- Pianeta acquario

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Cambio continuo e Discus
Avendo a disposizione dalla rete idrica un’acqua
dalle caratteristiche accettabili per i pesci d’acquario pensai al momento dell’allestimento del mio
negozio di progettare un impianto di stabulazione
a cambio continuo e filtraggio biologico separato:
si tratta di un sistema nel quale ogni vasca viene
filtrata biologicamente e singolarmente, oltre ad
essere rifornita di acqua nuova costantemente
(goccia a goccia, calcolando un cambio del 10%
settimanale) prelevata dall’acquedotto comunale
che fornisce acqua mediamente tenera (KH 7 –
GH 8) e leggermente alcalina (pH 7,5) quindi
adatta all’utilizzo; l’acqua nuova viene prefiltrata
con carboni attivi prima di essere immessa nelle
vasche, dove l’esubero viene raccolto da un tubo
di “troppo pieno” posto nel primo scomparto di
ogni singolo filtro biologico, a sua volta collegato
direttamente alla rete fognaria. Dopo tre anni devo
dire che le aspettative di questo sistema non sono
state tradite e ho avuto modo di verificare quanto i
pesci stiano meglio rispetto a quelli che da hobbista ero solito vedere nelle vaschette dei negozi in
cui capitavo. Il filtro a tre stadi è caricato con uno
spugnone che non ho mai sciacquato finora, e con
un prefiltro di lana di perlon; raramente ho dovuto
trattare le vasche con curativi, sia perché la nostra
ditta non effettua operazioni di import-export ed
acquista esclusivamente pesci già quarantenati da
grossisti e allevatori italiani, sia perché abbassare il
tasso dei composti azotati e tenerli sotto controllo
in questa maniera porta indubbiamente benefici
notevoli ai pesci che restano in attesa di essere
venduti. Quindi pesci sani e facilità di gestione,
considerato che l’unica operazione da svolgere
manualmente è la sifonatura del fondo ogni sei
mesi. Attualmente abbiamo due impianti da circa
2500 litri ognuno di cui quello costruito più recentemente interamente dedicato ai discus con nove
vasche da 250 lt ognuna. Le vasche sono state
arredate con legni e piante sciafile del genere
Anubias; questo contribuisce a ridurre al minimo
lo stress e facilità l’ambientamento ad ogni nuovo
arrivo di pesci. Per quanto sia possibile insomma
penso che per vendere pesci sani bisogna assicurare le migliori condizioni possibili di allevamento,
rispettando peraltro le migliori norme igieniche, a
partire dall’utilizzare un singolo retino (preventivamente sterilizzato) per ogni vasca.
Costantino Orlandi
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Scusi, una domanda...
Viviamo in un epoca senza precedenti, dove esiste uno
scambio continuo, quasi in tempo reale, di informazioni.
Comunicare non sembra più essere un problema.
Internet e la posta elettronica collegano persone ai
diversi capi del mondo. Tutto rose e fiori quindi? No!
Ora la difficoltà è discernere tra questa massa di dati,
notizie ed informazioni quelli di maggiore importanza.
Chi garantisce per esse se ormai chiunque a bassissimo
costo può divulgare notizie attraverso questo canale?
Anche il mondo del discus riflette questa realtà.
Parlando con vari appassionati ci colpisce il bisogno di
certezze, di risposte che soddisfino le attese. La gente
sembra molto confusa e nel turbinio è colta da tanti ed
amletici dubbi: “a che temperatura…?”, “dovendo man tenere il pH stabilmente a 6,2 come faccio a …?”, “con
cosa devo alimentare le larve?” In giro si trovano molte
ed autorevoli testimonianze, parlano gli allevatori tedeschi, quelli di Hong Kong, quelli americani, tutti suggeriscono metodi ed accortezze.
Credo che i discus si possano allevare in modi differenti.
