Relazione generale sull`attività dell`Unione

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Relazione generale sull`attività dell`Unione
IssN 1977-3463
Relazione
generale
sull’attività
dell’Unione europea
2012
Relazione generale sull’attività dell’Unione europea — 2012
Commissione europea
Direzione generale della Comunicazione
Pubblicazioni
1049 Bruxelles/Brussel
BELGIQUE/BELGIË
La Relazione generale sull’attività dell’Unione europea — 2012 è stata adottata
dalla Commissione europea il 28 gennaio 2013 con il numero di riferimento
CoM(2013) 19.
http://europa.eu/generalreport/index_it.htm
Illustrazione in copertina: © Plantu 2012
2013 — 220 pagg. — 21 × 29,7 cm
IsBN 978-92-79-26657-7 (print)
IsBN 978-92-79-26609-6 (PDF)
IsBN 978-92-79-26631-7 (EPUB)
IssN 1608-7305 (print)
IssN 1977-3463 (online)
doi:10.2775/90295 (print)
doi:10.2775/91133 (PDF)
doi:10.2775/92312 (EPUB)
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2013
© Unione europea, 2013
Riproduzione autorizzata con citazione della fonte. Per ogni uso o riproduzione
di singole foto è necessario richiedere l’autorizzazione direttamente ai titolari
dei diritti d’autore.
Printed in Luxembourg
Relazione
generale
sull’attività
dell’Unione europea
2012
INDICE
PREFAZIONE4
CAPITOLO 1
VERSO UN’UNIONE POLITICA
7
Premio Nobel per la pace 2012
Verso un’unione economica e monetaria
e un’unione politica rafforzate
Il dibattito sul futuro dell’Europa
9
13
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CAPITOLO 2
RAFFORZARE LA GOVERNANCE
ECONOMICA E LA STABILITÀ
FINANZIARIA NELL’UNIONE EUROPEA
Consolidare l’architettura dell’unione economica
e monetaria
Consolidare l’agenda europea per la crescita
Riforma del settore finanziario: investire nella fiducia
Finanziare il futuro: garantire entrate pubbliche
sostenibili attraverso un maggiore coordinamento
delle politiche fiscali
23
25
30
38
47
CAPITOLO 3
UNA CRESCITA PIÙ FORTE
51
Politiche UE a favore della crescita: Europa 2020
53
Un mercato interno aperto ed equo
74
Contributo del commercio alla crescita economica
84
Politica agricola e politiche della pesca e degli
affari marittimi
86
Bilancio91
CAPITOLO 4
PIÙ ATTENZIONE VERSO I CITTADINI
DELL’UNIONE97
Diritti fondamentali e cittadinanza
99
Giustizia107
Affari interni
109
Agevolare i cittadini nella vita quotidiana
118
CAPITOLO 5
UN’UNIONE EUROPEA PIÙ FORTE
NEL MONDO
139
Il vicinato europeo
141
Partenariati strategici
145
Diritti umani e democrazia
149
Governance multilaterale e sfide mondiali
151
Pace e sicurezza
159
Allargamento162
Politiche regionali e sviluppo
167
CAPITOLO 6
LE ISTITUZIONI E GLI ORGANISMI
EUROPEI AL LAVORO
183
Parlamento europeo
185
Consiglio europeo
197
Consiglio dell’Unione europea
198
Commissione europea
199
Corte di giustizia dell’Unione europea: alcune sentenze
che hanno fatto giurisprudenza
201
Banca centrale europea
204
Corte dei conti europea
206
Comitato economico e sociale europeo
207
Comitato delle regioni dell’Unione europea
208
Banca europea per gli investimenti
209
Il Mediatore europeo
210
Agenzie decentrate
211
I parlamenti nazionali e il loro ruolo
sulla scena europea
212
Trasparenza213
CRONOLOGIA
DELLA REAZIONE DELL’UE
ALLA CRISI DEBITORIA
215
4
P R E FA Z I O N E
Possiamo andare fieri della maniera in cui la Commissione europea ha affrontato le sfide che hanno visto impegnata l’Europa nel 2012.
L’anno è iniziato in un contesto difficile, con un calo di fiducia nell’euro, una crescita economica in declino e soprattutto un atteggiamento più che mai diffidente
da parte dei cittadini nelle capacità dell’Europa di risolvere i problemi.
Nel corso dell’anno la Commissione europea si è adoperata al massimo per
fronteggiare tale scenario.
I paesi della zona euro in difficoltà hanno ricevuto il sostegno di cui avevano bisogno, mentre lavoravano a rimettere in ordine i conti pubblici, affrontando problemi strutturali profondamente radicati. Questi paesi stanno proseguendo in
questa direzione con determinazione e fermezza e i risultati iniziano a vedersi.
© Unione europea
Non abbiamo semplicemente istituito un sistema di governance economica a livello europeo, ma lo abbiamo visto funzionare concretamente, definendo il quadro entro il quale promuovere le riforme a livello europeo e nazionale.
Ci siamo adoperati affinché il risanamento di bilancio andasse di pari passo con
investimenti «intelligenti». La proposta relativa al bilancio dell’Unione europea, il
quadro finanziario pluriennale, punta a stimolare gli investimenti, la crescita e la
creazione di posti di lavoro ed è concepita per integrare i bilanci nazionali e apportare un valore aggiunto all’Unione europea nel suo insieme.
L’Unione europea ha aperto la strada all’attuazione di norme per il settore finanziario nuove e più responsabili e, grazie all’accordo del Consiglio europeo sulla
proposta della Commissione europea di istituire un meccanismo di vigilanza
unico, si sono poste le fondamenta per la creazione di una vera unione bancaria
europea, necessaria a garantire che in futuro i governi non debbano più venire in
aiuto a banche irresponsabili, mettendo a repentaglio i loro stessi bilanci.
Questo lavoro ambizioso all’interno dell’Unione europea sta iniziando a portare i
suoi frutti, con segnali di fiducia da parte dei mercati finanziari e il ritorno degli
investitori nelle economie prima in difficoltà.
Altrettanto importante è il fatto che, grazie alle politiche e alle azioni intraprese
lo scorso anno, il ruolo dell’Europa nel mondo si sia rafforzato. L’azione dell’Europa in campo diplomatico, la sua partecipazione nei consessi multilaterali e l’assistenza fornita ai bisognosi hanno dimostrato in numerose occasioni come i nostri
valori si concretizzino a livello pratico.
Abbiamo assunto un ruolo di primo piano sulla scena mondiale di fronte a sfide
comuni quali lo sviluppo sostenibile e il cambiamento climatico, contribuendo in
maniera decisiva a definire l’ordine del giorno prima a Rio + 20 e poi a Doha.
5
Anche se non tutti gli obiettivi sono stati raggiunti, siamo riusciti a far progredire
il dibattito e continueremo a farlo.
La relazione sulle attività del 2012 non sarebbe completa se non si menzionasse
la straordinaria onorificenza conferita all’Unione europea con l’assegnazione del
premio Nobel per la pace, in riconoscimento di 60 anni di impegno per la pace, la
giustizia e la democrazia nel nostro continente. Questo premio rappresenta anche
un incentivo a lavorare ancora più intensamente in futuro per consolidare quanto
realizzato finora.
All’interno dell’Unione europea è necessario continuare a combattere la crisi, in
particolare le sue conseguenze sotto il profilo sociale, e a costruire un’Europa più
forte, competitiva sul mercato mondiale e fondata su una crescita inclusiva e
sostenibile.
Con l’adozione del piano per il completamento dell’unione economica e monetaria
si predispone una prospettiva a lungo termine, unitamente a misure concrete da
mettere in atto nel breve e nel medio termine.
Prima delle prossime elezioni del Parlamento europeo, verranno presentate alcune proposte chiare di modifica del trattato, per definire gli obiettivi da perseguire,
per rendere l’Unione europea più integrata, più aperta, più democratica, più efficace e più a misura di cittadino. È giunto il momento di avviare un dibattito di
fondo su come dovrà evolvere l’Unione europea, sia in ambito economico sia in
termini politici.
Anche a livello mondiale occorre intensificare gli sforzi, sia per onorare gli impegni dell’Europa sia per aiutare gli altri paesi a rispettare i propri, forgiando insieme
il nostro destino comune.
La Relazione generale sull’attività dell’Unione europea — 2012 fornisce un’ampia
panoramica di quanto realizzato nello scorso anno e una sintesi delle priorità per
il 2013 e oltre. Desidero quindi raccomandarne la lettura per approfondire le conoscenze sulle attività svolte dall’Unione.
José Manuel Barroso
1963
Konrad Adenauer, cancelliere della Repubblica
federale di Germania, e Charles de Gaulle,
presidente della Repubblica francese, a Parigi.
2012
I presidenti Van Rompuy, Barroso e
Schulz alla cerimonia di consegna del
premio Nobel per la pace a Oslo.
CAPITOLO 1
Verso un’unione politica
Premio Nobel per la pace 2012
Verso un’unione politica
Coinvolgere i cittadini
RELAZIONE GENERALE 2012
C apitolo 1
V er s o un ’ uni o ne p o litica
Uno degli eventi faro dell’anno è stato il conferimento del premio Nobel per la
pace 2012 all’Unione europea che, sorta dalle ceneri delle due terribili guerre
mondiali del XX secolo, è costantemente impegnata a promuovere la pace e lo
Stato di diritto. Nel 2012 è stato poi rilanciato il dibattito sul futuro dell’Unione,
sul completamento dell’unione economica e monetaria e su come procedere
verso un’unione politica più approfondita. Al dibattito hanno contribuito la
Commissione, con un piano per un’unione economica e monetaria autentica
e approfondita, il Parlamento europeo e il presidente del Consiglio europeo
Herman Van Rompuy, in stretta collaborazione con i colleghi. Rispondendo
all’appello lanciato dal presidente della Commissione José Manuel Barroso nel
discorso sullo stato dell’Unione, il dibattito ha travalicato l’alveo istituzionale
coinvolgendo direttamente i cittadini dell’Unione.
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Premio Nobel per la pace 2012
Il 12 ottobre il comitato per il Nobel norvegese ha conferito il premio Nobel per la
pace 2012 all’Unione europea (UE) e ai suoi fondatori per il loro contributo, da
oltre 60 anni, alla pace e alla riconciliazione, alla democrazia e ai diritti umani in
Europa.
Annuncio del comitato per il Nobel
«Nel periodo tra le due guerre il comitato per il Nobel norvegese ha più volte
premiato l’impegno di quanti tentavano di riconciliare la Germania e la Francia. Dal 1945 questa riconciliazione è oramai una realtà. Per guarire dalle
ferite profonde della seconda guerra mondiale era necessaria un’Europa
nuova; su un arco di 70 anni Germania e Francia si erano scontrate in ben tre
guerre. Oggi una guerra tra Francia e Germania è semplicemente impensabile. Questo dimostra come, grazie a uno sforzo ben congegnato e alla fiducia reciproca, il nemico storico può diventare un alleato fidato.
Negli anni ottanta l’adesione di Grecia, Spagna e Portogallo è stata resa
possibile dall’introduzione della democrazia in questi paesi. La caduta del
muro di Berlino ha permesso a diversi paesi d’Europa centrale e orientale di
aderire all’Unione e di scrivere una nuova pagina della storia europea. La
divisione est-ovest si è in gran parte dissipata, la democrazia ne è uscita
rafforzata e molti conflitti etnici nazionali sono stati risolti.
L’imminente adesione della Croazia il prossimo anno, l’avvio dei negoziati di
adesione con il Montenegro e la concessione alla Serbia dello status di paese
candidato sono tutti puntelli del processo di riconciliazione nei Balcani, mentre in Turchia la possibilità di aderire all’Unione europea ha stimolato in questi ultimi dieci anni progressi anche sulla strada della democrazia e dei diritti
umani.
L’UE versa attualmente in grandi difficoltà economiche ed è teatro di profonde tensioni sociali. Il comitato per il Nobel norvegese desidera mettere in risalto ciò che considera il risultato più importante dell’Unione: un impegno
riuscito per la pace e la riconciliazione e per la democrazia e i diritti umani.
L’Unione svolge un ruolo di stabilizzatore che ha contribuito a trasformare
buona parte dell’Europa da continente di guerre in continente di pace.
L’impegno dell’Unione, finalizzato alla “fraternità tra i popoli”, consiste in
quel “congresso di pace” che Alfred Nobel ha indicato nelle sue volontà del
1895 come criterio per l’assegnazione del premio».
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C apit o l o
1
Alla cerimonia di consegna del premio Nobel per la pace il 10 dicembre a Oslo,
l’Unione europea era rappresentata dal presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e dal presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. I tre presidenti sono stati
insigniti del diploma e della medaglia del premio Nobel per la pace da Thorbjørn
Jagland, presidente del comitato per il Nobel norvegese e attuale segretario generale del Consiglio d’Europa.
Il presidente del comitato
per il premio Nobel, il
norvegese Thorbjørn
Jagland, applaude Herman
Van Rompuy, presidente
del Consiglio europeo, José
Manuel Barroso, presidente
della Commissione
europea, e Martin Schulz,
presidente del Parlamento
europeo, che posano con il
diploma e la medaglia del
premio Nobel durante la
cerimonia di consegna del
premio Nobel per la pace.
Thorbjørn Jagland ha giudicato il premio Nobel «giusto e necessario» perché c’è
bisogno di istituzioni capaci di ancorare e cementare la pace. I presidenti Van
Rompuy e Barroso hanno pronunciato un discorso congiunto in occasione della
cerimonia di consegna del premio.
Il presidente del Consiglio europeo ha ricordato gli orrori delle guerre europee,
richiamando l’attenzione su come i padri fondatori dell’Unione hanno accettato
un’ardita scommessa quando hanno deciso di intraprendere la strada della riconciliazione, dell’amicizia e della speranza. Ricordando che l’Unione attraversa la
peggiore crisi economica delle ultime due generazioni, una crisi che mette a dura
prova i suoi legami politici, Herman Van Rompuy ha ribadito che l’UE deve preservare il proprio senso di comunità e «la promessa dell’Europa» per i giovani di oggi
e di domani.
Per il presidente della Commissione il genio dei padri fondatori è stato capire che,
per garantire la pace futura, bisognava pensare oltre lo Stato-nazione: l’unicità
del progetto europeo consiste per l’appunto nell’associare la legittimità degli Stati
democratici con quella di istituzioni sovranazionali. Nelle parole di Barroso l’Unione europea non si limita a garantire la pace tra le nazioni, ma incarna la disposizione alla benevolenza, alla fiducia e alla giustizia: è un nuovo ordinamento, basato non su equilibri di potere tra Stati nazionali, bensì sulla loro libera scelta di
condividere la sovranità.
Oltre ai tre presidenti, la delegazione dell’Unione europea a Oslo riuniva rappresentanti delle altre istituzioni, delle parti sociali, del Forum europeo della gioventù
e dei comitati del personale delle istituzioni dell’UE.
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I giovani europei a Oslo
Alla delegazione dell’Unione europea si sono uniti anche i quattro vincitori
del concorso di disegno e scrittura «Pace, Europa, futuro», aperto a giovani
da 8 a 24 anni e organizzato in collaborazione con il Forum europeo della
gioventù. A questo proposito i tre presidenti hanno dichiarato: «Il premio Nobel per la pace 2012 non è solo un riconoscimento dei risultati ottenuti in
passato dall’Unione europea, ma guarda anche al futuro. Ispirare la prossima generazione di cittadini europei rimane il nostro compito. Ecco perché
abbiamo voluto che i giovani europei, che erediteranno un continente di pace
e avranno la responsabilità del futuro dell’Europa, fossero con noi a Oslo».
Al concorso hanno partecipato 5 400 giovani di 33 paesi con 1 173 disegni
per il gruppo di età 8-12 anni, 1 870 testi per il gruppo di età 13-17 anni e
2 354 testi per il gruppo di età 18-24 anni. I quattro vincitori sono la spagnola Ana Fanlo Vicente (12 anni), l’italiana Elena Nicoletta Garbujo (16 anni), la
polacca Ilona Zielkowska (21 anni) e il maltese Larkin Zahra (23 anni).
L’ammontare del premio — 8 milioni di corone svedesi (930 000 euro) — sarà
destinato a progetti per i bambini nelle zone di guerra e di conflitto. La Commissione ha deciso di raddoppiare l’assegnazione portandola a due milioni di euro in
totale. Sono stati selezionati quattro progetti a beneficio di oltre 23 000 bambini
vittime dei conflitti in tutto il mondo. I progetti selezionati garantiranno l’accesso
all’istruzione di base e spazi a misura di bambino:
a 4 000 bambini siriani rifugiati nei campi al confine tra l’Iraq e la Siria;
a 5 000 bambini colombiani rifugiati per la maggior parte in Ecuador;
a 11 000 bambini congolesi sfollati nella regione orientale della Repubblica
democratica del Congo e rifugiati in Etiopia;
a 3 000 bambini pakistani nelle zone di conflitto del nord del Pakistan.
I vincitori del concorso
«Pace, Europa, futuro»:
Ana Fanlo Vicente, Larkin
Zahra, Ilona Zielkowska e
Elena Nicoletta Garbujo.
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Nell’ambito dell’iniziativa dell’Unione «Children of peace», l’agenzia francese
ACTED interverrà nel campo profughi di Domiz in Iraq settentrionale, che ospita
bambini siriani, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR)
sarà presente in Colombia ed Ecuador, «Save the Children» e il Consiglio norvegese per i rifugiati lavoreranno con i bambini della Repubblica democratica del
Congo e dell’Etiopia e il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) condurrà
un progetto in Pakistan.
La medaglia del premio Nobel per la pace sarà esposta nella Casa della storia
europea, nuovo progetto del Parlamento europeo a Bruxelles, nell’ambito di una
mostra permanente aperta a tutti i cittadini europei di oggi e di domani.
La medaglia del premio
Nobel per la pace.
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Verso un’unione economica e monetaria
e un’unione politica rafforzate
La crisi economica e finanziaria ha evidenziato la necessità di completare l’assetto dell’unione economica e monetaria (UEM) garantendone un sostanziale rafforzamento. Nel corso dell’anno sono stati elaborati e discussi modi e mezzi per
rendere l’UEM più resiliente nei prossimi mesi e anni, assicurando maggiore integrazione e solidarietà nella zona euro.
Il presidente del Consiglio europeo ha presentato ai leader europei, in occasione
del Consiglio europeo di giugno, una relazione (1), elaborata in collaborazione con
il presidente della Commissione, il presidente dell’Eurogruppo e il presidente della
Banca centrale europea, su come consolidare e rafforzare l’UEM e garantire il
benessere economico e sociale, stabilità e prosperità. La relazione elabora una
visione in virtù della quale l’UEM è in grado di garantire la stabilità e la prosperità
sostenibile, ridefinendo in modo più solido e stabile l’assetto dei settori finanziario, fiscale, economico e politico, che sono alla base della strategia per l’occupazione e la crescita.
Il presidente del Consiglio europeo, in stretta collaborazione con gli altri tre presidenti, è stato invitato a elaborare una tabella di marcia specifica e con scadenze
precise per la realizzazione di un’autentica unione economica e monetaria. Altre
tappe importanti di questa evoluzione politica sono state la relazione intermedia
al Consiglio europeo di ottobre (2), la relazione Thyssen (3), la risoluzione del
Parlamento europeo (4), il piano presentato dalla Commissione a fine novembre e
la relazione dei quattro presidenti al Consiglio europeo di dicembre.
Al Consiglio europeo di dicembre 2012 i leader dell’UE hanno raggiunto un accordo su una tabella di marcia per la realizzazione di un’autentica unione economica
e monetaria. Pur contribuendo a sviluppare la tabella di marcia e la relazione dei
quattro presidenti presentata al Consiglio europeo di dicembre, il piano della
Commissione si spinge oltre, illustrando la visione della Commissione e suggerendo possibili sviluppi per il breve, medio e lungo termine, soprattutto per quanto
riguarda quei cambiamenti istituzionali che possono richiedere la modifica del
trattato.
Herman Van Rompuy,
presidente del Consiglio
europeo, affiancato da
José Manuel Barroso,
presidente della
Commissione europea,
e Demetris Christofias,
presidente di Cipro, Stato
membro che esercita la
presidenza di turno del
Consiglio dell’UE, a una
conferenza stampa dopo
il Consiglio europeo
di dicembre.
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La tabella di marcia del Consiglio europeo
La tabella di marcia (5) adottata dal Consiglio europeo di dicembre afferma la
necessità di sviluppare l’attuale assetto istituzionale e legislativo e di rispettare
l’integrità del mercato unico creando un quadro solido per la zona euro che sia
equo, trasparente e aperto a tutti gli altri paesi dell’Unione.
Ecco una breve sintesi dei suoi elementi essenziali.
1. Unione bancaria
Un’autorità di vigilanza unica
L’istituzione di un meccanismo di vigilanza unico segna una tappa importante
verso la creazione di un’unione bancaria. Il meccanismo, che vigilerà sulle banche
della zona euro, potrà applicarsi a tutti gli Stati membri. L’accordo raggiunto a
dicembre faciliterà i negoziati tra la presidenza del Consiglio e il Parlamento europeo in modo da poter raggiungere un accordo definitivo in tempi brevi e fare sì
che il meccanismo entri in funzione il prima possibile. Al meccanismo di vigilanza
unico partecipano la Banca centrale europea e le autorità nazionali competenti.
L’Autorità bancaria europea continuerà a definire le norme e a garantire la
coerenza.
Una volta istituito un meccanismo di vigilanza unico efficace, il meccanismo europeo di stabilità avrà facoltà di ricapitalizzare direttamente gli istituti bancari.
Un accordo sul quadro operativo a sostegno di questa opzione, che definisca
anche le attività preesistenti, dovrà essere raggiunto quanto prima possibile nel
2013. Il meccanismo di vigilanza unico entrerà in funzione a marzo 2014 oppure
12 mesi dopo l’entrata in vigore della normativa.
I requisiti patrimoniali delle banche
Stanno per concludersi i negoziati sulle nuove norme relative ai requisiti patrimoniali delle banche, grazie ai quali il settore finanziario sarà maggiormente in
grado di gestire i rischi e assorbire gli shock. Sottolineandone il carattere assolutamente prioritario, il Consiglio europeo ne ha chiesto la rapida adozione.
Risoluzione delle crisi bancarie e sistema di garanzia dei depositi
Entro giugno 2013 dovranno essere adottate le proposte legislative su quadri
nazionali più armonizzati per la risoluzione delle crisi bancarie e la garanzia dei
depositi.
Un meccanismo unico di risoluzione
La Commissione europea proporrà nel 2013 un meccanismo unico di risoluzione
per gli Stati membri che partecipano al meccanismo di vigilanza unico. Il meccanismo unico di risoluzione, che prevede modalità comuni di sostegno adeguate ed
efficaci, permetterà di preservare la stabilità finanziaria in caso di fallimento
delle banche e di proteggere al tempo stesso i contribuenti, dal momento che
verrà finanziato con contributi del settore finanziario. L’intento è raggiungere un
accordo entro l’estate 2014.
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2. Sostenibilità di bilancio e coordinamento rafforzato delle politiche
economiche
La priorità immediata in questo ambito è completare e attuare la legislazione di
base per una governance economica più forte. I leader auspicano una rapida
adozione del «two-pack» per rafforzare la sorveglianza di bilancio nella zona
euro. Il «two-pack» integrerà il «six-pack» sulla sorveglianza macroeconomica e di
bilancio dell’UE che, diventato effettivo nel 2012, prevede norme specifiche per i
membri della zona euro. Il terzo elemento è il trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance («patto di bilancio»), che entrerà in vigore all’inizio
del 2013.
3. Questioni di politica economica per il Consiglio europeo di giugno 2013
C’è una serie di altre importanti questioni sul coordinamento delle politiche economiche della zona euro che vanno ulteriormente esaminate. Al Consiglio europeo
di giugno 2013 il presidente Van Rompuy presenterà, in stretta cooperazione con
il presidente della Commissione europea, una tabella di marcia sui seguenti
punti:
maggior coordinamento ex ante tra gli Stati membri sulle grandi riforme di
politica economica (articolo 11 del patto di bilancio). La Commissione proporrà
un quadro in tal senso nell’ambito del semestre europeo;
dimensione sociale dell’UEM, compreso il dialogo sociale;
fattibilità di «contratti reciprocamente concordati per la competitività e la
crescita», che sarebbero obbligatori per tutti gli Stati membri della zona euro
e facoltativi per gli altri;
meccanismi di solidarietà a sostegno dei contratti reciprocamente concordati.
4. Legittimità democratica
L’obiettivo generale dell’intero processo è «assicurare la legittimità e la responsabilità democratiche al livello in cui sono prese e attuate le decisioni», obiettivo che
potrà essere realizzato, ad esempio, introducendo «nuovi meccanismi che potenzino il livello di cooperazione tra i parlamenti nazionali e il Parlamento europeo»
(articolo 13 del patto di bilancio e protocollo n. 1 dei trattati).
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Il piano della Commissione europea
Con il piano relativo all’UEM e all’unione politica (6) la Commissione ha voluto
ampliare e approfondire il dibattito sulla futura configurazione dell’Unione europea. Il piano, che elabora analisi e proposte concrete, guarda oltre la situazione
contingente delineando un’unione politica in grado di dare credibilità e sostenibilità all’UEM nel lungo periodo e individuando il tipo di strutture democratiche
necessarie.
Conferenza stampa di José
Manuel Barroso, presidente
della Commissione
europea, sul piano per
un’unione economica e
monetaria autentica e
approfondita.
Nel piano della Commissione qualsiasi modifica futura del trattato necessaria
per rafforzare l’UEM dovrà andare di pari passo con il potenziamento della responsabilità democratica e quindi del ruolo del Parlamento europeo. Il Consiglio
europeo di dicembre ha affermato inequivocabilmente che l’ulteriore integrazione
nella definizione delle politiche e la maggiore condivisione delle competenze devono essere accompagnate da un adeguato coinvolgimento del Parlamento
europeo.
Particolarmente importanti le questioni sul tavolo in materia di unione fiscale, di
coordinamento delle politiche economiche e della corrispondente unione politica,
in quanto fondamentali per le politiche e le strategie nazionali e quindi per la
sovranità nazionale.
«A mano a mano che procediamo verso un’UEM autentica
e approfondita, dobbiamo assolutamente garantire una
legittimità e una responsabilità democratiche adeguate».
José Manuel Barroso, presidente della Commissione
europea, Bruxelles, 28 novembre 2012.
In un’unione economica e monetaria autentica e approfondita, tutte le principali
scelte di politica economica e fiscale degli Stati membri vanno maggiormente
coordinate, approvate e controllate a livello europeo. I passi verso un’accresciuta
responsabilità e disciplina economica vanno associati a una solidarietà e a un
sostegno finanziario maggiori. A ogni passo deve corrispondere un’integrazione
politica che garantisca la legittimità e la responsabilità democratiche. Deve trattarsi di una trasformazione graduale nel breve, medio e lungo termine che, secondo il piano della Commissione, rende necessaria in ultima istanza la modifica
del trattato.
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CALENDARIO PREVISTO DAL PIANO PER LE VARIE INIZIATIVE
A BREVE TERMINE
Entro i prossimi 18 mesi
A MEDIO TERMINE
Tra 18 mesi e 5 anni
A LUNGO
TERMINE
Oltre
5 anni
LUNGO TUTTO IL PROCESSO
Un piano per un’unione economica e monetaria autentica e approfondita
Avvio del dibattito europeo
Diritto
derivato
Modifica
del trattato
1. Piena attuazione del semestre europeo e del «six-pack», accordo rapido sul
«two-pack» e sua attuazione rapida
●
2. Unione bancaria: regolamentazione e vigilanza finanziarie: accordo rapido
sulle proposte relative al corpus unico di norme e al meccanismo di vigilanza
unico
●
3. Unione bancaria: meccanismo di risoluzione unico
●
4. Decisione rapida sul prossimo quadro finanziario pluriennale
●
5. Coordinamento ex ante delle grandi riforme e creazione dello strumento di
convergenza e di competitività
●
6. Promozione degli investimenti nella zona euro in linea con il patto di stabilità
e crescita
●
7. Rappresentanza esterna della zona euro
●
1. Rafforzamento dell’integrazione economica e di bilancio
●
●
2. Una vera capacità fiscale per la zona euro sulla base dello strumento di
convergenza e di competitività
●
●
3. Fondo di rimborso
●
4. Eurotitoli a breve termine
●
1. Piena unione bancaria
●
2. Piena unione economica e di bilancio
●
Unione politica: progressi commisurati in termini di legittimità e di responsabilità
democratiche
●
●
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Il dibattito sul futuro dell’Europa
«Vorrei che si sviluppasse uno spazio pubblico europeo in
cui discutere e confrontarsi su questioni europee da un
punto di vista europeo. Non possiamo continuare a
tentare di risolvere problemi europei con soluzioni
puramente nazionali. Questo dibattito si deve svolgere
nelle nostre società e tra i nostri cittadini».
José Manuel Barroso, presidente della Commissione
europea, Strasburgo, 12 settembre 2012.
Nel discorso sullo stato dell’Unione (7) pronunciato a settembre davanti al Parlamento europeo, il presidente della Commissione ha annunciato che, prima delle
prossime elezioni del Parlamento europeo del 2014, la Commissione avrebbe
esposto un proprio progetto della forma che potrebbe avere la futura Unione
europea presentando idee esplicite per modificare i trattati, in tempo perché siano discusse.
Il presidente ha inoltre proposto un’evoluzione più ambiziosa dell’Unione: non un
vero e proprio super-Stato ma un passo deciso verso una federazione di Stati
nazionali. La proposta tiene conto del ritmo della globalizzazione: «Nell’era della
globalizzazione, mettere in comune la sovranità aumenta il potere, non lo
diminuisce».
Nel discorso sullo stato dell’Unione, il presidente Barroso sollecita l’avvio in tutta
Europa di un ampio dibattito sulle politiche e sugli strumenti futuri e rivendica
uno spazio pubblico europeo in cui discutere e confrontarsi su questioni europee
da un punto di vista europeo. Ribadendo la necessità di un impegno più forte
verso i valori fondamentali dell’Europa, il presidente precisa che «una vera unione
politica in Europa implica la necessità di concentrare l’azione europea sulle questioni che contano e che vanno affrontate a livello europeo».
Con il conferimento del premio Nobel per la pace 2012 all’Unione europea e il
riconoscimento pubblico dato ai valori fondamentali dell’Unione e alle sue realizzazioni, le sollecitazioni del presidente Barroso sono diventate quanto mai pregnanti. Il premio darà nuovo slancio al dibattito su un’unione politica approfondita
e sulla necessaria presenza di strutture più democratiche per realizzarla.
Per sviluppare un tale dibattito nello spazio pubblico europeo, verrà organizzata
una serie di dialoghi strutturati negli Stati membri per coinvolgere direttamente i
cittadini di tutta l’Unione.
Vivane Reding,
vicepresidente della
Commissione responsabile
per la giustizia, i diritti
fondamentali e la
cittadinanza, al dialogo
con i cittadini svoltosi a
Cadice (Spagna).
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Dialoghi con i cittadini
I dialoghi saranno incentrati sulla domanda «Che tipo di Europa vogliamo?».
Il dibattito sarà lanciato intorno a tre temi principali.
1. Crisi economica in Europa: l’Unione europea ha fatto abbastanza per risolvere la crisi? L’Europa è parte del problema o della soluzione?
2. Diritti dei cittadini: la cittadinanza europea comporta una serie di diritti e
doveri. Come incide l’Europa nel quotidiano? Che può fare l’Europa per
migliorare la vita dei cittadini?
3. Futuro dell’Europa: la crisi economica ha cambiato profondamente il volto
economico, politico e sociale dell’UE e degli Stati membri. Come dovrà
adeguarsi l’Unione europea a questa nuova realtà?
«Vogliamo dar vita a una Europa nuova per i nostri 500 milioni di cittadini», ha
dichiarato Viviane Reding, vicepresidente della Commissione. «È con loro che intendiamo discutere i nostri piani sul futuro dell’Unione prima ancora di presentarli».
I primi tre dialoghi con i cittadini si sono tenuti a settembre 2012 a Cadice (Spagna) e a novembre 2012 a Graz (Austria) e a Berlino. Un quarto dialogo è stato
organizzato a Parigi a novembre 2012 con i partecipanti delle «Semaines sociales
de France 2012».
Il prossimo dialogo formale è previsto a Dublino a gennaio, in coincidenza con
l’apertura dell’Anno europeo dei cittadini 2013.
Si tratta di forum aperti alla partecipazione di 200-500 persone in occasione dei
quali leader politici della Commissione, rappresentanti di altre istituzioni e politici
locali prestano ascolto alle preoccupazioni e alle aspettative dei cittadini sulla
crisi finanziaria ed economica, sui diritti dei cittadini e sul futuro volto dell’Unione
entro il 2020.
Viviane Reding,
vicepresidente della
Commissione responsabile
per la giustizia, i diritti
fondamentali e la
cittadinanza, a un dialogo
con i cittadini svoltosi
a Berlino. 20
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Sono inoltre incoraggiati dibattiti su scala più ridotta o su tematiche specifiche,
come quello svoltosi a fine novembre a Napoli sull’occupazione o quello tenutosi
il 28 novembre a Stoccolma sull’invecchiamento attivo, in concomitanza con la
chiusura dell’Anno europeo 2012.
La pagina informativa sui dialoghi con i cittadini è consultabile su Internet (8). Gli
eventi sono annunciati nella lingua dello Stato membro, con dettagli pratici, informazioni su dibattiti preliminari, iscrizione e social media, e diffusi in diretta in
streaming sul sito web.
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NOTE
(1) http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/
ec/134190.pdf
(2) http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/
ec/132864.pdf
(3) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//
NONSGML+REPORT+A7-2012-0339+0+DOC+PDF+V0//IT&language=IT
(4) Risoluzione del Parlamento europeo, del 20 novembre 2012, recante
raccomandazioni alla Commissione sulla relazione dei presidenti del
Consiglio europeo, della Commissione europea, della Banca centrale
europea e dell’Eurogruppo dal titolo «Verso un’autentica unione economica
e monetaria».
CREDITI FOTOGRAFICI
AFP, pagina 6
Heiko Junge/Scanpix Norway/AFP, pagina 10
Unione europea, pagine 7, 11, 12, 13, 16, 18, 19
(5) http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/
ec/134369.pdf
(6) Comunicazione della Commissione «Un piano per un’unione economica e
monetaria autentica e approfondita — Avvio del dibattito europeo»,
COM(2012) 777.
(7) http://europa.eu/rapid/press-release_SPEECH-12-596_it.htm
(8) http://ec.europa.eu/european-debate/index_it.htm
1964
L’edificio Berlaymont, sede della Commissione
europea a Bruxelles, in costruzione.
2012
Il Berlaymont rinnovato.
CAPITOLO 2
Rafforzare la governance
economica e la stabilità
finanziaria nell’Unione
europea
Consolidare l’agenda europea per la crescita
Riforma del settore finanziario
Verso l’unione bancaria
RELAZIONE GENERALE 2012
C apitolo 2
RAFFORZARE LA GOVERNANCE ECONOMICA
E L A S TA B I L I TÀ F I N A N Z I A R I A N E L L’ U N I O N E E U R O P E A
La persistente crisi economica e finanziaria è stata affrontata con un’azione
intensa e costante dalle istituzioni dell’Unione europea e dai governi nazionali e
questo impegno è proseguito a ritmo sostenuto nel corso del 2012. Tutti hanno
collaborato strettamente al fine di sostenere la stabilità finanziaria, rafforzare
il sistema di governance per il futuro e consolidare le condizioni necessarie per
stimolare la crescita e l’occupazione. Sullo sfondo della crisi, nel corso dell’anno
sono state adottate decisioni importanti che hanno potenziato notevolmente la
capacità dell’Unione di affrontarla e superarla.
In tutta l’Unione sono state attuate riforme e misure di risanamento. Sono stati
istituiti meccanismi comuni di protezione finanziaria e le istituzioni dell’Unione
hanno dato prova di coerenza nel sostenere la moneta comune con la loro
capacità di azione a fronte delle sfide poste dalla crisi. In particolare, sono state
adottate misure affinché il nuovo meccanismo europeo di stabilità, arricchito
di consistente potenza di fuoco, potesse essere operativo entro l’autunno. Gli
squilibri di bilancio e macroeconomici in taluni Stati membri della zona euro
hanno continuato a destare preoccupazione nel corso dell’anno, ma sono state
avviate iniziative serie per superarli. Il patto di stabilità e crescita è stato
notevolmente rafforzato dall’entrata in vigore di una nuova normativa che
introduce una più stretta vigilanza economica e di bilancio.
Venticinque dei 27 Stati membri hanno sottoscritto un nuovo trattato, il
cosiddetto «patto di bilancio» che, sancendo il rafforzamento della stabilità, del
coordinamento e della governance nell’unione economica e monetaria, si pone
come pietra miliare della risposta strutturale dell’Unione alla crisi.
Venticinque leader europei — tutti tranne i rappresentanti del Regno Unito
e della Repubblica ceca — hanno firmato il «trattato sulla stabilità, sul
coordinamento e sulla governance nell’unione economica e monetaria» all’inizio
di marzo. Si sono impegnati ad attenersi a principi più rigorosi di disciplina e
convergenza, inviando un messaggio molto chiaro sull’irreversibilità dell’euro e
dell’integrazione europea.
L’anno ha anche coinciso con il decimo anniversario dell’introduzione delle
banconote e delle monete in euro.
La crescita e l’occupazione dipendono dall’esistenza di un settore finanziario
sano e ben funzionante. Sin dall’inizio la Commissione ha combattuto la crisi
con un’ampia serie di misure volte a regolamentare il settore e vigilare su di
esso. Già a fine del 2011 molte iniziative fondamentali erano state adottate o si
trovavano all’esame del Parlamento e del Consiglio. La novità saliente del 2012
è stata la proposta sull’unione bancaria, il cui fulcro è il meccanismo di vigilanza
unico. Nel corso dell’anno sono stati proposti altri miglioramenti della normativa
per la tutela degli investitori e il rafforzamento del mercato interno.
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Consolidare l’architettura dell’unione
economica e monetaria
Trattato sulla stabilità, sul coordinamento
e sulla governance nell’unione economica
e monetaria
Venticinque leader europei — tutti tranne i rappresentanti del Regno Unito e della
Repubblica ceca — hanno firmato all’inizio di marzo il «trattato sulla stabilità, sul
coordinamento e sulla governance nell’unione economica e monetaria» (1), con il
quale si sono impegnati ad attenersi a principi più rigorosi di disciplina e convergenza, inviando un messaggio molto chiaro sull’irreversibilità dell’euro e dell’integrazione europea.
Cambiamenti introdotti dal trattato
I firmatari introdurranno un «freno al debito» nella rispettiva legislazione
nazionale, preferibilmente a livello costituzionale, con effetto vincolante e
permanente. I bilanci nazionali dovranno essere in pareggio o in avanzo, con
un deficit strutturale annuo inferiore allo 0,5 % del prodotto interno lordo
(PIL). In caso contrario, scatterà un meccanismo automatico di correzione. I
firmatari si sono altresì impegnati ad approfondire il coordinamento
economico.
Il trattato ha inoltre formalizzato i «vertici euro», che si terranno almeno due
volte all’anno. Gli Stati che hanno adottato la moneta unica possono assumere determinate decisioni e coinvolgere, se del caso, gli altri paesi.
Il trattato, denominato spesso «patto di bilancio», è entrato in vigore il
1º gennaio 2013, dopo che, come previsto, era stato ratificato da almeno 12
paesi della zona euro.
Trattato sulla stabilità, sul
coordinamento e sulla
governance nell’unione
economica e monetaria.
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«Two-pack»
I due progetti di regolamenti contenuti nel «two-pack» rafforzeranno ulteriormente la governance economica della zona euro, sviluppando quanto già fatto con i
sei atti normativi adottati lo scorso anno (il «six-pack») e con il semestre europeo.
Questo rafforzamento della governance economica sarà uno degli elementi essenziali posti a fondamento dell’unione economica e monetaria autentica e approfondita delineata nel piano presentato dalla Commissione alla fine di novembre (per ulteriori dettagli, cfr. capitolo 1).
Il primo dei due regolamenti (2) codifica e chiarisce le procedure relative al rafforzamento della sorveglianza degli Stati membri che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà. Collega inoltre il quadro del trattato con le pratiche di
concessione di assistenza finanziaria condizionale, ad esempio tramite il meccanismo europeo di stabilità.
Il secondo regolamento (3) armonizza il calendario per la preparazione e l’adozione dei bilanci nazionali degli Stati membri della zona euro, in base ai principi del
coordinamento ex ante delle politiche sanciti dal semestre europeo, e contribuirà
ad assicurare che i documenti programmatici di bilancio siano in linea con le
raccomandazioni specifiche per paese.
Vivane Reding,
vicepresidente della
Commissione responsabile
per la giustizia, i diritti
fondamentali e la
cittadinanza, all’Assemblée
Nationale francese per un
dibattito sul semestre
europeo.
Una delle innovazioni più sostanziali di questa proposta legislativa è il diritto accordato alla Commissione di chiedere che un documento programmatico di bilancio sia modificato se l’analisi indica che esso non mette il paese in grado di soddisfare gli impegni assunti nell’ambito del patto di stabilità e crescita. Questa
disposizione rappresenta un significativo cambiamento nel processo volto ad
assicurare un più efficace coordinamento delle politiche di bilancio nella zona
euro, nella quale così forte è l’interdipendenza, ai fini della stabilità finanziaria e
segnatamente della crescita sostenibile e della creazione di posti di lavoro in
Europa. A fine anno le due proposte erano ancora all’esame del Parlamento e del
Consiglio nel quadro della procedura di codecisione.
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Approfondimento dell’unione economica
e monetaria
Il Consiglio europeo di giugno ha esaminato la relazione «Verso un’autentica
unione economica e monetaria» (4), presentata dal presidente del Consiglio europeo in collaborazione con il presidente della Commissione, il presidente dell’Eurogruppo e il presidente della Banca centrale europea (BCE). La relazione illustra i
«quattro elementi costitutivi essenziali» della futura UEM: un quadro finanziario
integrato, un quadro di bilancio integrato, un quadro integrato di politica economica e il rafforzamento della legittimità e responsabilità democratiche. I leader
europei hanno preso nuovamente in considerazione la materia al Consiglio europeo di ottobre, sulla base di una relazione intermedia.
Prima della presentazione della relazione finale dei quattro presidenti al Consiglio
europeo di dicembre, la Commissione ha presentato un piano per il completamento dell’UEM (5), che stabilisce una serie di azioni a breve, medio e lungo
termine.
Preparazione della
relazione «Verso
un’autentica unione
economica e monetaria»:
Herman Van Rompuy,
presidente del Consiglio
europeo, Jean-Claude
Juncker, presidente
dell’Eurogruppo, e José
Manuel Barroso, presidente
della Commissione
europea.
Se rappresenta il contributo della Commissione alla relazione finale dei quattro
presidenti e alla tabella di marcia (6) per il Consiglio europeo di dicembre, il piano
suddetto è una relazione a sé stante, che offre una visione a più lungo termine
corredata di un proprio calendario chiaro e relativa sequenza. Il piano della Commissione individua le iniziative ancora da avviare per conseguire un’autentica
unione bancaria, di bilancio, economica e politica, indicando un chiaro quadro
temporale per la creazione dei vari elementi necessari per portare a termine il
lavoro iniziato a Maastricht. Una serie di azioni previste nel documento è già in
fase di esame o di elaborazione nel processo legislativo. Talune componenti
proposte richiederebbero però modifiche del trattato. Per ulteriori dettagli, cfr.
capitolo 1.
A inizio dicembre il presidente del Consiglio europeo ha presentato la relazione
finale, nella quale ha invitato ad assumere un impegno politico per attuare la
tabella di marcia proposta.
Il Consiglio europeo ha concordato conclusioni (7) relative a una tabella di marcia
per il completamento dell’unione economica e monetaria, all’insegna dell’approfondimento dell’integrazione e del rafforzamento della solidarietà. Il processo
inizierà con il completamento, l’intensificazione e l’attuazione della nuova governance economica rafforzata, nonché con l’adozione del meccanismo di vigilanza
unico e delle nuove norme in materia di risanamento e risoluzione delle crisi
bancarie e di garanzia dei depositi, e si completerà con l’istituzione di un meccanismo unico di risoluzione delle crisi, che la Commissione intende proporre una
volta raggiunto l’accordo sul meccanismo di vigilanza unico.
«L’unione politica può e deve svilupparsi di pari passo
con l’unione fiscale, economica e finanziaria».
Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea.
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Il meccanismo europeo di stabilità: un grande
passo verso una maggiore solidarietà
Il meccanismo europeo di stabilità (MES) (8) è un meccanismo permanente di
gestione delle crisi che si aggiunge al Fondo europeo per la stabilità finanziaria
(FESF) e al meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (MESF) ed è inteso
a prevenire il contagio nella zona euro e a sostenere la fiducia. A febbraio i ministri delle finanze della zona euro hanno sottoscritto il trattato MES. A marzo i
leader della zona euro hanno inoltre riesaminato il massimale globale del FESF/
MES, fissandone la capacità cumulativa di prestito a 700 miliardi di euro e hanno
accelerato il pagamento del capitale versato affinché il MES potesse raggiungere
più rapidamente la piena ed effettiva capacità, pari a 500 miliardi di euro; due
quote sono state versate nel 2012, altre due lo saranno nel corso del 2013 e
l’ultima nel 2014.
Il MES è entrato in vigore il 27 settembre, non appena presentati gli strumenti di
ratifica di Stati membri che rappresentano almeno il 90 % del suo capitale autorizzato. Le riunioni inaugurali del consiglio dei governatori e del consiglio di amministrazione del MES sono state tenute, rispettivamente, l’8 e il 9 ottobre. In tali
riunioni sono stati adottati i documenti operativi — compresi lo statuto, il regolamento interno, le politiche di fissazione dei tassi di interesse e di investimento e
gli orientamenti generali del meccanismo — e si è segnato così il momento in cui
il MES ha acquisito operatività piena.
Funzionamento del MES
Il MES è autorizzato a impiegare, a beneficio dei suoi membri e fermo restando il rispetto di condizioni appropriate, gli strumenti di prestito seguenti:
concessione di prestiti nel quadro di un programma di aggiustamento
macroeconomico;
acquisto di titoli di debito sui mercati primario e secondario;
concessione di assistenza finanziaria precauzionale sotto forma di linee
di credito;
ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie tramite prestiti ai governi dei
membri. Il MES sarà autorizzato a ricapitalizzare direttamente le banche
della zona euro quando per esse sarà stato istituito un meccanismo di
vigilanza unico.
Con l’entrata in vigore del MES, la zona euro si è dotata di un meccanismo permanente di risoluzione delle crisi che, se necessario, sarà in grado di fornire assistenza finanziaria in varie forme agli Stati membri della zona euro. Il meccanismo
può fornire assistenza per mezzo di prestiti, linee di credito precauzionali, assistenza finanziaria finalizzata alla ricapitalizzazione di istituzioni finanziare, nonché con interventi sui mercati primario e secondario. Inoltre, i capi di Stato o di
governo hanno deciso che, una volta istituito il meccanismo di vigilanza unico, il
MES abbia la possibilità di ricapitalizzare direttamente le banche. Nel 2012 sono
iniziati i lavori tecnici per sviluppare uno strumento a tal fine.
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Conformità del trattato MES al diritto dell’UE
La Corte di giustizia dell’Unione europea ha confermato la validità della decisione del Consiglio europeo che istituisce il meccanismo europeo di stabilità. La sentenza (9), pronunciata il 27 novembre, è la risposta al ricorso presentato da un parlamentare irlandese a giudici irlandesi per asserita
illegittimità della modifica introdotta nel trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) da una decisione del Consiglio europeo. La Corte di
giustizia ha sancito che la modifica non sconfina nelle competenze esclusive
dell’UE in materia di politica monetaria o di coordinamento delle politiche
economiche degli Stati membri. Ha altresì ribadito il diritto degli Stati membri di concludere tra di loro un accordo che istituisce un meccanismo di stabilità come il trattato MES, a condizione che gli impegni assunti rispettino il
diritto dell’Unione.
G20
Al vertice del G20 tenutosi in giugno a Los Cabos si è convenuto di aumentare le
risorse del Fondo monetario internazionale (FMI) di 456 miliardi di dollari USA
(USD), ossia di un importo superiore ai 430 miliardi di USD di risorse addizionali
concordate fra l’FMI e il G20 nell’aprile del 2012. Come convenuto ed espresso
nella dichiarazione dei leader del G20 riuniti a Los Cabos, tali risorse saranno a
disposizione di tutti i membri dell’FMI e non destinate a qualche regione particolare. L’UE darà un contributo di 240 miliardi di USD, ossia di oltre la metà delle
risorse.
«Abbiamo affrontato, e continueremo ad affrontare, crisi
specifiche di alcuni paesi dando prova di solidarietà e
continueremo a intervenire ai fini della stabilità
finanziaria complessiva della zona euro. E oggi
disponiamo di strumenti che all’inizio non avevamo».
Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo,
al vertice del G20 di Los Cabos.
Insieme al potenziamento degli sbarramenti europei per sostenere la stabilità
finanziaria della zona euro, questo aumento della dotazione rafforzerà la capacità della comunità internazionale di dare risposte a livello globale alle sfide
incombenti.
Banconote e monete in euro: dieci anni dopo
Seconda moneta di riserva al mondo, moneta corrente di circa 300 milioni di
cittadini, l’euro è un successo notevole, nonostante la grave crisi finanziaria ed
economica degli ultimi anni.
Soltanto dieci anni or sono 12 Stati membri hanno introdotto le banconote e
monete in euro come moneta corrente; oggi il loro numero è salito a 17. Tutti i
paesi dell’Unione, tranne due, si sono impegnati a adottare l’euro conformemente
agli obblighi sanciti dai trattati. Fanno eccezione la Danimarca e il Regno Unito,
che si avvalgono della clausola di non partecipazione.
L’euro è non soltanto uno strumento monetario in senso tecnico, ma anche un
simbolo tangibile della determinazione a collaborare in uno spirito di condivisione
delle responsabilità e di solidarietà, ed è uno dei grandi successi dell’integrazione
europea.
Banconote e monete
in euro.
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Consolidare l’agenda europea per la crescita
Secondo semestre europeo del 2012
Se il processo del semestre europeo è stato varato nel 2011 in base a un accordo
con gli Stati membri, l’esercizio 2012 è stato sostenuto dalla normativa europea
adottata nell’ambito del recente rafforzamento della governance economica
della zona euro e dell’Unione nel suo insieme. Il semestre è uno degli elementi
chiave della normativa «six-pack», che ha rafforzato notevolmente il patto di
stabilità e crescita e ha esteso l’ambito della vigilanza di bilancio. Il semestre si
concentra sulla buona governance economica e sull’attuazione della strategia
Europa 2020 per la crescita e l’occupazione.
Nel novembre 2011 la Commissione ha avviato il secondo semestre europeo con
l’analisi annuale della crescita per il 2012 (10). Secondo il messaggio chiave
dell’analisi 2012, a fronte del deterioramento della situazione economica e sociale occorre intensificare gli sforzi per rilanciare l’Europa e sostenere la crescita e
l’occupazione, allorché gli Stati membri non hanno fatto abbastanza per attuare
le misure alle quali si erano impegnati a livello dell’UE durante il primo semestre
europeo.
L’analisi annuale della crescita per il 2012 ha chiesto all’Unione e agli Stati
membri di concentrarsi su cinque priorità:
portare avanti un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla
crescita;
ripristinare la normale erogazione di prestiti all’economia;
promuovere la crescita e la competitività attuali e future;
lottare contro la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi;
ammodernare la pubblica amministrazione.
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Funzionamento del semestre
Il semestre europeo è un ciclo annuale il cui elemento centrale è l’incarico, affidato alla Commissione, di svolgere analisi dettagliate dei programmi degli Stati
membri in materia di riforme economiche e strutturali e di proporre raccomandazioni di interventi. Tali «raccomandazioni specifiche per paese» sono poi vagliate
e adottate dal Consiglio e rivolte agli Stati membri.
Il semestre europeo inizia con l’adozione, da parte della Commissione, dell’analisi
annuale della crescita, che fissa le priorità più importanti dell’UE per l’anno successivo al fine di stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro. Il Parlamento svolge un ruolo importante nel processo tramite il cosiddetto «dialogo
economico». Per intensificare il dialogo fra le istituzioni dell’UE, il Parlamento può
invitare i presidenti delle istituzioni a una discussione in ogni occasione e tappa
specifica del semestre europeo (cfr. grafico in basso).
«Il semestre europeo è un modo di prevedere e prevenire
pericolosi squilibri economici, prima che i loro effetti si
propaghino ad altri paesi». José Manuel Barroso,
presidente della Commissione europea.
IL SEMESTRE EUROPEO
Gennaio
Commissione Analisi annuale
della crescita
europea
e altre relazioni
Febbraio
Marzo
Analisi approfondite
(procedura per
gli squilibri)
Consiglio
dei ministri
Dibattito
e orientamenti
Parlamento
europeo
Dibattito
e orientamenti
Consiglio
europeo
Stati
membri
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Proposte di
raccomandazioni
specifiche per paese
Discussione
nelle formazioni
del Consiglio
Autunno:
monitoraggio e
revisione inter
pares a livello
europeo
Dialogo sulle
raccomandazioni
Vertice UE di primavera:
orientamenti generali
sulle priorità dell'UE
Approvazione delle
raccomandazioni
specifiche per paese
Adozione dei programmi nazionali
di riforma (PNR) e dei programmi
di stabilità e convergenza (PSC)
Autunno:
attuazione
a livello
nazionale
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Procedura per gli squilibri macroeconomici
Le nuove disposizioni in materia di governance economica stabilite dal «six-pack»
introducono, per la prima volta nell’Unione, una procedura di monitoraggio e
correzione degli squilibri macroeconomici: la «procedura per gli squilibri
macroeconomici».
La relazione di febbraio della Commissione sul meccanismo di allerta (11), che ha
costituito il primo passo della nuova procedura per la prevenzione e la correzione
degli squilibri macroeconomici, ha sottolineato le sfide e i potenziali rischi creati
dagli squilibri macroeconomici in taluni Stati membri e ha presentato un esame
approfondito (12) delle cause di squilibrio e un’analisi delle forze che li determinano. Su tale base, il Consiglio ha rivolto agli Stati membri in questione raccomandazioni nell’ambito del braccio preventivo o di quello correttivo della procedura.
Procedura per gli squilibri macroeconomici
Gli indicatori del quadro di valutazione sono:
media mobile sugli ultimi tre anni del saldo delle partite correnti in percentuale del PIL;
posizione patrimoniale netta sull’estero a fine anno (in percentuale del
PIL);
variazione in percentuale (su tre anni) del tasso di cambio reale effettivo
con deflatori indice armonizzato dei prezzi al consumo/indice dei prezzi al
consumo;
variazione in percentuale (su cinque anni) della quota delle esportazioni
mondiali (variazione della quota di mercato) misurate ai prezzi correnti;
variazione in percentuale (su tre anni) del costo nominale del lavoro per
unità di prodotto;
variazione su base annua dei prezzi delle abitazioni rispetto all’indice dei
prezzi finali al consumo;
flusso di credito al settore privato in percentuale del PIL;
debito del settore privato in percentuale del PIL;
debito pubblico in percentuale del PIL;
media mobile sugli ultimi tre anni del tasso di disoccupazione;
variazione su base annua delle passività totali del settore finanziario.
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Programmi nazionali di riforma
e raccomandazioni specifiche per paese
Nella seconda fase del semestre europeo gli Stati membri hanno presentato, in
aprile, i programmi nazionali di riforma economica (programmi nazionali di riforma e programmi di stabilità o di convergenza).
In seguito all’analisi dettagliata di ciascun programma, la Commissione ha presentato raccomandazioni specifiche per paese (13) finalizzate a stimolare la crescita economica e la creazione di posti di lavoro. La Commissione ha presentato
28 proposte di raccomandazioni del Consiglio, ossia una per ciascuno Stato
membro, con orientamenti specifici per paese in materia di politica economica,
fra cui in tema di finanze pubbliche e riforme strutturali, e una per l’insieme della
zona euro. I paesi dell’UE sono inoltre invitati a potenziare ulteriormente l’efficienza dei sistemi giudiziari e a realizzare le riforme necessarie in questo settore
nell’ambito dei programmi per la ripresa economica.
Analisi annuale della crescita 2013
L’analisi annuale della crescita 2013 (14), che è stata presentata dalla Commissione a fine novembre 2012, illustra come utilizzare la responsabilità condivisa fra
i livelli europeo e nazionale per guidare il cambiamento nell’intera UE, creando i
presupposti per far ripartire la crescita e la creazione di posti di lavoro.
L’analisi ha indicato le azioni prioritarie che gli Stati membri devono intraprendere
per migliorare il coordinamento e l’efficienza delle politiche al fine di stimolare la
crescita economica sostenibile. Per mantenere viva la spinta alle riforme, la
Commissione ha raccomandato di concentrarsi sulle stesse cinque priorità individuate per l’anno precedente.
Il principale messaggio trasmesso dall’analisi di quest’anno è che, ora che le politiche dell’UE iniziano a dare frutti (diminuzione dei disavanzi, allentamento delle
tensioni sui mercati finanziari e primi segni di miglioramento della competitività
in alcuni Stati membri), occorre portare avanti le riforme per promuovere la crescita sostenibile e l’occupazione. Ciascuna priorità mira a promuovere la crescita
e l’occupazione, con particolare attenzione all’equità. Non esiste una ricetta valida
per tutti per rilanciare la crescita e l’occupazione. Vi sono tuttavia obiettivi comuni
e una serie di riforme da prendere in considerazione.
Il Consiglio europeo di dicembre ha preso nota dell’analisi annuale della crescita
2013 e ha approvato le priorità stabilite dalla Commissione per l’anno. Basandosi
sull’analisi annuale, il Consiglio europeo adotterà orientamenti per i programmi
nazionali di riforma e i programmi di stabilità e convergenza degli Stati membri
nella riunione di primavera 2013.
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Assistenza finanziaria
I meccanismi europei di assistenza finanziaria sono in grado di sostenere gli Stati
membri dell’UE in difficoltà e, quindi, di preservare la stabilità finanziaria dell’UE
e della zona euro. L’assistenza si configura come prestiti concessi congiuntamente da UE (tramite il MESF), FESF e FMI. È legata a una condizionalità macroeconomica, i cui dettagli sono negoziati fra lo Stato membro richiedente assistenza e i
prestatori ufficiali e sanciti da un memorandum d’intesa.
Nell’arco dell’anno è proseguito il sostegno a Grecia, Irlanda e Portogallo. Nel
2012 sia Cipro sia la Spagna hanno chiesto assistenza finanziaria, la seconda
specificamente per il settore bancario.
Klaus Regling,
amministratore delegato
del Fondo europeo di
stabilità finanziaria,
Christine Lagarde, direttore
del Fondo monetario
internazionale, JeanClaude Juncker, presidente
dell’Eurogruppo, e
Olli Rehn, vicepresidente
della Commissione
responsabile per gli affari
economici e monetari e
l’euro, alla riunione
dell’Eurogruppo del
20 febbraio.
Grecia: secondo programma di aggiustamento
macroeconomico
Per sostenere gli sforzi del governo greco volti a rilanciare l’economia del paese,
il 2 maggio 2010 gli Stati membri della zona euro hanno concordato un programma triennale (15) atto ad accordare alla Grecia prestiti bilaterali per un totale di
80 miliardi di euro (importo ridotto infine di 2,7 miliardi perché la Slovacchia ha
deciso di non aderire all’accordo sul programma di prestiti alla Grecia e l’Irlanda
e il Portogallo si sono ritirati dall’accordo quando hanno chiesto essi stessi assistenza finanziaria). Sommati ai 30 miliardi di euro previsti da un accordo di
stand-by con l’FMI, tali prestiti hanno formato un pacchetto di 110 miliardi di
euro.
Dal 2010 la Commissione, la BCE e l’FMI, in composizione di troika, assistono la
Grecia nel compito di avviare l’economia verso la sostenibilità. La Grecia ha realizzato grandi aggiustamenti di bilancio in circostanze eccezionalmente difficili.
Insieme all’FMI, i paesi della zona euro hanno a tutt’oggi impegnato 237,3 miliardi di euro di finanziamenti a favore della Grecia per il periodo fino al 2014. I
creditori del settore privato contribuiscono con altri 106 miliardi di euro, risultato
contabile dell’operazione di ristrutturazione del debito, che ha ridotto del 53,5 %
il valore nominale del loro investimento.
Nel secondo programma concordato a marzo (16), gli Stati membri della zona
euro, tramite il FESF, e l’FMI hanno impegnato gli importi non erogati del primo
programma maggiorandoli di 130 miliardi di euro per gli anni 2012-2014. Durante questo periodo il FESF è autorizzato, fatte salve le conclusioni tratte dai riesami, a impegnare un importo complessivo di 144,7 miliardi di euro (compresi gli
importi già impegnati o erogati per la partecipazione del settore privato e la ricapitalizzazione delle banche), mentre l’FMI darà un contributo di 28 miliardi di euro
in quattro anni.
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finanziaria
A metà dicembre l’Eurogruppo ha approvato formalmente la seconda erogazione
nel quadro del secondo programma di aggiustamento economico per la Grecia, a
seguito del completamento delle procedure nazionali pertinenti e dopo avere riesaminato l’esito dell’operazione di riacquisto del debito eseguita dalla Grecia, che
porterà a una sostanziale riduzione del rapporto debito-PIL. L’Eurogruppo ha ribadito che l’operazione, insieme alle iniziative da esso concordate il 27 novembre e
alla completa attuazione del programma di aggiustamento, dovrebbe riportare il
debito pubblico greco su un percorso sostenibile, vale a dire al 124 % del PIL nel
2020. La Grecia e gli altri Stati membri della zona euro sono disposti a prendere
ulteriori misure, se necessario, per far sì che l’obiettivo sia raggiunto. Su questa
base gli Stati membri hanno autorizzato il FESF a erogare la rata successiva per
un importo totale di 49,1 miliardi di euro, di cui 34,3 miliardi pagati a dicembre.
SINTESI DEI VERSAMENTI, IN MILIARDI DI EURO
Primo programma
Versamento
Zona euro/FESF
FMI
Totale
Maggio 2010
14,5
5,5
20,0
Settembre 2010
6,5
2,6
9,1
Dicembre 2010/gennaio 2011
6,5
2,5
9,0
Marzo 2011
10,9
4,1
15,0
Luglio 2011
8,7
3,2
11,9
Dicembre 2011
5,8
2,2
8,0
Totale versato nel quadro
del primo programma
52,9
20,1
73,0
Secondo programma
Versamento
FESF
FMI
Totale
Marzo-giugno 2012 (*)
74
1,6
75,6
Dicembre 2012 (**)
34,3
—
34,3
Totale versato nel quadro
del secondo programma
108,3
1,6
109,9
Totale
161,2
21,7
182,9
(*) Il primo versamento nel quadro del secondo programma si è articolato in sette quote da
marzo a giugno 2012.
(**) Il secondo versamento ammonta complessivamente a 52,34 miliardi di euro (FESF e FMI)
ed è effettuato in varie quote.
Task force per la Grecia
La task force messa a disposizione della Grecia per fornirle assistenza tecnica
nell’attuazione dell’impegnativo programma di riforme — in tema di fisco, mercati del lavoro, sanità, ordinamento giudiziario, pubblica amministrazione, energia, trasporti e tutta una serie di altre riforme — ha proseguito i lavori nel
2012 (17), ma il ritmo delle riforme è risultato più lento del previsto a causa della
situazione elettorale nel paese. Con la formazione del nuovo governo greco,
nell’ultima parte dell’anno il processo ha ricevuto nuovo impulso.
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Irlanda
L’assistenza esterna concordata per l’Irlanda ammonta a un massimo di 67,5 miliardi di euro in tre anni (con un contributo del MESF di 22,5 miliardi di euro)
nell’ambito di un pacchetto globale di 85 miliardi di euro (compresi i contributi
della stessa Irlanda).
SINTESI DEI VERSAMENTI, IN MILIARDI DI EURO
Versamenti
FESF
MESF
FMI (*)
Bilaterale (**)
Totale
Primo trimestre 2011
3,6
8,4
5,8
0,0
17,8
Secondo trimestre 2011
0,0
3,0
1,4
0,0
4,4
Terzo trimestre 2011
3,0
2,5
1,5
0,5
7,5
Quarto trimestre 2011
2,8
0,0
3,9
0,5
7,2
Primo trimestre 2012
2,7
4,5
3,2
0,7
11,1
Secondo trimestre 2012
0,0
2,3
1,4
0,5
4,2
Terzo trimestre 2012
0,0
0,0
0,9
0,7
1,6
Quarto trimestre 2011
0,0
1,0
0,9
—
1,9
Totale versato 2011-2012
12,1
21,7
19
2,9
55,7
Da versare
5,6
0,8
3,5
1,9
11,8
Totale impegni
17,7
22,5
22,5
4,8
67,5
(*) Gli importi relativi all’FMI sono basati sul tasso di cambio euro-diritti speciali di prelievo
e possono quindi risultare differenze.
(**) I versamenti bilaterali comprendono Danimarca, Regno Unito e Svezia.
Portogallo
L’assistenza concordata per il Portogallo ammonta a un importo fino a 78 miliardi
di euro in tre anni, di cui 26 miliardi a carico del MESF.
SINTESI DEI VERSAMENTI, IN MILIARDI DI EURO
Versamenti
FESF
MESF
FMI (*)
Totale
Maggio-settembre 2011
5,9
13,5
6,1
25,5
Quarto trimestre 2011
—
0,6
4,0
4,6
Primo trimestre 2012
3,8
1,5
2,8
8,1
Secondo trimestre 2012
5,2
4,5
5,2
14,9
Terzo trimestre 2012
2,6
—
1,4
4,0
Quarto trimestre 2012
0,8
2,0
1,5
4,3
Totale versato 2011-2012
18,3
22,1
21,1
61,4
Da versare
7,7
3,9
4,9
16,5
Totale impegni
26
26
26
78
(*) Gli importi relativi all’FMI sono basati sul tasso di cambio euro-diritti speciali di prelievo
e possono quindi risultare differenze.
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finanziaria
Spagna
La Spagna ha richiesto assistenza finanziaria per il settore finanziario nazionale
il 25 giugno. Fra le condizioni specifiche al settore finanziario figurano misure
volte ad accrescere la resilienza a lungo termine del settore bancario, ripristinandone così l’accesso al mercato, e a fare efficacemente fronte alla massa di attività finanziarie conseguenti all’esplosione della bolla immobiliare. L’accordo è
stato approvato dall’Eurogruppo nella riunione tenuta a Bruxelles il 20 luglio,
mentre il memorandum d’intesa e l’accordo sullo strumento di assistenza finanziaria sono stati firmati successivamente.
Le clausole e le condizioni dell’assistenza al settore finanziario sono state negoziate fra le autorità spagnole e la Commissione europea, di concerto con la BCE e
l’Autorità bancaria europea, e con l’assistenza tecnica dell’FMI.
Nella riunione del 4 dicembre dell’Eurogruppo i ministri delle finanze della zona
euro si sono espressi a favore della decisione del MES di autorizzare l’erogazione
di un importo massimo di 39,5 miliardi di euro alla Spagna (18), che costituisce la
prima quota del programma per il settore finanziario del paese. Durante la riunione i ministri hanno esaminato i progressi del programma di ricapitalizzazione
delle banche in Spagna, adottato a luglio per riformare radicalmente i segmenti
deboli del settore bancario spagnolo. I fondi di questa erogazione saranno utilizzati per rafforzare gli istituti finanziari colpiti più duramente, nonché per capitalizzare una società di gestione patrimoniale di nuova creazione che acquisterà e
gestirà le attività improduttive delle banche. In un filone collegato, la Commissione ha concluso che i piani di ristrutturazione di quattro banche spagnole sono in
linea con le norme dell’UE in materia di aiuti di Stato. L’approvazione della Commissione apre la strada all’erogazione di aiuti alle banche da parte del MES.
Cipro
Confrontato a perturbazioni del settore bancario e a squilibri macroeconomici,
Cipro ha richiesto assistenza finanziaria all’Unione europea e al Fondo monetario
internazionale. Sono stati compiuti notevoli progressi verso un eventuale programma di assistenza macrofinanziaria per Cipro che preveda un significativo
aggiustamento finanziario, di bilancio e strutturale, come indicato nel progetto di
memorandum d’intesa concordato a livello di personale il 23 novembre. I ministri
delle finanze della zona euro, riuniti il 13 dicembre, hanno giudicato favorevolmente il fatto che le autorità del paese stiano dando prova di impegno nei confronti di tali riforme e che il parlamento cipriota abbia approvato una prima serie
di misure concordate con le istituzioni internazionali. L’Eurogruppo ha preso nota
dei risultati intermedi dell’analisi (basata su un esercizio di «due diligence») del
fabbisogno del settore finanziario cipriota, i cui parametri principali sono complessivamente risultati in linea con le aspettative sulle quali si basano le discussioni del programma. I risultati definitivi sono attesi per inizio 2013.
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Riforma del settore finanziario: investire
nella fiducia
Verso l’unione bancaria
Le vulnerabilità del settore bancario hanno un impatto negativo sulla crisi del
debito sovrano. Gli anelli di retroazione negativa fra i bilanci di singoli Stati
membri e alcune delle loro banche costituiscono una minaccia per la stabilità finanziaria nell’UE. Visto l’accentramento delle competenze monetarie e la più
stretta integrazione finanziaria che caratterizzano la zona euro, si pongono rischi
specifici di effetti di ricaduta transfrontalieri in caso di crisi bancarie. Il coordinamento della vigilanza bancaria nazionale non è più un’opzione sufficiente per la
zona euro: appare necessario passare a un sistema integrato, a una «unione
bancaria».
Nel corso dell’anno sono stati compiuti notevoli progressi verso la creazione di
un’unione bancaria sostenibile, un insieme comune di norme cui attenersi per
esercitare la vigilanza e per far fronte in altri modi alle ricadute transfrontaliere
dei problemi bancari e, in particolare, per spezzare il circolo vizioso di debito
bancario e debito sovrano.
In maggio la Commissione ha quindi invitato, in una prospettiva a più lungo termine di integrazione economica e di bilancio, alla creazione di un’unione bancaria
per ripristinare la fiducia nelle banche e nell’euro. Contestualmente occorre
completare le riforme in atto del quadro normativo unionale sul settore finanziario, a tutela dell’integrità del mercato unico. Passi rapidi e decisivi sono necessari
su entrambi i fronti. In tale contesto, nelle riunioni di giugno e ottobre il Consiglio
europeo ha chiesto l’istituzione di un meccanismo di vigilanza unico per le banche
che sia vincolante per gli Stati membri della zona euro ma aperto, per quanto
possibile, alla partecipazione degli Stati membri che non vi appartengono. Una
siffatta vigilanza integrata è necessaria per far sì che almeno tutti gli Stati
membri della zona euro possano nutrire totale fiducia nella qualità e nell’imparzialità della vigilanza bancaria e che si apra così la strada alla ricapitalizzazione
diretta, da parte del meccanismo europeo di stabilità, delle banche che non riescono a raccogliere capitale sui mercati.
La proposta di istituire un meccanismo di vigilanza unico (19), presentata a settembre dalla Commissione, è un elemento chiave per il rafforzamento dell’unione
economica e monetaria. A metà dicembre il Consiglio ha raggiunto un ampio accordo sulle modalità di funzionamento del meccanismo di vigilanza unico. Nel
compiacersi dell’intesa raggiunta, il Consiglio europeo ha invitato i colegislatori a
raggiungere celermente un accordo definitivo su tale meccanismo in modo da
consentirne l’attuazione quanto prima possibile.
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Funzionamento del meccanismo di vigilanza unico
Al meccanismo di vigilanza unico partecipano la Banca centrale europea e le
autorità nazionali competenti. La BCE sarà responsabile del funzionamento
complessivo e, secondo le proposte avanzate, avrà poteri di vigilanza diretta
su talune banche della zona euro, benché con modalità differenti e in stretta
collaborazione con le autorità di vigilanza nazionali. Gli Stati membri non
appartenenti alla zona euro che lo desiderino potranno partecipare al meccanismo di vigilanza unico instaurando una cooperazione stretta.
I compiti di politica monetaria della BCE saranno rigorosamente separati da
quelli di vigilanza per scongiurare potenziali conflitti d’interesse fra gli obiettivi della politica monetaria e quelli della vigilanza prudenziale. A tal fine sarà
istituito in seno alla BCE un consiglio di vigilanza competente nella preparazione delle attività in materia. I paesi non appartenenti alla zona euro che
partecipano al meccanismo di vigilanza unico avranno pieni e pari diritti di
voto nel consiglio di vigilanza. I progetti di decisione presentati dal consiglio
di vigilanza saranno ritenuti adottati a meno che siano respinti dal consiglio
direttivo della BCE.
