Acquisition currency: gioca solo chi e` «quotato
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Acquisition currency: gioca solo chi e` «quotato
Strumenti e tecniche finanziarie Operazioni finanziarie Acquisition currency: gioca solo chi è «quotato» di Giulio Tagliavini Docente - Università di Parma, Dipartimento di economia P agare le acquisizioni con azioni invece che con risorse finanziarie: questo lo scopo di un’operazione che può sembrare un artificio, che fa crescere il valore per gli azionisti ma che a volte nasconde rischi concreti. Il modello di base Ogni problema complesso può essere messo a fuoco con un modello logico di parziale semplificazione; anche nel caso in oggetto è opportuno seguire questa strada. Immaginiamo che la società acquirente sia: a) quotata; b) apprezzata dagli investitori e quindi accreditata di un alto rapporto prezzo/utile; immaginiamo inoltre che l’azionista di controllo abbia una consistente quota di partecipazione e, quindi, possa permettersi di fare scendere la percentuale senza ripercussioni sul grado di controllo esercitato. In questa situazione, la società acquirente può acquisire una nuova impresa (target) pagando i relativi azionisti mediante emissione di proprie nuove azioni. In tale caso, anche l’impresa target diviene quotata, in quanto assorbita dall’impresa acquirente. Chiediamoci quale sia la condizione di convenienza che gli azionisti di controllo si pongono. Un primo ragionevole punto di vista impone che il Roe dell’impresa acquirente e quindi gli EPS (utili per azioni) ricevano un impulso migliorativo. Più in particolare, proviamo a richiedere che l’utile di pertinenza dei vecchi azionisti aumenti. Analiticamente, il reddito dell’azionista preesistente sale e quindi esso approverà l’operazione se: r0 < (r0+r1) * n0 /(n0+n1) dove: r0 = reddito dell’impresa acquirente r1 = reddito dell’impresa acquisita Nota: (1) In letteratura vedi Luca Ramella, «Alcune riflessioni sugli effetti delle fusioni e delle acquisizioni sul valore delle azioni», in A.V., Finanza aziendale e mercato finanziario, Milano, Giuffré, 1982; James Van Horne, Financial Management and Policy, Englewood Cliffs, 1983, capitolo 24; Buckley - Ross - Westerfield - Jaffe, Corporate Finance Europe, McGraw-Hill, 1998; Grinblatt - Titman, Financial Markets and Corporate Strategy, Irwin/ Mc Graw-Hill, 1998. 35 Amministrazione & Finanza n. 9/2001 Quando un imprenditore quota la propria impresa fa una scoperta: da quel momento in poi potrà pagare le acquisizioni con carta, invece che con soldi e realizzare operazioni che aveva sempre giudicato irraggiungibili. Aveva giocato la «partita» della crescita autofinanziata, da quel momento in poi questo gioco non sarà più necessario. Nella teoria della finanza aziendale, il tema dell’acquisition currency è piuttosto trascurato e non è facile fare il punto della questione. Questo contributo ha l’obiettivo di discutere alcune regole generali utili per mettere a fuoco la potenzialità di questo strumento (1). L’acquisition currency è in sintesi la possibilità, di cui godono principalmente le società quotate, di pagare le acquisizioni con carta (cioè con azioni di compendio) invece che con risorse finanziarie, lasciando diminuire (il meno possibile) la quota di partecipazione del socio di controllo. Si tratta appunto di compensare le operazioni di acquisizione mediante proprie azioni, che sono giudicate liquide e, in linea generale, appetibili dal mercato. Come risulterà chiaro nel seguito, l’impresa considerata positivamente sul mercato dei capitali può fare leva su questo apprezzamento per espandersi e per creare