Tellaro. Una festa per tanti novantenni

Transcript

Tellaro. Una festa per tanti novantenni
C
moonnttaaggnnaa
Caalleennddaarriioo ddeelllee ggiittee ttuurriissttiicchhee ee ddeeii ssooggggiioorrnnii m
maarree -- m
20011
Capodanno in riviera di Ulisse € 420
La responsabile del turismo è la signora Mida (338-4932066)
sergio, f. giampaoli
Ricco cartellone al teatro Astoria di
Lerici. Il 6 gennaio sul palcoscenico
ci saranno la Sandrelli, la Galiena e
la Massironi ad aprire la prima della
“stagione” con la commedia “Tres”
diretta da Chiara Noschese. L’intera
stagione teatrale si concluderà il 30
marzo 2014.
Con il “Progetto lettura” l’impegno
dell’assessore alla cultura Olga Tacchini in collaborazione con Carla
Giunchi responsabile della biblioteca
comunale e l’Istituto scolastico presieduto dalla professoressa Eliana
Bacchini, la “Storia” lericina raccontata nei libri di Colombo Bongiovanni, Raimondo Pagano, Riccardo Bonvicini, Margherita Manfredi e Gino
Cabano, è materialmente entrata in
classe. Non so voi, ma io quando leggo le cronache del territorio vengo
assalito da un certo disagio. La realtà
la viviamo, la vediamo e la calpestiamo (purtroppo, non solo in senso figurato) tutti i giorni. Vi è un continuo
scaricabarile delle “presunte” responsabilità guarda caso sempre degli
altri. I problemi da affrontare sono
molti, ormai lo sanno anche i bambini. Questa amministrazione li affronta
come è suo dovere e come può. Il resto sono solo chiacchiere. Con regolare cadenza come la febbre “terzana“, ecco riappare la questione ztl.
Possiamo appassionarci a tutti gli argomenti e batterci. Tutto è lecito e relativo… Moderatamente.
Ciao, alla prossima.
N° 56 (dicembre 2013)
responsabile sergio f. giampaoli
(gfs).
Hanno collaborato a questo numero:
colombo bongiovanni, gino cabano,
enrico calzolari, piero ceppodomo,
marco greco, michele iozzelli,
gabriella molli, francesco pelillo,
euro puntelli, bernardo ratti
Tellaro. Una festa per tanti novantenni
di gabriella molli
Voglio dedicare la prima pagina di questo
mese a una festa speciale organizzata nel
borgo di Tellaro per festeggiare il traguardo
dei novant’anni (e più) di quattordici cittadini, che costituiscono un valido supporto di
memorie. Il trascorrere del tempo è sempre
segnato da trasformazioni, eventi, storie che
di fatto vengo a formare il tessuto di un luogo. Tellaro ha fatto tesoro dei suoi vecchi, lo
dimostra ancora una volta con questa festa in
cui è stata loro donata una rosa per dire grazie di essere “il nostro tesoro di vita”. Così la
Mutuo Soccorso di Tellaro, presieduta da
Dario Dolfi, ha dimostrato, se ancora qualcuno nutrisse dubbi, il tanto affetto che i tellaresi nutrono per i loro vecchi. E non da ora:
da sempre li accudiscono con affetto e se sono lontani, c’è sempre qualcuno del paese che
arriva per fare la spesa, andare dal medico,
portare quel po’ di calore e sostegno (o anche
semplicemente un sorriso) di cui gli anziani
hanno bisogno. Una festa grande, gioiosa,
questa del traguardo dei novant’anni, soprattutto un ritrovarsi. L’atmosfera ricca di gioia
ha fasciato questi nonni che costituiscono con
i loro ricordi, la testimonianza forte
dell’identità tellarese. Una identità che si distingue nel territorio di Lerici per un affermato senso di autonomia che da sempre il borgo
si è costituito come base del suo vivere. Fra i
tanti festeggiati, c’era la “poetessa”:
l’Angelica. Un mito. Le sue poesie in dialetto
sono scorci di una Tellaro che i giovani non
vogliono perdere: si sente forte questo “desiderio” scendendo alla Marina, dove si tenta di
non sciupare, di preservare al massimo. E
questo è senza dubbio un merito dei giovani
tellaresi e dei loro figli. Anche la voglia di
veder tornare la scuola in paese, fa parte di
questa poetica, di questo bisogno.