I compiti non attribuiti alla BCE resteranno alle autorità di vigilanza nazionali,
le quali manterranno, ad esempio, le competenze in materia di tutela dei
consumatori, lotta contro il riciclaggio di capitali, servizi di pagamento e succursali di banche di paesi extra-UE. Resteranno di competenza dell’Autorità
bancaria europea l’ulteriore sviluppo del corpus unico di norme sui servizi
finanziari nell’Unione e la convergenza e la coerenza delle pratiche di
vigilanza.
Le proposte prevedono modifiche del regolamento istitutivo dell’Autorità bancaria europea, in particolare riguardo alle modalità di voto, al fine di assicurare un
processo decisionale equo ed efficace nel mercato unico: esse mirano infatti a
evitare che i paesi partecipanti al meccanismo di vigilanza unico esercitino un’indebita egemonia nel consiglio delle autorità di vigilanza dell’Autorità bancaria
europea.
La BCE assumerà i compiti di vigilanza nel quadro del meccanismo di vigilanza
unico il 1º marzo 2014 o, se successiva, alla data che segna i 12 mesi dell’entrata
in vigore della legislazione pertinente, subordinatamente ad accordi operativi. A
dicembre il testo si trovava ancora nella fase di negoziato a tre con il Parlamento
e il Consiglio.
Riunione straordinaria del
Consiglio europeo: tavola
rotonda del 22 novembre.
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In giugno la Commissione ha adottato la proposta relativa a norme unionali di
risanamento e di risoluzione delle crisi bancarie (20), intesa a garantire che, in
futuro, le autorità abbiano i mezzi per intervenire risolutamente, sia prima che
emergano problemi nella situazione di una banca sia in una fase precoce, qualora
i problemi siano già palesi. Inoltre, se la situazione finanziaria della banca si deteriora fino all’irreparabilità, la proposta assicura che si possano preservare le
funzioni essenziali dell’istituto e che, in caso di dissesto, i costi della ristrutturazione e della risoluzione della crisi siano a carico dei proprietari e dei creditori e
non dei contribuenti.
La crisi finanziaria ha altresì messo in luce l’inadeguatezza degli strumenti di cui
le autorità pubbliche dispongono per gestire le crisi delle banche che operano
sugli attuali mercati mondiali. Per mantenere servizi finanziari essenziali per i
cittadini e le imprese, i governi hanno dovuto iniettare denaro pubblico nel sistema bancario ed emettere garanzie in uno sforzo senza precedenti: tra ottobre
2008 e ottobre 2011 la Commissione ha approvato aiuti di Stato a favore degli
enti finanziari pari a 4 500 miliardi di euro (equivalenti al 37 % del PIL dell’UE).
Così facendo si sono evitati pesanti fallimenti bancari e sconvolgimenti economici, ma si è addossato ai contribuenti il deterioramento delle finanze pubbliche e
non si è chiarito come si debbano affrontare le eventuali difficoltà delle grandi
banche transfrontaliere.
La crisi finanziaria ha altresì evidenziato chiaramente la necessità di modalità più
solide di gestione delle crisi a livello nazionale, nonché la necessità di istituire
meccanismi più adatti a far fronte ai dissesti bancari transfrontalieri. Durante la
crisi, il dissesto ha interessato varie banche di alto profilo (Fortis, Lehman Brothers, banche islandesi, Anglo Irish Bank, Dexia), mettendo in luce le gravi carenze
dei meccanismi esistenti. In assenza di meccanismi atti a organizzare una liquidazione ordinata, gli Stati membri dell’UE non hanno avuto alternative al salvataggio del settore bancario con fondi pubblici.
La proposta di introdurre norme che regolino il risanamento e la risoluzione delle
crisi delle banche nell’insieme dell’UE è tesa a modificare questa situazione. Al
riguardo il Consiglio europeo di dicembre ha esortato i colegislatori ad approvare
le proposte in questione (oltre a quella citata, la proposta sui sistemi di garanzia
dei depositi, cfr. infra) prima di giugno 2013, affinché possano essere recepite
dagli Stati membri in via prioritaria.
Il Consiglio europeo ha affermato che, in un contesto in cui la vigilanza bancaria
è trasferita effettivamente a un meccanismo di vigilanza unico, sarà necessario
un meccanismo di risoluzione unico, dotato dei poteri atti ad assicurare che
qualsiasi banca in uno Stato membro partecipante possa essere assoggettata a
risoluzione mediante gli strumenti opportuni. Ha chiesto alla Commissione di
avanzare una proposta in questo senso nel 2013.
Il Consiglio europeo di dicembre ha inoltre invitato i colegislatori a raggiungere un
accordo sulle nuove norme relative ai requisiti patrimoniali delle banche, proposte
dalla Commissione europea nel 2011 (le cosiddette «CRD IV»). Le norme CRD IV
sono fondamentali per la stabilità finanziaria e rivestono la massima priorità per
l’elaborazione di un corpus unico di norme per le banche.
La proposta della Commissione relativa ai sistemi di garanzia dei depositi, sul
tavolo dal 2010, è un altro aspetto importante del corpus unico di norme per le
banche. Si deve assicurare che in ciascuno Stato membro funzioni un sistema di
garanzia dei depositi totalmente coperto. Il Consiglio europeo di dicembre ha invitato a raggiungere un accordo sulla proposta prima di giugno 2013.
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Infine, il corpus unico di norme potrebbe riguardare anche la struttura del settore
bancario. Il rapporto Liikanen, elaborato dal gruppo di esperti ad alto livello della
Commissione sulla riforma strutturale del settore bancario dell’UE (presieduto da
Erkki Liikanen, governatore della Banca di Finlandia) e pubblicato in ottobre, ha
proposto soluzioni per la separazione delle attività di raccolta di depositi da
quelle che presentano rischi maggiori. Le idee avanzate nel rapporto sono all’esame della Commissione.
Tutela dei consumatori nel settore dei servizi
finanziari
La mancanza di trasparenza, la scarsa consapevolezza dei rischi e la gestione
inconsistente dei conflitti d’interesse hanno avuto come conseguenza che in tutta
l’UE sono stati ripetutamente venduti ai consumatori prodotti di investimento e
assicurativi inadatti al loro profilo. La fiducia dei consumatori nel settore finanziario è stata scossa. Inoltre, l’evoluzione della legislazione vigente non ha tenuto
il passo della sempre maggiore complessità dei servizi finanziari.
Soltanto intervenendo per colmare queste carenze si può riconquistare la fiducia
dei consumatori, dando salde fondamenta alla crescita nell’UE. Per riconquistare
la fiducia dei consumatori e rilanciare la crescita economica a medio e lungo
termine occorrono mercati al dettaglio forti e ben regolamentati che collochino
l’interesse del consumatore al primo posto. Per questo la Commissione ha presentato un pacchetto normativo che elimina le lacune e rafforza le norme a beneficio dei consumatori. In particolare, il pacchetto propone nuove norme favorevoli ai consumatori in materia di informazioni sugli investimenti, eleva gli standard
per la consulenza e rafforza alcune norme sui fondi d’investimento per garantire
che siano sicuri.
Il pacchetto si compone di tre proposte legislative: la proposta di regolamento sui
documenti contenenti le informazioni chiave per i prodotti d’investimento al dettaglio preassemblati (21), la revisione della direttiva sull’intermediazione assicurativa (22) e una proposta volta al rafforzamento della tutela degli acquirenti di
fondi d’investimento (materia attualmente disciplinata dalla direttiva sugli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari) (23).
Queste disposizioni miglioreranno il contesto giuridico e normativo dei mercati
post-negoziazione nell’Unione europea e integreranno il T2S, l’iniziativa dell’Eurosistema volta a istituire un meccanismo unico di regolamento in Europa.
A novembre sono entrate in vigore le norme che vietano i credit default swap su
emittenti sovrani in assenza della disponibilità dei titoli e le vendite allo scoperto
di titoli azionari o di debito sovrano (24).
Verso fine 2012 è entrato in vigore un nuovo regolamento (25) volto ad accrescere
la trasparenza degli strumenti derivati e a ridurre il rischio di tali strumenti negoziati fuori borsa.
Il video «Uscire più forti
dalla crisi».
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PROGRAMMA DI REGOLAMENTAZIONE FINANZIARIA DELLA COMMISSIONE
EUROPEA NEL CONTESTO DELLA CRISI FINANZIARIA E DEGLI IMPEGNI
ASSUNTI NELL’AMBITO DEL G20 ( 26 )
RIFORME PROPOSTE DALLA COMMISSIONE EUROPEA, ADOTTATE O IN VIA DI ADOZIONE DA PARTE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
BANCHE E IMPRESE DI ASSICURAZIONE
Luglio 2010
MERCATI FINANZIARI
Terza direttiva sui requisiti patrimoniali (CRD III):
nuove norme in materia di remunerazione, requisiti
prudenziali e governance degli istituti finanziari (*)
CONSUMATORI
Revisione della direttiva relativa ai sistemi
di garanzia dei depositi (*)
Revisione della direttiva relativa ai sistemi
di indennizzo degli investitori
Settembre 2010
Istituzione del Comitato europeo per il rischio sistemico e delle autorità europee di vigilanza per le banche, gli strumenti finanziari e i mercati,
nonché le assicurazioni (*)
Regolamento sui derivati fuori borsa (*)
Regolamento relativo alle vendite allo
scoperto e ai credit default swap (*)
Direttiva sui fondi speculativi (hedge funds)
e sui fondi di private equity (*)
Ottobre 2010
Riforma delle agenzie di rating del credito
(seconda parte) (*)
Dicembre 2010
Regolamento sull’area unica dei pagamenti
in euro (SEPA)
Marzo 2011
Luglio 2011
Direttiva sul credito ipotecario
Revisione della direttiva sui requisiti patrimoniali
per le banche (CRD IV) (*)
Raccomandazione sull’accesso a un conto
bancario di base
Revisione della direttiva relativa ai mercati degli strumenti finanziari (MIFID)
e nuove misure contro gli abusi di mercato (*)
Ottobre 2011
Revisione delle direttive sulla contabilità e sulla trasparenza
Novembre 2011
Riforma delle agenzie di rating del credito (terza parte) (*)
Riforma del settore della revisione dei conti
Dicembre 2011
Proposta di regime per il venture capital
Proposta relativa ai depositari centrali
di titoli
Marzo 2012
Giugno 2012
Proposta relativa a un quadro di prevenzione e gestione delle crisi per gli istituti bancari (*)
Direttiva sui prodotti d’investimento
al dettaglio preassemblati (PRIPS)
Luglio 2012
Settembre 2012
Riesame della direttiva sull’intermediazione
assicurativa
Unione bancaria: proposte relative
a un meccanismo di vigilanza unico
Riesame della direttiva sugli OICVM
(*) Proposte del G20.
Proposte adottate dall’Unione europea
Proposte della Commissione in discussione in Parlamento e in Consiglio
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finanziaria
Sistema bancario ombra
Nel contesto della riforma del settore finanziario si sono rese necessarie misure
volte a far fronte al settore in crescita delle attività creditizie extrabancarie, ovvero al «sistema bancario ombra», che finora non è stato al centro dell’attenzione
nell’attività di regolamentazione e vigilanza in materia prudenziale. All’interno del
sistema finanziario, il sistema bancario ombra svolge funzioni importanti, ad
esempio creando ulteriori fonti di finanziamento e offrendo agli investitori alternative ai depositi bancari. Può però porre altresì una potenziale minaccia alla
stabilità finanziaria di lungo periodo, sia in quanto può andare ad accrescere le
fonti incognite di rischi che vengono ad accumularsi nel settore finanziario, sia a
causa dei potenziali effetti di ricaduta sul sistema bancario formale.
In marzo la Commissione ha presentato un libro verde (27) che esamina le misure
vigenti e propone un quadro normativo imperniato sui settori della gestione patrimoniale, dei prestiti di titoli e operazioni pronti contro termine e della cartolarizzazione. Nei primi mesi del 2013 sarà proposto un atto normativo.
Agenzie di rating del credito
Le modifiche del regolamento relativo alle agenzie di rating del credito sono state
concordate da Parlamento e Consiglio in novembre. Le nuove norme renderanno
le agenzie di rating maggiormente responsabili del proprio operato, in quanto i
rating non sono mere opinioni; l’agenzia sarà pertanto ritenuta responsabile nei
casi in cui, per negligenza o intenzionalmente, danneggia un investitore. Il regolamento incoraggerà la concorrenza, introducendo ad esempio regole di rotazione,
sebbene limitate a strumenti finanziari strutturati complessi. Le nuove norme
aumenteranno l’indipendenza delle agenzie di rating e preverranno conflitti d’interesse assoggettando a restrizioni i titolari di partecipazioni azionarie importanti.
A garanzia di sufficiente indipendenza delle agenzie di rating del credito, agli investitori sarà vietato possedere simultaneamente posizioni importanti in più di
una di esse.
Le agenzie di rating del credito sono tra i protagonisti del mondo della finanza, in
quanto la loro attività ha un impatto diretto su quella di investitori, mutuatari,
emittenti e pubbliche amministrazioni. Ad esempio, il declassamento di una società può ripercuotersi sul capitale che la banca deve detenere e il declassamento
di un debito sovrano rende più oneroso l’indebitamento del paese. Nonostante la
legislazione europea adottata sulle agenzie di rating del credito nel 2009 e 2010,
l’evoluzione nell’ambito della crisi del debito nella zona euro ha dimostrato che il
quadro normativo attualmente in vigore non è sufficiente; nel novembre 2011 la
Commissione ha pertanto presentato proposte intese a potenziarlo ulteriormente
e a combatterne le principali debolezze.
Nel novembre 2012 si è raggiunto un accordo politico a livello UE su norme
supplementari per le agenzie di rating del credito, volte a ridurre l’eccessiva dipendenza dai rating, a sopprimere i conflitti d’interesse e a istituire un regime di
responsabilità civile. Le agenzie di rating dovranno essere più trasparenti nel valutare gli Stati sovrani, rispettare regole temporali sui rating sovrani e giustificare
i tempi di pubblicazioni di rating non richiesti del debito sovrano. Dovranno rispettare norme più rigorose che terranno le agenzie maggiormente responsabili degli
errori commessi intenzionalmente o per negligenza: un aspetto rilevante, in
quanto i rating hanno un impatto diretto sui mercati finanziari e sull’economia in
generale e quindi sulla prosperità dei cittadini europei.
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Requisiti patrimoniali
Sono state proposte norme europee volte a rafforzare la regolamentazione del
settore bancario (pacchetto CRD IV) (28), sulle quali si deve ancora raggiungere un
accordo in sede di Consiglio.
Imposta sulle transazioni finanziarie
Nel 2012 l’introduzione a livello europeo di un’imposta sulle transazioni finanziarie è stata considerata una questione prioritaria: l’imposta sulle transazioni finanziarie proposta dalla Commissione nel 2011 (29) aiuterebbe il settore finanziario
a dare il giusto contributo alle finanze pubbliche e a partecipare al costo del rilancio delle economie europee.
Inoltre, questa imposta ridurrebbe considerevolmente i contributi degli Stati
membri al bilancio dell’UE. In maggio il Parlamento europeo ha sostenuto con
forza la proposta della Commissione, ma il 22 giugno è emerso chiaramente che
l’introduzione dell’imposta proposta dalla Commissione non avrebbe raccolto
l’unanimità del Consiglio. In ottobre 11 Stati membri (30) hanno trasmesso una
lettera alla Commissione chiedendo l’avvio di una procedura di cooperazione
rafforzata al riguardo, che avrebbe consentito loro di procedere all’introduzione
di tale misura. Nella riunione del Consiglio «Economia e finanza» del 13 novembre
i Paesi Bassi hanno manifestato interesse a aderire al gruppo a determinate
condizioni. Il 12 dicembre il Parlamento europeo ha approvato la procedura con
una maggioranza schiacciante (81 % dei voti espressi), mentre in seno al Consiglio proseguono le discussioni per autorizzare il gruppo ristretto di Stati membri
a introdurre un’imposta sulle transazioni finanziarie armonizzata; per decidere al
riguardo è necessaria la maggioranza qualificata. Una volta ottenuta l’autorizzazione, la Commissione presenterà una proposta su contenuti, ambito e specifiche
di attuazione dell’imposta.
Aiuti di Stato
Il ruolo svolto dalla Commissione nell’ambito delle norme sugli aiuti di Stato (31)
ha assicurato un approccio coordinato nella ristrutturazione del sistema bancario
mantenendo nel contempo condizioni di parità. Le norme in materia di aiuti di
Stato per le banche nel contesto della crisi perseguono un triplice obiettivo:
mantenere una situazione di concorrenza leale nel mercato interno, salvaguardare la stabilità finanziaria e ristrutturare le imprese beneficiarie di aiuti per garantirne la sostenibilità finanziaria a lungo termine senza sostegno pubblico. Alle
banche è stato chiesto di abbandonare i modelli aziendali insostenibili basati su
un indebitamento eccessivo e su un ricorso esagerato al finanziamento all’ingrosso a breve termine, esortandole a tornare a concentrarsi sulle attività fondamentali. La Commissione è l’unica istituzione che impone esplicitamente condizioni di ripartizione degli oneri in caso di salvataggio con fondi pubblici,
contribuendo così a ridurre il rischio morale in futuro, e che esige misure proporzionate per limitare le distorsioni della concorrenza indotte dagli aiuti.
Durante tutto il 2012 la Commissione ha continuato a ricorrere al controllo degli
aiuti di Stato per contribuire al risanamento del settore finanziario. Anche le
banche che si appoggiano pesantemente sugli aiuti di Stato possono rimanere nel
mercato se per alcune parti delle loro attività vi sono prospettive realistiche di
ritorno alla sostenibilità finanziaria, a condizione che riducano notevolmente le
dimensioni e modifichino radicalmente il modello aziendale per concentrarsi
soltanto sulle attività sostenibili sotto il profilo finanziario. La Commissione si
accerta in questo modo che le banche non usino più di quanto necessario il denaro dei contribuenti per ristrutturarsi e che in futuro siano in grado di funzionare
senza sostegno pubblico. Ripristinare un settore finanziario più sano, in grado di
finanziare l’economia reale, è indispensabile per la ripresa economica in Europa.
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Questo approccio è ben illustrato, ad esempio, dall’approvazione della ristrutturazione del Banco Português de Negócios (BNP), il cui piano di ristrutturazione
prevede la cessione di BNP al Banco BIC Portugal.
La Commissione si è occupata anche di una serie di casi di aiuto alla ristrutturazione di banche regionali tedesche (Landesbanken) che in precedenza si appoggiavano pesantemente sugli aiuti di Stato: sono state considerevolmente ristrutturate con prospettive realistiche di ritorno alla sostenibilità finanziaria. In luglio
la Commissione ha portato a termine gli ultimi due casi, BayernLB e NordLB: è
stato loro concesso di rimanere nel mercato a condizione di modificare il modello
aziendale per concentrarsi soltanto sulle attività sostenibili sotto il profilo finanziario. In particolare la Commissione ha imposto una sostanziale riduzione alla
BayernLB, con l’obbligo di restituire 5 miliardi di euro degli aiuti di salvataggio in
eccesso rispetto all’aiuto di stato minimo necessario alla ristrutturazione della
banca.
Nel mese di maggio la Commissione ha altresì reagito al parziale annullamento,
da parte del Tribunale, della decisione del 2009 concernente la società ING con
una nuova decisione di ristrutturazione — corredata dell’analisi supplementare
richiesta dal Tribunale — che conferma che il piano ING presentato nel 2009
permette di ripristinare la sostenibilità sotto il profilo finanziario e attenua le distorsioni della concorrenza.
In dicembre la Commissione ha approvato la risoluzione ordinata del gruppo
Dexia. Dal 2008 la Dexia beneficiava di sostanziali misure di sostegno pubblico,
autorizzate in base a un piano di ristrutturazione della Commissione nel 2010.
Poiché la Dexia non è riuscita ad applicare il piano di ristrutturazione e si è trovata
in ulteriori difficoltà, Belgio, Francia e Lussemburgo hanno riconosciuto la necessità di procedere alla risoluzione del gruppo Dexia. Nel ridimensionamento del
gruppo residuo, l’entità belga è stata acquistata dallo Stato belga e rinominata
Belfius, mentre le principali attività francesi riguardanti strumenti di prestito a
enti locali sono diventate parte di una nuova banca di sviluppo in Francia.
Il controllo degli aiuti di stato è stato decisivo anche nella valutazione, da parte
della Commissione, dei piani di ristrutturazione delle banche nei paesi sottoposti
a programma. In questo ambito il ruolo della Commissione è notevolmente evoluto negli ultimi mesi: nel caso della Spagna si è avvicinato a una procedura di
risoluzione (32). La Commissione ha sempre svolto un ruolo centrale nella risoluzione delle crisi delle banche, ma recentemente i suoi poteri sono stati rafforzati
nel programma spagnolo.
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Il memorandum d’intesa con la Spagna ha subordinato la concessione del sostegno del MES alla ricapitalizzazione delle banche spagnole all’approvazione dei
relativi piani di ristrutturazione da parte della Commissione. Non si sono quindi
potuti erogare finanziamenti prima che la Commissione avesse accertato la
conformità con le proprie norme in materia di aiuti di Stato: ripristino della sostenibilità finanziaria a lungo termine, adeguata ripartizione degli oneri e opportune
limitazioni delle distorsioni della concorrenza. Il meccanismo ha assicurato una
più ampia vigilanza della Commissione nella risoluzione delle crisi delle banche
spagnole e ha determinato un’accelerazione considerevole della procedura: meno
di sei mesi per approvare i piani di ristrutturazione di otto banche spagnole.
La Commissione ha concluso che i piani di ristrutturazione delle quattro banche
spagnole BFA/Bankia, NCG Banco, Catalunya Banc e Banco de Valencia sono in
linea con le norme dell’Unione sugli aiuti di Stato. La radicale ristrutturazione cui
sono state sottoposte BFA/Bankia, NCG Banco e Catalunya Banc ne permetterà la
sostenibilità finanziaria a lungo termine senza un sostegno continuativo dello
Stato. Inoltre, le banche e i rispettivi azionisti contribuiscono adeguatamente ai
costi di ristrutturazione. I piani prevedono infine garanzie sufficienti a limitare le
distorsioni della concorrenza indotte dagli aiuti di Stato. Dato che non potrebbe
tornare alla sostenibilità finanziaria se restasse indipendente, Banco de Valencia
cesserà di esistere come entità a sé stante e sarà ceduto a CaixaBank e integrato
nelle strutture di quest’ultima.
In dicembre la Commissione ha poi approvato i piani di ristrutturazione delle
quattro banche spagnole Liberbank, Caja3, Banco Mare Nostrum e Banco CEISS,
che provvederanno a ripristinarne la sostenibilità finanziaria a lungo termine in
quanto istituti di credito solidi in Spagna. Il Banco CEISS sarà venduto; quanto al
Banco Mare Nostrum e a Liberbank, dovranno essere quotati in borsa prima della
fine del periodo di ristrutturazione. Caja3 cesserà di esistere come entità a sé
stante.
Nel 2012 la Commissione ha proposto una riforma degli aiuti di Stato. Per ulteriori dettagli, cfr. capitolo 3.
La sede di Bankia
a Madrid.
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Finanziare il futuro: garantire entrate
pubbliche sostenibili attraverso un maggiore
coordinamento delle politiche fiscali
La politica fiscale può contribuire al risanamento di bilancio e alla crescita. La
competenza in materia di fiscalità appartiene anzitutto agli Stati membri; in
marzo, nel quadro dell’analisi annuale della crescita, i leader europei hanno
nondimeno invitato gli Stati membri a riesaminare, ove opportuno, i propri sistemi
fiscali. Gli obiettivi perseguiti sono:
eliminare le esenzioni ingiustificate che tendono, in particolare, a ingrossare il
debito;
ampliare la base imponibile;
ridurre l’onere fiscale sul lavoro spostandolo verso forme di imposizione più
favorevoli alla crescita, quali le imposte sul consumo e patrimoniali;
aumentare le imposte ambientali;
migliorare l’efficienza dell’esazione delle imposte e combattere l’evasione
fiscale.
In occasione del Consiglio europeo di marzo, gli Stati membri hanno invitato la
Commissione «a elaborare rapidamente soluzioni concrete per combattere meglio frode ed evasione fiscali, anche in relazione ai paesi terzi, e a riferire in merito
entro giugno 2012». Si stima che, in media, le dimensioni dell’economia sommersa raggiungano negli Stati membri quasi un quinto del PIL, pari a 2 400 miliardi
di euro, con una perdita stimata di circa 1 000 miliardi di euro all’anno in evasione
ed elusione fiscali nell’UE. Tenendo conto della globalizzazione dell’economia e
dei progressi tecnologici, è evidente che iniziative nazionali isolate non permettono di risolvere questo problema.
Rispondendo al Consiglio europeo, la Commissione ha proposto diverse misure
per garantire la sostenibilità e la stabilità delle finanze pubbliche.
Il 2 maggio il Consiglio ha adottato un regolamento (33) che prevede nuove
norme relative alla cooperazione amministrativa in materia di accise, grazie al
quale sarà più facile per gli Stati membri controllare i movimenti di prodotti
soggetti ad accisa e accelerare l’esazione delle relative imposte.
Il 27 giugno la Commissione ha presentato al Consiglio europeo alcune misure
concrete (34) da analizzare ulteriormente, quali le sanzioni minime per i reati
fiscali, il codice di identificazione fiscale transnazionale e una carta UE del
contribuente.
Il 31 luglio la Commissione ha proposto un nuovo strumento (35) di reazione
rapida contro la frode «carosello» sull’IVA, che costa ai bilanci dell’UE e degli
Stati membri diversi miliardi di euro all’anno. Ad esempio, si stima che fra
giugno 2008 e dicembre 2009 siano andate perdute entrate per 5 miliardi di
euro a causa delle frodi sull’IVA legate alle quote di emissioni dei gas a effetto
serra. Nel quadro del meccanismo di reazione rapida proposto, lo Stato
membro che si trovi improvvisamente di fronte a frodi su larga scala in
materia di IVA potrebbe attuare determinate misure di emergenza con
modalità attualmente non consentite nel quadro della legislazione vigente. La
possibilità di utilizzare tale strumento migliorerebbe notevolmente la capacità
di affrontare efficacemente schemi di frode complessi, come la frode
«carosello», e di ridurre perdite finanziarie che sarebbero altrimenti irreparabili.
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Il 6 dicembre la Commissione ha presentato un piano d’azione per la lotta alla
frode fiscale e all’evasione fiscale (36), con misure specifiche che potrebbero
essere attuate rapidamente. Parallelamente la Commissione ha presentato
anche due raccomandazioni volte a incoraggiare gli Stati membri ad attuare
azioni immediate e coordinate contro i paradisi fiscali (37) e la pianificazione
fiscale aggressiva (38). Gli Stati membri sono incoraggiati a individuare,
utilizzando criteri comuni, i paradisi fiscali, a inserirli nelle liste nere nazionali
e a prendere misure atte a convincere i paesi terzi in questione ad applicare le
norme di governance dell’Unione europea. Con la raccomandazione sulla
pianificazione fiscale aggressiva, gli Stati membri sono incoraggiati a rafforzare
le convenzioni contro la doppia imposizione, al fine di colmare le lacune
giuridiche che talune imprese sfruttano per sfuggire all’imposizione.
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NOTE
(1) http://www.european-council.europa.eu/media/639226/10_-_tscg.it.12.pdf
(2) Proposta di regolamento sul rafforzamento della sorveglianza economica e
di bilancio degli Stati membri che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi
difficoltà per quanto riguarda la loro stabilità finanziaria nella zona euro,
COM(2011) 819.
(3) Proposta di regolamento sulle disposizioni comuni per il monitoraggio e la
valutazione dei documenti programmatici di bilancio e per la correzione dei
disavanzi eccessivi negli Stati membri della zona euro, COM(2011) 821.
(4) http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/
ec/131298.pdf
(5) Comunicazione della Commissione «Piano per un’unione economica e
monetaria autentica e approfondita. Avvio del dibattito europeo»,
COM(2012) 777.
(6) http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/
ec/134190.pdf
(7) http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/
ec/134369.pdf
(8) http://www.eurozone.europa.eu/media/582889/08-tesm2.it12.pdf
(9)Sentenza della Corte 27 novembre 2012, causa C-370/12, Pringle.
(10) Comunicazione della Commissione «Analisi annuale della crescita per il
2012», COM(2011) 815.
(11)Relazione della Commissione «Relazione sul meccanismo di allerta»,
COM(2012) 68.
(12) http://ec.europa.eu/economy_finance/indicators/economic_reforms/eip/sbh/
index.cfm
(13) Comunicazione della Commissione «Azione per la stabilità, la crescita e
l’occupazione», COM(2012) 299.
(14) Comunicazione della Commissione «Analisi annuale della crescita 2013»,
COM(2012) 750.
(15) http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/occasional_paper/2010/
pdf/ocp61_en.pdf
(16) http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/occasional_paper/2012/
pdf/ocp94_en.pdf
(17) European Commission, Task force for Greece, Quarterly report, December
2012 (http://ec.europa.eu/commission_2010-2014/president/pdf/qr3_en.pdf).
(18) http://www.esm.europa.eu/about/assistance/spain/index.htm
(19) Comunicazione della Commissione «Una tabella di marcia verso l’Unione
bancaria», COM(2012) 510; proposta di regolamento che attribuisce alla
BCE compiti specifici in merito alle politiche in materia di vigilanza
prudenziale degli enti creditizi, COM(2012) 511; proposta di regolamento
che istituisce l’Autorità europea di vigilanza (Autorità bancaria europea) che
attribuisce alla Banca centrale europea compiti specifici in merito alle
politiche in materia di vigilanza prudenziale degli enti creditizi,
COM(2012) 512.
CREDITI FOTOGRAFICI
ccvision.de, pagina 29
Dominique Faget/AFP, pagina 46
Krebs Photographe, pagina 22
Unione europea, pagine 23, 25, 26, 27, 34, 39
(20) Proposta di direttiva che istituisce un quadro di risanamento e di risoluzione
delle crisi degli enti creditizi e delle imprese di investimento, COM(2012) 280.
(21) Proposta di regolamento relativo ai documenti contenenti le informazioni
chiave per i prodotti d’investimento, COM(2012) 352.
(22) Proposta di direttiva sull’intermediazione assicurativa, COM(2012) 360.
(23)Proposta di direttiva concernente il coordinamento delle disposizioni
legislative, regolamentari e amministrative in materia di taluni organismi di
investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM), per quanto riguarda le
funzioni di depositario, le politiche retributive e le sanzioni, COM(2012) 350.
(24) Regolamento (UE) n. 236/2012 relativo alle vendite allo scoperto e a taluni
aspetti dei contratti derivati aventi ad oggetto la copertura del rischio di
inadempimento dell’emittente (credit default swap) (GU L 86 del 24.3.2012).
(25) Regolamento (UE) n. 648/2012 sugli strumenti derivati OTC, le controparti
centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni (GU L 201 del 27.7.2012).
(26) http://ec.europa.eu/internal_market/finances/policy/map_reform_en.htm
(27) Libro verde della Commissione «Sistema bancario ombra», COM(2012) 102.
(28) http://ec.europa.eu/internal_market/bank/regcapital/new_proposals_en.htm
(29)Proposta di direttiva concernente un sistema comune d’imposta sulle
transazioni finanziarie, COM(2011) 594.
(30)Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo,
Slovacchia, Slovenia e Spagna.
(31) Comunicazione della Commissione «Modernizzazione degli aiuti di Stato
dell’UE», COM(2012) 209.
(32) Nei casi di risoluzione, ad esempio scorporo e cessione delle attività sane di
una banca, l’eventuale sostegno pubblico concesso dagli Stati membri è
considerato aiuto di Stato e richiede l’autorizzazione della Commissione.
(33) Regolamento (UE) n. 389/2012 relativo alla cooperazione amministrativa in
materia di accise (GU L 121 dell’8.5.2012).
(34) Comunicazione della Commissione su modalità concrete di rafforzamento
della lotta alla frode fiscale e all’evasione fiscale, anche in relazione a paesi
terzi, COM(2012) 351.
(35)Proposta di direttiva relativa al sistema comune d’imposta sul valore
aggiunto per quanto riguarda un meccanismo di reazione rapida contro le
frodi in materia di IVA, COM(2012) 428.
(36) Comunicazione della Commissione «Piano d’azione per rafforzare la lotta
alla frode fiscale e all’evasione fiscale», COM(2012) 722.
(37) Raccomandazione 2012/771/UE della Commissione concernente misure
destinate a incoraggiare i paesi terzi ad applicare norme minime di buona
governance in materia fiscale (GU L 338 del 12.12.2012).
(38)Raccomandazione 2012/772/UE della Commissione sulla pianificazione
fiscale aggressiva (GU L 338 del 12.12.2012).
1972
Operaie alla catena di imballaggio di una fabbrica
di candele a Londra.
2012
Tecniche moderne.
CAPITOLO 3
Una crescita più forte
Politiche UE a favore della crescita: Europa 2020
Vent’anni di mercato unico
Il bilancio dell’UE
RELAZIONE GENERALE 2012
C apitolo 3
U na cre s cita pi ù f o rte
La strategia dell’Unione europea a favore della crescita e dell’occupazione,
Europa 2020, era la pietra angolare del programma dell’Unione del 2012 per
le riforme strutturali e il miglioramento della competitività. Proseguendo nella
gestione della crisi, appariva sempre più urgente la necessità di generare
crescita e occupazione sostenibili. La strategia Europa 2020 era stata
completata dal patto per la crescita e l’occupazione alla metà dell’anno, quando
i leader europei hanno dovuto affrontare gli effetti della disoccupazione e le
difficoltà in ambito sociale. Nell’agenda a favore della crescita la fiducia era
stata nuovamente riposta nell’industria manifatturiera e nelle sue possibilità
di svolgere un ruolo più ampio nella strategia, affiancata da una serie di altre
iniziative politiche volte a perseguire un effetto leva in altri settori quali le
tecnologie dell’informazione e della comunicazione, l’agricoltura e la pesca.
Incentivare il potenziale di crescita del mercato unico è stato l’obiettivo centrale
delle attività politiche nell’anno del suo ventesimo anniversario, che è stato
prevalentemente segnato dall’impegno per mobilitare il suo potenziale latente
di creazione di posti di lavoro. Particolarmente risoluti sono stati gli sforzi
prodigati per affrontare le necessità dei meno abbienti e per costruire percorsi
educativi, di formazione e di occupazione.
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Politiche UE a favore della crescita:
Europa 2020
Patto per la crescita
Il Consiglio europeo di dicembre ha passato in rassegna i progressi compiuti nelle
attività volte a promuovere la crescita e l’occupazione; nel 2013 spetterà agli
Stati membri e al Parlamento europeo adottare e attuare le numerose proposte
a favore della crescita presentate dalla Commissione. In particolare il Consiglio
europeo ha esortato i colegislatori a continuare sulla buona strada finora percorsa, che ha consentito di giungere a recenti accordi su numerose proposte dell’Atto
per il mercato unico I, a adottarle senza indugio e a completare le attività relative
all’Atto per il mercato unico II entro la fine della legislatura in corso. Anche un
follow-up rapido e completo al pacchetto per l’occupazione giovanile e alla nuova
comunicazione sull’adeguatezza della regolamentazione dell’Unione europea (1)
contribuirebbe in modo significativo alla ripresa economica.
Istruzione e formazione
Nel semestre europeo 2012 la Commissione ha proposto agli Stati membri raccomandazioni (2) specifiche per paese nel settore dell’istruzione e della formazione, soffermandosi sulle seguenti priorità:
risultati dei paesi per quanto riguarda gi obiettivi di Europa 2020 nel settore
dell’istruzione, ovvero l’abbandono scolastico e il conseguimento di diplomi
universitari o di livello equivalente, comprese le strategie sull’abbandono
scolastico e la qualità dell’istruzione superiore;
riforme della formazione e istruzione professionali, compresi i tirocini, nel
follow-up dell’iniziativa «Opportunità per i giovani/Gruppi d’azione per i giovani»;
affrontare le sfide connesse a determinati gruppi svantaggiati.
Nel contesto delle suddette raccomandazioni è stata sottolineata la necessità di
preservare l’investimento nell’istruzione e nella formazione nell’ambito di un risanamento dei conti pubblici favorevole alla crescita.
Mentre molte delle misure dirette volte ad affrontare la necessità di competenze
e di qualifiche devono essere adottate a livello degli Stati membri, durante l’anno
sono state avviate varie iniziative a livello europeo.
In aprile la Commissione ha avviato la campagna «We mean business» per incoraggiare le imprese a creare più posti per tirocinanti, al fine di migliorare le capacità e l’occupabilità dei giovani. Nel 2012 la Commissione ha fornito sostegno
finanziario per un totale di 130 000 posti di tirocinanti nelle imprese attraverso i
programmi Leonardo da Vinci ed Erasmus, per gli studenti che seguono una formazione professionale o universitaria.
In settembre la Commissione ha avviato un’iniziativa volta a promuovere il riconoscimento delle capacità e delle competenze ottenute in ambienti diversi dalla scuola o
dall’università. L’iniziativa intende accrescere le opportunità lavorative in particolare
dei giovani disoccupati e di chi non possiede molte qualifiche formali quali i lavoratori
in età avanzata e con competenze di livello non elevato. Essa cerca inoltre di ampliare
l’accesso all’istruzione superiore, soprattutto tra gli studenti in età matura. Le priorità
dell’agenda per nuove competenze e per l’occupazione sono state rispettate durante
il 2012, compreso l’avvio della panoramica europea delle competenze e del passaporto europeo delle competenze. Durante l’anno è stata anche pubblicata la prima
versione della classificazione europea delle capacità, delle competenze e delle professioni (European skills, competences and occupations, ESCO), mentre la Commissione ha anche proposto di ammodernare i sistemi di riconoscimento delle qualifiche
professionali e di agevolare la mobilità dei lavoratori all’interno dell’UE.
«La Commissione ha sempre sostenuto che il risanamento
deve essere accompagnato dalla ripresa sostenibile
creata con riforme strutturali unitamente a investimenti
mirati». José Manuel Barroso, presidente
della Commissione europea, 3 luglio 2012.
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In novembre la Commissione ha pubblicato la strategia «Ripensare l’istruzione»,
contenente raccomandazioni su come ammodernare e finanziare i sistemi d’istruzione e formazione in Europa. La strategia comprende il primo monitoraggio
del settore dell’istruzione e della formazione, che riferisce in merito ai progressi
e alle correzioni dei punti deboli nella realizzazione della strategia 2020 per l’istruzione e la formazione. Da un’analisi per paese è emerso quanto siano diversi
tra loro i risultati dei singoli paesi in relazione agli obiettivi, ai benchmark e agli
indicatori nel settore dell’istruzione e della formazione.
Occupazione e inclusione sociale
Il pacchetto occupazione
Il pacchetto è stato pubblicato in aprile (3). Esso cerca di identificare gli strumenti
e i metodi più efficaci per ottenere una ripresa che produca occupazione e delinea
le strategie per migliorare la governance e il coordinamento dell’occupazione
nell’UE.
Il pacchetto sottolinea che le politiche del mercato del lavoro dalla parte dell’offerta, come il miglioramento dell’occupabilità e l’attivazione, sono importanti ma,
nel contesto di scarsità di posti di lavoro, esse devono essere affiancate da opportune misure dalla parte della domanda. Di conseguenza, il pacchetto identifica
misure quali gli incentivi all’assunzione per i nuovi posti di lavoro; una riduzione
della tassazione della manodopera a favore di tasse sull’ambiente, senza effetti
per il bilancio; maggiore sostegno alle imprese in fase di avviamento, al lavoro
autonomo e all’economia sociale quali metodi efficaci di sostenere la domanda.
Il pacchetto segnala inoltre, dalla parte della domanda, l’economia verde, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e i servizi sanitari quali tre
settori in cui si possono creare enormi opportunità lavorative e propone piani
d’azione dettagliati e concreti per sostenere e sviluppare il loro potenziale di
occupazione.
László Andor, commissario
per l’occupazione, gli affari
sociali e l’inclusione,
all’inaugurazione delle
Giornate del lavoro 2012.
Il pacchetto occupazione sottolinea la dinamica del mercato del lavoro identificando elementi chiave quali investire nelle competenze e creare un autentico
mercato del lavoro europeo.
Inoltre, il pacchetto propone di rafforzare la governance della politica dell’occupazione grazie a una migliore partecipazione delle parti sociali alla governance europea, in particolare istituendo, nel pieno rispetto dell’autonomia delle parti sociali,
una tripartita europea per il monitoraggio dell’andamento salariale. Infine, gli
Stati membri sono invitati a presentare il loro «piano nazionale sull’occupazione»
quale parte integrante del loro programma nazionale di riforma.
U na
cre s cita
pi ù
f o rte
Tutela dei diritti a pensione complementare dei lavoratori
che cambiano occupazione
Diversamente dalle pensioni legali di previdenza sociale, coordinate dal regolamento 883/2004/CE (4), i diritti a pensione complementare si possono
perdere quando si cambia lavoro spostandosi da un paese all’altro.
La proposta di direttiva della Commissione del 2005 (5) (modificata nel
2007) (6) ha cercato di affrontare la tematica, ma al Consiglio non è stato
possibile giungere a un accordo.
Il libro bianco della Commissione sulle pensioni (7) del 2012 ha riaperto il
dibattito e la presidenza cipriota ha guidato dibattiti al Consiglio su tale
argomento.
Occupazione dei giovani
L’iniziativa dell’UE «Opportunità per i giovani» (8) ha continuato a essere un elemento fondamentale delle attività volte ad affrontare la disoccupazione giovanile; essa si basa sul consenso degli Stati membri a intervenire in quattro settori
principali: prevenzione dell’abbandono scolastico; sviluppo di competenze che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro; aiutare i giovani a fare le prime
esperienze lavorative e a seguire una formazione sul posto di lavoro, in particolare
attraverso apprendistati e tirocini; aiutare i giovani a entrare nel mercato del lavoro e nel mondo del lavoro.
La Commissione ha avviato un’attività pilota di mobilitazione dei fondi strutturali
con i 15 Stati membri i cui tassi di disoccupazione giovanile erano superiori alla
media UE. I risultati iniziali sono stati incoraggianti. L’iniziativa ha consentito di
mobilitare circa 10,4 miliardi di euro di finanziamenti UE, con almeno 540 000
giovani e 56 000 piccole e medie imprese (PMI) come beneficiari.
Per aiutare i giovani a trovare lavoro in un altro Stato membro, è stato avviato a
livello europeo il sistema «Il tuo primo posto di lavoro EURES». Si tratta di un’iniziativa pilota volta a fornire un servizio di collocamento su misura sia per i giovani
che cercano lavoro sia per i datori di lavoro.
Alla fine del 2012 la Commissione ha presentato una proposta di raccomandazione sulla garanzia per i giovani, che comprende la raccomandazione fondamentale di garantire un’offerta di lavoro, istruzione o formazione qualitativamente
valida entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dalla fine del ciclo
d’istruzione formale, nonché ulteriori raccomandazioni quali orientamenti per
raggiungere tale obiettivo principale.
La campagna «Gioventù in movimento» ha continuato a diffondere informazioni
in merito a possibilità di studio e lavoro all’estero finanziate dall’UE per i giovani.
Nel 2012 Gioventù in movimento ha organizzato manifestazioni in Austria, Belgio,
Cipro, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Portogallo,
Regno Unito, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia e
ha consentito ai giovani di ottenere informazioni su studio, formazione, lavoro o
volontariato in un altro paese.
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Programma di distribuzione di aiuti alimentari e proposta
relativa al Fondo di aiuti europei agli indigenti
Il programma dell’Unione europea per la distribuzione di aiuti alimentari agli indigenti è in vigore dal dicembre 1987, in virtù di un atto del Consiglio che disponeva l’attribuzione di prodotti agricoli prelevati dalle scorte pubbliche di intervento
agli Stati membri che intendessero distribuirli sotto forma di aiuto alimentare alle
persone indigenti dell’Unione. In seguito a un accordo tra il Parlamento europeo e
il Consiglio, il 15 febbraio è stata adottata la nuova normativa (9), che ha effetto
retroattivo al 1º gennaio. Le disposizioni principali del programma rivisto sono le
seguenti.
Il programma continua a essere completamente finanziato dal bilancio UE, con
un massimale di 500 milioni di euro per esercizio finanziario.
Il programma attuale prende fine dopo un periodo di transizione, che dovrebbe
terminare con il completamento del piano annuale 2013.
La base giuridica del programma a favore degli indigenti dell’UE rimane
invariata (articolo 42 e articolo 43, paragrafo 2) per la durata del periodo di
cessazione progressiva.
Gli acquisti di mercato diventano una fonte regolare di approvvigionamento
per il programma, a integrazione delle scorte d’intervento. Nondimeno, se
esistono scorte d’intervento idonee, si farà ricorso in primo luogo a queste.
Gli Stati membri scelgono i prodotti alimentari sulla base di criteri oggettivi,
tra cui il valore nutrizionale e l’idoneità alla distribuzione.
Gli Stati membri possono accordare la preferenza ai prodotti originari
dell’Unione.
I costi di magazzinaggio sostenuti dalle associazioni caritative diventano
ammissibili al rimborso.
In ottobre la Commissione ha presentato una proposta relativa all’istituzione di
un nuovo Fondo di aiuti europei agli indigenti nell’ambito del quadro finanziario
pluriennale 2014-2020, per aiutare le persone più indigenti nell’UE. Il Fondo dovrebbe sostenere i sistemi degli Stati membri per la fornitura di aiuti alimentari
agli indigenti e di abbigliamento e altri beni essenziali ai senzatetto e ai bambini
in condizione di deprivazione materiale.
Povertà infantile
Gli Stati membri e la Commissione hanno elaborato una nuova relazione completa sulla povertà infantile (10), adottata in giugno. Questo documento costituirà
l’input per una raccomandazione della Commissione sulla povertà infantile che
sarà elaborata nel 2013.
La strategia Europa 2020 sta dando nuovo slancio alle iniziative politiche volte
ad affrontare la povertà infantile. Uno dei cinque obiettivi principali per il 2020 è
la riduzione di 20 milioni (ovvero del 20 %) delle persone che si trovano in situazione di povertà. Taluni Stati membri hanno fissato obiettivi specifici per la povertà infantile, mentre due terzi di essi hanno indicato la povertà infantile quale
sfida importante nei loro programmi nazionali di riforma.
Integrazione dei rom
In maggio la Commissione ha adottato una comunicazione (11) nella quale effettua una valutazione delle strategie di integrazione dei rom presentate dagli Stati
membri. Nel contesto del semestre europeo la Commissione ha altresì valutato la
coerenza delle strategie nazionali di integrazione dei rom con le politiche di portata generale proposte nei programmi nazionali di riforma. Sulla base di tale
valutazione sono state elaborate raccomandazioni specifiche per paese riguardanti l’inclusione dei rom per la Bulgaria, la Slovacchia e l’Ungheria.
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Ricerca, sviluppo e innovazione
Spazio europeo della ricerca
Lo spazio europeo della ricerca contribuisce alla strategia Europa 2020 quale
componente fondamentale dell’iniziativa faro «L’Unione dell’innovazione» (12). Nel
2012 è stato mantenuto il ritmo con l’adozione della comunicazione «Un partenariato rafforzato per lo spazio europeo della ricerca a favore dell’eccellenza e
della crescita» (13). Cinque sono i settori prioritari evidenziati: sistemi nazionali di
ricerca più efficaci; cooperazione e concorrenza transnazionali a livello ottimale;
un mercato del lavoro aperto per i ricercatori; parità di genere e integrazione di
genere nella ricerca; livelli ottimali di circolazione, accesso a e trasferimento di
conoscenze scientifiche, anche attraverso lo spazio europeo della ricerca digitale.
La Comunicazione risponde all’invito dei leader europei a ultimare lo spazio europeo della ricerca entro il 2014.
ESECUZIONE DEL BILANCIO NEL SETTORE DELLA RICERCA
E DELLO SVILUPPO TECNOLOGICO DAL 2007 AL 2012
E PROSPETTIVE PER IL 2013
Miliardi di euro
11
10
9
8
7
6
5
4
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
L’Unione dell’innovazione
L’UE ha continuato a fare progressi nell’attuazione delle misure volte a conseguire effetti concreti attraverso l’iniziativa faro di Europa 2020 «L’Unione dell’innovazione». Sarà conferito un nuovo slancio agli investimenti privati nel settore
della ricerca e dell’innovazione grazie a quattro misure volte a creare il mercato
unico dell’innovazione:
ridurre dell’80 % i costi dei brevetti in Europa, grazie a un brevetto unificato
concordato tra Parlamento europeo e Consiglio nel dicembre 2012 (14);
ammodernare e accelerare la fissazione di norme per sviluppare e conquistare
mercati futuri dimezzando i tempi per l’adozione delle norme;
porre fine alla frammentazione dei mercati europei del venture capital
attraverso un «passaporto UE per i fondi di venture capital»;
avvalersi del potere degli appalti pubblici per promuovere l’innovazione
tramite proposte che la facilitino nelle direttive UE sugli appalti.
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Inoltre, l’Unione dell’innovazione viene sostenuta anche dall’attuale finanziamento per l’innovazione. A tal fine è stata pubblicata la più ampia serie definitiva di
bandi di gara nel settore della ricerca, per un totale di 8,1 miliardi di euro,
nell’ambito del Settimo programma quadro (7º PQ). I bandi riguardano sia l’innovazione sia una serie di sfide a livello sociale, e intendono costruire un ponte
verso «Orizzonte 2020», il prossimo programma di finanziamento per la ricerca e
l’innovazione nell’UE per il periodo 2014-2020. Attraverso i bandi saranno sostenuti progetti e idee che miglioreranno la competitività dell’Europa e affronteranno
tematiche quali la salute umana, la tutela dell’ambiente e la ricerca di nuove
soluzioni ai crescenti problemi connessi all’urbanizzazione e alla gestione dei rifiuti. Gli ultimi bandi del 7º PQ comprendono una parte molto più ampia del ciclo
d’innovazione rispetto a quelli precedenti. Essi ridurranno i tempi di realizzazione
dalle idee al mercato sostenendo progetti pilota, sfruttando i risultati di ricerche
disponibili, con azioni di normazione, appalti pubblici nel settore dell’innovazione,
azioni specifiche per le PMI e in molti altri modi.
Partenariati europei per l’innovazione
Máire Geoghegan-Quinn,
commissario per la ricerca,
l’innovazione e la scienza,
accanto a un autobus a
«emissioni zero» a
idrogeno.
I partenariati europei per l’innovazione adottano una nuova strategia per
risolvere in modo più rapido e innovativo specifici problemi sociali attraverso
la mobilitazione dei soggetti interessati lungo l’intera catena di ricercasviluppo-innovazione, riunendo i soggetti pubblici e privati tra domanda e
offerta e attraverso i confini e i settori. Si sono fissati un obiettivo ambizioso
da raggiungere entro il 2020 e sono tenuti a fornire risultati entro 2-3 anni.
I partenariati europei per l’innovazione sono già stati avviati nei settori
seguenti:
invecchiamento attivo e in buona salute;
materie prime;
acqua;
produttività e sostenibilità in campo agricolo.
È stato proposto anche un partenariato europeo per l’innovazione riguardante città e comunità intelligenti.
Le iniziative del processo di programmazione congiunta stanno iniziando a fornire
risultati con l’avvio di azioni e inviti comuni riguardanti le principali sfide a livello
sociale quali l’invecchiamento, le conoscenze sul clima o la disponibilità di prodotti alimentari sicuri. Esse contribuiscono a strutturare lo spazio europeo della
ricerca come previsto dalla comunicazione iniziale della Commissione (15). La
Commissione sostiene tutte le dieci iniziative della programmazione congiunta
attraverso azioni di coordinamento e di supporto volte ad agevolare i loro progressi. Delle dieci iniziative della programmazione congiunta, quest’anno quattro
hanno adottato agende strategiche di ricerca (16) e sono numerose quelle che
stanno già investendo in azioni e inviti comuni per un totale di circa 50 miliardi di
euro nel 2012.
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Le tecnologie abilitanti fondamentali: un ponte verso la crescita
e per l’occupazione
In giugno è stata pubblicata la comunicazione «Preparare il nostro futuro: elaborare una strategia comune per le tecnologie abilitanti fondamentali nell’UE» (17).
Si prevede che il mercato mondiale delle tecnologie abilitanti fondamentali (key
enabling technologies, KET), che comprende la micro e la nanoelettronica, i materiali avanzati, le biotecnologie industriali, la fotonica, le nanotecnologie e i sistemi
di produzione avanzata, passerà da un valore di oltre 650 miliardi di euro a più di
1 000 miliardi di euro entro il 2015. Gli obiettivi della Commissione sono di promuovere la ricerca in tale settore stanziando 6,7 miliardi di euro per le capacità
industriali, istituendo e attuando un programma di lavoro pluriennale per progetti
e realizzando partenariati pubblico-privato orientati sull’innovazione. L’applicazione delle KET è estremamente importante ai fini della competitività industriale e
per affrontare le sfide sociali, mentre il loro ruolo trasversale e poliedrico si rispecchia nella molteplicità di PMI attive nel settore e nel numero di posti di lavoro
di qualità che vengono creati. Durante il 2012 la Commissione ha presentato una
comunicazione sugli aspetti normativi dei nanomateriali (18), che identifica eventuali lacune e suggerisce interventi per colmarle e per attuare meglio il quadro
legislativo attuale.
Libero accesso ai risultati della ricerca finanziata dall’UE per promuovere
la capacità innovativa dell’Europa
In luglio la Commissione ha presentato una comunicazione (19) e una raccomandazione (20) per migliorare l’accesso alle informazioni scientifiche prodotte in
Europa, in particolare grazie al finanziamento della ricerca da parte dell’UE. Con
un accesso più ampio e più rapido ai documenti e ai dati scientifici, i ricercatori e
le imprese potranno avvalersi più facilmente dei risultati della ricerca finanziata
attraverso fondi pubblici. In tal modo sarà migliorata la capacità innovativa
dell’Europa e i cittadini potranno accedere più rapidamente ai vantaggi delle
scoperte scientifiche.
Cooperazione internazionale nel settore della ricerca e dell’innovazione
L’UE è un protagonista internazionale in tale settore, una delle regioni mondiali
più avanzate per la ricerca e l’innovazione. Di conseguenza, la cooperazione internazionale è un elemento importante delle attività di ricerca e innovazione dell’UE;
infatti, fra i progetti finanziati attraverso il 7º PQ, uno su cinque conta un partner
di un paese terzo nel suo consorzio. Fra le altre iniziative importanti a livello internazionale finanziate dal 7º PQ ricordiamo: il partenariato Europa-paesi in via
di sviluppo per gli studi clinici, che contribuisce alla lotta contro l’HIV/AIDS, la tubercolosi e la malaria, in particolare nell’Africa subsahariana; le azioni Marie Curie,
che hanno attirato partecipanti da oltre 80 paesi diversi e il programma scientifico
«Frontiera umana», nell’ambito del quale l’UE e altri 13 paesi finanziano la collaborazione internazionale nella ricerca di base.
PRINCIPALI PARTNER INTERNAZIONALI DEL SETTIMO PROGRAMMA
QUADRO: PARTECIPAZIONI PER PAESE
400
408
350
300
318
250
263
79
68
63
59
47
46
46
44
Tanzania
86
Corea
del Sud
92
Ghana
94
Cile
Australia
Ucraina
Canada
Brasile
Sud
Africa
India
Cina
Stati Uniti
0
Russia
50
Kenya
121
Giappone
136
Marocco
140
Argentina
100
Messico
167
Egitto
184
150
Tunisia
230
200
60
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La comunicazione della Commissione «Potenziare e concentrare la cooperazione
internazionale dell’UE nelle attività di ricerca e innovazione: un approccio strategico» è stata adottata nel settembre 2012 (21), in particolare in vista dei preparativi per «Orizzonte 2020». In essa si identificano tre obiettivi principali della cooperazione internazionale: rafforzare l’eccellenza e l’attrattività dell’Unione nella
ricerca e nell’innovazione nonché la relativa competitività economica e industriale;
affrontare le sfide sociali a livello mondiale e sostenere le politiche estere dell’Unione. La comunicazione contiene inoltre proposte sull’elaborazione di tabelle di
marcia pluriennali per la cooperazione con i principali paesi e regioni partner,
promuovendo anche i principi comuni e potenziando il partenariato con gli Stati
membri e i principali soggetti interessati.
Un’industria europea più forte per la crescita e la ripresa
economica
Oggi più che mai l’Europa deve poter contare sulla sua economia reale per sostenere la ripresa della crescita economica e dell’occupazione e deve consolidare la
sua base industriale per affrontare le sfide del XXI secolo. Per rovesciare la tendenza al declino del ruolo dell’industria servono misure immediate, volte a conseguire una crescita sostenibile e a creare posti di lavoro di valore elevato. Attualmente l’industria produce circa il 16 % del PIL dell’UE, mentre l’obiettivo fissato
dalla Commissione per il 2020 prevede il 20 % (22).
L’industria europea può farcela: l’Europa è un leader mondiale in molti settori
strategici come l’automobile, l’aeronautica, l’ingegneria, lo spazio, l’industria chimica e quella farmaceutica. L’industria rappresenta ancora i quattro quinti delle
esportazioni europee e l’80 % degli investimenti del settore privato in ricerca e
sviluppo proviene dall’industria manifatturiera.
La politica industriale rafforzata si basa sui seguenti pilastri.
Investimenti nell’innovazione: forniscono le condizioni quadro adatte agli
investimenti per tornare rapidamente ai livelli pre-crisi, soprattutto se
concentrati sui sei campi prioritari aventi enormi potenzialità per la crescita e
l’occupazione in Europa: tecnologie di produzione avanzate per una produzione
pulita; politica industriale, edilizia e materie prime sostenibili; veicoli puliti;
prodotti su base biologica; tecnologie abilitanti fondamentali; reti intelligenti.
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Migliori condizioni di mercato: migliorare il funzionamento del mercato interno
e aprire i mercati internazionali. La Commissione si concentrerà su alcuni
aspetti selezionati che rendano possibili netti miglioramenti in tempi brevi:
migliorare il mercato interno delle merci; promuovere lo spirito imprenditoriale
in relazione al mercato unico digitale, che si prevede crescerà del 10 % l’anno
fino al 2016; tutelare i diritti di proprietà intellettuale; promuovere ulteriormente
l’internazionalizzazione delle PMI dell’Unione nel mondo, raggiungendo il 25 %
(dall’attuale 13 %) nel medio termine.
Accesso ai finanziamenti e ai capitali: migliorare i prestiti all’economia reale
mobilizzando e finalizzando meglio le risorse pubbliche, anche quelle della
Banca europea per gli investimenti (BEI), che destinerà 10-15 miliardi di euro
aggiuntivi per prestiti alle PMI, dei fondi strutturali e quelle private, eliminando
ostacoli che ancora si frappongono ai fondi di capitale di rischio e agevolando
le operazioni transfrontaliere per le imprese più piccole.
Capitale umano e competenze: adattare la manodopera alle trasformazioni
industriali, migliorando soprattutto la capacità di anticipare esigenze e squilibri
nelle competenze. In questo campo la Commissione mira soprattutto a
promuovere ulteriormente la collaborazione tra datori di lavoro, lavoratori e
autorità competenti istituendo a livello europeo consigli delle competenze
settoriali e alleanze delle conoscenze e competenze settoriali.
CARS 2020: per un’industria automobilistica europea forte,
competitiva e sostenibile
In ottobre la Commissione ha presentato il piano d’azione a favore del settore automobilistico (23), al quale sono collegati 12 milioni di posti di lavoro e
che riveste dunque una fondamentale importanza per la prosperità e l’occupazione in Europa. L’UE deve mantenere un’industria automobilistica di livello mondiale, che produca i veicoli più efficienti sotto il profilo energetico e più
sicuri a livello mondiale e che fornisca lavoro altamente qualificato a milioni
di persone. Il piano d’azione propone una decisa spinta innovativa integrando
la ricerca e l’innovazione nell’iniziativa europea per le «auto verdi». Sarà rafforzata la collaborazione con la BEI per finanziare la spinta innovativa e
agevolare l’accesso al credito per le PMI. Un’interfaccia di ricarica standardizzata a livello UE fornirà la certezza normativa necessaria per agevolare
una svolta decisiva nella produzione su vasta scala di veicoli elettrici. Si stimolerà l’innovazione dell’industria automobilistica anche mediante un ampio
pacchetto di misure volte a ridurre le emissioni di biossido di carbonio (CO2),
di inquinanti e il rumore, a promuovere miglioramenti in tema di sicurezza
stradale e a sviluppare sistemi di trasporto intelligenti tecnologicamente
avanzati.
José Manuel Barroso,
presidente della
Commissione europea, alla
presentazione del progetto
Hiriko per la mobilità
urbana sostenibile.
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Settimana europea delle piccole e medie imprese:
15-21 ottobre 2012
Si tratta di una campagna annuale che fornisce informazioni sul sostegno
alle piccole e medie imprese e sulla promozione dello spirito imprenditoriale
in 37 paesi. L’85 % dei nuovi posti di lavoro creati nell’UE tra il 2002 e il
2010 sono stati creati dalle PMI. Il tasso di crescita dell’occupazione per le
PMI, l’1 % annuo, è stato più elevato di quello delle grandi imprese (0,5 %). I
lavori «verdi» sono solitamente creati dalle PMI e secondo le stime aumenteranno del 35 % nei prossimi due anni. Dato che il potenziale dell’imprenditoria femminile è attualmente sottosfruttato (le donne sono solo il 34,4 %
dei lavoratori autonomi in Europa), quest’anno la settimana delle PMI ha
puntato su una serie di attività volte a incoraggiare le donne a mettersi in
proprio.
Agenda digitale per l’Europa: fase successiva
Nel 2012 si è conclusa la prima metà del periodo di attuazione dell’agenda digitale per l’Europa (ADE), la strategia quinquennale dell’Unione volta a promuovere
l’economia digitale e affrontare le sfide sociali attraverso le tecnologie digitali.
Nel dicembre 2012 da una rassegna politica approfondita (24) è emerso che l’ADE
ha raggiunto molti dei suoi obiettivi e che sta procedendo in modo da poterne
raggiungere molti altri. Sono state portate a termine 38 delle 101 azioni ADE.
L’uso regolare di Internet è in costante aumento, in particolare tra i gruppi svantaggiati. Il numero di cittadini che non hanno mai usato Internet è in diminuzione.
Gli acquisti online continuano ad aumentare, anche se il ritmo di crescita del
commercio elettronico transfrontaliero è ancora troppo lento. La banda larga ad
alta velocità ha mostrato i primi segni di decollo, comprese le connessioni superveloci, sopra i 100 Mbps. Tuttavia, restano forti differenze tra gli Stati membri e
per colmarle serve un intervento attivo a livello europeo.
La rassegna ha identificato sette aree in cui la Commissione europea interverrà
in modo più mirato nel 2013-2014:
creare un nuovo contesto normativo stabile per la banda larga;
nuove infrastrutture per servizi digitali pubblici attraverso il meccanismo per
collegare l’Europa;
Neelie Kroes,
vicepresidente della
Commissione responsabile
per l’agenda digitale,
all’esposizione di TIC
«made in Europe» al
Parlamento europeo.
avviare una grande coalizione sulle competenze sui lavori nel settore digitale;
proporre una strategia e una direttiva UE sulla sicurezza informatica;
aggiornare il quadro UE relativo ai diritti d’autore;
accelerare il «cloud computing» attraverso il potere d’acquisto del settore
pubblico;
avviare una nuova strategia industriale per l’elettronica: un «airbus di chip».
La piena attuazione della suddetta agenda digitale aggiornata aumenterebbe il
PIL europeo del 5 %, ovvero di 1 500 euro/persona, nei prossimi otto anni, attraverso un aumento degli investimenti, il miglioramento del livello di competenze
digitali della forza lavoro, l’innovazione nel settore pubblico e la riforma delle
condizioni di base per l’economia di Internet.
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GLI OBIETTIVI DELL’AGENDA DIGITALE
OBIETTIVI
0%
20 %
40 %
60 %
BL veloce
(> 30 Mbps)
Copertura per tutti
80 %
100 %
50 %
2020
Il 50 % dei NF assorbe gli
abbonamenti a banda
larga > 100 Mbps
2%
Aumento del 100 % nella
spesa pubblica in ricerca e
sviluppo nelle TIC
52 %
Roaming a prezzi
nazionali
45 %
Il 33 % delle PMI
vendono online
33 %
Il 20 % della POP acquista
online oltre frontiera
56 %
50 %
37 %
41 %
48 %
86 %
74 %
Il 60 % delle persone
svantaggiate usa Internet
regolarmente
85 %
70 %
Il 75 % della POP usa
Internet regolarmente
81 %
Il 15 % della POP non
ha mai usato Internet
82 %
Il 50 % della POP usa
l’e-government
76 %
Il 25 % della POP usa
l’e-government e rinvia
moduli
2015
Il 50 % della POP
acquista online
72 %
90 %
89 %
82 %
84 %
94 % 95 %
0%
PERCENTUALE DELL’OBIETTIVO RAGGIUNTA
POP Popolazione
NF nuclei familiari
2013
Copertura a banda larga
per tutti
BL banda larga
OBIETTIVI
RAGGIUNTI
100 %
2009
2011
Fonte: Commissione europea, quadro di valutazione dell’agenda digitale 2012.
Promuovere il commercio elettronico
Nel quadro dell’agenda digitale e dell’Atto per il mercato unico, e in risposta alla
richiesta del Consiglio europeo di presentare una tabella di marcia per il completamento del mercato unico del digitale entro il 2012, la Commissione ha presentato in gennaio (25) 16 iniziative mirate, intese a raddoppiare entro il 2015 la
quota del commercio elettronico nelle vendite al dettaglio (attualmente pari al
3,4 %) e quella dell’economia di Internet (attualmente inferiore al 3 %) rispetto
al PIL europeo. Entro il 2015 il commercio e i servizi online potrebbero costituire
oltre il 20 % della crescita e della creazione netta di posti di lavoro in taluni Stati
membri. Inoltre, lo sviluppo del commercio elettronico e dei servizi online rappresenta un potenziale significativo, portatore di effetti benefici sul piano economico,
sociale e societale. L’economia di Internet crea 2,6 posti di lavoro per ciascun
posto di lavoro andato perduto nei settori «tradizionali» e amplia la scelta dei
consumatori, anche nelle zone rurali o isolate.
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Sfruttare il potenziale del cloud computing in Europa
La strategia dell’UE in materia di cloud computing adottata in settembre (26) intende promuovere la produttività delle imprese e dei governi in Europa creando
un contesto più favorevole per l’accesso 24 ore al giorno, sette giorni su sette al
contenuto e alla potenza di elaborazione. La Commissione ha proposto azioni
volte a: eliminare gli svantaggi costituiti dalla pletora di norme tecniche in uso, in
modo che gli utenti della nuvola informatica traggano vantaggio da interoperabilità, portabilità dei dati e reversibilità; elaborare un sistema di certificazione a livello dell’Unione per servizi di cloud affidabili; elaborare clausole contrattuali
modello per coprire tematiche non ancora trattate dal diritto comune europeo
sulle vendite (27). Attuando le azioni della strategia in materia di cloud computing
per l’Unione europea si sosterrebbe la creazione di 3,8 milioni di nuovi posti di
lavoro in Europa ed entro il 2020 sarebbero generati circa 250 miliardi di euro
(rispetto agli 88 miliardi se non si opera un cambiamento strategico). In parallelo
è stato istituito un partenariato europeo per il cloud, per promuovere l’innovazione e la crescita dal settore pubblico, il maggiore acquirente di servizi informatici
in Europa (con circa 5 miliardi di euro di acquisti nel settore dei servizi cloud nel
2011, destinati ad aumentare a 11 miliardi di euro entro il 2014).
Nuovi vantaggi per gli utenti della telefonia mobile
Nell’estate 2012 i consumatori dell’UE hanno constatato che costava molto
meno usare l’Internet mobile durante i viaggi in altri Stati membri. Grazie
all’aggiornamento delle norme sul roaming i consumatori hanno potuto risparmiare il 75 % rispetto ai prezzi del 2007 su una serie di servizi per la
telefonia mobile, ovvero un risparmio di oltre 1 000 euro l’anno per l’uomo
d’affari medio che viaggia nell’UE oppure di circa 200 euro per una famiglia
che trascorre le vacanze estive annuali all’estero.
Il regolamento UE riveduto sul roaming, approvato dal Parlamento e dal
Consiglio nella prima metà del 2012, introduce anche misure strutturali per
incentivare la concorrenza sul mercato del roaming dell’Unione. Dall’estate
2014 i consumatori potranno optare per un contratto di roaming separato
prima di recarsi in viaggio, oppure scegliere un fornitore a destinazione,
come si fa per la rete Wi-Fi.
Regole per transazioni elettroniche transfrontaliere sicure
in Europa
In giugno la Commissione ha adottato un progetto di regolamento (28) volto a
consentire la firma elettronica transfrontaliera e a valorizzare meglio l’identificazione elettronica sul mercato unico digitale. Il regolamento proposto garantirà
che i cittadini e le imprese possano utilizzare i loro regimi nazionali di identificazione elettronica (eID) per accedere ai servizi pubblici negli altri paesi dell’UE in
cui la eID è disponibile. Il regolamento istituisce inoltre un mercato interno delle
firme elettroniche e dei servizi fiduciari transfrontalieri online connessi, garantendo che tali servizi possano funzionare attraverso i confini e abbiano lo stesso
status giuridico dei processi basati su supporto cartaceo.
Un contesto online migliore e più sicuro per i bambini
e gli adolescenti
Nel maggio 2012 la Commissione ha elaborato un piano (29) destinato a garantire
ai bambini le competenze e gli strumenti necessari per beneficiare pienamente e
in modo sicuro del mondo digitale. Internet non è stato concepito per i bambini,
ma oggi il 75 % di essi ne fa uso, di cui un terzo attraverso la telefonia mobile.
La nuova strategia consiste nello sviluppo di un mercato dei contenuti in linea
interattivi, creativi e educativi, in collaborazione fra la Commissione europea e gli
Stati membri, gli operatori di telefonia mobile, i fabbricanti di telefoni cellulari e i
prestatori di servizi di socializzazione in rete.
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Condividere lo spettro radio per promuovere l’innovazione
senza fili
Come prima misura del programma relativo alla politica in materia di spettro
radio, la Commissione ha presentato un approccio coordinato dell’Unione (30)
volto a promuovere le applicazioni senza fili, anche a banda larga, a condividere
l’utilizzo dello spettro radio, in risposta alla crescita esponenziale del traffico dati
mobile e senza fili. Le nuove tecnologie consentono di condividere lo spettro radio
tra più utenti, ad esempio fornitori di accesso Internet, o di utilizzare lo spettro
disponibile tra frequenze televisive. Una strategia europea coordinata in materia
di condivisione dello spettro condurrà a un’espansione della capacità della rete
mobile, a una riduzione dei costi della banda larga senza fili e all’emergenza di
nuovi mercati, quali quello dei diritti secondari negoziabili per una determinata
assegnazione di frequenze.
Tecnologia spaziale
Dalla metà del 2012 i dati del GPS sono accessibili via Internet oltre che attraverso l’attuale segnale satellitare. Il servizio europeo di accesso ai dati (European
Data Access Service, EDAS), un nuovo servizio commerciale del servizio europeo
di copertura per la navigazione geostazionaria, è concepito per rendere la navigazione satellitare in Europa più affidabile e quindi più efficace per l’impiego in
applicazioni commerciali in ambienti difficili. EDAS sosterrà nuovi servizi in numerosi settori come nebulizzazione ad alta precisione di fertilizzanti, automazione
dei pedaggi stradali, gestione di flotte, navigazione interna, trasporto di merci
pericolose o misurazione ad alta precisione di superfici. L’accesso ai dati GPS sarà
possibile anche attraverso dispositivi portatili, usando la comunicazione senza fili
di fornitori di servizi a valore aggiunto.
Nell’ottobre 2012 sono stati lanciati in orbita altri due satelliti operativi di Galileo.
Questo secondo lancio pone le basi per la convalida in orbita del sistema, con un
totale di quattro satelliti Galileo. A partire dal prossimo anno l’applicazione dei
satelliti su vasta scala continuerà fino al completamento della costellazione di
Galileo, che comprende 30 satelliti. Il mercato annuale di prodotti e servizi della
navigazione globale satellitare è attualmente valutato a 124 miliardi di euro a
livello mondiale e si prevede una sua espansione per il prossimo decennio, per
arrivare alla cifra stimata di 244 miliardi di euro nel 2020.