valore per il socio principale. Questa possibilità è meno concreta per società non quotate, in ragione del fatto che l’azionista cedente si troverebbe, in questo caso, a partecipare su base minoritaria in una impresa privata, con scarse possibilità di incidere sulla gestione e, quindi, in modo strettamente legato, di conveniente fuoriuscita (way out). Questa situazione è pertanto possibile in linea teorica ma di fatto, molto spesso, non desiderabile. Se invece l’impresa è quotata e se, in particolare, è giudicata positivamente dagli investitori, le possibilità di acquisire altre aziende non quotate è effettiva e molto interessante. In pratica, l’azionista della società quotata acquirente rende quotata anche l’impresa acquisita, garantendo la possibilità di disinvestire per gli azionisti cedenti. Il cessionario pertanto riesce a farsi rimunerare per avere esteso la quotazione. Strumenti e tecniche finanziarie Operazioni finanziarie n0 = azioni di pertinenza dei vecchi azionisti n1 = azioni emesse per pagare l’acquisizione (di compendio) Sotto la condizione che: Amministrazione & Finanza n. 9/2001 36 non si avrebbe nessun vantaggio. In sintesi, l’operazione è conveniente per i vecchi soci di controllo se operano l’acquisizione pagando poco la società target, in modo da aumentare EPS1 e se la società risultante viene accreditata di un alto P/E complessivo (e imn1 = E1 / ( E0/n0 ) plicitamente relativo anche alla società target). Chiaramente, se l’acquisizione riguarda una impresa ossia che il numero delle azioni di compendio rispetdi dimensioni relativamente modeste, l’obiettivo del ti la quota relativa dei capitali netti di pertinenza direttore finanziario sarà di ottenere P/Ec = P/E0. (E), si ottiene che la condizione di convenienza è la Quando il mercato segna P/E piuttosto elevati e cioè seguente: quando il ciclo di borsa è favorevole, il meccanismo Roe1 > Roe0 sopra delineato risulta molto allettante. È noto anche che, se l’impresa acquisita viene valutata con un P/E Ossia la redditività dell’impresa acquisita deve essepiù elevato di quello dell’acquirente fino dalla fase re superiore alla redditività dell’impresa acquirendell’acquisizione, si creano automaticamente le conte. Se dunque le azioni di compendio sono attribuidizioni per un netto abbassamento te sui capitali netti contabili, risuldell’EPS. Di conseguenza, occorre ta che i vecchi azionisti hanno conQuando il socio di controllo comprare aziende con un P/E nevenienza (nel senso dell’innalzarileva che il proprio P/E cessariamente più basso del proprio mento dell’utile di propria compeè relativamente elevato, al fine di incrementare l’EPS ed il tenza) ad usare le azioni di comdeve proporre l’acquisto valore. pendio come acquisition currency di società strategicamente tutte le volte che il Roe dell’impre- rilevanti ad un P/E più basso. Quando il socio di controllo rileva che il proprio P/E è relativamente In questo modo aumenta sa target risulti superiore al proelevato, deve trovare società da acil valore della propria prio Roe. Tuttavia non necessariaquisire strategicamente rilevanti, partecipazione creando mente le azioni di compendio soproporre poi l’acquisto ad un P/E valore. no attribuite con il criterio elepiù basso (tanto più è ridotto tanto mentare prima enunciato. È evipiù, ovviamente, l’operazione sarà conveniente). dente anche che la bontà dell’acquisizione non è Ogni volta che il socio di maggioranza individua quesolamente riconducibile al reddito di spettanza dei sta possibilità, in sostanza riesce ad aumentare il valovecchi azionisti; è quindi utile mettere a punto un re della propria