L`Arena Addio a Rossignoli.

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martedì 09 settembre 2014 – SPORT – Pagina 41
GREGARIO DI LUSSO. Fu atleta, dirigente, organizzatore, sponsor ed imprenditore. È scomparso
ieri a 63 anni, in ospedale a Padova dov'era stato ricoverato
Addio a Rossignoli, vinceva coi suoi capitani
Renzo Puliero
Passò professionista nel 1974 e si ritagliò uno spazio importante a fianco di Moser e Battaglin. Mai
lasciato il mondo della bici
Luciano Rossignoli se ne è andato. È spirato ieri mattina,
all'ospedale universitario di Padova, causa un male che
l'aveva aggredito negli ultimi mesi. Vi si era recato per dei
controlli, è stato trattenuto, è morto. È stato un uomo di
ciclismo a tutto tondo: atleta, dirigente, organizzatore,
sponsor, imprenditore. Classe 1951, nato a Isola della Scala,
residente a Bovolone, ha ottenuto subito risultati nelle
categorie giovanili con le maglie del Sis Cavallino Rosso e del
Valpolicella di Antolini prima, e dei fratelli Ferrari poi. Con
questa maglia ha vinto il campionato italiano Csi, rimontando i
fuggitivi sulla salita che porta a Breonio per poi staccarli ed
arrivare a braccia alzate al traguardo di Fumane. Da
dilettante ha conquistato il titolo iridato militari
nell'inseguimento a squadre in pista nel 1972. Non ha mai
disdegnato l'attività dei velodromi, dove vanta anche un terzo
posto al campionato italiano stayer.
Ha meritato il passaggio al professionismo nel 1974. Vi è
rimasto sei anni partecipando a quattro Giri d'Italia. Dopo
aver esordito con la Filcas nel 1974, è stato con Francesco
Moser nella Filotex 1975 e nella Sanson 1976 e, poi, con
Giovanni Battaglin nella Jolly 1977 e nella Fiorella 1978,
prima di chiudere la carriera agonistica nel 1979 nella Mecap.
Da professionista Luciano Rossignoli non ha vinto. Ma ha
sfiorato il successo in un paio di occasioni: in particolare nel
1973, alla Milano-Rapallo, battuto solo da Pietro Algeri, e nel
1976, nella Pietra Ligure, superato da Roger De Vlaeminck.
Ma ha vinto con i suoi capitani, dai quali è sempre stato
apprezzato per lealtà, dedizione e capacità. Aveva
sintetizzato così la sua carriera da atleta: «Alla prima gara, a
Cecina nel 1974, ho fatto terzo, ma ho capito subito che io,
incostante, che andavo un giorno sì e uno no, avrei dovuto
fare il gregario. Ho avuto Luciano Pezzi come direttore
sportivo: gran persona, gran programmatore. Al Giro d'Italia
ho vinto un Trofeo Fiat, l'attuale Intergiro: bella soddisfazione.
Un giorno, prima della Liegi-Bastogne-Liegi, Pezzi mi dice:
C'è bisogno di una fuga per metterci in mostra, non avendo
l'uomo vincente. Nessuno problema, dico, vado io. E faccio
200 chilometri in avanscoperta prima di essere preso
sull'ultima salita. I miei capitani sono stati Francesco Moser e
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Battaglin: sono sempre andato d'accordo con tutti, anche con
Moser che tutti dicevano essere burbero».
L'amore per la bici e il ciclismo non l'ha mai abbandonato. Tra
il 1995 ed il '97 è tornato tra i prof come dirigente, dando vita
alla Futura Team: società di gestione dell Refin, nome con il
quale, per un paio di stagioni, ha sostenuto il Gs Bovolone.
Coinvolto in un'indagine per doping di squadra, nei primi anni
Duemila, ne è uscito pulito. Sono stati quelli, per Luciano,
anni difficili, di grande sofferenza.
Non è più tornato in prima linea, ma è stato vicino con la sua
azienda, titolare del marchio Red Level, presente nel ciclismo
e in altri sport. E come organizzatore. Ha sempre dato una
mano all'organizzazione della corsa di Villafontana, anche nel
ricordo di papà Guerrino, pure lui scomparso a 63 anni per un
male incurabile. Luciano era stato messo in bici da Italo
Toaiari. Lui ha trasmesso la passione ai fratelli Francesco,
prof dal 1985 al '90, ora presidente della Service 2000 che
opera tra gli juniores, e Paolo, corridore nelle categorie
giovanili, ora anima del Luc Bovolone. Luciano Rossignoli ha
amato il ciclismo e restituito al ciclismo quanto ha ricevuto,
con passione e entusiasmo.
Luciano Rossignoli ai tempi della sua
carriera tra i prof.|Luciano Rossignoli
dirigente: serio, competente, appassionato
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