Politica di coesione
Fondi strutturali: lo strumento d’investimento del bilancio UE
La politica di coesione dell’UE sta svolgendo un ruolo di guida nell’affrontare
l’attuale crisi economica, adeguandosi a condizioni finanziarie più difficili, ma
anche contribuendo alla crescita e all’occupazione attraverso un allineamento
ancora più rigoroso agli obiettivi di Europa 2020. La politica di coesione è uno
strumento essenziale per l’attuazione della strategia perché, se si riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi di crescita e occupazione, lo si dovrà in ampia misura alla
capacità di sostenere gli investimenti a livello locale e regionale. La politica
svolge un ruolo essenziale nella promozione del passaggio agli investimenti a
favore di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva in quanto può sostenere
azioni che promuovono l’occupazione, l’istruzione e l’inclusione sociale e affrontando tematiche a livello climatico, energetico e ambientale.
Antonio Tajani,
vicepresidente della
Commissione responsabile
per le imprese e l’industria,
fa una foto con il suo
smartphone al salone
internazionale
dell’aeronautica e dello
spazio a Le Bourget, Parigi.
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Tali investimenti strategici sono necessari non solo nelle regioni più povere
dell’UE, ma in tutte le regioni dell’Europa, per mantenerne la competitività. La
politica di coesione incita le regioni a capitalizzare sui loro punti di forza, a utilizzare in modo più efficace e sinergico i finanziamenti pubblici a livello nazionale e
regionale e a elaborare strategie a favore della crescita che puntino su soluzioni
intelligenti. Le regioni devono fissare chiare priorità strategiche e concentrarsi sui
punti di forza locali, eliminando le strettoie che ostacolano l’innovazione e sfruttando il potenziale innovativo. I progetti finanziati dall’UE come Eco-World Styria
o UPTEC dell’Università di Porto sono esempi da seguire, che creano sinergie tra
le imprese e le università nei settori aventi un potenziale innovativo nell’economia
locale. Tali progetti e strategie sono fondamentali al fine di garantire la prosperità
e l’occupazione nelle regioni, rendere l’Europa più competitiva e basata interamente sulla conoscenza, come indicato nell’agenda Europa 2020.
Per mantenere l’obiettivo della crescita inclusiva e lottare contro il rischio della
«generazione perduta», oltre 10 miliardi di euro di finanziamenti provenienti dal
Fondo sociale europeo e dal Fondo europeo di sviluppo regionale sono stati riorientati al fine di affrontare la disoccupazione giovanile negli otto Stati membri in
cui il fenomeno incide maggiormente.
Johannes Hahn,
commissario per la politica
regionale, durante una
missione nella regione del
Danubio per constatare i
progressi compiuti nel
quadro della strategia per
il Danubio.
PREMI REGIOSTARS 2012 (31)
In giugno sono stati assegnati i premi RegioStars 2012 a
progetti innovativi e d’ispirazione provenienti da Austria,
Polonia e Svezia e a due progetti transnazionali. Questi
esempi di buone pratiche, che vanno dalle tecnologie
pulite all’assistenza agli anziani nelle zone rurali,
dimostrano l’ampia varietà di progetti sostenuti
attraverso la politica di coesione dell’UE.
La politica di coesione mobilita ogni anno in media 65 miliardi di euro di investimenti (UE e cofinanziamenti nazionali), cifra che corrisponde a oltre il 50 % di
tutti gli investimenti pubblici in molti Stati membri. Il suo impatto sull’economia
dell’UE si fa sentire. Ad esempio, secondo le stime, il PIL dei 12 Stati membri che
hanno aderito all’Unione nel 2004 o successivamente aumenterà dell’1,5 % circa
ogni anno durante la realizzazione del programma di coesione in corso (ovvero
tra il 2007 e il 2016).
L’impatto della politica di coesione è duplice. Essa produce un impatto a breve
termine, che rispecchia l’attuazione di programmi, e uno a lungo termine, che
migliora la struttura economica e il suo capitale umano. Di conseguenza, una
notevole parte del suo impatto si materializza solo a lungo termine, ovvero dopo
il completamento dei programmi. Ad esempio, tra il 2007 e il 2025 l’impatto per
l’UE a 12 corrisponde a una crescita del PIL del 4,5 % l’anno.
Le proposte per il periodo 2014-2020 garantiscono che la politica sia rigorosamente allineata agli obiettivi della crescita intelligente, sostenibile e inclusiva per tutti,
grazie alla corretta trasformazione di priorità in investimenti. Gli investimenti pubblici devono essere concentrati più che mai su un numero ridotto di priorità d’investimento a favore della crescita, come raccomandato in Europa 2020. Tale «concentrazione tematica» intende massimizzare il valore aggiunto degli investimenti
per l’intera Europa, concentrandoli sugli obiettivi 2020 grazie a un elenco tematico
di obiettivi e di relative priorità d’investimento, con la flessibilità di adeguare le
strategie alle esigenze e alle difficoltà individuali delle regioni. U na
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Meccanismo per collegare l’Europa
Con una dotazione di bilancio proposta di 50 miliardi di euro tra il 2014 e il
2020, il meccanismo per collegare l’Europa (32) sarà uno strumento essenziale per la promozione della crescita, dell’occupazione e della competitività
attraverso investimenti mirati in infrastrutture a livello europeo. Il meccanismo sosterrà lo sviluppo di reti transeuropee ad alto rendimento, sostenibili
e interconnesse in modo efficiente nel settore dei trasporti, dell’energia e dei
servizi digitali.
Il meccanismo per collegare l’Europa investirà 31,7 miliardi di euro per aggiornare l’infrastruttura europea dei trasporti nei settori ferroviario, stradale,
portuale e della navigazione interna, aggiungendo i collegamenti mancanti
ed eliminando le strettoie. Concentrandosi sui mezzi di trasporto meno inquinanti, il meccanismo per collegare l’Europa condurrà il nostro sistema di
trasporti verso un modello più sostenibile. I finanziamenti proposti comprendono 10 miliardi di euro circoscritti nel Fondo di coesione per progetti nel
settore dei trasporti nei paesi beneficiari del fondo, mentre i restanti 21,7 miliardi restano disponibili a tutti gli Stati membri per investimenti nell’infrastruttura dei trasporti.
Il settore dell’energia potrà beneficiare di 9,1 miliardi di euro di investimenti
nell’infrastruttura transeuropea, ad esempio reti per la trasmissione di gas
ed energia elettrica, che contribuiscono a raggiungere gli obiettivi di Europa
2020 nei settori dell’energia e del clima. Il meccanismo per collegare l’Europa contribuirà anche a colmare le lacune finanziarie ed eliminare le strettoie
della rete.
Per quanto riguarda le telecomunicazioni e le TIC, il meccanismo per collegare l’Europa prevede quasi 9,2 miliardi di euro a sostegno di investimenti in
reti a banda larga veloci e molto veloci e in servizi digitali paneuropei.
Per contribuire al finanziamento del meccanismo per collegare l’Europa e
moltiplicare la portata del bilancio UE, uno dei vari strumenti di condivisione
del rischio dal quale il meccanismo può attingere per attirare finanziamenti
privati a favore dei progetti è l’iniziativa di Europa 2020 sui prestiti obbligazionari per il finanziamento di progetti. Il bilancio complessivo di 230 milioni
di euro per la fase pilota dell’iniziativa, gestita dalla Banca europea per gli
investimenti dovrebbe mobilitare investimenti fino a 4,6 miliardi di euro.
La Commissione europea ha innanzitutto proposto di istituire il meccanismo
per collegare l’Europa nel giugno 2011, nell’ambito della proposta di bilancio
UE per il prossimo quadro finanziario pluriennale 2014-2020. La proposta è
stata trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio e quest’ultimo ha raggiunto un orientamento generale parziale il 7 giugno 2012. La Commissione
ha ritenuto che il testo concordato rappresentasse una base corretta per i
dibattiti interistituzionali in corso.
Il 18 dicembre i membri della commissione «Trasporti e turismo» del Parlamento europeo hanno espresso un sostegno chiaro e deciso all’impegno della Commissione europea volto a rilanciare lo sviluppo della rete transeuropea di trasporto (TEN-T). Dalla loro votazione sul meccanismo per collegare
l’Europa è emersa la forte convinzione che una rete dei trasporti europea
moderna, ben collegata ed efficiente sia fondamentale per il sostegno al
rinnovo della crescita e della competitività dell’economia europea su una
base sostenibile.
La proposta dovrà ora essere adottata dai due colegislatori prima della fine
del 2013, dopo l’accordo sul bilancio dell’Unione per il periodo 2014-2020.
Meccanismo per collegare
l’Europa: il terminal
europeo per container
del porto di Rotterdam
(Paesi Bassi).
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Giustizia per la crescita
Sistemi giudiziari efficaci ed efficienti in tutta l’Europa contribuiranno a sostenere
la crescita, ad attirare gli investitori e a incrementare la competitività. La fiducia
nel fatto che lo stato di diritto è sostenuto pienamente ed efficacemente influisce
direttamente sulla disponibilità a investire nell’economia. Nel quadro delle raccomandazioni specifiche per paese del semestre europeo, i paesi UE sono stati anche incoraggiati a rendere i loro sistemi giudiziari ancora più efficienti e ad attuare
le necessarie riforme giudiziarie nell’ambito dei loro programmi di ripresa
economica.
La politica dell’Unione nel settore della giustizia può inoltre promuovere la crescita aiutando il mercato unico ad avvalersi del suo potenziale. La politica nel settore
della giustizia va utilizzata per completare il mercato interno e per aggiornare le
regole esistenti.
La riforma delle norme UE sulle decisioni in ambito civile
semplifica le procedure nelle controversie giudiziarie
transfrontaliere
Le imprese e i consumatori potranno risolvere più facilmente le controversie
giudiziarie transfrontaliere grazie a una riforma adottata dal Parlamento e dal
Consiglio nel dicembre 2012. Le nuove norme stabiliscono quale tribunale nazionale sia competete nelle cause transfrontaliere e come le sentenze pronunciate
in un paese dell’UE possano essere riconosciute ed eseguite in un altro paese UE.
La riforma che era stata proposta dalla Commissione europea nel dicembre
2010 (33) intende rafforzare il mercato unico e semplificare le procedure amministrative. Essa propone di abolire l’exequatur, procedura lunga e onerosa che
costringe le imprese a rivolgersi al giudice per ottenere il riconoscimento delle
sentenze civili e commerciali in un altro paese dell’Unione. La soppressione della
procedura di exequatur permetterà a imprese e consumatori di risparmiare fino
a 48 milioni di euro l’anno. Il regolamento entrerà in vigore dopo la pubblicazione
nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea nel 2012 e sarà applicabile due anni
dopo.
La Commissione propone norme moderne sull’insolvenza
In dicembre la Commissione ha proposto di ammodernare le norme attuali relative all’insolvenza transfrontaliera (34), che risalgono al 2000. Basandosi sull’esperienza dei dieci anni trascorsi, le nuove norme sposteranno l’attenzione dalla
liquidazione verso una nuova impostazione che aiuti le imprese a superare le
difficoltà finanziarie, proteggendo al contempo il diritto dei creditori a recuperare
il loro denaro. Le nuove norme saranno vantaggiose anche per i creditori, che
avranno maggiori possibilità di recuperare il loro denaro se l’impresa viene ristrutturata anziché liquidata. Le nuove norme sono concepite per aumentare efficienza ed efficacia delle procedure transfrontaliere d’insolvenza, che secondo le
stime riguardano ogni anno 50 000 società in tutta l’Unione europea. Questo è il
primo passo verso una «cultura europea del risanamento e della ripresa», per
aiutare le società e i privati che si trovano in difficoltà finanziarie.
Protezione degli interessi finanziari dell’UE anche attraverso il
diritto penale
Sono state proposte nuove regole per lottare contro la frode ai danni del bilancio
UE attraverso il diritto penale, per proteggere meglio il denaro dei contribuenti. Il
progetto di direttiva (35) crea un quadro più armonizzato per perseguire e sanzionare i reati a danno del bilancio dell’Unione, affinché i criminali non possano più
sfruttare le differenze tra i vari ordinamenti giuridici nazionali. La direttiva fissa
definizioni comuni di reati che ledono il bilancio dell’Unione e prevede sanzioni
minime. Tutto ciò contribuirà a scoraggiare gli autori delle frodi, migliorare l’efficacia delle azioni giudiziarie a livello nazionale e agevolare il recupero dei fondi.
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Scandalo LIBOR: misure per evitare la manipolazione dei tassi
debitori sul mercato
In seguito allo scandalo LIBOR del 2012 sono state sollevate gravi preoccupazioni
sulla manipolazione dei tassi di riferimento, che può determinare notevoli perdite
per i consumatori e gli investitori o provocare distorsioni dell’economia reale.
Anche la manipolazione del mercato e l’abuso di informazioni privilegiate (insider
dealing) compromettono l’integrità dei mercati finanziari. I ministri europei della
giustizia riunitisi in dicembre al Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto un
accordo sulle proposte della Commissione per una direttiva relativa all’abuso di
informazioni privilegiate e alla manipolazione del mercato (36), che considererà
come reati tali comportamenti.
Protezione dei dati
All’inizio del 2012 la Commissione ha proposto una riforma completa delle norme
comunitarie del 1995 sulla protezione dei dati per rafforzare i diritti alla riservatezza online e sostenere l’economia digitale dell’Europa (37). Un’unica legge porrà
fine all’attuale frammentazione e alla gravosità degli oneri amministrativi, promettendo alle imprese risparmi per circa 2,3 miliardi di euro l’anno. L’iniziativa
contribuirà a rafforzare la fiducia dei consumatori nei servizi online promuovendo,
cosa quanto mai necessaria, la crescita economica, la creazione di posti di lavoro
e l’innovazione in Europa. Per ulteriori informazioni, cfr. la sezione pertinente del
capitolo 4.
Donne ai vertici delle aziende
In novembre la Commissione ha proposto una legislazione (38) volta a eliminare gli ostacoli che impediscono ai talenti femminili di accedere ai vertici
delle maggiori imprese europee. Attualmente i consigli di amministrazione
sono dominio di un solo genere: l’85 % degli amministratori con incarichi non
esecutivi e il 91,1 % di quelli con incarichi esecutivi sono uomini, mentre alle
donne restano, rispettivamente, il 15 % e l’8,9 %. Nonostante l’intenso dibattito pubblico e alcune iniziative volontarie a livello nazionale ed europeo,
negli ultimi anni non si sono registrati cambiamenti significativi; dal 2003 il
numero di donne negli organi direttivi delle aziende è aumentato in media
appena dello 0,6 % all’anno.
La direttiva proposta stabilisce un obiettivo del 40 % di persone del sesso
sottorappresentato tra gli amministratori non esecutivi delle società quotate in
borsa (39). La proposta, attentamente equilibrata, prevede una quota procedurale secondo la quale se un candidato del sesso sottorappresentato a un posto
nel consiglio di sorveglianza ha qualifiche pari a quelle di un candidato del
sesso sovrarappresentato, va concessa priorità al candidato del sesso sottorappresentato. Inoltre, la quota non si applicherà alle piccole e medie imprese
(società con un organico inferiore a 250 dipendenti e un fatturato annuo non
superiore a 50 milioni di euro) né alle società non quotate in borsa. Gli Stati
membri che hanno già adottato altre misure altrettanto efficaci per raggiungere la quota del 40 % prima che la direttiva entri in vigore non dovranno applicare la nuova quota procedurale e potranno continuare sulla loro strada.
Viviane Reding,
vicepresidente della
Commissione responsabile
per la giustizia, i diritti
fondamentali e la
cittadinanza, a una
conferenza stampa sulla
proposta della
Commissione per la parità
di genere nei consigli di
amministrazione delle
società quotate in borsa.
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Efficienza delle risorse
Il Consiglio europeo di primavera, nelle conclusioni sulla governance economica,
ha chiesto progressi rapidi nell’attuazione della tabella di marcia per un’Europa
efficiente sotto il profilo delle risorse, un invito sottolineato anche dal Parlamento
europeo. In giugno la Commissione ha avviato una piattaforma europea sull’efficienza nell’impiego delle risorse (European Resource Efficiency Platform, EREP)
destinata a fornire indicazioni e consulenze di alto livello sulle misure politiche
intese a orientare l’economia europea verso un modello di crescita più sostenibile.
Il compito principale della piattaforma è determinare come realizzare le tappe e
la visione delineate nella tabella di marcia, compreso l’obiettivo ultimo di dissociare dalla crescita economica l’uso delle risorse e i suoi effetti. L’EREP rientra a
pieno titolo nella più ampia tendenza della Commissione volta a riunire le parti
interessate e a promuovere il dialogo sulle sfide e le opportunità dell’efficienza
nell’uso delle risorse. La Commissione ha lanciato una piattaforma online sull’uso
efficiente delle risorse nella quale promuove una serie di scambi e consultazioni
sul passaggio a un’economia verde, unitamente a indicatori dell’uso efficiente
delle risorse e alla fissazione di obiettivi.
Durante l’anno la Commissione ha adottato le iniziative restanti nell’ambito
dell’iniziativa faro sull’efficienza delle risorse. La comunicazione «L’innovazione
per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europa» (40) fissa l’obiettivo di
creare una società più innovatrice e un’economia a emissioni ridotte, conciliando
l’esigenza di un’agricoltura e una pesca sostenibili e della sicurezza alimentare
con l’uso sostenibile delle risorse biologiche rinnovabili per fini industriali, tutelando allo stesso tempo la biodiversità e l’ambiente. Fra le altre iniziative adottate
figura la strategia per la competitività sostenibile del settore edilizio dell’UE e due
regolamenti sul monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto
serra (41) e sulla verifica e l’accreditamento dei responsabili delle verifiche nel
quadro del sistema europeo di scambio delle quote di emissioni (42).
L’efficienza delle risorse è diventata un pilastro del nuovo programma di azione
per l’ambiente e sono state adottate varie iniziative per un impiego efficiente
delle risorse naturali, in particolare dell’acqua e del suolo (cfr. la sezione dedicata
all’ambiente).
Gestione efficiente
Nell’ambito del suo programma per una normativa intelligente, la Commissione
ha continuato a migliorare il modo in cui elabora, applica e valuta le politiche. Ha
accresciuto la trasparenza e la responsabilizzazione, favorendo l’elaborazione
delle politiche sulla base di elementi concreti.
Regolamentazione intelligente
In seguito agli impegni assunti nella comunicazione del 2010 «Legiferare con
intelligenza nell’Unione europea» (43), in dicembre la Commissione ha pubblicato
una comunicazione sull’adeguatezza della regolamentazione dell’Unione europea (44). La nuova comunicazione traccia un bilancio dei progressi compiuti e delle
lezioni apprese dal 2010. Su tale base identifica una serie di azioni concrete per
ulteriori miglioramenti. I risultati di un riesame della politica della Commissione
in materia di consultazioni pubbliche (45) e la relazione finale del «Programma
d’azione per la riduzione degli oneri amministrativi nell’Unione europea» (46) sono
stati allegati alla comunicazione.
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La voce dei cittadini e dei soggetti interessati è stata amplificata estendendo il
periodo minimo per le consultazioni pubbliche aperte da 8 a 12 settimane a
partire dall’inizio del 2012.
La Commissione ha continuato a semplificare la legislazione, dal momento che
ha presentato proposte che vanno notevolmente oltre l’obiettivo del 25 % fissato
nel piano d’azione per la riduzione degli oneri amministrativi (47), con sufficiente
anticipo per permettere a Parlamento e Consiglio di raggiungere detto obiettivo
nel periodo rimanente del programma fino alla fine del 2012.
La campagna «Scrivere chiaro» sostiene la regolamentazione intelligente incoraggiando e formando il personale della Commissione a scrivere in modo chiaro.
A tal fine nel 2012 la Commissione ha elaborato una guida alla redazione multilingue e un tutorial elettronico per gli autori e ha organizzato il premio annuale
per lo scrivere chiaro.
La Commissione è intervenuta per ridurre al minimo gli oneri normativi per le
microimprese (48). Nel quadro del suo intervento la Commissione ha passato in
rassegna il corpus attuale della legislazione europea per esonerare le imprese più
piccole dagli oneri regolamentari o adeguare le disposizioni alle loro esigenze.
Sono state organizzate varie conferenze negli Stati membri invitando le PMI per
ottenere un feedback ed è stata avviata una consultazione pubblica più ampia
per identificare le dieci normative più onerose secondo le PMI.
Valutazione d’impatto
Il comitato per la valutazione d’impatto, l’organismo che garantisce che le valutazioni d’impatto della Commissione siano conformi alle norme di qualità e rispettino le procedure, ha esaminato 97 valutazioni d’impatto e ha formulato 144
pareri sulla qualità, 47 dei quali riguardavano relazioni ripresentate. Per sostenere
l’analisi di singoli impatti all’interno della strategia integrata della Commissione
per la valutazione dei benefici e dei costi sono stati ultimati nuovi orientamenti
operativi per l’analisi di impatti sulla competitività settoriale e sulle
microimprese.
Attuazione del diritto dell’Unione
L’applicazione «EU pilot» è operativa dall’aprile 2008, con l’obiettivo di fornire risposte migliori e più rapide alle domande formulate da cittadini o imprese e soluzioni ai problemi inerenti all’applicazione del diritto dell’Unione. Essa è inoltre
ideata per migliorare la comunicazione e la cooperazione tra i servizi della Commissione e le autorità degli Stati membri partecipanti sull’applicazione e sull’attuazione del diritto dell’Unione. Dal giugno 2012 tutti gli Stati membri partecipano
a tale meccanismo di soluzione dei problemi. Nel 2012 i fascicoli trasmessi agli
Stati membri dalla Commissione nell’ambito di EU Pilot riguardavano prevalentemente questioni ambientali (28 %), mercato interno (14 %), fiscalità (12 %),
mobilità e trasporti (9 %) e giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza (8 %). I
suddetti ambiti politici rappresentano il 71 % del totale dei fascicoli di EU pilot.
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Nel 2012 sono stati avviati 1 351 procedimenti di infrazione nei confronti degli
Stati membri per presunte violazioni nell’attuazione della normativa UE (la cifra
si riferisce alla prima fase del procedimento, che prevede l’invio della lettera di
costituzione in mora, conformemente all’articolo 258 del TFUE). I settori strategici
nei quali sono state avviate più istruzioni sono stati i trasporti, il mercato interno
e i servizi, la salute e la tutela dei consumatori, che rappresentano oltre il 50 %
del totale.
Dopo aver avviato la prima procedura a norma dell’articolo 260, paragrafo 3, del
TFUE nel 2011, la Commissione ne ha avviate 35 nel 2012. Creato dal trattato di
Lisbona, questo articolo costituisce un’eccezione alla norma generale secondo la
quale è possibile applicare sanzioni pecuniarie agli Stati membri solo laddove una
seconda sentenza della Corte stabilisca la loro non conformità a una sentenza
precedente. L’articolo 260, paragrafo 3, del TFUE consente di applicare sanzioni
pecuniarie agli Stati membri che non attuano direttive entro i termini stabiliti già
nella fase in cui la Commissione deferisce la questione per la prima volta alla
Corte. Alla fine del 2012, 17 procedimenti di questo tipo erano in corso nei confronti di otto Stati membri.
Consulenza scientifica per l’elaborazione di politiche
Il servizio scientifico interno della Commissione, il Centro comune di ricerca (CCR),
ha fornito un sostegno ininterrotto al processo di elaborazione delle politiche
dell’Unione, in vari settori. Nel 2012 il CCR ha esaminato in modo approfondito
tematiche varie quali le complesse interdipendenze del settore bancario europeo,
le conseguenze concrete della classificazione dei nanomateriali secondo la definizione proposta dalla Commissione e l’impatto sul mercato dell’estrazione di gas
di scisto. Il CCR ha lavorato sulle norme di interoperabilità per i veicoli elettrici, ha
pubblicato un registro delle specie esotiche, ha testato la resistenza sismica di
edifici e ha effettuato serie di misurazioni volte a garantire che i laboratori europei siano in grado di individuare concentrazioni estremamente ridotte di sostanze
inquinanti. Il Centro ha inoltre monitorato l’inquinamento atmosferico, i rischi
naturali e di origine umana quali inondazioni e siccità, ha sostenuto i test di resistenza nucleare e ha valutato la capacità innovativa degli Stati membri. Il CCR ha
identificato nuovi ambiti nei quali il suo sostegno scientifico può fornire vantaggi
tangibili, quali il supporto scientifico alle industrie ecologiche, alla capacità di
raffinazione di petrolio, allo smantellamento di centrali nucleari e alla governance
dei bacini fluviali come quello del Danubio.
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Audit interno
Nel 2012 il servizio di audit interno della Commissione ha effettuato audit di
varie direzioni generali e di organismi autonomi dell’UE su questioni quali gestione e monitoraggio dell’assegnazione del personale, resoconti annuali d’attività,
termini di pagamento, aspetti etici e gestione dei rischi. Sempre più attenzione è
stata dedicata all’auditing dei risultati, uno degli elementi che consente all’organizzazione di raggiungere i propri obiettivi attraverso un impiego ottimale delle
risorse disponibili.
In ottobre il servizio di audit interno ha organizzato una manifestazione su vasta
scala che ha riunito oltre 500 professionisti del settore provenienti da tutta l’Europa, dall’Africa, dall’Asia e dagli Stati Uniti. Durante la conferenza, dedicata agli
audit dei risultati, si è dibattuto delle modalità con le quali gli auditor interni del
settore pubblico possono contribuire a una gestione più efficiente ed efficace
delle loro organizzazioni. La manifestazione ha agevolato lo scambio di metodologie e di lezioni apprese tra i professionisti dell’audit, arricchendo l’intera comunità di auditor interni.
Rendere più moderne le amministrazioni pubbliche
La qualità della pubblica amministrazione a livello UE, nazionale, regionale e locale è un aspetto determinante della competitività e un importante fattore di
produttività. Il programma «Soluzioni di interoperabilità per le pubbliche amministrazioni europee» (ISA) (49) è unico per il suo sostegno ad agevolare la collaborazione transfrontaliera e transettoriale tra amministrazioni pubbliche e trasforma
in opportunità la sfida della ristrutturazione delle procedure del settore pubblico.
Le azioni ISA motivano e sostengono le amministrazioni pubbliche in tutta l’Europa a ridurre i costi attraverso componenti software interoperabili, condivisi e
riusati.
La Commissione ha adottato la strategia e-Commission 2012-2015, una nuova
e ambiziosa strategia informatica che intende rendere più efficace ed efficiente
il funzionamento e garantire la continuità dei servizi informatici della Commissione, contenere i costi e creare valore, contribuire a ridurre gli oneri amministrativi,
aiutare a migliorare la trasparenza ed eliminare gli ostacoli digitali tra le amministrazioni pubbliche in Europa. Per sostenere la comunicazione online con i cittadini e tra le amministrazioni, la Commissione sta elaborando un nuovo strumento
per la traduzione automatica, MT@EC, che si avvale del lavoro effettuato dai suoi
traduttori professionisti (attualmente oltre 650 milioni di frasi in 23 lingue). Un
prototipo di tale strumento è disponibile presso la Commissione su scala ridotta
dalla metà del 2012 e si prevede che il servizio completo diventi operativo verso
la metà del 2013.
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Un mercato interno aperto ed equo
Ventesimo anniversario del mercato unico: l’Atto
per il mercato unico II
Il 2012 è stato l’anno del ventesimo anniversario del mercato unico. I risultati
raggiunti sono molti. Per i consumatori europei il mercato unico è sinonimo di una
scelta più ampia e di prezzi più bassi. Ai cittadini europei il mercato unico ha dato
la possibilità di viaggiare liberamente e di stabilirsi e lavorare dove desiderano. Ai
giovani ha dato maggiori opportunità di studiare all’estero: più di 2,5 milioni di
studenti si sono avvalsi di questa possibilità negli ultimi 25 anni. Il mercato unico
ha consentito a 23 milioni di aziende dell’UE di accedere a 500 milioni di consumatori e ha generato investimenti esteri. La situazione è chiara: un mercato unico
solido, profondo e integrato genera crescita e posti di lavoro, offrendo ai cittadini
europei opportunità che non esistevano vent’anni fa.
Michel Barnier,
commissario per il mercato
interno e i servizi, all’avvio
della Settimana del
mercato unico 2012.
Il completamento del mercato unico è un esercizio continuo e un elemento centrale dell’agenda europea per la crescita al fine di affrontare l’attuale crisi economica e finanziaria. Per questo motivo in ottobre la Commissione ha presentato le
proposte del secondo «Atto per il mercato unico», che presenta dodici azioni
chiave che le istituzioni dell’UE devono adottare rapidamente. Le azioni si concentrano su quattro fattori principali di crescita, occupazione e fiducia: reti integrate;
mobilità transfrontaliera di cittadini e imprese; economia digitale; azioni che
rafforzino la coesione e i benefici a vantaggio dei consumatori.
L’Atto per il mercato unico II segue le orme di una prima serie di misure presentate dalla Commissione nel 2011, ovvero l’Atto per il mercato unico I, e rappresenta il nuovo capitolo di un processo che intende creare un mercato unico più
profondo e integrato.
L’Atto per il mercato unico II comprende le seguenti azioni.
Reti di trasporto e dell’energia: l’efficienza e la piena integrazione delle reti di
trasporto e dell’energia sono il fulcro del mercato unico. Le opportunità offerte
dai fondi strutturali e di coesione devono essere collegate a un preciso
impegno a favore della concorrenza, della scelta e dei servizi di buona qualità
nell’UE. Per raggiungere tali obiettivi la Commissione propone:
››
un’azione intesa ad aprire il settore dei servizi nazionali per il trasporto
ferroviario di passeggeri alla concorrenza interna all’UE;
››
il miglioramento del mercato unico per il trasporto marittimo;
››
misure per accelerare la realizzazione di un cielo unico europeo;
››
azioni per applicare con efficacia l’attuale legislazione UE in materia di
energia.
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Mobilità dei cittadini e delle imprese: la libera circolazione transfrontaliera è
alla base del mercato unico e rappresenta uno dei pilastri dell’Unione europea.
Persistono ancora ostacoli pratici e giuridici alla mobilità dei cittadini, delle
attività d’impresa e dei finanziamenti agli investimenti. Con l’Atto per il
mercato unico II, la Commissione propone di:
››
sviluppare il portale EURES per la ricerca di un lavoro, rendendolo a pieno
titolo uno strumento transfrontaliero per il collocamento e l’assunzione;
››
introdurre disposizioni intese a mobilitare i fondi di investimento a lungo
termine per le imprese private e i progetti a lungo termine;
››
modernizzare le procedure di insolvenza, partendo dalle controversie
transfrontaliere, e contribuire a creare un contesto che offra una seconda
opportunità agli imprenditori in fallimento.
L’economia digitale: con il suo peso economico e i suoi importanti effetti di
ricaduta, ad esempio in termini di produttività e soluzione delle problematiche
sociali, la rivoluzione dell’economia digitale resta un’opportunità da non
perdere. Al fine di realizzare il mercato unico digitale entro il 2015, la
Commissione propone di:
››
agevolare il commercio elettronico nell’UE grazie a servizi di pagamento di
più facile utilizzo, più affidabili e competitivi;
››
affrontare una delle principali cause dei mancati investimenti nelle
connessioni veloci a banda larga, ovvero i costi dell’ingegneria civile;
››
rendere di uso comune la fatturazione elettronica, comprovata fonte di
risparmio, nelle procedure relative agli appalti pubblici.
Imprenditoria sociale, coesione e fiducia dei consumatori: il successo del
mercato unico deriva anche dalla partecipazione economica e sociale che esso
può generare. I consumatori devono esprimere fiducia e tutti i cittadini,
ovunque nell’UE, devono avere la possibilità di attingere alle opportunità
offerte dal mercato unico. La Commissione intende perseguire questo obiettivo
mediante strumenti concreti del mercato interno, tra cui:
››
il miglioramento delle norme sulla sicurezza dei prodotti e della loro
applicazione;
››
le misure per garantire l’accesso generalizzato ai conti bancari, nonché
commissioni trasparenti e comparabili e un trasferimento più semplice del
conto corrente.
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Ventesimo anniversario del mercato unico
Il 2012 ha segnato il ventesimo anniversario della creazione del mercato
unico, nel quale cittadini, beni, servizi e capitali possono circolare liberamente. Durante i suoi vent’anni il mercato unico ha ottenuto molti risultati, ma si
tratta di un’opera incompiuta, che va costantemente migliorata, aggiornata
e ampliata ove necessario.
Per festeggiare questo anniversario, sono state organizzate varie manifestazioni nei 27 Stati membri dell’Unione, durante la settimana del 15-20 ottobre 2012. Fra queste figuravano forum, fiere, conferenze, mostre, programmi
radiofonici e televisivi. Le manifestazioni hanno riunito i cittadini e le imprese
europei con i parlamentari europei, la Commissione europea, il Consiglio europeo e gli Stati membri per commemorare e riflettere sul passato, sul presente e sul futuro del mercato unico.
Michel Barnier,
commissario per il mercato
interno e i servizi, con i
vincitori del concorso
«Generazione 1992».
Generazione 1992
«Generazione 1992» è un concorso per il quale i ventenni di oggi, cresciuti
nel mercato unico, hanno presentato video, foto, fumetti, testi o applicazioni
per smartphone sul significato del mercato unico europeo per la loro generazione. I vincitori sono stati premiati durante la manifestazione conclusiva
della settimana del mercato unico.
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COMMERCIO ALL’INTERNO DELL’UNIONE EUROPEA TRA IL 1992 E IL 2011
Gli scambi di merci all’interno dell’UE sono aumentati da 800 miliardi di euro nel 1992 a
2 800 miliardi di euro nel 2011 grazie al mercato unico, passando dal 12 % del PIL
dell’UE nel 1993 al 22 % nel 2011.
Miliardi di euro
% del PIL
3 000
25 %
2 500
20 %
2 000
15 %
1 500
10 %
1 000
5%
500
Esportazioni intra-Unione ai prezzi 2011 (a sinistra)
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
0
1992
0
Esportazioni intra-Unione espresse in percentuale del PIL (a destra)
Fonte: Eurostat, AMECO.
Mercato interno dell’energia (50)
Alla fine del 2012 la Commissione ha adottato una comunicazione intitolata
«Rendere efficace il mercato interno dell’energia» (51). Nella comunicazione si
esamina la situazione attuale del processo di completamento del mercato
interno dell’energia, da ultimare entro il 2014, e si incoraggiano gli Stati
membri a impegnarsi maggiormente, sottolineando i vantaggi del mercato
interno dell’energia per i cittadini e per le imprese. Nella comunicazione si
identifica la necessità di continuare ad agire in una serie di settori quali la
tutela dei consumatori, l’attuazione delle norme esistenti e l’investimento
nell’ammodernamento delle infrastrutture energetiche, al fine di garantire
che i sistemi energetici dell’Europa siano adeguati al XXI secolo.
Promuovere la concorrenza equa nel mercato
unico
Durante l’intero 2012 la Commissione ha continuato a garantire la salvaguardia
della concorrenza grazie a un’attenta applicazione delle regole dell’Unione. La
politica della concorrenza ha contribuito a mantenere una situazione equa nel
mercato unico, garantendo che i consumatori e le imprese che rispettano la legge
beneficino di un mercato competitivo che offre prezzi migliori, una scelta più
ampia di prodotti innovativi e la prevenzione di aiuti pubblici che falsano la
concorrenza.
Cartelli
I cartelli sono la più grave forma di violazione della legislazione sulla concorrenza.
Essi impediscono ai mercati di funzionare correttamente e nuocciono ai consumatori, alle imprese e all’economia. Essi mantengono i prezzi artificialmente alti,
soffocano l’innovazione e creano suddivisioni illecite all’interno del mercato unico.
Nel 2012 la lotta ai cartelli è restata prioritaria per la Commissione.
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La Commissione ha adottato quattro decisioni nei confronti dei principali cartelli,
multandoli per oltre 1,8 miliardi di euro. I cartelli hanno riguardato diversi Stati
membri, molte imprese e hanno operato per periodi relativamente lunghi. La
Commissione ha scoperto numerosi cartelli per la fissazione dei prezzi e ha
multato i partecipanti, ad esempio gli operatori di servizi di spedizione merci o i
fabbricanti di ferramenta per finestre.
In dicembre la Commissione ha multato sette gruppi internazionali di imprese per
un importo complessivo di 1,47 miliardi di euro per la partecipazione a cartelli nel
settore dei tubi catodici. I suddetti cartelli hanno operato per più di un decennio.
Si trattava dei cartelli più organizzati sui quali la Commissione avesse mai indagato. I cartelli effettuavano pratiche anticoncorrenziali estremamente dannose,
tra cui la fissazione dei prezzi, la ripartizione del mercato, l’attribuzione dei clienti,
il coordinamento tra capacità e output e gli scambi di informazioni commerciali
sensibili. La multa riflette la gravità della violazione della legge ed è la più elevata
mai applicata finora dalla Commissione. In tutti i casi elencati talune imprese
hanno beneficiato della riduzione dell’ammenda perché hanno aiutato la Commissione fornendo informazioni nel quadro del programma di riduzione delle
sanzioni.
Antitrust
Oltre ai cartelli, altri tipi di comportamento anticoncorrenziale, ad esempio l’abuso
di posizione dominante, hanno un impatto dannoso sul mercato unico e sui consumatori. Tale comportamento riduce gli incentivi per le imprese a fornire prodotti
o servizi nuovi o migliori a prezzi competitivi e, di conseguenza, obbliga i consumatori a pagare di più per una qualità probabilmente inferiore.
Applicazione delle norme antitrust
Nel 2012, ad esempio, la Commissione ha accettato gli impegni offerti da
Apple e da quattro gruppi di editori internazionali: Hachette Livre, parte del
gruppo francese Lagardère; Harper Collins, di proprietà della News Corporation degli Stati Uniti; Simon & Schuster, del gruppo statunitense CBS, e Macmillan, del gruppo tedesco Georg von Holtzbrinck, per sospette violazioni sul
mercato dei libri elettronici nello Spazio economico europeo (SEE).
La Commissione temeva che tali imprese potessero aver escogitato un sistema per limitare la concorrenza sui prezzi al dettaglio per i libri elettronici nel
SEE, in violazione delle regole antitrust dell’Unione. Dato che si tratta di un
nuovo mercato per l’Europa, era necessario agire in modo estremamente
dinamico, veloce e decisivo.
Per reagire alle preoccupazioni della Commissione, le imprese hanno proposto di porre fine ai contratti di rappresentanza in corso e di escludere determinate clausole dai loro contratti di rappresentanza per i prossimi cinque
anni. Gli editori hanno inoltre proposto di concedere ai dettaglianti la libertà
di praticare sconti sui libri elettronici, nel rispetto di determinate condizioni,
per un periodo di due anni.
Gli impegni proposti dalle imprese consentono di ripristinare condizioni di
concorrenza normali in questo mercato nuovo e dinamico, a vantaggio degli
acquirenti e lettori di libri elettronici.
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La Commissione ha reso giuridicamente vincolante l’impegno proposto da
Thomson Reuters di creare una nuova licenza che consente ai clienti, dietro pagamento di una tariffa mensile, di utilizzare i codici strumentali Reuters (Reuters
instrument codes, RIC) per dati provenienti da competitori di Thomson Reuters. La
Commissione sospettava che Reuters potesse abusare della sua posizione dominante sul mercato dei feed di dati consolidati in tempo reale attraverso le sue
licenze, in violazione delle regole antritrust dell’UE. Gli impegni proposti da
Thomson Reuters miglioreranno la concorrenza su tale mercato. Le istituzioni finanziarie che utilizzano i RIC saranno ora in grado di passare a fornitori alternativi
in modo più semplice.
La Commissione ha anche avviato una serie di nuove indagini su mercati importanti. Tra gli esempi figurano l’indagine su una joint venture transatlantica tra
varie compagnie aeree per il trasporto di passeggeri oppure le indagini su fabbricanti di dispositivi mobili, volte a stabilire se il comportamento di determinati titolari di brevetti essenziali sugli standard possa determinare un abuso di posizione
dominante. La Commissione sta inoltre lavorando su altri casi nel settore delle
telecomunicazioni, dei trasporti, dell’energia e dei prodotti farmaceutici.
Concentrazioni
Nel 2012 la Commissione ha autorizzato 253 concentrazioni e ne ha vietata solo
una.
Le concentrazioni autorizzate nel settore delle telecomunicazioni comprendono
l’acquisizione di Motorola Mobility, uno sviluppatore di smartphone e tablet, da
parte di Google, la più grande impresa mondiale operante nel campo dei
motori di ricerca Internet e della pubblicità, che ha sviluppato Android, uno dei
più diffusi sistemi operativi per dispositivi mobili. La Commissione ha
autorizzato l’operazione perché non modifica in modo significativo la situazione
di mercato nel SEE né alcuna sua parte sostanziale per quanto riguarda i
sistemi operativi e i brevetti per tali dispositivi.
L’acquisizione da parte della tedesca Südzucker, il più grande produttore
europeo di zucchero, di ED & F MAN del Regno Unito, il secondo commerciante
specializzato nel settore dello zucchero al mondo, attivo anche nella produzione
di zucchero, è stata autorizzata subordinatamente a condizioni. In tal caso
l’autorizzazione è stata subordinata a condizioni relative alla dismissione degli
interessi di ED & F MAN nell’impianto di produzione più ampio e più moderno,
sito a Brindisi. Questo consentirà di ripristinare una concorrenza sufficiente su
tale mercato.
Joaquín Almunia,
vicepresidente della
Commissione responsabile
per la concorrenza,
partecipa al Forum
europeo della concorrenza.
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Anche nel settore dell’acciaio inossidabile è stata autorizzata subordinata­
mente a condizioni l’acquisizione di Inoxum, la divisione acciaio inossidabile
della tedesca ThyssenKrupp, da parte dell’impresa finlandese Outokumpu,
attiva nel settore dell’acciaio inossidabile. Dall’indagine della Commissione è
risultato che, sul mercato dell’acciaio laminato a freddo del SEE, la
concentrazione riunirebbe il primo e il secondo maggiore produttore, creando
un’entità da tre a cinque volte più grande rispetto ai competitori diretti.
L’autorizzazione è stata allora subordinata alla dismissione dell’impianto di
Inoxum a Terni e di una serie di centri di distribuzione in Europa, onde garantire
che la nuova entità continui a dover affrontare una concorrenza sufficiente.
All’inizio dell’anno la Commissione ha vietato la concentrazione tra Deutsche
Börse e NYSE Euronext. Se fosse stata autorizzata, la concentrazione avrebbe
dato vita a una situazione di quasi monopolio sul mercato dei derivati in Europa,
nel quale le due società avrebbero controllato oltre il 90 % del mercato globale.
Il divieto era volto a proteggere l’economia europea dagli effetti avversi di una
combinazione che avrebbe praticamente eliminato la concorrenza efficace sul
mercato, con notevoli danni per i consumatori.
Aiuti di Stato
Nel 2012 la Commissione ha avviato un’ampia riforma intesa ad aggiornare le
norme sul controllo degli aiuti di Stato: l’iniziativa sulla modernizzazione degli
aiuti di Stato (52).
L’iniziativa persegue tre obiettivi principali: garantire che le regole sugli aiuti di
Stato contribuiscano alla crescita sostenibile, intelligente e inclusiva nonché agli
obiettivi di Europa 2020; dare priorità all’applicazione nei casi aventi un impatto
significativo sul mercato unico; snellire il processo decisionale della
Commissione.
Per raggiungere tali obiettivi la Commissione dedicherà maggiore attenzione agli
«aiuti buoni»: aiuti efficienti e ben concepiti che affrontano autentici punti deboli
del mercato e hanno un effetto di incentivo concreto. Sarà ancor più vigilante nei
confronti degli «aiuti cattivi», ovvero sovvenzioni dannose che spiazzano gli investimenti privati o mantengono sul mercato imprese inefficienti e non redditizie.
Nello stesso tempo la modernizzazione degli aiuti di Stato deve contribuire
all’impegno degli Stati membri per un uso più efficace delle risorse pubbliche nel
contesto del risanamento dei bilanci. La crisi del debito sovrano e la scarsità di
fondi pubblici sottolineano l’importanza della qualità e dell’efficacia della spesa
pubblica, compresi gli aiuti di Stato. Gli elementi principali del pacchetto di riforma dovrebbero essere pronti entro la fine del 2013.
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Nel 2012 la Commissione ha adottato una serie di decisioni che contribuiranno a
promuovere la crescita e l’innovazione in Europa.
La Commissione ha autorizzato nel Regno Unito un sistema di sostegno agli
investimenti nelle reti di accesso di nuova generazione (NGA) a banda larga ad
alta velocità, «BDUK». Il sistema intende sostenere progetti locali in zone rurali
e isolate, nelle quali tali reti hanno poche probabilità di essere sviluppate a
condizioni commerciali. La Commissione ha anche autorizzato un sistema di
sostegno da due miliardi di euro per la promozione dello sviluppo di reti a
banda larga NGA in zone attualmente sottoservite della Baviera, con la
garanzia che il sostegno sia concesso solo in zone in cui nel prossimo futuro
non sono previsti ampliamenti della rete a banda larga commerciale NGA.
Entrambi i sistemi costituiscono un progresso verso la realizzazione dell’agenda
digitale dell’UE e un notevole incentivo alla crescita nelle due zone.
La Commissione ha autorizzato un sistema austriaco di sostegno alla
produzione di energia da fonti rinnovabili, «2012 Green Electricity Act»,
concepito per aiutare l’Austria a raggiungere entro il 2020 l’obiettivo nazionale
prescritto in relazione alle energie rinnovabili. È stato autorizzato anche un
sistema del Regno Unito volto a sostenere le fonti di energia rinnovabili
utilizzate per generare calore nell’Irlanda del Nord, conformemente alla
strategia Europa 2020 per la crescita sostenibile.
La Commissione ha autorizzato il finanziamento pubblico di tre miliardi di lire
sterline concesso dal Regno Unito per la creazione di una banca che investe in
progetti favorevoli all’ambiente: la Green Investment Bank (GIB). L’obiettivo di
tale misura consiste nel ridurre le emissioni di carbonio nel Regno Unito
accelerando lo sviluppo di un’economia «verde». L’obiettivo della GIB consiste
nell’investire in progetti di tipo innovativo, favorevoli all’ambiente e in settori
per i quali è stata identificata una carenza del mercato.
In parallelo la Commissione ha continuato ad aggiornare e migliorare le regole
sulla concorrenza in una serie di settori strategici.
La Commissione ha adottato un regolamento «de minimis» sui servizi di
interesse economico generale (SIEG) (53). In virtù del regolamento sono
esonerati dall’applicazione delle regole sugli aiuti di Stato gli aiuti fino a
500 000 euro per impresa, su un periodo di tre anni, concessi per compensare
la fornitura di SIEG. Il nuovo regolamento semplifica notevolmente l’attività
delle autorità pubbliche e dei fornitori di servizi riducendo sensibilmente
l’onere amministrativo relativo alla concessione di compensazioni pubbliche
per piccoli SIEG e, nello stesso tempo, aumenta la certezza giuridica.
La Commissione ha adottato regole sul sostegno nazionale ai costi dell’energia
elettrica per le industrie, nel contesto del sistema europeo di scambio delle
quote di emissioni. Nel nuovo contesto gli Stati membri possono concedere un
aiuto a taluni utenti a forte utilizzo di energia elettrica, ad esempio i produttori
di acciaio e alluminio, che compensa una parte dell’aumento dei costi
dell’elettricità risultanti da un cambiamento del sistema europeo di scambio
delle quote di emissioni a partire dal 2013. Le regole garantiscono che le
misure di sostegno nazionali siano concepite in modo da rispettare gli obiettivi
UE di decarbonizzare l’economia europea e da mantenere la parità di condizioni
tra i competitori sul mercato interno.
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Controllo giurisdizionale delle decisioni della Commissione
nel settore della concorrenza
Il 2012 è stato anche caratterizzato da una serie di importanti sentenze
della Corte di giustizia dell’Unione europea.
I tribunali hanno recentemente confermato numerose questioni fondamentali per la prassi della concorrenza. Ad esempio, il Tribunale ha omologato gli
elementi chiave della politica della Commissione in materia di ammende
introdotta dagli orientamenti per il calcolo delle ammende del 2006 in tre
casi esaminati: clorato di sodio (54), traslochi internazionali (55) e gomme di
isoprene-cloroprene (56). Queste sentenze rafforzano la posizione della Commissione e consolidano la certezza giuridica.
Nel settore dell’antitrust, la sentenza del Tribunale nella causa MasterCard
riveste particolare importanza. Il Tribunale ha confermato i risultati della
Commissione secondo i quali le commissioni interbancarie transfrontaliere
per le carte di addebito e di credito dei consumatori (MIF) limitano la concorrenza perché gonfiano i costi di accettazione per gli esercenti senza portare
vantaggio ai consumatori (57).
Il Tribunale ha inoltre ampiamente confermato la decisione della Commissione del 2009 di infliggere ammende al gruppo E.ON e a GDF Suez per aver
concluso e mantenuto un accordo di ripartizione del mercato sui mercati del
gas naturale in Francia e in Germania. Confermando che la Commissione ha
giustamente rilevato che il comportamento delle società costituiva una violazione del diritto dell’Unione, il Tribunale ha inviato un forte segnale agli
operatori del settore del gas in merito al divieto di ricorrere a prassi anticoncorrenziali per contrastare la liberalizzazione (58).
La sentenza del Tribunale riguardante Microsoft ha essenzialmente confermato la decisione della Commissione del 2008 di infliggere un’ammenda a
Microsoft per non essersi conformata alla decisione della Commissione del
2004 che la riguardava. Si trattava della prima sentenza in cui il Tribunale
decide in merito a una sanzione imposta a un’impresa per il mancato rispetto di una decisione di divieto basato sulle norme antitrust (59).
Fiscalità
In aprile il Parlamento ha espresso un sostegno deciso alla proposta del 2011 (60)
riguardante una base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società,
che consentirebbe alle imprese dell’UE di risparmiare miliardi di euro e contribui­
rebbe ad attirare più investitori stranieri in Europa eliminando gravosissimi oneri
amministrativi, costi elevati di messa in conformità e incertezze giuridiche che le
imprese devono attualmente affrontare quando operano in più di uno Stato
membro.
In maggio, in seguito all’ampia consultazione pubblica lanciata dalla Commissione europea nel dicembre 2010 (61), il Consiglio ha adottato conclusioni nelle quali
si esprime a favore di un regime IVA per l’UE che sia più semplice, più efficiente,
neutro, solido e resistente alle frodi al fine di garantire un corretto funzionamento
del mercato unico.
In ottobre la Commissione ha presentato una proposta di decisione del Consiglio
su una cooperazione rafforzata relativa a un’imposta sulle transazioni finanziarie,
per una tassazione più equa e un mercato unico più forte. Finora 11 paesi hanno
segnalato l’intenzione di partecipare, prendendo la proposta della Commissione
del 2011 relativa a un’imposta sulle transazioni finanziarie come base sulla
quale procedere. In dicembre il Parlamento europeo ha garantito il suo appoggio
alla cooperazione rafforzata.
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Le nuove regole sull’IVA entreranno in vigore il 1º gennaio 2013. Esse semplificheranno il lavoro delle imprese in tutta l’Europa. Innanzitutto, la fatturazione
elettronica dovrà essere trattata allo stesso modo di quella cartacea, affinché le
imprese possano scegliere la modalità di fatturazione IVA che preferiscono. In
questo modo le imprese possono risparmiare fino a 18 miliardi di euro l’anno riducendo i costi amministrativi. In secondo luogo, gli Stati membri avranno la
possibilità di autorizzare il regime di contabilità di cassa per le piccole imprese il
cui fatturato annuo non supera due milioni di euro. Questo significa che le PMI
non dovranno versare l’IVA finché non l’avranno ricevuta dai loro clienti e potranno quindi evitare problemi di flusso di cassa.
Per le imprese, operare in più di uno Stato membro significa spesso dover affrontare varie amministrazioni tributarie in varie lingue; inoltre, rispettare molteplici
obblighi in relazione all’IVA può essere molto oneroso e costoso. Il regolamento (62) proposto dalla Commissione all’inizio del 2012 è un primo passo verso uno
sportello unico per tutti i servizi elettronici a vantaggio delle imprese a partire dal
1º gennaio 2015. In futuro la Commissione tenterà di estendere gradualmente
tale approccio ad altri beni e servizi.
Dogane
In febbraio la Commissione ha proposto, nell’ambito del codice doganale dell’Unione (63), di adeguarne talune disposizioni agli sviluppi del settore doganale e
dell’altra legislazione pertinente, di allinearlo agli obblighi procedurali derivanti
dal trattato di Lisbona e di rinviare la sua applicazione. L’obiettivo principale di
tale legislazione consiste nell’affrontare, ma anche disciplinare l’ambiente elettronico per le dogane e il commercio. L’unione doganale è un elemento essenziale
per il funzionamento del mercato unico e può operare correttamente solo in
presenza di un’applicazione comune e coerente di regole e sistemi doganali comuni e moderni.
Il 20 marzo la Neri Spa di Livorno è diventata il 10 000º operatore economico autorizzato (authorised economic operator, AEO) aderendo a un regime doganale a
livello dell’UE che rende più veloce e più sicuro il controllo doganale alle frontiere
dell’UE nell’ambito degli scambi commerciali internazionali. Lo status di AEO a livello dell’UE identifica le imprese sicure e affidabili che effettuano scambi commerciali
internazionali e che beneficiano di agevolazioni per quanto riguarda i controlli doganali. Fra i vantaggi figura il reciproco riconoscimento dello status di operatore
affidabile dell’UE con i principali partner commerciali. Nel 2012 è stato raggiunto
un risultato importante con il reciproco riconoscimento dello status di AEO con gli
Stati Uniti.
Algirdas Šemeta,
commissario per la
fiscalità e l’unione
doganale, l’audit e la lotta
antifrode, alla conferenza
2012 del servizio di audit
interno «Audit dei risultati
effettuato dagli auditor
interni del settore
pubblico».
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Contributo del commercio alla crescita
economica
Il commercio, fattore di crescita
A livello mondiale l’UE continua a essere il maggiore esportatore, importatore,
fonte e beneficiario di investimenti esteri diretti, con un PIL pro capite di 25 000
euro per i suoi 500 milioni di consumatori. Con questi risultati l’Europa è una delle
cinque economie mondiali con i migliori risultati, un’economia da 12 600 miliardi
di euro. L’UE è inoltre riuscita a conservare la sua quota del 20 % delle esportazioni mondiali complessive, malgrado gli ottimi risultati della Cina, mentre le
quote del Giappone e degli Stati Uniti sono notevolmente diminuite.
L’UE è quindi il principale partner commerciale di 80 paesi (mentre gli Stati Uniti
lo sono per poco più di 20).
Il disavanzo commerciale dell’UE nel settore manifatturiero ammonta a 281 miliardi di euro, una cifra che si è quintuplicata dal 2000 e che ha più che controbilanciato l’aumento della bolletta energetica nello stesso periodo. Il disavanzo
dell’UE nel settore dei servizi è diventato 17 volte più ampio in dieci anni, raggiungendo 86 miliardi di euro nel 2010. Inoltre, circa 30 milioni di posti di lavoro
nell’UE, ovvero oltre il 10 % della forza lavoro, dipendono dalle vendite al resto
del mondo, quasi il 50 % in più rispetto al 1995.
Attualmente la principale fonte di crescita è una solida domanda estera, visto che
i componenti interni (pubblici o privati) della domanda restano deboli. Il contributo
della domanda estera alla crescita economica dovrebbe aumentare ulteriormente
in futuro, dato che il 90 % della crescita economica globale che sarà realizzata
fino al 2015 sarà generato al di fuori dell’Europa. Di conseguenza, per poter
crescere in futuro, l’Europa dovrà sempre di più inserirsi nei mercati dei suoi
principali partner commerciali.
Karel De Gucht,
commissario per il
commercio, durante una
visita in Messico.
L’accordo di libero scambio concluso di recente con la Corea del Sud offre all’UE
nuove opportunità di esportazione per circa 20 miliardi di euro. Gli incrementi di
produttività rafforzano ulteriormente l’impatto degli accordi commerciali di oltre
la metà in termini generali. Anche un programma ambizioso potrebbe contribuire
a creare più di due milioni di posti di lavoro in tutta l’UE.
Nello stesso spirito, approfondendo le relazioni tra l’UE e i suoi principali partner
commerciali si può contribuire in modo significativo alla ripresa dell’Europa. Se
l’UE continua a realizzare il suo ambizioso programma di commercio estero, il suo
PIL potrebbe crescere del 2 %, oppure di oltre 250 miliardi di euro.
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Iniziativa sugli appalti pubblici esteri
Conformemente agli impegni assunti con l’accordo dell’Organizzazione mondiale
del commercio (OMC) sugli appalti pubblici del marzo 2012, la Commissione ha
proposto un’iniziativa volta a contribuire all’apertura dei mercati degli appalti
pubblici a offerenti dell’UE. In termini concreti la proposta intende garantire che
sia le imprese europee sia quelle non europee si trovino in una situazione di parità
come concorrenti sul lucrativo mercato degli appalti pubblici dell’UE. A lungo
termine tale iniziativa agevolerà l’ampliamento delle opportunità commerciali per
le imprese dell’UE, sia nell’Unione sia a livello internazionale, fornirà alle piccole
e medie imprese maggiori possibilità di operare in un’economia globalizzata e
infine promuoverà l’innovazione nell’UE.
Investimenti
Nel quadro dell’ampia politica in materia di investimenti che è diventata di competenza esclusiva dell’UE con il trattato di Lisbona, la Commissione ha adottato
un regolamento sulla responsabilità finanziaria nella composizione delle controversie investitore-stato (64). Il regolamento fornisce un quadro giuridico e finanziario per accompagnare i futuri accordi UE sulla tutela degli investimenti. Con
l’accordo dei colegislatori, il regolamento disciplinerà la gestione delle future
controversie sugli investimenti nelle cause contro l’UE o contro singoli Stati
membri.
Attualmente la Commissione europea sta negoziando sugli investimenti, compresa la tutela degli investimenti, nel quadro delle trattative sull’accordo di libero
scambio con Canada, India e Singapore, mentre sta preparando un accordo sugli
investimenti tra UE e Cina. Quando sarà stipulato, l’accordo a livello dell’UE
comprendente la tutela degli investimenti sostituirà i trattati bilaterali sugli investimenti degli Stati membri con i suddetti paesi terzi.
Per garantire la certezza del diritto agli investitori europei che beneficiano della
tutela degli investimenti offerta dagli accordi bilaterali sugli investimenti degli
Stati membri, la Commissione ha presentato una proposta di regolamento nel
luglio 2010, che è stata adottata dal Parlamento e dal Consiglio nel dicembre
2012 con procedura legislativa ordinaria (65).
Il regolamento chiarisce lo status giuridico degli accordi bilaterali sugli investimenti nel diritto dell’UE e conferma che possono essere mantenuti in vigore finché
saranno sostituiti da un accordo sugli investimenti a livello dell’UE. Nello stesso
tempo il regolamento istituisce anche un meccanismo che autorizza gli Stati
membri, a determinate condizioni, a negoziare accordi bilaterali sugli investimenti
con paesi con i quali non si prevede immediatamente di avviare negoziazioni su
accordi sugli investimenti a livello dell’UE. In questo modo si può ampliare la
portata della tutela degli investimenti attualmente disponibile agli investitori
europei.
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Politica agricola e politiche della pesca
e degli affari marittimi
Agricoltura
Cinquantesimo anniversario della politica agricola comune
Cinquantesimo
anniversario della politica
agricola comune.
Nel 2012 ricorre il 50º anniversario dell’attuazione della politica agricola comune
(PAC) dell’UE (66), pietra angolare dell’integrazione europea che ha assicurato ai
cittadini dell’Unione 50 anni di sicurezza alimentare e un ambiente rurale vitale.
La PAC è oggi l’unica politica dell’Unione europea per la quale esiste un quadro
comune a livello UE e la maggior parte della spesa pubblica in tutti gli Stati
membri proviene dal bilancio dell’UE e non dai bilanci nazionali o regionali. Le
cifre indicano che la PAC ha contribuito a una crescita costante del valore economico, della produttività e del commercio nel settore agricolo, consentendo alle
famiglie di dimezzare la spesa destinata ai prodotti alimentari.
La PAC è una politica che ha sempre saputo evolvere per adeguarsi a nuove situazioni. Ad esempio, il processo di riforma dal 1992 ha promosso un maggiore
orientamento verso il mercato, tenendo conto anche del parere dei consumatori
su tematiche quali il benessere degli animali e la tutela dell’ambiente.
Le negoziazioni sul futuro della PAC, proseguite nel 2012, cercano di affrontare
le sfide di oggi e di domani: la sicurezza alimentare; i cambiamenti climatici; l’uso
sostenibile delle risorse naturali; lo sviluppo rurale equilibrato; l’aiuto al settore
agricolo per far fronte agli effetti della crisi economica e all’aumentata volatilità
dei prezzi agricoli; il contributo a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva,
in linea con la strategia Europa 2020.
Dacian Cioloş, commissario
per l’agicoltura e lo
sviluppo rurale, durante un
viaggio in Cina per
rafforzare la cooperazione
tra l’UE e la Cina nel
settore dell’agricoltura e
dello sviluppo rurale.
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Pietre miliari nella storia della politica agricola comune
1962: nasce la PAC. La ragion d’essere della politica è quella di fornire alimenti a
prezzi accessibili ai cittadini dell’UE e un equo tenore di vita agli agricoltori.
1984: quote latte. Vengono introdotte misure specifiche per adattare la produzione lattiera alle esigenze del mercato.
2000: il campo d’applicazione della PAC è esteso allo sviluppo rurale. La PAC si
concentra sullo sviluppo economico, sociale e culturale dell’Europa rurale, con
programmi pluriennali mirati formulati a livello nazionale, regionale o locale.
2012: negoziati per una nuova riforma della PAC, intesa a rafforzare la competitività economica ed ecologica del settore agricolo, promuovere l’innovazione,
contrastare i cambiamenti climatici e sostenere l’occupazione e la crescita nelle
zone rurali.
IL PERCORSO DELLA SPESA PER LA POLITICA AGRICOLA COMUNE
DAL 1980 AL 2010
Miliardi di euro (ai prezzi correnti)
60
50
40
30
20
10
Sostegno disaccoppiato
Sostegno accoppiato
Altre misure di mercato
STATISTICHE DELL’EVOLUZIONE DEI DATI AGRICOLI DI BASE
1962
1992
2002
2012
Numero di Stati membri
6
12
15
27
Numero di agricoltori (in milioni)
6,5
7,2
6,2
13,7
Superficie agricola (in milioni di ettari)
69
118
126
172
Valore della produzione agricola
(a prezzi reali, in miliardi di euro/ECU)
20
350
Resa lattiera media (kg per vacca all’anno)
3 000
6 500
Resa media del frumento (in tonnellate per ha)
2
6
Valore delle esportazioni agricole
(in termini reali, in miliardi di euro/ECU)
3
90 (*)
Valore delle importazioni agricole
(in termini reali, in miliardi di euro/ECU)
6
80 (*)
Valore del commercio agricolo
(in termini reali, in miliardi di euro/ECU)
10
170 (*)
Percentuale delle spese alimentari
per famiglia (media UE)
30 %
16 %
(*) Cifre provvisorie per gennaio-novembre 2011.
Fonte: Commissione europea, direzione generale dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale.
2010
2008
2009
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
1987
1986
1984
Sviluppo rurale
1985
1983
1982
1981
1980
0
Restituzioni all’esportazione
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PREVISIONE DELLE RESE DELLE COLTURE DEL CENTRO COMUNE
DI RICERCA
Il Centro comune di ricerca della Commissione elabora previsioni sul rendimento delle
colture a sostegno della politica agricola dell’UE. L’immagine illustra i rendimenti previsti
per il frumento nel 2012 in relazione alla media 2007-2011. Le cifre all’interno di ogni
paese rappresentano le tonnellate/ettaro previste, mentre il codice colore illustra il
cambiamento rispetto ai cinque anni precedenti.
3,8
5,9
3,0
3,8
7,4
8,6
4,1
7,4
8,8
8,8
5,3
7,1
3,9
0,9
3,9
7,6
5,1
4,9
3,7
3,9
2,6
3,6
2,5
2,4
1,6
Rendimento inferiore
(< – 4 %)
Rendimento paragonabile
alla media
Rendimento migliore
(> 4 %)
Regole più trasparenti ed efficienti per il settore agricolo
In settembre la Commissione ha adottato una proposta volta ad applicare nuove
regole relative alla pubblicazione di informazioni sui beneficiari dei fondi agricoli
europei (67). La revisione legislativa è stata avviata in seguito a una sentenza
della Corte di giustizia dell’Unione europea (68) che ha abolito una parte del regolamento (CE) n. 259/2008 della Commissione (69), in particolare per quanto riguarda la pubblicazione di informazioni sui beneficiari di finanziamenti provenienti dai fondi agricoli. La proposta tiene conto degli obblighi giuridici inerenti
alla protezione dei dati personali.
In dicembre la Commissione ha adottato la seconda relazione sull’andamento
della situazione del mercato e sulle condizioni per un’abolizione graduale del regime delle quote latte (70), come richiesto dal Consiglio nell’ambito della verifica
dello stato di salute della PAC del 2008. Nella relazione la Commissione conclude
che l’applicazione del cosiddetto «metodo dell’atterraggio morbido» procede secondo le previsioni: nella maggior parte degli Stati membri le quote non sono più
rilevanti ai fini della limitazione della produzione e il prezzo delle quote (pagato
dagli agricoltori che necessitano di quote aggiuntive) è già arrivato a zero o vi si
avvicina.
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Politica europea della pesca
Politica comune della pesca: servono riforme urgenti
Nel 2011 la Commissione ha proposto una riforma radicale della politica comune
della pesca, che è stata dibattuta al Parlamento, al Consiglio e tra le parti interessate durante il 2012. La riforma cercava di ripristinare la prosperità del settore,
porre fine alla sua dipendenza dalle sovvenzioni e promuovere l’occupazione e la
crescita nelle zone costiere.
Mantenere la situazione attuale non è una scelta da prendere in considerazione.
Nell’Atlantico circa il 47 % delle risorse stimate è sovrasfruttato e nel Mediterraneo l’80 %. Tuttavia, migliorare la situazione è possibile: grazie a recenti misure
di conservazione, gli stock ittici europei pescati in modo sostenibile sono ora saliti
a 27. Di conseguenza, nel 2012 è stato possibile elevare talune quote di pesca,
generando nuove entrate per i pescatori, pari secondo le stime a 135 milioni di
euro, prova evidente del fatto che ripristinare l’equilibrio delle risorse ittiche produce vantaggi economici diretti.
Pescando tutti gli stock a livelli sostenibili si potrebbero aumentare le catture del
20 % entro il 2020. I vantaggi socioeconomici per il settore e per l’intera economia sarebbero considerevoli.
Tolleranza zero per la pesca illegale
Dal 2010 la normativa UE per lottare conto la pesca illegale, non dichiarata e non
regolamentata (INN) (71) è stata applicata rigorosamente. La Commissione ha
svolto ampie indagini su singole navi e sui sistemi di controllo di paesi in tutto il
mondo. Ne è risultato che 12 paesi hanno applicato sanzioni nei confronti di 46
navi e la Commissione ha elaborato un elenco di otto paesi terzi che si potrebbero
considerare non cooperativi per quanto riguarda la pesca INN (72). La Commissione è determinata ad aiutare tali paesi a correggere la situazione con il dialogo, la
cooperazione e con adeguati piani d’azione. Tuttavia, se tali paesi dovessero essere inseriti in una lista nera dal Consiglio, non sarebbero più autorizzati a
esportare pesce verso l’UE. Gli operatori dell’UE che gestiscono o possiedono navi
INN non potranno beneficiare di aiuti pubblici, né di finanziamenti da fondi UE. Si
continua a indagare ad ampio raggio.
Campagna a favore della
pesca sostenibile.
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Politica europea degli affari marittimi.
La «crescita blu»: prospettive di crescita
sostenibile dai settori marittimi
Il concetto di «crescita blu» si riferisce ai settori marittimi, sia tradizionali sia
emergenti, aventi un notevole potenziale economico.
Maria Damanaki,
commissario per gli affari
marittimi e la pesca,
durante la sua
dichiarazione sulla lotta
alla pesca illegale.
Attualmente l’economia blu dell’UE offre 5,4 milioni di posti di lavoro e circa
500 miliardi l’anno di valore aggiunto lordo. Entro il 2020 l’UE spera di arrivare a
7 milioni di posti di lavoro e 600 miliardi l’anno. Per raggiungere tale obiettivo, la
Commissione ha avviato una strategia specifica (73) nel settembre 2012. La
strategia identifica cinque settori specifici nei quali con un intervento mirato si
possono ottenere notevoli progressi: turismo marittimo, costiero e di crociera;
energia blu; risorse minerali marine; acquacoltura; biotecnologia blu. L’intervento
consisterà nel rimuovere i fattori che ostacolano la crescita e nell’attuare soluzioni intelligenti per promuovere tali settori. Incentivando la ricerca marina, sostenendo le PMI innovative, affrontando le necessità in termini di competenze e incoraggiando i prodotti innovativi, l’Europa può mobilitare il potenziale ancora non
sfruttato dell’economia marina salvaguardando la biodiversità e l’ambiente.
In ottobre i ministri incaricati degli affari marittimi e la Commissione europea
hanno adottato la dichiarazione di Limassol (74) sull’agenda marina e marittima
per la crescita e l’occupazione: un chiaro impegno degli Stati membri a favore
della strategia di crescita blu e di tutte le politiche marittime, compresa la politica
della pesca.
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Bilancio
Il bilancio dell’UE per il 2013
Programmazione finanziaria e bilancio UE 2012
Il 2012 è stato un anno particolarmente difficile per la gestione del bilancio annuale dell’UE, soprattutto a causa dei bassi livelli di stanziamenti di pagamento
concordati nella versione iniziale. Nel 2012 non solo è stato attuato il bilancio, ma
sono stati anche valutati nel corso di varie fasi i bilanci del 2011 e del 2010. Una
delle attività più importanti è stata la preparazione del bilancio per il 2013, l’ultimo del periodo settennale di programmazione in corso. L’evento significativo del
2012, oltre alla procedura annuale di bilancio, è stato l’adozione del nuovo regolamento finanziario. Dopo la presentazione di tutte le proposte pertinenti della
Commissione si sono svolte durante tutto l’anno negoziazioni sul prossimo quadro
finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020.
Attuazione del bilancio UE 2012
Il bilancio UE 2012 tiene conto degli obiettivi di crescita e innovazione della
strategia Europa 2020. Allo stesso tempo si sono ancora tenute in considerazione
notevoli limitazioni, che rispecchiano la difficile situazione economica di molti
Stati membri. Tale strategia del compromesso ha causato non poche difficoltà
durante tutto l’anno per garantire la disponibilità di livelli di finanziamento adeguato che consentano un’attuazione corretta ed effettiva dei programmi dell’Unione europea, nel rispetto degli impegni assunti dagli Stati membri.
Discarico concesso alla Commissione per il bilancio UE 2010
Il 10 maggio 2012 il Parlamento europeo ha concesso il discarico alla Commissione europea per l’attuazione del bilancio 2010. Questa decisione positiva e
importante ha concluso un periodo di vari mesi in cui entrambi i rami dell’autorità
di bilancio (Parlamento europeo e Consiglio) nonché la Corte dei conti hanno
esaminato l’utilizzo delle risorse del bilancio 2010. Nel contesto della procedura
di discarico del bilancio il Parlamento europeo, in quanto autorità di discarico del
bilancio, nonché il Consiglio e la Corte dei conti hanno formulato varie richieste e
raccomandazioni in relazione alla gestione finanziaria UE, raccomandazioni che i
servizi della Commissione stanno mettendo in pratica.
Il 6 novembre 2012 la Corte dei conti ha pubblicato la Relazione annuale sull’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2011. Nella sua relazione, la Corte dei conti
europea ha confermato che nel 2011 la percentuale complessiva di errori nelle
spese dell’UE è rimasta stabile, inferiore al 4 %. Sulla contabilità dell’Unione europea, la Corte dei conti ha espresso un parere positivo per il quinto anno
consecutivo.
Il bilancio dell’UE per il 2013: investire nella crescita
e nell’occupazione
Il bilancio dell’UE per il 2013, adottato il 12 dicembre 2012, rispecchia le conclusioni del Consiglio europeo secondo le quali la crescita e l’occupazione nell’UE si
possono raggiungere solo combinando il risanamento di bilancio e l’investimento
nella crescita futura. Complessivamente il bilancio per il 2013 ammonta a
150,9 miliardi di euro di impegni, un aumento dell’1,7 % rispetto al 2012, in linea
con il tasso d’inflazione attuale. I pagamenti ammontano a 132,8 miliardi di euro,
ovvero il 2,2 % in meno.