partecipazione spendendo acquisition modello più complesso ma più realistico. currency e creando istantaneamente valore. Se il merPoniamo la seguente condizione di convenienza: cato azionario registra livelli molto alti o se addirittur0 *P/E0 < (r0+r1) * n0/(n0+n1) * P/Ec ra è in atto una «bolla speculativa», ne consegue un innalzamento del valore della partecipazione particodove: larmente sensibile e, in qualche caso, assolutamente P/E0 = price/earning della società quotata acquirente straordinario. P/Ec = price/earning della società risultante L’acquisition currency è stata estensivamente praticata La condizione di convenienza richiede che il valore nella seconda parte degli anni ’90, in particolare daldella partecipazione prima dell’acquisizione sia infele imprese fortemente caratterizzate in senso tecnoloriore al valore della medesima partecipazione, natugico. Secondo alcuni commentatori l’operazione si ralmente ridotta in termini di incidenza sul totale forma quando i prezzi di borsa superano del doppio del capitale, dopo l’acquisizione. Pertanto l’acquisii valori contabili del patrimonio netto (2). In particozione è conveniente quando si verifica la seguente lare, il settore tecnologico è stato caratterizzato, per relazione: un certo periodo, da prezzi di borsa che riconoscevaEPS0 * P/E0 < EPS1 * P/E1 no avviamenti straordinari; la borsa attribuiva, dunque, un valore a poste intangibili (intangible) che poOssia il prodotto degli utili per azione per il P/E deltevano essere immediatamente utilizzate come acquila società acquirente deve essere inferiore al prodotsition currency. L’operazione più rilevante che abbia to riferito alla società target. previsto il pagamento con tale strumento è certaConvenienza e conseguenze dell’operazione L’operazione di acquisizione è conveniente in due Nota: casi: quando gli utili per azione sono maggiori e/o (2) Per alcuni commenti di cronaca finanziaria legati allo scenario quando la società target viene valutata dal mercato della fine degli anni ’90 in tema di acquisition currency vedi «Pain con un P/E più aggressivo. È evidente che tale P/E and Pleasure in Germany», Economist 5/29/1999, pag. 66, «ADRs potrebbe essere riconosciuto in fase di acquisizione; as Acquisition Currency», www.taylor-rafferty.com; «The Acquisiin questo caso verrebbero emesse molte azioni di tion Alternative», www.redherring.com; «The Finance of Ebusiness», compendio, di conseguenza si diluirebbe l’EPS e www.jackmwilson.com. Strumenti e tecniche finanziarie Operazioni finanziarie Schema operativo Lo schema dell’operazione di acquisition currency merita tre considerazioni di base: 1) in primo luogo, è evidente che quando si spende acquisition currency la quota di controllo diviene progressivamente meno salda. Chi usa l’acquisition currency preferisce una partecipazione percentualmente inferiore, ma superiore in termini di valore. Il «gioco» è quanto mai opportuno per imprenditori di grande carisma, che possono permettersi di condizionare la propria impresa anche con una percentuale di partecipazione bassa. È evidente comunque che l’operazione ha un limite tecnico e funziona solo un numero limitato di volte. Raggiunto un determinato livello, è necessario che si formi un patto di sindacato che controlli l’impresa quotata con una percentuale più elevata ed a questo punto il «gioco» sarà praticato dal sindacato di controllo; 2) secondariamente, è opportuno sottolineare che anche per il socio di minoranza cresce il valore detenuto, in quanto la sua impresa non quotata valeva meno rispetto alla partecipazione di compendio quotata. Questo effetto è tanto più