Marzo 2012 - Insider Magazine

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Marzo 2012 - Insider Magazine
Abbazia
di Sant’Andrea in Flumine
ricevimenti
congressi
mostre
Esclusiva ed elegante, a pochi km da Roma, l’Abbazia di Sant’Andrea in Flumine da secoli domina la lussureggiante
Valle del Tevere.
Accogliente ed esclusivo, il complesso abbaziale è disponibile per ricevimenti, congressi e mostre. La bellissima chiesa
consacrata costruita nel VI sec d.c. disponibile per la celebrazione, accoglie gli ospiti in un’atmosfera intima e sacra
che nasce da una semplicità architettonica che ben si coniuga alla policromia dei mosaici e degli affreschi.
L’ampio giardino antistante la chiesa, circondato dalle antiche mura, risulta la scelta ideale per l’aperitivo e il taglio
torta. È possibile prevedere intrattenimento musicale, fiaccolata ed allestimenti personalizzati.
I sobri saloni per il ricevimento con splendida vista sulla valle, possono accogliere fino a 220 ospiti.
A vostra disposizione un impeccabile servizio banqueting che saprà deliziare i palati più esigenti offrendo genuinità,
tradizione ed innovazione.
Anno 4
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Numero 29
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Copia omaggio
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Marzo 2012
Loc. Abbadia snc - 00060 Ponzano Romano (RM)
Tel. 0765.338310 - Mob. 3382614973 - www.abbaziadisantandrea.com
EDITORE
Insider Srl
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DIRETTORE EDITORIALE
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DIRETTORE RESPONSABILE
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AMMINISTRAZIONE
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Rally Lejog
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REDAZIONE
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COORDINAMENTO REDAZIONE
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PROGETTO GRAFICO
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HANNO COLLABORATO
Alessandra Vittoria Fanelli
Antonella De Santis
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Enrico Tonali
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Gaetano Cascino
Laura Mocci
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Luisa Espanet
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Vittoria di Venosa
RESORT
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ANNO 4 - NUMERO 29
Periodicità mensile
marzo 2012
L’INVERNO CHE VERRÀ
MOTO GUZZI V7
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MARTINENGO MARQUET
Brunello Cucinelli
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over story
LeJOG: VeTTURe d’ePOCA
SULLe VIe deL ReGNO UNITO
è pArTITO DAllA COrNOvAGlIA AllA vOlTA DEllA SCOzIA,
TrA NEvE, pIOGGIA E vENTO Il rAllY DI AUTO D’EpOCA
pIÙ IMpEGNATIvO D’EUrOpA
N
di Roberta Roccati - ph Francesco Rastrelli
N
eve, pioggia, vento e gelo nulla hanno
potuto contro i temerari 61 equipaggi
partecipanti a LEJOG 2011, il rally di auto
d’epoca più duro d’Europa, che prende il nome dalle località
di partenza (Land’s End, Cornovaglia) e arrivo (John O’Groats,
Scozia) dei 2.300 Km da percorrere in tre giorni attraverso le
estremità dell’intero Regno Unito, tra sezioni di regolarità,
test speciali e prove notturne senza tregua. La 17° edizione
dell’evento, organizzato dall’inglese Historic Endurance
Rally Organization, è riuscita sia nell’intento ambizioso
di coinvolgere equipaggi da tutta Europa, che in quello di
rendere il tracciato ancora più impegnativo. Una sfida epica
che mette alla prova tanto le automobili quanto i piloti e i
navigatori, la cui esultanza al traguardo è certamente dovuta
più alla soddisfazione per aver portato a termine il rally che
alla effettiva posizione in classifica.
over story
Dal 10 al 13 dicembre la passione e l’entusiasmo hanno
animato strade, fattorie, mulini, castelli, circuiti, ponti e
paesaggi mozzafiato, grazie all’assistenza ammirevole di
centinaia di volontari e dei meccanici che, anche nel cuore
della notte, hanno allestito officine mobili attrezzate per
ogni emergenza. Spettatori increduli hanno guardato Riley
del 1937 guadare fiumi con l’acqua fino alla capotte, Jaguar
del ‘52 passare tra impassibili mucche nelle loro stalle,
Mini Cooper del 1967 sfrecciare su circuiti di fast kart o
Morgan del 1952 slittare sui tornanti innevati delle Highlands
scozzesi; pub e hotel hanno accolto equipaggi stremati da
23 ore consecutive di guida, con piloti sdraiati a terra pur
di riposare qualche ora, mentre i navigatori instancabili
plottavano le tappe successive al lume di torce portatili.