Janusz Lewandowski,
commissario per il bilancio
e la programmazione
finanziaria, alla conferenza
stampa di presentazione
della proposta di bilancio
UE 2013.
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PAGAMENTI IN PERCENTUALE
DEL BILANCIO TOTALE 2013
Risorse
naturali:
spese connesse al
mercato e aiuti
diretti
33,1 %
Crescita
sostenibile
44,5 %
Risorse
naturali
in generale:
43,3 %
Risorse
naturali:
sviluppo rurale,
ambiente e
pesca
10,2 %
Amministrazione
6,3 %
L’UE
come attore
globale
4,8 %
Cittadinanza,
libertà,
sicurezza
e giustizia
1,1 %
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A tale riguardo, il bilancio dell’UE integra utilmente gli sforzi degli Stati membri,
concentrando gli investimenti sui settori prioritari definiti nella strategia di crescita Europa 2020, tenendo conto anche del difficile contesto economico e della
pressione sui bilanci nazionali. Il bilancio 2013 congela le spese future: l’aumento
degli impegni (vale a dire dei pagamenti di domani) si attesta sul livello dell’inflazione (1,7 %). Inoltre, il bilancio amministrativo della Commissione viene congelato ben al di sotto del tasso d’inflazione, con una riduzione del suo personale
dell’1 % quale primo passo verso l’obiettivo di una riduzione del 5 % nell’arco di
cinque anni.
Una somma di 59 miliardi di euro di pagamenti è destinata alla crescita favorevole all’occupazione in Europa. Uno sforzo particolare è stato compiuto per i
programmi quadro di ricerca (7,8 miliardi di euro, un aumento del 5,6 % rispetto
al 2012), per il programma «Competitività e innovazione» (435,1 milioni di euro,
un aumento del 17,7 %) e per i fondi strutturali e di coesione (47,2 miliardi di
euro, una diminuzione del 2,1 %).
Le cifre del bilancio 2013 adottato nel dicembre 2012 non tengono conto dei
costi di adesione della Croazia, nel luglio 2013.
Quadro finanziario pluriennale
Dopo intensi dibattiti nei vari organismi del Consiglio organizzati dalle presidenze
danese e cipriota nonché al Parlamento europeo durante tutto l’anno, il 22 e 23 novembre 2012 si è svolta una riunione straordinaria del Consiglio europeo dedicata
esclusivamente al QFP 2014-2020. Prima di tale riunione erano state presentate
proposte di compromesso, prima dalla presidenza cipriota e poi dal presidente del
Consiglio europeo Herman van Rompuy, che ha tenuto anche incontri bilaterali con
ciascun capo di Stato o di governo. Tuttavia, durante tali riunioni non è stato possibile raggiungere un accordo. Il Consiglio europeo deve dare l’accordo per il prossimo
QFP il più presto possibile nel 2013 e in modo da evitare ritardi nell’attuazione della
nuova generazione di programmi UE a partire dal 1º gennaio 2014. La necessaria
adozione unanime del regolamento sul QFP da parte del Consiglio sarà soggetta
all’approvazione da parte del Parlamento europeo.
La Commissione aveva pubblicato le sue proposte relative al prossimo quadro
finanziario pluriennale dell’Unione nel giugno 2011. Aveva proposto priorità e limiti massimi per la spesa futura nonché modifiche delle entrate e una semplificazione dei meccanismi di correzione. Il 6 luglio 2012 la Commissione ha effettuato un aggiornamento tecnico.
Il QFP 2014-2020 contempla investimenti nei 27 Stati membri per risolvere
problemi comuni: promuovere la crescita e creare posti di lavoro nell’UE, rendere
l’Europa più sicura e aumentare l’influsso dell’Europa a livello mondiale. Il QFP
non cerca di finanziare ciò che i bilanci nazionali possono finanziare da soli, ma
si concentra su ambiti in cui il finanziamento europeo crea un vero valore aggiunto. Esso finanzia ciò che non sarebbe finanziato o che sarebbe più costoso finanziare attraverso i bilanci nazionali.
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La tabella seguente presenta le cifre chiave della proposta della Commissione,
aggiornate al 6 luglio 2012 (75).
QUADRO FINANZIARIO PLURIENNALE 2014-2020
La proposta della Commissione del 6 giugno 2012 espressa in importi concreti per tutte le
politiche interessate.
(in milioni di euro, ai prezzi 2011)
STANZIAMENTI DI IMPEGNO
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
1.Crescita intelligente e inclusiva
64 769
67 015
68 853
70 745
72 316
74 386
76 679
494 763
di cui: coesione economica, sociale e territoriale
50 464
51 897
53 177
54 307
55 423
56 474
57 501
379 243
2.Crescita sostenibile: risorse naturali
57 845
57 005
56 190
55 357
54 357
53 371
52 348
386 472
di cui: spese correlate al mercato e pagamenti diretti
42 363
41 756
41 178
40 582
39 810
39 052
38 309
283 051
2 620
2 601
2 640
2 679
2 718
2 757
2 794
18 809
3.Sicurezza e cittadinanza
Totale
2014-2020
4.Ruolo mondiale dell’Europa
9 400
9 645
9 845
9 960
10 150
10 380
10 620
70 000
5.Amministrazione
8 622
8 755
8 872
9 019
9 149
9 301
9 447
63 165
di cui: spesa amministrativa delle istituzioni
7 047
7 115
7 184
7 267
7 364
7 461
7 561
51 000
27
0
0
0
0
0
0
27
143 282
145 021
146 400
147 759
148 690
150 195
151 888
1 033 235
1,10 %
1,09 %
1,08 %
1,08 %
1,07 %
1,06 %
1,06 %
1,08 %
133 976
141 175
144 126
138 776
146 870
144 321
138 356
987 599
1,03 %
1,06 %
1,06 %
1,01 %
1,06 %
1,02 %
0,96 %
1,03 %
6.Compensazioni
TOTALE STANZIAMENTI DI IMPEGNO
in percentuale del reddito nazionale lordo
TOTALE STANZIAMENTI DI PAGAMENTO
in percentuale del reddito nazionale lordo
Il regolamento finanziario
Il regolamento finanziario contiene le regole per la formazione del bilancio UE e
le modalità con cui vengono spese le risorse. Il 27 giugno 2012 il Parlamento
europeo, il Consiglio e la Commissione hanno raggiunto un accordo politico sulla
riforma del regolamento finanziario avviata dalla Commissione nel dicembre
2010, che affronta le principali preoccupazioni dei beneficiari dei fondi UE.
Dopo l’adozione formale nell’autunno 2012, la maggior parte delle prescrizioni
del nuovo regolamento finanziario si devono applicare a partire dal 1º gennaio
2013. Grazie alla semplificazione delle procedure, a partire da tale data le imprese, le ONG, i ricercatori, gli studenti, le città e altri beneficiari potranno accedere
in modo più semplice e rapido ai fondi dell’UE. La nuova legislazione consente
maggiore trasparenza e introduce maggiore responsabilità di tutti i soggetti che
trattano questioni finanziarie dell’UE. Essa consente inoltre una tutela migliore
degli interessi finanziari dell’UE.
Circa l’80 % dei fondi UE sono distribuiti nell’ambito della «gestione concorrente»,
ovvero i progetti sono selezionati e gestiti dagli Stati membri. Grazie alle nuove
regole aumenta la responsabilità degli Stati membri, soprattutto nell’ambito della
politica regionale. In futuro, le autorità degli Stati membri che gestiscono i finanziamenti europei dovranno firmare e trasmettere alla Commissione dichiarazioni
annuali attestanti che i fondi dell’UE sono stati spesi in modo corretto.
In futuro vari strumenti finanziari, ad esempio prestiti, capitale o garanzie, saranno utilizzati per moltiplicare l’impatto finanziario dei fondi UE. Sono state create
nuove possibilità per una realizzazione più flessibile dei partenariati pubblicoprivato, secondo le esigenze dei partner industriali europei.
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NOTE
(1) Comunicazione della Commissione «Adeguatezza della regolamentazione
dell’Unione europea», COM(2012) 746.
(2) http://ec.europa.eu/europe2020/making-it-happen/country-specificrecommendations/index_it.htm;
(3) Comunicazione della Commissione «Verso una ripresa fonte di occupa­
zione», COM(2012) 173; http://ec.europa.eu/commission_2010-2014/
andor/headlines/news/2012/04/20120418_en.htm
(4) Regolamento (CE) n. 883/2004/CE relativo al coordinamento dei sistemi di
sicurezza sociale (GU L 166 del 30.4.2004).
(5) Proposta di direttiva relativa al miglioramento della trasferibilità dei diritti a
pensione complementare, COM(2005) 507.
(6) Proposta modificata di direttiva sui requisiti minimi per favorire la mobilità
dei lavoratori migliorando l’acquisizione e il mantenimento dei diritti a
pensione complementare, COM(2007) 603.
(7) Libro bianco della Commissione «Un’agenda dedicata a pensioni adeguate,
sicure e sostenibili», COM(2012) 55.
(8) http://ec.europa.eu/social/yoi
(9) Regolamento (UE) n. 121/2012 per quanto riguarda la distribuzione di
derrate alimentari agli indigenti nell’Unione (GU L 44 del 16.2.2012).
(10) «Affrontare e prevenire la povertà infantile, promuovendo il benessere dei
bambini», cfr. http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=758&langId=en&mo
reDocuments=yes
(11) Comunicazione della Commissione «Strategie nazionali di integrazione dei
rom: un primo passo nell’attuazione del quadro dell’UE», COM(2012) 226.
(12) Comunicazione della Commissione «Iniziativa faro Europa 2020 — L’Unione
dell’innovazione», COM(2010) 546.
(13) Comunicazione della Commissione «Un partenariato rafforzato per lo spazio
europeo della ricerca a favore dell’eccellenza e della crescita»,
COM(2012) 392.
(14) Regolamento (UE) n. 1257/2012 relativo all’attuazione di una cooperazione
rafforzata nel settore dell’istituzione di una tutela brevettuale unitaria (GU
L 361 del 31.12.2012); conclusioni del Consiglio «Competitività» del 17
dicembre 2012 (http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/
pressdata/en/intm/134394.pdf).
(15) Comunicazione della Commissione «Per una programmazione congiunta
della ricerca: cooperare per affrontare più efficacemente le sfide comuni»,
COM(2008) 468.
(16)Cfr. http://www.neurodegenerationresearch.eu/home, http://www.faccejpi.
com, https://www.healthydietforhealthylife.eu e http://www.jpi-climate.eu
(17) Comunicazione della Commissione «Una strategia europea per le tecnologie
abilitanti — Un ponte verso la crescita e l’occupazione», COM(2012) 341.
(18) Comunicazione della Commissione «Secondo esame regolamentare relativo
ai nanomateriali», COM(2012) 572. I nanomateriali sono sostanze o
materiali fabbricati e utilizzati su scala ridottissima ed elaborati per
ottenere nuove caratteristiche (ad esempio, maggiore resistenza, reattività
chimica o conduttività) rispetto allo stesso materiale senza caratteristiche
nanodimensionali. Centinaia di prodotti contenenti nanomateriali vengono
già utilizzati: batterie, rivestimenti, indumenti antibatterici ecc. e la
nanoinnovazione è presente in molti settori quali la sanità pubblica, la
sicurezza e la salute sul lavoro, la società dell’informazione, l’industria,
l’innovazione, l’ambiente, l’energia, i trasporti, la sicurezza e lo spazio.
Secondo gli analisti, i mercati sono destinati a crescere a centinaia di
miliardi di euro entro il 2015. I nanomateriali possono migliorare la qualità
della vita e contribuire alla competitività delle industrie europee. Tuttavia, i
nuovi materiali possono anche costituire rischi per l’ambiente e presentare
problemi in termini di salute e sicurezza.
(19)Comunicazione della Commissione «Verso un accesso migliore alle
informazioni scientifiche: aumentare i benefici dell’investimento pubblico
nella ricerca», COM(2012) 401.
(20)
Raccomandazione della Commissione sull’accesso all’informazione
scientifica e sulla sua conservazione, C(2012) 4890.
(21)Comunicazione della Commissione «Potenziare e concentrare la
cooperazione internazionale dell’UE nelle attività di ricerca e innovazione:
un approccio strategico», COM(2012) 497.
(22) Comunicazione della Commissione «Un’industria europea più forte per la
crescita e la ripresa economica Aggiornamento della comunicazione sulla
politica industriale», COM(2012) 582.
(23)Comunicazione della Commissione «CARS 2020: piano d’azione per
un’industria automobilistica competitiva e sostenibile in Europa»,
COM(2012) 636.
(24) Comunicazione della Commissione «L’agenda digitale per l’Europa: dare
impulso alla crescita digitale dell’Europa», COM(2012) 784.
(25) Comunicazione della Commissione «Un quadro coerente per rafforzare la
fiducia nel mercato unico digitale del commercio elettronico e dei servizi
online», COM(2011) 942.
(26)Comunicazione della Commissione «Sfruttare il potenziale del cloud
computing in Europa», COM(2012) 529.
(27) Proposta di regolamento relativo a un diritto comune europeo della vendita,
COM(2011) 635.
(28) Proposta di regolamento in materia di identificazione elettronica e servizi
fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno, COM(2012) 238.
(29)Comunicazione della Commissione «Strategia europea per un’Internet
migliore per i ragazzi», COM(2012) 196.
(30)Comunicazione della Commissione «Promuovere l’uso condiviso delle
risorse dello spettro radio nel mercato interno», COM(2012) 478.
(31) http://ec.europa.eu/regiostars
(32) Proposta di regolamento che istituisce il meccanismo per collegare l’Europa,
COM(2011) 665.
(33)Proposta di regolamento concernente la competenza giurisdizionale, il
riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale,
COM(2010) 748.
(34) Proposta di regolamento che modifica il regolamento (CE) n. 1346/2000
relativo alle procedure d’insolvenza, COM(2012) 744.
(35) Proposta di direttiva relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi
finanziari dell’Unione mediante il diritto penale, COM(2012) 363.
(36)Proposta di direttiva relativa alle sanzioni penali in caso di abuso di
informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato, COM(2011) 654.
(37) Proposta di regolamento concernente la tutela delle persone fisiche con
riguardo al trattamento dei dati personali e la libera circolazione di tali dati
(regolamento generale sulla protezione dei dati), COM(2012) 11.
(38) Proposta di direttiva riguardante il miglioramento dell’equilibrio di genere
fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in
Borsa e relative misure, COM(2012) 614.
(39) Per ulteriori informazioni e schede sui 27 Stati membri, cfr. http://ec.europa.
eu/justice/newsroom/gender-equality/news/121114_en.htm
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(40)Comunicazione della Commissione «L’innovazione per una crescita
sostenibile: una bioeconomia per l’Europa», COM(2012) 60.
(60) Proposta di direttiva relativa a una base imponibile consolidata comune per
l’imposta sulle società, COM (2011) 121.
(41)Regolamento (UE) n. 601/2012 concernente il monitoraggio e la
comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra (GU L 181 del
12.7.2012).
(61) Comunicazione della Commissione sul futuro dell’IVA «Verso un sistema
dell’IVA più semplice, solido ed efficiente adattato al mercato unico»,
COM(2011) 851.
(42) Regolamento (UE) n. 600/2012 sulla verifica delle comunicazioni delle
emissioni dei gas a effetto serra e delle tonnellate-chilometro e
sull’accreditamento dei verificatori (GU L 181 del 12.7.2012).
(43) Comunicazione della Commissione «Legiferare con intelligenza nell’Unione
europea», COM(2010) 543.
(44) Comunicazione della Commissione «Adeguatezza della regolamentazione
dell’Unione europea», COM(2012) 746. Per ottenere un input per la
comunicazione, la Commissione ha effettuato una consultazione pubblica
aperta sulla regolamentazione intelligente (http://ec.europa.eu/governance/
better_regulation/smart_regulation/consultation_2012/consultation_docs_
it.htm).
(45) Documento della Commissione «Riesame della politica della Commissione
in materia di consultazioni», SWD(2012) 422.
(46)Documento della Commissione «Programma d’azione per la riduzione
degli oneri amministrativi nell’Unione europea — Relazione finale»,
SWD(2012) 423.
(47) Comunicazione della Commissione «Programma d’azione per la riduzione
degli oneri amministrativi nell’Unione europea», COM(2007) 23.
(48) Relazione della Commissione «Ridurre al minimo indispensabile gli oneri
normativi che gravano sulle PMI — Adeguare la normativa dell’UE alle
esigenze delle microimprese», COM(2011) 803.
(62) Proposta di regolamento che modifica il regolamento di esecuzione (UE)
n. 282/2011 per quanto riguarda i regimi speciali applicabili ai soggetti
passivi non stabiliti che forniscono servizi di telecomunicazione, servizi di
teleradiodiffusione o servizi elettronici a persone che non sono soggetti
passivi, COM(2012) 2.
(63)Proposta di regolamento che istituisce il codice doganale dell’Unione
(rifusione), COM(2012) 64.
(64) Proposta di regolamento che istituisce un quadro per la gestione della
responsabilità finanziaria nei procedimenti per la risoluzione delle
controversie tra investitori e Stati istituiti da accordi internazionali di cui
l’Unione europea è parte, COM(2012) 335.
(65) Regolamento (UE) n. 1219/2012 che stabilisce disposizioni transitorie per
gli accordi bilaterali conclusi tra Stati membri e paesi terzi in materia di
investimenti (GU L 351 del 20.12.2012).
(66) Per sapere quali vantaggi la PAC ha portato ai cittadini in questi 50 anni, cfr.
«La politica agricola comune: la storia continua».
(50) http://ec.europa.eu/energy/gas_electricity/index_en.htm
(67) Modifica della proposta della Commissione COM(2011) 628 definitivo/2 di
regolamento sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della
politica agricola comune, COM(2012) 551.
(51) Comunicazione della Commissione «Rendere efficace il mercato interno
dell’energia», COM(2012) 663.
(68)Sentenza della Corte 9 novembre 2010, cause riunite C-92/09 e C-93/09,
Volker und Markus Schecke e Eifert.
(49) http://ec.europa.eu/isa/
(52) Comunicazione della Commissione «Modernizzazione degli aiuti di Stato
dell’UE», COM(2012) 209.
(53) Regolamento (UE) n. 360/2012 relativo all’applicazione degli articoli 107 e
108 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea agli aiuti di
importanza minore («de minimis») concessi ad imprese che forniscono
servizi di interesse economico generale (GU L 114 del 26.4.2012).
(54)Sentenza del Tribunale 17 maggio 2011, causa T-299/08, Elf Aquitaine/
Commissione.
(55)Sentenze del Tribunale 16 giugno 2011, causa T-199/08, Ziegler/
Commissione, cause riunite T-204/08, Team Relocations e altri/Commissione
e T-212/08, Amertranseuro International e altri/Commissione, e causa
T-211/08, Putters International/Commissione.
(69)Regolamento (CE) n. 259/2008 recante modalità di applicazione del
regolamento (CE) n. 1290/2005 per quanto riguarda la pubblicazione di
informazioni sui beneficiari dei finanziamenti provenienti dal Fondo europeo
agricolo di garanzia (FEAGA) e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo
rurale (FEASR) (GU L 76 del 19.3.2008).
(70) Relazione della Commissione «Andamento della situazione dei mercati e
conseguenti condizioni per l’estinzione graduale del regime delle quote
latte — Seconda relazione sull’“atterraggio morbido”», COM(2012) 741.
(71) http://ec.europa.eu/fisheries/cfp/illegal_fishing/index_it.htm
(56)Sentenze del Tribunale 2 febbraio 2012, causa T-76/08, EI du Pont de
Nemours e altri/Commissione, causa T-77/08, Dow Chemical/Commissione,
e causa T-83/08, Denki Kagaku Kogyo e Denka Chemicals/Commissione.
(72)Decisione relativa alla notifica trasmessa ai paesi terzi che la
Commissione considera possano essere identificati come paesi terzi non
cooperanti (GU C 354 del 17.11.2012).
(57)Sentenza del Tribunale 24 maggio 2012, causa T-111/08, MasterCard e
altri/Commissione.
(73)Comunicazione della Commissione «Crescita blu. Opportunità per una
crescita sostenibile dei settori marino e marittimo», COM(2012) 494.
(58)Sentenze del Tribunale 29 giugno 2012, causa T-360/09, E.ON Ruhrgas e
E.ON/Commissione, e causa T-370/09, GDF Suez/Commissione.
(74) http://ec.europa.eu/maritimeaffairs/policy/documents/limassol_en.pdf
(59)Sentenza del Tribunale 27 giugno 2012, causa T-167/08, Microsoft/
Commissione.
(75) Per ulteriori informazioni, cfr. http://ec.europa.eu/budget/mff/index_en.cfm
CREDITI FOTOGRAFICI
John Minihan/Hulton Archive/Getty Images, pagina 50
Unione europea, pagine 51, 54, 58, 61, 62, 65, 66, 67, 69, 74, 79, 83, 84, 86, 89, 90, 91
Unione europea/Dati Bento, pagina 76
1985
Automobili in coda dalla parte polacca del valico di
frontiera tra Germania e Polonia, a Zgorzelec,
vicino alla città tedesca di Görlitz.
2012
La generazione Erasmus.
CAPITOLO 4
Più attenzione verso
i cittadini dell’Unione
Diritti fondamentali e cittadinanza
Giustizia
Affari interni
Agevolare i cittadini nella vita quotidiana
RELAZIONE GENERALE 2012
C apitolo 4
P i ù attenzi o ne ver s o i cittadini dell ’ U ni o ne
I valori e i principi fondamentali che costituiscono il fondamento dell’Unione
non sono mai stati così importanti come quest’anno, l’anno in cui l’Unione
europea ha vinto il premio Nobel per la pace. La Carta dei diritti fondamentali è
stata apprezzata in modo sempre più evidente dalla sua introduzione formale
attraverso il trattato di Lisbona. Il ventesimo anniversario del mercato unico
ha sottolineato con enfasi ancor più decisa la necessità di tutelare i diritti dei
cittadini e agevolare la loro attuazione. La normativa sempre più vasta nei
settori della giustizia e degli affari interni evidenzia lo sviluppo di un nuovo
ordinamento giuridico. In tanti altri settori, dall’ambiente all’agricoltura,
dalla protezione dei dati alla libera circolazione dei lavoratori, dai diritti dei
passeggeri all’efficienza energetica, le politiche dell’Unione sono concepite per
agevolare la vita di tutti i giorni dei cittadini.
99
Diritti fondamentali e cittadinanza
Diritti fondamentali: una realtà per i cittadini
Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, in vigore e giuridicamente
vincolante da ormai oltre due anni, ha guidato il processo legislativo dell’UE dai
progetti iniziali fino alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. La Carta stabilisce
diritti fondamentali, quali la libertà di espressione e la tutela dei dati personali,
che rispecchiano i valori comuni e la tradizione costituzionale dell’Europa. Dalla
seconda relazione annuale della Commissione europea sulla Carta (1) risulta che
le questioni relative ai diritti fondamentali sono sempre più spesso parte integrante del processo di elaborazione delle politiche UE.
«Il mio principale obiettivo in questi due anni, da quando la Carta è diventata
giuridicamente vincolante, è stato instaurare un’autentica cultura dei diritti fondamentali nell’UE. La Carta è ormai diventata la bussola di tutte le politiche
dell’Unione», ha dichiarato Viviane Reding, vicepresidente della Commissione responsabile per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. «Dobbiamo ora
aiutare i cittadini a far valere concretamente i loro diritti, collaborando con gli
Stati membri per garantire che le persone sappiano a chi rivolgersi in caso di
violazione dei loro diritti».
CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI
DELL’UNIONE EUROPEA
I popoli d’Europa, nel creare tra loro un’unione sempre più stretta, hanno deciso di condividere un futuro di pace fondato su valori comuni. Consapevole del suo patrimonio spirituale e morale, l’Unione si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità
umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà; essa si basa sul principio della democrazia e sul principio dello Stato di diritto. Pone la persona al centro della sua azione istituendo la cittadinanza dell’Unione e creando uno spazio di libertà,
sicurezza e giustizia. L’Unione contribuisce alla salvaguardia e allo sviluppo di questi valori comuni nel rispetto della diversità delle culture e delle tradizioni dei popoli d’Europa, nonché dell’identità nazionale degli Stati membri e dell’ordinamento dei loro
pubblici poteri a livello nazionale, regionale e locale; essa si sforza di promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile e assicura la libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali, nonché la libertà di stabilimento. A tal fine è necessario
rafforzare la tutela dei diritti fondamentali, alla luce dell’evoluzione della società, del progresso sociale e degli sviluppi scientifici e tecnologici, rendendo tali diritti più visibili in una Carta. La presente Carta riafferma, nel rispetto delle competenze e dei
compiti dell’Unione e del principio di sussidiarietà, i diritti derivanti in particolare dalle tradizioni costituzionali e dagli obblighi internazionali comuni agli Stati membri, dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà
fondamentali, dalle carte sociali adottate dall’Unione e dal Consiglio d’Europa, nonché dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea e da quella della Corte europea dei diritti dell’uomo. In tale contesto, la Carta sarà interpretata dai
giudici dell’Unione e degli Stati membri tenendo in debito conto le spiegazioni elaborate sotto l’autorità del praesidium della convenzione che ha redatto la Carta e aggiornate sotto la responsabilità del praesidium della Convenzione europea. Il godimento
di questi diritti fa sorgere responsabilità e doveri nei confronti degli altri come pure della comunità umana e delle generazioni future. Pertanto, l’Unione riconosce i diritti, le libertà e i principi enunciati in appresso.
TITOLO I / DIGNITÀ
Articolo 1 Dignità umana
Articolo 17 Diritto di proprietà
1. Ogni persona ha il diritto di godere della proprietà dei beni che
ha acquisito legalmente, di usarli, di disporne e di lasciarli in eredità.
Nessuna persona può essere privata della proprietà se non per causa
di pubblico interesse, nei casi e nei modi previsti dalla legge e contro il
pagamento in tempo utile di una giusta indennità per la perdita della
stessa. L’uso dei beni può essere regolato dalla legge nei limiti imposti
dall’interesse generale.
2. La proprietà intellettuale è protetta.
Il ruolo principale della Carta consiste nel garantire che le istituzioni UE rispettino
i diritti fondamentali nell’elaborazione delle nuove leggi europee. La Commissione
non solo garantisce che le sue proposte siano compatibili con la Carta, ma si accerta anche che la Carta sia rispettata dagli Stati membri nell’attuazione della
legislazione UE.
La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata.
Articolo 2 Diritto alla vita
1. Ogni persona ha diritto alla vita.
2. Nessuno può essere condannato alla pena di morte, né giustiziato.
Articolo 3 Diritto all’integrità della persona
1. Ogni persona ha diritto alla propria integrità fisica e psichica.
2. Nell’ambito della medicina e della biologia devono essere in
particolare rispettati:
a) il consenso libero e informato della persona interessata, secondo le
modalità definite dalla legge,
b) il divieto delle pratiche eugenetiche, in particolare di quelle aventi
come scopo la selezione delle persone,
c) il divieto di fare del corpo umano e delle sue parti in quanto tali una
fonte di lucro,
d) il divieto della clonazione riproduttiva degli esseri umani.
Articolo 4 Proibizione della tortura e delle pene o trattamenti
inumani o degradanti
Articolo 18 Diritto di asilo
Il diritto di asilo è garantito nel rispetto delle norme stabilite dalla
convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 e dal protocollo del 31
gennaio 1967, relativi allo status dei rifugiati, e a norma del trattato
sull’Unione europea e del trattato sul funzionamento dell’Unione
europea (in appresso denominati «i trattati»).
Articolo 19 Protezione in caso di allontanamento, di espulsione
e di estradizione
1. Le espulsioni collettive sono vietate.
2. Nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato
in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla
tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti.
Nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti
inumani o degradanti.
TITOLO III / UGUAGLIANZA
Articolo 5 Proibizione della schiavitù e del lavoro forzato
Articolo 20 Uguaglianza davanti alla legge
Tutte le persone sono uguali davanti alla legge.
Fra i cittadini dell’UE persistono difficoltà di comprensione in merito agli obiettivi
della Carta e alle situazioni in cui si applica o non si applica, nonché in merito al
ruolo dell’UE. Generalmente si pensa che la Carta conferisca alla Commissione un
diritto generico a intervenire qualora si sospetti una violazione dei diritti fondamentali ovunque nell’Unione. Questo però non è esatto: la Carta si applica agli
Stati membri esclusivamente nell’attuazione del diritto dell’Unione. Ogni paese
UE tutela i diritti avvalendosi della propria costituzione e dei propri tribunali nazionali. La Carta non li sostituisce.
1. Nessuno può essere tenuto in condizioni di schiavitù o di servitù.
2. Nessuno può essere costretto a compiere un lavoro forzato o
obbligatorio.
3. È proibita la tratta degli esseri umani.
TITOLO II / LIBERTÀ
Articolo 6 Diritto alla libertà e alla sicurezza
Ogni persona ha diritto alla libertà e alla sicurezza.
Articolo 7 Rispetto della vita privata e della vita familiare
Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare,
del proprio domicilio e delle proprie comunicazioni.
Articolo 8 Protezione dei dati di carattere personale
1. Ogni persona ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale
che la riguardano.
2. Tali dati devono essere trattati secondo il principio di lealtà, per
finalità determinate e in base al consenso della persona interessata o
a un altro fondamento legittimo previsto dalla legge. Ogni persona ha
il diritto di accedere ai dati raccolti che la riguardano e di ottenerne la
rettifica.
3. Il rispetto di tali regole è soggetto al controllo di un’autorità
indipendente.
Articolo 9 Diritto di sposarsi e di costituire una famiglia
Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire una famiglia sono garantiti
secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio.
Articolo 10 Libertà di pensiero, di coscienza e di religione
1. Ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e
di religione. Tale diritto include la libertà di cambiare religione o
convinzione, così come la libertà di manifestare la propria religione o
la propria convinzione individualmente o collettivamente, in pubblico
o in privato, mediante il culto, l’insegnamento, le pratiche e l’osservanza
dei riti.
2. Il diritto all’obiezione di coscienza è riconosciuto secondo le leggi
nazionali che ne disciplinano l’esercizio.
Articolo 11 Libertà di espressione e d’informazione
1. Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto
include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare
informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle
autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.
2. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati.
Articolo 12 Libertà di riunione e di associazione
1. Ogni persona ha diritto alla libertà di riunione pacifica e alla
libertà di associazione a tutti i livelli, segnatamente in campo politico,
sindacale e civico, il che implica il diritto di ogni persona di fondare
sindacati insieme con altri e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
2. I partiti politici a livello dell’Unione contribuiscono a esprimere la
volontà politica dei cittadini dell’Unione.
Articolo 13 Libertà delle arti e delle scienze
Le arti e la ricerca scientifica sono libere. La libertà accademica è
rispettata.
Articolo 14 Diritto all’istruzione
1. Ogni persona ha diritto all’istruzione e all’accesso alla formazione
professionale e continua.
2. Questo diritto comporta la facoltà di accedere gratuitamente
all’istruzione obbligatoria.
3. La libertà di creare istituti di insegnamento nel rispetto dei
principi democratici, così come il diritto dei genitori di provvedere
all’educazione e all’istruzione dei loro figli secondo le loro convinzioni
religiose, filosofiche e pedagogiche, sono rispettati secondo le leggi
nazionali che ne disciplinano l’esercizio.
Articolo 15 Libertà professionale e diritto di lavorare
1. Ogni persona ha il diritto di lavorare e di esercitare una professione
liberamente scelta o accettata.
2. Ogni cittadino dell’Unione ha la libertà di cercare un lavoro, di
lavorare, di stabilirsi o di prestare servizi in qualunque Stato membro.
Articolo 16 Libertà d’impresa
È riconosciuta la libertà d’impresa, conformemente al diritto
dell’Unione e alle legislazioni e prassi nazionali.
Articolo 22 Diversità culturale, religiosa e linguistica
L’Unione rispetta la diversità culturale, religiosa e linguistica.
Articolo 23 Parità tra donne e uomini
La parità tra donne e uomini deve essere assicurata in tutti i campi,
compreso in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione.
Il principio della parità non osta al mantenimento o all’adozione
di misure che prevedano vantaggi specifici a favore del sesso
sottorappresentato.
Articolo 24 Diritti del minore
1. I minori hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il
loro benessere. Essi possono esprimere liberamente la propria opinione.
Questa viene presa in considerazione sulle questioni che li riguardano
in funzione della loro età e della loro maturità.
2. In tutti gli atti relativi ai minori, siano essi compiuti da autorità
pubbliche o da istituzioni private, l’interesse superiore del minore deve
essere considerato preminente.
3. Il minore ha diritto di intrattenere regolarmente relazioni personali e
contatti diretti con i due genitori, salvo qualora ciò sia contrario al suo
interesse.
Articolo 25 Diritti degli anziani
L’Unione riconosce e rispetta il diritto degli anziani di condurre
una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e
culturale.
Articolo 26 Inserimento delle persone con disabilità
L’Unione riconosce e rispetta il diritto delle persone con disabilità di
beneficiare di misure intese a garantirne l’autonomia, l’inserimento
sociale e professionale e la partecipazione alla vita della comunità.
TITOLO IV / SOLIDARIETÀ
Articolo 27 Diritto dei lavoratori all’informazione
e alla consultazione nell’ambito dell’impresa
Ai lavoratori o ai loro rappresentanti devono essere garantite, ai livelli
appropriati, l’informazione e la consultazione in tempo utile nei casi
e alle condizioni previsti dal diritto dell’Unione e dalle legislazioni e
prassi nazionali.
Articolo 28 Diritto di negoziazione e di azioni collettive
I lavoratori e i datori di lavoro, o le rispettive organizzazioni, hanno,
conformemente al diritto dell’Unione e alle legislazioni e prassi
nazionali, il diritto di negoziare e di concludere contratti collettivi, ai
livelli appropriati, e di ricorrere, in caso di conflitti di interessi, ad azioni
collettive per la difesa dei loro interessi, compreso lo sciopero.
Articolo 29 Diritto di accesso ai servizi di collocamento
Ogni persona ha il diritto di accedere a un servizio di collocamento
gratuito.
Articolo 30 Tutela in caso di licenziamento ingiustificato
Ogni lavoratore ha il diritto alla tutela contro ogni licenziamento
ingiustificato, conformemente al diritto dell’Unione e alle legislazioni e
prassi nazionali.
Articolo 31 Condizioni di lavoro giuste ed eque
1. Ogni lavoratore ha diritto a condizioni di lavoro sane, sicure e
dignitose.
2. Ogni lavoratore ha diritto a una limitazione della durata massima
del lavoro, a periodi di riposo giornalieri e settimanali e a ferie annuali
retribuite.
Articolo 32 Divieto del lavoro minorile e protezione dei giovani
sul luogo di lavoro
Il lavoro minorile è vietato. L’età minima per l’ammissione al lavoro non
può essere inferiore all’età in cui termina la scuola dell’obbligo, fatte
salve le norme più favorevoli ai giovani ed eccettuate deroghe limitate.
I giovani ammessi al lavoro devono beneficiare di condizioni di lavoro
appropriate alla loro età ed essere protetti contro lo sfruttamento
economico o contro ogni lavoro che possa minarne la sicurezza, la
salute, lo sviluppo fisico, psichico, morale o sociale o che possa mettere
a rischio la loro istruzione.
Articolo 34 Sicurezza sociale e assistenza sociale
1. L’Unione riconosce e rispetta il diritto di accesso alle prestazioni di
sicurezza sociale e ai servizi sociali che assicurano protezione in casi
quali la maternità, la malattia, gli infortuni sul lavoro, la dipendenza
o la vecchiaia, oltre che in caso di perdita del posto di lavoro, secondo
le modalità stabilite dal diritto dell’Unione e le legislazioni e prassi
nazionali.
2. Ogni persona che risieda o si sposti legalmente all’interno
dell’Unione ha diritto alle prestazioni di sicurezza sociale e ai benefici
sociali, conformemente al diritto dell’Unione e alle legislazioni e prassi
nazionali.
3. Al fine di lottare contro l’esclusione sociale e la povertà, l’Unione
riconosce e rispetta il diritto all’assistenza sociale e all’assistenza
abitativa volte a garantire un’esistenza dignitosa a tutti coloro che non
dispongano di risorse sufficienti, secondo le modalità stabilite dal
diritto dell’Unione e le legislazioni e prassi nazionali.
Articolo 35 Protezione della salute
Ogni persona ha il diritto di accedere alla prevenzione sanitaria e di
ottenere cure mediche alle condizioni stabilite dalle legislazioni e prassi
nazionali. Nella definizione e nell’attuazione di tutte le politiche ed
attività dell’Unione è garantito un livello elevato di protezione della
salute umana.
Articolo 36 Accesso ai servizi d’interesse economico generale
Al fine di promuovere la coesione sociale e territoriale dell’Unione,
questa riconosce e rispetta l’accesso ai servizi d’interesse economico
generale quale previsto dalle legislazioni e prassi nazionali,
conformemente ai trattati.
Articolo 37 Tutela dell’ambiente
Un livello elevato di tutela dell’ambiente e il miglioramento della sua
qualità devono essere integrati nelle politiche dell’Unione e garantiti
conformemente al principio dello sviluppo sostenibile.
Articolo 38 Protezione dei consumatori
Nelle politiche dell’Unione è garantito un livello elevato di protezione
dei consumatori.
TITOLO V / CITTADINANZA
Articolo 39 Diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni
del Parlamento europeo
1. Ogni cittadino dell’Unione ha il diritto di voto e di eleggibilità alle
elezioni del Parlamento europeo nello Stato membro in cui risiede, alle
stesse condizioni dei cittadini di detto Stato.
2. I membri del Parlamento europeo sono eletti a suffragio universale
diretto, libero e segreto.
Articolo 40 Diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali
Ogni cittadino dell’Unione ha il diritto di voto e di eleggibilità alle
elezioni comunali nello Stato membro in cui risiede, alle stesse
condizioni dei cittadini di detto Stato.
Articolo 41 Diritto ad una buona amministrazione
1. Ogni persona ha diritto a che le questioni che la riguardano siano
trattate in modo imparziale ed equo ed entro un termine ragionevole
dalle istituzioni, organi e organismi dell’Unione.
2. Tale diritto comprende in particolare:
a) il diritto di ogni persona di essere ascoltata prima che nei suoi
confronti venga adottato un provvedimento individuale che le rechi
pregiudizio;
b) il diritto di ogni persona di accedere al fascicolo che la riguarda,
nel rispetto dei legittimi interessi della riservatezza e del segreto
professionale e commerciale;
c) l’obbligo per l’amministrazione di motivare le proprie decisioni.
3. Ogni persona ha diritto al risarcimento da parte dell’Unione dei
danni cagionati dalle sue istituzioni o dai suoi agenti nell’esercizio
delle loro funzioni, conformemente ai principi generali comuni agli
ordinamenti degli Stati membri.
4. Ogni persona può rivolgersi alle istituzioni dell’Unione in una delle
lingue dei trattati e deve ricevere una risposta nella stessa lingua.
Articolo 42 Diritto d’accesso ai documenti
Ogni cittadino dell’Unione nonché ogni persona fisica o giuridica
che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro ha il diritto di
accedere ai documenti delle istituzioni, organi e organismi dell’Unione,
a prescindere dal loro supporto.
Articolo 43 Mediatore europeo
Ogni cittadino dell’Unione nonché ogni persona fisica o giuridica
che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro ha il diritto
di sottoporre al mediatore europeo casi di cattiva amministrazione
nell’azione delle istituzioni, organi o organismi dell’Unione, salvo la
Corte di giustizia dell’Unione europea nell’esercizio delle sue funzioni
giurisdizionali.
Articolo 44 Diritto di petizione
Ogni cittadino dell’Unione nonché ogni persona fisica o giuridica
che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro ha il diritto di
presentare una petizione al Parlamento europeo.
Articolo 45 Libertà di circolazione e di soggiorno
1. Ogni cittadino dell’Unione ha il diritto di circolare e di soggiornare
liberamente nel territorio degli Stati membri.
2. La libertà di circolazione e di soggiorno può essere accordata,
conformemente ai trattati, ai cittadini dei paesi terzi che risiedono
legalmente nel territorio di uno Stato membro.
Articolo 46 Tutela diplomatica e consolare
Ogni cittadino dell’Unione gode, nel territorio di un paese terzo nel
quale lo Stato membro di cui ha la cittadinanza non è rappresentato,
della tutela delle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi Stato
membro, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato.
TITOLO VI / GIUSTIZIA
Articolo 47 Diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale
Ogni persona i cui diritti e le cui libertà garantiti dal diritto dell’Unione
siano stati violati ha diritto a un ricorso effettivo dinanzi a un giudice,
nel rispetto delle condizioni previste nel presente articolo.
Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente,
pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un giudice
indipendente e imparziale, precostituito per legge. Ogni persona ha la
facoltà di farsi consigliare, difendere e rappresentare.
A coloro che non dispongono di mezzi sufficienti è concesso il
patrocinio a spese dello Stato, qualora ciò sia necessario per assicurare
un accesso effettivo alla giustizia.
Preambolo della Carta
dei diritti fondamentali
dell’Unione europea.
Articolo 48 Presunzione di innocenza e diritti della difesa
1. Ogni imputato è considerato innocente fino a quando la sua
colpevolezza non sia stata legalmente provata.
2. Il rispetto dei diritti della difesa è garantito ad ogni imputato.
Articolo 49 Principi della legalità e della proporzionalità dei reati
e delle pene
1. Nessuno può essere condannato per un’azione o un’omissione che,
al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il
diritto interno o il diritto internazionale. Parimenti, non può essere
inflitta una pena più grave di quella applicabile al momento in cui il
reato è stato commesso. Se, successivamente alla commissione del reato,
la legge prevede l’applicazione di una pena più lieve, occorre applicare
quest’ultima.
2. Il presente articolo non osta al giudizio e alla condanna di una
persona colpevole di un’azione o di un’omissione che, al momento in
cui è stata commessa, costituiva un crimine secondo i principi generali
riconosciuti da tutte le nazioni.
3. Le pene inflitte non devono essere sproporzionate rispetto al reato.
Articolo 50 Diritto di non essere giudicato o punito due volte
per lo stesso reato
Nessuno può essere perseguito o condannato per un reato per il quale
è già stato assolto o condannato nell’Unione a seguito di una sentenza
penale definitiva conformemente alla legge.
TITOLO VII / DISPOSIZIONI GENERALI
CHE DISCIPLINANO L’INTERPRETAZIONE
E L’APPLICAZIONE DELLA CARTA
Articolo 51 Ambito di applicazione
1. Le disposizioni della presente Carta si applicano alle istituzioni,
organi e organismi dell’Unione nel rispetto del principio di
sussidiarietà, come pure agli Stati membri esclusivamente
nell’attuazione del diritto dell’Unione. Pertanto, i suddetti soggetti
rispettano i diritti, osservano i principi e ne promuovono l’applicazione
secondo le rispettive competenze e nel rispetto dei limiti delle
competenze conferite all’Unione nei trattati.
2. La presente Carta non estende l’ambito di applicazione del diritto
dell’Unione al di là delle competenze dell’Unione, né introduce
competenze nuove o compiti nuovi per l’Unione, né modifica le
competenze e i compiti definiti nei trattati.
Articolo 52 Portata e interpretazione dei diritti e dei principi
1. Eventuali limitazioni all’esercizio dei diritti e delle libertà riconosciuti
dalla presente Carta devono essere previste dalla legge e rispettare il
contenuto essenziale di detti diritti e libertà. Nel rispetto del principio
di proporzionalità, possono essere apportate limitazioni solo laddove
siano necessarie e rispondano effettivamente a finalità di interesse
generale riconosciute dall’Unione o all’esigenza di proteggere i diritti e
le libertà altrui.
2. I diritti riconosciuti dalla presente Carta per i quali i trattati
prevedono disposizioni si esercitano alle condizioni e nei limiti dagli
stessi definiti.
3. Laddove la presente Carta contenga diritti corrispondenti a quelli
garantiti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti
dell’uomo e delle libertà fondamentali, il significato e la portata degli
stessi sono uguali a quelli conferiti dalla suddetta convenzione. La
presente disposizione non preclude che il diritto dell’Unione conceda
una protezione più estesa.
4. Laddove la presente Carta riconosca i diritti fondamentali quali
risultano dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri, tali
diritti sono interpretati in armonia con dette tradizioni.
5. Le disposizioni della presente Carta che contengono dei principi
possono essere attuate da atti legislativi e esecutivi adottati da
istituzioni, organi e organismi dell’Unione e da atti di Stati membri
allorché essi danno attuazione al diritto dell’Unione, nell’esercizio delle
loro rispettive competenze. Esse possono essere invocate dinanzi a un
giudice solo ai fini dell’interpretazione e del controllo di legalità di detti
atti.
6. Si tiene pienamente conto delle legislazioni e prassi nazionali, come
specificato nella presente Carta.
7. I giudici dell’Unione e degli Stati membri tengono nel debito
conto le spiegazioni elaborate al fine di fornire orientamenti per
l’interpretazione della presente Carta.
Articolo 53 Livello di protezione
Nessuna disposizione della presente Carta deve essere interpretata
come limitativa o lesiva dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali
riconosciuti, nel rispettivo ambito di applicazione, dal diritto
dell’Unione, dal diritto internazionale, dalle convenzioni internazionali
delle quali l’Unione o tutti gli Stati membri sono parti, in particolare
dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e
delle libertà fondamentali, e dalle costituzioni degli Stati membri.
Articolo 54 Divieto dell’abuso di diritto
Nessuna disposizione della presente Carta deve essere interpretata nel
senso di comportare il diritto di esercitare un’attività o compiere un atto
che miri a distruggere diritti o libertà riconosciuti nella presente Carta
o a imporre a tali diritti e libertà limitazioni più ampie di quelle previste
dalla presente Carta.
Fatto a Strasburgo, addì dodici dicembre duemilasette.
NA-31-11-060-IT-C
3. I cittadini dei paesi terzi che sono autorizzati a lavorare nel territorio
degli Stati membri hanno diritto a condizioni di lavoro equivalenti a
quelle di cui godono i cittadini dell’Unione.
Articolo 21 Non discriminazione
1. È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in
particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica
o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le
convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura,
l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, la
disabilità, l’età o l’orientamento sessuale.
2. Nell’ambito d’applicazione dei trattati e fatte salve disposizioni
specifiche in essi contenute, è vietata qualsiasi discriminazione in base
alla nazionalità.
Articolo 33 Vita familiare e vita professionale
1. È garantita la protezione della famiglia sul piano giuridico,
economico e sociale.
2. Al fine di poter conciliare vita familiare e vita professionale, ogni
persona ha il diritto di essere tutelata contro il licenziamento per un
motivo legato alla maternità e il diritto a un congedo di maternità
retribuito e a un congedo parentale dopo la nascita o l’adozione di un
figlio.
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Principali sentenze della Corte di giustizia e del Tribunale
sui diritti fondamentali, sulla non discriminazione
e sulla cittadinanza dell’Unione
Né il diritto di accedere a un giudice, né il principio della parità delle armi,
entrambi sanciti dall’articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, impediscono alla Commissione di adire un tribunale nazionale, a nome dell’Unione europea, per ottenere il risarcimento di una
perdita subita dall’Unione in conseguenza di un accordo o di una pratica
che, secondo una precedente decisione della Commissione, erano considerati contrari all’articolo 81 CE o all’articolo 101 TFUE (2).
Secondo la direttiva 2000/43/CE, che attua il principio della parità di
trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine
etnica, la direttiva 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la
parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro,
e la direttiva 2006/54/CE, riguardante l’attuazione del principio delle pari
opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di
occupazione e impiego, un lavoratore che affermi in modo plausibile di
possedere i requisiti elencati in un annuncio di lavoro e la cui candidatura
sia stata respinta non ha il diritto di accedere a informazioni sull’eventuale assunzione, da parte del datore di lavoro, di un altro candidato al termine del processo di selezione; tuttavia, il rifiuto di concedere l’accesso a
tali informazioni può essere uno degli elementi da prendere in considerazione per stabilire i fatti in base ai quali si possa presumere che vi sia
stata discriminazione diretta o indiretta (3).
Secondo la direttiva 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la
parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro,
il radicale abbassamento dell’età pensionabile per i giudici ungheresi costituisce una discriminazione ingiustificata fondata sull’età. La misura
non è proporzionata agli obiettivi perseguiti dalla legislatura ungherese,
che intende standardizzare l’età pensionabile dei funzionari del servizio
pubblico e stabilire una struttura di età più equilibrata nel settore
giudiziario (4).
Un cittadino di un paese terzo che risiede regolarmente nello Stato membro d’origine della figlia e della moglie, che si sono trasferite in un altro
Stato membro, non può contare sulla loro cittadinanza UE per fondare il
proprio diritto di residenza o sulla direttiva 2004/38/CE relativa al diritto
dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare
liberamente nel territorio degli Stati membri, o direttamente sul trattato
sul funzionamento dell’Unione europea, se il rifiuto di concedere tale diritto di residenza non ha l’effetto di privare la figlia e la moglie del godimento effettivo del nucleo essenziale dei diritti correlati al loro status o
di ostacolare l’esercizio del loro diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri (5).
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Stato di diritto
Lo Stato di diritto e l’indipendenza del potere giudiziario sono principi fondamentali sui quali si fonda l’Unione, che vanno tutelati attraverso un severo monitoraggio e con l’intervento della Commissione. Per quanto riguarda gli eventi in Ungheria e in Romania, la Commissione ha reagito con fermezza a situazioni in cui
potevano essere compromessi il rispetto dello Stato di diritto e l’indipendenza del
potere giudiziario.
In seguito a un dialogo approfondito con le autorità ungheresi in merito alle leggi
adottate nel quadro della nuova costituzione ungherese, la Commissione ha notato miglioramenti in un determinato numero di questioni, in particolare per
quanto concerne lo statuto della banca centrale ungherese, per il quale il governo
dell’Ungheria si è impegnato a tenere conto delle questioni legali sollevate dalla
Commissione e a modificare la propria legislazione nazionale. In altri due casi
non è stato possibile porre rimedio alle questioni legali sollevate dalla Commissione. Per tale motivo la Commissione ha deciso di adire la Corte di giustizia
dell’Unione europea per le due violazioni riguardanti l’indipendenza dell’autorità
per la tutela dei dati e l’età pensionabile dei giudici, dei pubblici ministeri e dei
notai.
La Corte di giustizia dell’Unione europea verifica
la legislazione sul pensionamento dei giudici in Ungheria
Secondo la Corte di giustizia dell’Unione europea (6), aver imposto il pensionamento anticipato a centinaia di giudici e procuratori durante il 2012 e ai
notai per il 2014, a norma di una nuova legge in Ungheria, costituisce una
discriminazione ingiustificata basata sull’età, nonché una violazione della direttiva 2000/78/CE (7). Sulla base della sua nuova legge fondamentale, l’Ungheria ha emanato disposizioni di attuazione che riducono l’età pensionabile
obbligatoria per i giudici, per i procuratori e per i notai da 70 a 62 anni, con
un periodo transitorio estremamente breve. Nel gennaio 2012 la Commissione europea ha deciso di avviare procedimenti per infrazione e di deferire
la questione alla Corte. In seguito a una richiesta della Commissione e data
l’urgenza della questione, la Corte ha trattato il caso in un procedimento
accelerato, emettendo la sentenza nel novembre 2012, in meno di cinque
mesi dalla richiesta della Commissione. Le autorità ungheresi hanno trasmesso alla Commissione progetti di misure presentate al parlamento ungherese nel dicembre 2012 per eseguire la sentenza della Corte. La Commissione sta esaminando tali misure e continuerà a monitorare la situazione
con molta assiduità.
Per quanto concerne la Romania, nel luglio 2012 la Commissione ha riferito in
merito ai progressi compiuti da tale paese nell’ambito del meccanismo di cooperazione e verifica (8). La relazione si sofferma in particolare sulle iniziative adottate dal 2007 in termini di leggi e istituzioni, nonché sulla sostenibilità e sull’irreversibilità delle riforme attuate. Tuttavia la relazione, essendo stata pubblicata in
un periodo in cui erano state sollevate questioni importanti in relazione allo Stato
di diritto e all’indipendenza del potere giudiziario in Romania, contiene raccomandazioni specifiche per ripristinare il rispetto di tali principi fondamentali. La
Commissione continuerà a monitorare assiduamente i progressi e riferirà in merito al processo di riforma all’inizio del 2013.
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Eliminare gli ostacoli per i cittadini: preparativi per l’Anno
europeo dei cittadini 2013
Nel 2012 sono continuati i lavori di realizzazione degli impegni assunti dalla
Commissione nella relazione sui cittadini dell’ottobre 2012. Quasi tutte le 25
misure sono state attuate integralmente o si trovano in una fase di realizzazione
avanzata (9). Ad esempio, l’azione europea è riuscita a:
migliorare la tutela dei diritti di circa 75 milioni di persone vittime di reati in
tutta l’Unione;
ridurre le pratiche per l’immatricolazione dei veicoli in un altro Stato membro
a vantaggio di 3,5 milioni di persone ogni anno e con un abbattimento totale
dei costi di 1,5 miliardi di euro;
eliminare le spese extra per l’uso della carta di credito e i riquadri già
contrassegnati per gli acquisti online;
tutelare meglio il diritto a un processo equo per tutti i cittadini dell’Unione, che
interessa circa 8 milioni di procedimenti l’anno;
chiarire i diritti di proprietà per 16 milioni di coppie internazionali nell’UE.
Logo ufficiale dell’Anno
europeo dei cittadini 2013.
Nel contesto della produzione della seconda relazione sui cittadini, nel 2013, la
Commissione ha avviato la più ampia consultazione pubblica mai tenuta nell’UE
sui diritti dei cittadini. La consultazione è durata quattro mesi, durante i quali al
pubblico è stato chiesto quali fossero gli ostacoli che hanno impedito l’esercizio
dei loro diritti di cittadini dell’Unione, ad esempio durante i viaggi in Europa, il
voto o la candidatura alle elezioni o ancora per gli acquisti online. I risultati sono
in corso di valutazione e si prevede di pubblicare la seconda relazione nel maggio
2013 come elemento principale dell’Anno europeo dei cittadini 2013.
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Protezione dei dati
All’inizio dell’anno la Commissione aveva proposto una riforma completa delle
norme UE del 1995 sulla protezione dei dati, volta a rafforzare i diritti di riservatezza online. Un quadro normativo unico porrà fine all’attuale frammentazione
tra Stati membri e alla gravosità degli oneri amministrativi in tale settore, promettendo alle imprese risparmi per circa 2,3 miliardi di euro l’anno. L’iniziativa
contribuirà anche a rafforzare la fiducia dei consumatori nei servizi online promuovendo, cosa quanto mai necessaria, la crescita economica, la creazione di
posti di lavoro e l’innovazione in Europa e a chiarire le condizioni di utilizzo dei
dati, ad esempio a scopi di ricerca e medici.
Le nuove norme sono concepite in modo da garantire che, quando si opera un
trattamento di dati personali, siano fornite informazioni chiare e comprensibili.
Ogniqualvolta è richiesto il consenso, esso dovrà essere fornito in modo esplicito
affinché una società possa effettuare il trattamento dei dati personali. I progetti
di norme rafforzano il diritto della persona a essere dimenticata, ovvero se una
persona non auspica più che i propri dati siano trattati e la società non ha motivi
legittimi di detenerli, i dati devono essere cancellati. Le suddette proposte mirano
a garantire un accesso libero e agevole ai dati personali, rendendo più semplice
per i diretti interessati consultarli per vedere quali informazioni personali su di
loro sono conservate da società e autorità pubbliche. Inoltre, per i diretti interessati dovrebbe diventare più semplice anche il trasferimento dei dati personali tra
fornitori di servizi, secondo il principio della «portabilità dei dati». Le autorità nazionali indipendenti di protezione dei dati avranno maggior poteri in modo da
applicare meglio le norme UE nei rispettivi paesi. Esse avranno il potere di infliggere alle imprese che violano le norme UE sulla protezione dei dati ammende fino
a un milione di euro o fino al 2 % del fatturato complessivo annuo. Le regole UE
sulla protezione dei dati si applicano anche al trattamento di dati personali
all’estero da parte di imprese attive sul mercato dell’UE e che offrono i loro servizi
ai cittadini dell’UE.
Le proposte contengono inoltre altre misure significative di salvaguardia e
innovazioni (10).
Le proposte della Commissione aggiornano e modernizzano i principi sanciti dalla
direttiva del 1995 sulla protezione dei dati personali, in modo da garantire per il
futuro la tutela dei diritti di privacy. Fra le proposte figurano una comunicazione
strategica che delinea gli obiettivi della Commissione e due proposte legislative:
un regolamento che stabilisce un quadro europeo generale in materia di protezione dei dati e una direttiva concernente la tutela dei dati personali trattati a fini di
prevenzione, accertamento, indagine o perseguimento di reati e relative attività
giudiziarie.
Libera circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione
Le nuove norme UE sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale introdotte
nel 2010 sono state estese alla Svizzera (11) nell’aprile 2012 e, in giugno, a tre
paesi dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA) e dello Spazio economico europeo (SEE): Islanda, Liechtenstein e Norvegia (12). Sempre in giugno sono
state istituite nuove norme (13), migliorate e semplificate, per il personale aereo
e per i lavoratori autonomi transfrontalieri, grazie all’entrata in vigore della nuova
normativa, che modifica i regolamenti esistenti sul coordinamento dei sistemi di
sicurezza sociale. Secondo le nuove norme, le hostess, gli steward e i piloti sono
tenuti a versare i contributi di sicurezza sociale e hanno diritto alle prestazioni nel
paese in cui hanno inizio e terminano i loro turni, ovvero nel paese che funge da
base di servizio, anziché nel paese in cui è stabilita la compagnia aerea. Per i lavoratori autonomi transfrontalieri le nuove regole stabiliscono che, nei casi in cui
il paese di residenza non disponga di un sistema di prestazioni di disoccupazione
per i lavoratori autonomi, le indennità di disoccupazione siano versate dal paese
dell’ultima attività. In questo modo il lavoratore ottiene una prestazione in cambio dei contributi versati.
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6ème journÉe europÉenne de la protection des donnÉes
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europea della protezione
dei dati personali.
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Il diritto di libera circolazione dei lavoratori nell’Unione è solido ed esiste ormai da
oltre 40 anni; tuttavia, una serie di indicatori dimostra che la discriminazione
basata sulla nazionalità continua a esistere e crea quindi un divario tra i diritti
de jure e i diritti de facto dei cittadini dell’Unione. Da una valutazione della legislazione UE sulla libera circolazione dei lavoratori e da una valutazione dell’impatto risulta che una proposta legislativa migliorerebbe la certezza del diritto in
quanto consentirebbe una tutela esplicita e la sensibilizzazione in merito alla discriminazione basata sulla nazionalità
Le disposizioni in materia fiscale degli Stati membri possono determinare una
discriminazione dei lavoratori transfrontalieri. Nel corso del 2012 la Commissione
ha eseguito una valutazione approfondita dei sistemi nazionali delle imposte dirette per stabilire se penalizzino i lavoratori che vivono in uno Stato membro e
lavorano in un altro. Se dovessero emergere discriminazioni o violazioni delle libertà fondamentali dell’UE, la Commissione le segnalerà alle autorità nazionali e
insisterà affinché vengano apportate le necessarie modifiche.
Giurisprudenza
Libera circolazione dei lavoratori: la Corte di giustizia ha ritenuto che la legislazione dell’Unione non impedisca a uno Stato membro di corrispondere
prestazioni familiari a lavoratori stagionali o distaccati per i quali non è, in
linea di principio, competente (14). La Corte ha inoltre stabilito che l’ammissibilità al finanziamento degli studi costituisce un vantaggio sociale nel contesto della libera circolazione dei lavoratori e non può essere soggetta all’obbligo di residenza. Di conseguenza, i familiari a carico dei lavoratori migranti
sono automaticamente ammessi al finanziamento degli studi all’estero anche se non risiedono nel paese in cui è occupato il lavoratore (15).
Distacco di lavoratori
Affinché il mercato unico dell’UE funzioni meglio per i lavoratori e per le aziende,
nel marzo 2012 la Commissione ha proposto nuove regole per migliorare la
protezione dei lavoratori distaccati temporaneamente all’estero. La tutela dei
lavoratori e una concorrenza equa sono due aspetti del mercato unico dell’Unione,
anche se la realtà sembra indicare che per i lavoratori distaccati nell’UE, che sono
circa un milione, le condizioni minime di occupazione e di lavoro spesso non sono
rispettate. Per affrontare i casi specifici di abuso, in cui ai lavoratori non sono
garantiti integralmente i loro diritti in termini, ad esempio, di retribuzione o di
ferie, specialmente nel settore edilizio, la Commissione ha avanzato proposte
concrete e pratiche nell’ambito di una direttiva di attuazione. Secondo tali proposte verrebbe intensificato il monitoraggio e incrementato il rispetto della legge e
migliorerebbe l’applicazione nella pratica delle norme esistenti sui lavoratori
distaccati.
Per inviare un messaggio deciso, secondo il quale i diritti dei lavoratori e il loro
diritto allo sciopero si trovano in situazione di parità rispetto alla libertà di fornire
servizi, la Commissione aveva anche proposto una nuova direttiva (16) che teneva
conto della giurisprudenza esistente. Si trattava di una normativa particolarmente pertinente nel contesto della fornitura transfrontaliera di servizi come il distacco di lavoratori. Tuttavia, osservando che la proposta non aveva molte possibilità
di ottenere il necessario sostegno a livello politico, in particolare al Parlamento e
al Consiglio, e quindi di essere adottata, la Commissione ha deciso di ritirarla.
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Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà
tra le generazioni 2012
L’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni
2012 è stato inaugurato ufficialmente durante una conferenza tenutasi in gennaio a Copenaghen, ospitata dalla presidenza danese del Consiglio dell’Unione
europea. Nell’ambito dell’Anno europeo la Commissione ha lanciato il premio
dell’Anno europeo 2012, per conferire un riconoscimento a organizzazioni e soggetti che, attraverso le loro attività, promuovono l’invecchiamento attivo. Le
­categorie considerate sono sei: posti di lavoro per tutte le età; verso contesti
di vita commisurati all’età; imprenditori sociali; riferire in merito all’invecchia­
mento e alle relazioni tra le generazioni; storie di vita vissuta; concorso «generations@school». La cerimonia di premiazione si è svolta in novembre e vi hanno
partecipato i vincitori di quattro Stati membri (Danimarca, Estonia, Finlandia e
Francia).
Partiti politici europei e fondazioni politiche europee
La Commissione ha adottato una proposta legislativa (17) volta a rafforzare la
capacità dei partiti politici europei di formare uno spazio pubblico autenticamente
europeo e di esprimere la volontà dei cittadini dell’Unione, aumentando la visibilità, il riconoscimento, l’efficacia, la trasparenza e la responsabilità di tali partiti.
La proposta intende conferire ai partiti politici europei e alle loro fondazioni affiliate uno status giuridico di livello europeo. La maggior parte di essi sono attualmente registrati come associazioni senza scopo di lucro di diritto belga («asbl»).
Per essere riconosciute come partito politico europeo o fondazione politica europea, queste organizzazioni dovranno rispettare standard elevati di democrazia
interna, governance, responsabilità, trasparenza e rispetto per i valori su cui si
fonda l’Unione europea. Tutti gli aspetti del finanziamento dei partiti saranno disciplinati da un quadro esaustivo di disposizioni comprendenti obblighi in materia
di rendicontazione e controllo. Inoltre, per i casi di violazione sarà introdotto un
regime di sanzioni amministrative.
Manifestazione per l’avvio
dell’Anno europeo
dell’invecchiamento attivo
e della solidarietà tra le
generazioni a Copenaghen.
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L’iniziativa dei cittadini europei
Nel gennaio 2012 è stata avviata ufficialmente l’iniziativa dei cittadini europei (18), istituita in seguito all’adozione del trattato di Lisbona. Nell’ambito dell’iniziativa dei cittadini europei, questi ultimi possono invitare la Commissione a
proporre atti legislativi su questioni di competenza dell’UE. L’iniziativa dei cittadini
deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini dell’Unione, provenienti
da almeno sette tra i 27 Stati membri. Chiunque sia interessato ad avviare un’iniziativa può ora avvalersi di un software sviluppato dalla Commissione, con il
sostegno del programma sulle soluzioni di interoperabilità per le pubbliche amministrazioni europee (ISA), per raccogliere le firme richieste online. L’iniziativa
dei cittadini europei è uno strumento nuovo e potente grazie al quale i cittadini
possono far sentire la loro voce.
Premio «Access City 2013»
Il premio è stato assegnato a Berlino, a riconoscimento della sua strategica
e completa metodologia per la creazione di una città accessibile per tutti. Il
premio è organizzato dalla Commissione e dal Forum europeo sulla disabilità. Il riconoscimento vuole incoraggiare le città a condividere le loro esperienze e a migliorare l’accessibilità a vantaggio di tutti. La giuria ha selezionato Berlino in considerazione della sua politica strategica e inclusiva in
materia di disabilità, nell’ambito della quale sono stati effettuati massicci
investimenti per trasformare la città, precedentemente divisa, in un ambiente accessibile e privo di barriere. Sono stati sottolineati il sistema di trasporto
della città e l’investimento a favore dell’accessibilità per i disabili nei progetti
di ricostruzione. L’impostazione globale di Berlino a favore dell’accessibilità
è pienamente integrata nelle politiche della città e ampiamente avallata dai
responsabili politici.
Viviane Reding,
vicepresidente della
Commissione responsabile
per la giustizia, i diritti
fondamentali e la
cittadinanza, con
rappresentanti della città
di Berlino, vincitrice del
premio «Access City»
2013.
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Giustizia
Uno dei principali obiettivi dell’Unione europea è mettere a disposizione dei suoi
cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne. Per
raggiungere tale obiettivo è necessario garantire che i vari sistemi giudiziari nazionali di tutti gli Stati membri dell’UE cooperino efficacemente e non creino
ostacoli ai cittadini dell’Unione che si rivolgono alla giustizia. Nel 2012 la Commissione, unitamente ai colegislatori, ha continuato a cercare soluzioni per rimuovere alcuni tra tali ostacoli, in linea con il programma di Stoccolma 20102014. Alcune misure principali sono descritte qui di seguito.
Cooperazione giudiziaria in materia civile
e commerciale
Successioni transfrontaliere più snelle: le norme europee
diventano legge
Le nuove regole dell’Unione europea volte a ridurre i problemi giuridici che si
presentano quando un familiare che possiede beni in un altro paese dell’UE decede sono diventate legge in luglio. Il nuovo regolamento (19) sulle successioni
transfrontaliere renderà più semplice per i cittadini europei la gestione dell’aspetto giuridico del testamento o della successione internazionali. Le norme apporteranno certezza giuridica alle circa 450 000 famiglie europee che ogni anno sono
confrontate con una successione internazionale. Gli Stati membri adesso dispongono di tre anni per conformare la legislazione nazionale in modo che le nuove
norme dell’Unione producano i loro effetti. La nuova normativa agevola notevolmente le successioni internazionali, in quanto fissa un unico criterio per determinare tanto la competenza giurisdizionale quanto la legge applicabile nei casi
transfrontalieri: la residenza abituale del defunto. Inoltre, permette ai cittadini di
pianificare la successione in anticipo, in un quadro giuridico totalmente chiaro. Il
regolamento introduce poi un certificato successorio europeo che consentirà di
far valere la qualità di erede o di amministratore testamentario in tutta l’Unione
senza bisogno di ulteriori adempimenti. Il certificato migliorerà notevolmente la
situazione attuale, in cui è molto difficile far valere i propri diritti. Le procedure
saranno quindi più veloci e meno costose e i cittadini risparmieranno tempo e
denaro per le spese legali.
Giustizia penale
La «comunicazione dei diritti» è diventata legge
In giugno il diritto in tutta l’UE all’informazione al momento dell’arresto (21) è diventato legge. Quando entrerà in vigore, la nuova legge garantirà a chiunque sia
arrestato o oggetto di un mandato d’arresto europeo in uno qualsiasi degli Stati
membri di ricevere una «comunicazione dei diritti», un documento che elenca i
diritti fondamentali durante il procedimento penale. Gli Stati membri dell’UE
hanno due anni di tempo per introdurre le nuove norme nei rispettivi sistemi legislativi nazionali.
Portale E-justice: il portale europeo E-justice è concepito
come futuro sportello elettronico nel settore della
giustizia. In primo luogo intende semplificare la vita dei
cittadini informandoli sui sistemi giudiziari e migliorando
l’accesso alla giustizia nell’UE, in 22 lingue (20).
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Priorità alle vittime: diventano legge le nuove norme
sui loro diritti
In novembre è diventata legge una nuova normativa europea che migliora i diritti
delle vittime di reato che, secondo le stime, sono circa 75 milioni in tutta l’Unione.
La nuova direttiva sulle norme a favore delle vittime stabilisce diritti minimi per
le vittime, ovunque si trovino nell’UE. Gli Stati membri hanno tre anni di tempo per
recepirne le disposizioni nei rispettivi diritti nazionali. La direttiva garantirà, in
tutti i 27 Stati membri, che le vittime siano trattate in modo rispettoso e che
polizia, procuratori e magistrati ricevano la necessaria formazione per potersene
occupare; che le vittime siano informate dei loro diritti e delle cause che li riguardano in un modo a loro comprensibile; che sia garantito il sostegno alle vittime;
che le vittime possano prendere parte al procedimento se lo desiderano e siano
aiutate ad assistere al processo; che le vittime vulnerabili — come minori, vittime
di stupro o persone disabili — siano identificate e siano adeguatamente tutelate;
che le vittime siano protette durante la fase delle indagini e quella del procedimento penale.
BILANCIA DI CRISTALLO EUROPEA 2012
PER IL SETTORE DELLA GIUSTIZIA
In ottobre il Tribunale regionale di Anversa ha vinto il
premio per le pratiche innovative nel settore della
giustizia. Il premio è stato consegnato a Vilnius, in
occasione della Giornata europea della giustizia civile, in
presenza di Remigijus Šimašius, ministro della giustizia
della Lituania. La giuria ha esaminato 38 candidature di
18 Stati europei.
Gruppo di esperti sulla politica penale dell’Unione europea
In giugno Viviane Reding, vicepresidente della Commissione responsabile per
la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, ha presieduto la riunione
inaugurale del gruppo di esperti sulla politica dell’UE in ambito penale. Venti
esperti giuridici di alto livello, universitari e professionisti, si incontreranno
due volte l’anno per discutere e fornire consulenza alla Commissione europea su questioni cruciali di legislazione penale dell’UE. Il gruppo di esperti
comprende giudici, pubblici ministeri e avvocati difensori di 13 diversi Stati
membri che rappresentano le principali tradizioni legali dell’UE e contribuirà
a migliorare la qualità della legislazione dell’Unione nel settore del diritto
penale, alla luce delle nuove regole del trattato di Lisbona e della Carta dei
diritti fondamentali.
Giurisprudenza
A norma della decisione quadro 2002/584/GAI, relativa al mandato d’arresto
europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri, nonché dell’articolo 18 del TFUE, uno Stato membro non è autorizzato a riservare unicamente
alle persone aventi la cittadinanza di tale Stato la facoltà di non esecuzione
di un mandato d’arresto europeo emesso ai fini dell’esecuzione, nel proprio
territorio, di una pena privativa della libertà imposta da un altro Stato membro; essendo vietata la discriminazione basata sulla nazionalità, la legislazione di uno Stato membro non legittima detto Stato a escludere in maniera
assoluta e automatica dall’applicazione della suddetta facoltà i cittadini di
altri Stati membri che dimorano o risiedono nel suo territorio (22).
Strategia antidroga dell’Unione europea
In settembre la Commissione ha presentato due proposte (23) volte a inasprire i
controlli UE sulla metanfetamina e sui precursori dell’eroina. I precursori di droghe
sono sostanze chimiche lecite contenute in una vasta gamma di prodotti, compresi i prodotti farmaceutici, i profumi e le materie plastiche, ma possono anche
essere utilizzati per la fabbricazione illecita di stupefacenti. La legislazione proposta cerca di colmare le lacune della legislazione attuale sui precursori di droghe,
che potrebbero essere sfruttate da chi opera nella fabbricazione illecita di stupefacenti. In questo modo le nuove norme proposte possono contribuire a impedire
la fabbricazione illecita di droghe già nella fase iniziale. Ciò costituisce un importante pilastro della strategia antidroga dell’UE.
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Affari interni
Uno dei principali obiettivi dell’Unione europea è mettere a disposizione dei suoi
cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne. Per
raggiungere tale obiettivo, nel 2012 la Commissione, unitamente ai colegislatori,
ha continuato i lavori in linea con il programma di Stoccolma 2010-2014. Alcune
misure principali sono descritte qui di seguito.