L’allevamento è praticabile da tutti o da pochi, a seconda di come lo si vuole fare. Per esempio, molti rimangono stupiti quando apprendono che nel nostro impianto
svezziamo i discus con il metodo artificiale. Le domande
più frequenti sono: “se i discus vengono allevati artificialmente, è vero che una volta adulti non riescono a
portare avanti la covata da soli?, bisogna fargli mangiare il muco dei genitori altrimenti non crescono bene?, è
vero che gli avannotti allevati con i genitori crescono
più in fretta?”
Quello che posso comunicarvi è la mia esperienza, una
fra le tante in tutto il mondo. Insorgono le prime difficoltà: la coppia mi depone, ma le uova non si schiudono! Le uova spariscono durante la notte, si schiudono e
spariscono, si schiudono, formano la “nuvoletta” sull’adulto e il giorno dopo non ci sono più! Perché? Cosa sta
succedendo? Cosa devo fare? Ti prego aiutami!
Se la coppia di discus si trova in un acquario di comunità, quali sono i problemi che dobbiamo affrontare?
Anche i nostri discus devono fare esperienza e diventare
bravi genitori, non devono farsi distrarre dagli altri
inquilini dell’acquario, devono imparare a ventilare le
uova e a togliere quelle non fecondate per evitare il
propagarsi delle muffe, il maschio deve essere in sintonia con la femmina, non deve distrarsi durante la riproduzione e non deve andare a caccia degli estranei o di
quei grossi esseri che li stanno osservando fuori dall’acquario. Ricordiamoci che il salotto, o una stanza molto
siamo tutti principianti
di Francesca Mugnai
frequentata, può essere una delle
ragioni della sparizione delle
nostre uova. I discus se si sentono
in pericolo sono capaci di mangiarsi quei piccoli esserini che
curano così amorevolmente. Il
pericolo può essere ovunque: altri
pesci, nostro figlio che batte sul
vetro, la coda del cane che scodinzola, un movimento veloce della
vicina venuta a prendere il tè. Uno
dei due genitori può essere geloso
dell’altro e mangiarsi piccoli o
uova. In questo caso occorre
toglierlo dalla vasca o separarlo; in
molti casi un solo genitore può
essere in grado di portare avanti
l’intera covata.
Una volta formatasi la famosa
“nuvoletta” di larvette, bisogna
ricordarsi di diminuire o addirittura
interrompere il flusso della pompa
per impedire l’aspirazione dei piccoli avannotti dal filtro; se per una
ragione o l’altra i piccoli si allontanassero troppo dai genitori sono
spacciati!
Le larve che riescono a sopravvivere
accanto ai genitori li mordicchiano
ben bene cibandosi del prelibato
muco. Non serve mettere lucine da
notte come ai nostri bambini. Le
giornate nel Rio delle Amazzoni ad
un certo punto finiscono: credete
che i piccoli abbiano paura del
buio? Ad ogni modo ci sono sempre
i genitori a proteggerli. La lucina
rossa all’angolo della stanza cosa
dovrebbe fare? Far vedere ai genitori dove sono i loro piccoli?
Ricordiamoci che i pesci non sono
uomini, utilizzano altri organi di
senso per avvertire la presenza degli
altri: la linea laterale.
Ritorniamo al mordicchiamento dei
piccoli avannotti. Una coppia dopo
alcuni giorni di allevamento appare
devastata. Alcuni ci dicono che
hanno sentito che non bisogna alimentare gli adulti durante le prime
settimane! Poverini, oltre essere
divorati e usati come cibo, adesso
devono pure affrontare il digiuno?!
Il discus adulto è assolutamente in
grado di riconoscere il cibo inerte
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Nelle vasche di riproduzione vengono contemporaneamente ospitate due coppie separate da una
rete. Igenitori sfogano l’aggressività verso i vicini senza che si
creino problemi nella coppia.
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dal sangue del suo sangue in movimento. Per mia esperienza,
per primo mangia il genitore che non ha la covata addosso,
poi si scambia con il partner e va a mangiare. Siamo di fronte
ad esseri affascinanti e magici, non c’è dubbio!!