Ecco i nomi dei quattordici festeggiati:
Biggini Elisa, Bordigoni Luisa, Brizzi Colomba, Cabano Dino, Cabano Renzo, Coggiola Vanda, Figoli Nerina, Fiori Antonio,
Fiori Paolo, Norci Fernando, Pagani Mara,
Passalacqua M. Angelica, Varese Irene.
<<Sono molto orgoglioso di questa festa - sostiene il segretario della Mutuo Soccorso,
Lauro Cabano -. La nostra associazione si è
ristrutturata cercando di diventare punto vitale e propulsivo della nostra comunità. I nostri
anziani ci hanno consegnato un capolavoro di
rispetto e di bisogni condivisi. E da questo
noi partiamo per mantenere i caratteri distintivi di Tellaro: la nostra piazzetta è il luogo
dove meglio si legge questo orgoglio tellarese
che ci contraddistingue. I vecchi amano sedersi lì e vivere il passaggio dei turisti, come
si fa a teatro. Il teatro della vita di oggi>>.
Altrettanto forte il pensiero del presidente
Dario Dolfi: <<Gli anziani costituiscono uno
dei punti fermi per recuperare radici e valori.
E siamo convinti che una popolazione che
vive e crede nelle sue radici, sia in grado di
accogliere nel migliore dei modi gli ospiti
che verranno>>.
(le foto sono di Daniela Scian).
ndr. Questo è il numero di ausergiornalino
che precede il Natale: ai festeggiati novantenni (e più) di Tellaro e a tutta la grande
famiglia Auser giungano gli auguri di un
sereno periodo di festa. g.m
Mario Spagnol
per conoscerlo meglio
(seconda parte)
gabriella molli
Quale significato ha avuto per me conversare
con Renzo Spagnol? Giornalisticamente un
modo per approfondire un personaggio lericino assai poco esplorato. Di lui mi raccontava Paolo Bertolani, ma non ho mai avuto
possibilità di avvicinarlo, ero addirittura intimidita dal suo fare un po’ distaccato. Passava dritto, veloce e non salutava nessuno.
Come accade per i personaggi che sono considerati importanti, tutti lo guardavano con il
rispetto dovuto a chi è diventato celebre. Ma,
fatto strano, lui sembrava non accorgersi di
questo sguardo. Dopo la morte, solo una targa. Nessuna celebrazione. Quando Renzo
Spagnol ha gentilmente accettato di raccontare,ho cominciato a vivere un ritratto nuovo
sempre sul filo di un discorso straordinariamente leggero. Le mie domande hanno fatto
affiorare note personali del bambino Mario
Spagnol, dell’adolescente che, come fosse
un’allegra avventura, va ogni giorno a studiare a Spezia prendendo la corriera di Brun
Caprini. Poi, quando arriva il periodo
dell’università a Pisa, Renzo Spagnol dice:
<<Penso sia stato uno dei migliori periodi
della gioventù di Mario. Durante la settimana
viveva a Pisa con i suoi amici di stanza: Alfonso Cavallini ed Enrico Giudici (quelli che
maggiormente ricordo) per rientrare il venerdì a Lerici e trascorrervi il fine settimana.
Credo che gli unici a sacrificarsi fossero i
miei genitori per il suo mantenimento a Pisa>>. Gli amici di Mario, chi erano?
<<Guardi, gli amici di mio fratello sono stati
tutti coloro che rispondevano ai seguenti requisiti: lealtà, simpatia, ironia, spirito di osservazione, curiosità. E che soprattutto dovevano essere privi di boria e supponenza. Poche pretese, vero? Ma sa che a Lerici ci sono
e ci sono state tante persone rispondenti a
questi requisiti? E sa un’altra cosa? Io a queste persone ho voluto e voglio tuttora un gran
bene perché, essendo più grandi di me, ho
imparato a conoscerli meglio non
nell’adolescenza poco riflessiva e priva di
qualsiasi esperienza, ma da adulti, cioè
quando i valori di cui parlavo saltano fuori
davvero, a
prescindere naturalmente
dall’istruzione e dal grado sociale>>. Nella
chiacchierata emerge infine il Mario Spagnol
manager dell’editoria. Chiedo a Renzo Spagnol di parlarmi del grande momento in cui il
fratello si è avvicinato all’imprendibile mondo editoriale e come. << Un po’ per caso. A
Lerici aveva acquistato casa alla fine degli
anni Qaranta l’editore Valentino Bompiani e
in estate la villa era frequentata dai nipoti del’editore. Fu da qualche chiacchierata culturale sul molo di Lerici con Fabio e Luciano
Mauri che nacque il tutto, sì perché i fratelli
intuirono che Mario era sveglio e preparato
tanto che Fabio racconta a “zio Valentino” di
aver conosciuto “un ragazzo straordinario”.
