Olivier Karrer C/O Avocat G. Thuan 18 avenue de la Marseillaise F

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Olivier Karrer C/O Avocat G. Thuan 18 avenue de la Marseillaise F
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CEED – Comunicato stampa Novembre 2012
Olivier Karrer
C/O Avocat G. Thuan
18 avenue de la Marseillaise
F- 67000 STRASBOURG
Al Ministro della Giustizia
Avv. Prof. Severino DI Benedetto
Ministero della Giustizia
Via Arenula 70
00186 Roma
Italia
Lettera aperta
SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE CONTRO LE PRATICHE CRIMINALI DEL
DIRITTO DI FAMIGLIA TEDESCO
Egr. Ministro di Grazia e Giustizia,
Avv. Prof. Severino Di Benedetto,
Nell’ambito del complotto politico organizzato dal governo tedesco per discreditare e
criminalizzare i membri del CEED (Conseil Européen des Enfants du Divorce) e ridurli al silenzio,
io accuso la Procura di Milano di essere complice delle pratiche criminali del diritto familiare
tedesco in Europa.
Accuso la Procura di Milano, e precisamente il pm Luca Gaglio e il sost. procuratore Pietro Forno,
di perseguitare dei genitori innocenti per conto del governo tedesco.
Accuso la Procura di Milano di applicare il diritto familiare dei Tedeschi, del quale non capiscono la
finalità xenofoba e nazionalista, attraverso il codice penale.
Accuso la Procura di Milano di aver costruito, per soddisfare la volontà dei Tedeschi, delle accuse
insensate, infondate, mancanti di prove e fatti e di aver orchestrato un vero complotto politico
costruendo delle accuse FALSE, delle MENZOGNE di circostanza, basate su AFFABULAZIONI e
TESTIMONIANZE fraudolente organizzate dalla Procura di Monaco di Baviera senza alcun
elemento di prova e mai verificate, con l’unico scopo di fare del CEED un’associazione a
delinquere, che organizzerebbe delle sottrazioni internazionali di minori contro remunerazione;
questo permette ai Tedeschi di utilizzare i mezzi di anti-terrorismo (intercettazioni, arresti, scambio
di informazioni sensibili) e di condurre una campagna di intimidazione da parte della polizia
nazionale e una campagna di diffamazione.
Accuso la Procura di Milano di aver eseguito un MAE (mandato d’arresto europeo) su richiesta dei
Tedeschi in una causa civile di separazione, nella totale ILLEGALITA’, contro la Dr.ssa Marinella
Colombo, mentre invece quest’ultima era in possesso di tutti i diritti genitoriali, di fatto
inequivocabilmente anche dell’affido e del collocamento dei minori quando ha lasciato la
giurisdizione tedesca nel 2008.
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Accuso la Procura di Milano di aver RAPITO i figli della Dr.ssa Colombo servendosi della forza
pubblica e di averli mandati nella giurisdizione tedesca per soddisfare la volontà dei tedeschi in
violazione NOTA e PALESE della prima sentenza della Suprema Corte di Cassazione italiana resa
nel maggio 2010.
Accuso la Procura di Milano, in concomitanza con la richiesta ILLEGALE di rimpatrio presentata
dal sig. Ritter, ex marito della Dr.ssa Colombo ed esercitante un diritto di visita, di aver organizzato
per conto dei Tedeschi la criminalizzazione volontaria della Dr.ssa Colombo.
Accuso la Procura di Milano di aver inviato la sua polizia in abiti civili a penetrare
clandestinamente in territorio sloveno e a procedere al RAPIMENTO dei figli della Dr.ssa
Colombo per consegnarli alla giurisdizione tedesca, oltrepassando così i suoi poteri e le sue
prerogative. La Procura di Milano, la cui polizia non è al servizio dei Tedeschi, aveva l’obbligo di
informare il governo tedesco della presenza dei bambini in Slovenia, lasciando alle autorità
tedesche la decisione di rivolgersi alle autorità slovene per ottenere l’eventuale rimpatrio dei minori.