marcato quanto più la società risultante viene accreditata del vecchio livello di P/E (come spesso accade sul mercato quando la diversità di dimensione tra le due società è marcata). Il risultato ha qualcosa di «magico»: tutti guadagnano, i venditori sono molto soddisfatti ed i compratori ancora di più; 3) infine, un rischio per chi detiene il controllo è la possibilità per l’azionista della società acquisita di procedere rapidamente alla cessione delle azioni di compendio ricevute; in questo modo si ha un effetto deprimente sui prezzi, e quindi sul P/E. Se ciò accade in modo massiccio, non è detto che il meccanismo dell’acquisition currency funzioni. Per evitaUn rischio per chi detiene re tali ripercussioni è il controllo è la possibilità opportuno che l’azioniper l’azionista della società sta di controllo coopti acquisita di procedere nel gruppo di controllo rapidamente alla cessione il venditore o che, in delle azioni di compendio subordine, lo vincoli ricevute, con un effetto con un patto di vendita deprimente sui prezzi dilazionata dei titoli rie quindi sul P/E. cevuti (lock up). Non è un caso che negli ultimi anni i patti di lock up abbiamo avuto una estesa diffusione. Un esempio pratico Dopo aver ragionato con un modello semplificato e aver messo in luce quali siano le variabili principali, è ora utile prendere a riferimento un caso esemplificativo. Le tavole riportate riassumono il caso proposto: la Tavola 1 presenta i bilanci pro-forma dell’impresa quotata acquirente, a cui è accreditato un P/E di 20, la Tavola 2 riporta i dati prospettici dell’impresa acquisibile, la Tavola 3 mostra i dati risultanti dalla fusione in ipotesi di attribuzione alla società risultante del P/E uguale a 20. I dati dimostrano che l’acquirente può raggiungere un apprezzamento della propria partecipazione di circa il 30% e tale risultato è ottenuto anche dal venditore. I risultati prospettici permettono però di comprendere che nel 2008 il valore prospettico dell’azionista di controllo sale di circa il 40%, mentre il valore della partecipazione del cedente si è accresciuta solo di circa il 18%. Per quale motivo l’accrescimento di valore è identico nel primo anno, ma mostra una divaricazione in prospettiva? La ragione è che la società target è stata valutata più prudentemente nel momento dell’acquisizione ma è stabilmente più redditizia; ne consegue che gli azionisti di controllo riescono a sommare due vantaggi: da un lato pagano l’acquisizione con un P/E più contenuto e vedono che il mercato riconosce alla società risultante un P/E immutato, da ciò consegue un plusvalore immediato; d’altro lato, acquisiscono una impresa relativamente più redditizia e quindi aumentano nel tempo il valore creato, in rapporto alla loro partecipazione. Si tratta di un buon affare perché sono rispettate le due regole evidenziate in precedenza: gli indicatori di redditività della società acquisita sono migliori e concorrono ad incrementare i risultati consolidati; l’acquisizione è stata effettuata con un P/E e un EPS in zona di marcata convenienza. Si tratta dunque di un’operazione estremamente conveniente, che ha il solo costo di fare scendere considerevolmente, ma ancora senza effetti rilevanti nel caso proposto, la percentuale di controllo. È pure evidente che l’impresa dell’esempio ha fatto un considerevole salto dimensionale, avendo raddoppiato il fatturato ed il capitale investito. La società acquisita era invece estremamente indebitata ed ha cosı̀ risolto i propri motivi di difficoltà finanziaria; ciò ha contribuito a tenerne basso il valore. In sintesi, i criteri finanziari per individuare un target