Valentino Bompiani gli risponde: “Mandamelo”. Da lì partì l’avventura fantastica di
mio fratello nel mondo dell’editoria. A distanza di quasi trent’anni, Mario e Luciano si
rincontrarono per affrontare una nuova
scommessa insieme: quella di Mario di risollevare le sorti di una casa editrice la Longanesi in gravi difficoltà, rinunciando alla
carica prestigiosa di direttore editoriale
della Rizzoli, e quella di Luciano di puntare
su mio fratello nella riuscita dell’impresa.
Vinsero entrambi e Mario entrò così socio
della Longanesi. Correva l’anno 1979. Da lì
partì la grande impresa che nel giro di
vent’anni, grazie all’acquisizione e al risanamento di alcune case editrici (Guanda, Salani,
Corbaccio, Ponte alle Grazie) portò il gruppo
editoriale formatosi, a essere annoverato fra i
primi tre grandi gruppi editoriali italiani.>>.
(continua)
Mario Spagnol
Appendice
(racconto lungo di gfs n°38)
Il citofono, doveva aver suonato parecchio
perché il portiere, quando ho risposto, mi
sembrava abbastanza preoccupato. Mi vesto
in fretta e scendo. L’ascensore si apre nella
hall con uno scricchiolio che attrae
l’attenzione degli ospiti. Luigi, con gli occhi
chini sul giornale, mi saluta aggrottando la
fronte e mi fa segno di avvicinarmi. Lo raggiungo e prendo posto accanto a lui. Caffè…
per due dico al cameriere che mi segue…
sempre che tu non l’abbia ancora bevuto.
Certo che sì risponde, ma il bis lo faccio volentieri. Ormai completamente rinfrancato,
propongo di avviarci verso la stazione di S.
Maria Novella. Magari tornando verso il centro tanto il, tempo non manca. Ok. annuisce.
Il tragitto lo facciamo quasi in silenzio…ognuno dentro i propri pensieri. Poi il
nostro girovagare finisce finalmente nell’atrio
della stazione. Telefono a casa e avverto che
tra un paio d’ore arrivo. Siamo in anticipo.
Aspettiamo l’orario di partenza pigramente
raccolti attorno a un tavolo del buffet. Fuori
il cielo si sta rabbuiando, forse pioverà…penso. Quando l’altoparlante annuncia
l’arrivo, ci avviamo al binario di partenza.
Sul treno sfoglio con scarso interesse il quotidiano fiorentino. Ho la testa altrove. Un po’
annoiato e un po’ deluso indugio sulla pioggia che si arriccia sul finestrino. Poco lontano, nella campagna toscana le chiome maestose degli eucalipti, arrossate dall’autunno
incombente
ondeggiano
al“vento”
dell’intercity. Uno spettacolo! Accanto a me
incurante del tutto, Luigi sembra dormire.
(continua)
Astronomia & astrologia
piero ceppodomo
L'oroscopo (dal latino “horoscopus”) è l'interpretazione astrologica della
posizione
degli astri al momento in cui si verifica un
qualsiasi evento. Oggi gli “oroscopi” sono
molto diffusi ed hanno molto successo tra la
gente. Quasi tutti i quotidiani e riviste hanno
una propria sezione dedicata alle predizioni
astrologiche sul destino individuale delle persone, classificate secondo il segno zodiacale di nascita. Ovvero sull'influenza dei pianeti
e astri sulla nostra vita quotidiana. Dal punto
di vista astronomico, però tale pratica è assolutamente priva di qualsiasi credibilità. Dall'antichità fino alla rivoluzione copernicana,
col termine “astrologia” si indicavano gli studi rientranti nell'ambito dell'astronomia.
L’eliocentrismo ha diviso le due discipline.
Oggi l'astrologia è considerata un argomento
prettamente di costume perchè di scientifico
ha ben poco. Il fatto di accomunare eventi e
situazioni quotidiane della nostra vita, tra persone diverse che sono nate in un certo periodo
dell’anno,
appaiono alquanto bizzarre.