Accuso la Procura di Milano di ignorare che, nei procedimenti di diritto familiare tedesco, il
genitore non tedesco deve fare fronte allo Stato tedesco rappresentato dallo Jugendamt, che il
principio su cui si fonda questo diritto è quello della massimizzazione del benessere della comunità
dei Tedeschi attraverso il minore (principio del KINDESWOHL), che il bambino è utilizzato come
strumento di ricatto nell’ambito del provvedimento della Beistandschaft dello Jugendamt per
costringere il genitore straniero a risiedere in Germania ed impossessarsi del suo patrimonio,
indipendentemente da qualsiasi decisione giuridica sui diritti di affido e di visita e che la
giurisdizione tedesca condanna l’USCITA dal territorio tedesco indipendentemente da qualsiasi
decisione giuridica sui diritti di affido e di visita (articolo 235 del codice penale tedesco), accuso
pertanto la Procura di Milano di aver applicato nella giurisdizione italiana questo diritto iniquo,
xenofobo e anti-europeo contro il quale non esiste NESSUN ricorso EFFETTIVO per il genitore
non tedesco.
Accuso la Procura di Milano di aver imposto il diritto familiare dei Tedeschi alla giurisdizione
italiana anziché constatarne le pratiche criminali, nazionaliste, xenofobe, abusanti e premeditate
e anziché imporre alla giurisdizione tedesca il rispetto del diritto degli Europei.
I genitori riuniti nel CEED hanno commesso il solo ed unico crimine di essersi fatti ingannare
premeditatamente dai vari personaggi della giustizia familiare tedesca che li hanno umiliati,
accusati e minacciati con il solo fine di togliere loro i diritti genitoriali e utilizzare i bambini come
strumento del ricatto per massimizzare il Kindeswohl dei Tedeschi, di essere stati obbligati a
perdere i loro figli a favore della Germania e di aver opposto resistenza a queste pratiche nazionalsocialiste.
Questi genitori sono vittime delle pratiche criminali del diritto familiare tedesco; non sono i
Tedeschi ad essere vittime del CEED, accusa che invece sostiene la procura per soddisfare la
volontà del governo tedesco.
Il CEED è oggi oggetto di un complotto tedesco, perché il CEED ha decriptato le pratiche
fraudolente della giurisdizione tedesca e i suoi meccanismi di dissimulazione e li ha resi noti, diritto
alla mano, presso le istituzioni europee e i governi dell’Unione.
Accuso la Procura di Milano di aver organizzato, in stretta collaborazione con la Procura di Monaco
di Baviera, per conto del governo tedesco e a spese del contribuente italiano, la dissimulazione delle
pratiche criminali del diritto familiare tedesco; di volermi processare, in qualità di presidente del
CEED, per coprire le gravi manchevolezze del rispetto dei più elementari principi di diritto che noi
invece denunciamo a gran voce e supportiamo con prove, diversamente da quanto fanno le autorità
tedesche che argomentano con supposizioni e senza prove.
Accuso la Procura di Milano di aver cooperato senza indugio con i criminali del diritto tedesco, di
essersi fatta strumentalizzare dalla Procura di Monaco di Baviera senza invece preoccuparsi di
difendere gli interessi degli Europei, che non sono quelli della Germania, e di aver organizzato
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questo complotto servendosi di MAE distribuiti senza motivazione né di fatto né di diritto, ma
piuttosto come strumento di rappresaglia.
La prego pertanto, egregio Ministro, di prendere tutti i provvedimenti che riterrà necessari affinché
questo fascicolo sia trasferito davanti ad un altro Tribunale.
Per le ragioni sopra indicate, dal momento del mio arrivo a Milano ho iniziato uno sciopero della
fame e della sete; sembra infatti che questo sia l’unico mezzo rimasto a disposizione dei genitori
non tedeschi per farsi ascoltare in questa Europa giuridica completamente sotto controllo tedesco.
Noi genitori non accetteremo mai che le pratiche criminali di giuristi, funzionari e magistrati
tedeschi, finalizzate solo a ingannare le autorità straniere e a fare della spoliazione e della
germanizzazione dei bambini degli stranieri degli atti di legalità tedesca applicabili in tutta
l’Unione europea, diventino il diritto degli Europei.
Tutti i genitori riuniti nel CEED hanno perso i loro figli in Germania. Tutti loro sono oggetto di
umiliazioni e accuse continue da parte delle autorità tedesche che considerano i nostri figli una
proprietà della comunità dei Tedeschi.
Per questo, egregio Ministro, chiedo a Lei e alla comunità internazionale di esigere la liberazione
immediata di tutti i genitori incarcerati su ordine della Procura di Milano in favore della politica di
ripopolazione tedesca.
Questo fascicolo assolutamente scandaloso merita l’attenzione internazionale, poiché sono
implicati cittadini di nazionalità francese, italiana, americana, tedesca, polacca e libanese.
Ringraziando fin d’ora, porgo i miei più rispettosi saluti
Olivier Karrer