ideale da comprare con acquisition currency sono: — buona redditività (attuale o potenziale); Nota: (3) Vedi Joelle Tessler e Matt Marshall, «High stock price enabled purchase», www.mercurycenter.com. 37 Amministrazione & Finanza n. 9/2001 mente stata l’acquisto da parte di America OnLine (azienda di servizi internet) di Time Warner (che era un conglomerato nel campo dei media); la potenza dell’acquisition currency è stata tale da invertire il senso dell’acquisizione attesa dagli analisti, che era appunto l’acquisto da parte di Time Warner, coerentemente con il senso delle operazioni fino a quel punto progettate. Prima del ritracciamento dei prezzi di borsa del 2000, gli analisti stimavano che la disponibilità di acquisition currency da parte di America OnLine era virtualmente infinita (3). 38 Amministrazione & Finanza n. 9/2001 Tavola 1 . Bilanci pro-forma dell’impresa acquirente Anno 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 10.000.000 E 11.500.000 E 13.225.000 E 15.208.750 E 17.490.063 E 20.113.572 E 23.130.608 E 26.600.199 E Debito Equity 6.500.000 E 3.500.000 E 7.447.500 E 4.052.500 E 8.535.338 E 4.689.663 E 9.784.447 E 5.424.303 E 11.218.895 E 6.271.167 E 12.866.352 E 7.247.220 E 14.758.627 E 8.371.980 E 16.932.295 E 9.667.904 E E E E E E E E 115.653.038 E -112.183.447 E 3.469.591 E -1.475.863 E 1.993.728 E -697.805 E 1.295.923 E Vendite Costi monetari Reddito operativo OF Reddito lordo Imposte Reddito netto P/E Valore E E E E E E E 57.500.000 -55.775.000 1.725.000 -744.750 980.250 -343.088 637.163 E E E E E E E 66.125.000 -64.141.250 1.983.750 -853.534 1.130.216 -395.576 734.641 E E E E E E E 76.043.750 -73.762.438 2.281.313 -978.445 1.302.868 -456.004 846.864 E E E E E E E 87.450.313 -84.826.803 2.623.509 -1.121.890 1.501.620 -525.567 976.053 E E E E E E E 100.567.859 -97.550.824 3.017.036 -1.286.635 1.730.401 -605.640 1.124.760 133.000.994 -129.010.964 3.990.030 -1.693.229 2.296.800 -803.880 1.492.920 E E E E E E E 15,0% 15,8% 1,9 552,5 15,0% 15,7% 1,8 637,2 15,0% 15,7% 1,8 734,6 15,0% 15,6% 1,8 846,9 15,0% 15,6% 1,8 976,1 15,0% 15,5% 1,8 1124,8 15,0% 15,5% 1,8 1295,9 15,0% 15,4% 1,8 1492,9 20 11.050.000 E 20 12.743.250 E 20 14.692.811 E 20 16.937.281 E 20 19.521.058 E 20 22.495.208 E 20 25.918.470 E 20 29.858.404 E Tavola 2 . Dati prospettici dell’impresa target Anno 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Attivo 10.000.000 E 11.500.000 E 13.225.000 E 15.208.750 E 17.490.063 E 20.113.572 E 23.130.608 E 26.600.199 E Debito Equity 9.000.000 E 1.000.000 E 10.045.000 E 1.455.000 E 11.226.925 E 1.998.075 E 12.565.025 E 2.643.725 E 14.081.354 E 3.408.708 E 15.801.185 E 4.312.387 E 17.753.487 E 5.377.121 E 19.971.471 E 6.628.728 E E E E E E E E 115.653.038 E -111.952.141 E 3.700.897 E -1.775.349 E 1.925.549 E -673.942 E 1.251.607 E Vendite Costi monetari Reddito operativo OF Reddito lordo Imposte Reddito netto Roi Roe D/MP P/E Valore 50.000.000 -48.400.000 1.600.000 -900.000 700.000 -245.000 455.000 E E E E E E E 57.500.000 -55.660.000 1.840.000 -1.004.500 835.500 -292.425 543.075 E E E E E E E 66.125.000 -64.009.000 2.116.000 -1.122.693 993.308 -347.658 645.650 E E E E E E E 76.043.750 -73.610.350 2.433.400 -1.256.503 1.176.897 -411.914 764.983 E E E E E E E 87.450.313 -84.651.903 2.798.410 -1.408.135 1.390.275 -486.596 903.678 E E E E E E E 100.567.859 -97.349.688 3.218.172 -1.580.119 1.638.053 -573.319 1.064.734 133.000.994 -128.744.962 4.256.032 -1.997.147 2.258.885 -790.610 1.468.275 E E E E E E E 16,0% 45,5% 9,0 16,0% 37,3% 6,9 16,0% 32,3% 5,6 16,0% 28,9% 4,8 16,0% 26,5% 4,1 16,0% 24,7% 3,7 16,0% 23,3% 3,3 16,0% 22,2% 3,0 10 