Quest’affermazione è dovuta
al fatto che
quando si si diffuse lo studio del cielo e fu
definito lo Zodiaco (circa 5/6 mila anni fa), le
posizioni relative dei pianeti rispetto alle stelle fisse, erano decisamente diverse dalle attuali. Allora la posizione del Sole, nell’arco
dell’anno, occupava punti sull’ “eclittica”
corrispondenti alle costellazioni, quali conosciamo oggi e che quindi definivano il succedersi dei segni zodiacali. Ciò è dovuto allo
spostamento dell’asse terrestre nel tempo, a
causa della “ precessione degli equinozi”. Un
esempio: una persona nata il 27 settembre,
che secondo la convenzione astrologica ufficiale è compresa sotto il segno della “Bilancia” (dal 23/09 al 21/10) in realtà, a causa
del suddetto spostamento assiale terrestre, sarebbe più corretto fosse inserita sotto il segno
zodiacale della “Vergine” (dal 17/09
al
30/10).
Sistema di riferimento zodiacale
Capricorno…21/12 20/01 21/16
Aquario……..21/22 20/02 17/02
Pesci……….,.21/02 20/03 1 2/03
Ariete…….....21/03 20/04 19/04
Toro…………20/04 20/05 14/05
Gemelli….. . 21/05 20/06 22/06
Cancro…….. 21/06 20/07 21/07
Leone……. 21/07 20/08 11/08
Vergine……. 01/08 20/09 1 7/19
Bilancia.......23/09 20/10 31/10
Scorpione….21/10 20/11 24/11
Ofiuco………………………. 30711
Sagittario….21/11 20/11 18/12
Convenzionale
16/02
11/03
16/04
03/05
21/06
20/07
10/08
16/09
30/10
23/11
29/11
17/12
20/01
Reale
(27)
(24)
(38)
(25)
(39)
(29)
(21)
(37)
(41)
(24)
(06)
(18)
(34)
Notare che nella tabella esiste un 13°
segno (Ofiuco) che per 18 giorni incrocia l’eclittica
Ildegarda e la sua “rivoluzione”
enrico calzolari
La Lettera Apostolica di Papa Benedetto per l'elezione di Santa Ildegarda
di Bingen (10 -1179) contiene un passo che costituisce una rivoluzione culturale e sana un debito storico degli
uomini verso le donne. Vi si legge: "A
differenza di altri autori medioevali,
che vedevano la causa della caduta
nella debolezza di Eva, Ildegarda la
coglie soprattutto nella smodata passione di Adamo verso di lei". Le donne che fanno parte dell'Auser e della
Università della Terza Età, e che quindi hanno una propensione al sapere
cognitivo, potranno cogliere questo
momento storico per partecipare a una
correzione del sentire comune. Potranno quindi difendere la loro natura, così
come ora ora fanno le giovani donne
musulmane. Pur sapendo che possono
rischiare la vita, sostengono che la traduzione del Corano non è precisa. Ildegarda
chiarisce
che
invece
di ordinare che la donna debba essere
“coperta”, si deve intendere che la
donna deve essere "protetta"! Perché
occorre oggi aderire a questo movimento di opinione? Perché esiste necessità di correggere il modo con cui
crescono i giovani intrisi come sono di
violenza verso le donne. Spero che la
valenza culturale di questo tema non
venga sottovalutata. Il messaggio di
Ildegarda potrà servire per fornire alle
nuove generazioni un maggiore equilibrio psichico.
E’ in arrivo il calendario Auser
Come ormai è consuetudine, anche
quest’anno abbiamo preparato il calendario 2014. Il tema che proponiamo è il confronto attraverso le immagini della Lerici dell’ottocento e quella
dei primi anni del Novecento. Ci hanno aiutato in questo “lavoro”, la tesi di
laurea su “I colori delle facciate dipinte nel golfo dei poeti” dell’Architetto
Stefania Marianni, il padre Catello, valente e noto pittore lericino il fotografo che non ha bisogno di presentazione
Marco Mamino e l’amico Francesco
Pelillo che ha curato la grafica. A questi e agli sponsor, desideriamo rivolgere la nostra gratitudine.
ndr: lo potrete trovare ai primi del
mese di dicembre presso la sede Auser.