Nell’allevamento artificiale le larve cominciano a mangiare
artemia dopo il terzo giorno di pastone a base di tuorlo;
dovremmo invogliare la nostra “nuvoletta” a fare altrettanto
anche nell’allevamento naturale! La dimensione del nauplio è
essenziale: più è piccolo più precocemente le larve sono in
grado di alimentarsi. Ricordiamoci di somministrare naupli
appena schiusi; se l’ artemia nuota nello schiuditoio per troppo tempo cresce di dimensioni oltre a perdere valore nutritivo.
Una volta che ci siamo assicurati che tutti gli avannotti mangiano artemia e che abbiano raggiunto la grandezza di un’unghia si può provare a spostarli in una vasca solo per loro.
Togliere i genitori è ancora meglio; separarli permette loro
una salutare ripresa poiché il rischio che depongano di nuovo
è grave. In alcuni casi si è arrivati a rovinare la coppia. Dopo
venti giorni di artemia conviene iniziare ad integrare la dieta
dei piccoli con del pastone. Sfatiamo un ultimo mito: ho visto
con i miei occhi discus svezzati artificialmente crescere nutritissime “nuvolette”. Penso che anche noi, nati con parto cesareo o nutriti con latte artificiale, siamo istintivamente in
grado di partorire e nutrire i nostri piccoli!!
UV ed antibiotici
Gli italiani, si sa, sono un popolo che teme le
malattie e, per prevenirle, cambatterle oppure
anche solo allontanarne il pensiero, fa un uso spropositato di farmaci e di antibiotici in particolare.
Purtroppo la maggior parte delle volte l’uso degli
antibiotici è superfluo o addirittura dannoso.
Anche in acquariofilia è ben evidente questo comportamento. Perchè una cura antibiotica sia efficace occorre che l’agente infettivo sia di natura batterica; virus o parassiti di altra natura non sono
assolutamente intaccati dagli antibiotici. La cura
inoltre deve durare a sufficienza poiché utilizzare
l’antibiotico solo per breve tempo non uccide tutti
i batteri e permette che i sopravvissuti possano sviluppare una certa resistenza a quella particolare
molecola. Il risultato è che ad un utilizzo successivo l’appassionato dovrà cambiare antibiotico. Un
impianto di sterilizzazione a lampade UV permette
di limitare l’uso degli antibiotici solo a quei casi
dove la batteriosi è evidente. La possibilità che si
sviluppino resistenze è notevolmente ridotta.
Livio Leoni
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Oscar Di Santo sta riportando sulla
lavagna alcuni dati relativi alle attività
da svolgere e già svolte. Per un allevamento come la Panaque è fondamentale che tra i vari operatori non esista
alcun “buco” di comunicazione.
Nella pagina accanto.
In basso a sinistra. Si pescano i pesci
per la spedizione. Durante la pesca si
controllano ad uno ad uno gli esemplari per verificarne il perfetto stato di
forma. I pesci vengono lasciati digiuni
per un giorno prima della spedizione in
modo che non inquinino l’acqua di trasporto.
In alto. Flavio Gagliardi gonfia con
ossigeno i sacchetti che vengono chiusi
con una imbustatrice automatica. La
chiusura in metallo assicura una perfetta tenuta dell’imballo.
In basso a destra. I box di polistirolo
assicurano buone condizioni di temperatura sia in estate che in inverno. Nei
mesi più freddi viene inserito nei box
un piccolo sacchetto autoriscaldante
che cede calore per 12 ore.
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L’alimentazione dei Discus solleva
sempre molte complesse controversie: pastone si, pastone no, granulato con caroteni o meno, mangime
estruso, cibo
vivo prima
della riproduzione o solo
cibo inerte per
stimolare la
non
riproduzione?