Migrazione
In giugno la Commissione ha pubblicato la terza relazione annuale sull’immigrazione e l’asilo, che presenta un’analisi lungimirante basata sugli sviluppi occorsi
nel 2011, unitamente a un Eurobarometro (24) sull’atteggiamento dei cittadini
europei nei confronti della mobilità transfrontaliera, della migrazione e della
sicurezza.
Immigrazione legale e integrazione
In febbraio e in maggio la Commissione è intervenuta nei confronti di Stati membri (25) che non avevano ancora recepito nel rispettivo diritto nazionale la direttiva
dell’UE sulla carta blu (26), che istituisce regole comuni ed efficaci che consentono
a cittadini extraeuropei altamente qualificati di risiedere e lavorare nel territorio
dell’Unione europea per colmare lacune che i cittadini UE non riescono a colmare.
Tale legislazione UE avrebbe dovuto essere attuata entro la metà di giugno 2011.
In giugno è stato inaugurato a Firenze il Centro di politica europea della migrazione. Fondato grazie al sostegno dell’UE, il Centro svolge ricerche su questioni migratorie globali pertinenti per le politiche europee.
In ottobre si è svolta l’ottava riunione del Forum europeo sull’integrazione, dedicata al contributo dei migranti alla crescita economica dell’UE.
In seguito alla pubblicazione di un libro verde nel novembre 2011, la Commissione ha avviato un dibattito pubblico sulla riunificazione familiare (direttiva
2003/86/CE) (27) che è proseguito fino al marzo 2012 e dal quale è emerso che
una stragrande maggioranza degli interessati non auspica modifiche della direttiva, ma una migliore attuazione e orientamenti della Commissione.
Sono state pubblicate varie rassegne, tra cui una relazione sullo sviluppo della
rete europea sulle migrazioni, che elenca i progressi compiuti e riflette sui possibili sviluppi oltre il 2013. In settembre la Commissione ha adottato una relazione
interinale sull’attuazione del piano d’azione sui minori non accompagnati (20102014), che presenta una panoramica dei progressi compiuti e identifica i settori
a cui dedicare maggiore attenzione e interventi mirati nei prossimi due anni.
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Giurisprudenza
In maggio la Corte di giustizia ha pronunciato due sentenze significative riguardanti i cittadini extracomunitari che sono soggiornanti di lungo periodo
nell’UE (a norma della direttiva 2003/109/CE).
In primo luogo, in una causa relativa ai sussidi per l’alloggio di un cittadino
albanese soggiornante in Italia, la Corte ha stabilito che la legge UE non
ammette leggi nazionali o regionali che prevedano un trattamento diverso
per i cittadini extracomunitari e i cittadini dello Stato membro dell’UE in cui
risiedono, dato che i sussidi per l’alloggio rientrano nei settori cui si applica il
principio della parità di trattamento contemplato dalla direttiva sui soggiornanti di lungo periodo e costituiscono «prestazioni essenziali» (28).
In secondo luogo, in una causa che esamina le spese per il permesso di soggiorno nei Paesi Bassi, la Corte ha sostenuto che uno Stato membro non può
imporre oneri eccessivi e sproporzionati per la concessione di permessi di
soggiorno ai cittadini extracomunitari soggiornanti di lungo periodo e ai loro
familiari (29).
Immigrazione non legale
In febbraio, aprile, maggio e giugno la Commissione ha deciso di avviare procedimenti per infrazione nei confronti di Stati membri (30) che non avevano ancora
recepito le norme UE relative a sanzioni e misure nei confronti dei datori di lavoro
che sfruttano migranti non in regola. La direttiva sulle sanzioni ai datori di lavoro
si rivolge ai datori di lavoro che approfittano della situazione precaria dei migranti
non in regola occupandoli in impieghi a bassa retribuzione e a condizioni inaccettabili. La direttiva avrebbe dovuto essere attuata entro la metà di luglio 2011.
Nuovo scanner utilizzato
per ispezionare i vagoni
ferroviari al valico di
frontiera tra la Polonia e
l’Ucraina.
In giugno la Commissione e la Turchia hanno siglato un accordo di riammissione
che rispecchia il loro interesse comune in una gestione più efficace della migrazione e dei confini. Il testo concordato stabilisce chiari obblighi e procedure per le
rispettive autorità, al fine di far rientrare rapidamente cittadini (anche di paesi
non dell’UE) che risiedono irregolarmente nei loro territori, nel rispetto delle leggi
internazionali e dei diritti fondamentali. Dopo l’entrata in vigore, l’accordo contribuirà anche a migliorare ulteriormente il dialogo e la collaborazione tra UE e
Turchia nel settore della politica interna, consentendo a entrambe le parti di
progredire nella prospettiva di una liberalizzazione dei visti.
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L’accordo in questione è simile ad accordi di riammissione già stipulati dall’UE con
altri paesi terzi, oggetto di costante monitoraggio, in particolare attraverso riunioni regolari dei comitati misti di riammissione. Nel 2012 la Commissione ha tenuto
tali riunioni con Georgia, Moldova, Pakistan, Russia, e Ucraina. È stato anche siglato un accordo di riammissione tra l’UE e Capo Verde, attualmente in fase di
ratifica.
Politica migratoria esterna dell’UE
Nel 2012 sono stati compiuti progressi nell’approccio globale in materia di migrazione e mobilità (global approach to migration and mobility, GAMM), con le conclusioni del Consiglio adottate in maggio. Il GAMM fornisce un quadro completo
per la politica migratoria esterna dell’UE. Esso offre una struttura nella quale l’UE
può organizzare il dialogo e la collaborazione con i paesi extra-Unione sulle tematiche della migrazione e dell’asilo. Il quadro GAMM comprende tutte le politiche
attinenti alla migrazione e pertinenti per quanto riguarda i paesi «non UE» (ad
esempio, organizzare meglio l’immigrazione legale/promuovere la mobilità ben
gestita; prevenire e combattere l’immigrazione irregolare/eliminare la tratta di
esseri umani; massimizzare l’impatto dello sviluppo sulla migrazione e sulla
mobilità; promuovere la tutela internazionale e migliorare la dimensione esterna
dell’asilo). Il GAMM è ben allineato sulla politica estera e di sviluppo dell’UE. È
collegato alla politica interna, alla strategia Europa 2020, alle politiche di occupazione e istruzione ed è attuato in comune dalla Commissione, dal servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) e dagli Stati membri; esso consente all’UE di
esprimersi con una sola voce in tale settore, conformemente al trattato di
Lisbona.
Il programma tematico «Cooperazione con i paesi terzi in materia di migrazione
e di asilo» (384 milioni di euro per il periodo 2007-2013) è un elemento fondamentale a sostegno della dimensione esterna delle politiche sulla migrazione e
sull’asilo.
Frontiere esterne
Schengen
In maggio la Commissione ha adottato la prima di una serie di rassegne biennali
sul funzionamento dello spazio Schengen. Oltre 400 milioni di europei possono
spostarsi all’interno di tale spazio senza controlli alle frontiere. Per difendere la
libera circolazione delle persone è comunque necessario essere vigilanti, dato che
ogni anno sono effettuati 1,25 miliardi di spostamenti fra i confini interni dello
spazio Schengen. La relazione costituisce la base del dibattito al Parlamento europeo e al Consiglio e contribuisce a rafforzare l’orientamento politico e la cooperazione tra i 26 paesi che fanno parte dello spazio Schengen (tutti gli Stati
membri eccetto Bulgaria, Cipro, Irlanda, Regno Unito e Romania e i paesi non UE
Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera).
La seconda relazione biennale sul funzionamento di Schengen, presentata a novembre, riguardava in particolare la situazione alle frontiere esterne e all’interno
dello spazio Schengen stesso, l’applicazione dell’acquis di Schengen e l’uso di
specifiche misure di fiancheggiamento, il sistema d’informazione Schengen (SIS)
e il sistema d’informazione sui visti (VIS).
Per quanto riguarda l’adesione della Bulgaria e della Romania allo spazio Schengen, il Consiglio non è stato in grado di adottare decisioni, sebbene le valutazioni
su Schengen siano state ultimate nel 2011.
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Campionato europeo di calcio 2012
In giugno, quando le squadre si stavano preparando all’ingresso in campo, la
Commissione stava lavorando con le autorità polacche per garantire la sicurezza durante il campionato europeo di calcio 2012. Per migliorare la pubblica sicurezza la Commissione ha fornito supporto tecnico e orientamento alla
polizia e alle guardie di frontiera polacche tramite azioni di formazione ed
elaborando la metodologia per l’impiego di attrezzature mobili per il rilevamento di sostanze chimiche e biologiche, per individuare esplosivi e armi
negli stadi e negli aeroporti polacchi. Era la prima volta che venivano impiegate nell’UE attrezzature mobili per il rilevamento di esplosivi, sostanze chimiche e rischi biologici durante una manifestazione pubblica di tale portata.
Nel 2013 la Commissione prevede di avviare ulteriori prove delle attrezzature di rilevamento in altre zone in cui è necessario tutelare la pubblica
sicurezza.
In giugno e luglio l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli stati membri dell’Unione europea (Frontex)
ha coordinato un’operazione congiunta a sostegno delle guardie di frontiera
polacche e ucraine. Oltre 100 agenti di 23 Stati membri sono stati inviati al
confine tra Polonia e Ucraina per fornire aiuto e assistenza ai controlli di
frontiera e alle attività di sorveglianza. Allo stesso tempo le guardie di frontiera di diversi Stati membri e paesi terzi erano al lavoro nei principali aeroporti della Polonia e dell’Ucraina.
Visti
In gennaio la Commissione ha avviato un dialogo sull’esenzione dal visto con il
Kosovo e in febbraio ha pubblicato la seconda relazione sullo stato di avanzamento dell’attuazione da parte di Moldova e Ucraina dei rispettivi piani d’azione
sulla liberalizzazione dei visti. In giugno sono stati avviati i colloqui sulla liberalizzazione dei visti con la Georgia. L’obiettivo del processo consiste nell’eliminare
l’obbligo di visto per i cittadini di tali paesi dopo l’attuazione di sostanziali riforme
in vari ambiti cruciali, quali la sicurezza dei documenti d’identità per l’espatrio, i
confini, la gestione della migrazione e dell’asilo e la lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione. In novembre la Commissione ha proposto che i cittadini di
16 Stati insulari dei Caraibi e del Pacifico possano tra breve recarsi nello spazio
Schengen senza obbligo di visto.
Il sistema d’informazione
sui visti (VIS) collega i
consolati dei paesi terzi e
tutti i valichi di frontiera
esterna dei paesi
Schengen con una base
dati centrale che consente
l’uso dei dati biometrici.
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Nell’ambito del dialogo sui visti tra UE e Russia è stato avviato il processo di attuazione del documento «Misure comuni verso l’abolizione del visto per i viaggi
di breve durata dei cittadini russi e dell’UE», dopo la sua adozione al vertice
UE-Russia del dicembre 2011.
In febbraio e in marzo la Commissione ha avviato negoziazioni sugli accordi di
facilitazione del rilascio dei visti con l’Armenia (siglato in ottobre) e con l’Azerbaigian e in ottobre ha firmato un accordo di facilitazione del rilascio dei visti con
Capo Verde. In giugno la Commissione ha sottoscritto un accordo modificato di
facilitazione del rilascio dei visti con la Moldova e, in luglio, con l’Ucraina, rendendo più semplici i contatti fra cittadini e agevolando i cittadini della Moldova e
dell’Ucraina che intendono recarsi nell’UE. Le modifiche riguardano, tra l’altro,
l’estensione di determinate agevolazioni a ulteriori categorie di richiedenti di visti
della Moldova e dell’Ucraina, quali i rappresentanti di organizzazioni della società
civile oppure giovani che partecipano a manifestazioni organizzate da organizzazioni senza scopo di lucro, nonché il miglioramento delle agevolazioni esistenti
per categorie di richiedenti quali i giornalisti.
In novembre la Commissione ha fissato orientamenti atti a garantire che le regole
sui visti contribuiscano a far sì che l’UE resti una destinazione interessante, soprattutto per i paesi ad alto potenziale di turisti. Agevolando i viaggi verso l’UE di
cittadini dei paesi che non ne fanno parte si ottiene un notevole impatto sull’economia in generale. Il turismo, nel quale si contavano, nel 2011, 18,8 milioni di
posti di lavoro, è diventato uno dei principali creatori di occupazione nell’Unione
europea, dove i visitatori stranieri spendono oltre 330 miliardi di euro. Secondo
stime recenti, tali cifre sono verosimilmente destinate ad aumentare, raggiungendo 20,4 milioni di posti di lavoro e 430 miliardi di euro nel 2022.
In novembre la Commissione ha anche adottato la settima relazione (definitiva)
sulla reciprocità dei visti (31) e sul mantenimento, da parte di determinati paesi
terzi, dell’obbligo di visto in violazione del principio di reciprocità.
Agenzia per la gestione dei sistemi d’informazione
A Tallinn, in Estonia, si è tenuta la sessione inaugurale del consiglio di amministrazione della nuova agenzia per la gestione operativa dei sistemi di tecnologia dell’informazione su vasta scala, che ha assunto le proprie responsabilità nel dicembre 2012. Il suo compito principale consiste nel garantire
che il sistema d’informazione sui visti (VIS) e il sistema Eurodac siano operativi 24 ore al giorno, sette giorni su sette. L’agenzia si occuperà inoltre della
gestione della seconda generazione del sistema d’informazione Schengen
(SIS II), che fornirà valore aggiunto alla sicurezza e alla libera circolazione
delle persone all’interno dello spazio Schengen. SIS II diventerà operativo nel
primo trimestre del 2013.
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Lotta alla contraffazione alle frontiere dell’UE
Le dogane dell’Unione europea svolgono un ruolo essenziale per impedire ai
prodotti che violano i diritti di proprietà intellettuale di entrare nell’UE. In un’economia basata sulla conoscenza, la competitività dipende dalla capacità di tutelare
l’innovazione e la creatività. Per raggiungere tale obiettivo è essenziale perseguire
una politica attiva di lotta alla contraffazione e alla pirateria. L’anno scorso le
autorità doganali hanno confiscato 115 milioni di articoli contraffatti, tutelando
le imprese che operano legalmente nell’UE. Rispetto ai 103 milioni di articoli
confiscati nel 2010, l’aumento ha raggiunto il 15 %. Il valore dei beni intercettati
ammonta a quasi 1,3 miliardi di euro, rispetto a 1,1 miliardi nel 2010. Le principali categorie di articoli bloccati dalle autorità doganali erano farmaci (24 %),
materiale di imballaggio (21 %) e sigarette (18 %). I prodotti di uso quotidiano e
i prodotti potenzialmente pericolosi per la salute e la sicurezza dei consumatori
rappresentavano complessivamente il 28,6 % del totale degli articoli bloccati, a
fronte del 14,5 % del 2010.
Azioni antifrode effettuate
dai partner OLAF in
Lituania: durante il
controllo di una locomotiva
arrivata dalla Bielorussia
vengono rinvenute
sigarette nascoste nel
vano motore.
Nel 2012 è continuato il dibattito al Parlamento e al Consiglio sulla proposta
della Commissione del 2011 (32) relativa a un nuovo regolamento sull’applicazione, da parte delle autorità doganali, della legislazione sui diritti di proprietà intellettuale (DPI), in particolare per definire con maggiore chiarezza il ruolo delle
autorità doganali per quanto riguarda i medicinali generici in transito. Le negoziazioni si sono concluse alla fine del 2012, consentendo al Parlamento e al Consiglio
di adottare formalmente il regolamento all’inizio del 2013. A dicembre il Consiglio
ha anche adottato un nuovo piano d’azione per contrastare le violazioni dei DPI
nel periodo 2013-2017. Particolare attenzione è riservata all’aumento delle piccole spedizioni connesse ad acquisti su Internet e al potenziamento della cooperazione con l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale e le autorità preposte all’applicazione delle norme in caso di violazione
dei DPI.
Sistema europeo comune di asilo
Il Consiglio europeo ha fissato l’obiettivo di completare il sistema europeo comune di asilo entro il 2012. Il primo elemento del pacchetto, la direttiva riveduta
sulle qualifiche, è stato adottato nel novembre 2011 (33).
In marzo l’UE ha adottato il «programma comune di reinsediamento UE» (34). Il
reinsediamento dei profughi non è solo una misura che consente di salvare la loro
vita, ma anche un importante gesto di solidarietà da parte dei paesi UE che li
accolgono nei confronti di paesi non UE che ospitano un gran numero di profughi.
Il programma di reinsediamento stabilirà un elenco di profughi il cui reinsediamento potrà beneficiare di finanziamenti dell’UE. Saranno anche fissate priorità
di reinsediamento, specificando le nazionalità e i paesi di provenienza dei profughi per i quali il reinsediamento deve essere effettuato con priorità e per chi sia
disponibile il finanziamento UE. Il programma offrirà anche ulteriori incentivi finanziari per i paesi che iniziano a impegnarsi nelle attività di reinsediamento.
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In luglio è stato raggiunto un accordo politico sulla direttiva riveduta sulle condizioni di accoglienza, che armonizza ulteriormente la normativa dell’Unione al fine
di garantire che vi siano condizioni materiali di accoglienza umane per chi chiede
asilo nell’UE. Per la prima volta in uno strumento UE sono state adottate norme
dettagliate sulla detenzione dei richiedenti asilo, compreso un elenco restrittivo di
motivi in base ai quali può essere decisa la detenzione.
In novembre è stato raggiunto un accordo politico sul regolamento di Dublino, che
determina lo Stato membro competente per l’esame di una domanda di asilo. Il
regolamento consentirà anche di rilevare tempestivamente problemi nei sistemi
nazionali di asilo o accoglienza, di affrontarne le cause prima che diventino crisi
complesse e di fornire ulteriori garanzie di protezione dei richiedenti asilo.
Hanno raggiunto la fase conclusiva le negoziazioni su due strumenti: la direttiva
sulle procedure di asilo e il regolamento Eurodac.
Terrorismo e criminalità organizzata
Tratta di esseri umani
In giugno la Commissione ha adottato la strategia dell’UE per l’eradicazione della
tratta di esseri umani (2012-2016) (35), un insieme di misure concrete e pratiche
da attuare nei prossimi cinque anni. Secondo i dati preliminari inseriti nella strategia, la maggior parte delle vittime nell’UE è oggetto di sfruttamento a fini
sessuali (il 76 % nel 2010). Altre vittime sono, invece, costrette al lavoro forzato
(il 14 % nel 2010), all’accattonaggio forzato (il 3 %) e alla servitù domestica
(l’1 %). Per quanto riguarda il genere, gli stessi dati dimostrano che le donne e le
ragazze sono le principali vittime: tra il 2008 e il 2010 le vittime di sesso femminile sono state il 79 % (di cui il 12 % ragazze), mentre quelle di sesso maschile il
21 % (di cui il 3 % ragazzi). Le vittime del lavoro forzato, compreso lo sfruttamento a fini sessuali, ammontano secondo le stime a 20,9 milioni a livello mondiale (nelle economie dei paesi sviluppati i lavoratori forzati sono circa 1,5 milioni).
La strategia identifica tra le priorità la prevenzione, la protezione e il sostegno
delle vittime, nonché l’azione penale nei confronti dei colpevoli. La strategia è
incentrata sulle vittime e prevede la creazione di unità multidisciplinari per l’applicazione della legge, squadre investigative comuni, una coalizione europea delle
imprese contro la tratta di esseri umani, una piattaforma a livello dell’UE per la
società civile, sistemi di tutela dei bambini, nonché di affrontare gli aspetti del
fenomeno connessi alla domanda, al genere e ai diritti umani. La strategia sosterrà e completerà l’attuazione della legislazione UE sulla tratta di esseri umani
(direttiva 2011/36/UE), che deve essere recepita entro aprile 2013.
Lotta all’abuso sessuale infantile online
In dicembre l’UE e gli Stati Uniti hanno lanciato un’alleanza globale contro l’abuso
sessuale infantile online. I ministri dei 48 paesi partecipanti a tale iniziativa si
sono impegnati a adottare provvedimenti specifici a livello nazionale per maggiore efficacia nell’identificare e sostenere le vittime, nelle indagini e nel perseguire
i colpevoli, nella sensibilizzazione sui rischi di abuso sessuale infantile online e
nel ridurre la disponibilità di pornografia infantile.
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Confisca dei proventi del crimine
In marzo la Commissione ha proposto nuove norme per una più efficace e diffusa
confisca di fondi e altri beni acquisiti mediante attività criminali. Tali norme rafforzeranno i poteri degli Stati membri di confiscare beni trasferiti a terzi, faciliteranno la confisca di proventi di reato anche quando l’indagato si sia dato alla
fuga e garantiranno che le autorità competenti possano sottoporre a congelamento temporaneo i beni che rischiano altrimenti di scomparire. La proposta sulla
confisca fa parte di una serie di misure volte a tutelare l’economia lecita dalle
infiltrazioni criminali e connesse alla strategia Europa 2020 e all’agenda per la
crescita. Nella serie di misure figurano anche il pacchetto anticorruzione e la
strategia antifrode della Commissione.
Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica
In marzo la Commissione ha proposto di istituire un centro europeo per la lotta
alla criminalità informatica per proteggere i cittadini e le imprese europei dai
crescenti pericoli informatici. Secondo le stime, a livello mondiale le vittime della
criminalità informatica sono oltre un milione ogni giorno, per un costo totale di
circa 300 miliardi di euro. Il centro sarà avviato da gennaio 2013, farà parte
dell’Ufficio europeo di polizia (Europol) a L’Aia (Paesi Bassi) e si concentrerà sulle
attività illecite online svolte da gruppi della criminalità organizzata, in particolare
quelle che generano ampi profitti illeciti, quali le frodi online sulle carte di credito
e sulle informazioni bancarie.
Cecilia Malmström,
commissario per gli affari
interni, durante una
conferenza stampa sulla
lotta alla criminalità
informatica.
Esempi di cooperazione tra forze di polizia
In gennaio una rete della criminalità organizzata internazionale, responsabile della produzione su vasta scala e del traffico di droghe sintetiche, è stata
smantellata attraverso l’«operazione Fire», in seguito ad ampie indagini svolte da Europol e da numerose altre autorità europee di forza pubblica. Sono
stati confiscati circa 30 kg di anfetamina e sono state arrestate tre persone
in Svezia, due in Germania e una nei Paesi Bassi. Inoltre, la cooperazione con
le autorità bulgare ha consentito di arrestare tre membri di una rete della
criminalità organizzata e di smantellare tre impianti per la produzione di
droghe sintetiche. Le autorità bulgare hanno confiscato circa 75 litri di base
per anfetamine (un quantitativo che consente di produrre circa 120 kg di
anfetamina pura), 15 kg di sostanza anfetamina e oltre 1 400 litri di varie
sostanze chimiche per la produzione di droghe sintetiche. Sono state inoltre
confiscate attrezzature, comprese due macchine per la produzione di pasticche, cinque armi da fuoco, 150 cartucce e 6,4 kg di trinitrotoluene (TNT).
In giugno un gruppo della criminalità organizzata responsabile di frodi con
carte di pagamento e acquisti illeciti online è stato smantellato dalla polizia
durante un raid in Romania, con il sostegno di Europol ed Eurojust. L’operazione ha consentito di operare dieci arresti. Le prove confiscate comprendono
contanti, computer, telefonini, altri strumenti elettronici e automobili di lusso.
Le persone arrestate sono sospettate di aver commesso frodi per anni in vari
paesi dell’UE.
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Accordo con gli Stati Uniti sui dati del codice di prenotazione
In aprile il Parlamento ha espresso il proprio consenso in merito al nuovo accordo
con gli Stati Uniti sui dati del codice di prenotazione (passenger name record,
PNR). In base all’accordo, che è entrato in vigore il 1º luglio, i dati relativi al codice
di prenotazione dei passeggeri che viaggiano verso gli Stati Uniti saranno utilizzati nella lotta al crimine e al terrorismo internazionali. L’accordo consente una
più efficace tutela del diritto dei cittadini UE alla riservatezza e maggiore certezza
giuridica per le compagine aeree, pur soddisfacendo le esigenze in termini di sicurezza sia degli Stati Uniti che dell’UE.
Armi da fuoco
Nella primavera 2012 è stata adottata una nuova legislazione UE per contrastare
con maggiore efficacia il traffico illecito di armi da fuoco da e verso l’UE. Sono
stati istituiti nuovi obblighi in materia di autorizzazioni per l’esportazione, l’importazione e il transito, grazie ai quali diventa più semplice rintracciare le armi. L’Unione europea è ora pronta a ratificare in modo definitivo il protocollo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) sulle armi da fuoco.
Precursori di esplosivi
In dicembre l’UE ha adottato nuove norme sulla commercializzazione e sull’impiego di precursori di esplosivi per affrontare il problema degli abusi di determinate sostanze chimiche per la fabbricazione illecita di esplosivi che possono essere utilizzati, ad esempio, in attacchi terroristici. Secondo le nuove regole, i
privati non sono autorizzati, in linea di massima, ad acquistare, possedere o utilizzare determinate sostanze chimiche oltre determinati livelli di concentrazione.
Lotta alla corruzione
La corruzione continua a essere un grave problema nell’UE e negli ultimi tre anni,
secondo l’indagine Eurobarometro (36) pubblicata dalla Commissione in febbraio,
la situazione è sensibilmente peggiorata. Dai dati raccolti emerge che quasi tre
quarti degli europei ritengono ancora che la corruzione sia un grave problema e
che sia presente a tutti i livelli di governo. L’8 % dei rispondenti afferma di essere
stato oggetto di richieste o di aspettative di tangenti nell’ultimo anno. La prima
relazione UE sulla lotta alla corruzione, che fornirà un chiaro inventario delle misure anticorruzione in vigore in tutti gli Stati membri, si trova in fase di elaborazione e sarà pubblicata il prossimo anno.
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Agevolare i cittadini nella vita quotidiana
Istruzione e cultura
Il 10 e l’11 maggio, in deliberazione pubblica, i ministri dell’istruzione e i ministri
della cultura dell’UE hanno discusso per la prima volta le proposte della Commissione relative ai programmi «Europa creativa» (37) ed «Erasmus per tutti» (38) per
il periodo 2014-2020.
Venticinquesimo anniversario di Erasmus
Venticinque anni dopo il suo avvio, Erasmus è diventato il più famoso dei
programmi UE e il più celebre ed efficace sistema di scambio di studenti al
mondo. Concentrato sulle lingue, la capacità di adattamento, la comprensione delle altre culture e il senso di responsabilità, Erasmus fornisce ai giovani
competenze indispensabili per il loro sviluppo personale e inestimabili in termini di occupabilità. Fin dai suoi inizi nel 1987, il programma ha fornito a
oltre due milioni e mezzo di studenti europei l’opportunità di recarsi all’estero
per studiare all’università o svolgere un tirocinio presso un’impresa. Seguendo le tendenze attuali, l’Unione europea raggiungerà l’obiettivo di sostenere
tre milioni di studenti Erasmus entro il 2013.
Cultura e MEDIA
Premi europei e capitali europee della cultura
Venticinquesimo
anniversario del
programma Erasmus.
Guimarães (Portogallo) e Maribor (Slovenia) erano le due capitali europee
della cultura nel 2012. Il Consiglio ha inoltre nominato formalmente Donostia-San Sebastián (Spagna) e Wrocław (Polonia) capitali europee della cultura per il 2016. La Commissione ha anche proposto paesi le cui città potranno essere nominate capitali europee della cultura dopo il 2019.
Nel 2012 il premio dell’Unione europea per la conservazione del patri­
monio culturale/Europa nostra è stato assegnato a 28 progetti
La cerimonia di premiazione ha avuto luogo al monastero di Jerónimos a
Lisbona. Fra i 28 progetti vincenti, sei hanno vinto il «Grand Prix» riservato
alle migliori opere nell’ambito della conservazione del patrimonio: l’edificio
Averof — Scuola di architettura di Atene, l’altoforno numero 2 di Sagunto
(Spagna), la Poundstock Gildhouse di Bude in Cornovaglia (Regno Unito), uno
studio sul codice botanico di Augusto dell’Ara Pacis a Roma, il servizio specifico per il patrimonio culturale di Paraschiva Kovacs, Satu Mare, contea di
Harghita (Romania) e un programma d’istruzione su un sito del patrimonio
culturale elaborato dalla fondazione norvegese per il patrimonio culturale a
Vågå (Norvegia).
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Vincitori del premio dell’Unione europea per la letteratura, edizione 2012
Il premio viene assegnato ai migliori autori nuovi o emergenti nell’UE. I vincitori, i cui nominativi sono stati annunciati alla Fiera del libro di Francoforte
il 9 ottobre, sono: Anna Kim (Austria), Lada Žigo (Croazia), Laurence Plazenet
(Francia), Viktor Horváth (Ungheria), Kevin Barry (Irlanda), Emanuele Trevi
(Italia), Giedra Radvilavičiūtė (Lituania), Gunstein Bakke (Norvegia), Piotr
Paziński (Polonia), Afonso Cruz (Portogallo), Jana Beňová (Slovacchia) e Sara
Mannheimer (Svezia). Ogni vincitore riceve 5 000 euro e, soprattutto, ha
­priorità per quanto concerne i finanziamenti del programma «Cultura» dell’UE
da destinare alla traduzione del libro.
Premio dell’Unione europea per la musica contemporanea «Border
Breaker»
I vincitori dell’edizione 2012 sono: Elektro Guzzi (Austria), Selah Sue (Belgio),
Agnes Obel (Danimarca), Ben l’Oncle Soul (Francia), Boy (Germania), James
Vincent McMorrow (Irlanda), Afrojack (Paesi Bassi), Alexandra Stan (Romania), Swedish House Mafia (Svezia) e Anna Calvi (Regno Unito).
Il nuovo premio MEDIA dell’UE
Il premio, che riconosce il miglior progetto avente potenziale di box office
presentato da uno sceneggiatore e da una società di produzione, è stato
assegnato al regista iraniano Asghar Farhadi in maggio durante una cerimonia svoltasi al Festival del cinema di Cannes.
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Stretta di mano tra Lada
Žigo, scrittrice croata,
vincitrice del premio
dell’Unione europea per la
letteratura 2012, e
Androulla Vassiliou,
commissario per
l’istruzione, la cultura, il
multilinguismo e la
gioventù.
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La salute dei cittadini e i loro diritti in quanto
consumatori
Diritti e sicurezza dei consumatori
L’agenda del consumatore europeo (39), che delinea la strategia per la politica dei
consumatori dell’UE per gli anni futuri, è stata adottata a maggio. Essa presenta
le misure politiche che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi della
strategia di crescita dell’UE Europa 2020. L’agenda si fonda su altre iniziative, che
completa, quali la relazione sui cittadini dell’UE, l’Atto per il mercato unico, l’agenda digitale per l’Europa e la tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse. I suoi quattro obiettivi principali sono: rafforzare la sicurezza
dei consumatori; migliorare la conoscenza; promuovere l’applicazione della normativa e garantire i mezzi di ricorso; allineare i diritti dei consumatori e le politiche
ai cambiamenti della società e dell’economia. L’agenda presenta inoltre una serie
di azioni chiave da realizzare entro il 2014.
Nel 2012 gli Stati membri e la Commissione hanno continuato a condividere in
modo efficace informazioni su prodotti pericolosi raccolte in tutta Europa attraverso il sistema di allarme rapido per i prodotti non alimentari pericolosi (RAPEX).
È stata ulteriormente rafforzata la collaborazione con la Cina e con gli Stati Uniti.
In ottobre è entrato in funzione un portale per il richiamo globale che estende il
sistema RAPEX oltre i confini dell’UE. Esso consente alle autorità di tutto il mondo
di scambiarsi informazioni su prodotti non sicuri che sono stati ritirati dal mercato. Si tratta di un progetto elaborato congiuntamente dall’UE e dai paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE), compresi l’Australia, il Canada e gli Stati Uniti.
Inoltre, al Parlamento europeo e al Consiglio sono continuati i dibattiti sul pacchetto di proposte dell’Atto per il mercato unico I riguardanti la risoluzione alternativa e online delle controversie, che sono state adottate, e il programma in
materia di tutela dei consumatori 2014-2020.
Salute dei cittadini
NUOVA APPLICAZIONE PER LA TESSERA
DI ASSICURAZIONE MALATTIA
La tessera europea di assicurazione malattia continua a
semplificare l’accesso ai servizi di assistenza sanitaria ai
cittadini di 31 paesi europei che si trovano
temporaneamente all’estero. Attualmente circa
192 milioni di persone possiedono tale tessera. Per
sensibilizzare ulteriormente in merito alla tessera e alle
sue modalità d’uso, la Commissione europea ha
sviluppato un’applicazione per smartphone contenente
una guida rapida all’uso della tessera nei 27 paesi UE, in
Islanda, nel Liechtenstein, in Norvegia e in Svizzera.
L’applicazione contiene informazioni generali sulla tessera,
i numeri telefonici per le chiamate di emergenza, le cure
sanitarie e le spese coperte, le modalità di rimborso e le
persone da contattare in caso di smarrimento della
tessera. È disponibile in 24 lingue e consente di passare
da una lingua all’altra.
In dicembre la Commissione europea ha presentato il piano d’azione eHealth (40)
per far cadere le barriere al pieno utilizzo delle soluzioni digitali nei sistemi sanitari europei. L’obiettivo è migliorare le prestazioni sanitarie a beneficio dei pazienti, offrire a questi ultimi un maggiore controllo delle proprie cure mediche e
ridurre i costi. Mentre la telemedicina suscita l’entusiasmo di pazienti e operatori
sanitari che già la usano e milioni di europei hanno scaricato applicazioni per
smartphone che consentono di tenere d’occhio il proprio stato di salute e di benessere, il settore della sanità deve ancora sfruttare appieno il cospicuo potenziale offerto dalla svolta digitale per migliorare i propri servizi e realizzare risparmi
di efficienza.
In settembre la Commissione ha adottato proposte (41) di revisione della legislazione europea sui dispositivi medici, che copre una vasta serie di articoli medici,
dalle lenti a contatto agli scanner. Questo settore svolge un ruolo cruciale nella
diagnosi, nella prevenzione, nel monitoraggio e nel trattamento delle malattie. Le
principali modifiche della normativa riguardano il rafforzamento della nomina e
del monitoraggio degli organismi notificati, la vigilanza e la sorveglianza del
mercato e una migliore tracciabilità dei dispositivi medici. Le proposte intendono
garantire criteri di valutazione uniformi, in particolare per la valutazione clinica
del fabbricante, e l’informazione tempestiva delle autorità competenti in merito
ai dispositivi ad alto rischio (specialmente quelli innovativi) prima che giungano
sul mercato.
Il nuovo portale per la notifica dei prodotti cosmetici (42) è diventato operativo in
gennaio. Il portale contribuisce in modo significativo a migliorare la sicurezza dei
consumatori nell’UE, consentendo agli Stati membri di svolgere le operazioni di
sorveglianza del mercato in modo più efficiente e fornendo a tutti i centri antiveleno europei le informazioni necessarie per un trattamento medico tempestivo in
caso di avvelenamento da prodotti cosmetici.
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In luglio la Commissione ha adottato una proposta di regolamento (43) sulla
sperimentazione clinica di medicinali a uso umano. La sperimentazione clinica,
che consiste nel testare medicinali sperimentali su persone, riveste un’importanza cruciale per lo sviluppo di nuovi medicinali e il miglioramento dei trattamenti
esistenti. La proposta intende promuovere la ricerca clinica in Europa semplificando e snellendo le regole per lo svolgimento della sperimentazione clinica e
tutelando la sicurezza dei pazienti.
Nell’UE tutti i medicinali sono soggetti a una severa sperimentazione e valutazione delle loro proprietà, della loro efficacia e sicurezza prima dell’autorizzazione.
Dopo l’immissione sul mercato, i prodotti medicinali continuano a essere soggetti
a un costante monitoraggio definito farmacovigilanza. In seguito a eventi recenti,
come quelli connessi al «caso Mediator», la Commissione ha effettuato uno
screening della legislazione attuale e ha identificato taluni punti deboli nel sistema di farmacovigilanza dell’UE. Successivamente la Commissione ha presentato
nuove proposte di modifica della legislazione sui prodotti farmaceutici volte a
rafforzare la trasparenza, migliorare il monitoraggio e la notifica sulle reazioni
avverse ai prodotti medicinali. Le pertinenti modifiche del regolamento (CE)
n. 726/2004 (44) e della direttiva 2001/83/CE (45) sono state adottate il 25 ottobre
2012.
In dicembre la Commissione ha adottato una proposta di riesame della direttiva
sui prodotti del tabacco (direttiva 2001/37/CE) (46). Il riesame intende migliorare
il funzionamento del mercato interno garantendo un livello elevato di protezione
della salute e migliorando la situazione relativa alla salute pubblica. I principali
temi affrontati sono:
regolamentazione dei prodotti contenenti nicotina, ad esempio le sigarette
elettroniche, nonché le sigarette a base di erbe;
Materiale di riferimento
elaborato dal Centro
comune di ricerca per il
sostegno al monitoraggio
della leucemia mieloide
cronica.
etichettatura e imballaggio dei prodotti del tabacco;
additivi, ad esempio gli aromi, utilizzati nei prodotti del tabacco;
vendita online di prodotti del tabacco;
tracciatura dei suddetti prodotti.
Altri atti legislativi nel settore sanitario adottati dalla Commissione nel 2012
riguardano:
una serie di 14 nuovi testi di avvertenze da apporre sulle confezioni di tabacco
(decisione adottata in marzo);
una decisione di esecuzione volta ad agevolare lo scambio transfrontaliero
intra-UE di informazioni su organi disponibili e donatori, adottata in ottobre;
una direttiva di esecuzione che stabilisce regole comuni sulle prescrizioni
mediche transfrontaliere, adottata in dicembre.
Sono inoltre proseguiti i dibattiti al Parlamento europeo e al Consiglio sulle proposte riguardanti le gravi minacce sanitarie transfrontaliere e il programma in
materia di sanità 2014-2020.
AIUTARE I PAZIENTI AFFETTI DA TUMORE
Il servizio scientifico interno della Commissione, il
Centro comune di ricerca, ha elaborato un nuovo
materiale di riferimento a sostegno del monitoraggio
della leucemia mieloide cronica, un tumore dei globuli
bianchi che nell’UE colpisce circa 9 600 nuovi pazienti
l’anno. Attualmente la malattia non può essere curata,
ma può essere tenuta sotto controllo. Per un
trattamento ottimale, i pazienti devono essere
costantemente monitorati. Il materiale di rifermento
del CCR consente di confrontare i risultati di diversi
laboratori e quindi migliorerà il trattamento dei
pazienti.
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Sicurezza e qualità dei prodotti alimentari
Nel contesto della relazione del Parlamento in cui si chiede alla Commissione di
adottare misure concrete per dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2025,
dell’iniziativa faro 2020 sull’efficienza delle risorse e della relativa tabella di
marcia, la Commissione ha compiuto una serie di operazioni concrete volte ad
affrontare la questione. Si sono svolte consultazioni con le parti in causa, con gli
Stati membri e con esperti per stabilire come ridurre al minimo gli sprechi alimentari senza compromettere la sicurezza alimentare e per definire le azioni più
adeguate, a livello dell’UE, per completare quelle svolte a livello nazionale e locale. La Commissione ha inoltre creato un sito web specifico (47), un videoclip e ha
diffuso informazioni quali i «Dieci consigli per ridurre gli sprechi alimentari» in
tutte le lingue dell’UE, nonché materiale informativo sulle date nelle diciture
«consumare preferibilmente entro il» e «da consumare entro il».
In maggio la Commissione ha adottato un primo elenco di 222 dichiarazioni sulla
salute consentite, una pietra miliare nell’applicazione del regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari. L’elenco (48), che
sarà aggiornato nel tempo, si basa sul parere dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare ed è stato sostenuto dagli Stati membri, dal Parlamento europeo e
dal Consiglio. A partire dal 14 dicembre 2012 le dichiarazioni non supportate da
prove scientifiche quali «cardioprotettore» o «riduce il colesterolo» non saranno
più consentite sul mercato.
L’Ufficio alimentare e veterinario (49), l’ispettorato della Commissione con sede in
Irlanda, opera per garantire sistemi di controllo efficaci e per valutare la conformità alle norme europee all’interno e all’esterno dell’Unione. L’Ufficio effettua
controlli negli Stati membri e nei paesi terzi che esportano nell’UE al fine di promuovere livelli elevati e uniformi di tutela della salute e di garantire che gli
scambi commerciali possano svolgersi su base sicura. Nel 2012 sono stati effettuati circa 160 controlli negli Stati membri e 80 in paesi terzi.
Durante l’anno sono stati intensificati i lavori riguardanti la Cina per potenziare la
collaborazione sui prodotti agricoli e alimentari di qualità e per migliorare la collaborazione allo sviluppo agricolo e rurale. È stata adottata una tabella di marcia
per il reciproco riconoscimento dei prodotti biologici.
Per quanto riguarda la protezione delle indicazioni geografiche (IG), in giugno è
stato firmato un accordo tra l’UE e la Moldova. In novembre è stato portato a
termine un progetto volto a garantire la protezione di dieci celebri denominazioni
di prodotti alimentari dell’UE in Cina, il più grande mercato di consumo al mondo.
Il «Grana Padano», il «Prosciutto di Parma» e i formaggi «White Stilton Cheese» e
«Blue Stilton Cheese» sono solo alcune tra le dieci denominazioni UE ad aver ricevuto la protezione in quanto IG in Cina nell’ambito del cosiddetto «progetto
10 + 10». A sua volta la Commissione europea ha registrato dieci denominazioni
di prodotti alimentari cinesi che nell’UE riceveranno lo status protetto di indicazione geografica. Queste dieci denominazioni cinesi vanno ad aggiungersi alle
oltre 1 000 denominazioni di prodotti agricoli e alimentari protette all’interno
dell’UE (di cui 13 sono IG non UE). Il sistema delle indicazioni geografiche costituisce non soltanto un importante metodo di protezione contro le imitazioni, ma
si è anche dimostrato un utile strumento di marketing.
Dal 1º luglio 2012 il logo biologico dell’UE sarà
obbligatorio su tutti gli alimenti biologici preconfezionati
prodotti negli Stati membri dell’Unione e rispondenti agli
standard prescritti.
Il Forum ad alto livello per un migliore funzionamento della filiera alimentare,
istituito nel 2010, ha presentato in dicembre la sua relazione. In base ai dati in
essa contenuti, l’80 % circa delle iniziative previste nella tabella di marcia del
Forum è stato attuato in modo soddisfacente. La Commissione valuterà tutte le
opzioni possibili per contrastare le pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare, compresa la normativa, e avvierà una valutazione d’impatto.
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Benessere degli animali
La nuova strategia UE sul benessere degli animali 2012-2015 (50), adottata in
gennaio, intende migliorare ulteriormente la protezione e il benessere degli animali nell’Unione europea. Gli animali sono un valore importante nella nostra vita
quotidiana e contribuiscono in modo significativo all’economia europea. Secondo
la nuova strategia, per il 2014 sarà elaborato un nuovo quadro legislativo completo che promuove l’approccio orientato sui risultati, concentrato sulla fornitura
di informazioni, sull’istruzione di tutti i soggetti interessati e sul garantire un
meccanismo di applicazione efficace.
Ambiente
In novembre la Commissione ha adottato un nuovo programma d’azione a favore
dell’ambiente, per il periodo che si estende fino al 2020. Il settimo programma
d’azione a favore dell’ambiente adotta una visione a lungo termine della politica
ambientale, riaffermando la strategia 2050 inclusa nella tabella di marcia
sull’efficienza delle risorse adottata nel 2011, secondo la quale i cittadini dell’UE
possono vivere in un ambiente naturale sicuro e sano, gestito in modo da rispettare i limiti ambientali e da garantire la resilienza ecologica. Le azioni riguardano
nove ambiti prioritari, fra cui:
protezione, conservazione e miglioramento del capitale naturale per garantire
continuità nella fornitura di beni e servizi provenienti dalla natura quali
alimenti, acqua e aria pulite, mitigazione dei cambiamenti climatici e
adattamento a tali cambiamenti;
trasformare l’UE in un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse, più
ecologica e più competitiva, al fine di garantire la sostenibilità del progresso
economico;
proteggere i cittadini dell’UE dalle pressioni connesse all’ambiente e dai rischi
per la salute e il benessere, onde garantire che l’ambiente in cui vivono e
lavorano sia propizio a una vita di qualità.
In marzo la Commissione ha adottato un documento politico per migliorare l’applicazione della legislazione ambientale. Esso sottolinea i vantaggi della legislazione ambientale, illustrando come la prevenzione dei danni all’ambiente possa
essere molto meno costosa rispetto ai rimedi a lungo termine. La legislazione
ambientale può essere vantaggiosa per l’industria; ad esempio, applicando integralmente la legislazione UE sui rifiuti si creerebbero 400 000 nuovi posti di lavoro, con costi netti inferiori di 72 miliardi di euro rispetto alla soluzione alternativa della non applicazione. La comunicazione intende intensificare il dialogo con
i governi e con tutti gli altri soggetti coinvolti su una migliore attuazione della
legislazione UE grazie a una migliore raccolta e alla condivisione delle conoscenze
e sensibilizzando maggiormente in merito agli obiettivi in materia ambientale.
Janez Potočnik,
commissario per
l’ambiente, alla conferenza
delle Nazioni Unite sullo
sviluppo sostenibile
Rio + 20.
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EVERYDROPCOUNTS
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Maggio 2012: Settimana verde «La sfida dell’acqua:
ogni goccia conta»
L’edizione di quest’anno della Settimana verde era dedicata all’acqua. Circa
3 000 partecipanti, organizzazioni non governative, rappresentanti di governi
e funzionari UE si sono riuniti per tre giorni per discutere tematiche connesse
all’acqua e cercare soluzioni ai principali problemi relativi a tale risorsa, ad
esempio come salvaguardare la disponibilità di acqua di buona qualità nel
contesto di una popolazione in rapida crescita e di cambiamenti climatici
sempre più netti. In occasione dell’evento sarà assegnato anche lo «European Business Awards for the Environment», il premio per l’ambiente assegnato alle imprese europee innovative che associano con successo innovazione
e competitività a una prestazione ambientale d’eccellenza, e si svolgerà la
terza conferenza europea sull’acqua, un evento di alto livello cui partecipano
le parti interessate.
THE WATER CHALLENGE
Green Week - Brussels, 22-25 May 2012
www.ec.europa.eu/environment/greenweek
L’acqua è stata il tema
principale della Settimana
verde 2012.
In ottobre la Commissione ha proposto di rifondere la direttiva sulla valutazione
dell’impatto ambientale. Secondo la legislazione UE, ogni progetto che potrebbe
avere un effetto significativo sull’ambiente deve essere esaminato attentamente
prima dell’approvazione. In tal modo si contribuisce a ridurre al minimo gli eventuali impatti negativi sull’ambiente e a evitare problemi a lungo termine. Dopo
oltre due decenni, la legislazione deve però essere aggiornata. Nell’ambito della
proposta riveduta, sarà modificata la procedura volta a stabilire se un progetto
debba essere sottoposto alla valutazione ambientale, per garantire che solo i
progetti aventi effetti significativi sull’ambiente siano sottoposti alla valutazione
d’impatto. Le regole sulla procedura di valutazione dell’impatto ambientale saranno rafforzate onde garantire che inducano decisioni migliori ed evitino o riducano i danni ambientali.
Rifiuti
Da una relazione sulla gestione dei rifiuti municipali negli Stati membri, pubblicata in agosto, risultano notevoli differenze all’interno dell’UE. La relazione
classifica i 27 Stati membri in base a 18 criteri, attribuendo bandiere verdi,
arancioni e rosse per voci quali totale dei rifiuti riciclati, tariffe dello smaltimento dei rifiuti, violazioni della normativa europea. La classifica risultante è
stata poi utilizzata per aiutare gli Stati membri a migliorare i loro risultati in
termini di gestione dei rifiuti (51).
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Azione per il clima
Nel settore del trasporto stradale la Commissione ha presentato proposte legislative (52) per la realizzazione di obiettivi che ridurranno considerevolmente le
emissioni di biossido di carbonio (CO2) di automobili e furgoncini nuovi entro il
2020. La Commissione ha anche intrapreso un’azione per ridurre le emissioni di
gas a effetto serra provenienti da altri settori. In marzo la Commissione ha presentato una proposta (53) per l’istituzione di regole comuni per il calcolo delle
emissioni di gas a effetto serra e del loro assorbimento nei settori agricolo e forestale; la proposta è stata approvata in prima lettura in dicembre. In novembre,
dopo una revisione della legislazione attuale, la Commissione ha proposto misure
volte a ridurre ulteriormente le emissioni di gas industriali fluorurati, la maggior
parte dei quali sono gas con un potente effetto serra. Secondo la proposta, le
emissioni di gas fluorurati a effetto serra saranno ridotte di due terzi dei livelli
odierni entro il 2030 (54).
In ottobre la Commissione ha proposto regole più severe sulla sostenibilità dei
biocombustibili (55), per garantire che consentano di ridurre considerevolmente le
emissioni di gas a effetto serra rispetto al petrolio o al diesel. Le nuove regole
terranno conto anche delle emissioni dovute al cambiamento indiretto della destinazione dei terreni. La proposta intende ridurre l’utilizzo di biocombustibili basati su prodotti alimentari incrementando quello di materie prime avanzate quali
rifiuti, alghe e paglia. Sarà inoltre incentivata la produzione di biocombustibili a
basse emissioni stimate connesse al cambiamento indiretto di destinazione dei
terreni. In questo modo si garantirà che i biocombustibili utilizzati in Europa non
provochino aumenti significativi dei prezzi dei prodotti alimentari o siano causa di
deforestazione.
Energia a basse emissioni di carbonio
Nell’ambito del programma NER300, uno dei più ampi programmi al mondo
per il finanziamento di progetti dimostrativi e innovativi sull’energia a basse
emissioni di carbonio, in dicembre la Commissione ha concesso un cofinanziamento di oltre 1,2 miliardi di euro a 23 progetti dimostrativi e innovativi
sull’energia rinnovabile in 16 Stati membri (56). Questa prima fase di finanziamento è stata ottenuta attraverso la vendita di 200 milioni di quote di
emissioni. Il finanziamento dovrebbe produrre, grazie all’effetto leva, due miliardi di investimenti privati, contribuendo a garantire all’UE la posizione di
pioniere delle tecnologie a basse emissioni di carbonio. Nel 2013 sarà pubblicato un secondo invito a presentare proposte.
All’inizio dell’anno il settore dell’aviazione ha aderito al sistema di scambio delle
quote di emissioni dell’UE (EU ETS); le compagnie aeree sono quindi tenute a
consegnare quote di emissione per coprire le emissioni di CO2 di tutti i voli nazionali e internazionali da e verso gli aeroporti dell’UE e di Islanda, Liechtenstein e
Norvegia. In novembre la Commissione ha proposto di rinviare al 2013 l’applicazione del sistema ai voli da e verso i paesi esterni a tale gruppo quale gesto di
buona volontà, per concedere più tempo per la conclusione di un accordo globale
sulle emissioni dell’aviazione nell’ambito dell’Organizzazione internazionale
dell’aviazione civile (ICAO) (57). La legislazione continua ad applicarsi a tutti i voli
nei e tra i 30 paesi europei.
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Durante l’anno sono proseguiti i preparativi definitivi per l’attuazione degli aspetti
relativi al cambiamento climatico del pacchetto clima ed energia del 2008. A titolo della cosiddetta «decisione sulla condivisione dello sforzo», la Commissione
ha stabilito i quantitativi esatti di gas a effetto serra provenienti dai settori che
non rientrano nel sistema ETS e che ogni Stato membro può emettere annualmente dal 2013 al 2020 (58). I preparativi hanno riguardato anche la riforma del
sistema ETS, che prende effetto dal 1º gennaio 2013, data di inizio del terzo periodo di scambio. La Commissione ha concesso quote di emissioni temporanee
gratuite a centrali elettriche esistenti in otto Stati membri (Bulgaria, Cipro, Estonia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Romania e Ungheria) in deroga alla regola
generale secondo la quale le centrali devono acquistare le loro quote all’asta o
sul mercato secondario (59).
In vista del collegamento intercontinentale completo dei sistemi di scambio delle
emissioni, la Commissione e l’Australia hanno concordato un percorso per il collegamento tra l’ETS e il sistema australiano di scambio delle quote di emissioni (60). Dal 1º luglio 2015 sarà operativo un collegamento provvisorio che consentirà alle aziende australiane di utilizzare quote dell’UE per soddisfare requisiti
nell’ambito del sistema australiano.
Visto l’ampio avanzo di quote costituitosi nell’ETS a causa della crisi economica,
la Commissione ha deciso di rinviare l’asta per 900 milioni di quote sul periodo
2013-2015 al periodo 2019-2020, per contribuire al ripristino dell’equilibrio tra
offerta e domanda. Nella prima relazione sulla situazione del mercato europeo
del carbonio la Commissione ha anche stabilito sei alternative di riforma strutturale del sistema (61), che potrebbero fornire una soluzione sostenibile all’avanzo
nel lungo termine, e ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere le
opinioni dei soggetti coinvolti.
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Trasporti
Infrastrutture
In novembre la Commissione ha pubblicato un grande bando di gara relativo al
programma nel campo dell’infrastruttura di trasporto (TEN-T), per un totale di
1,265 miliardi di euro (62). Questa iniezione di fondi nell’economia europea fornirà
un incentivo diretto alla crescita e all’occupazione, creando una rete europea dei
trasporti con collegamenti migliori. Il bando di gara consentirà anche di passare
al prossimo nuovo quadro degli orientamenti TEN-T (63) e del meccanismo per
collegare l’Europa (64).
LA RETE CENTRALE TEN-T E I CORRIDOI CENTRALI DELLA RETE
Baltico-Adriatico
Genova-Rotterdam
Varsavia-Berlino-Amsterdam/
Rotterdam-Felixstowe-Midlands
Lisbona-Strasburgo
Mediterraneo
Dublino-LondraParigi-Bruxelles
Amburgo/Rostock-Burgas/
confine con la Turchia/Pireo-Nicosia
Amsterdam-Basilea/Lione-Marsiglia
Helsinki-La Valletta
Altre sezioni centrali della rete
Strasburgo-Danubio
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Trasporto su strada
In luglio la Commissione ha presentato il nuovo pacchetto controlli tecnici (65),
contenente proposte volte a potenziare i controlli dei veicoli al fine di migliorare
la sicurezza stradale. I problemi tecnici sono tuttora una delle cause del 6 % di
tutti gli incidenti automobilistici gravi e dell’8 % di tutti gli incidenti in cui sono
coinvolti motociclette e motorini nell’UE. L’obiettivo delle proposte consiste
nell’aumentare e armonizzare le norme in tutta l’Unione, per allontanare dalla
strada i veicoli potenzialmente pericolosi.
Per quanto riguarda l’interoperabilità dei sistemi europei di telepedaggio, il servizio europeo di telepedaggio (European Electronic Toll Service, EETS) consentirà
agli utenti della strada di pagare agevolmente i pedaggi in tutta l’Unione europea
grazie a un contratto di abbonamento unico con un fornitore di servizi e a un’unica
apparecchiatura di bordo. Tuttavia, non è stato possibile rispettare la data prevista dell’ottobre 2012 per la messa in funzione del sistema EETS per i veicoli pesanti a causa di ritardi negli Stati membri. La Commissione ha chiesto agli Stati
membri di accelerare l’attuazione dell’EETS e di rispettare con urgenza gli obblighi
previsti dalla legislazione. La messa in funzione dell’EETS a livello regionale potrebbe costituire un primo passo verso l’interoperabilità totale europea.
Trasporti ferroviari
In giugno il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo sulla rifusione
della legislazione esistente sull’accesso al mercato ferroviario. Il testo legislativo
concordato è entrato in vigore prima della fine del 2012 e 1) creerà una nuova
architettura finanziaria per il settore ferroviario incentivando gli investimenti sia
pubblici che privati; 2) agevolerà l’accesso al mercato ferroviario con condizioni di
mercato più trasparenti e regole severe per la fornitura di servizi connessi alla
ferrovia e 3) rafforzerà la competenza, l’indipendenza e i poteri dei legislatori
nazionali in campo ferroviario.
Trasporto marittimo
In dicembre la Commissione ha proposto un aggiornamento sostanziale (66) della
legislazione attuale sull’equipaggiamento marittimo (67). Si tratta di un importante strumento nel settore della sicurezza marittima, che stabilisce i requisiti in
materia di sicurezza per articoli quali le scialuppe di salvataggio o gli estintori da
utilizzare a bordo di navi che battono bandiera di Stati membri dell’UE, conformemente alle norme internazionali applicabili.
Nel 2012 la Commissione ha adottato due proposte legislative sulle condizioni di
lavoro del personale navigante, volte a rafforzare la convenzione sul lavoro marittimo del 2006, parzialmente inserita nella legislazione UE attraverso la direttiva
2009/13/CE (68). In particolare, una delle proposte prevede controlli su tutte le
navi che fanno scalo presso porti dell’UE, a prescindere dalla loro bandiera, in
base alle norme sociali della convenzione. Questo contribuirà in modo significativo a far rispettare a livello mondiale condizioni lavorative dignitose e a garantire
condizioni eque nel settore della navigazione.
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Aviazione
In settembre la Commissione ha presentato una comunicazione sulle sfide future
della politica dell’UE in materia di aviazione (69) nella quale propone una politica
estera più ambiziosa in materia di aviazione per sostenere la competitività e le
opportunità imprenditoriali del settore dell’aviazione europeo nel mercato globale. La politica futura proposta si concentra anche sulla negoziazione di nuovi accordi sull’aviazione con vicini e partner internazionali, sull’elaborazione di nuove
misure efficaci per rafforzare una concorrenza equa su mercati aperti e sulla riforma delle restrizioni in materia di proprietà e di controllo delle linee aeree. Dalla
sua istituzione nel 2005, la politica estera dell’UE in materia di aviazione ha reso
circa 1 000 accordi bilaterali di servizi aerei conformi alla legislazione UE, ha
elaborato uno spazio aereo comune europeo più ampio con numerosi paesi vicini
dell’UE e ha negoziato accordi completi sul trasporto aereo con una serie di
partner cruciali.
In dicembre è stato proposto un nuovo regolamento sulla segnalazione di taluni
eventi nel settore dell’aviazione civile (70). Anche se la sicurezza dell’aviazione è
continuamente migliorata negli ultimi anni, la Commissione ritiene che si debba
fare di più per tutelare i cittadini europei e garantire un trasporto aereo sicuro
nell’UE. L’obiettivo del nuovo regolamento proposto consiste nel garantire che
l’UE e i suoi Stati membri facciano uso del feedback dell’esperienza accumulata
per migliorare la sicurezza dell’aviazione civile. Si procederà alla raccolta di informazioni su incidenti nel settore dell’aviazione, che saranno poi esaminate e trattate per trarne le opportune lezioni in materia di sicurezza.
Le proposte della Commissione relative al pacchetto di misure «Migliorare gli
aeroporti», volto a contribuire all’aumento di capacità degli aeroporti europei, ridurre i ritardi e migliorare la qualità dei servizi offerti ai passeggeri, sono state
discusse al Parlamento europeo e al Consiglio nel corso del 2012. Le misure
proposte interessano la qualità dei servizi che i passeggeri e i vettori aerei ricevono a terra prima del decollo e dopo l’atterraggio quali gestione dei bagagli,
check-in, assistenza carburante (71), la trasparenza delle decisioni sull’inquinamento acustico provocato dagli aeroporti (72) e l’efficienza della rete complessa
di bande orarie di decollo e atterraggio che ha rilevanza per ciascun volo (73). Si
prevede di raggiungere un accordo sul pacchetto durante il 2013.
Siim Kallas, vicepresidente
della Commissione
responsabile per i
trasporti, alla conferenza
ad alto livello «Cielo unico
europeo: è ora di agire»
tenutasi a Limassol (Cipro).
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Applicazione per
smartphone sui diritti
dei passeggeri.
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Diritti dei passeggeri
Per quanto concerne i diritti dei passeggeri marittimi, il regolamento (UE)
n. 1177/2010 (74) si applica dal 18 dicembre 2012. Per i passeggeri che viaggiano
sulle navi valgono ora diritti comparabili a quelli dei passeggeri che usano l’aereo
o il treno.
Il 4 luglio, giusto in tempo per le vacanze estive, la Commissione ha presentato
un nuovo strumento per fornire ai passeggeri informazioni sui loro diritti durante
i viaggi in aereo e in treno. Si tratta di un’applicazione gratuita per smartphone
che fa parte della campagna della Commissione «I tuoi diritti di passeggero in
mano» (75). L’applicazione dovrebbe aiutare i passeggeri a comprendere meglio i
loro diritti quando un viaggio non procede come dovrebbe.
Trasporto sostenibile e innovativo
In settembre è stata avviata l’iniziativa «Ricerca e innovazione per la mobilità
futura dell’Europa», che intende istituire un sistema europeo di trasporto competitivo, sostenibile e dai costi contenuti. Secondo la strategia, nel 2013 sarà definita una serie di tabelle di marcia sulle applicazioni tecnologiche e l’innovazione
in dieci aree critiche dei trasporti. L’industria, il settore pubblico e altri soggetti
interessati che portano sul mercato tecnologie e servizi di trasporto innovativi
parteciperanno allo sviluppo e all’applicazione di tale strategia, ad esempio concordando obiettivi comuni, coordinando le agende di sviluppo e di applicazione,
tenendo conto delle esigenze in termini di norme e identificando le implicazioni a
livello finanziario.
Una stazione per la
sostituzione delle batterie
finanziata dall’UE
all’aeroporto di Schiphol,
Amsterdam.
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Collegare per competere
Il primo vertice europeo delle imprese del settore dei trasporti «Connect to
compete» (Collegare per competere) si è svolto a Bruxelles nel novembre
2012. I leader delle imprese e i principali protagonisti a livello industriale ed
economico, nonché i principali fornitori di servizi di trasporto e gli utenti si
sono riuniti per discutere apertamente delle questioni strategiche che deve
affrontare oggi il settore dei trasporti in Europa. Al vertice è stato sottolineato il ruolo essenziale che i trasporti possono svolgere nella strategia europea a favore della crescita e per la promozione della competitività dell’Europa nel mondo.
Energia
Energia nucleare (76)
L’incidente occorso alla centrale di Fukushima, in Giappone, nel marzo 2011 ha
rivelato la necessità di continui miglioramenti della sicurezza nucleare e del
quadro di sicurezza nell’Unione europea, che devono essere basati sugli standard
più elevati in materia di sicurezza. La sicurezza nucleare è quindi rimasta una
delle priorità dell’agenda della Commissione europea del 2012.
Test di resistenza degli impianti nucleari: valutazioni di sicurezza
La Commissione ha continuato a partecipare assiduamente alla valutazione
completa dei rischi e della sicurezza (test di resistenza) delle centrali nucleari
dell’Unione europea e dei paesi vicini.
L’ultima fase del processo, un ampio processo di revisione tra pari a livello dell’UE,
è stata effettuata da squadre multinazionali, in due parti, da gennaio ad aprile
2012.
In luglio il gruppo dei regolatori europei in materia di sicurezza nucleare (Euro­
pean Nuclear Safety Regulators Group, Ensreg) e la Commissione hanno concordato un piano d’azione per il follow-up dell’attuazione delle raccomandazioni risultate dalla revisione tra pari. I principali risultati, raccomandazioni e misure di
follow-up proposti dalla Commissione sono stati presentati in ottobre in una comunicazione al Parlamento e al Consiglio (77) sui test di resistenza nell’UE in termini di sicurezza e sul quadro UE di sicurezza nucleare.
Oltre a esaminare la sicurezza fisica degli impianti, la Commissione ha anche
valutato l’architettura istituzionale e il quadro legale per la sicurezza nucleare in
Europa, come richiesto dal Consiglio europeo di primavera. Tenendo conto dei test
di resistenza, delle relazioni dal Giappone e dell’attività della comunità internazionale nell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA), la Commissione
ha identificato una serie di punti deboli all’interno del quadro attuale dell’Unione
per la sicurezza nucleare. Per affrontarli, la Commissione adotterà una proposta
di revisione della direttiva sulla sicurezza nucleare nel 2013 (78).
Radioprotezione (79)
La Commissione ha continuato a monitorare la situazione in Giappone per quanto
riguarda i controlli sui mangimi e sugli alimenti, basandosi sull’andamento della
situazione radiologica nei dintorni della centrale atomica di Fukushima, per garantire che mangimi e prodotti alimentari non contengano radioattività a livelli
inaccettabili.
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La Commissione ha inoltre proposto di rafforzare la protezione dai pericoli connessi all’esposizione a radiazioni ionizzanti. In maggio ha adottato una proposta (80) di nuova direttiva sulle norme fondamentali di sicurezza che intende fornire un sistema completo di protezione dei lavoratori, dei pazienti, del pubblico e
delle specie non umane dalle radiazioni ionizzanti provenienti sia da fonti di origine antropica sia da fonti naturali. Inoltre, la proposta semplifica la legislazione
europea sostituendo cinque direttive (ovvero la direttiva sulle esposizioni mediche,
la direttiva sulle sorgenti radioattive sigillate ad alta attività, la direttiva sui lavoratori esterni, la direttiva sull’informazione della popolazione e la direttiva sulle
norme fondamentali di sicurezza) con un atto legislativo unico.
Il partenariato per l’innovazione «Città e comunità
intelligenti» è stato avviato a metà dell’anno al fine di
promuovere lo sviluppo di tecnologie intelligenti nelle
città, riunendo le risorse nel campo della ricerca dal
settore dell’energia, dei trasporti e delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione
e concentrandole su un numero ridotto
di progetti dimostrativi che saranno realizzati
nel partenariato con le città.
Günther Oettinger,
commissario per l’energia,
ha inaugurato la nuova
stazione di ricarica per
veicoli elettrici vicino alla
sede della direzione
generale Mobilità e
trasporti della
Commissione a Bruxelles.
Energie rinnovabili (81)
Nel giugno 2012 è stata pubblicata la comunicazione sulla politica per le energie
rinnovabili (82), che delinea le opzioni per il periodo oltre il 2020. Essa conferma
l’integrazione nel mercato delle energie rinnovabili e la necessità di crescita di tali
energie nei decenni successivi al 2020. La comunicazione invita inoltre a adottare
una strategia europea più coordinata nell’istituzione e nella riforma dei sistemi di
sostegno e a ricorrere maggiormente allo scambio di energie rinnovabili tra Stati
membri.
Efficienza energetica (83)
La direttiva sull’efficienza energetica (84) è entrata in vigore in dicembre. Si tratta
di una misura indispensabile per raggiungere uno degli obiettivi di Europa 2020,
ovvero aumentare del 20 % l’efficienza energetica. Tra i suoi principali elementi
figurano:
l’obbligo legale di istituire sistemi di obblighi in materia di efficienza energetica
o misure politiche in tal senso in tutti gli Stati membri, per promuovere
miglioramenti dell’efficienza energetica nei nuclei familiari, nelle industrie e
nei trasporti;
un appello al settore pubblico affinché svolga un ruolo esemplare, in particolare
in relazione al rinnovo degli edifici di proprietà pubblica;
il diritto dei consumatori di sapere quanta energia consumano;
la promozione degli audit energetici per le PMI e le famiglie e un obbligo di
audit energetico per le grandi imprese, affinché siano valutate le loro possibilità
di risparmio energetico;
maggiore efficienza nella generazione, nella trasmissione e nella distribuzione
di energia.
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Sicurezza dell’approvvigionamento energetico (85)
Nel settembre 2011 la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione
sulla sicurezza dell’approvvigionamento energetico e sulla cooperazione internazionale (86). Per la prima volta è stata delineata una strategia completa per la
politica estera dell’UE nel settore dell’energia, che ha ottenuto il sostegno delle
altre istituzioni europee. La comunicazione era accompagnata da una proposta di
decisione (87) che istituiva un meccanismo di scambio di informazioni sugli accordi
intergovernativi tra Stati membri e paesi terzi nel settore dell’energia, negoziato
e adottato dai colegislatori nel 2012 ed entrato in vigore in novembre. Introducendo la notifica degli accordi intergovernativi degli Stati membri e fornendo la
possibilità di effettuare un controllo sulla compatibilità, il meccanismo sugli accordi intergovernativi intende promuovere la trasparenza e la coerenza delle relazioni esterne dell’UE in materia di energia e garantire il rispetto delle regole del
mercato interno e degli obiettivi strategici di sicurezza nel settore dell’energia.
Progettazione ecocompatibile ed etichettatura energetica
dei prodotti (88)
Dal novembre 2012 si applica il regolamento UE sull’etichettatura dei pneumatici. L’etichetta fornisce informazioni sotto forma di chiari pittogrammi sul
consumo di carburante, l’aderenza sul bagnato e la rumorosità. Grazie all’etichetta i consumatori potranno effettuare scelte informate nell’acquisto di
pneumatici, classificati da A (migliori) a G (peggiori).
Nel 2012 sono state adottate sette misure volte a ridurre l’impatto ambientale dei prodotti che utilizzano energia nella fase di progettazione o di utilizzo. Esse riguardano i seguenti prodotti: condizionatori, asciugabiancheria per
uso domestico, lampade e lampadari, pompe idriche. Inoltre, è stato adottato
un accordo volontario in seguito agli impegni assunti con l’industria sui decoder complessi.
Meccanismo di protezione civile dell’UE
Diciassette paesi colpiti da disastri hanno chiesto assistenza attraverso il meccanismo di protezione civile dell’UE nel 2012. Il Centro di informazione e monitoraggio della Commissione ha coordinato la risposta dell’UE a tali richieste e ha seguito assiduamente 28 disastri verificatisi in Europa e in paesi terzi.
Il regolamento UE
sull’etichettatura dei
pneumatici è in vigore
dal 1º novembre 2012.
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Dialogo sull’etica e sulla religione
Gruppo europeo di etica
Il gruppo europeo di etica (GEE) è un organismo indipendente, pluralista e multidisciplinare che offre consulenza alla Commissione europea sugli aspetti etici
della scienza e delle nuove tecnologie in relazione alla preparazione e all’attuazione di politiche dell’Unione e, da ultimo, di legislazione. Nel 2011 il presidente
della Commissione José Manuel Barroso ha chiesto al GEE di formulare un parere
sulle implicazioni etiche delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (89). Il GEE ha adottato il parere all’inizio del 2012 e ha successivamente incontrato Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione e responsabile dell’agenda digitale, per discutere le azioni proposte. Il parere è il risultato da una serie
di incontri approfonditi (90) con esperti esterni e con i soggetti coinvolti (compresi
l’industria, la società civile, le ONG, gli ambienti universitari e i presidenti dei comitati nazionali di etica degli Stati membri). Nel parere sono affrontati aspetti di
governance (etici, legali, sociali e politici) connessi a vari settori dell’agenda digitale dell’UE, quali le reti sociali, il governo elettronico, il commercio online, la responsabilità sociale delle imprese, il divario digitale, le competenze informatiche,
la pubblicità online e la criminalità informatica.
In marzo il GEE ha iniziato a elaborare un parere sugli aspetti etici dell’energia,
richiesto dal presidente Barroso. Il parere, che sarà adottato nel gennaio 2013,
contribuirà al dibattito sul mix energetico sostenibile per l’Europa.
In novembre il GEE ha adottato un parere sulla proposta di regolamento del
Parlamento europeo e del Consiglio sulla sperimentazione clinica (91).
Dialogo internazionale sulla bioetica della Commissione
europea
Nel settore della scienza e delle nuove tecnologie la Commissione sta promuovendo l’uso responsabile della scienza e della tecnologia, sia nell’Unione europea
sia a livello mondiale. La piattaforma del dialogo internazionale è concepita come
uno strumento per riunire le presidenze dei comitati nazionali di etica o di organismi equivalenti di varie regioni del mondo, al fine di migliorare lo scambio di
informazioni e la comunicazione tra tali organismi e agevolare le interazioni e i
collegamenti tra i suddetti organismi e la Commissione. Il 19 giugno si è svolta la
quarta riunione del dialogo internazionale della Commissione europea sulla bioetica, una manifestazione organizzata dalla Commissione sotto gli auspici della
presidenza danese del Consiglio. Fra i partecipanti figuravano i membri del GEE, i
presidenti dei 27 comitati nazionali di etica degli Stati membri e quelli di 15 comitati nazionali di etica di paesi terzi nonché rappresentanti di organizzazioni
internazionali (92). L’oggetto dei dibattiti era «La governance delle grandi basi dati
mediche e di ricerca nella sperimentazione clinica e di ricerca multicentro».
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Dialogo religioso
L’Ufficio dei consiglieri per le politiche europee (BEPA) (93) ha intensificato il dialogo con le chiese, le comunità religiose e le organizzazioni filosofiche e non
confessionali basato sull’articolo 17 del trattato sul funzionamento dell’Unione
europea, un dialogo che la Commissione effettua da vari decenni.
I presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio europeo e della Commissione
europea hanno tenuto riunioni con i leader religiosi e con i rappresentanti delle
associazioni filosofiche e non confessionali. Nell’ambito dell’Anno europeo 2012
dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni, i dibattiti hanno
riguardato la «Solidarietà tra le generazioni: definire i parametri della società di
domani in Europa». Si sono svolti anche cinque seminari di dialogo: due con organizzazioni ombrello delle chiese cattolica e protestante sulla libertà di religione e
le sfide dell’economia sociale di mercato europea, un ampio colloquio con liberi
pensatori sulla politica dell’UE nei confronti dei paesi della primavera araba, uno
con rappresentanti adogmatici della massoneria sulla questione della solidarietà
tra le generazioni e infine uno con rappresentanti della chiesa ortodossa sul
contributo di tale chiesa al superamento della crisi economica e finanziaria.
José Manuel Barroso,
presidente della
Commissione europea, con
Herman Van Rompuy,
presidente del Consiglio
europeo, e Jerzy Buzek,
ex presidente del
Parlamento europeo,
partecipa all’incontro ad
alto livello dei leader
religiosi sul tema
«Solidarietà tra le
generazioni: definire i
parametri della società di
domani in Europa»
svoltosi a Bruxelles il
12 luglio 2012.
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NOTE
(1) Relazione 2011 della Commissione sull’applicazione della Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione europea, COM(2012) 169.
(22)Sentenza della Corte 5 settembre 2012, causa C-42/11, Lopes Da Silva
Jorge.
(2)Sentenza della Corte 6 novembre 2012, causa C-199/11, Otis e altri.
(23) Proposta di regolamento recante norme per il controllo del commercio dei
precursori di droghe tra la Comunità e i paesi terzi, COM(2012) 521;
proposta di regolamento relativo ai precursori di droghe, COM(2012) 548.
( )Sentenza della Corte 19 aprile 2012, causa C-415/10, Meister.
3
(4)Sentenza della Corte 6 novembre 2012, causa C-286/12, Commissione/
Ungheria.
(24)Speciale Eurobarometro 380 (2012).
( )Sentenza della Corte 8 novembre 2012, causa C-40/11, Iida.
(25) Austria, Cipro, Grecia e Slovenia.
(6)Sentenza della Corte 6 novembre 2012, causa C-286/12, Commissione/
Ungheria.
(26) Direttiva 2009/50/CE sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di
paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati (GU L 155 del
18.6.2009).
5
(7) Direttiva 2000/78/CE che stabilisce un quadro generale per la parità di
trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro (GU L 303
del 2.12.2000).
(8) Relazione della Commissione sui progressi compiuti dalla Romania in base
al meccanismo di cooperazione e verifica, COM(2012) 410. Al tempo stesso,
la Commissione ha anche riferito sui progressi della Bulgaria nell’ambito del
meccanismo di cooperazione e verifica.
(9) http://ec.europa.eu/commission_2010-2014/reding/factsheets/
index_en.htm
(10) Comunicazione della Commissione «Salvaguardare la privacy in un mondo
interconnesso. Un quadro europeo della protezione dei dati per il XXI secolo»,
COM(2012) 9; proposta di regolamento concernente la tutela delle persone
fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e la libera circolazione
di tali dati (regolamento generale sulla protezione dei dati), COM(2012) 11;
proposta di direttiva concernente la tutela delle persone fisiche con riguardo
al trattamento dei dati personali da parte delle autorità competenti a fini di
prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o esecuzione
di sanzioni penali, e la libera circolazione di tali dati, COM(2012) 10.
(11) Decisione n. 1/2012 del Comitato misto istituito a norma dell’accordo tra la
Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Confederazione
svizzera, dall’altra, sulla libera circolazione delle persone (GU L 103 del
13.4.2012).
(27) Direttiva 2003/86/CE relativa al diritto al ricongiungimento familiare (GU
L 251 del 3.10.2003).
(28)Sentenza della Corte 24 aprile 2012, causa C-571/10, Kamberaj.
(29)Sentenza della Corte 26 aprile 2012, causa C-508/10, Commissione/Paesi
Bassi.
(30) Belgio, Cipro, Finlandia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Slovenia
e Svezia.
(31) Relazione della Commissione sul mantenimento dell’obbligo del visto da
parte di alcuni paesi terzi in violazione del principio di reciprocità, COM(2012)
681.
(32)Proposta di regolamento relativo alla tutela dei diritti di proprietà
intellettuale da parte delle autorità doganali, COM(2011) 285.
(33) Direttiva 2011/95/UE recante norme sull’attribuzione, a cittadini di paesi
terzi o apolidi, della qualifica di beneficiario di protezione internazionale, su
uno status uniforme per i rifugiati o per le persone aventi titolo a beneficiare
della protezione sussidiaria, nonché sul contenuto della protezione
riconosciuta (GU L 337 del 20.12.2011).
(12) Decisione n. 76/2011 del Comitato misto SEE (GU L 262 del 6.10.2011).
(34) Decisione n. 281/2012/UE che modifica la decisione n. 573/2007/CE che
istituisce il Fondo europeo per i rifugiati per il periodo 2008-2013,
nell’ambito del programma generale «Solidarietà e gestione dei flussi
migratori» (GU L 92 del 30.3.2012).
(13) Regolamento (UE) n. 465/2012 relativo al coordinamento dei sistemi di
sicurezza sociale (GU L 149 del 8.6.2012).
(35) Comunicazione della Commissione «La strategia dell’UE per l’eradicazione
della tratta degli esseri umani (2012-2016)», COM(2012) 286.
(14)Sentenza della Corte 12 giugno 2012, cause riunite C-611/10 e C-612/10,
Hudziński e Wawrzyniak.
(36)Speciale Eurobarometro 374 (2012).
(15)Sentenza della Corte 14 giugno 2012, causa C-542/09, Commissione/Paesi
Bassi.
(38) http://ec.europa.eu/education/news/20120515_en.htm
(16) Proposta di direttiva relativa al distacco dei lavoratori nell’ambito di una
prestazione di servizi, COM(2012) 131.
(17) Proposta di regolamento relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti
politici europei e delle fondazioni politiche europee, COM(2012) 499.
(37) http://ec.europa.eu/culture/news/20120511_en.htm
(39) Comunicazione della Commissione «Un’agenda europea dei consumatori —
Stimolare la fiducia e la crescita», COM(2012) 225.
(40)Comunicazione della Commissione «Piano d’azione “Sanità elettronica”
2012-2020 — Una sanità innovativa per il 21esimo secolo», COM(2012) 736.
(19) Regolamento (UE) n. 650/2012 relativo alla competenza, alla legge appli­
cabile, al riconoscimento e all’esecuzione delle decisioni e all’accet­tazione e
all’esecuzione degli atti pubblici in materia di successioni e alla creazione di
un certificato successorio europeo (GU L 201 del 27.7.2012).
(41) Comunicazione della Commissione «Dispositivi medici e dispositivi medicodiagnostici in vitro sicuri, efficaci e innovativi a vantaggio dei pazienti, dei
consumatori e degli operatori sanitari, COM(2012) 540; proposta di
regolamento relativo ai dispositivi medici, COM(2012) 542; proposta di
regolamento relativo ai dispositivi medico-diagnostici in vitro,
COM(2012) 541.
(20) https://e-justice.europa.eu/home.do
(42) http://ec.europa.eu/consumers/sectors/cosmetics/cpnp/index_en.htm
( ) Direttiva 2012/13/UE sul diritto all’informazione nei procedimenti penali
(GU L 142 dell’1.6.2012).
(43) Proposta di regolamento concernente la sperimentazione clinica di medi­
cinali per uso umano, COM(2012) 369.
(18) http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/welcome?lg=it
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(44) Regolamento (CE) n. 1027/2012 sulla farmacovigilanza (GU L 316 del
14.11.2012).
(45) Direttiva 2012/26/UE sulla farmacovigilanza (GU L 299 del 27.10.2012).
(46)Proposta di direttiva sul ravvicinamento delle disposizioni legislative,
regolamentari e amministrative degli Stati membri relative alla lavorazione,
alla presentazione e alla vendita dei prodotti del tabacco e dei prodotti
correlati, COM(2012) 788.
(47) http://ec.europa.eu/food/food/sustainability/index_en.htm
(48) http://ec.europa.eu/nuhclaims/
(49) http://ec.europa.eu/food/fvo/index_en.cfm
(50) Comunicazione della Commissione sulla strategia dell’Unione europea per
la protezione e il benessere degli animali 2012-2015, COM(2012) 6.
(51) http://europa.eu/rapid/press-release_IP-12-888_it.htm
(52) Proposta di regolamento al fine di definire le modalità di conseguimento
dell’obiettivo 2020 di ridurre le emissioni di CO2 delle autovetture nuove,
COM(2012) 393; proposta di regolamento al fine di definire le modalità di
conseguimento dell’obiettivo del 2020 di ridurre le emissioni di CO2 dei
nuovi veicoli commerciali leggeri, COM(2012) 394.
(53) Proposta di decisione relativa alle norme di contabilizzazione e ai piani di
azione relativi alle emissioni e agli assorbimenti di gas a effetto serra
risultanti da attività connesse all’uso del suolo, ai cambiamenti di uso del
suolo e alla silvicoltura, COM(2012) 93.
(54) Proposta di regolamento sui gas fluorurati a effetto serra, COM(2012) 643.
(55) Proposta di direttiva relativa alla qualità della benzina e del combustibile
diesel e sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili,
COM(2012) 595.
(56) http://europa.eu/rapid/press-release_IP-12-1385_it.htm
(57) http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-12-854_en.htm
(58) http://ec.europa.eu/clima/news/articles/news_2012101702_en.htm
(59) http://ec.europa.eu/clima/policies/ets/cap/auctioning/documentation_en.htm
(60) http://ec.europa.eu/clima/news/articles/news_2012082801_en.htm
(61) http://ec.europa.eu/clima/policies/brief/eu/index_en.htm
(62) http://tentea.ec.europa.eu/en/apply_for_funding/follow_the_funding_
process/calls_for_proposals_2012.htm
(63) Proposta di regolamento sugli orientamenti dell’Unione per lo sviluppo della
rete transeuropea dei trasporti, COM(2011) 650.
(64) Proposta di regolamento che istituisce il meccanismo per collegare l’Europa,
COM(2011) 665.
(65) Proposta di regolamento sul controllo tecnico dei veicoli a motore e dei loro
rimorchi, COM(2012) 380; proposta di direttiva relativa ai documenti di
immatricolazione dei veicoli, COM(2012) 381; proposta di regolamento
relativo ai controlli tecnici su strada dei veicoli commerciali circolanti
nell’Unione, COM(2012) 382.
(66) Proposta di direttiva sull’equipaggiamento marittimo, COM(2012) 772.
(67) Direttiva 96/98/CE sull’equipaggiamento marittimo (GU L 46 del 17.2.1997).
(68)Direttiva 2009/13/CE recante attuazione dell’accordo concluso dall’As­
sociazione armatori della Comunità europea (ECSA) e dalla Federazione
europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) sulla convenzione sul lavoro
marittimo del 2006 (GU L 124 del 20.5.2009).
137
(69) Comunicazione della Commissione «La politica estera dell’UE in materia di
aviazione — Affrontare le sfide future», COM(2012) 556.
(70) Proposta di regolamento concernente la segnalazione di taluni eventi nel
settore dell’aviazione civile, COM(2012) 776.
(71) Proposta di regolamento relativo ai servizi di assistenza a terra negli
aeroporti dell’Unione, COM(2011) 824.
(72) Proposta di regolamento che istituisce norme e procedure per l’introduzione
di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti
dell’Unione, nell’ambito di un approccio equilibrato, COM(2011) 828.
(73) Proposta di regolamento relativo a norme comuni per l’assegnazione di
bande orarie negli aeroporti dell’Unione europea, COM(2011) 827.
(74)Regolamento (UE) n. 1177/2010 relativo ai diritti dei passeggeri che
viaggiano via mare e per vie navigabili interne (GU L 334 del 17.12.2010).
(75) http://ec.europa.eu/transport/passenger-rights/it/index.html
(76) http://ec.europa.eu/energy/nuclear/index_en.htm
(77) Comunicazione della Commissione sulle valutazioni complessive dei rischi e
della sicurezza («prove di stress») delle centrali nucleari nell’Unione europea
e attività collegate, COM(2012) 571.
(78) Proposta di direttiva che istituisce un quadro comunitario per la sicurezza
nucleare, COM(2008) 790.
(79) h t t p : / / e c . e u r o p a . e u / e n e r g y / n u c l e a r / r a d i a t i o n _ p r o t e c t i o n /
radiation_protection_en.htm
(80) Proposta di direttiva che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative
alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni
ionizzanti, COM(2011) 593.
(81) http://ec.europa.eu/energy/renewables/index_en.htm
(82) Comunicazione della Commissione «Energie rinnovabili: un ruolo di primo
piano nel mercato energetico europeo», COM(2012) 271.
(83) http://ec.europa.eu/energy/efficiency/index_en.htm
(84) Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica (GU L 315 del 14.11.2012).
(85) h t t p : / / e c . e u r o p a . e u / e n e r g y / i n t e r n a t i o n a l / s e c u r i t y _ o f _ s u p p l y /
cooperation_en.htm
(86) Comunicazione della Commissione sulla sicurezza dell’approvvigionamento
energetico e la cooperazione internazionale «La politica energetica dell’UE:
un impegno con i partner al di là delle nostre frontiere», COM(2011) 539.
(87) Proposta di decisione che istituisce un meccanismo per lo scambio di
informazioni riguardo ad accordi intergovernativi fra gli Stati membri e i
paesi terzi nel settore dell’energia, COM(2011) 540.
(88) http://ec.europa.eu/energy/efficiency/ecodesign/eco_design_en.htm
(89) http://ec.europa.eu/bepa/european-group-ethics/docs/publications/ict_
final_22_february-adopted.pdf
(90) http://ec.europa.eu/bepa/european-group-ethics/welcome/activities/
(91) http://ec.europa.eu/bepa/european-group-ethics/docs/pdf/proposal_for_a_
regulation_of_the_european_parliament_and_the_council_on_clinical_
trials_on_medicinal_products_for_human_use.pdf
(92) http://ec.europa.eu/bepa/european-group-ethics/bepa-ethics/ecinternational-dialogue-bioethics/meetings_en.htm
(93) http://ec.europa.eu/bepa
CREDITI FOTOGRAFICI
Thomas Lehmann/DPA/AFP, pagina 96
Unione europea, pagine 97, 105, 106, 110, 112, 114, 116, 118, 119, 121, 123, 124, 129, 130, 132, 135
1992
La direzione generale per gli Aiuti umanitari e la
protezione civile della Commissione (ECHO) è stata
creata nel 1992 per esprimere la solidarietà
europea alle persone bisognose in tutto il mondo.
Nei suoi vent’anni di attività ha fornito 14 miliardi
di euro di assistenza umanitaria alle vittime di
conflitti e disastri in 140 paesi nel mondo.
2012
Missione di polizia
dell’Unione europea.
CAPITOLO 5
Un’Unione europea
più forte nel mondo
Paesi vicini e partner internazionali
Governance multilaterale
Solidarietà e responsabilità a livello mondiale
RELAZIONE GENERALE 2012
C apitolo 5
U n ’ U ni o ne eur o pea pi ù f o rte nel m o nd o
L’Unione europea rappresenta per molti, in tutto il mondo, una potente fonte
d’ispirazione. Il suo approccio multilaterale si basa sui principi inscindibili della
solidarietà e della responsabilità globali. A ciò si ispira il nostro impegno con i
paesi vicini e con i partner internazionali, dal Medio Oriente all’Asia, dall’Africa
alle Americhe. Ciò definisce la nostra posizione contro la pena di morte e
il nostro sostegno alla giustizia internazionale rappresentata dalla Corte
internazionale di giustizia e dalla Corte penale internazionale, nell’ambito di un
sistema multilaterale di governance globale guidato dalle Nazioni Unite.
I principi della solidarietà e della responsabilità globale orientano la leadership
dell’Unione nella lotta contro i cambiamenti climatici e a favore della sicurezza
alimentare ed energetica. Sostengono le nostre politiche sul disarmo e contro la
proliferazione nucleare nonché sullo sviluppo e l’assistenza umanitaria.
Il 2012 ha visto lo sviluppo di relazioni più profonde con i vicini dell’Europa allo
scopo di promuovere la democrazia, la stabilità e la prosperità, la creazione
continua di partenariati strategici forti con gli attori globali esistenti ed
emergenti e il secondo anno completo di attività del servizio europeo per
l’azione esterna, che guida al momento 141 delegazioni dell’Unione in tutto il
mondo. Nel presente capitolo sono riportati i principali sviluppi dell’anno nel
campo delle relazioni esterne.
141
Il vicinato europeo
Sostenere le trasformazioni nel vicinato
Nel 2012 l’UE, insieme ai suoi partner, ha portato avanti con successo l’attuazione
della politica europea di vicinato (PEV) in modo da garantire che i loro notevoli
sforzi abbiano il massimo impatto. Parallelamente ha risposto con determinazione a una situazione in rapido cambiamento nel suo vicinato allo scopo di sostenere e incoraggiare transizioni democratiche sostenibili. La revisione della PEV ha
fornito il quadro generale. Applicando la logica del «more for more» (maggiori
aiuti a fronte di un maggiore impegno) per la promozione delle riforme, l’UE ha
sostenuto i partner che hanno intrapreso riforme politiche. L’Unione ha rapidamente ridotto i rapporti con i paesi che violano i diritti umani, imponendo ampie
misure restrittive contro i regimi repressivi, e ha indirizzato il suo sostegno alla
società civile e alle popolazioni coinvolte. La politica seguita in questo campo si
basa sulla responsabilità reciproca tra l’UE e i suoi partner, sulla necessità di integrare i partenariati con i governi creando stretti legami con la società civile e
sostenendola, nonché sul riconoscimento del ruolo speciale delle donne nella
definizione delle politiche e della società.
La Commissione europea ha predisposto programmi finanziari «ombrello» —
«Sostegno al partenariato, alle riforme e alla crescita inclusiva» (Spring) per il
vicinato meridionale e «Integrazione e cooperazione del partenariato orientale»
(EaPIC) per quello orientale — con una dotazione totale pari a 670 milioni di euro
per il periodo 2011-2013. Sono stati annunciati stanziamenti significativi nel vicinato meridionale per l’Algeria, l’Egitto, la Giordania, il Libano, il Marocco e la
Tunisia e nel vicinato orientale per l’Armenia, la Georgia e la Moldova.
Il programma europeo di vicinato per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (Enpard) è
una nuova iniziativa politica, parte dell’impegno dell’UE per la crescita inclusiva e
la stabilità nel vicinato, che riconosce la potenziale importanza dell’agricoltura in
termini di sicurezza alimentare, produzione sostenibile e occupazione nelle zone
rurali. Con l’avvio di tale programma l’UE mira a soddisfare le esigenze dei paesi
del Mediterraneo meridionale e a favorire una crescita più inclusiva mediante
l’identificazione e l’attuazione di operazioni che possono essere finanziate
nell’ambito del suo nuovo programma Spring.
Inoltre, la Commissione e Catherine Ashton, alto rappresentante dell’Unione per
gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea (AR/VP), hanno adottato misure innovative per mobilitare un’assistenza finanziaria esterna al bilancio tradizionale dell’Unione a sostegno della transizione
nel vicinato. Il massimale di prestito della Banca europea per gli investimenti
(BEI) a favore dei paesi partner è stato così aumentato di 1,15 miliardi di euro e
il mandato della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) è stato
esteso ai paesi del Mediterraneo meridionale e orientale.
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C apit o l o
5
Il vicinato meridionale e il Medio Oriente
I diversi sviluppi nel vicinato meridionale hanno destato al tempo stesso speranza
e preoccupazione. Dinamiche positive hanno permesso di organizzare riunioni
delle task force con l’Egitto, la Giordania e la Tunisia, mobilitando ulteriormente il
sostegno dei settori pubblico e privato dell’UE a favore delle riforme politiche ed
economiche in tali paesi.
Contemporaneamente, e in risposta al drammatico peggioramento della situazione in Siria, l’UE ha deciso di sospendere l’assistenza finanziaria bilaterale e di
imporre un pacchetto di forti sanzioni. L’Unione ha intensificato la sua assistenza
a favore della popolazione siriana colpita dalla crisi e nel 2012 il suo contributo
totale per l’assistenza umanitaria ha raggiunto quasi 300 milioni di euro. Nonostante il mancato raggiungimento di un accordo sulla Siria in seno al Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite, l’UE ha continuato a invitare i membri di quest’ultimo a far fronte alle loro responsabilità in vista di una soluzione politica al conflitto
e, in tale contesto, ha ribadito il proprio sostegno all’inviato speciale comune delle
Nazioni Unite e della Lega degli Stati arabi Lakhdar Brahimi. Il Consiglio «Affari
esteri» del mese di dicembre ha accettato la coalizione nazionale delle forze siriane rivoluzionarie e di opposizione come rappresentante legittima del popolo
siriano.
Catherine Ashton, alto
rappresentante dell’Unione
per gli affari esteri e la
politica di sicurezza e
vicepresidente della
Commissione europea, a
Tunisi per partecipare alla
riunione del gruppo «Amici
della Siria».
La Commissione europea ha stanziato 90 milioni di euro di aiuti umanitari a favore dei siriani colpiti dal conflitto, destinati sia alle persone rimaste nel paese
che a quelle fuggite nei paesi vicini come la Giordania, l’Iraq, il Libano e la Turchia.
I finanziamenti, erogati attraverso i partner umanitari della Commissione europea, hanno contribuito ai programmi di assistenza portando benefici a più di
1,5 milioni di persone in Siria e a una buona parte degli oltre 250 000 siriani
fuggiti in Giordania, Iraq, Libano e Turchia. L’assistenza è stata fornita anche a
circa 500 000 rifugiati palestinesi e ad altri 87 000 rifugiati iracheni ospitati
dalla Siria, molti dei quali sono rimasti nel paese.
Nel caso della Libia, l’UE ha cercato di coinvolgere le autorità provvisorie in un
dialogo sulle questioni più preoccupanti e ha continuato ad accompagnare il
processo di transizione democratica, in particolare attraverso l’invio di una missione di osservazione elettorale dell’UE per le elezioni del Congresso generale
nazionale nel mese di luglio, nonché mediante l’assistenza alla società civile, al
settore della sicurezza e alla governance.
È stata negoziata o è in corso di negoziazione una nuova generazione di piani
d’azione PEV più ambiziosi con l’Algeria, l’Autorità palestinese, il Libano, il Marocco e la Tunisia. A seguito dell’adozione delle direttive di negoziato per accordi di
libero scambio globali e approfonditi (deep and comprehensive free trade agreements, DCFTA) con l’Egitto, la Giordania, il Marocco e la Tunisia, sono in corso di
preparazione negoziati con la Giordania, il Marocco e la Tunisia.
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Il processo di pace in Medio Oriente
L’AR/VP ha continuato a impegnarsi nella creazione di una prospettiva credibile
per la ripresa dei colloqui diretti tra Israele e i palestinesi al fine di portare avanti
il processo di pace in Medio Oriente, in particolare sulla base della prima riunione
preparatoria diretta tra le parti svoltasi dopo più di un anno il 3 gennaio 2012.
L’UE ha definito in modo coerente chiari parametri per i negoziati; l’AR/VP, come
anche José Manuel Barroso, presidente della Commissione, si sono recati nella
regione nel corso dell’anno. Nel corso del 2012 l’AR/VP è sempre rimasta in
stretto contatto con molte parti interessate. L’UE ha continuato a fornire sostegno
finanziario diretto all’Autorità palestinese e ha contribuito alle sue iniziative di
costruzione dello Stato. In questo contesto di impasse politica apparente, l’UE ha
espresso forte preoccupazione circa gli sviluppi in loco che rischiano di precludere
una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati, vale a dire l’espansione
continua degli insediamenti di Israele e la violenza dei coloni, l’isolamento crescente di Gerusalemme Est dal resto della Cisgiordania, gli ostacoli allo sviluppo
palestinese in Cisgiordania, per la maggior parte ancora sotto il pieno controllo di
Israele, e la situazione finanziaria sempre più precaria dell’Autorità palestinese.
L’UE ha condannato tutte le forme di violenza contro i civili, compresi i lanci di
razzi da Gaza, e ha continuato a sollecitare Fatah e Hamas affinché attuino i loro
accordi di riconciliazione sotto la guida del presidente Mahmoud Abbas. A seguito
della rinnovata violenza a Gaza e in Israele, del voto in seno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite sullo status della Palestina presso l’ONU e della conseguente decisione di Israele sull’espansione degli insediamenti, l’UE ha ribadito la
necessità urgente di compiere passi audaci e concreti verso la pace e ha invitato
le parti a riprendere i negoziati diretti.
Il vicinato orientale
L’UE è determinata a promuovere le riforme sostenibili nei paesi dell’Europa
orientale e porta avanti il programma di associazione politica e integrazione
economica con i propri partner. Il principale obiettivo del partenariato orientale, la
dimensione orientale della politica europea di vicinato, è creare le condizioni per
accelerare l’associazione politica e approfondire l’integrazione economica tra l’UE
e i paesi partner dell’Europa orientale: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia,
Moldova e Ucraina.
Nel maggio 2012 l’AR/VP e la Commissione europea hanno pubblicato una road­
map del partenariato orientale (1) indicando gli obiettivi da raggiungere, le riforme
che i partner si sono impegnati ad attuare, il sostegno dell’UE e i risultati attesi.
Questa politica è stata avallata dalla riunione dei ministri degli esteri del partenariato orientale nel luglio del 2012.
Durante tutto il 2012 sono stati compiuti progressi significativi nell’attuazione del
partenariato orientale. È stato siglato l’accordo di associazione con l’Ucraina, che
comprende un DCFTA, ma la firma è stata rinviata in attesa di interventi correttivi
da parte di questo paese in seguito al peggioramento della sua situazione interna.
L’UE ha continuato a esprimere preoccupazione circa l’uso selettivo della giustizia
contro i membri del precedente governo, compresi l’ex primo ministro Julija
Tymošenko e l’ex ministro degli interni Jurij Lutsenko. In una dichiarazione congiunta del 12 novembre 2012, l’AR/VP Catherine Ashton e Štefan Füle, commissario per l’allargamento e la politica di vicinato, hanno osservato che le elezioni
parlamentari del 28 ottobre 2012 hanno rappresentato un peggioramento in diversi ambiti rispetto agli standard precedentemente conseguiti. Nelle conclusioni
di dicembre il Consiglio «Affari esteri» ha ribadito che il ritmo dell’associazione
politica e dell’integrazione economica con l’UE, compresa la firma dell’accordo di
associazione, dipende in particolar modo dai progressi compiuti dall’Ucraina
nell’affrontare le questioni della giustizia selettiva e delle carenze elettorali
nonché nell’attuare le riforme chiave, come stabilito nell’agenda di associazione.
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Si sono registrati progressi nei negoziati relativi ad accordi di associazione con
l’Armenia, la Georgia e la Moldova e nei negoziati con l’Azerbaigian. Sono stati
inoltre avviati con successo i negoziati su accordi DCFTA con Armenia, Georgia e
Moldova come parte integrante dei negoziati in corso per gli accordi di associazione con questi tre paesi partner.
L’UE ha accolto con favore lo svolgimento delle elezioni parlamentari organizzate
a ottobre in Georgia e ha sostenuto una transizione lineare nel passaggio dei
poteri, che rappresenta un passo importante per il consolidamento democratico.
Allo stesso tempo, l’UE ha sostenuto attivamente l’integrità territoriale del
paese.
Si è registrato un significativo approfondimento e rafforzamento delle relazioni
UE-Moldova e sono stati sottoscritti accordi in una serie di ambiti settoriali. Analogamente si è registrato uno sviluppo dinamico delle relazioni con l’Armenia e
l’Azerbaigian, anche attraverso i preparativi per l’avvio di un partenariato UEArmenia per le riforme e di un partenariato UE-Azerbaigian per la
modernizzazione.
L’UE ha continuato a adoperarsi attivamente per risolvere il conflitto transnistriano in Moldova, come parte dei cosiddetti negoziati «5 + 2», e per gestire i conflitti
in Georgia in qualità di copresidente dei colloqui di Ginevra. È stata mantenuta la
presenza in loco della missione di vigilanza dell’Unione europea in Georgia
(EUMM). L’UE ha investito nel sostegno alle misure miranti a rafforzare la fiducia
(confidence-building measures, CBM) sia nel caso della Georgia che della Moldova. Oltre al suo ruolo centrale nei colloqui di Ginevra, il rappresentante speciale
dell’UE nel Caucaso meridionale Philippe Lefort ha altresì valutato la possibilità di
aumentare il sostegno dell’UE per cercare di risolvere il conflitto sul
Nagorno-Karabakh.
Štefan Füle, commissario
per l’allargamento e la
politica europea di
vicinato, al centro, con
Natalia Pinchuk e Marina
Adamovich, mogli di
prigionieri politici della
Bielorussia.
L’UE ha condannato pubblicamente le gravi violazioni dei diritti umani in Bielorussia, comprese le minacce e le intimidazioni ai rappresentanti dell’opposizione
politica e dei media, gli arresti arbitrari, i divieti di viaggio, le accuse di tortura
nonché la violazione di altri diritti fondamentali come la libertà di espressione, di
associazione o di riunione. Sotto la guida dell’UE, nel luglio 2012 il Consiglio per i
diritti umani ha definito il mandato del relatore speciale sulla Bielorussia, che
monitorerà la situazione dei diritti umani nel paese, manterrà stretti contatti con
la società civile e formulerà raccomandazioni alle autorità bielorusse. L’UE ha ripetutamente invitato le autorità bielorusse a rilasciare e riabilitare tutti i prigionieri politici, a cessare tutte le azioni di minaccia e intimidazione e ad assicurare
lo svolgimento libero e trasparente delle elezioni politiche del 23 settembre anche
attraverso l’attuazione delle raccomandazioni dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell’uomo dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione
in Europa (OSCE/ODIHR). Purtroppo, tali elezioni non sono state conformi agli
standard internazionali. Già nel mese di marzo, in risposta alla difficile situazione
democratica e dei diritti umani in Bielorussia, il Consiglio «Affari esteri» aveva
rafforzato le misure restrittive in vigore contro questo paese prorogandole di un
ulteriore anno in ottobre.
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Partenariati strategici
Il concetto di partner strategico si riferisce ai principali attori sulla scena internazionale con i quali l’UE deve intervenire per trovare risposte e soluzioni alle sfide
mondiali e regionali.
USA
Le relazioni UE-USA sono ottime, non da ultimo per il loro grado di comunanza di
intenti. La collaborazione efficace che l’AR/VP Catherine Ashton ha stretto con il
segretario di Stato Hillary Clinton in materia di politica estera costituisce tuttora
un elemento fondamentale in questo campo. Vi è stato uno stretto coordinamento dell’assistenza al processo di riforma in Nordafrica e in Medio Oriente, sulla
situazione politica e umanitaria in Libia e sulle misure restrittive nei confronti di
Iran e Siria, oltre a un dialogo concreto sulle prospettive a lungo termine per la
regione. Prosegue uno stretto coordinamento sui negoziati nucleari con l’Iran
condotti dall’AR/VP. Anche nel caso del vicinato orientale e dei Balcani, l’UE e gli
Stati Uniti hanno collaborato intensamente per quanto riguarda la Bielorussia, la
Georgia e l’Ucraina. Nell’ottobre 2012 l’AR/VP e il segretario di Stato si sono recate insieme in Bosnia-Erzegovina, Kosovo e Serbia. Il dialogo transatlantico sulla
sicurezza, la politica e la ricerca in materia di energia è proseguito a dicembre con
la riunione del Consiglio per l’energia UE-USA (2), mentre si sta intensificando il
dialogo UE-USA sulla regione Asia-Pacifico dopo l’impegno assunto dalle parti in
occasione del vertice del novembre 2011.
Nello scorso decennio le relazioni UE-USA nel settore della giustizia e degli affari
interni sono diventate un importante pilastro della cooperazione transatlantica e
gli impegni presi al riguardo durante il vertice UE-USA del 2011 sono stati ampiamente soddisfatti. In termini di sicurezza dei trasporti, l’UE e gli USA hanno raggiunto un accordo, a partire dal 1º giugno 2012, sul reciproco riconoscimento dei
rispettivi regimi di sicurezza del trasporto aereo di merci. Altri passi importanti
sono stati: 1) l’adozione dell’accordo sui dati del codice di prenotazione (PNR) con
gli Stati Uniti, entrato in vigore il 1º luglio 2012; 2) il reciproco riconoscimento
delle società indicate come «operatori di fiducia» sia dal programma di partenariato doganale-commerciale contro il terrorismo (C-TPAT) degli Stati Uniti, sia dal
regime UE degli operatori economici autorizzati (OEA) e 3) il riconoscimento reciproco dei regimi di sicurezza del trasporto aereo di merci, entrato in vigore il
1º giugno 2012.
Il vertice UE-USA del 2011 ha deciso di istituire un gruppo di lavoro ad alto livello
sulla crescita e l’occupazione per esaminare tutte le opzioni finalizzate a potenziare il commercio e gli investimenti transatlantici, al fine di stimolare la creazione
di posti di lavoro e la crescita economica. Il 20 giugno 2012 Herman Van Rompuy,
presidente del Consiglio europeo, e José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta con il presidente
degli Stati Uniti Barack Obama accogliendo con favore la relazione intermedia del
gruppo di lavoro ad alto livello, che ha raggiunto la seguente conclusione preliminare: «Un accordo globale che copra una vasta gamma di politiche bilaterali in
materia di commercio e investimenti nonché questioni di interesse comune rispetto ai paesi terzi garantirà, se realizzabile, il più grande beneficio tra le varie
opzioni considerate». Il lavoro del gruppo gode del pieno sostegno degli Stati
membri dell’UE.
Stretta di mano tra Hillary
Clinton, segretario di Stato
degli Stati Uniti, e
Catherine Ashton, alto
rappresentante dell’Unione
per gli affari esteri e la
politica di sicurezza e
vicepresidente della
Commissione europea.
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Canada
Le relazioni UE-Canada si stanno intensificando e il potenziale per una migliore
cooperazione economica e politica è attualmente analizzato nell’ambito dei negoziati per un ampio accordo economico e commerciale e per un accordo di partenariato strategico. La conclusione di quest’ultimo accordo sembra ormai prossima dopo i diversi cicli di negoziato avviati alla fine del 2011.
Nel luglio 2012 l’UE e il Canada hanno completato i negoziati per un progetto di
accordo sulla sicurezza delle informazioni, che definirà norme in materia di protezione delle informazioni classificate. Sono in corso anche negoziati per un accordo sui dati del codice di prenotazione. Il dialogo transatlantico UE-Canada
svoltosi a marzo si è concentrato su questioni internazionali e sui negoziati relativi
all’accordo di partenariato strategico.
Russia
L’impegno costruttivo dell’UE nei confronti della Russia ha prodotto importanti
risultati nel corso dell’anno, dall’adesione della Russia all’Organizzazione mondiale del commercio, a partire dal 22 agosto, al proseguimento dell’attuazione del
partenariato per la modernizzazione e delle «misure comuni» verso l’abolizione
del visto per i viaggi di breve durata. Insieme a un possibile riavvio dei negoziati
per un nuovo accordo, la corretta attuazione di tali accordi e impegni sarà essenziale per l’ulteriore sviluppo delle relazioni fra le parti.
Vertice UE-Russia.
Il 29º vertice UE-Russia si è svolto nel giugno 2012 nelle vicinanze di San Pietroburgo. Questo primo vertice sotto la presidenza di Vladimir Putin, a seguito del
suo insediamento il 7 maggio, ha dimostrato che la nuova leadership russa ha
deciso di rafforzare e approfondire ulteriormente la cooperazione con l’UE, considerato in particolare l’interesse del paese per la modernizzazione, ma ha anche
evidenziato il persistere di una serie di differenze che richiedono un ulteriore
impegno da entrambe le parti. Il 30º vertice UE-Russia tenutosi nel dicembre
2012 a Bruxelles ha permesso di accelerare la conclusione dei negoziati su un
nuovo accordo.
L’UE ha seguito da vicino gli sviluppi relativi alla situazione interna della Russia,
caratterizzata da dimostrazioni di malcontento da parte di gruppi chiave della
società, esprimendo preoccupazione, sia pubblicamente sia nell’ambito dei dialoghi politici, circa gli sviluppi negativi, specialmente in riferimento al trattamento
dei manifestanti e all’adozione di una normativa restrittiva in materia di riunioni
pubbliche e ONG.
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Cina
Nel 2012 l’UE e la Cina hanno eccezionalmente tenuto due vertici, uno rimandato
dal 2011 e l’altro, il 15º vertice UE-Cina, organizzato il 20 settembre a Bruxelles.
La cooperazione UE-Cina è stata rafforzata in diversi settori, tra cui l’urbanizzazione, l’energia (con una dichiarazione congiunta sulla sicurezza energetica) (3), i
contatti interpersonali, la ricerca e l’innovazione, a complemento delle forti relazioni economiche e commerciali tra le parti, che hanno convenuto di preparare i
negoziati per un accordo in materia di investimenti. L’AR/VP ha rafforzato la cooperazione con la Cina in materia di sicurezza e difesa durante la sua visita a Pechino nel mese di luglio. Allo stesso tempo, i diritti umani hanno continuato a
rappresentare una delle priorità dell’impegno dell’UE con la Cina. Nonostante alcuni problemi legati a importanti contrasti commerciali, le parti rimangono deter
minate a concentrarsi sul significativo potenziale di ulteriore espansione del
commercio e degli investimenti e a rafforzare le relazioni commerciali.
Giappone
L’UE e il Giappone hanno portato a termine uno «studio esplorativo» avviato nel
2011 e volto a delineare un quadro generale globale e ambizioso per le relazioni
bilaterali. Su tale base, a luglio la Commissione ha adottato raccomandazioni al
Consiglio per l’avvio di negoziati paralleli su un accordo quadro (riguardante
questioni politiche, globali e settoriali) e su un accordo di libero scambio globale
e approfondito. Il Consiglio ha adottato i due mandati negoziali corrispondenti nel
mese di novembre, aprendo la strada a uno dei negoziati più importanti che l’UE
abbia mai condotto con uno dei propri partner strategici.
Corea del Sud
Il nuovo partenariato strategico con la Corea del Sud, basato su un reciproco accordo di libero scambio e su un accordo quadro, sta generando una spirale positiva per tutti gli aspetti delle relazioni fra le parti: questioni commerciali, politiche,
settoriali e globali. Nel primo anno di attuazione dell’accordo di libero scambio, il
commercio bilaterale e gli investimenti sono aumentati e, attraverso i meccanismi dell’accordo, sono state affrontate le questioni in sospeso legate a ostacoli
non commerciali. Il sesto vertice bilaterale, tenutosi immediatamente dopo il
vertice sulla sicurezza nucleare del 28 marzo a Seul, ha stabilito modalità pratiche per l’espansione del part enariato strategico in altri settori quali lo sviluppo,
la sicurezza marittima, la crescita verde, la ricerca e l’istruzione.
Vertice UE-Cina.
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India
L’UE e l’India hanno confermato il loro interesse a rafforzare la dimensione politica del loro partenariato strategico con particolare attenzione alla sicurezza e
hanno ribadito l’importanza di concludere appena possibile un accordo di libero
scambio sostanziale e globale e di migliorare la cooperazione in una gamma
crescente di settori quali la ricerca e l’innovazione, l’energia nucleare civile, con
una dichiarazione congiunta sulla cooperazione rafforzata nel settore energetico
firmata al vertice di febbraio (4), la migrazione e la mobilità. L’UE e l’India hanno
convenuto di intensificare la cooperazione nell’ambito della politica estera in vista
della più efficace promozione congiunta della stabilità, della sicurezza e della
prosperità mondiali.
Brasile
José Manuel Barroso,
presidente della
Commissione europea, con
Manmohan Singh, primo
ministro dell’India.
Le relazioni UE-Brasile sono state approfondite mediante l’attuazione del piano
d’azione congiunto e dialoghi in più di 30 settori di interesse comune, tra cui il
commercio, i servizi, la droga, la criminalità organizzata, la sicurezza internazionale, i cambiamenti climatici, la deforestazione, lo sviluppo sociale e i diritti
umani. Nel febbraio 2012 l’AR/VP si è recata in Brasile dove ha incontrato il ministro per le relazioni esterne Antonio Patriota. Sono stati registrati progressi nella
cooperazione su questioni relative ai diritti umani attraverso l’organizzazione di
un evento congiunto a Ginevra sulle «attiviste nel campo dei diritti umani». Nel
mese di settembre si è tenuta a Bruxelles la terza sessione del dialogo UEBrasile
sui diritti umani.
Messico
Negli ultimi dieci anni le relazioni UE-Messico si sono rafforzate in maniera considerevole a seguito dell’entrata in vigore dell’accordo globale nel 2000 e dell’approvazione del partenariato strategico UE-Messico nel 2008. La visita dell’AR/VP
all’inizio del 2012 ha rilanciato le prospettive per un’ulteriore collaborazione con
il paese. Durante il vertice UE-Messico svoltosi il 17 giugno a Los Cabos, i leader
hanno discusso di sicurezza, di questioni multilaterali, tra cui in particolare la crisi
economica, e della possibile revisione dell’accordo di libero scambio. La riunione
ha sottolineato gli importanti progressi compiuti dal Messico nell’ambito dei diritti
umani, anche se alcuni aspetti devono ancora essere affrontati.
Sud Africa
Il quinto vertice annuale tra l’UE e il Sud Africa si è tenuto a Bruxelles nel settembre 2012 a coronamento di un anno di intenso dialogo politico e di importanti
attività di cooperazione politica, ivi comprese le quarte consultazioni bilaterali
sulla pace e la sicurezza svoltesi il 30 aprile a Bruxelles, il 13º consiglio congiunto
di cooperazione del 17 luglio a Pretoria e l’11º dialogo politico ministeriale, a cui
hanno partecipato l’AR/VP e il ministro degli esteri sudafricano Maite NkoanaMashabane, tenutosi nel mese di agosto a Pretoria. Questi eventi hanno portato
a progressi significativi nel partenariato e al rafforzamento graduale del dialogo
politico su questioni di politica estera. In campo commerciale, i leader hanno
trasmesso un importante segnale politico auspicando la conclusione «in via prioritaria» dei colloqui in corso sull’accordo di partenariato economico UE-Comunità
per lo sviluppo dell’Africa australe (SADC).
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Diritti umani e democrazia
Contesto generale
Nel 2012 i diritti umani hanno continuato a costituire una priorità assoluta nelle
relazioni esterne dell’UE. A giugno è stato adottato per questo settore politico di
vitale importanza un quadro strategico unificato dell’UE sui diritti umani e la democrazia (5), che comprende un piano d’azione per la sua attuazione. Creato sulla
base della comunicazione dal titolo «Diritti umani e democrazia al centro dell’azione esterna dell’Unione europea — Verso un approccio più efficace» (6), il quadro stabilisce i principi, gli obiettivi e le priorità, tutti concepiti per migliorare la
politica dell’UE in materia di diritti umani. Essi forniscono una base concordata
per uno sforzo collettivo che coinvolga Stati membri, istituzioni dell’UE e società
civile. Al fine di contribuire all’attuazione del quadro strategico e del piano d’azione, nel mese di luglio l’AR/VP ha nominato Stavros Lambrinidis primo rappresentante speciale dell’Unione europea per i diritti umani.
Priorità dell’UE in materia di diritti umani presso
le Nazioni Unite
L’UE ha continuato a impegnarsi per la creazione di un forte sistema multilaterale
in materia di diritti umani in grado di monitorare l’attuazione delle norme sui diritti umani e di invitare tutti gli Stati a riferire al riguardo. Nel corso dell’anno l’UE
ha svolto un ruolo significativo nei principali consessi internazionali sui diritti
umani. L’UE ha promosso attivamente il ruolo indispensabile del Consiglio per i
diritti umani delle Nazioni Unite nell’affrontare i casi urgenti di violazione di tali
diritti, in particolare attraverso la convocazione di sessioni speciali e dibattiti urgenti sulla Siria, assicurando un deciso sostegno per l’adozione di risoluzioni con
risultati concreti, come ad esempio l’invio di una commissione internazionale
d’inchiesta per individuare la responsabilità delle gravi violazioni dei diritti umani
che avvengono in quel paese. L’UE ha inoltre preso l’iniziativa di tenere sotto
stretto controllo la situazione dei diritti umani della Bielorussia, attraverso l’istituzione di un relatore speciale. Nel corso della 67a Assemblea generale delle
Nazioni Unite, l’UE ha svolto un ruolo determinante per l’adozione di una risoluzione interregionale su una moratoria per la pena di morte. Nella stessa sede,
l’UE ha inoltre preso l’iniziativa in merito a risoluzioni sulla situazione dei diritti
umani in Birmania/Myanmar e in Corea del Nord, nonché sulla libertà di religione
o di credo.
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Missioni di osservazione elettorale
Composte da osservatori sia degli Stati membri sia dei paesi partner non membri
dell’UE, come il Canada e la Norvegia, e con la partecipazione di parlamentari
europei in veste di osservatori principali, le missioni di osservazione elettorale
dell’UE rappresentano un contributo europeo realmente rappresentativo a favore
della democratizzazione e dei diritti umani a livello mondiale. Nel 2012, in linea
con le sue priorità strategiche, l’UE ha inviato missioni di osservazione elettorale
in Algeria, Giordania, Senegal, Sierra Leone e Timor Est. Oltre alle missioni di osservazione elettorale a pieno titolo, l’UE ha anche inviato una squadra di valutazione elettorale in Libia e missioni di esperti elettorali in Angola, Egitto, El Salvador, Ghana, Guinea-Bissau, Indonesia (provincia di Aceh), Messico, Senegal
(elezioni legislative) e Yemen.
Lo spoglio delle schede
alle elezioni in Algeria.
Sostegno alla democrazia: istituzione di un Fondo europeo
per la democrazia
Mediante uno sforzo congiunto tra le istituzioni europee e tutti gli Stati membri, a ottobre 2012 è stato creato a Bruxelles un Fondo europeo per la democrazia, che è stato concepito nel quadro della politica europea di vicinato
rinnovata ed è pertanto l’espressione di un impegno concreto dell’Unione
europea per promuovere attivamente la democrazia nel vicinato e oltre. Il
Fondo aiuterà gli attori del cambiamento e gli operatori emergenti a ottenere più agevolmente finanziamenti UE, offrendo un meccanismo di finanziamento rapido e flessibile ai beneficiari privi di sostegno o non sufficientemente sostenuti, in particolare per motivi giuridici o amministrativi. Tra questi
possono figurare giornalisti, blogger, ONG non registrate e movimenti politici
(incluse persone in esilio o provenienti dalla diaspora), in particolare quando
si trovano a operare in un contesto politico molto incerto.
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Governance multilaterale e sfide mondiali
Governance multilaterale
L’UE in seno alle Nazioni Unite
L’UE è una convinta sostenitrice del multilateralismo, incentrato su un forte ed
efficiente sistema ONU. Il rafforzamento delle Nazioni Unite rimane un elemento
essenziale dell’azione esterna dell’UE. Per il 2012 l’UE ha continuato a perseguire
in via prioritaria la pace e la sicurezza internazionale, lo sviluppo sostenibile e i
diritti umani, nonché una riforma efficace dell’organizzazione. In tale contesto
hanno rivestito particolare importanza il seguito e l’attuazione dei risultati della
conferenza Rio + 20 e la preparazione della revisione degli obiettivi di sviluppo
del millennio (OSM) del 2013, nonché il quadro di sviluppo post-2015. Inoltre,
l’UE ha continuato a promuovere i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto.
A seguito della risoluzione 2011 adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni
Unite, l’Unione europea ha consolidato la sua capacità di rappresentare in modo
efficace l’Unione presso le Nazioni Unite, come previsto dal trattato di Lisbona.
L’UE ha intensificato il suo impegno per affrontare le sfide regionali e mondiali
promuovendo un approccio più globale attraverso le iniziative diplomatiche, il
dialogo politico, gli aiuti umanitari, l’assistenza allo sviluppo e gli strumenti di
sicurezza, come le operazioni della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC)
(ad esempio, Corno d’Africa e Sahel). L’obiettivo è anche promuovere un approccio
più completo sulle sfide chiave in materia di politica estera globale quali la sicurezza energetica, la sicurezza dell’acqua e l’istruzione in situazioni postbelliche.
Le Nazioni Unite sono un partner chiave dell’UE nell’azione internazionale volta a
combattere e prevenire il terrorismo, e la strategia globale antiterrorismo delle
Nazioni Unite (adottata dall’Assemblea generale dell’ONU nel 2006) è parte integrante dell’approccio dell’UE per la lotta al terrorismo. L’UE ha partecipato attivamente alla più recente revisione della strategia globale nel giugno 2012 e prosegue un intenso dialogo con una serie di agenzie delle Nazioni Unite su questioni
riguardanti la lotta al terrorismo.
L’anno ONU dell’energia sostenibile per tutti
Riconoscendo il ruolo fondamentale dell’accesso a servizi energetici moderni per
conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio, l’Unione europea sostiene l’accesso all’energia sostenibile per tutti. Accogliendo con favore l’appello delle Nazioni Unite nel quadro dell’anno ONU dell’energia sostenibile per tutti, l’UE ha
definito un programma ambizioso per contribuire al raggiungimento di questo
importante obiettivo entro il 2030. Il 16 aprile 2012 l’Unione europea ha organizzato un vertice dedicato all’energia sostenibile per tutti, durante il quale ha insistito sull’importanza di fornire a tutti l’accesso a servizi energetici moderni.
Durante il summit l’UE ha annunciato che aiuterà i paesi in via di sviluppo a fornire l’accesso all’energia ad altre 500 milioni di persone.
Nell’ambito del partenariato UE-Africa per l’energia, l’Unione europea ha avviato
un ambizioso programma per promuovere l’energia pulita in Africa, il programma
di cooperazione nel settore delle energie rinnovabili, il cui obiettivo è rendere il
continente una destinazione privilegiata per gli investimenti nelle energie rinnovabili, rafforzando inoltre la cooperazione istituzionale, scientifica e tecnologica
tra l’Africa e l’Europa.
Herman Van Rompuy,
presidente del Consiglio
europeo, all’Assemblea
generale delle Nazioni
Unite a New York.
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Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio + 20)
Nel giugno 2012 la conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile
(Rio + 20) ha adottato la dichiarazione «Il futuro che vogliamo». Anche se non
tutte le sue ambizioni sono state pienamente realizzate, l’Unione ha accolto con
favore la dichiarazione di Rio quale solida base per il lavoro futuro. L’economia
verde è stata per la prima volta riconosciuta come un importante strumento per
lo sviluppo sostenibile e la riduzione della povertà. La conferenza di Rio + 20 ha
altresì deciso di creare un processo inclusivo e trasparente per promuovere gli
obiettivi di sviluppo sostenibile, di istituire un forum politico ad alto livello in sostituzione della Commissione per lo sviluppo sostenibile e di rafforzare una serie
di funzioni del programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP).
L’Unione europea ha ottenuto l’inclusione del diritto all’alimentazione nei risultati
del vertice Rio + 20 e il riconoscimento dell’importanza dell’agricoltura su piccola
scala per affrontare il problema dell’insicurezza alimentare.
Conferenza dell’ONU
sullo sviluppo sostenibile
(Rio + 20): un bambino
tiene una pianta durante
l’azione «Pianta per il
pianeta» ai margini del
vertice.
Cooperazione in materia di mantenimento della pace, costruzione della pace
e mediazione
Durante tutto l’anno, l’UE ha svolto un ruolo attivo nella commissione per la costruzione della pace, proseguendo i suoi sforzi finalizzati a rafforzare la struttura
ONU in questo settore. Al contempo, in veste di maggiore donatore tra i sei paesi
del programma della commissione per la costruzione della pace, l’UE ha mantenuto una forte attenzione sulla realizzazione concreta di risultati. Più in generale,
l’Unione europea è stata determinante nel rispetto degli impegni di Busan (7) relativi agli Stati fragili, un successo fondamentale per la creazione di un quadro
internazionale di sostegno ai paesi più a rischio di conflitti e di crollo.
Per tutto il 2012, la cooperazione tra l’UE e l’ONU in materia di gestione delle crisi
civili e militari, come ad esempio lungo la costa della Somalia (Atalanta) e in
Kosovo (EULEX), è stata intensa e ha continuato a costituire una parte importante
del nostro partenariato globale.
L’UE in seno all’Organizzazione mondiale del commercio
L’UE ha ribadito il suo impegno a favore del multilateralismo e riconosciuto l’importanza fondamentale dell’OMC nel sistema commerciale internazionale. Essendo il principale attore a livello mondiale del commercio internazionale, l’UE sostiene l’operato dell’OMC per quanto riguarda l’elaborazione di norme multilaterali,
la liberalizzazione degli scambi commerciali e lo sviluppo sostenibile.
L’importanza dell’OMC è sottolineata dalle nuove adesioni che hanno avuto luogo
nel corso del 2012: la Russia è diventata membro dell’OMC nel luglio del 2012 ed
è stato raggiunto un accordo in merito all’adesione del Laos e del Tagikistan.
Inoltre, i membri dell’OMC, tra cui l’UE, utilizzano costantemente il meccanismo di
risoluzione delle controversie. In particolare, nel 2012 l’UE ha avviato procedure
contro le restrizioni alle esportazioni di terre rare applicate dalla Cina e le restrizioni sulle licenze di importazione applicate dall’Argentina.
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Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa
L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ha continuato a svolgere un ruolo essenziale per la sicurezza dell’UE grazie all’elevato
numero dei suoi membri, al suo approccio globale alla sicurezza e al suo contributo alla risoluzione dei conflitti, essendo direttamente coinvolta nei negoziati
per risolvere i conflitti prolungati in Georgia e in Moldova, nonché il conflitto del
Nagorno-Karabakh.
Nel 2012 le principali priorità dell’UE in seno all’OSCE sono state: rafforzare la
capacità dell’OSCE di prevenire i conflitti, ivi comprese l’allerta precoce e la prevenzione/gestione dei conflitti; modernizzare il controllo delle armi convenzionali
e le misure di promozione della fiducia e della sicurezza; rafforzare l’attuazione
degli impegni OSCE relativamente alla dimensione umana e contrastare le minacce transnazionali (cooperazione di polizia, criminalità informatica, lotta contro
la droga e il terrorismo).
G8
Dal vertice del G8 tenutosi a Camp David il 18 e 19 maggio è scaturito un rinnovato impegno a promuovere la crescita e l’occupazione, insieme a maggiori sforzi
per affrontare i cambiamenti climatici, ivi compresi gli sforzi per razionalizzare ed
eliminare gradualmente le sovvenzioni inefficienti destinate ai combustibili fossili. Sono stati assunti impegni anche in relazione alla sicurezza alimentare e alla
nutrizione, all’Afghanistan e alle transizioni in Medio Oriente e in Nordafrica.
Il G8 ha adottato una «nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione»,
che rappresenta un impegno da parte dei suoi membri, dei partner africani e del
settore privato a far uscire dalla povertà 50 milioni di persone nel corso dei
prossimi dieci anni attraverso la crescita agricola.
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G20
In occasione del vertice del G20 svoltosi a Los Cabos nel mese di giugno, la presidenza messicana ha ribadito il carattere prioritario della sicurezza alimentare e
ha inviato un segnale forte per mantenere lo sviluppo sostenibile e la sicurezza
alimentare in cima all’agenda internazionale. L’accento è stato posto sui seguenti
aspetti: attuazione del piano d’azione 2011 sulla volatilità dei prezzi alimentari e
l’agricoltura, sostegno per il movimento «Scaling up nutrition» (SUN) delle Nazioni
Unite, sforzi continui su varie iniziative in materia di ricerca, gestione del rischio e
informazioni di mercato e promozione dell’applicazione di orientamenti volontari
sulla governance responsabile dei fondi agricoli. Per ulteriori informazioni sul
vertice, cfr. capitolo 2.
Da sinistra a destra: Cristina
Fernández de Kirchner,
presidente dell’Argentina,
José Manuel Barroso,
presidente della
Commissione europea,
Susilo Bambang Yudhoyono,
presidente dell’Indonesia,
Barack Obama, presidente
degli Stati Uniti, Hu Jintao,
presidente della Cina, e
Felipe Calderón, presidente
del Messico, in posa per la
«foto di famiglia» al vertice
G20 dei capi di Stato o di
governo a Los Cabos
(Messico).
Consiglio di cooperazione del Golfo
L’UE e il Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) hanno proseguito il dialogo a
livello politico e attraverso l’attuazione in diversi settori del programma d’azione
congiunto UE-CCG 2010-2013. La 22a sessione del Consiglio congiunto e della
riunione ministeriale si è svolta a Lussemburgo il 25 giugno 2012, copresieduta
dal principe Saud Al Faisal, ministro degli affari esteri dell’Arabia saudita, e
dall’AR/VP Catherine Ashton. In tale sede è stato convenuto di compiere ulteriori
passi avanti nelle relazioni UE-CCG sulla base di proposte che i ministri degli affari esteri delle due regioni dovranno avallare durante la 23a riunione ministeriale
nel 2013.
Unione per il Mediterraneo
L’UE è rimasta attivamente impegnata nei confronti delle organizzazioni regionali, compresa l’Unione per il Mediterraneo, e ha assunto la presidenza settentrionale dell’organizzazione, mentre la Giordania ha assunto quella meridionale.
Lega degli Stati arabi
Il 13 novembre si è svolta al Cairo una riunione ministeriale tra l’UE e la Lega
degli Stati arabi. L’UE ha sostenuto le iniziative politiche della Lega degli Stati
arabi sulla Siria e ha intrapreso un dialogo e progetti più strutturati.
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Sfide mondiali
Cambiamenti climatici ed energia
L’UE ha rafforzato i partenariati con i suoi principali partner in materia di energia,
ha continuato a sostenere le riforme durature del mercato dell’energia e l’integrazione dei mercati regionali nel suo vicinato e ha perseguito la propria strategia
di diversificazione delle risorse, in particolare per quanto riguarda il «corridoio
meridionale» che si estende fino alla regione del Caspio.
La conferenza sul clima delle Nazioni Unite svoltasi a Doha, in Qatar, nel mese di
dicembre ha adottato una serie di decisioni che hanno fatto compiere all’azione
internazionale per il clima un modesto passo in avanti. Con un nuovo accordo
globale sul clima che richiede un intervento da parte di tutti i paesi e che non
verrà adottato prima del 2015, la conferenza ha conseguito i principali obiettivi
dell’UE in termini di preparazione del terreno ideale e di generazione dell’impulso
necessario. In questa occasione si è concordato un piano di lavoro dettagliato per
il 2013 e oltre per la definizione di un nuovo regime globale che entrerà in vigore
nel 2020 e per una riflessione su come rendere più ambiziosa l’azione mondiale
per il clima nel breve termine. Inoltre, Doha ha semplificato il processo di negoziato delle Nazioni Unite sul clima chiudendo due gruppi di lavoro, il che consentirà
ai futuri negoziati di concentrarsi sulla preparazione dell’accordo globale e sulle
misure per aumentare l’ambizione nella parte restante di questo decennio.
La conferenza ha inoltre messo a punto e adottato norme per il secondo periodo
del protocollo di Kyoto, consentendone l’inizio il 1º gennaio 2013. Le norme soddisfano i principali requisiti dell’UE: il secondo periodo durerà otto anni fino al
2020, garantendo continuità tra la sua fine e l’entrata in vigore del nuovo accordo
globale; per «meccanismo ambizioso» si intende che gli obiettivi di emissione dei
paesi sviluppati partecipanti saranno rivisti nel 2014; sono state inoltre introdotte
norme importanti per rafforzare l’integrità ambientale.
L’UE applica le norme del secondo periodo dal 1º gennaio 2013, anche se è probabile che ci voglia tempo prima che tali norme siano ratificate formalmente
dalle istituzioni dell’UE e dagli Stati membri.
Nonostante la difficile situazione economica che l’Europa si trova ad affrontare,
l’UE è riuscita a dimostrare di aver rispettato l’impegno di fornire 7,2 miliardi di
euro in finanziamenti rapidi ai paesi in via di sviluppo nel 2010-2012 e a rassicurare i suoi partner che l’assistenza finanziaria per aiutare i paesi più poveri ad
affrontare i cambiamenti climatici continuerà nei prossimi anni. L’Unione europea
e diversi Stati membri hanno presentato impegni finanziari per il clima pari
complessivamente a circa 7 miliardi di euro per il 2013 e il 2014, il che rappresenta un aumento rispetto agli ultimi due anni (8).
Connie Hedegaard,
commissario per l’azione
per il clima, ha partecipato
alla conferenza
ministeriale africana
sull’ambiente, in Tanzania.
Nella foto, con un gruppo
di donne Masai che
indossano abiti tradizionali.
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Alleanza mondiale contro i cambiamenti climatici
Un elemento importante dell’azione dell’Unione europea per affrontare i
cambiamenti climatici è l’alleanza mondiale contro i cambiamenti climatici,
l’iniziativa faro dell’UE volta a rafforzare il dialogo e la cooperazione sui
cambiamenti climatici con i paesi in via di sviluppo. L’alleanza si concentra
sui paesi meno sviluppati e sui piccoli Stati insulari in via di sviluppo, che
spesso sono i più colpiti dai cambiamenti climatici pur disponendo delle minori risorse per affrontarli. Le cinque aree prioritarie dell’alleanza sono: integrazione dei cambiamenti climatici nelle strategie di riduzione della povertà
e di sviluppo; adattamento; riduzione del rischio di catastrofi; riduzione delle
emissioni derivanti da deforestazione e degrado forestale; potenziamento
della partecipazione al mercato globale del carbonio e al meccanismo per lo
sviluppo pulito. Entro la fine del 2012 erano operativi o in fase di preparazione più di 45 programmi dell’alleanza mondiale contro i cambiamenti climatici in oltre 35 paesi e quattro regioni, con una dotazione superiore a 285 milioni di euro proveniente dal bilancio della Commissione europea, dal Fondo
europeo di sviluppo e dagli Stati membri (Cipro, Estonia, Irlanda, Repubblica
ceca e Svezia).
Non proliferazione e disarmo
Isola densamente popolata
nelle Isole Salomone.
Come in passato, il principio guida e l’obiettivo globale dell’UE nel 2012 è stato la
promozione dell’universalità dei trattati, delle convenzioni e degli altri strumenti
internazionali nonché la loro attuazione a livello nazionale, in conformità con gli
obiettivi della strategia dell’UE contro le armi di distruzione di massa e della
strategia europea di sicurezza. Di conseguenza, l’UE ha perseguito tali obiettivi in
tutti gli eventi chiave del 2012, in particolare nel corso della prima riunione del
comitato preparatorio del trattato di non proliferazione, durante la conferenza sul
disarmo, la conferenza generale annuale dell’IAEA, le riunioni per il trattato sulla
messa al bando totale degli esperimenti nucleari, la riunione ministeriale sulla
convenzione sulle armi chimiche, la riunione del primo comitato dell’Assemblea
generale delle Nazioni Unite e la riunione degli Stati firmatari della convenzione
sulle armi biologiche e tossiniche nonché nell’ambito di diversi altri consessi internazionali collegati, come il vertice sulla sicurezza nucleare di Seul.
Il vertice di Seul sulla sicurezza nucleare svoltosi a marzo 2012 è stato una positiva continuazione del vertice di Washington del 2010. Tra i temi principali discussi
dai partecipanti (compresa l’UE) figuravano le misure di cooperazione per combattere la minaccia del terrorismo nucleare, la protezione del materiale nucleare
e degli impianti connessi nonché la prevenzione del traffico illecito di materiale
nucleare. Il vertice ha adottato un comunicato che ribadisce in sostanza i suoi
impegni precedenti e il piano di lavoro sulla protezione del materiale nucleare
vulnerabile e che mette in evidenza una serie di priorità supplementari, come ad
esempio la sicurezza delle fonti radioattive, la sicurezza delle informazioni nucleari e l’interfaccia tra la sicurezza e la protezione nucleare.
Lo strumento di cooperazione per la sicurezza nucleare
Lo strumento di cooperazione per la sicurezza nucleare finanzia misure volte
a promuovere un livello elevato di sicurezza nucleare e di radioprotezione
nonché l’applicazione di garanzie efficaci concernenti il materiale nucleare
nei paesi extra-UE. Lo strumento copre i paesi terzi di tutto il mondo e dispone di un bilancio di 525 milioni di euro per il periodo 2007-2013.
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L’UE si è adoperata per l’uso efficace e complementare di tutti gli strumenti e le
risorse finanziarie disponibili — bilancio della politica estera e di sicurezza comune (PESC), strumento per la stabilità, altri strumenti — al fine di ampliare al
massimo l’impatto delle proprie attività nel sostegno alle organizzazioni internazionali e ai paesi terzi, anche fornendo, nel 2012, 5 milioni di euro supplementari
per l’ammodernamento del laboratorio dell’IAEA di Seibersdorf, 10 milioni di euro
a sostegno di una banca di uranio a bassa concentrazione dell’IAEA e più di
5 milioni di euro per i lavori del segretariato tecnico provvisorio dell’Organizzazione del trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBTO).
Nel 2012 l’UE ha continuato inoltre a promuovere con forza un accordo relativo a
un trattato giuridicamente vincolante sul commercio di armi, un nuovo strumento
internazionale negoziato nell’ambito delle Nazioni Unite che disciplina i trasferimenti internazionali di armi convenzionali al fine di renderli più trasparenti e responsabili. Anche se non è stato raggiunto alcun accordo sul testo definitivo del
trattato durante la conferenza di luglio 2012, il testo del progetto di trattato
emerso dai negoziati è molto vicino a un trattato che potrebbe godere di un sostegno a livello mondiale. L’UE è stata in prima linea in questi negoziati ed è uno
dei principali promotori della nuova risoluzione dell’Assemblea generale delle
Nazioni Unite del 2012, che convoca una conferenza finale dell’ONU a marzo
2013, durante la quale il trattato dovrebbe essere approvato.
Per la seconda conferenza di revisione del programma d’azione delle Nazioni
Unite sul commercio illecito delle armi leggere e di piccolo calibro, che ha avuto
luogo nei mesi di agosto e settembre 2012, l’UE ha formulato raccomandazioni
concrete per le attività finalizzate a garantire la piena ed effettiva attuazione di
questo strumento, alcune delle quali hanno trovato riscontro nei documenti finali
della conferenza. In particolare, l’UE sostiene la creazione di meccanismi concreti
per prevenire efficacemente la deviazione delle armi leggere e di piccolo calibro,
nonché una maggiore cooperazione degli Stati membri dell’ONU con le missioni
di sostegno alla pace, al fine di migliorare la tracciabilità delle armi leggere e di
piccolo calibro.
Migrazione
Dal lancio dell’approccio globale in materia di migrazione e mobilità nel novembre
2011, l’UE e i suoi Stati membri hanno elaborato una politica migratoria ampia e
veramente globale, che si occupa di tutte le dimensioni della migrazione e della
mobilità, sulla base delle preoccupazioni e degli obiettivi dei suoi paesi partner.
Tale approccio, ben allineato con le politiche esterne dell’Unione, ha ricevuto
pieno sostegno da parte del Consiglio europeo nel corso del 2012.
Azione contro le droghe illecite e la tratta di esseri umani
L’UE ha intensificato gli sforzi per affrontare varie sfide mondiali connesse alla
criminalità organizzata, compreso il traffico di droga e la tratta di esseri umani,
questioni molto complesse che devono essere affrontate in modo globale e
completo, tenendo conto di tutte le dimensioni del problema.
Droga
In materia di droga, l’UE ha collaborato strettamente con i Balcani occidentali,
l’America latina e i Caraibi, l’Africa occidentale, l’Asia centrale e l’Afghanistan, il
partenariato orientale, la Russia e gli Stati Uniti. Le attività criminali connesse al
traffico di droga minano la stabilità democratica di regioni quali i Caraibi, l’America centrale e l’Africa occidentale, dove hanno spinto alcuni Stati già molto fragili
sull’orlo del fallimento. La cooperazione internazionale rappresenta un settore
chiave nell’ambito della strategia dell’UE in materia di droga. In base alla strategia rinnovata per il periodo 2013-2020 (adottata dal Consiglio nel dicembre
2012), l’UE condivide attivamente i risultati del suo approccio alla politica contro
la droga, che cerca di trovare un equilibrio tra la riduzione della domanda e
dell’offerta di droga sulla base di prove e informazioni scientifiche e nel rispetto
dei diritti dell’uomo.
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Tratta di esseri umani
Anche la tratta di esseri umani è un fenomeno globale e dalle mille sfaccettature
e, a prescindere dallo scopo (sfruttamento sessuale o lavorativo), rappresenta
una grave violazione dei diritti umani che colpisce donne e uomini, ragazzi e ragazze. Nella nuova strategia 2012-2016 per l’eradicazione della tratta di esseri
umani, adottata dalla Commissione nel mese di giugno, l’UE persegue un approccio globale basato sulla prevenzione della tratta, la repressione dei criminali, la
protezione delle vittime e i partenariati con i vari soggetti interessati, ivi compresa
la società civile. Questo approccio è incentrato sui diritti umani e specifico dal
punto di vista del genere.
Forum globale antiterrorismo
L’Unione europea è stata una grande sostenitrice del Forum globale antiterrorismo, un gruppo civile multilaterale di lotta al terrorismo con 30 membri fondatori
(29 paesi più l’Unione europea) creato a margine dell’Assemblea generale delle
Nazioni Unite nel settembre 2011. L’UE ha dato un contributo sostanziale al Forum quale copresidente (con la Turchia) del gruppo di lavoro per lo sviluppo delle
capacità del Corno d’Africa, uno dei cinque gruppi di lavoro (due tematici e tre
regionali) del Forum globale antiterrorismo. La riunione inaugurale del gruppo di
lavoro per il Corno d’Africa si è tenuta a Dar es Salaam, in Tanzania, nel febbraio
2012, mentre a ottobre 2012 l’UE ha ospitato a Bruxelles un incontro del Forum
incentrato sul rafforzamento della capacità antiriciclaggio di denaro e antifinanziamento del terrorismo nella più ampia regione del Corno d’Africa.
Cibersicurezza
Nel 2012 la Commissione e l’AR/VP hanno avviato la preparazione di una comunicazione congiunta sulla strategia dell’UE in materia di sicurezza informatica.
L’AR/VP ha presentato la posizione dell’UE sugli sviluppi del cyberspazio in occasione della conferenza di Budapest dell’ottobre 2012. Si sono svolte inoltre discussioni regolari sulle questioni informatiche con alcuni partner strategici dell’UE
e con le principali organizzazioni internazionali, in particolare l’Organizzazione del
trattato dell’Atlantico del Nord (NATO).
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Pace e sicurezza
Sicurezza e difesa comune: il contributo dell’UE
alla sicurezza
Con 15 missioni e operazioni PSDC nel settore, la politica di sicurezza e di difesa
comune rimane uno strumento visibile, necessario e pratico nella più vasta gamma di strumenti dell’UE e dimostra la volontà e la capacità dell’Unione di affrontare le attuali sfide in materia di sicurezza. Sollecitata a diventare un attore più
capace, coerente e strategico nel contesto mondiale, la PSDC costituisce un elemento essenziale per attuare questo approccio globale.
PANORAMICA DELLE MISSIONI E DELLE OPERAZIONI DELL’UNIONE
EUROPEA NEL 2012 (DICEMBRE 2012)
EUFOR Althea
Bosnia-Erzegovina, dal 2004
Militari partecipanti: 814
EUMM Georgia
Dal 2008
Militari partecipanti: 387
EULEX Kosovo
Dal 2008
Militari partecipanti: 2 125
EUPOL Afghanistan
Missione di polizia, dal 2007
Militari partecipanti: 545
EUPOL COPPS
Territori palestinesi, dal 2006
Militari partecipanti: 101
Eujust LEX
Iraq/Bruxelles, dal 2005
Militari partecipanti: 58
EUBAM Rafah
Territori palestinesi, dal 2005
Militari partecipanti: 8
EUCAP Nestor
Dal 2012
Militari partecipanti: 29
EUCAP SAHEL Niger
Dal 2012
Militari partecipanti: 26
EUSEC RD Congo
Dal 2005
Militari partecipanti: 79
EUPOL RD Congo
Dal 2007
Militari partecipanti: 53
Missioni civili
Eunavfor Atalanta
Dal 2008
Militari partecipanti: 1 594
EUTM Somalia
Dal 2010
Militari partecipanti: 106
Euvasec Sud Sudan
Dal 2012
Militari partecipanti: 13
Operazioni militari
L’UE conduce attualmente 12 missioni civili e tre operazioni militari, tra cui tre
nuove missioni PSDC lanciate nel 2012: EUCAP (rafforzamento delle capacità
dell’UE) Nestor nel Corno d’Africa, EUCAP SAHEL in Niger ed Euavsec (sicurezza
aeronautica) nel Sud Sudan. È proseguita la pianificazione per l’eventuale sostegno dell’UE alla sicurezza delle frontiere in Libia e per addestrare le forze armate
del Mali. A marzo 2012 il Consiglio ha deciso di attivare per la prima volta il
centro operativo dell’UE al fine di coordinare e aumentare le sinergie tra le tre
missioni della PSDC nel Corno d’Africa (Eunavfor Atalanta, EUTM Somalia ed
EUCAP Nestor). Eunavfor Atalanta (l’operazione dell’Unione per contrastare gli
atti di pirateria) è stata prolungata fino al 2014. EULEX Kosovo, la missione civile
di più ampia portata, è stata riconfigurata con successo. La missione di polizia in
Bosnia-Erzegovina — la missione civile di più lunga durata — è stata portata a
termine.