Pensieri&parole
L’altruista è una persona buona e,
come un buon albero da buoni frutti
michele iozzelli
Ai cittadini e ai nostri iscritti
Raffaella Coglitore, presidente di Auser-Arca di via Gerini 40, a nome di
tutti i consiglieri del cda, in occasione
delle festività, augura, salute e serenità.
Beni monumentali minori
bernardo ratti
(pres.te Soc. Marittima)
Domenica 17 novembre la Società Marittima di
M.S. nella sala del consiglio comunale ha fatto il
punto sul "Censimento dei Beni Monumentali
Minori della Liguria". Il progetto che avrà termine alla fine del 2014, è nato dalla sinergia tra
Consulta Ligure (di cui la società lericina fa parte), la Regione Liguria e la Sovrintendenza della
Liguria
(Ministero)
nella
persona
del
Dott. Stefano Roascio. Hanno anche avuto il gradito patrocinio del Comune di Lerici nella persona del Sindaco Marco Caluri e dell' Assessore Olga Tartarini. La Marittima, oltre a essere il
collettore per l'intera Provincia, nello specifico si
occupa del Borgo di Lerici e del Carpione. Con
questa pregevole iniziativa, nel nostro territorio sarà possibile catalogare tutti i cosiddetti
monumenti minori
Marco Greco sarà
il responsabile dei
catalogatori per la
Marittima. Sono già
stati fatti sopralluoghi. Il nostro settore di competenza
sarà il Borgo di Lerici e l’immediato
entroterra delle nostre colline. Siamo comunque a
disposizione, in qualità di referenti provinciali, di
tutti coloro che volessero segnalare un monumento anche in altri comuni della provincia. Sarà
nostra cura fornire adeguate informazioni. I rilevatori, al momento sono: Gino Cabano, Giulia
Marsigli, Giuseppe Milano, Euro Puntelli, Enrico
Calzolari, a cui si aggiungeranno altri giovani,
gli scouts, e coloro che stiamo ancora contattando. Il lavoro già svolto nell'entroterra è un valore
aggiunto per il nostro territorio. Ma non basta.
C’è un patrimonio di inestimabile valore, traccia
tangibile del nostro passato, che con l’aiuto di
tanti volontari, intendiamo “riscoprire” e mettere
a disposizione di tutti. I risultati di questo lavoro
saranno inviati in Regione, ma sa- ranno raccolti
anche per il Comune di Lerici. Alla fine, ci piacerebbe raccogliere il lavoro in una pubblicazione e
non sarebbe male farne anche un calendario.
(nella foto Marco Greco)
Briciole di storia lericina
AUSER-ARCA
Presidente: Raffaella Coglitore
Il cartellone della musica
07/dic. Lo zingaro barone
J. Strauss jr.
14/dic. Beatrice Di Tenda
Vincenzo Bellini
21/dic. Sheherazade
R. Korsakov
04/gen. Otello
G. Verdi
Alle ore 16,00 precise
FFiilloo dd’’AArrggeennttoo
I numeri del Filo d’Argento Lerici
sono:
0187964208
oppure
347.3092994 (sevizio di trasporto
per anziani autosufficienti per
servizi, visite mediche, ospedaliere e ricoveri nella provincia). Il
servizio sociale è a offerta libera e
individuale per tutti i tesserati
Auser di Lerici .
Attivo dalle 9:00 alle 18:00.
Per risparmiare
a-L’oreficeria Morselli, sconterà del
5% sull’oro e il 10% sull’oreficeria.
b-Al Ristorante Hotel del Golfo per
un pranzo dall’antipasto alla frutta
basteranno € 20.
c-Fiori Juna di pia.zza Garibaldi, praticherà uno sconto del 10% su fiori,
piante.
d- Ristorante “ da Paolino” di via Gerini
40
10% di sconto su pranzo o cena
e- Marco&Rino Parrucchieri- via Cavour,71 sconto del 10% .