4.550.000 E 10 5.430.750 E 10 6.456.499 E 10 7.649.834 E 10 9.036.785 E 10 10.647.344 E 10 12.516.066 E 10 14.682.751 E Operazioni finanziarie Roi Roe D/MP EPS 50.000.000 -48.500.000 1.500.000 -650.000 850.000 -297.500 552.500 Strumenti e tecniche finanziarie Attivo Tavola 3 . Fusione con Acquisition Currency Anno 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 23.000.000 E 26.450.000 E 30.417.500 E 34.980.125 E 40.227.144 E 46.261.215 E 53.200.398 E Debito 15.500.000 E 17.492.500 E 19.762.263 E 22.349.472 E 25.300.250 E 28.667.537 E 32.512.114 E 36.903.766 E Equity 4.500.000 E 5.507.500 E 6.687.738 E 8.068.028 E 9.679.875 E 11.559.607 E 13.749.102 E 16.296.632 E Vendite 100.000.000 E 115.000.000 E 132.250.000 E 152.087.500 E 174.900.625 E 201.135.719 E 231.306.077 E 266.001.988 E Costi monetari -96.900.000 E -111.435.000 E -128.150.250 E -147.372.788 E -169.478.706 E -194.900.511 E -224.135.588 E -257.755.926 E 3.100.000 E 3.565.000 E 4.099.750 E 4.714.713 E 5.421.919 E 6.235.207 E 7.170.488 E 8.246.062 E -1.550.000 E -1.749.250 E -1.976.226 E -2.234.947 E -2.530.025 E -2.866.754 E -3.251.211 E -3.690.377 E 1.550.000 E 1.815.750 E 2.123.524 E 2.479.765 E 2.891.894 E 3.368.454 E 3.919.277 E 4.555.685 E -542.500 E -635.513 E -743.233 E -867.918 E -1.012.163 E -1.178.959 E -1.371.747 E -1.594.490 E 1.007.500 E 1.180.238 E 1.380.290 E 1.611.847 E 1.879.731 E 2.189.495 E 2.547.530 E 2.961.195 E Roi 15,5% 15,5% 15,5% 15,5% 15,5% 15,5% 15,5% 15,5% Roe 22,4% 21,4% 20,6% 20,0% 19,4% 18,9% 18,5% 18,2% 3,4 3,2 3,0 2,8 2,6 2,5 2,4 2,3 713,6 836,0 977,7 1141,7 1331,5 1550,9 1804,5 2097,5 20 20 20 20 20 20 20 20 20.150.000 E 23.604.750 E 27.605.809 E 32.236.949 E 37.594.627 E 43.789.897 E 50.950.601 E 59.223.905 E Azioni A 1.000 E 1.000 E 1.000 E 1.000 E 1.000 E 1.000 E 1.000 E 1.000 E Azioni B 412 E 412 E 412 E 412 E 412 E 412 E 412 E 412 E Valore azionisti A 14.272.917 E 16.720.031 E 19.554.115 E 22.834.505 E 26.629.528 E 31.017.843 E 36.090.009 E 41.950.266 E Valore azionisti B 5.877.083 E 6.884.719 E 8.051.694 E 9.402.443 E 10.965.100 E 12.772.053 E 14.860.592 E 17.273.639 E Azioni A 29,2% 31,2% 33,1% 34,8% 36,4% 37,9% 39,2% 40,5% Azioni B 29,2% 26,8% 24,7% 22,9% 21,3% 20,0% 18,7% 17,6% Reddito operativo OF Reddito lordo Imposte Reddito netto D/MP EPS P/E Valore Guadagno da fusione 39 Amministrazione & Finanza n. 9/2001 Strumenti e tecniche finanziarie 20.000.000 E Operazioni finanziarie Attivo Strumenti e tecniche finanziarie Operazioni finanziarie Amministrazione & Finanza n. 9/2001 40 — situazione finanziaria non brillante; — valore complessivamente limitato in ragione del profilo finanziario. Se la società acquirente ha invece una buona posizione finanziaria, riesce ad approfittare della situazione e ad organizzare il deal. Il salto dimensionale può essere molto rilevante sotto il profilo del posizionamento competitivo; è evidente che l’operazione ha una motivazione molto valida quando coniuga obiettivi di posizionamento di mercato con ragioni finanziarie (delle quali soltanto si discute in questo contributo). I sintesi, le imprese che hanno ottenuto, non indifferentemente con o senza merito, un alto P/E, possono usare risorse praticamente gratuite per pagare le acquisizioni. Se si dirigono verso target a più alto P/E, ne consegue una diluizione dell’utile e ciò viene visto negativamente dal mercato; possono invece volgere l’attenzione verso imprese a P/E più contenuto del proprio e ciò produce un innalzamento dell’EPS previsto. Questa manovra può in alcuni casi nascondere il deterioramento dei dati fondamentali relativi al business principale dell’acquirente. Questo