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Per agire, l’Europa ha bisogno di capacità; il Consiglio europeo del dicembre 2012
ha adottato conclusioni sulla PDSC, preparando il terreno per un futuro dibattito
tra i capi di Stato o di governo, da tenersi nel dicembre 2013, sulle capacità e sul
mercato e l’industria della difesa.
Operazione Eunavfor
Atalanta nel golfo di Aden
(Somalia).
Strumento per la stabilità
Nel 2012 lo strumento per la stabilità ha continuato ad aumentare in modo significativo la capacità dell’UE di intervenire in situazioni di crisi in tutto il mondo, in
tutte le fasi del ciclo dei conflitti. Sono state avviate 41 azioni per un totale di
195,8 milioni di euro nell’ambito della componente «Risposta a breve termine alle
crisi» dello strumento per la stabilità. In linea con il mandato dello strumento, tali
azioni hanno avuto un’ampia portata a livello geografico e tematico, contribuendo
in particolare agli sforzi dell’UE in materia di risposta alle crisi/attenuazione delle
crisi legati alle seguenti sfide principali di quest’anno.
In varie regioni è stato fornito sostegno elettorale, con progetti dello strumento
per la stabilità avviati nel 2012 in Burkina Faso, Guinea-Bissau, Haiti, Kenya,
Madagascar, Pakistan, Togo e Zimbabwe. Lo strumento è stato anche rapido nel
garantire interventi continui in tutta la regione del Medio Oriente e Nordafrica,
contribuendo agli sforzi per rispondere ai disordini in corso in Siria e fornire un
sostegno alle popolazioni colpite. Altri settori importanti d’intervento hanno riguardato progetti in Libia per fornire assistenza nello sviluppo della capacità
nazionale di rispondere alla situazione di crisi, tutelare i gruppi vulnerabili e rimuovere ordigni inesplosi. In Asia lo strumento ha avviato progetti in Birmania/
Myanmar promuovendo le riforme, i processi di pace a livello locale e il reinsediamento mediante il sostegno alle azioni di sminamento.
Lo strumento dispone anche di una componente programmabile (articolo 4, paragrafo 3) che comprende azioni a più lungo termine. Nel 2012 il cosiddetto
partenariato per la costruzione della pace ha stanziato 8,5 milioni di euro per
migliorare la capacità di prevenzione dei conflitti degli attori non statali. Le delegazioni dell’UE in Brasile, El Salvador, Haiti, India, Kirghizistan, Nicaragua e Repubblica democratica del Congo stanno pubblicando inviti a presentare proposte
in quattro settori prioritari connessi alla costruzione della pace.
Sono state avviate due azioni in materia di allerta precoce e di analisi dei conflitti:
una in collaborazione con attori non statali globali per svolgere attività di allerta
precoce e di analisi dei conflitti e l’altra con organizzazioni regionali e subregionali
per promuovere delle capacità dei partner in materia di allerta precoce e il rafforzamento dei collegamenti tra le unità di crisi aperte 24 ore su 24, sette giorni su
sette.
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Il partenariato per la costruzione della pace ha inoltre avviato un progetto sui
cambiamenti climatici e la sicurezza in Europa orientale e nel Caucaso meridionale e un altro finalizzato a promuovere le attività di estrazione artigianale di
diamanti in Costa d’Avorio.
Infine, il successo del programma «Nuova iniziativa di formazione dell’Europa per
la gestione civile delle crisi» (ENTRI) per la formazione di esperti civili nella gestione delle crisi e nelle missioni di stabilizzazione da utilizzare in caso di crisi internazionali è proseguito con il rinnovo del programma nel 2012.
Potenziamento delle capacità di prevenzione
dei conflitti, costruzione della pace e mediazione
Durante il 2012, e in conformità con l’obiettivo di «preservare la pace, prevenire i
conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale» di cui all’articolo 21 del trattato
di Lisbona, si è continuato a lavorare per rafforzare le capacità dell’UE in materia
di prevenzione dei conflitti, costruzione della pace e mediazione. Vengono continuamente profusi sforzi per sviluppare sistemi, strumenti e cultura al fine di
identificare i paesi a rischio di conflitti violenti nel medio e lungo termine nonché
le opzioni per un’azione tempestiva necessaria ad affrontare tali rischi, sviluppare
le capacità del personale mediante la formazione, i documenti di orientamento,
l’esperienza acquisita e le buone prassi, in particolare nell’analisi e nella mediazione dei conflitti, e fornire sostegno operativo al personale che si occupa di
prevenzione dei conflitti, costruzione della pace e mediazione. Nel portare avanti
questo lavoro occorre adottare un approccio globale, assicurando una complementarità con le strutture dell’UE di risposta alle crisi e gestione delle stesse e
lavorando a stretto contatto con i partner, comprese le Nazioni Unite, le organizzazioni regionali, la società civile e il mondo accademico.
Rafforzamento delle capacità africane
in materia di pace e sicurezza
Il meccanismo del Fondo per la pace in Africa, che fornisce un sostegno immediato alle prime fasi della prevenzione, gestione e risoluzione delle crisi da parte
dell’Unione africana (UA) e delle comunità economiche regionali, è stato attivato
tre volte nel 2012 in Kenya e in Madagascar nonché per sostenere l’iniziativa
dell’UA contro la Lord’s Resistance Army (LRA) capeggiata da Joseph Kony. Viene
fornito un notevole sostegno per le operazioni di pace condotte dall’Africa, come
le missioni in corso in Somalia (Missione dell’Unione Africana in Somalia, Amisom)
e nella Repubblica centrafricana (Missione per il consolidamento della pace nella
Repubblica centrafricana, Micopax), nonché per la convalida dell’operazionalizzazione delle forze di riserva africane mediante il programma «Amani Africa II».
Mediante il suo approccio globale per la lotta contro la pirateria nel Corno d’Africa,
l’UE cerca non solo di far fronte a questa minaccia alla sicurezza marittima, ma
anche di creare un ambiente favorevole allo sviluppo economico della regione. A
tal fine, l’Unione europea combina i suoi tradizionali programmi di assistenza
esterna con interventi militari (Eunavfor Atalanta) e di sviluppo delle capacità
marittime regionali (ad esempio EUCAP Nestor, il programma sulle rotte marittime a rischio dello strumento per la stabilità e il programma per la sicurezza
marittima).
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Allargamento
Croazia
In linea con il trattato di adesione del dicembre 2011, la Commissione ha continuato a seguire da vicino i preparativi della Croazia per l’adesione, concentrandosi
in particolare sulla concorrenza, sul sistema giudiziario e sui diritti fondamentali
nonché sulla giustizia, la libertà e la sicurezza. A ottobre 2012 è stata presentata,
insieme al resto del «pacchetto allargamento» (9), una relazione globale di controllo (10) che, nel complesso, ha confermato che i preparativi della Croazia per
l’adesione procedono nella giusta direzione, individuando alcune azioni specifiche
che devono essere portate a termine nei prossimi mesi.
Apposizione del sigillo
al trattato di adesione
della Croazia.
Islanda
I negoziati di adesione con l’Islanda sono andati avanti in maniera positiva con
l’apertura di 16 capitoli e la chiusura provvisoria di tre capitoli durante le quattro
conferenze intergovernative svoltesi nel 2012. Questo porta il numero di capitoli
aperti finora a 27, di cui 11 sono stati provvisoriamente chiusi. Inoltre, l’Islanda
ha avviato i preparativi in settori strategici chiave quali la politica regionale e
l’agricoltura. Permangono ancora sfide nei settori della pesca, dell’agricoltura e
dello sviluppo rurale, della sicurezza alimentare, dell’ambiente, dei movimenti di
capitali, dei servizi finanziari, della fiscalità e dell’unione doganale.
Turchia
La Turchia rimane un paese chiave per l’Unione europea per la sua economia dinamica, la sua posizione strategica e l’importante ruolo che svolge a livello regionale. L’UE ha sottolineato che è nell’interesse sia dell’Unione europea sia della
Turchia che i negoziati di adesione riprendano presto il loro slancio, assicurando
che l’UE rimane il punto di riferimento per le riforme in Turchia. Al fine di sostenere e integrare il processo dei negoziati di adesione (non è stato possibile aprire
nuovi capitoli nel corso del 2012), la Commissione ha lanciato un’«agenda positiva» per rafforzare la cooperazione in una serie di settori di interesse comune: riforme politiche, allineamento con l’acquis, partecipazione della Turchia ai programmi dell’UE, dialogo in materia di politica estera, visti, mobilità e migrazione,
commercio, energia e lotta contro il terrorismo. I lavori per l’attuazione dell’agenda
positiva hanno dato buoni risultati, compresa l’istituzione di gruppi di lavoro tecnici per promuovere, tra l’altro, l’allineamento con l’acquis dell’UE.
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Aumentano le preoccupazioni per quanto riguarda l’assenza di progressi sostanziali verso il pieno rispetto dei criteri politici in Turchia. Il paese non ha ancora
attuato pienamente il protocollo aggiuntivo dell’accordo di Ankara. L’UE ha
espresso profondo rammarico per il congelamento da parte della Turchia dei suoi
rapporti con la presidenza dell’Unione nel secondo semestre del 2012, per le dichiarazioni rese dal paese al riguardo così come per il non allineamento con le
posizioni o le dichiarazioni dell’UE nei consessi internazionali.
In materia di cooperazione nell’ambito della politica estera, il servizio europeo per
l’azione esterna (SEAE) ha sensibilmente ampliato e intensificato il regolare dialogo politico tra l’UE e la Turchia, che copre questioni internazionali di interesse
comune, compresi gli sviluppi in Siria, in Nordafrica, in Medio Oriente e nel Golfo,
il processo di pace in Medio Oriente, i Balcani occidentali, l’Afghanistan/Pakistan,
la Russia e il Caucaso meridionale, nonché la lotta al terrorismo e la non
proliferazione.
Montenegro
Il 29 giugno 2012 sono stati avviati, previa approvazione del Consiglio europeo, i
negoziati di adesione con il Montenegro. Una seconda conferenza di adesione ha
avuto luogo a metà dicembre, con l’apertura e la chiusura provvisoria di un capitolo. Il processo di valutazione è in corso e dovrebbe essere completato entro la
fine di giugno 2013.
Serbia
A marzo il Consiglio europeo ha riconosciuto lo status di candidato alla Serbia,
che continua nel suo cammino per soddisfare in modo sufficiente i criteri politici.
La Serbia deve rafforzare le riforme, specie per quanto riguarda lo Stato di diritto,
il sistema giudiziario e la lotta contro la corruzione. Il paese ha intensificato gli
sforzi per normalizzare le relazioni con il Kosovo, il che ha determinato l’organizzazione di incontri tra Ivica Dačić, primo ministro della Serbia, e Hashim Thaçi,
primo ministro del Kosovo (cfr. infra), nel quadro del dialogo facilitato dall’UE. In
vista dell’apertura dei negoziati di adesione, sono necessari ulteriori progressi finalizzati al miglioramento visibile e sostenibile delle relazioni con il Kosovo. In
questo contesto, il Consiglio ha deciso a dicembre di esaminare durante la presidenza irlandese i progressi compiuti dalla Serbia sulla base di una relazione della
Commissione e dell’AR/VP.
Kotor (Montenegro).
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Ex Repubblica jugoslava di Macedonia
Il dialogo ad alto livello sull’adesione con la Commissione europea, avviato nella
primavera del 2012, è servito da catalizzatore per accelerare le riforme. L’accordo
quadro di Ocrida continua a costituire un elemento essenziale per la democrazia
e lo Stato di diritto nel paese. Nel mese di ottobre, la Commissione ha ribadito la
propria raccomandazione di avviare i negoziati di adesione di cui il Consiglio ha
preso atto riconoscendo i progressi compiuti, ricordando che il mantenimento di
relazioni di buon vicinato rimane di fondamentale importanza e accogliendo favorevolmente l’impulso generato dalla recente intensificazione del dialogo tra le
parti interessate. La Commissione è stata incaricata di elaborare entro la primavera del 2013 una relazione che valuterà l’attuazione delle riforme nel quadro del
dialogo ad alto livello sull’adesione, nonché le misure adottate per promuovere
relazioni di buon vicinato e raggiungere una soluzione negoziata e accettata da
entrambe le parti alla questione del nome con la Grecia, sotto l’egida delle Nazioni Unite. Sulla base di tale relazione, in vista di una possibile apertura dei negoziati
di adesione, il Consiglio valuterà i progressi compiuti durante la prossima
presidenza.
Albania
L’Albania ha compiuto notevoli progressi per rispettare le priorità fissate dalla
Commissione nel suo parere del 2010 per l’apertura dei negoziati di adesione (11).
Riconoscendo i progressi compiuti, a ottobre 2012 la Commissione ha raccomandato al Consiglio di concedere all’Albania lo status di paese candidato subordinatamente al completamento delle misure chiave in materia di riforma del sistema
giudiziario e della pubblica amministrazione e di revisione del regolamento parlamentare. Nel mese di dicembre il Consiglio ha approvato la valutazione globale
della Commissione e, per poter decidere se concedere lo status di candidato, ha
invitato la Commissione a riferire non appena saranno conseguiti i necessari
progressi.
Bosnia-Erzegovina
La Bosnia-Erzegovina ha compiuto progressi limitati in relazione all’adempimento
dei criteri politici e dei requisiti della tabella di marcia per l’entrata in vigore
dell’accordo di stabilizzazione e di associazione e per una domanda di adesione
credibile. Il paese ha bisogno di concentrarsi nuovamente sull’attuazione dell’agenda dell’UE. Il passo in avanti più importante sarà la modifica della costituzione
della Bosnia-Erzegovina per eliminare le incompatibilità con la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Finora
sono stati registrati pochi progressi nel raggiungimento di strutture istituzionali
più funzionali, coordinate e sostenibili. È continuato il dialogo strutturato sulla
giustizia con l’UE nel quadro del processo di stabilizzazione e di associazione. Nel
mese di giugno è stato avviato un dialogo ad alto livello sul processo di adesione
con la Commissione e una seconda riunione si è svolta a novembre. Grazie a una
maggiore presenza, l’Unione ha assunto la guida in diversi settori per aiutare le
autorità del paese ad attuare l’agenda UE. Nel 2012 l’UE ha ulteriormente rafforzato la sua presenza sul campo, tra l’altro con l’apertura di un ufficio nel distretto
di Brčko, in seguito alla sospensione della vigilanza internazionale nel maggio
2012.
Nel giugno 2012 l’UE ha completato la sua missione di polizia in Bosnia-Erzegovina (EUPM), la prima missione nell’ambito della politica europea di sicurezza e di
difesa (PESD), avviata a gennaio 2003.
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In quasi un decennio di attività, l’EUPM si è adoperata per creare, sotto l’autorità
della Bosnia-Erzegovina, una forza di polizia moderna, sostenibile, professionale
e multietnica, composta da personale addestrato, equipaggiato e pronto ad assumersi la piena responsabilità nel far rispettare la legge, secondo gli standard internazionali. L’EUPM ha inoltre fornito consulenza operativa al rappresentante
speciale dell’Unione europea, contribuendo a far sì che l’Unione europea venisse
pienamente informata degli sviluppi in Bosnia-Erzegovina.
Negli ultimi dieci anni, più di 2 300 uomini e donne hanno partecipato all’EUPM in
Bosnia-Erzegovina: 1 786 agenti di polizia e 154 esperti internazionali provenienti
da diversi ambiti professionali di tutti i 27 Stati membri dell’Unione europea, del
Canada, dell’Islanda, della Norvegia, della Svizzera, della Turchia e dell’Ucraina,
nonché 487 membri del personale della Bosnia-Erzegovina.
Kosovo ( 12 )
Il Kosovo ha continuato a compiere progressi in merito alle questioni connesse
all’integrazione europea. Rimangono molte sfide importanti, in particolare in relazione a Stato di diritto, riforma della pubblica amministrazione, riforma elettorale, integrazione delle comunità ed economia. La Commissione ha avviato un
dialogo sui visti con il Kosovo nel mese di gennaio, elaborando la relativa tabella
di marcia a giugno. Nel mese di maggio è stato avviato un dialogo strutturato con
la Commissione sullo Stato di diritto. La Commissione ha pubblicato il suo studio
di fattibilità per un accordo di stabilizzazione e di associazione con il Kosovo nel
mese di ottobre. Al fine di un’eventuale decisione di avviare i negoziati per un
accordo di stabilizzazione e di associazione con il Kosovo, il Consiglio ha deciso, a
dicembre, di esaminare durante la presidenza irlandese i progressi compiuti dal
Kosovo sulla base di una relazione della Commissione e dell’AR/VP. Nel mese di
febbraio è stato nominato un nuovo rappresentante speciale dell’UE in Kosovo,
Samuel Žbogar, e il mandato di EULEX è stato prorogato fino a giugno 2014.
Dialogo Belgrado-Pristina
Il dialogo Belgrado-Pristina facilitato dall’UE è rallentato durante il periodo elettorale in Serbia nel corso della prima metà del 2012, ma il lavoro di attuazione è
proseguito (tra le altre cose, sui registri dello stato civile, i diplomi universitari e
la libera circolazione). Le attività di attuazione hanno registrato un’accelerazione,
in particolare in relazione alla gestione integrata delle frontiere/dei confini. Il
dialogo è proseguito ad alto livello politico nel mese di ottobre e tra ottobre e
dicembre 2012 si sono svolti tre incontri tra i primi ministri Dačić e Thaçi.
Mostar
(Bosnia-Erzegovina).
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Assistenza preadesione
L’assegnazione globale 2012 per i paesi dell’allargamento a titolo dello strumento di assistenza preadesione (IPA) è ammontata a 1 846 milioni di euro, ivi
compresa l’assistenza destinata a più beneficiari, contro 1 746 milioni di euro nel
2011 e 1 543 milioni di euro nel 2010. Alla fine del 2012 l’assistenza preadesione erogata a questi paesi dal 2007 ammontava in totale a 9 298 milioni di euro.
ASSISTENZA FORNITA AI PAESI CANDIDATI E POTENZIALI CANDIDATI
NEL 2012
Stanziamenti IPA 2012
(a prezzi correnti, in milioni di euro)
Paese
Albania
94,57
Bosnia-Erzegovina
107,87
Croazia
155,59
Ex Repubblica jugoslava di Macedonia
101,47
Islanda
12,00
Kosovo
68,80
Montenegro
34,95
Serbia
202,10
Turchia
856,32
Programma multibeneficiari
212,70
Totale
1 846,37
Anche nel 2012 l’assistenza fornita per lo sviluppo socioeconomico della comunità turco-cipriota è ammontata a 28 milioni di euro.
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Politiche regionali e sviluppo
Sviluppo
Quest’anno ha visto una revisione delle politiche di sviluppo dell’UE. Alcune delle
modifiche più importanti sono evidenziate di seguito.
Con l’adozione del programma di cambiamento — comunicazione della Commissione di ottobre 2011 (13) e conclusioni del Consiglio di maggio 2012 (14) — e
secondo le nuove istruzioni per la programmazione, la politica di sviluppo dell’Unione europea si concentrerà sui paesi più in difficoltà e nei settori in cui l’Unione
europea può avere il massimo impatto in termini di riduzione della povertà. Inoltre, sarà data priorità a questioni quali la governance, i diritti umani e la crescita
sostenibile e inclusiva. L’obiettivo è di ottenere un impatto e una visibilità maggiori, ridurre i costi di transazione e promuovere una maggiore coerenza tra le
diverse politiche e i diversi attori.
Rivestono una grande importanza, e sono conformi agli obiettivi del programma
di cambiamento, anche le nuove idee per attrarre i finanziamenti esposte nella
comunicazione congiunta (15), che mira ad aumentare l’impatto delle risorse
dell’Unione attraverso lo sviluppo di partenariati con altre fonti di finanziamento,
quali il settore privato e le banche di sviluppo, nonché mediante l’applicazione
delle più recenti politiche in materia di efficacia degli aiuti.
Aiuti al commercio e preferenze all’importazione
L’UE e i suoi Stati membri si sono ancora una volta confermati come prima
fonte di aiuti al commercio in tutto il mondo, nonostante l’attuale crisi economica. L’UE ha rappresentato circa un terzo del totale degli aiuti al commercio a livello mondiale, con circa 10,7 miliardi di euro impegnati. Gli aiuti
al commercio aiutano i paesi a sviluppare strategie commerciali, costruire
infrastrutture commerciali e migliorare la loro capacità produttiva, al fine di
favorire la crescita e ridurre la povertà.
L’UE ha inoltre rivisto il sistema di preferenze a livello di importazioni, noto
come sistema delle preferenze generalizzate, per i paesi in via di sviluppo più
bisognosi, che entrerà in vigore il 1º gennaio 2014. Il nuovo sistema sarà
incentrato su un numero inferiore di beneficiari (89 paesi) per accentuare
l’impatto nei paesi più bisognosi. Allo stesso tempo sarà fornito un maggiore
sostegno ai paesi seriamente intenzionati ad applicare le convenzioni internazionali riguardanti i diritti umani, i diritti dei lavoratori, l’ambiente e il buon
governo.
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Rafforzare il sostegno al bilancio e la mobilitazione
delle risorse nazionali
Nel maggio 2012 il Consiglio ha approvato la comunicazione della Commissione
sul futuro approccio al sostegno dell’Unione europea al bilancio dei paesi terzi (16).
Il sostegno al bilancio, come «vettore di cambiamento», intende affrontare cinque
sfide fondamentali di sviluppo:
promuovere i diritti umani e i valori democratici;
migliorare la gestione finanziaria, la stabilità macroeconomica, la crescita
inclusiva e la lotta contro la corruzione e la frode;
promuovere le riforme settoriali e migliorare la prestazione di servizi nel
settore;
costruire l’apparato statale negli Stati fragili e affrontare i problemi di sviluppo
dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo e dei paesi e territori d’oltremare;
mobilitare in modo più efficace le risorse interne e ridurre la dipendenza dagli
aiuti.
Nel 2012 la Commissione europea ha rafforzato il suo sostegno a un’iniziativa
tripartita (con la Banca mondiale e l’OCSE) sui prezzi di trasferimento, avviata nel
2011. L’obiettivo è sviluppare le capacità dei paesi in via di sviluppo di monitorare
e controllare le pratiche internazionali di calcolo dei costi delle imprese multinazionali. Per migliorare la trasparenza dei pagamenti ai governi ospitanti (imposte,
prelievi, diritti ecc.) da parte di grandi multinazionali europee quotate dell’industria estrattiva e di sfruttamento forestale, la Commissione ha inoltre avviato
un’iniziativa legislativa di rendicontazione paese per paese.
Obiettivi di sviluppo del millennio
L’Unione europea si è impegnata a raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015. Gli OSM sono stati un potente strumento di mobilitazione politica su questioni di sviluppo nel corso degli ultimi dieci anni. Tuttavia, a fronte di
risultati indubbiamente positivi in alcuni settori (come l’accesso all’acqua potabile), in altri (ad esempio, salute materna e infantile) devono ancora essere compiuti
notevoli progressi.
In vista della revisione degli obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite
prevista per l’autunno del 2013, la Commissione ha avviato la discussione su una
possibile agenda internazionale per lo sviluppo dopo il 2015.
Trentadue milioni di persone hanno beneficiato delle azioni
dell’UE in materia di risorse idriche
Contribuire all’obiettivo di sviluppo del millennio relativo all’accesso all’acqua
e ai servizi igienico-sanitari è una componente fondamentale dell’azione
dell’UE in materia di riduzione della povertà. L’iniziativa dell’UE per gli OSM
ha stanziato un importo supplementare di un miliardo di euro per aiutare i
paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) a raggiungere gli OSM più
difficili (nonché per sostenere coloro che hanno compiuto progressi particolarmente positivi). I settori dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari rappresentano uno dei quattro OSM su cui si concentra in particolare l’iniziativa,
con aiuti pari a 266 milioni di euro.
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L’agricoltura sostenibile e la sicurezza alimentare e nutrizionale sono le componenti prioritarie del programma di cooperazione allo sviluppo a lungo termine
dell’UE. Negli ultimi anni il mondo ha assistito a un aumento delle catastrofi, quali
siccità e inondazioni, e a ricorrenti fattori di stress, come ad esempio i prezzi
elevati dei prodotti alimentari. Nei paesi in cui l’insicurezza alimentare è cronica,
tali fattori hanno aumentato la vulnerabilità dei più poveri. L’UE ha intensificato
il suo sostegno per rafforzare la resistenza agli shock di questo tipo ed è determinata ad aumentare il proprio contributo per soddisfare il fabbisogno nei tre
settori fondamentali, cioè acqua, energia e alimentazione. Questi sforzi hanno
trovato effettivamente riscontro nella relazione europea 2012 per lo sviluppo,
intitolata «La gestione di acqua, energia e terreni per una crescita inclusiva e
sostenibile», in cui vengono forniti orientamenti allo sviluppo per integrare questi
tre settori connessi.
Occupazione, protezione sociale e inclusione sociale
Nel mese di agosto la Commissione ha adottato la prima comunicazione sulla
protezione sociale nella cooperazione allo sviluppo dell’UE (17), in cui si spiega
come dovrebbero funzionare i futuri aiuti dell’UE per sostenere lo sviluppo di
politiche e sistemi di protezione sociale a livello nazionale, in linea con il programma di cambiamento, che richiede una maggiore protezione sociale a sostegno
della crescita inclusiva. Troppo spesso i più vulnerabili (donne, bambini, disabili,
anziani) vengono tagliati fuori dalla creazione di ricchezza. La mancanza di protezione sociale rappresenta un forte ostacolo allo sviluppo a lungo termine e sostenibile dei paesi a reddito medio e basso.
Andris Piebalgs,
commissario per lo
sviluppo, incontra dei
pescatori vicino al lago
Turkana (Kenya).
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Accordi di partenariato economico
Finora sono stati firmati accordi di partenariato economico con tre regioni: Cariform, Pacifico (Papua Nuova Guinea) e Africa orientale e meridionale e l’attenzione è ora rivolta all’attuazione di questi accordi. Sono in corso i negoziati tra l’UE
e le restanti regioni ACP e nel corso degli ultimi mesi sono stati conseguiti progressi significativi con alcune regioni. L’UE è tuttora convinta che gli accordi di
partenariato economico, che forniscono ai paesi ACP un accesso privilegiato al
mercato dell’UE, creeranno il giusto quadro per promuovere la crescita sostenibile
e gli investimenti.
Risposte alle crisi umanitarie
Ventesimo anniversario di ECHO
Fondata 20 anni fa, la direzione generale per gli Aiuti umanitari e la protezione
civile della Commissione europea (ECHO) è oggi un fiore all’occhiello della solidarietà europea e si trova in prima linea negli sforzi internazionali per salvare vite
umane e alleviare le sofferenze.
Negli ultimi 20 anni ECHO ha erogato 14 miliardi di euro per soddisfare i bisogni
fondamentali delle persone coinvolte nei conflitti e colpite da calamità naturali.
Nel suo insieme l’Europa — Commissione e Stati membri — è il più grande donatore di aiuti umanitari a livello mondiale.
Negli ultimi anni la Commissione ha fornito un miliardo di euro l’anno, un importo
che rappresenta meno dell’1 % del bilancio totale dell’Unione europea, di aiuti
destinati a quasi 150 milioni di persone in più di 80 paesi al di fuori dell’Unione
europea.
Kristalina Georgieva,
commissario per la
cooperazione
internazionale, gli aiuti
umanitari e la risposta alle
crisi, visita un campo
profughi a Kilis, al confine
tra Turchia e Siria.
Creazione del corpo volontario europeo di aiuto umanitario
Sulla base dell’esperienza dei progetti pilota del 2011 e del 2012 e delle ampie
consultazioni con le organizzazioni umanitarie e gli altri soggetti interessati, la
Commissione ha adottato a settembre un progetto di regolamento (18) per la
creazione del corpo. In base alla proposta, il corpo volontario europeo di aiuto
umanitario «EU Aid Volunteers» sarà pienamente operativo a partire dal 2014 e
formerà e invierà circa 10 000 volontari umanitari nel corso dei prossimi anni.
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Politiche regionali
Europa occidentale
Cooperazione con i paesi dell’Associazione europea di libero scambio
Sono stati ulteriormente rafforzati i già stretti legami tra l’UE e l’Islanda, il Liech­
tenstein e la Norvegia sia a livello bilaterale sia nel quadro dello Spazio economico
europeo. Per tutto il 2012 sono stati profusi particolari sforzi in relazione al gran
numero di atti dell’UE in sospeso connessi al mercato unico, che non erano ancora
stati recepiti nell’accordo SEE. Nel dicembre 2012 il SEAE e la Commissione
hanno presentato la loro analisi del funzionamento del SEE perché fosse discussa
con gli Stati membri dell’UE. Il Consiglio UE-SEE si è riunito a maggio e a novembre 2012.
La cooperazione dell’UE con la Svizzera si è intensificata con la conclusione di un
accordo amministrativo di cooperazione tra l’Agenzia europea di difesa (AED) e
l’Ufficio degli armamenti svizzero nonché con la proroga di due anni della partecipazione della Svizzera al programma quadro Euratom per la ricerca (7º PQ
Euratom).
Il Consiglio ha illustrato la sua valutazione politica dei rapporti con i quattro paesi
dell’EFTA nelle conclusioni del 20 dicembre 2012 (19).
Andorra, Monaco e San Marino
Il 20 novembre la Commissione ha adottato una comunicazione sul rafforzamento delle relazioni dell’UE con Andorra, Monaco e San Marino (20), che ha prospettato cinque opzioni per una più stretta integrazione di questi paesi con l’UE. Il
Consiglio di dicembre ha adottato conclusioni che accolgono favorevolmente la
comunicazione, invitando la Commissione a proseguire la sua analisi di due opzioni: la partecipazione di questi paesi di piccole dimensioni allo Spazio economico
europeo e la negoziazione di uno o più accordi quadro di associazione con loro.
Cooperazione regionale nell’Europa sud-orientale
Sono stati realizzati progressi significativi in termini di cooperazione regionale
nell’Europa sud-orientale, con il sostegno dell’Unione europea, e sono state
adottate misure che hanno contribuito alla riconciliazione regionale, quali l’iniziativa Igman e la commissione per la riconciliazione (RECOM). È progredita inoltre
la cooperazione in settori specifici come la Comunità dell’energia, l’accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA) e la scuola regionale della pubblica amministrazione (ReSPA). Il Consiglio di cooperazione regionale ha continuato ad attuare la sua strategia e il programma di lavoro 2011-2013, elaborati con
l’assistenza dell’UE, ed è stato coinvolto in una nuova iniziativa, «South East Europe 2020», che mira a adeguare il processo di Europa 2020 alle esigenze e alle
condizioni dei paesi dell’Europa sud-orientale. A giugno 2012 è stato nominato un
nuovo segretario generale del Consiglio di cooperazione regionale, Goran
Svilanović.
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Artico/dimensione settentrionale
La nuova comunicazione congiunta (21) dell’AR/VP e della Commissione europea
relativa alla regione artica adottata a giugno 2012 sottolinea che, visto che l’Artico sta cambiando in maniera rapida e radicale, gli sviluppi nella regione sono di
crescente importanza strategica, economica e ambientale per l’Unione europea.
L’UE intende impegnarsi maggiormente con i partner dell’Artico per affrontare le
sfide comuni legate allo sviluppo sostenibile e a una protezione ambientale efficace in modo collaborativo e costruttivo. La comunicazione propone le vie da
seguire per l’impegno costruttivo dell’UE nell’Artico, che si può riassumere in tre
parole: conoscenza, responsabilità e impegno.
La politica della dimensione settentrionale e le sue strutture forniscono un quadro
per una cooperazione pratica e fattiva, nel cui ambito l’UE e i suoi Stati membri
lavorano insieme all’Islanda, alla Norvegia e alla Russia per attuare progetti
adottati congiuntamente. La creazione del fondo di sostegno per finanziare le
attività del partenariato logistico e dei trasporti segue il modello definito nel
partenariato ambientale e rafforza l’approccio dell’UE alla cooperazione regionale
settentrionale.
Africa
Il buon governo, il rispetto dei diritti umani e le riforme economiche sono rimasti
elementi prioritari della politica dell’UE nei confronti dell’Africa. A sostegno delle
organizzazioni regionali pertinenti, l’UE si è sforzata di trovare soluzioni ai problemi politici di determinati paesi (Guinea, Guinea-Bissau, Madagascar, Zimbabwe) a
norma dell’articolo 96 della convenzione di Cotonou. L’UE ha sostenuto il trasferimento costituzionale dei poteri in Etiopia e in Malawi e ha fornito assistenza ai
processi elettorali in diversi paesi tra cui il Ghana, il Senegal e la Sierra Leone.
La stretta cooperazione con l’Unione africana è parte integrante della strategia
congiunta UE-Africa, che costituisce il quadro generale per la cooperazione tra i
due continenti. Il partenariato strategico è stato consolidato mediante contatti
politici a livello di AR/VP e di altri alti funzionari, contatti regolari tra le due commissioni e una serie di iniziative tematiche concrete a livello politico e tecnico.
Sahel/Mali
Dal 2010, in stretto coordinamento con i governi di Mali, Mauritania e Niger, l’UE
ha preparato e attuato la strategia dell’UE per la sicurezza e lo sviluppo nel Sahel,
con l’obiettivo di promuovere contemporaneamente la sicurezza, il buon governo
e lo sviluppo a livello locale, nazionale e regionale.
La crisi verificatasi in Mali nel 2012 ha sottolineato l’importanza di questo approccio globale. Per la pace e lo sviluppo in tutto il Sahel si rende necessaria una
soluzione duratura alla crisi politica e di sicurezza in Mali. Devono essere tuttavia
affrontati anche i problemi di sicurezza e di sviluppo in tutto il Sahel, compreso il
Mali.
Nel 2012 in particolare l’UE ha accelerato l’attuazione della strategia in Mauritania e Niger. In Niger è stata avviata nel mese di luglio una nuova missione dell’UE
(EUCAP SAHEL) per addestrare le forze di sicurezza interna e rafforzare il coordinamento con il Mali e la Mauritania per contrastare le attività criminali, tra cui il
traffico di droga e il terrorismo. Sono stati avviati progetti e ne sono stati programmati altri nel settore della sicurezza e su altre dimensioni della strategia, tra
cui la lotta contro la radicalizzazione.
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L’Unione europea è determinata a dare un contributo sostanziale alla ricostruzione, alla stabilizzazione e alla costruzione di una pace duratura in Mali, in particolare nel nord. Nel breve termine l’UE si è impegnata a soddisfare la richiesta ufficiale avanzata dal governo del Mali di contribuire a modernizzare e formare le
forze di difesa del paese, sotto un controllo civile legittimo. Questa missione di
formazione dell’UE affronterà anche la necessità di contribuire a ripristinare la
catena di comando, generare una minaccia credibile di uso della forza nonché
promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario da parte dei militari.
L’UE si è altresì impegnata a contribuire finanziariamente a una missione di sostegno internazionale in Mali a conduzione africana.
Questo impegno dell’UE rientra nell’ambito di un sostegno politico globale per il
ripristino dell’autorità dello Stato, la transizione politica, la riunificazione e la
stabilità in Mali.
Crisi alimentare nel Sahel
La grave crisi alimentare e nutrizionale nel Sahel colpisce 18 milioni di persone,
di cui 8 milioni (e più di un milione di bambini) considerati seriamente a rischio.
La Commissione europea ha stanziato ulteriori 164,5 milioni di euro per rafforzare e integrare le azioni di sviluppo esistenti in materia di sicurezza alimentare
nella regione. Questo importo va ad aggiungersi ai finanziamenti nel settore della
sicurezza alimentare in Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania, Niger e Senegal, pari
a circa 220 milioni di euro.
STATO DELLA VEGETAZIONE NEL SAHEL AD AGOSTO 2011,
CENTRO COMUNE DI RICERCA
La crisi alimentare nel Sahel del 2012 era dovuta in parte allo scarso rendimento delle
colture in determinate zone del Sahel nel 2011 a causa della siccità.
Mauritania
Mali
Niger
Ciad
Senegal
Burkina Faso
Insufficiente
Mediocre
Paese
Provincia
Normale
Nigeria
Buona
Ottima
Inoltre, nel 2012 l’Unione europea ha annunciato che devono essere profusi ulteriori sforzi per proteggere i mezzi di sostentamento delle persone in ambienti
fragili stanziando 250 milioni di euro per sostenere le attività di recupero immediato nel Corno d’Africa (sostegno della resilienza del Corno d’Africa, SHARE),
mentre 320 milioni di euro sono stati mobilitati per affrontare le cause dell’insicurezza alimentare nel Sahel. Nel giugno 2012 l’UE ha avviato una seconda iniziativa per eliminare in modo sostenibile e permanente la fame e la malnutrizione
nella regione del Sahel attraverso un partenariato globale noto come AGIR-Sahel
(Alliance globale pour l’initiative résilience).
Repubblica democratica del Congo
Nel 2012 la situazione politica e di sicurezza del paese è ridiventata instabile
a causa delle difficoltà successive alle elezioni presidenziali e parlamentari del
28 novembre 2011 e della ripresa del conflitto tra il Kivu e la parte orientale
della Repubblica democratica del Congo (RDC) dopo la sedizione del movimento
M23, separatosi dall’esercito nazionale congolese (FARDC) nel mese di aprile.
La missione di osservazione elettorale dell’UE ha formulato una serie di raccomandazioni al fine di migliorare le prossime fasi dell’attuale ciclo elettorale
(elezioni provinciali e locali), tra cui la riorganizzazione della commissione elettorale nazionale, una riforma conseguita e approvata dal Parlamento della RDC
sempre nel 2012.
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Nella RDC orientale l’UE ha prontamente mobilitato i suoi sforzi e strumenti diplomatici per contenere il conflitto e le sue conseguenze umanitarie. Il 17 settembre
2012 il presidente Van Rompuy ha partecipato a una riunione ad alto livello delle
Nazioni Unite sulla situazione nella RDC orientale, a cui erano presenti anche
Josef Kabila, presidente della RDC e Paul Kagamé, presidente del Ruanda, durante la quale sono state condannate le ribellioni nella RDC e incoraggiate soluzioni
politiche basate sul dialogo. L’AR/VP Ashton ha seguito da vicino la situazione
inviando messaggi chiari ai presidenti della RDC e del Ruanda per chiedere moderazione, incoraggiando al contempo la ricerca di soluzioni. L’AR/VP ha rilasciato
dichiarazioni pubbliche condannando il movimento M23 e i gruppi armati attivi
nella RDC, ma anche ricordando a tutte le parti le loro specifiche responsabilità
nel processo, compresa la necessità di consentire l’accesso umanitario alle popolazioni in pericolo. Le conclusioni del Consiglio sulla situazione nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo (25 giugno, 19 novembre e 10 dicembre) hanno ribadito la necessità di rispettare la sovranità e l’integrità della
RDC, condannando al contempo ogni tipo di sostegno all’M23. È indispensabile
affrontare le cause alla base dei conflitti per facilitare il consenso interno in Kivu
e la ripresa di una dinamica positiva a livello regionale nella regione dei Grandi
laghi.
Asia
Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico/vertice Asia-Europa
L’UE e l’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN) hanno intensificato i rapporti sulla base di un piano d’azione per il periodo 2013-2017 adottato
durante la 19a riunione dei ministri degli affari esteri dell’UE-ASEAN svoltasi in
aprile nel Brunei. L’AR/VP ha partecipato anche alla 19a riunione ministeriale del
Forum regionale dell’ASEAN svoltasi a luglio a Phnom Penh, nel corso della quale
ha anche avuto la possibilità di firmare l’adesione dell’Unione europea al trattato
di amicizia e cooperazione nel Sud-Est asiatico insieme ai dieci ministri degli
esteri dell’ASEAN. La consultazione degli alti funzionari dell’UE-ASEAN sul terrorismo e la criminalità transnazionale svoltasi a Bangkok a settembre 2012 ha
portato ulteriormente avanti il dialogo su questioni riguardanti la sicurezza
comune.
José Manuel Barroso,
presidente della
Commissione europea, al
nono vertice Asia/Europa.
Nel 2012 l’UE ha notevolmente migliorato le sue relazioni con l’Asia. In particolare, il 9º vertice Asia-Europa (ASEM) svoltosi nel 2012 in Laos ha permesso a Europa e Asia di continuare un dialogo interregionale. L’UE sta negoziando ambiziosi
accordi di libero scambio con molti paesi dell’ASEAN: a dicembre si sono conclusi
i negoziati tra l’UE e Singapore su uno degli accordi di libero scambio più ambiziosi mai negoziati dall’Unione. Grazie a questo accordo, le imprese di entrambe
le parti avranno nuove opportunità di fare affari insieme, visto il potenziale che il
mercato in espansione di Singapore offre alle imprese dell’UE che operano nei
settori industriale, agricolo e terziario. Sono inoltre in corso negoziati con Malaysia e Vietnam. Oltre alla liberalizzazione degli scambi di merci, tra gli argomenti
trattati figurano gli appalti pubblici, lo sviluppo sostenibile, i servizi e gli investimenti, la proprietà intellettuale e la concorrenza.
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Iran
L’UE rimane fortemente impegnata nella ricerca di una soluzione diplomatica
negoziata alla questione nucleare iraniana sulla base del trattato di non proliferazione e della piena attuazione di tutte le risoluzioni pertinenti del Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite e del Consiglio dei governatori dell’IAEA. L’AR/VP,
insieme al gruppo E3 + 3 (Cina, Francia, Germania, Regno Unito, Russia e Stati
Uniti), ha continuato a adoperarsi per convincere l’Iran a partecipare a un serio
processo di negoziazione che comprenda, tra l’altro, diverse sessioni di colloqui
da svolgersi nel corso di quest’anno. L’Iran è stato invitato a compiere passi
concreti e pratici per creare fiducia in merito alla natura esclusivamente pacifica
del proprio programma nucleare nonché a ottemperare a tutti gli obblighi internazionali per far fronte alle serie preoccupazioni della comunità internazionale.
Inoltre, l’Iran ha il dovere di cooperare pienamente con l’IAEA per risolvere le
questioni in sospeso, comprese quelle che riguardano possibili dimensioni
militari.
In risposta alle preoccupazioni sul programma nucleare dell’Iran, l’UE applica
sanzioni a quest’ultimo attuando sia le decisioni delle Nazioni Unite sia misure
autonome. In risposta alle rinnovate preoccupazioni suscitate dalla relazione IAEA
del novembre 2011, nel gennaio 2012 il Consiglio ha adottato un nuovo pacchetto di forti sanzioni contro l’Iran, che include il divieto di importare petrolio greggio
e prodotti petroliferi iraniani. In ottobre, in risposta alla sua mancata seria partecipazione ai negoziati, il Consiglio ha deciso di comminare all’Iran un ulteriore
pacchetto di forti sanzioni a riprova del proprio impegno nei confronti della duplice
strategia, che prevede anche l’applicazione di sanzioni.
L’UE ha continuato a esprimere preoccupazione in merito al costante peggioramento della situazione dei diritti umani in Iran, ha condannato l’aumento considerevole delle esecuzioni, che colloca il paese ai primi posti fra gli utilizzatori
della pena capitale nel mondo, e ha deplorato l’assenza di protezione e il mancato
rispetto da parte dell’Iran delle libertà fondamentali dei suoi cittadini, come ad
esempio la libertà di espressione, di riunione e di religione o credo. In tale contesto, l’UE ha condannato la sistematica repressione degli oppositori politici, degli
artisti, dei blogger, dei registi, dei giornalisti, delle donne e delle persone appartenenti a minoranze religiose o etniche. L’Unione ha applicato sanzioni, che sono
state rafforzate nel marzo 2012, nei confronti dei responsabili delle gravi violazioni dei diritti umani nel paese, sostiene il mandato di Ahmed Shaheed, relatore
speciale dell’ONU sulla situazione dei diritti umani in Iran, e auspica la facilitazione della sua visita a Teheran.
Iraq
La firma di un accordo di partenariato e cooperazione con l’Iraq l’11 maggio ha
dato slancio allo sviluppo delle relazioni UE-Iraq. Entrambe le parti si sono impegnate per una sua rapida attuazione sulla base di un’applicazione provvisoria,
anche dell’accordo commerciale, a decorrere dal 1º agosto, consentendo così lo
svolgimento delle prime riunioni congiunte già all’inizio del 2013.
Yemen
L’UE è stata uno dei principali partner internazionali a sostenere il presidente
eletto dello Yemen Abd-Rabbu Mansour Hadi nelle prime fasi di un processo di
transizione delicato e difficoltoso. Il sostegno internazionale rimane essenziale
per l’attribuzione dei poteri al presidente e al governo di transizione e per evitare
l’intensificazione della violenza nel paese.
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Birmania/Myanmar
L’Unione europea ha aperto un nuovo ufficio a Yangon, inaugurato dall’AR/VP il
28 aprile durante la sua visita nel paese, e ha seguito da vicino i recenti sviluppi
politici positivi in Birmania/Myanmar. A febbraio l’Unione europea ha annunciato
un pacchetto eccezionale di azioni di assistenza allo sviluppo per il 2012-2013
per un ammontare di 150 milioni di euro, di cui 96 milioni già impegnati entro
settembre 2012, al fine di migliorare l’accesso della popolazione birmana all’istruzione, alla sanità e ai mezzi di sostentamento, ma anche di potenziare le
capacità di alcuni ministeri chiave. L’UE si adopera attivamente per sostenere il
processo di pace etnica, anche attraverso il sostegno alle popolazioni sradicate
colpite dai conflitti in Myanmar. Durante la sua visita in Birmania/Myanmar del
mese di novembre, il presidente Barroso ha ribadito il sostegno dell’UE alle importanti riforme in corso, annunciando al contempo un contributo di 700 000
euro quale finanziamento iniziale per il Centro di pace in Myanmar.
Stretta di mano tra José
Manuel Barroso, presidente
della Commissione
europea, e Aung San Suu
Kyi, presidente della Lega
nazionale per la
democrazia della Birmania/
Myanmar e vincitrice del
premio Nobel per la pace.
Afghanistan
Le conclusioni del Consiglio del 14 maggio 2012 hanno riaffermato l’impegno a
lungo termine dell’Unione europea e dei suoi Stati membri a sostenere l’Afghanistan durante la transizione e il decennio di trasformazione. Le conferenze internazionali svoltesi a Chicago, Kabul e Tokyo hanno fornito un quadro completo per
il successo della transizione in Afghanistan. Durante la conferenza di Tokyo
svoltasi a luglio, l’UE ha riaffermato il suo impegno a lungo termine per sostenere
l’Afghanistan oltre il 2014. È stato creato un quadro di responsabilità reciproca,
che ha definito i parametri per la prosecuzione del sostegno della comunità internazionale, e sono stati avviati i negoziati dell’accordo di cooperazione per il partenariato e lo sviluppo. Nel 2012 l’UE ha stanziato 190 milioni di euro a sostegno
dei programmi prioritari nazionali per la salute e l’agricoltura e di azioni di protezione sociale che si occupano delle donne a rischio e sottoposte a procedimenti
giudiziari. I programmi sono in linea con la strategia nazionale di sviluppo dell’Afghanistan e la quota dell’assistenza dell’UE «in bilancio» è in progressivo aumento. L’UE sostiene la cooperazione politica tra i paesi vicini dell’Afghanistan nel
quadro del processo di Istanbul, attraverso misure per la creazione di fiducia.
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Pakistan
L’UE continua ad appoggiare lo sviluppo sostenibile delle comunità rurali. Nella
regione montuosa della parte nord-occidentale del paese, la Commissione finanzia l’approvvigionamento di elettricità proveniente dall’energia idroelettrica per
75 000 famiglie che attualmente non vi hanno accesso. La Commissione sostiene
inoltre la capacità dei parlamenti nazionali e provinciali di esercitare un controllo
democratico e offre corsi di formazione e attrezzature ai parlamentari e al personale ausiliario. La Commissione continua ad aiutare i governi provinciali di
Sindh e Khyber Pakhtunkhwa ad attuare le riforme dell’istruzione, al fine di portare più bambini a scuola, aumentare la percentuale di ragazze che la frequentano e migliorare la qualità dell’istruzione. Nel gennaio 2012 il Consiglio ha approvato il piano quinquennale di cooperazione UE-Pakistan, sul quale si fonda il
dialogo strategico avviato dall’AR/VP con il ministro degli esteri Hina Rabbani
Khar durante la sua visita a Islamabad il 5 giugno. Queste iniziative sono state
accolte con favore nelle conclusioni del Consiglio del 25 giugno 2012 come
espressione di un approfondimento e ampliamento delle relazioni dell’UE con il
Pakistan. Le preferenze commerciali autonome d’urgenza per il Pakistan sono
state approvate dall’Unione europea come parte della risposta alle inondazioni
devastanti. Ciò significa che alcune merci dal Pakistan possono entrare nell’UE in
esenzione dai dazi o saranno soggette a determinati massimali (contingenti tariffari). Le misure sono entrate in vigore nel novembre 2012 e resteranno di applicazione fino al 31 dicembre 2013.
Bangladesh
L’UE, che rimane il partner commerciale principale del Bangladesh e uno dei suoi
più importanti partner per lo sviluppo, ha fornito assistenza agli elementi più
vulnerabili della società, compresi i rifugiati e le persone indigene.
Maldive
L’UE ha cercato di favorire un miglior clima politico nelle Maldive dopo il «trasferimento dei poteri» del febbraio 2012.
Corea del Nord
L’assistenza dell’UE è stata incentrata essenzialmente su interventi per collegare
aiuti d’urgenza, ricostruzione e sviluppo nel settore della sicurezza alimentare e
degli aiuti umanitari. Nell’ambito del bilancio 2011-2013 del programma tematico per la sicurezza alimentare, sono stati stanziati 20 milioni di euro per la Corea
del Nord.
Sostegno e cooperazione
dell’UE con il Bangladesh:
Baghjur Pashchhimpara
Shikhon School, Baghjur,
Hobiginj (Shikhon:
alternative di
apprendimento per
bambini vulnerabili).
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Vietnam
L’Unione europea sta discutendo con il governo del Vietnam un nuovo programma
di aiuti a partire dal 2013 per migliorare la gestione del sistema sanitario e la
fornitura di servizi sanitari per i poveri e conseguire una copertura sanitaria universale. In seguito alla firma a luglio di un accordo su un nuovo programma di
cooperazione commerciale ed economica, l’UE ha confermato che intende aiutare
il paese a promuovere la crescita economica a favore dei poveri attraverso la sua
maggiore integrazione nei sistemi commerciali a livello mondiale e regionale.
Questa nuova iniziativa di 15 milioni di euro è la continuazione di un programma
di aiuti di provata efficacia che si è concluso nel mese di giugno.
America latina e Caraibi
FONDAZIONE UE-ALC
La Fondazione UE-ALC ha iniziato la sua attività all’inizio
del 2012 nella città di Amburgo, in Germania. Il suo
presidente è l’ex commissario dell’Unione europea
Benita Ferrero-Waldner, mentre il diplomatico peruviano
Jorge Valdez è il direttore esecutivo.
Olaf Scholz, sindaco di
Amburgo (al centro), dà il
benvenuto a Benita
Ferrero-Waldner,
presidente della
Fondazione UE-America
Latina e Caraibi, e a Jorge
Luis Valdez Carrillo,
direttore esecutivo della
Fondazione, al municipio
di Amburgo (Germania).
Nel 2012 sono stati compiuti ulteriori progressi nell’attuazione dei risultati del
vertice UE-America latina e Caraibi (ALC) svoltosi nel maggio 2010 a Madrid. L’UE
e i partner ALC hanno continuato ad attuare un programma comune, volto in
particolare alla firma degli accordi conclusi a Madrid (accordo di associazione con
l’America centrale e accordo commerciale Colombia/Perù) e alla realizzazione
delle priorità in settori chiave. Nel 2012 sono iniziati i preparativi per il prossimo
vertice, che si terrà a Santiago del Cile nel gennaio 2013 e il cui tema principale,
«Un’alleanza per lo sviluppo sostenibile: promuovere gli investimenti di qualità
sociale e ambientale», riveste una particolare importanza per il partenariato
UE-Comunità degli Stati dell’America latina e dei Caraibi (CELAC).
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Con le sue prestazioni impressionanti in ambito economico, il suo impegno sempre più solido e diffuso a favore dei valori democratici e dei diritti umani e la sua
influenza crescente nelle organizzazioni multilaterali, la regione dell’America latina e dei Caraibi è diventata sempre più importante per l’UE nel corso del 2012.
Tuttavia, le relazioni globali sono state segnate da una tendenza preoccupante
verso pratiche commerciali restrittive, quali le restrizioni sulle licenze di importazione dell’Argentina, che hanno influenzato la dinamica commerciale.
Nel corso del 2012 sono stati compiuti molti progressi importanti: l’accordo di
associazione tra l’UE e l’America centrale è stato firmato nel giugno 2012, lo
stesso mese in cui è stato sottoscritto l’accordo di libero scambio con la Colombia
e il Perù. Un altro fondamentale passo in avanti è stata l’approvazione a novembre, da parte del Consiglio «Affari esteri», della strategia comune UE-Caraibi, un
documento significativo per i rapporti con la sottoregione dei Caraibi.
Nel 2012 sono state approvate diverse azioni di cooperazione a favore dell’America latina, per un totale di circa 365 milioni di euro. Alcune affrontano le questioni
legate allo sviluppo umano per il Brasile, il Guatemala e il Nicaragua. Altre coprono aspetti legati alla coesione sociale, come in Messico e Uruguay, e altre ancora
mirano al miglioramento del clima imprenditoriale e allo sviluppo economico
della regione, come in Nicaragua e Perù. Inoltre, sono state sostenute anche
azioni riguardanti l’adattamento ai cambiamenti climatici e la salvaguardia delle
risorse naturali, come in Bolivia e in Honduras.
Il Fondo investimenti per l’America latina (LAIF), che promuove gli investimenti
nelle infrastrutture chiave per uno sviluppo socio-economico equo e sostenibile,
ha continuato a funzionare con buoni risultati. Sono state organizzate sei riunioni
operative che hanno approvato 17 progetti e concesso un’approvazione provvisoria a due, con un contributo totale LAIF di 92,8 milioni di euro che ha mobilitato
investimenti pari complessivamente a circa 3,3 miliardi di euro.
Nel complesso l’UE è stata molto attiva nella promozione dello Stato di diritto e
del buon governo nella regione. La sicurezza ha continuato a essere una delle
principali priorità del programma dell’UE per la regione ALC. Una nuova strategia
regionale per l’America centrale in materia di sicurezza, che prevede un follow-up
da parte dell’UE, è stata adottata attraverso il meccanismo del «gruppo di amici»,
che riunisce tutti i donatori attivi nel settore. L’UE sosterrà alcuni pilastri di questa
strategia regionale attraverso la sua cooperazione regionale con l’America
centrale.
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Il proseguimento e il rafforzamento del dialogo politico con la regione rimangono
obiettivi prioritari. L’Unione europea e i paesi dei Caraibi hanno lavorato insieme
su una strategia regionale congiunta, che rafforzerà la dimensione politica delle
loro relazioni, oltre alla cooperazione in materia di commercio e sviluppo. La
Commissione europea sostiene ampiamente il programma di integrazione regionale della Comunità dei Caraibi (Caricom) e l’impegno del Forum dei Caraibi
(Cariforum) nei confronti dell’accordo di partenariato economico con l’Unione
europea, che disciplina la cooperazione fra le due regioni su una vasta gamma di
questioni connesse al commercio.
Ricostruzione degli alloggi e pianificazione urbana a Haiti
Haiti continua a essere il paese più povero dei Caraibi. La sua situazione, già
complessa prima del terremoto del 2010, è diventata molto più difficile in
seguito alla calamità, con numerosi problemi dal punto di vista delle infrastrutture, nonché in ambito sociale e politico. In linea con le priorità delle
autorità haitiane, l’assistenza allo sviluppo dell’Unione europea e degli Stati
membri si concentra sulle seguenti aree: infrastrutture, acqua e servizi igienico-sanitari, istruzione, salute, governance, agricoltura e sviluppo rurale. Nel
2012 è stata rivolta particolare attenzione al sostegno agli alloggi e allo
sviluppo urbano sostenibile nei quartieri informali colpiti dal terremoto.
23,5 milioni di euro supplementari sono stati destinati a un programma in
corso che prevede il sostegno al recupero degli alloggi, alle infrastrutture
urbane e alla capacità delle amministrazioni locali in termini di pianificazione
territoriale, riduzione del rischio di catastrofi e gestione del territorio. Questo
programma, i cui finanziamenti ammontano a 59,4 milioni di euro, contribuirà alla transizione dal soccorso d’emergenza al ripristino e allo sviluppo.
U n ’ U ni o ne
eur o pea
pi ù f o rte
nel
181
m o nd o
NOTE
(1) Comunicazione congiunta «Partenariato orientale: una roadmap fino al
vertice dell’autunno 2013», JOIN(2012) 13.
(2) http://ec.europa.eu/energy/international/bilateral_cooperation/usa_en.htm
(3) http://ec.europa.eu/energy/international/bilateral_cooperation/china/
china_en.htm
(4) http://ec.europa.eu/energy/international/bilateral_cooperation/india_en.htm
(5) http://register.consilium.europa.eu/pdf/it/12/st11/st11855.it12.pdf
(6) Comunicazione congiunta «Diritti umani e democrazia al centro dell’azione
esterna dell’Unione europea — Verso un approccio più efficace»,
COM(2011) 886.
(7) http://www.aideffectiveness.org/busanhlf4/images/stories/hlf4/
OUTCOME_DOCUMENT_-_FINAL_EN.pdf
(8) http://europa.eu/rapid/press-release_IP-12-1342_it.htm
(9) http://ec.europa.eu/enlargement/countries/strategy-and-progress-report/
index_en.htm
(10) Comunicazione della Commissione relativa alle principali conclusioni della
relazione globale di controllo sul grado di preparazione della Croazia in vista
dell’adesione all’UE, COM(2012) 601.
(11)Comunicazione della Commissione «Parere della Commissione sulla
domanda di adesione dell’Albania all’Unione europea», COM(2010) 680.
(12) Tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in
linea con la risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite e con il parere della Corte internazionale di giustizia sulla dichiarazione
di indipendenza del Kosovo.
(13) Comunicazione della Commissione «Potenziare l’impatto della politica di
sviluppo dell’Unione europea: un programma di cambiamento»,
COM(2011) 637.
(14) Conclusioni del Consiglio «Affari esteri» del 14 maggio 2012 (http://register.
consilium.europa.eu/pdf/it/12/st09/st09369.it12.pdf).
(15) Comunicazione congiunta «Ruolo mondiale dell’Europa: un nuovo approccio
al finanziamento dell’azione esterna dell’UE», COM(2011) 865.
(16)Comunicazione della Commissione «Il futuro approccio al sostegno
dell’Unione europea al bilancio dei paesi terzi», COM(2011) 638.
(17) Comunicazione della Commissione «La protezione sociale nella cooperazione
allo sviluppo dell’Unione europea», COM(2012) 446.
(18) Proposta di regolamento che istituisce il corpo volontario europeo di aiuto
umanitario EU Aid Volunteers, COM(2012) 514.
(19)Conclusioni del Consiglio «Trasporti, telecomunicazioni ed energia» del
20 dicembre 2012 (http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/
pressdata/en/trans/134523.pdf).
(20) Comunicazione della Commissione «Le relazioni dell’Unione europea con il
Principato di Andorra, il Principato di Monaco e la Repubblica di San Marino.
Opzioni per una maggiore integrazione nell’Unione», COM(2012) 680.
(21) Comunicazione congiunta «Definire una politica dell’Unione europea per
la regione artica: progressi compiuti dal 2008 e prossime tappe»,
JOIN(2012) 19.
CREDITI FOTOGRAFICI
Antoine Lemasson/Unione europea, pagina 138
Associated Press/Reporters, pagina 176
DPA/Reporters, pagina 178
Evaristo Sa/AFP, pagina 152
iStockphoto.com/santirf, pagina 165
iStockphoto.com/Valery Shanin, pagina 163
National Disaster Management Office, Solomon Islands, pagina 156
Paul J. Richards/AFP, pagina 154
Reporters/Beatrice Petit, pagina 160
Theo Schneider/Demotix/Corbis, pagina 139
Unione europea, pagine 142, 144, 145, 146, 147, 148, 150, 151, 155, 162, 169, 170, 174, 177
2009
Schede con il voto «Sì» a Dublino, durante lo
spoglio delle schede del secondo referendum svolto
in Irlanda sul trattato di Lisbona.
2012
Sessione plenaria del Parlamento
europeo a Strasburgo.
CAPITOLO 6
Le istituzioni
e gli organismi europei
al lavoro
Le istituzioni e gli organismi europei al lavoro
Decisioni della Corte che hanno fatto giurisprudenza
Ruolo europeo dei parlamenti nazionali
RELAZIONE GENERALE 2012
C apitolo 6
L e i s tituzi o ni e gli o rgani s mi eur o pei al lav o r o
Le istituzioni dell’Unione si sono completamente dedicate a coordinare
la risposta alla crisi finanziaria ed economica. Nonostante le questioni
problematiche da esaminare e le decisioni delicate da adottare, le rispettive
istituzioni hanno risposto alle aspettative proponendo soluzioni globali
a problemi estremamente complessi. Le decisioni adottate, le proposte
presentate, i pareri formulati e la legislazione promulgata dimostrano che sono
state avviate riforme decisive per fronteggiare la crisi e fornire una solida base
per la ripresa. In aggiunta al notevole carico di lavoro in ambito finanziario ed
economico, le istituzioni e gli organismi hanno altresì intrapreso numerose altre
attività nell’interesse dei cittadini dell’Unione e del resto del mondo. Anche il
ruolo svolto dai parlamenti nazionali nell’esercizio del nuovo mandato conferito
loro dal trattato di Lisbona ha rappresentato un elemento saliente dell’anno.
185
Parlamento europeo
Discussioni prioritarie
Nel terzo anno del suo mandato, il Parlamento europeo ha fatto fronte a un carico
di lavoro intenso, vario e gravoso, rivolgendo particolare attenzione all’attività
legislativa e politica in materia finanziaria ed economica. Gran parte della legislatura è stata dedicata a tali questioni. Tra gli altri dibattiti politici ad alto livello
figurano la tradizionale presentazione del programma di lavoro delle presidenze
di turno (Danimarca e Cipro) e il dibattito sullo stato dell’Unione.
A gennaio si è svolto un dibattito in sessione plenaria sugli sviluppi politici in
Ungheria al quale ha partecipato, su sua richiesta, il primo ministro ungherese
Viktor Orbán. La presidenza del Consiglio e il presidente della Commissione José
Manuel Barroso hanno rilasciato dichiarazioni attentamente ponderate che hanno
posto l’accento, in particolare, sulla questione della compatibilità di parte della
legislazione ungherese con il diritto dell’UE, insistendo inoltre sulla necessità di
un maggiore rispetto dei valori e dei diritti fondamentali. La plenaria di febbraio
ha adottato una nuova risoluzione in cui si esprime «grave preoccupazione per la
situazione in Ungheria» e ha invitato il governo ungherese, «nell’interesse comune
dei cittadini ungheresi e dell’Unione europea», a rispettare le raccomandazioni, le
obiezioni e le richieste della Commissione europea, del Consiglio d’Europa e della
commissione di Venezia (commissione europea per la democrazia attraverso il
diritto). La Commissione è stata invitata a monitorare attentamente le possibili
modifiche e l’attuazione delle leggi ungheresi e la loro conformità alla lettera e
allo spirito dei trattati europei, nonché a effettuare uno studio approfondito su
una serie di principi e settori fondamentali.
La seconda metà dell’anno è iniziata con un dibattito analogo inteso a riesaminare la situazione politica in Romania. La Commissione ha sottolineato la propria
imparzialità in qualità di custode dei trattati, rilevando al tempo stesso la necessità di sorvegliare i sistemi giudiziari in tutti gli Stati membri.
Il Parlamento ha tenuto inoltre un dibatto specifico in sessione plenaria sulla
questione del sito Internet attivato dal partito olandese PVV, esprimendo una
condanna quasi unanime.
Infine, gli sviluppi in seno al Consiglio hanno messo sotto pressione la presidenza
danese alla fine del suo mandato, giacché l’istituzione ha deciso di modificare la
base giuridica del pacchetto Schengen. Tenuto conto della fondamentale importanza assunta dalla questione Schengen, a luglio il Parlamento ha organizzato un
nuovo dibattito sulle numerose violazioni delle norme Schengen (11 casi citati
dalla Commissione) per evidenziare la necessità di un meccanismo dell’UE basato
sul metodo comunitario.
Uno degli avvenimenti più significativi dell’anno è stato il rigetto, a luglio, dell’accordo anti-contraffazione commerciale (ACTA) da parte del Parlamento. A dicembre la Commissione, che in un primo tempo aveva deciso di deferire l’ACTA alla
Corte di giustizia dell’Unione europea per domandare il suo parere circa la compatibilità di tale accordo con i trattati ai sensi dell’articolo 218, paragrafo 11, del
TFUE, ha deciso di ritirare la richiesta.
Parlamentari europei
votano durante una
sessione plenaria a
Strasburgo.
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Ruolo del Parlamento nella gestione della crisi
economica e finanziaria
Oltre che sugli sviluppi politici, i dibattiti in sessione plenaria si sono concentrati
in particolare sulla crisi economica, sulle strategie di uscita, nonché sui progetti a
più lungo termine intesi a conseguire una maggiore integrazione economica,
monetaria e di bilancio. Il presidente Barroso ha partecipato regolarmente a detti
dibattiti insieme a Olli Rehn, vicepresidente e commissario responsabile per gli
affari economici e monetari e l’euro, e talvolta al presidente del Consiglio europeo
Herman Van Rompuy. Il presidente Barroso ha periodicamente aggiornato il Parlamento in merito ai piani e alle proposte concrete della Commissione per far
fronte alla crisi (ivi compresa la presentazione delle comunicazioni della Commissione riguardanti il pacchetto occupazione e la crescita per la Grecia, nonché
dell’analisi annuale della crescita per il 2013 e del piano per un’unione economica
e monetaria autentica e approfondita) e ha più volte sostenuto la necessità di
associare la stabilità finanziaria e il risanamento di bilancio alla crescita sostenibile e alla creazione di posti di lavoro. In particolare, ha insistito sul metodo comunitario, ha fermamente respinto qualsiasi discussione controversa su «vincitori
e vinti» e a maggio ha suggerito al Parlamento la conclusione di un accordo interistituzionale sull’iniziativa per la crescita. Nel corso dell’anno è emerso che,
sebbene le questioni relative alla governance sistemica continuassero a destare
grande interesse, veniva prestata sempre maggiore attenzione anche alle conseguenze della crisi; i capigruppo e gli altri deputati hanno ribadito sempre più
spesso la necessità di fronteggiare urgentemente la crescente crisi sociale.
Herman Van Rompuy,
presidente del Consiglio
europeo, e José Manuel
Barroso, presidente della
Commissione europea,
partecipano alla riunione
della conferenza dei
presidenti sui risultati del
Consiglio europeo del 13 e
14 dicembre 2012.
Nella seconda metà dell’anno, sulla base del discorso sullo stato dell’Unione del
presidente Barroso e dei successivi documenti chiave presentati dalla Commissione (proposta sull’unione bancaria e sul meccanismo di vigilanza unico, piano
per un’unione economica e monetaria), ma anche in risposta alla relazione dei
quattro presidenti e ai pareri d’iniziativa, l’attenzione del Parlamento si è progressivamente spostata verso le questioni strategiche e strutturali della futura architettura dell’UEM/UE. Nel corso delle deliberazioni, il Parlamento si è concentrato
sulla necessità di rafforzare la legittimità democratica della governance economica, estendendo i poteri del Parlamento europeo. La Grecia è stata al centro dei
dibattiti, nel corso dei quali i leader istituzionali e altre personalità hanno ripetutamente difeso la causa della solidarietà verso il paese e il suo popolo, sottolineando nel contempo quanto sia importante che la Grecia e altri paesi rispettino i
propri impegni.
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187
A febbraio ha avuto luogo un dibattito con il primo ministro Mario Monti, che ha
ricevuto una standing ovation dai deputati. Il suo discorso sulle riforme economiche in Italia è stato accolto favorevolmente e i leader dei gruppi politici lo hanno
elogiato per aver rilanciato l’economia italiana e attuato la disciplina di bilancio.
Si sono svolti altri dibattiti specifici su varie questioni strettamente legate alla
risposta dell’UE alla crisi; tra questi figurano il semestre europeo e l’attuazione
del suo ciclo 2012, l’analisi annuale della crescita (la risoluzione del Parlamento
ha chiesto maggiori sforzi in materia di crescita, occupazione e povertà, nonché
l’impegno degli Stati membri ad attuare le proprie riforme strutturali; i relatori del
Parlamento hanno altresì esortato la Commissione a riferire in merito all’attuazione delle raccomandazioni da parte degli Stati membri), la crescita, l’unione
bancaria, la «deroga crisi» del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, la riprogrammazione dei fondi strutturali per combattere più efficacemente la
disoccupazione giovanile e offrire un maggiore sostegno alle PMI, la lotta alla
frode e all’evasione fiscale e l’iniziativa «Opportunità per i giovani». Nel corso
dell’anno il Parlamento ha adottato varie importanti risoluzioni sugli sviluppi
economici e monetari.
Si sono compiuti inoltre notevoli sforzi per raggiungere un accordo su vari fascicoli/pacchetti legislativi fondamentali connessi alla governance economica. Questi comprendevano il pacchetto sulla governance economica («two-pack»), le
proposte CRD IV sui requisiti patrimoniali e l’unione bancaria/meccanismo di vigilanza unico.
Discorso 2012 sullo stato dell’Unione
Nel mese di settembre il presidente della Commissione europea ha pronunciato il
suo discorso annuale sullo stato dell’Unione al Parlamento europeo, presentando
argomenti convincenti a favore di una nuova direzione e di un nuovo pensiero per
l’Europa. Il presidente Barroso ha illustrato il percorso verso un’Europa più unita
per superare la crisi e mantenere la sovranità in un mondo globalizzato. Questi
sforzi devono far parte di un patto decisivo più ampio per l’Europa, per proiettare
nel futuro di un mondo globalizzato i nostri valori, la nostra libertà e la nostra
prosperità, compreso il completamento di un’unione economica profonda e autentica, associata a un’unione politica più profonda.
José Manuel Barroso,
presidente della
Commissione europea, si
rivolge al Parlamento
europeo a Strasburgo
durante la discussione
sullo stato dell’Unione.
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In tale contesto, il presidente ha esortato a creare una federazione di Stati nazione e ha annunciato un programma per approfondire l’unione economica e monetaria. L’adozione, lo stesso giorno, di una proposta della Commissione intesa a
istituire un meccanismo di vigilanza per le banche nella zona euro ha rappresentato un passo importante in questa direzione. Il presidente Barroso ha inoltre insistito sulla necessità di raggiungere un accordo adeguato sul quadro finanziario
pluriennale per il periodo 2014-2020.
Ha inoltre sottolineato l’importanza di rafforzare il ruolo del Parlamento europeo
e la necessità di promuovere la complementarità e la cooperazione tra il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali. In tale contesto, ha fatto riferimento alla
proposta tesa a rafforzare lo statuto dei partiti politici europei presentata lo
stesso giorno dalla Commissione (1). In vista delle elezioni europee del 2014, ha
suggerito a tutti i partiti politici europei di presentare il proprio candidato alla
carica di presidente della Commissione per approfondire il dibattito politico
paneuropeo.
Il presidente ha sottolineato la necessità di garantire la solidarietà e di mantenere
l’integrità dell’Unione incoraggiando vivamente le forze pro-europee ad accettare
la sfida rappresentata dalle forze populiste ed estremiste e a adoperarsi per far
conoscere il reale impatto e i vantaggi dell’integrazione europea. Il dibattito ha
mostrato una netta frattura tra la stragrande maggioranza di forze pro-europee,
che ha accolto positivamente l’ambizioso discorso del presidente e invocato misure analoghe in diversi settori, e una sparuta minoranza che ha rifiutato la ragion
d’essere dell’integrazione europea.