“Er senòn d’à vegia”
Era rigorosamente di magro: cavoli lessi (coi
bogì), polenta di farina di ceci fritta “panissa
frita”, frittelle di baccalà “frissèi de bacalà” o
dolci con l’uva passa, “frissèi con l’ueta” e,
immancabilmente la focaccia lericina “a fugassa de Lerse” ricca di pinoli, uvetta, canditi
ecc. La cena durava ore, fino a quando si usciva di casa per andare alla Messa di mezzanotte. Verso la fine del cenone qualcuno si alzava da tavola, raccoglieva le noci, una fettina
di focaccia o altre cibarie che gettava sul fuoco del fornello dicendo a voce alta “a Nadàe
fina ‘r fego i vèi mangiae”, che è come dire
che almeno a Natale a nessuno deve mancare
da mangiare.
a cura di colombo bongiovanni
corso di lingua inglese
mercoledì e venerdì
dalle 18.00 alle 19,30
Per maggiori informazioni
c/o Auser-Arca tel. 0187964208
+
La chiesa di Barbazzano
gino cabano
Dinosauri al castello (2)
Il bosco degli agrifogli
marco greco
Era il 30 di aprile dell’anno 1584 quando
l'inviato apostolico Angelo Peruzzi in visita
pastorale alla chiesa di Tellaro, salì alla chiesa di San Giorgio di Barbazzano, e avendone
constatato la rovina e l'abbandono, decretò
che la stessa fosse tenuta chiusa con una porta sicura, e che fossero riparati il tetto e le pareti affinché non rovinasse e potesse ancora
servire come cimitero. Dopo oltre quattro secoli di storia e di oblio, già dell’ottobre del
2010 la chiesa non ha retto all’incuria
dell’uomo e del tempo. L’ho ritrovata collassata su se stessa durante un tiepido pomeriggio soleggiato. Una storia strana per la sede
di culto di un popolo, da quel giorno che ne è
stata stabilita la chiusura e il conservo. Rimane citata soltanto in alcuni testi moderni che
neppure le rendono una completa giustizia
della sua architettura e della sua storia. Nel
1280 la chiesa, di Barbazzano compare per
la prima volta, come rettoria nell’atto n.
CCXXXII del Cartulario del Tino e dipende
dalla pieve di Ameglia; è dedicata a San
Giorgio, e come tutte le incertezze che compaiono nella storia di queste terre, non necessariamente la consacrazione al santo serve a
dimostrare l’appartenenza dei territori alla
Repubblica genovese nel periodo in cui fiorisce Barbazzano. La sottomissione che di fatto il sindaco Oliviero del fu Ottonello di Barbazzano, per sé e per gli uomini del luogo
compie verso Genova risale soltanto al 1286.
Il culto di San Giorgio è di origine bizantina
e già dal VI secolo era molto diffuso tra i
longobardi. L’agiografia del santo, tra verità
e leggenda, lo descrive come il santo dei misteri, il santo guerriero per eccellenza; morì
tre volte e per tre volte risorse. Già
nell’ottavo secolo è patrono della cavalleria,
delle armi e dell’intera Inghilterra. La chiesa,
sul crinale, poco sotto la sommità della collina, dodici metri per circa otto, non presenta
alcun coro circolare e al suo interno si trovavano tre altari e la fonte battesimale in marmo bianco. La facciata esterna è ancora in
piedi con croce a traforo che sovrasta un portale a sesto acuto. Tutto quello che resta!
Probabilmente la chiesa nasce dal riutilizzo di
una struttura militare più antica ivi esistente.
Lo dimostrerebbero le tre feritoie arciere posizionate in modo da controllare il sovrastante crocevia e il raffinato arco ribassato con i
cardini interni ben rifiniti e molto simili a
quelli presenti a Lerici in via Giacopello,
nonché l’originale alloggiamento del trave di
chiusura interno. E’ esterna alle mura del
borgo. L’arco ribassato interno e i cardini non
erano visibili, in quanto, come già riportava il
Poggi in una sua nota, un terzo della chiesa
era stata trasformata in stalla, soppalcata e
chiusa. Come il santo di cui porta il titolo, risorgerà ancora una volta?
Non mi dilungo sulla spiegazione del
museo, ma posso affermare con una certa cognizione di causa che è ben concepito e sviluppato nonostante abbia perso
qualcosa negli ultimi anni e sia stato
progressivamente depotenziato per vari
motivi. Il geopalentologico di Lerici è
famoso anche per l’attività didattica rivolta alle scuole dove si approfondiscono le tematiche legate alla paleontologia
e all’archeologia. Perché privarsi di tutto
questo? L’attività polivalente di una
struttura museale è la sua forza, non la
sua condanna. Tanti turisti salirebbero
comunque al Castello, non vi è dubbio,
anche se fosse vuoto, ma tante famiglie
e soprattutto tantissime scuole salgono
appositamente per il Geopaleontologico
e anche su questo non vi è dubbio. Si
possono apprezzare le caratteristiche architettoniche della fortezza medievale, la
splendida cappella castrense, le terrazze
e nel contempo si può visitare il museo.