Quante volte
al giorno alimentare i pesci? Quanto
cibo somministrare alla volta? E’
utile integrare la dieta con il triptofano? Le ragioni di questi dubbi
risiedono un poco nella scarsità di
notizie scientifiche in materia ed un
poco nel fatto che il nostro hobby
può essere vissuto ed interpretato
da noi tutti in modi sostanzialmente
differenti e personali, non necessariamente coincidenti.
Jack Wattley, padre indiscusso dell’allevamento del discus, afferma
che la dieta in natura di questo
Ciclide è altamente proteica, ma
d’altra parte conferma pure che, trattandosi di un pesce piuttosto stanziale, deve necessariamente adattarsi
alle risorse che l’ambiente nel corso
dell’anno offre e che può quindi
all’occorrenza nutrirsi anche di
vegetali. Se così fosse dovremmo
pensare al discus come ad un pesce
in grado di spaziare notevolmente
nelle sue abitudini alimentari.
Dovremmo quindi tenere conto di
ciò quando ci apprestiamo ad alimentarlo. Un tassello importante di
questo mosaico è stato inserito dal
Dr. Chong e dai suoi collaboratori
che, per la prima volta, hanno documentato con rigore come i giovanili
di discus crescano bene se nutriti
con pastoni altamente proteici (449501 gr/Kg di pesce) (Chong et al.,
2000). Questo risultato ha fatto supporre al ricercatore che il discus
possa essere annoverato tra i pesci
sostanzialmente carnivori, specializzati in una dieta a base di Insetti.
Tuttavia attualmente non possedia-
mo ancora dati scientificamente credibili in merito all’alimentazione in
natura dei discus, mentre disponiamo di molte informazioni ed espe-
complicarsi il meno possibile la vita.
Per il neofita il pastone dovrebbe
essere l’ancora di salvezza in tutti
quei casi in cui i pesci non si alimentano ormai
da lungo tempo
ed hanno bisogno di essere stimolati.
Ricordiamoci tutrità
tavia che se è
facile abituare
discus da 4-5 cm ad alimentarsi con
del granulato, è molto più problematico riuscire nello stesso obiettivo
con pesci di grandi dimensioni. Se
acquistiamo un discus adulto, infatti,
è corretto cercare di continuare a
nutrirlo con lo stesso alimento cui è
abituato ormai da tempo: cambiargli
repentinamente dieta e vasca
potrebbe essere una somma di stress
insormontabili e forse un imperdonabile errore! A volte regole come
queste sono più importanti del
disperarsi a cercare di capire se il
pastone è un alimento migliore o
peggiore di altri.
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h y d r a 7,
esiste una sola ve
rienze circa i bisogni alimentari in
allevamento. Da questo bagaglio di
esperienze, maturato grazie agli allevatori di tutto il mondo, emerge
come il fatidico pastone offra numerosi vantaggi: è molto appetibile, è
indicato per somministrare farmaci
ed integratori ed è garanzia di rapida
e sana crescita. Come in tanti altri
casi esiste un rovescio della medaglia: il pastone è un prodotto poco
adatto ai neofiti poiché facilmente
deperibile, è laborioso da preparare,
da conservare e da dosare, è un
potenziale vettore di patologie, può
causare facilmente blocchi digestivi
e può inquinare notevolmente l’acqua dell’acquario. Sebbene sia
nutriente è un prodotto poco pratico, che va suggerito a chi è già
abbastanza esperto. E’ bene che tutti
coloro che sono alle prime esperienze con i discus puntino su un granulato di ottima qualità in modo da
no vembre 2001
Flavio Gagliardi
Bibliografia citata:
A. Chong, R. Hashim and A. B. Ali,
2000. Dietary protein requirements
for discus (Symphysodon spp.).
Aquaculture nutrition, 6; 275-278.
Una coppia di “Red
Malboro”
Nella pagina accanto. Francesca alimenta i giovani
Discus con un
pastone preparato
su una ricetta
messa a punto alla
Panaque. I Discus di
questa taglia mangiano quattro volte
al giorno.