è il motivo per cui gli investitori devono giudicare molto attentamente la qualità degli utili delle imprese che ricorrono all’acquisition currency. Fine dei giochi L’operazione dell’acquisition currency è quindi interessante e vale la pena di metterla in pratica. È ovvio che a un certo punto il meccanismo si rompe ed è utile osservare le conseguenze. È impossibile che esista un meccanismo che porti ad un aumento continuo del P/E; a un certo punto deve esserci un limite. Quali sono gli aspetti negativi dell’acquisition currency, che, di per sé, sembra non costare nulla? Sotto un primo profilo, si è indicato in precedenza che l’acquisition currency ha un limite intrinseco legato ai meccanismi di corporate governance. Quando l’azionista di controllo si sentirà in pericolo, perché la sua percentuale di partecipazione è scesa considerevolmente e comincerà a sospettare un possibile take-over, smetterà di fare acquisizioni ed impronterà la politica finanziaria alla difesa. L’azionista di controllo allontanerà questo momento con accordi parasociali con altri azionisti forti, ma il meccanismo finisce certamente per indebolirsi. I teorici direbbero che i costi di coordinamento tra gli azionisti di controllo risultano più elevati dei vantaggi ritraibili in astratto. Da un ulteriore punto di vista, l’inversione del ciclo dei prezzi di borsa fermerà il meccanismo: se il P/E cade a livelli ridotti, sarà difficile trovare venditori di aziende interessanti disposti ad accontentarsi di valori contenuti, per essere poi pagati con currency svalutata. La acquisition currency può essere spesa solo nelle fasi euforiche del ciclo di borsa. Infine, è reale la possibilità che il meccanismo si ridimensioni e prenda una direzione indesiderata. La politica dell’acquisition currency consiste, in sintesi, nel comprare aziende a basso P/E per innalzare l’EPS consolidato, gli investitori potrebbero mutare opinione e giungere alle seguenti conclusioni: — i P/E pagati ai venditori sono relativamente ridotti rispetto ai valori di mercato ma troppo elevati in relazione alla qualità intrinseca delle aziende acquisite; di conseguenza, il mercato smette di attribuire un P/E elevato alla società risultante e comincia ad attribuire un P/E più limitato e coerente con il suddetto giudizio; in sintesi, un mercato azionario euforico può essere indotto a valutare la società risultante al vecchio P/E, ma tale tendenza è instabile a favore di una valutazione più prudenziale del P/E complessivo; — la crescita degli EPS che viene evidenziata (nel caso proposto si passa istantaneamente da 552 a 713 euro) viene presentata come effetto delle politiche gestionali dell’emittente ma a un certo punto il mercato si accorge che cosı̀ non è; in effetti il rialzo dell’EPS non dipende dal reale incremento degli utili, ma dalla relativa riduzione delle azioni in circolazione (a danno degli azionisti che hanno ricevuto la acquisition currency); tutte le volte che si compra una azienda con un P/E inferiore al proprio si determina un effetto apparente di incremento degli utili per azione e il mercato non è sempre pronto a capirlo, attribuendo momentaneamente alla qualità dell’utile il livello precedente di giudizio. Chi spende l’acquisition currency corre il rischio di trovarsi in queste situazioni. La situazione peggiore si verifica se la corporate governance è debole, in un momento di inversione del ciclo di borsa con, in aggiunta, una diversa percezione da parte degli analisti finanziari della politica precedentemente perseguita. Questo modello spiega in modo convincente alcuni comportamenti attuali dei prezzi di borsa.