Inoltre, oggi, dopo la realizzazione della
nuova struttura in acciaio e vetro, le possibilità si ampliano e la superficie espositiva si raddoppia. Per esempio, in questo periodo sta per terminare
l’importante mostra sul Rex, ospitata
proprio in questa sala. A chi a volte mi
dice che bisognerebbe levare i dinosauri
dico: ok, dove li metteresti? con quali risorse economiche li sposteresti (ne servono tante, assicuro!) quale allestimento
museale faresti e con quali soldi? Il mio
umile suggerimento è quello di comprendere bene cosa sia il Geopaleontologico, capirne le potenzialità, sapere
quali attività svolge, confrontare i numeri con altre realtà simili e pensare che
potenziando, migliorando e integrando
ciò che già si ha, si possono ottenere risultati importanti, soprattutto in un periodo dove eventuali interventi radicali
sono assolutamente impensabili. Un ultimo invito: bisognerebbe leggere i
commenti che i visitatori lasciano sul
museo. Spesso, sviliamo troppo ciò che
abbiamo. Proprio quello che risulta bello e interessante agli occhi del turista
che ospitiamo.
(fine)
Una delle piante del periodo natalizio è
l’agrifoglio, legato alle tradizioni celtiche e tipicamente usato per gli addobbi
nelle case. Ritrovarlo nei nostri boschi
sarà per molti una curiosità che varrà la
pena di soddisfare. Chi non volesse affaticarsi troppo può partire per la nostra
escursione direttamente dalla Gruzza dei
Branzi, dove la carrareccia militare inizia la salita finale verso la batteria. Naturalmente il mio consiglio è di partire
dalle Catene e di percorrere la strada militare fino all’intersezione con il sentiero
467, da seguire in salita sino alla località
suddetta. Dalla Gruzza dei Branzi si percorre il sentiero 1 lungo lo sterrato sino
a una villa circondata da un antico muro
di sassi. Qui giunti, si abbandona il sentiero 1, che scende sulla sinistra verso la
chiesa di San Lorenzo, e si prosegue sulla sterrata seguendo l’indicazione per
l’agriturismo “La Rosa Canina”. In corrispondenza del suo accesso, dobbiamo
superare uno scasso di terra per ritrovare
poi il sentiero in un bosco di roverelle
adorno di arbusti di pungitopo e stipa.
Sulla nostra destra spuntano numerose
pietre dalle forme insolite: in particolare,
accanto a un rudere ben conservato, si
possono osservare due pietre confinarie
fitte nel terreno. Poco prima abbiamo
sorpassato una delle tante cave di portorino, ben recintata da uno steccato di legno. Il sentiero finisce per sbucare sulla
curva di un altro sterrato, anche se si potrebbe seguire una deviazione sulla sinistra che ci riporterebbe comunque sulla
via, ma con un percorso più intricato.
Continuiamo invece sul ramo discendente della sterrata e, dopo qualche decina
di metri, cominciamo a intravvedere gli
arbusti di agrifoglio, che spiccano nella
vegetazione per il loro colore verde più
scuro. Non sono molti, in verità, ma vale
la pena di compiere una piccola deviazione per osservarli da vicino, prestando
attenzione al terreno scivoloso e, soprattutto, alle salate sanzioni pecuniarie per
chi danneggia la flora protetta. Lo sterrato ridiviene sentiero (denominato 1v)
in prossimità del Canale del Marzo e,
quando ci si trova di fronte a un muro di
roccia dal quale sgorga la Fonte del Piocio, così chiamata per la scarsezza delle
sue acque, bisogna risalire sulla nostra
destra, costeggiando la sponda del canale, fino alla spianata del Campo di Già.
Si segue lo sterrato e, giunti in prossimità dell’entrata dell’agriturismo “Campo
di Già”, si risale sulla sinistra per una
lecceta per ritrovarsi finalmente sulla
carrareccia per i Monti Branzi.
La chiesa di
agrifoglio
Barbazzano
I dinosauri “invadono“ il castello