TAINO - Villa Serbelloni Corti
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TAINO - Villa Serbelloni Corti
TAINO - Villa Serbelloni Corti Ubicazione: Viale dei Carpini Tipologia: villa con parco Fruibilità: libera per il parco pubblico, non visitabile all’interno Proprietà - gestione: parco in parte di proprietà del Comune di Taino (Parco Pubblico di Taino), ed in parte privato. L’edificio è di proprietà privata Utilizzazione: edificio non utilizzato Breve descrizione del contesto La villa sorge nelle vicinanze del nucleo storico di Taino, in posizione panoramica. Dal parco si apprezza una grandiosa veduta del Lago Maggiore e delle Alpi, con la Rocca Borromeo di Angera ed il Monte Rosa. Notizie storiche La villa con parco attuale deriva con ogni probabilità da un preesistente edificio fortificato, di epoca medievale, con funzioni difensive, identificato come il ”castello” di Taino. Esso è citato in documenti del 1580, relativi ad una controversia tra la Mensa Arcivescovile di Milano e la nobile famiglia Serbelloni, per la proprietà dei beni siti nella Pieve di Angera. Il castello consisteva probabilmente in un recinto quadrilatero, con mura alte circa 3 m. ed una torre di avvistamento alta circa 10 m. volta in direzione di Cheglio, in relazione visiva con le altre fortificazioni della zona. Nel XV sec. risultava diroccato. I Serbelloni entrarono in possesso del territorio e del castello di Taino a seguito del matrimonio nel 1572 tra Alessandro e Ottavia Balbi, erede della famiglia che fino ad allora possedeva le terre di Taino. Dalla fine del XVI sec. iniziò quindi la trasformazione della struttura fortificata in residenza signorile, non essendo più necessaria la funzione difensiva. Il castello divenne “casa da nobile” di tipo rustico, cioè abitazione per il proprietario con annesse stalle e magazzini per la conservazione dei prodotti agricoli. Nel 1636 il palazzo fu gravemente danneggiato dai soldati francesi nel territorio di Taino dopo la battaglia di Tornavento. Dalla relazione sui danni subiti si ricavano cenni sulla struttura nel XVII secolo: si estendeva su due piani ed aveva ampi locali. Nel 1640 il palazzo è indicato come “casa da nobile in Taino dove dicesi il castello con giardino annesso”. Nel catasto teresiano, redatto verso il 1720, è censito come “Casa di propria abitazione con torchio da vino”. Nel XIX secolo subì ulteriori modifiche, ad opera del conte Marco Serbelloni che dal 1786 era l’unico proprietario. L’elenco dei beni testamentari del conte nel 1837 comprende una descrizione dettagliata. L’ingresso era dotato di un ricco portale in marmo rosa e grigio. I QUADERNI di Agenda 21 Laghi Valori territoriali Beni architettonici e storici Basso Verbano Quaderno nr.1 Scheda 4.5.1 Autori: Sara Cestarollo - Anna Paola Fedeli Realizzazione grafica: www.deltamarket.com All’interno si trovavano una sala da biliardo, sale da ricevimento con camini in marmo, cucine, sale da pranzo, scaloni e dispense. Vi erano inoltre le stalle, il cortile ad uso della polleria, il porcile, un locale ad uso di bottega del falegname, il torchio, la tinaia, la stanza ad uso del prestino, un portichetto coperto con fornello per la fabbricazione dell’acquavite e la ghiacciaia. Annesso al palazzo vi era l’Oratorio dedicato alla Natività della Vergine, costruito nel 1814. Al piano superiore numerose stanze e stanzini con o senza camini. Si ha notizia di altri ampliamenti effettuati nel 1888. Nel 1906 i Serbelloni vendettero la proprietà al marchese Gaspare Corti di S. Stefano Belbo, che a sua volta intraprese varie opere di modifica, tra cui la posa di ferri battuti ai balconi, ancora oggi ben visibili, e il rifacimento della loggetta della torre riutilizzando colonnine provenienti dal Lazzaretto di Milano. L’acqua della fontana Gotta venne incanalata all’interno del palazzo che così fu dotato di acqua corrente e di impianto di riscaldamento. La villa fu utilizzata dai marchesi Corti essenzialmente come residenza estiva. La proprietà è stata acquistata da una società immobiliare negli anni ‘70 del secolo scorso. La parte est del parco è stata ceduta al Comune di Taino. Veduta della villa Sistema delle Ville, palazzi e castelli TAINO - Villa Serbelloni Corti Epoca di costruzione / trasformazioni L’edificio risale alla fine del XVI sec., costruito in forma di residenza di campagna, ampliando e rimaneggiando una preesistente struttura fortificata medievale, di cui conserva il perimetro. Nei sec. XIX e XX si sono effettuate ulteriori modifiche e ristrutturazioni, che non hanno sostanzialmente alterato le caratteristiche tipologiche ed architettoniche del palazzo. Caratteristiche architettoniche/ culturali L’accesso alla Villa, privata, avviene da un notevole Viale carpinato che attraversa la porzione pubblica del Parco. I corpi edilizi per residenza ed i rustici sono disposti intorno ad un cortile quadrato, con un portale di ingresso. Nel cortile si notano i prospetti con le numerose finestre dotate di cornici dal disegno in stile rococò. Sul lato destro si osserva quella che originariamente era la torre di avvistamento del castello medievale, a cui è stata aggiunta la loggetta, con orologio e meridiana. Veduta del monumento Il prospetto nord, su cui si vedono tracce di decorazioni affrescate, presenta un balcone in stile rococò ed una loggia con colonne. A lato si trova un vano in stile neorinascimentale con decorazioni tonde in marmo. Il lato che prospetta verso il Verbano presenta balconcini con ringhiera in ferro battuto in stile rococò (rifatti in stile forse all’inizio del XX sec.), con decorazioni sottostanti a volute. Si notano la lunga balconata centrale (inizio XX sec.), e la balaustra che delimita lo spazio antistante il palazzo. All’interno, si trova una sala affrescata con motivi decorativi a volute, ed ampie vetrate. Il vasto parco annesso, che comprende un terrazzamento e poi declina verso il lago, è di tipo romantico, “all’inglese”, ed è ricco di essenze pregiate. E’ stato suddiviso in due porzioni, una di proprietà privata e l’altra (ad est, antistante l’ingresso, comprendente il Viale carpinato ed una vasta area adiacente) di proprietà comunale. Il Parco Pubblico di Taino è arricchito dal “Luogo dei Quattro punti cardinali”, opera scultorea monumentale di Giò Pomodoro, terminata nel 1991. Realizzato in granito bianco e grigio di Montorfano e rosa di Baveno, acqua e ferro, il monumento misura circa m. 18x18 alla sua base ed è alto m. 8.60 dal piano di calpestio. L’opera rappresenta principalmente l’idea dell’orientamento astronomico (notare l’indicazione dei quattro punti cardinali incisi sulla pietra), comprende oltre al quadrilatero di base un pilastro-gnomone, simbolo solare la cui ombra individua solstizi ed equinozi e posizioni di corpi celesti, ed una vasca a forma semicircolare piena d’acqua, simbolo lunare. Il monumento è completato da altri manufatti, ciascuno con una precisa collocazione, con ulteriori simbologie e riferimenti. Vista dal parco con il lago Maggiore, la Rocca d’Angera e, sullo sfondo, il Monte Rosa Sistema delle Ville, palazzi e castelli