ricordo delle partite della
Coppa UEFA 1976/77 contro l’Athletic Club? Sì, so che
avevi otto anni, ma ricordi quella partita con il grande
capitano Gianni Rivera? All’andata l’Athletic Club ha
vinto 4 -1 con un gol di Fabio Capello sullo 0-1, mentre
al ritorno il Milan ha vinto 3-1 con I gol di Calloni (2)
e Biasiolo e Athletic segnati in area di rigore (88’).
— Non mi ricordo le due partite giocate con il
Milan, ma uno dei miei primi ricordi legati al
calcio è proprio la finale di quella edizione di
Coppa UEFA vinta dalla Juventus proprio contro
l’ Athletic, io allora ero un po’ tifoso della Juve
perché dava 10 giocatori alla Nazionale Italiana e
quindi mi ricordo di aver visto la partita in TV.
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ONE-CLUB MAN AWARD:
PAOLO
MALDINI
Successivamente, fai parte del Milan che, guidato
da Capello, ha giocato la partita amichevole
contro l’Athletic Club, il 18 febbraio 1993 (2-0),
che segnò la fine di una lunga imbattibilità.
Nella seconda occasione, il 12 ottobre 2007, hai
giocato il primo tempo guidato dall’Allenatore
Ancelotti. Cosa ti ricordi di quelle partite?
— Non credo di aver giocato la partita di Bilbao del
1993 , probabilmente ero infortunato, ricordo bene
quella del 2007, ho giocato un tempo in coppia
con un giovane Darmian, mi ricordo che abbiamo
sofferto tantissimo l’aggressività dei ragazzi
dell’Athletic e siamo stati fortunati a non subire gol.
Cosa spinge un giocatore a rimanere sempre nella
stessa squadra? Nel tuo caso per ben 24 stagioni.
— Sono nato a Milano, mio padre è stato per 14
anni una leggenda del Milan ,ho firmato il primo
contratto con il Milan nel 1978, quando avevo 10
anni, ho giocato nelle giovanili per 6 anni e poi
come professionista per altri 25 vincendo più volte
campionati e Champions League.
Credo che questo basti a spiegare il
perché sia rimasto sempre al Milan.
Durante la tua carriera hai avuto la possibilità
di lasciare il Milan. Qualcuno ti ha convinto a
rimanere? Magari presidenti, allenatori, ecc?
— Ogni volta che andavo in sede a firmare un
rinnovo di contratto, sia la società che il sottoscritto
ripetevano che non esisteva la possibilità di non
mettersi d’accordo e quindi di essere ceduto.
Probabilmente il Milan ha ricevuto delle offerte
per me, ma non me lo ha mai fatto sapere. Che cosa ha significato per te il Milan? Sei
fiero di avervi trascorso tutta la vita?
— Sono fiero ed orgoglioso di quello che ho fatto
con il Milan, ho vissuto momenti fantastici con
tanti compagni incredibili.
Dico spesso che se mi fossi scritto la vita che
sognavo, non sarei riuscito ad immaginare niente di
così bello e pieno di successi.
Il mio sangue è rossonero. Non ti senti un po’ speciale per l’essere
rimasto sempre fedele alla tua squadra,
soprattutto in un campionato come quello
italiano, in cui si cambia spesso maglia?
— Sicuramente la mia è una storia speciale, mio
padre capitano, io capitano e i due miei ragazzi che
giocano nelle giovanili del Milan.
Devo dire che non è stato difficile per me e per
la mia famiglia essere fedeli a questo Club.
Cosa si prova quando si riceve
il titolo di “Il Capitano”?
— Indossare la fascia di capitano è un grande onore,
per me è stato un sogno sostituire il giocatore che
più ho ammirato nella mia carriera, Franco Baresi Con più di 1.000 partite ufficiali, come ci si
sente ad essere il giocatore con più presenze
ad avere indossato la maglia rossonera,
nonché il detentore del record del maggior
numero di partite giocate in Serie A?
— Io non ho mai rincorso i record, soprattutto quelli
delle presenze, ho sempre cercato di vincere la
competizione che stavo giocando, come se fosse
sempre la mia ultima occasione.
Non ti nascondo però che essere il
giocatore con più presenze con la maglia
del Milan mi inorgoglisce molto. ››››
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PAOLO
MALDINI
Il fatto che tuo padre Cesare – che purtroppo ci ha
lasciati da poco e per questo ti facciamo le nostre
condoglianze – sia stato anche lui una leggenda
del Milan, ha influenzato la tua permanenza lì?
— Forse si, ma la decisione è sempre stata mia
Sono riuscito a trovare la possibilità di vincere
tutto con la mia squadra del cuore, giocando
nella mia città, perché avrei dovuto cambiare ? Ti piacerebbe che I tuoi figli giocassero
sempre nel Milan, se potessero?
— Certo che mi piacerebbe e sono sicuro che
piacerebbe anche a loro, ma tutti noi sappiamo
quanto sarà difficile che questo accada.
Quello che posso augurarmi è che siano
felici, sia che giochino a calcio o che
facciano un altro percorso di vita Nella tua lunga esperienza con la nazionale
italiana, hai mai incontrato un compagno di
squadra che non comprendesse la tua scelta
di rimanere fedele alla tua squadra?
— Credo che tutti i miei compagni di
Nazionale abbiano sognato di rimanere
a vita nella loro squadra ideale, in pochi
sono stati così fortunati da riuscirci.
Qual è il ricordo più bello e quello più
brutto della tua esperienza rossonera?
— Forse il ricordo più bello rimane quello legato
al mio esordio in serie A, avevo solo 16 anni e solo
dopo quella partita ho pensato che forse sarei
riuscito a fare il calciatore professionista.
Il più brutto probabilmente è la finale persa
a Istanbul nel 2005 contro il Liverpool, dopo
che vincevamo 3 a 0 nel primo tempo.
Cos’è che ti ha fatto innamorare del calcio?
— Il mio amore per il calcio è stato la cosa
più naturale del mondo, forse anche per una
questione genetica.
La passione per questo sport è stata la vera forza
che mi ha accompagnato per tutta la mia carriera Un messaggio per I tifosi dell’Athletic Club?
— Volevo ringraziare innanzitutto il presidente
dell’Athletic e il direttivo del Club per avermi scelto
come vincitore del One Club Man Award, ai tifosi
vorrei augurare un finale di campionato pieno di
successi, che possa portare la squadra a giocare la
prossima Europa League.
Sarebbe l’ennesimo miracolo dell ‘Athletic Club di
Bilbao.
Una abbraccio.
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