A seguito del discorso sullo stato dell’Unione del presidente Barroso, nell’ottobre
2012 la Commissione ha adottato il suo programma di lavoro per il 2013, indicando misure intese a fronteggiare la crisi e riportare l’Unione europea alla crescita sostenibile. Il programma di lavoro ha delineato le azioni necessarie, comprese 58 nuove iniziative da adottare e realizzare prima delle elezioni europee del
giugno 2014.
Attività legislativa
Il carico di lavoro legislativo è aumentato nel corso dell’anno, rivelandosi estremamente gravoso in autunno.
Sono stati conclusi (con il Consiglio) e approvati dalla plenaria accordi in prima
lettura su una serie di fascicoli particolarmente importanti per la crisi economica
(prestiti obbligazionari, derivati «over-the-counter», strumenti di condivisione dei
rischi per gli Stati membri che incontrano gravi difficoltà in termini di stabilità
finanziaria) o che comportano vantaggi diretti per cittadini e imprese (tariffe di
roaming, successione e certificato successorio europeo, interconnessione dei registri delle imprese, requisiti tecnici per i bonifici e gli addebiti diretti in euro, coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale); normazione europea; efficienza
energetica; farmacovigilanza; norme minime riguardanti i diritti, l’assistenza e la
protezione delle vittime di reato; competenza giurisdizionale, riconoscimento ed
esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale («Bruxelles I»), nonché
l’Anno europeo dei cittadini 2013.
Tra gli elementi salienti delle attività legislative dell’anno figura l’adozione a dicembre, in seguito a lunghi negoziati, del pacchetto sul brevetto europeo.
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È stato possibile adottare alcuni fascicoli in una fase successiva dell’iter legislativo; sono stati conclusi tempestivamente accordi in seconda lettura, tra cui quelli
riguardanti la politica in materia di spettro radio, la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti, il Fondo europeo per i rifugiati e lo spazio unico ferroviario
europeo. I fascicoli della commissione «Ambiente, sanità pubblica e sicurezza
alimentare» relativi ai rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche
(RAEE) e ai biocidi sono stati oggetto di accordi in seconda lettura dopo lunghi
negoziati e solo in seguito ad alcune dichiarazioni in cui la Commissione avanzava
chiare riserve su determinati punti istituzionali importanti. In alcuni casi il Parlamento ha preferito adottare una posizione in prima lettura, inviando pertanto un
forte segnale al Consiglio, ad esempio in merito al pacchetto relativo all’allineamento al trattato di Lisbona e alla proposta sui sistemi di garanzia dei depositi.
Nel quadro della procedura di consultazione, il Parlamento ha tra l’altro adottato
a larga maggioranza la sua posizione in merito alla proposta relativa alla base
imponibile comune consolidata per le società (CCCTB).
Sempre nell’ambito della procedura di consultazione, la plenaria ha adottato a
stragrande maggioranza una relazione e una risoluzione legislativa concernenti
un sistema comune d’imposta sulle transazioni finanziarie, invitando a utilizzare
parte del gettito proveniente da una futura imposta sulle transazioni finanziarie
come risorse proprie dell’Unione europea.
L’accordo politico tra il Parlamento e il Consiglio su due strumenti in materia di
asilo, il regolamento di Dublino e la direttiva «accoglienza», ha rappresentato un
importante passo verso l’istituzione del sistema di asilo comune europeo.
L’assemblea ha respinto una serie di iniziative:
la proposta in materia di assistenza a terra inserita nel «pacchetto aeroporti»,
volta a portare da due a tre il numero di prestatori di una serie di servizi, è
stata oggetto di forti pressioni e rinviata dalla plenaria alla commissione
«Trasporti e turismo» per essere rinegoziata;
nel mese di dicembre la plenaria ha inoltre respinto la proposta della
Commissione relativa alle statistiche europee sulla sicurezza dalla criminalità,
non convinta del valore aggiunto dei 12 milioni di euro di spesa previsti.
Visita annuale alla
Commissione europea di
una delegazione di
presidenti di commissione
del Parlamento europeo.
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Dall’altro lato, sono stati approvati numerosi importanti atti legislativi:
dopo un tentativo precedentemente fallito, ad aprile il Parlamento ha
approvato a vastissima maggioranza il nuovo accordo UE-USA sui dati del
codice di prenotazione (PNR), che sostituirà l’accordo del 2007;
il controverso accordo UE-Marocco relativo a misure di liberalizzazione
reciproche per i prodotti agricoli e i prodotti della pesca è stato approvato in
plenaria al termine di un difficile dibattito.
Analogamente, il Parlamento ha acconsentito, con un’esigua maggioranza, alla
conclusione dell’accordo UE-Israele sulla valutazione della conformità e l’accettazione dei prodotti industriali.
Relazioni/discussioni non legislative/d’iniziativa
Al di là dei dibattiti politici, economici e legislativi evidenziati in precedenza, il
Parlamento si è dimostrato molto attivo anche su questioni d’attualità per l’Unione e per il mondo. Di conseguenza, hanno avuto luogo anche numerose discussioni non legislative, che hanno offerto al Parlamento l’opportunità di pronunciarsi
su varie questioni.
Tra le questioni discusse nelle diverse modalità figurano: la conferenza di Durban
sul cambiamento climatico e la conferenza Rio + 20; la situazione a un anno dal
disastro di Fukushima; la situazione dei senzatetto in seguito al freddo invernale;
la questione degli immigrati in Grecia; la certezza giuridica degli investimenti
europei al di fuori dell’Unione europea; le misure intese a proteggere il mercato
UE dalle importazioni a prezzo anormalmente basso di merci di origine cinese,
segnatamente i pannelli fotovoltaici; il futuro del mercato unico (e del relativo
atto) e le 20 principali preoccupazioni delle aziende e dei cittadini in merito al
funzionamento del mercato unico; la competitività delle PMI e l’accesso al finanziamento e ai mercati esteri; la ristrutturazione dell’industria automobilistica
europea e il futuro dell’industria siderurgica dell’UE; i pagamenti tramite carte,
Internet e telefono cellulare; il sistema bancario ombra; l’iniziativa per l’imprenditoria sociale; la situazione dei produttori di latte europei; la gestione del settore
dello zucchero; la filiera alimentare e la definizione degli alimenti «di produzione
locale»; la strategia 2020 dell’UE sulla biodiversità; la lotta all’omofobia; l’esenzione dal visto per tutti i cittadini dell’UE che si recano in Canada e l’introduzione
dei contingenti svizzeri per i permessi di soggiorno rilasciati ai cittadini dell’UE; la
revisione del quadro normativo in materia di protezione dei dati; le protesi mammarie al gel di silicone difettose; i diritti acquisiti dei passeggeri aerei e la tutela
dei minori nel mondo digitale. Va ricordata altresì la lunga e accesa discussione
sul gas di scisto.
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In alcuni casi il Parlamento ha reagito a questioni già all’esame della Commissione (quali la fattibilità dell’introduzione di stability bond, la legge applicabile alle
obbligazioni contrattuali, la tratta di esseri umani) e in diversi casi ha esortato la
Commissione a intensificare la sua azione e a proporre, se del caso, misure legislative. Alcuni esempi significativi sono stati l’invito a presentare una proposta
(nell’ambito della direttiva 2007/46/CE) al fine di garantire la diffusione obbligatoria di un sistema eCall pubblico e basato sul 112 in tutti i nuovi veicoli omologati
e in tutti gli Stati membri entro il 2015, e l’invito a presentare (ove lo giustifichi
una valutazione d’impatto) entro gennaio 2013, a norma dell’articolo 114 del
TFUE, una proposta di direttiva che garantisca l’accesso ai servizi di pagamento
di base per tutti i consumatori legalmente residenti nell’Unione.
Messaggi forti e idee innovative sono stati altresì formulati in numerose altre
relazioni, ad esempio «Un mercato unico digitale competitivo» (con l’eGovernment
come fattore trainante), «Parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e
quelli di sesso femminile», «Pannello di controllo del mercato unico», «Il futuro del
mercato unico» e la «Relazione 2010 sulla cittadinanza dell’Unione: eliminare gli
ostacoli all’esercizio dei diritti dei cittadini dell’Unione», in cui viene annunciato
l’Anno europeo dei cittadini 2013.
Affari esteri
Nel settore degli affari esteri, il Parlamento ha discusso numerosissime questioni
d’attualità, quale la situazione in Medio Oriente e nel Nordafrica. Le discussioni si
sono incentrate in particolare sulla Siria, sul programma nucleare dell’Iran, sui
conflitti nel Mali settentrionale e tra il Sudan e il Sud Sudan, nonché sulla situazione dei diritti umani in molte parti del mondo (ivi compresi Azerbaigian, Bielorussia, Egitto, Russia, Tunisia e Ucraina). L’assemblea ha altresì esaminato questioni a più lungo termine e strutturali: relazione annuale sulla politica estera e di
sicurezza comune, politica estera dell’UE nei confronti dei paesi BRICS (Brasile,
Russia, India, Cina e Sud Africa); relazione annuale sui diritti umani. Oltre a discutere le relazioni della Commissione sull’allargamento riguardanti paesi specifici — Albania, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Islanda,
Kosovo (2), Montenegro, Serbia e Turchia —, il Parlamento ha adottato il suo approccio orizzontale alla politica di allargamento dell’UE. Quanto al commercio
estero, la partecipazione rafforzata del Parlamento europeo alla politica commerciale dell’UE, come previsto dal trattato di Lisbona, ha trovato riscontro in un
programma commerciale più intenso. L’accordo anti-contraffazione commerciale
(ACTA) e numerosi altri accordi commerciali, ad esempio con Colombia, Marocco
e Perù, sono stati al centro delle discussioni.
Il legame tra diritti umani e commercio è stato sottolineato con forza nella relazione annuale del Parlamento sui diritti umani, in cui si afferma che tutti gli accordi di libero scambio firmati con paesi non appartenenti all’UE dovrebbero
comprendere clausole volte a promuovere la coesione sociale e a garantire il rispetto delle norme sociali, ambientali e occupazionali e la sana gestione delle
risorse naturali, in particolare terra e acqua.
Quest’anno il premio Sacharov del Parlamento è stato conferito a due attivisti
iraniani, l’avvocato Nasrin Sotoudeh e il regista cinematografico Jafar Panahi,
quale riconoscimento della loro condizione e dei notevoli sforzi compiuti nell’incessante lotta per la dignità umana, le libertà fondamentali e il cambiamento
politico in Iran.
Martin Schulz, presidente
del Parlamento europeo,
durante la cerimonia di
consegna del premio
Sacharov al Parlamento
europeo. La sedia vuota
rappresenta i vincitori
iraniani, l’avvocato Nasrin
Sotoudeh e il regista Jafar
Panahi. I vincitori non
hanno potuto partecipare
personalmente alla
cerimonia perché non
autorizzati a uscire
dall’Iran.
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La fine dell’anno è stata infine caratterizzata dal conferimento del premio Nobel
per la pace 2012 all’Unione europea; a dicembre, al ritorno della delegazione
dell’UE da Oslo, il Parlamento ha organizzato una cerimonia nell’emiciclo, durante
la quale il premio è stato consegnato simbolicamente a 20 cittadini europei precedentemente selezionati.
Sviluppi istituzionali
«Sfido in questo preciso luogo e istante
chiunque creda che sia possibile avere più Europa
con meno parlamentarismo!». Martin Schulz, presidente
del Parlamento europeo, Strasburgo, 17 gennaio 2012.
Martin Schulz, presidente
del Parlamento europeo,
durante una conferenza
stampa a Strasburgo.
Quest’anno il Parlamento è giunto a metà del suo mandato e pertanto all’inizio
dell’anno ha proceduto a una «riorganizzazione», ossia al rinnovamento delle
principali cariche (presidente, vicepresidente, questori, presidenti e vicepresidenti
di commissione). In particolare il Parlamento ha confermato, come previsto,
Martin Schulz come nuovo presidente per il resto della settima legislatura. Il discorso programmatico di Schulz si è incentrato sulla necessità di offrire servizi ai
cittadini europei, garantendo in particolare il futuro delle nuove generazioni, e
sulla difesa del progetto europeo e della sua coerenza istituzionale e procedurale,
compresi la responsabilità democratica e il ruolo del Parlamento europeo stesso.
Il nuovo presidente ha presentato argomenti convincenti a favore del metodo
comunitario e ha promesso di impegnarsi per dare al Parlamento europeo una
voce forte, attribuendogli una posizione centrale nel dibattito, nonché di difendere
i diritti di tutti i deputati, nella speranza di «sorprendere positivamente» i colleghi
che non lo hanno eletto.
L e
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Tra gli sviluppi registrati nel settore istituzionale, possono essere evidenziati i
seguenti.
Durante la tornata di aprile, il Parlamento ha accolto con favore l’arrivo di
dodici deputati osservatori della Croazia. A marzo ha deciso di costituire una
commissione speciale sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio
di denaro.
In maggio, nel quadro della procedura legislativa speciale, il Parlamento ha
adottato un progetto di relazione che illustra i suoi auspici in merito
all’allineamento delle proprie norme sulle commissioni d’inchiesta con le
disposizioni del trattato di Lisbona. La risoluzione legislativa non è stata
votata in vista dei prossimi negoziati con il Consiglio e la Commissione.
A luglio il Parlamento ha tenuto un breve dibattito sull’elaborazione del
programma di lavoro della Commissione per il 2013. Un secondo dibattito si è
svolto a settembre, subito dopo l’adozione del programma da parte della
Commissione. A settembre, come ogni anno, il Parlamento ha adottato una
relazione d’iniziativa sulla relazione annuale della Commissione in materia di
sussidiarietà e proporzionalità. Il testo contiene una serie di raccomandazioni,
ivi comprese alcune «idee innovative», come ad esempio una revisione
dell’accordo interistituzionale del 2003 «Legiferare meglio», una revisione del
calendario attualmente applicato per il controllo del principio di sussidiarietà
da parte dei parlamenti nazionali, nonché una valutazione della necessità di
stabilire criteri a livello di UE per l’applicazione dei principi di sussidiarietà e di
proporzionalità.
La plenaria di novembre ha adottato una risoluzione non legislativa sulle
elezioni al Parlamento europeo previste per il 2014 che, tra l’altro, esorta i
partiti politici europei a nominare candidati alla presidenza della Commissione
e si aspetta che tali candidati svolgano un ruolo guida nell’ambito della
campagna elettorale del Parlamento.
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Il Parlamento europeo ha svolto un ruolo importante nelle varie nomine
istituzionali. A novembre, a scrutinio segreto e con una larga maggioranza, il
Parlamento ha emesso un parere favorevole in merito all’intenzione del
Consiglio di nominare Tonio Borg nuovo commissario responsabile in materia
di salute e politica dei consumatori. Borg si era precedentemente sottoposto a
un’audizione organizzata dalle commissioni parlamentari competenti.
Audizione al Parlamento
europeo di Tonio Borg,
commissario per la salute
e la politica dei
consumatori.
Il Parlamento ha modificato il proprio regolamento interno su diverse questioni
aventi implicazioni interistituzionali. Da notare in particolare la revisione
dell’articolo 70 concernente le norme applicabili ai negoziati interistituzionali
in vista degli accordi in prima lettura e della norma 42 sulle iniziative legislative
ai sensi dell’articolo 225 del TFUE. In entrambi i casi il Parlamento europeo ha
stabilito norme più dettagliate riguardanti la trasparenza e il controllo
democratico del processo (nel primo caso) e la presentazione e l’ammissibilità
delle iniziative e la loro gestione in seno al Parlamento (nel secondo).
La sentenza della Corte di giustizia su Strasburgo
La sentenza della Corte di giustizia in merito al calendario delle tornate del
Parlamento per il 2012 e 2013 è stata annunciata in occasione della plenaria a dicembre. La Corte ha stabilito che gli emendamenti del Parlamento
intesi a raggruppare in un’unica settimana le due sessioni plenarie di ottobre
non erano conformi alle disposizioni dei trattati sulle sedi delle istituzioni. Il
calendario del Parlamento per il 2013 dovrà essere opportunamente
modificato (3).
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Interrogazioni parlamentari
Le interrogazioni, già notevolmente aumentate negli scorsi anni, sono rimaste
numerose nel 2012, con un totale di quasi 12 000 interrogazioni scritte. Per
rendere i lavori della plenaria più interessanti per i deputati e per il pubblico, l’«ora
delle interrogazioni» con la Commissione si è svolta con un nuovo sistema: i deputati hanno presentato spontaneamente a un gruppo di commissari interrogazioni su tematiche decise in precedenza (procedura «catch-the-eye»). Tra le questioni discusse quest’anno figuravano: il settore dei servizi, la direttiva sui servizi
e il rafforzamento della competitività; la crescita e l’occupazione in Europa; il
ruolo dell’UE per contribuire a stimolare la competitività delle economie degli
Stati membri; i diritti in materia di lavoro in un’Europa senza frontiere interne; lo
stato di avanzamento dell’attuazione dell’acquis nel settore del mercato interno
dell’energia e il potenziamento dell’industria europea per la crescita e l’occupazione. Sebbene l’esperienza sia stata complessivamente positiva, il funzionamento del nuovo sistema è in corso di esame.
Bilancio e controllo di bilancio
In merito alla procedura di discarico per l’esercizio 2010, dopo un dibattito consensuale e costruttivo svoltosi a maggio con la partecipazione molto apprezzata
della presidenza danese, il Parlamento ha concesso alla Commissione il discarico
per l’esercizio in questione con un’ampia maggioranza. La Commissione ha accolto con favore la posizione del Parlamento sottolineando il proprio impegno a rispondere positivamente alle sue richieste. Il Parlamento ha altresì concesso il
discarico ad altre istituzioni e organismi, con l’eccezione del Consiglio e di tre
agenzie: l’Agenzia europea per i medicinali (EMA), l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA). A novembre il
Parlamento ha deciso di concedere il discarico all’EMA e all’EFSA, ma ha rifiutato
di concederlo al Consiglio, deplorando l’atteggiamento di quest’ultimo che, a suo
avviso, ostacolava il controllo democratico, nonché la trasparenza e la responsabilità nei confronti dei contribuenti dell’Unione.
Quanto all’esercizio 2011, la sessione plenaria di novembre ha avviato il nuovo
ciclo di discarico, con la presentazione della relazione annuale della Corte dei
conti per il 2011 da parte del presidente Vítor Manuel da Silva Caldeira.
Il Parlamento ha tenuto una serie di dibattiti sul bilancio annuale 2013 conformemente alle diversi fasi della procedura di bilancio.
A febbraio il Parlamento ha adottato a stragrande maggioranza gli orientamenti
per il bilancio 2013 (sezioni diverse dalla Commissione), chiedendo di
congelare i bilanci amministrativi dell’istituzione al tasso dell’inflazione
prevista. A luglio la plenaria ha discusso e adottato con un’ampia maggioranza
il mandato del Parlamento per il bilancio 2013. Si è delineato un consenso
generale tra i principali gruppi sul fatto che il bilancio dell’UE costituisce un
bilancio per gli investimenti e rappresenta lo strumento più efficace dell’Unione
per sostenere le misure destinate ad aumentare la crescita e l’occupazione.
Ad aprile la plenaria ha votato a stragrande maggioranza il progetto di bilancio
rettificativo n. 1/2012, che rispecchiava l’accordo concluso con il Consiglio nel
dicembre 2011 sulle necessità di finanziamento aggiuntive del progetto ITER
per gli anni 2012 e 2013.
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Inoltre, e a conferma del mandato, a ottobre la plenaria ha adottato la propria
posizione in vista della prossima procedura di conciliazione. Il Parlamento ha
approvato nel complesso il progetto di bilancio della Commissione, proponendo
al contempo un aumento delle risorse in alcune sezioni del bilancio connesse
alla crescita e alla creazione di posti di lavoro.
Infine, dopo lunghi e difficili negoziati, a dicembre il Parlamento ha approvato
con un’ampia maggioranza il «pacchetto bilancio», costituito dal bilancio
rettificativo n. 6/2012 e dal bilancio 2013. I deputati di tutti i gruppi hanno
espresso tuttavia profonda preoccupazione per il fatto che il bilancio 2013
sarà chiaramente insufficiente per far fronte al fabbisogno di pagamenti nel
2013 e che la Commissione dovrà presentare nei primi mesi del 2013 un
bilancio rettificativo inteso a coprire gli obblighi finanziari derivanti dall’esercizio
2012.
Inoltre, a ottobre è stato organizzato un dibattito in sessione plenaria sul tema
«Erasmus a rischio», nel corso del quale sono state illustrate più in generale le
preoccupazioni del Parlamento. La grande maggioranza dei deputati si è dichiarata favorevole a colmare il deficit di finanziamento per garantire il futuro del
programma Erasmus e ha invitato il Consiglio a adottare le misure opportune
volte a modificare il bilancio 2012 come proposto dalla Commissione.
In merito al quadro finanziario pluriennale (QFP), vanno segnalati i seguenti
sviluppi.
La plenaria ha tenuto un primo dibattito specifico a giugno. Il Parlamento ha
messo in chiaro che non avrebbe approvato il prossimo QFP a meno che il
pacchetto comprendesse un accordo sulle risorse proprie e diversi elementi di
flessibilità.
A ottobre il Parlamento ha adottato a vastissima maggioranza la sua relazione
intermedia sul prossimo QFP, nonché la sua relazione sulle risorse proprie,
dimostrando in tal modo l’unità dell’assemblea e ribadendo vivamente prima
del Consiglio di novembre la propria posizione — molto simile a quella della
Commissione — contro qualsiasi taglio lineare e generalizzato al QFP e alle
rubriche.
L’esito del Consiglio europeo straordinario dei giorni 22 e 23 novembre è stato
oggetto di uno speciale dibattito in sessione plenaria, svoltosi sotto forma di
conferenza aperta dei presidenti e con la partecipazione del presidente Van
Rompuy, il quale ha riferito in merito al vertice. Se da un lato Van Rompuy ha
chiesto al Parlamento di mostrarsi disponibile al compromesso, il presidente
Barroso ha deplorato il fatto che i capi di Stato o di governo non abbiano
fornito un «resoconto positivo» a favore dell’UE e ha richiamato l’attenzione
sulla contraddizione insita nel conferimento all’Unione e alle sue istituzioni di
un numero sempre più elevato di incarichi, senza tuttavia prevedere i mezzi
finanziari e amministrativi necessari.
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Consiglio europeo
Nel corso di un anno intenso, il Consiglio europeo ha adottato decisioni di ampia
portata e ha fornito risposte tempestive alla rapida evoluzione degli avvenimenti
a livello europeo e internazionale. Nel 2012, sotto la presidenza di Herman Van
Rompuy, rieletto in tale anno, il Consiglio europeo si è riunito sette volte in sessioni formali e straordinarie. In aggiunta, si sono svolte quattro riunioni dei 17
capi di Stato o di governo degli Stati membri della zona euro. Anche i cosiddetti
vertici sull’euro sono stati presieduti dal presidente Van Rompuy.
Le riunioni del Consiglio europeo sono state preparate dal suo presidente in cooperazione con il Consiglio «Affari generali» e il presidente della Commissione. Gli
scambi di opinioni con il Parlamento europeo sono stati assicurati da visite perio­
diche del presidente Van Rompuy, che ha riferito sulle decisioni del Consiglio europeo. Inoltre, il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz si è rivolto al
Consiglio europeo a margine delle sue riunioni.
Il rafforzamento della governance economica dell’UE e la risoluzione della crisi
del debito sovrano, nonché la crescita e l’occupazione, sono stati tra le priorità
all’ordine del giorno del Consiglio europeo nel corso dell’anno. I 27 capi di Stato
o di governo hanno concluso il semestre europeo del 2012 convenendo sulle
pri­o­rità di riforma strutturale e risanamento di bilancio.
È opportuno, in particolare, evidenziare tre questioni: la prima riguarda il patto per
la crescita e l’occupazione adottato in occasione del Consiglio europeo di giugno
2012, che prevede che gli Stati membri e l’Unione europea intraprendano iniziative volte a favorire la ripresa della crescita, degli investimenti e dell’occupazione,
nonché a rendere l’Europa più competitiva. La seconda è la tabella di marcia per
il completamento dell’unione monetaria europea, discussa nelle riunioni di giugno, ottobre e dicembre, sulla base delle relazioni presentate dal presidente del
Consiglio europeo in stretta collaborazione con i presidenti della Commissione,
della Banca centrale europea e dell’Eurogruppo, e del piano della Commissione
per un’unione economica e monetaria autentica e approfondita (per ulteriori
dettagli, cfr. la relativa sezione al capitolo 1).
In terzo luogo, il Consiglio europeo ha esaminato altresì il quadro finanziario
pluriennale per il periodo 2014-2020, in particolare in occasione di una riunione
straordinaria del Consiglio europeo il 22 e il 23 novembre, senza però raggiungere
un accordo.
«Ci vorrà tempo per risolvere la crisi. Non esistono
soluzioni rapide, né formule magiche, ma faremo tutto il
necessario per uscirne». Herman Van Rompuy, presidente
del Consiglio europeo.
Helle Thorning-Schmidt,
primo ministro della
Danimarca, Stato membro
che esercita la presidenza
di turno del Consiglio
dell’UE, Herman van
Rompuy, presidente del
Consiglio europeo, e José
Manuel Barroso, presidente
della Commissione
europea, alla conferenza
stampa dopo il Consiglio
europeo di giugno.
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Consiglio dell’Unione europea
Oltre a esaminare l’adozione della legislazione, lo sviluppo della politica estera e
di sicurezza comune, la conclusione di accordi internazionali e la discussione del
bilancio dell’UE, nel 2012 il Consiglio dell’Unione europea si è concentrato sul
coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, soprattutto in relazione alle nuove disposizioni della governance economica.
Le presidenze di turno del Consiglio per il 2012 sono state esercitate da Danimarca e Cipro, rispettivamente nella prima e seconda metà dell’anno. La presidenza
danese si è concentrata principalmente su un’Europa responsabile, dinamica,
verde e sicura. Le principali priorità della presidenza cipriota sono state un’Europa
più efficiente e sostenibile, un miglior funzionamento dell’economia basata sulla
crescita, un’Europa più vicina ai cittadini, solidale e socialmente coesa e un’Eur­o­
pa inserita nel contesto mondiale, attenta ai propri vicini e ai propri partner.
Jeppe Tranholm-Mikkelsen,
rappresentante
permanente della
Danimarca presso l’UE, e
Andreas Mavroyiannis,
ministro cipriota degli
affari europei, alla
conferenza stampa per
trarre il bilancio e
presentare le rispettive
presidenze del Consiglio.
Nel corso delle due presidenze, il Consiglio si è riunito in nove delle dieci configurazioni possibili (Consiglio «Affari generali», Consiglio «Affari economici e finanziari», Consiglio «Giustizia e affari interni», Consiglio «Occupazione, politica sociale,
salute e consumatori», Consiglio «Competitività», Consiglio «Trasporti, telecomunicazioni ed energia», Consiglio «Agricoltura e pesca», Consiglio «Ambiente»,
Consiglio «Istruzione, gioventù, cultura e sport»). Sotto la presidenza dell’alto
rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il Consiglio si è riunito anche nella sua configurazione «Affari esteri».
Gli ordini del giorno delle diverse configurazioni del Consiglio hanno tenuto conto
di un’ampia gamma di proposte legislative e dibattiti. I punti all’ordine del giorno
hanno rispecchiato, in larga misura, eventi importanti, in Europa e altrove, a cui
l’UE ha dovuto reagire in modo tempestivo, in particolare il rallentamento dell’economia mondiale, la governance economica dell’Unione, la regolamentazione e
la vigilanza finanziarie, l’approfondimento dell’unione monetaria europea, la migrazione e il funzionamento dello spazio Schengen, nonché la protezione dei dati.
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Commissione europea
Nel corso dell’anno, il collegio dei commissari europei si è riunito 44 volte per
adottare decisioni su una serie di questioni attinenti al funzionamento dell’Unione, ivi compresi proposte legislative, gestione di bilancio, avvio di procedimenti di
infrazione, casi di concorrenza e nomine del personale.
La Commissione svolge un ruolo fondamentale nella struttura istituzionale sovranazionale dell’Unione europea. Essa è tenuta innanzitutto a promuovere l’interesse generale dell’Unione assumendo a tal fine iniziative opportune, e si avvale in
particolare del diritto di presentare proposte legislative. Deve garantire l’applicazione dei trattati e la corretta attuazione del diritto dell’Unione, sotto il controllo
della Corte di giustizia dell’Unione europea. A tale riguardo, in veste di «custode
dei trattati», la Commissione può avviare procedure di infrazione contro gli Stati
membri dinanzi alla Corte ove abbia motivo di ritenere che il diritto dell’Unione
non sia stato correttamente applicato. L’istituzione gestisce altresì il bilancio e
sovrintende ai numerosi programmi approvati dal Parlamento e dal Consiglio.
Garantisce inoltre la rappresentanza esterna dell’Unione in determinate
circostanze.
Nel 2012, la Commissione ha proposto 168 atti legislativi: 137 progetti di regolamento e 31 progetti di direttiva. Il collegio ha avviato altresì 699 procedure di
infrazione per sospetta violazione o mancata attuazione del diritto dell’UE.
Sulla base del suo diritto di iniziativa e del suo ruolo centrale nella governance
economica, la Commissione europea si è adoperata per fornire una risposta globale alla crisi finanziaria ed economica. In tale contesto ha insistito sul rispetto
del metodo comunitario e sulla dimostrazione della sua efficacia. Nel corso del
2012 il semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche è stato
l’occasione per impiegare i nuovi strumenti introdotti dal patto di stabilità e di
crescita rafforzato, il cosiddetto «six-pack». La Commissione ha incluso per la
prima volta le conclusioni raggiunte nell’ambito della procedura per gli squilibri
macroeconomici. Il nuovo quadro di governance economica ha infatti notevolmente rafforzato il ruolo della Commissione nella governance della zona euro e
sarà integrato, alla loro adozione, da due nuovi regolamenti sul coordinamento e
sulla sorveglianza di bilancio rafforzati per gli Stati membri della zona euro (il
cosiddetto «two-pack»). In questo più ampio contesto, la Commissione ha ulteriormente potenziato le sue capacità e competenze nel settore della politica
economica e di bilancio.
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Oltre a portare avanti la strategia Europa 2020 per il coordinamento e l’agevolazione delle riforme nazionali, la Commissione ha proposto una serie di iniziative
intese a promuovere la crescita a livello dell’UE. Il pacchetto di dodici misure
fondamentali dell’Atto per il mercato unico, negoziate nel 2012, è stato integrato
dall’Atto per il mercato unico II, proposto in autunno. Inoltre, la Commissione ha
svolto pienamente il proprio ruolo garantendo l’attuazione della legislazione, in
particolare con procedimenti di infrazione in merito alla direttiva sui servizi. La
Commissione ha altresì presentato proposte per una revisione radicale della regolamentazione del settore finanziario. In particolare ha presentato la sua proposta intesa a creare un meccanismo unico di vigilanza bancaria quale ulteriore
elemento costitutivo essenziale di un’unione bancaria, un complemento fondamentale di un’unione economica e monetaria rafforzata.
Nuova identità visiva della
Commissione europea, in
vigore dal 1º febbraio
2012.
Molte delle misure volte a stimolare la crescita, che la Commissione aveva proposto e richiesto come integrazione al risanamento di bilancio in corso, sono state
inserite nel patto per la crescita convenuto dai capi di Stato o di governo in occasione del Consiglio europeo di giugno.
Nel corso dei cambiamenti istituzionali finalizzati a un’unione economica e monetaria autentica, la Commissione si è adoperata strenuamente per garantire
l’integrità del mercato unico e l’unità dell’UE nel suo complesso. La partecipazione
attiva della Commissione alla definizione del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance ha garantito la conformità del trattato al diritto
dell’Unione europea e il suo rispetto del ruolo delle istituzioni europee.
Al di là del breve e del medio termine, a novembre, nel quadro del suo ruolo di
promotore dell’interesse generale dell’Unione, la Commissione ha adottato un
piano per l’UEM che rappresenta il suo contributo a un dibattito più ampio e più
profondo sulla configurazione dell’Unione negli anni futuri. Il piano non si limita a
presentare analisi e suggerimenti concreti ma si spinge oltre l’immediato, cercando di individuare il tipo di Unione politica in grado di sostenere a lungo termine la
credibilità e la sostenibilità dell’UEM e il tipo di strutture democratiche eventualmente necessarie, comprese modifiche del trattato (per ulteriori dettagli, cfr.
capitolo 1).
A livello istituzionale, la Commissione europea ha negoziato con il Consiglio
d’Europa un accordo amministrativo (4) relativo all’utilizzo dell’emblema europeo
(cerchio di dodici stelle gialle su sfondo blu) da parte di terzi (ad esempio, cittadini
e organizzazioni della società civile). Al fine di ridurre gli oneri amministrativi e
rispondere all’esigenza diffusa della società civile di dimostrare la sua vicinanza
all’Unione europea, la richiesta di autorizzazione individuale è stata sostituita da
un’autorizzazione generale al pubblico, associata a un diritto di intervento in caso
di abuso.
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Corte di giustizia dell’Unione europea: alcune
sentenze che hanno fatto giurisprudenza
La Corte di giustizia e il Tribunale hanno adottato sentenze importanti relative a
svariati settori del diritto dell’Unione europea. Le sentenze descritte di seguito
rivestono un particolare interesse generale.
Libera circolazione delle merci: gli articoli 34 TFUE e 36 TFUE non ostano a che
uno Stato membro, in applicazione della normativa penale nazionale, eserciti
azioni penali per concorso in illecita distribuzione di copie di opere tutelate dal
diritto d’autore nel caso in cui copie di siffatte opere siano distribuite al
pubblico sul territorio di tale Stato membro nell’ambito di una vendita,
riguardante specificamente il pubblico di detto Stato, conclusa a partire da un
altro Stato membro ove tali opere non sono tutelate dal diritto d’autore o la
protezione di cui beneficiano le medesime non può essere utilmente opposta
ai terzi (5).
Libertà di stabilimento: gli articoli 49 TFUE e 54 TFUE ostano a una normativa
nazionale che, pur prevedendo per le società di diritto interno la facoltà di
trasformarsi, non consente, in generale, la trasformazione di una società
disciplinata dal diritto di un altro Stato membro in società di diritto nazionale
mediante la costituzione di quest’ultima; nel contesto di una trasformazione
transfrontaliera di una società, lo Stato membro ospitante è legittimato a
determinare il diritto interno relativo a un’operazione di questo tipo e ad
applicare quindi le disposizioni del proprio diritto nazionale relative alle
trasformazioni interne che disciplinano la costituzione e il funzionamento di
una società, come le regole concernenti la preparazione del bilancio e
dell’inventario del patrimonio. Tuttavia, in base ai principi di equivalenza e di
effettività, lo Stato membro ospitante non può rifiutare, per le trasformazioni
transfrontaliere, di ammettere la menzione della società che ha chiesto la
trasformazione in quanto «dante causa», se tale menzione della società dante
causa nel registro delle imprese è prevista per le trasformazioni interne, o
rifiutare di tenere debitamente conto dei documenti che promanano dalle
autorità dello Stato membro d’origine nel corso del procedimento di
registrazione della società (6).
Fiscalità: l’esenzione IVA può essere negata a una società che abbia venduto
prodotti destinati a un altro Stato membro se non dimostra che si trattava di
un’operazione intracomunitaria; per contro, ove detta società presenti tali
prove e abbia agito in buona fede, l’esenzione IVA non può esserle negata
adducendo che l’acquirente non aveva trasportato i prodotti fuori dello Stato
di spedizione (7).
Agricoltura: l’esclusione di un agricoltore dal beneficio dell’aiuto per l’anno a
titolo del quale ha presentato una falsa dichiarazione quanto alla superficie
ammissibile, e la riduzione dell’aiuto cui potrebbe avere diritto a titolo dei tre
anni civili successivi per un importo corrispondente alla differenza tra la
superficie dichiarata e la superficie determinata, non costituiscono sanzioni di
natura penale e pertanto non escludono l’imposizione di una sanzione penale
per gli stessi fatti (8).
Trasporti: ai sensi del regolamento (CE) n. 1008/2008 recante norme comuni
per la prestazione di servizi aerei nella Comunità, il venditore di viaggi aerei
non può includere automaticamente un’assicurazione sull’annullamento del
viaggio aereo al momento della vendita di biglietti aerei su Internet; tale
assicurazione può essere proposta soltanto attraverso un’operazione esplicita
di accettazione («opt-in»), in quanto «supplemento opzionale» (9).
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Ravvicinamento delle legislazioni:
››
proprietà intellettuale e commerciale: ai sensi della direttiva 2000/31/CE
relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della società dell’informazione,
in particolare il commercio elettronico, nel mercato interno, il gestore di
una rete sociale in linea non può essere costretto a predisporre un sistema
di filtraggio generale, riguardante tutti i suoi utenti, per prevenire l’utilizzo
illecito di opere musicali e audiovisive (10);
››
proprietà intellettuale e commerciale: ai sensi della direttiva 91/250/CEE
relativa alla tutela giuridica dei programmi per elaboratore, la funzionalità
di un programma per elaboratore e il linguaggio di programmazione non
possono essere tutelati dal diritto d’autore (11);
››
proprietà intellettuale e commerciale: ai sensi della direttiva 96/9/CE
relativa alla tutela giuridica delle banche di dati, un calendario di incontri
di calcio non può essere tutelato attraverso il diritto d’autore quando la
sua costituzione sia dettata da regole o vincoli che non lasciano alcun
margine alla libertà creativa (12);
››
tutela dei consumatori: ai sensi della direttiva 93/13/CEE concernente le
clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori, uno Stato
membro può prevedere che una clausola contrattuale abusiva dichiarata
nulla in seguito a un ricorso collettivo promosso da un’autorità per la
tutela dei consumatori nei confronti di un professionista non produca
effetti vincolanti per alcun consumatore che abbia stipulato con tale
professionista un contratto al quale si applicano le medesime condizioni
generali (13);
››
tutela dei consumatori: ai sensi del regolamento (CE) n. 1924/2006
relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti
alimentari, un vino non può essere commercializzato e pubblicizzato come
«facilmente digeribile», dal momento che una siffatta indicazione, che
segnala un ridotto tenore di acidità, costituisce un’indicazione sulla salute
vietata per le bevande alcoliche (14).
Politica economica e monetaria: gli articoli 4, paragrafo 3, TUE, l’articolo 13
TUE, l’articolo 2, paragrafo 3, TFUE, l’articolo 3, paragrafo 1, lettera c), e
paragrafo 2, TFUE, gli articoli 119-123 TFUE e gli articoli 125-127 TFUE
nonché il principio generale di tutela giurisdizionale effettiva non ostano alla
conclusione tra gli Stati membri la cui moneta è l’euro del trattato che istituisce
il meccanismo europeo di stabilità del 2 febbraio 2012, né alla sua ratifica da
parte di tali Stati membri (15).
Politica sociale: la direttiva 2003/109/CE relativa allo status dei cittadini di
paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo osta a una normativa
nazionale o regionale, la quale — nell’ambito della distribuzione dei fondi
destinati al sussidio per l’alloggio — riservi ai cittadini di paesi terzi un
trattamento diverso da quello riservato ai cittadini dello Stato membro ove
essi risiedono, a condizione che tale sussidio rientri in una delle tre categorie
assoggettate al principio della parità di trattamento previsto dalla direttiva
relativa ai cittadini di paesi terzi soggiornanti di lungo periodo e costituisca
una prestazione essenziale ai sensi di tale direttiva, circostanze, queste, il cui
accertamento è riservato al giudice nazionale, tenendo conto sia dell’obiettivo
di integrazione perseguito dalla direttiva stessa sia delle disposizioni della
Carta dei diritti fondamentali (16).
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Questioni istituzionali:
››
la Corte di giustizia ha annullato le deliberazioni del Parlamento europeo
relative al calendario delle sessioni 2012 e 2013 con le quali le sessioni
plenarie di ottobre 2012 e ottobre 2013 sono state scisse in due, dato che
le suddette sessioni non possono essere considerate quali singole sessioni
plenarie mensili, in violazione del protocollo n. 6 allegato al trattato
sull’Unione europea e al trattato sul funzionamento dell’Unione europea
nonché del protocollo n. 3 allegato al trattato che istituisce la Comunità
europea dell’energia atomica, che impongono al Parlamento europeo, la
cui sede è fissata a Strasburgo, di riunirsi a Strasburgo in dodici sessioni
plenarie mensili all’anno (17);
››
la Corte di giustizia, annullando parzialmente la sentenza impugnata del
Tribunale, ha stabilito che il regolamento (CE) n. 1049/2001 relativo
all’accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio
e della Commissione, interpretato alla luce del regolamento (CEE)
n. 4064/89 relativo al controllo delle operazioni di concentrazione tra
imprese, conferisce alla Commissione il potere di negare l’accesso a tutti i
documenti controversi attinenti al procedimento di controllo delle
concentrazioni, scambiati tra la Commissione e le parti notificanti e i terzi,
senza procedere previamente a un esame concreto e specifico di tali
documenti. I documenti interni della Commissione, previsti in relazione al
controllo di un’operazione di concentrazione, rientrano nella detta
presunzione generale finché il procedimento di controllo sia pendente o sia
possibile la sua riapertura da parte della Commissione a seguito di
procedimenti giudiziari dinanzi ai tribunali dell’Unione. Tuttavia, la succitata
presunzione generale non esclude il diritto della parte interessata di
dimostrare che sussiste un interesse pubblico prevalente atto a giustificare
la divulgazione dei documenti richiesti (18);
››
la Corte di giustizia, annullando parzialmente la sentenza impugnata del
Tribunale, ha stabilito che la pubblicazione in tre lingue dei bandi di
concorso UE e l’obbligo di sostenere le prove di selezione in una di queste
tre lingue costituiscono una discriminazione fondata sulla lingua; la
limitazione della scelta della seconda lingua di un concorso deve fondarsi
su criteri chiari, oggettivi e prevedibili (19).
Politica estera e di sicurezza comune: le sanzioni adottate dal Consiglio nei
confronti di un paese terzo non possono essere applicate a persone fisiche per
il solo fatto del loro legame familiare con persone collegate ai dirigenti di tale
paese (20).
I membri della Corte
di giustizia.
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Banca centrale europea
In un contesto di concretizzazione dei rischi al ribasso per le prospettive economiche della zona euro, che frenerebbero ulteriormente le pressioni inflazionistiche,
il 5 luglio il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha tagliato i tassi di
interesse di riferimento della BCE di 25 punti base, portando il tasso di interesse
sulle principali operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema a un minimo storico
dello 0,75 %.
Relativamente alle misure di politica monetaria non convenzionali finalizzate al
ripristino del corretto funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, la BCE:
in merito alla modalità di aggiudicazione e alle scadenze delle sue operazioni,
››
ha continuato a fornire ampia liquidità al settore bancario tramite
procedure a tasso fisso con piena aggiudicazione (fixed rate full allotment,
FRFA) in tutte le operazioni di rifinanziamento (almeno) fino a luglio 2013,
ivi comprese le sue operazioni di rifinanziamento principali, operazioni di
rifinanziamento con scadenza speciale della durata di un periodo di
mantenimento e operazioni di rifinanziamento a più lungo termine (ORLT)
a tre mesi (21);
››
ha condotto le sue seconde ORLT della durata di 36 mesi a febbraio 2012,
in modalità FRFA (22);
in merito all’erogazione della liquidità in valute estere,
››
ha continuato, fino a nuova comunicazione, a condurre le sue regolari
operazioni di erogazione di liquidità in dollari USA con scadenze di
approssimativamente una settimana e tre mesi (23);
››
ha stabilito, in collaborazione con la Banca del Canada, la Banca
d’Inghilterra, la Banca del Giappone, la Federal Reserve e la Banca
nazionale svizzera, di estendere la rete temporanea di linee di swap
reciproche fino al 1º febbraio 2014 (24);
in merito ai programmi speciali,
«La BCE è pronta a fare tutto il necessario
per proteggere l’euro. E, credetemi, sarà abbastanza».
Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea,
Londra, 26 giugno 2012.
››
ha continuato a realizzare attivamente il suo programma per il mercato
dei titoli finanziari (securities markets programme, SMP) prima di decidere
di terminarlo a settembre 2012 (il 23 novembre 2012 il programma aveva
raggiunto un totale di 208,5 miliardi di euro, con titoli detenuti fino alla
scadenza);
››
ha stabilito le modalità per effettuare operazioni monetarie definitive sui
mercati secondari dei titoli sovrani, condotte senza limiti quantitativi
ex ante, nel rispetto di condizioni rigorose ed effettive legate a un adeguato
programma dello strumento europeo di stabilità finanziaria/meccanismo
europeo di stabilità (FESF/MES), purché prevedano la possibilità di acquisti
del mercato primario FESF/MES (25).
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La BCE ha inoltre adottato decisioni volte a preservare la base di garanzie collaterali da accettare nelle sue operazioni:
approvando schemi temporanei di crediti aggiuntivi (26);
riducendo la soglia di rating e modificando i requisiti di ammissibilità per
determinati titoli garantiti da attivi (ABS) (27);
sospendendo l’applicazione della soglia minima di rating nel quadro dei
requisiti di ammissibilità delle garanzie ai fini delle operazioni di finanziamento
dell’Eurosistema per tutti gli strumenti di debito negoziabili di cui sia emittente
o garante il governo centrale e, nel caso di crediti concessi al governo centrale
o garantiti dallo stesso, dei paesi ammissibili ai fini delle operazioni monetarie
definitive o che rientrano in un programma UE-FMI e che hanno soddisfatto le
relative condizioni, come risulta dalla valutazione del consiglio direttivo (28);
ampliando l’elenco delle attività ammissibili a essere utilizzate come garanzie
per gli strumenti di debito negoziabili denominati in valute diverse dall’euro,
vale a dire dollari USA, lire sterline e yen giapponesi, ed emessi e detenuti
nella zona euro (29).
Nel settore della cooperazione internazionale, la BCE ha completato due principali
progetti di cooperazione tecnica, con i Balcani occidentali e la Turchia (30) e con la
Banca centrale d’Egitto (31). È stato inoltre firmato un protocollo d’intesa con la
Banca centrale della Repubblica di Turchia (32) nonché con la Banca di
Russia (33).
In merito ai sistemi di pagamento, la BCE ha completato un’importante pietra
miliare nel progetto Target2-Securities (T2S) firmando il contratto quadro T2S
con i depositari centrali di titoli (34).
Relativamente alle banconote, la BCE ha annunciato l’introduzione di una seconda
serie di banconote in euro, la serie «Europa», che sarà immessa in circolazione
gradualmente nel corso di diversi anni, a partire dal taglio da cinque euro nel
maggio 2013 (35).
Mario Draghi, presidente
della Banca centrale
europea, interviene
alla conferenza
sull’investimento globale
svoltasi il 26 luglio 2012
a Londra.
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Corte dei conti europea
Il 6 settembre la Corte dei conti europea ha adottato la sua relazione annuale
sull’esercizio finanziario 2011, presentata al Parlamento europeo il 22 novembre
e al Consiglio dell’Unione europea il 4 dicembre.
La responsabilità della Corte consiste nel presentare al Parlamento europeo e al
Consiglio una dichiarazione in cui attesta l’affidabilità dei conti e la legittimità e
la regolarità delle relative operazioni. La Corte ha svolto l’audit in base ai principi
internazionali di audit e al codice deontologico dell’IFAC e ai principi internazionali
delle istituzioni superiori di controllo dell’Intosai. Tali principi richiedono che la
Corte pianifichi e svolga l’audit per ottenere la garanzia ragionevole che i conti
consolidati dell’Unione europea sono privi di inesattezze rilevanti e che le relative
operazioni sono legittime e regolari.
Vítor Manuel da Silva
Caldeira, presidente della
Corte dei conti europea,
presenta la relazione
annuale 2011 alla
sessione plenaria del
Parlamento europeo a
Strasburgo.
Per quanto attiene all’affidabilità dei conti, la Corte è dell’avviso che i conti consolidati dell’Unione europea rispecchino in modo sostanzialmente corretto la posizione finanziaria dell’Unione al 31 dicembre 2011, nonché i risultati delle sue
operazioni e i flussi di cassa per l’esercizio in questione, conformemente alle disposizioni del regolamento finanziario e alle norme contabili stabilite dal contabile della Commissione.
La Corte ha altresì dichiarato che gli impegni e le entrate su cui erano basati i
conti erano, sotto tutti gli aspetti rilevanti, legittimi e regolari. La Corte ha ritenuto
che i pagamenti alla base dei conti fossero inficiati da un lieve errore materiale
del 3,9 %.
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Comitato economico e sociale europeo
Nel 2012, durante le nove sessioni plenarie, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha espresso 250 pareri, dei quali 50 pareri d’iniziativa e 12 pareri
esplorativi (quattro richiesti dalla Commissione europea e otto dalle presidenze
del Consiglio).
Il CESE ha partecipato attivamente alle discussioni relative all’attuazione della
strategia Europa 2020 nonché al semestre europeo, segnatamente attraverso il
suo gruppo direttivo di Europa 2020. Molte discussioni sono state dedicate alla
crisi finanziaria e alla relativa risposta. Il CESE ha altresì esaminato i principali
risultati strategici dell’Unione, quali una politica agricola comune riformata post2013 e una futura politica di coesione. Il CESE ha inoltre svolto un ruolo attivo
nelle deliberazioni in merito al quadro finanziario pluriennale dopo il 2013. Inoltre,
sono stati al centro del programma del CESE il settore dell’energia, il ruolo delle
PMI e le questioni relative all’occupazione.
Il CESE ha svolto altresì un ruolo attivo durante la conferenza Rio + 20 tenutasi a
giugno 2012, favorendo un ampio dialogo all’interno della società civile e promuovendo il contributo di quest’ultima.
A febbraio del 2012 è stato firmato il nuovo protocollo di cooperazione tra il CESE
e la Commissione europea, che aggiorna il primo protocollo del 2005 a seguito
dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona.
Maroš Šefčovič,
vicepresidente della
Commissione responsabile
per le relazioni
interistituzionali e
l’amministrazione, e
Staffan Nilsson, presidente
del Comitato economico e
sociale europeo, alla
manifestazione «Iniziativa
dei cittadini europei: è ora
di agire!».
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Comitato delle regioni dell’Unione europea
Nel 2012 è stato eletto il nuovo presidente del Comitato delle regioni dell’Unione
europea (CdR) Ramón Luis Valcárcel Siso, che ha iniziato il suo mandato di due
anni e mezzo ad agosto, succedendo a Mercedes Bresso, presidente in carica del
Comitato per il primo mandato di due anni e mezzo.
José Manuel Barroso,
presidente della
Commissione europea,
accompagnato da Ramón
Luis Valcárcel Siso,
presidente del Comitato
delle regioni, e Mercedes
Bresso, primo
vicepresidente, si reca a
una sessione plenaria del
Comitato delle regioni.
Nel 2012, durante le cinque sessioni plenarie, il Comitato delle regioni ha presentato 71 pareri, dei quali cinque pareri d’iniziativa e sette pareri di prospettiva (tre
richiesti dalla Commissione europea e quattro dalle presidenze del Consiglio).
Tramite la piattaforma di monitoraggio di Europa 2020, il CdR ha continuato a
valutare la strategia per la crescita e l’occupazione dal punto di vista delle regioni
e delle città dell’UE. Ha inoltre pubblicato la terza relazione di monitoraggio sulla
strategia Europa 2020 e ha elaborato un «Manuale sulla strategia Europa 2020
per le città e le regioni».
L’evento «Open Days 2012», organizzato congiuntamente dal CdR e dalla Commissione, è stato dedicato a discussioni di ordine generale sulla futura politica di
coesione europea e ha riunito numerosi partecipanti a livello amministrativo e
accademico in centinaia di seminari e workshop; il presidente Barroso ha pronunciato il discorso di apertura. Nel marzo 2012 il presidente della Commissione ha
altresì partecipato a Copenaghen al quinto vertice europeo delle città e delle regioni, incentrato su una pianificazione urbana innovativa volta a promuovere gli
scambi intellettuali, culturali, economici e sociali nel XXI secolo.
Nel 2012 il CdR ha potenziato la sua rete di controllo della sussidiarietà creata
per agevolare lo scambio di informazioni tra le autorità locali e regionali dell’Unione europea in ordine alle varie proposte e ai vari documenti strategici della
Commissione e ha varato la base di dati Regpex, destinata a sostenere la partecipazione delle regioni con poteri legislativi nella fase iniziale della procedura
legislativa dell’UE.
Il nuovo protocollo di cooperazione tra il CdR e la Commissione europea, sottoscritto a febbraio del 2012, aggiorna il primo protocollo del 2005 a seguito
dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona.
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Banca europea per gli investimenti
In quanto banca dell’Unione europea, la Banca europea per gli investimenti (BEI)
è l’unica banca di proprietà dei 27 Stati membri, dei quali rappresenta gli interessi, e opera in stretto contatto con altre istituzioni dell’UE per attuare la politica
dell’UE. La BEI si colloca al primo posto, a livello multilaterale, per il volume di
prestiti assunti ed erogati, fornisce finanziamenti e consulenze per progetti di
investimento sani e sostenibili, che contribuiscono a promuovere gli obiettivi
strategici dell’UE. La BEI attua altresì gli aspetti finanziari delle politiche esterne
e di sviluppo dell’UE.
Il gruppo BEI comprende il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), che si occupa
in particolare di finanziamenti innovativi per le PMI. Le principali attività della BEI
sono i finanziamenti, i prestiti associati alle sovvenzioni dell’UE e l’attività di
consulenza tecnica.
Il gruppo BEI ha svolto un ruolo sempre più incisivo nel promuovere il finanziamento dell’economia nel 2012. Il capitale versato della BEI è stato incrementato
di 10 miliardi di euro per rafforzarne la base e accrescerne la capacità totale di
prestito di 60 miliardi di euro in tre anni, sbloccando in tal modo fino a 180 miliardi di euro di investimenti supplementari, ripartiti su tutta l’Unione europea,
compresi i paesi più vulnerabili. Tale aumento sarà effettivo dall’inizio del 2013.
La fase pilota dell’iniziativa UE-BEI relativa ai prestiti obbligazionari (project
bond), varata a luglio, potrebbe mobilitare investimenti supplementari fino a
4,5 miliardi di euro a favore di progetti pilota riguardanti infrastrutture chiave nei
settori dei trasporti, dell’energia e della banda larga. A seconda dell’esito della
valutazione della fase pilota, il volume di tali strumenti finanziari potrebbe venire
ulteriormente incrementato in tutti i paesi, anche a sostegno del meccanismo per
collegare l’Europa.
Gli Stati membri hanno la possibilità di collaborare con la Commissione, conformemente alle norme e prassi esistenti, per usare parte delle dotazioni provenienti
dai fondi strutturali in modo tale da condividere il rischio di prestito della BEI e
offrire garanzie sui prestiti per sviluppo delle conoscenze e competenze, efficienza delle risorse, infrastrutture strategiche e accesso ai finanziamenti per le PMI. I
fondi strutturali hanno riassegnato risorse a favore della ricerca e dell’innovazione, delle PMI e dell’occupazione giovanile e altri 55 miliardi di euro sono stati
destinati a misure a sostegno della crescita.
José Manuel Barroso,
presidente della
Commissione europea,
riceve Werner Hoyer,
presidente della Banca
europea per gli
investimenti.
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Il Mediatore europeo
La Commissione, in virtù dei suoi poteri e del fatto che molte delle sue decisioni
e proposte hanno un impatto diretto o indiretto sui cittadini, è l’istituzione maggiormente interessata dalle denunce al Mediatore europeo. Nel 2012 il 52 %
delle indagini aperte dal Mediatore europeo ha interessato la Commissione. La
Commissione ha ricevuto 190 nuove richieste di informazioni dal Mediatore e ha
risposto a 308 delle sue interrogazioni, comprese quelle degli anni precedenti
ancora pendenti nel 2012.
Le denunce trasmesse dal Mediatore riguardano diversi settori d’attività, tra cui
accesso ai documenti, casi di violazione presunta, regolamenti relativi all’amministrazione e al personale, concorsi e procedure di selezione, questioni riguardanti
l’aggiudicazione di appalti e sovvenzioni ed esecuzione di contratti. Nel 2012 è
stata inviata al Parlamento europeo una relazione speciale relativa alla Commissione, nello specifico in relazione alla presunta mancanza di una valutazione
d’impatto ambientale nell’ambito dell’ampliamento dell’aeroporto di Vienna.
P. Nikiforos Diamandouros,
il Mediatore europeo.
Le relazioni tra il Mediatore e la Commissione hanno continuato a consolidarsi e
i legami politici e amministrativi si sono rafforzati. A questo riguardo, nel 2012 si
sono svolte diverse riunioni tra il Mediatore europeo P. Nikiforos Diamandouros, il
vicepresidente della Commissione responsabile delle relazioni interistituzionali e
dell’amministrazione Maroš Šefčovič e i direttori generali della Commissione.
Nel 2012 il Mediatore ha pubblicato un opuscolo contenente i principi che disciplinano il servizio pubblico e che devono orientare la condotta dei funzionari
pubblici dell’UE. Detti principi rappresentano un elemento fondamentale della
cultura amministrativa del servizio a cui le istituzioni dell’UE aderiscono e l’iniziativa del Mediatore intende contribuire a instaurare un clima di maggiore fiducia
tra i cittadini e le istituzioni dell’UE. La Commissione ha sostenuto tale iniziativa.
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Agenzie decentrate
Il gruppo di lavoro interistituzionale sulle agenzie decentrate dell’UE, istituito nel
2009 al fine di trovare un terreno comune tra il Parlamento, il Consiglio e la
Commissione sul modo di migliorare il lavoro delle agenzie, ha raggiunto un accordo successivamente approvato dalle tre istituzioni nel luglio 2012.
L’«approccio comune», che rappresenta il primo accordo politico di questo tipo
sulle agenzie decentrate dell’UE, fungerà da programma politico per orientare le
future iniziative orizzontali e la riforma delle singole agenzie dell’UE. Tale impostazione, volta a migliorarne la governance e l’efficienza, contribuirà anche a
garantire loro maggiore trasparenza, responsabilità e legittimità.
L’accordo riguarda oltre 30 agenzie decentrate, situate negli Stati membri, nonché eventuali agenzie decentrate future, mentre non disciplina le tre agenzie
decentrate che operano nel settore della politica estera e di sicurezza, né le sei
agenzie esecutive.
La Commissione ha approvato una tabella di marcia sul seguito a detto accordo,
la quale elenca i risultati concreti e i termini corrispondenti ed evidenzia le iniziative che la Commissione ritiene prioritarie. Essa inoltre indica quando la cooperazione con le agenzie è necessaria/utile e quando le agenzie hanno già iniziato ad
attuare l’approccio comune.
Le agenzie decentrate dell’UE danno lavoro a oltre 7 000 persone e nel 2012
hanno ricevuto un contributo del bilancio dell’UE di 727,5 milioni di euro.
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I parlamenti nazionali e il loro ruolo
sulla scena europea
Nel 2012 il dialogo politico tra la Commissione e i parlamenti nazionali si è confermato un elemento essenziale delle relazioni interistituzionali a livello dell’UE.
Gli scambi, in particolare sulle questioni connesse alla crisi finanziaria e alla governance economica, si sono intensificati a tutti i livelli e hanno rappresentato
uno degli argomenti fondamentali sui quali si è concentrata anche la conferenza
degli organi parlamentari specializzati negli affari dell’unione dei parlamenti
dell’Unione europea (COSAC) in occasione delle sue sedute plenarie di Copenaghen e Nicosia. Il numero di pareri indirizzati dai parlamenti nazionali alla Commissione ha continuato ad aumentare. Nel complesso, nel 2012 i parlamenti
nazionali hanno inviato 623 pareri alla Commissione. Sebbene negli anni passati
il numero di pareri sia notevolmente aumentato, le cifre relative al 2012 sono
state solo leggermente superiori a quelle dell’anno precedente. Tuttavia, come
negli anni precedenti, il 10 % circa di questi pareri è stato motivato e ha indicato
una presunta violazione del principio di sussidiarietà.
Riunione plenaria della
48ª conferenza degli
organi parlamentari
specializzati negli affari
dell’unione dei parlamenti
dell’Unione europea
(COSAC) svoltasi a Nicosia
in ottobre.
Nel 2012, e per la prima volta dall’entrata in vigore del trattato di Lisbona, i
parlamenti nazionali hanno emesso un cosiddetto «cartellino giallo» per quanto
riguarda la proposta di regolamento sull’esercizio del diritto di promuovere azioni
collettive nel quadro della libertà di stabilimento e della libera prestazione dei
servizi (36). Entro il termine di otto settimane, la Commissione ha ricevuto pareri
motivati da 12 camere (37) (pari a 19 voti), che hanno concluso che la proposta
della Commissione non rispettava il principio di sussidiarietà.
La Commissione ha attentamente valutato tali pareri motivati e ha preso atto
dello stato attuale delle discussioni sul progetto di regolamento tra i colegislatori.
In questo contesto, il 12 e il 13 settembre ha comunicato ai colegislatori e ai
parlamenti nazionali l’intenzione di ritirare le proprie proposte.
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Trasparenza
Accesso ai documenti
Le due proposte presentate dalla Commissione europea per quanto riguarda la
revisione del regolamento (CE) n. 1049/2001 (rifusione del regolamento, presentata il 30 aprile 2008, ed estensione del campo di applicazione istituzionale del
regolamento a tutte le istituzioni, organismi, uffici e agenzie dell’Unione europea,
presentata il 21 marzo 2011) sono oggetto di una riflessione interistituzionale. Il
Parlamento europeo ha adottato la propria posizione in merito a entrambe le
proposte alla fine del 2011. Le presidenze danese e cipriota del Consiglio hanno
esaminato diverse opzioni per far proseguire l’iter legislativo al fine di raggiungere un accordo tra le posizioni del Parlamento, del Consiglio e della Commissione.
Registro per la trasparenza
Nel 2011 il Parlamento e la Commissione europea hanno adottato un accordo
interistituzionale per le organizzazioni, le persone giuridiche e i lavoratori autonomi impegnati nell’elaborazione e nell’attuazione delle politiche dell’Unione (38), il
cosiddetto registro dei rappresentanti di interessi. Alla fine di dicembre 2012, il
registro per la trasparenza, gestito da un segretariato congiunto Parlamento/
Commissione, comprendeva circa 5 500 organizzazioni registrate. Sono stati avviati colloqui con il Consiglio al fine di coinvolgerlo eventualmente nel sistema in
una fase successiva.
Archivi storici
Il 16 agosto la Commissione ha adottato una proposta (39) volta a creare una
base solida e duratura per il partenariato tra l’UE e l’Istituto universitario europeo
di Firenze per la gestione degli archivi storici delle istituzioni dell’UE. La proposta,
che intende promuovere la gestione e la consultazione degli archivi storici, tiene
conto dell’emergere degli archivi digitali e digitalizzati.
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NOTE
(1) Proposta di regolamento relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti
politici europei e delle fondazioni politiche europee, COM(2012) 499.
(2) Tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in
linea con la risoluzione 1244 (1999) dell’UNSC e con il parere della Corte
internazionale di giustizia sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.
(3)Sentenza della Corte 13 dicembre 2012, cause riunite C-237/11 e C-238/11,
Francia/Parlamento.
(4) Accordo amministrativo con il Consiglio d’Europa relativo all’utilizzo
dell’emblema europeo da parte di terzi (GU C 271 dell’8.9.2012).
(5)Sentenza della Corte 21 giugno 2012, causa C-5/11, Donner.
(6)Sentenza della Corte 12 luglio 2012, causa C-378/10, VALE Építési.
(7)Sentenza della Corte 6 settembre 2012, causa C-273/11, Mecsek-Gabona.
(8)Sentenza della Corte 5 giugno 2012, causa C-489/10, Bonda.
(9)Sentenza della Corte 19 luglio 2012, causa C-112/11, ebookers.com
Deutschland.
(10)Sentenza della Corte 16 febbraio 2012, causa C-360/10, SABAM.
(11)Sentenza della Corte 2 maggio 2012, causa C-406/10, SAS Institute.
(12)Sentenza della Corte 1 marzo 2012, causa C-604/10, Football Dataco e
altri.
(13)Sentenza della Corte 26 aprile 2012, causa C-472/10, Invitel.
(14)Sentenza della Corte 6 settembre 2012, causa C-544/10, Deutsches
Weintor.
(15)Sentenza della Corte 27 novembre 2012, causa C-370/12, Pringle.
(16)Sentenza della Corte 24 aprile 2012, causa C-571/10, Kamberaj.
(17)Sentenza della Corte 13 dicembre 2012, cause riunite C-237/11 e C-238/11,
Francia/Parlamento.
(18)Sentenza della Corte 28 giugno 2012, causa C-404/10 P, Commissione/
Éditions Odile Jacob.
(19)Sentenza della Corte 27 novembre 2012, causa C-566/10 P, Italia/
Commissione.
(20)Sentenza della Corte 13 marzo 2012, causa C-376/10 P, Tay Za/Consiglio.
(21) http://www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr121206_1.en.html
(22) http://www.ecb.int/press/pr/date/2011/html/pr111208_1.en.html
(23) http://www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr121213.en.html
(24) http://www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr121213.en.html
(25) http://www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr120906_1.en.html
(26) http://www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr120209_2.en.html
(27) http://www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr120622.en.html
(28) http://www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr120622.en.html
(29) http://www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr120906_2.en.html
(30) http://www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr120116_2.en.html
(31) http://www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr120315.en.html
(32) http://www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr120704.en.html
(33) http://www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr121030_2.en.html
(34) http://www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr120508.en.html
(35) http://www.ecb.int/press/pr/date/2012/html/pr121108_1.en.html
(36)Proposta di regolamento sull’esercizio del diritto di promuovere azioni
collettive nel quadro della libertà di stabilimento e della libera prestazione
dei servizi, COM(2012) 130.
(37) Chambre des représentants/Kamer van Volksvertegenwoordigers (Belgio),
Folketing (Danimarca), Sénat (Francia), Saeima (Lettonia), Chambre des
Députés (Lussemburgo), Kamra Tad-Deputati (Malta), Tweede Kamer (Paesi
Bassi), Sejm (Polonia), Assembleia da Republica (Portogallo), Eduskunta
(Finlandia), Riksdag (Svezia) e House of Commons (Regno Unito).
(38) Accordo sull’istituzione di un registro per la trasparenza per le organizzazioni,
le persone giuridiche e i lavoratori autonomi impegnati nell’elaborazione e
nell’attuazione delle politiche dell’Unione (GU L 191 del 22.7.2011).
(39) Proposta di regolamento riguardante il deposito degli archivi storici delle
istituzioni presso l’Istituto universitario europeo di Firenze, COM(2012) 456.
CREDITI FOTOGRAFICI
Associated Press/Reporters, pagina 191
Peter Muhly/AFP, pagina 182
Unione europea, pagine 183, 185, 186, 187, 189, 192, 194, 197, 198, 203, 206, 207, 208, 209, 210, 212
UKTI, pagina 205
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A L L A C R I S I D E B I TO R I A
GLI EVENTI ELENCATI QUI DI SEGUITO SONO ALCUNI TRA I PRINCIPALI
EVENTI DEL 2012 NEL SETTORE ECONOMICO E FINANZIARIO.
L’ELENCO CRONOLOGICO NON INTENDE ESSERE ESAUSTIVO. ALTRI
PUNTI SALIENTI SONO ILLUSTRATI NELLA RELAZIONE.
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GENNAIO
30
I leader europei fissano tre priorità immediate:
stimolare l’occupazione, soprattutto per i giovani;
promuovere il finanziamento dell’economia, soprattutto per le piccole e medie imprese;
completare il mercato unico.
FEBBRAIO
14
La Commissione pubblica la prima relazione sul meccanismo di allerta, il punto d’inizio della nuova
procedura per affrontare gli squilibri macroeconomici, che identifica i paesi a rischio.
MARZO
2
Tutti I leader europei (eccetto quelli di Regno Unito e Repubblica ceca) firmano il trattato sulla
stabilità, il coordinamento e la governance. I bilanci nazionali devono essere in equilibrio o chiudere
con avanzo, una «regola aurea» che ogni paese dovrebbe inserire nella propria legislazione entro
un anno.
14
L’Eurogruppo approva il secondo programma di aggiustamento greco.
30
L’Eurogruppo decide di rafforzare le protezioni finanziarie della zona euro e di elevare il massimale
complessivo per il meccanismo europeo di stabilità (MEs)/Fondo europeo di stabilità finanziaria
(FEsF) a 700 miliardi di euro.
APRILE
18
La Commissione pubblica una comunicazione sulle azioni prioritarie per la Grecia volte a sbloccare
la crescita e a creare occupazione.
MAGGIO
16
secondo le previsioni economiche, per l’Europa si intravede una leggera ripresa.
23
La Commissione propone un’unione bancaria come primo passo verso la completa unione economica e monetaria.
26
Apre a Bruges, in Belgio, la mostra sull’euro.
30
Nell’ambito del semestre europeo, le raccomandazioni specifiche per paese per tutti i 27 paesi UE
e per l’intera zona euro intendono migliorare la stabilità finanziaria, la crescita e l’occupazione.
Nello stesso contesto, la Commissione pubblica la prima serie di analisi approfondite per affrontare
gli squilibri macroeconomici.
31
Al Forum economico di Bruxelles, la principale manifestazione economica annuale della Commissione, si svolge un dibattito sulle fonti di crescita economica.
GIUGNO
22
Il Consiglio approva le raccomandazioni della Commissione sulle politiche economiche e di bilancio.
si tratta di raccomandazioni specifiche per paese, che si applicano tuttavia anche all’intera zona
euro.
25
La spagna chiede assistenza finanziaria per il settore bancario.
27
L’Eurogruppo accetta la richiesta di assistenza finanziaria di Cipro.
29
Il Consiglio europeo decide il patto per la crescita e l’occupazione.
I presidenti del Consiglio europeo, della Commissione, dell’Eurogruppo e della Banca centrale
europea presentano la relazione «Verso un’autentica unione economica e monetaria». Il documento
illustra idee per un quadro integrato per l’economia, il bilancio, la politica economica e una più
profonda legittimità e responsabilità democratica.
LUGLIO
10
Il Consiglio approva la fase pilota dell’iniziativa sui prestiti obbligazionari.
La Commissione firma l’accordo di partenariato con la Lettonia sulle attività di comunicazione in
vista del passaggio all’euro.
20
I leader dell’Eurogruppo raggiungono un accordo sull’assistenza finanziaria alla spagna in forma di
programma di ricapitalizzazione del settore bancario. Esso consentirà di coprire esigenze fino a
100 miliardi di euro. Il paese deve correggere il proprio deficit eccessivo entro il 2014 e adottare
riforme strutturali.
SETTEMBRE
12
La Commissione propone un meccanismo di vigilanza unico per il settore bancario della zona euro,
gestito dalla BCE. Il meccanismo sarà aperto ai paesi esterni alla zona euro.
La Commissione propone anche un codice unico e un meccanismo di vigilanza unico, unitamente
alle prossime fasi di realizzazione del meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie.
OTTOBRE
8
Entra in vigore il meccanismo europeo di stabilità (MEs). si tratta della più ampia istituzione finanziaria internazionale, con una base di capitale di 700 miliardi di euro. Esso fornisce assistenza
finanziaria ai paesi in crisi del MEs. Il MEs assume le funzioni esercitate finora dal Fondo europeo
per la stabilità finanziaria (FEsF) e dal meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (MEsF).
9
Il Consiglio concede un altro anno al Portogallo, fino al 2014, affinché corregga il suo deficit eccessivo. In tal modo potrà essere versata la prossima rata dell’assistenza finanziaria.
12
La task force per la Grecia compie un anno.
NOVEMBRE
7
secondo le previsioni economiche, per l’Europa vi sarà un graduale ritorno della crescita nel 2013.
28
La Commissione pubblica l’analisi annuale della crescita per il 2013, che avvia il semestre europeo
2013 per il coordinamento della politica economica, che garantisce che gli stati membri allineino
le loro politiche economiche e di bilancio al patto di stabilità e crescita e alla strategia Europa
2020.
La Commissione pubblica anche la seconda relazione sul meccanismo di allerta per affrontare gli
squilibri macroeconomici in 14 paesi UE.
La Commissione presenta il piano per un’unione economica e monetaria autentica e approfondita.
DICEMBRE
5
Come primo intervento di assistenza finanziaria, il MEs emette obbligazioni per la ricapitalizzazione
del settore bancario spagnolo.
Relazione sull’unione economica e monetaria europea: presentati al Consiglio proposte dettagliate
e piano.
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doi:10.2775/91133