Spirito di squadra, preparazione tecnica, resistenza alla fatica
e passione per l’avventura hanno accomunato gli equipaggi
che, durante la tradizionale cena di gala di fine evento, si sono
già dati appuntamento per l’edizione 2012 (1-4 dicembre),
durante la quale si rinnoverà il servizio di noleggio auto “Arrive
and Drive”, offerto dagli organizzatori a coloro che vogliano
cimentarsi nell’impresa senza temere di mettere a repentaglio la
loro auto d’epoca. Se poi neppure ciò è sufficiente a smuovere
l’animo dei meno temerari, costoro potranno partecipare agli
altrettanto indimenticabili ma meno ardui raduni organizzati
da HERO: Scottish Malts (30 aprile - 4 maggio), Summer Trial
(12-14 luglio), Throckmorton (16 ottobre) ◆
www.heroevents.eu
CHÂTEAU DU BOIS GUY
Nel cuore della BretagNa più suggestiva
e NoN loNtaNo dalla côte d’Émaraude
(coNsiderata la costa smeralda del Nord)
il château du Bois guy accoglie l’ospite
coN l’immutato fasciNo del re sole
di Alessandra Vittoria Fanelli
Dinard - Villa Roches Brunes - ph. N. Régnier
Cote d'Emeraude
P
P
assato nel corso dei tempi di proprietà
in proprietà, dai baroni di Fougéres alla
famiglia Pichot fino ai signori Gaulay
di Bois-le-Bon, al debutto del XX secolo il castello venne
totalmente abbandonato subendo forti danni.
Nel 1994 un nuovo proprietario, con l’obiettivo di farne un
hotel de charme, recupera parte del piano terra, la cappella
e una delle torri del castello e lo ristruttura mantenendo
inalterato il parco di diciotto ettari che lo circonda.
Solo nel 2009 il Château du Bois Guy viene acquistato
da due giovani imprenditori, il danese Mickael Linhoff e
lo svizzero Mathias Haefeli, i quali affascinati del luogo e
carichi di entusiasmo ne ampliano la struttura trasformandola
in un relais di charme e, senza cancellare il glorioso passato,
diventano di fatto i ‘nuovi castellani’ di Bois-Guy.
Non solo: accanto al corpo centrale del castello, arricchito
dalla cappella decorata con affreschi del XVII secolo dove è
possibile celebrare matrimoni religiosi e da un grande salone
ideale per rinfreschi, serate di gala, cocktail e seminari,
entrambi totalmente recuperati, sono state costruite alcune
dépendance, inserite poi nella struttura rispecchiando, in
chiave contemporanea, l’aspetto classico del XVII secolo.
I segni del passato a Bois-Guy si respirano sin dal trionfale
ingresso del parco ricco di piante e ingentilito da un piccolo
stagno dove nuotano indisturbate veloci gallinelle, placide
oche selvatiche, tenere pavoncelle e alcune poiane. A fianco
un ampio maneggio dove cavalli arabi esuberanti per scatto
e agilità, di grande bellezza e robustezza, gestiti da Mathias,
personal trainer e istruttore, sono a disposizione degli ospiti
che desiderano cavalcare in totale libertà.
L’interno dello Château, mentre la facciata esterna
ha mantenuto inalterato il suo antico fascino, è stato
magistralmente restaurato da cima a fondo e arredato con
mobili dal design moderno firmati prevalentemente da Knoll
International. Il raffinato tocco italiano, invece, è sottolineato
dal lampadario Matrix (design Yaacov Kaufman) prodotto
Lumina, che irradia la saletta privé riservata per le cene più
esclusive.
L’hotel dispone di 15 camere De Luxe e Superior, di una
sala ristorante, gestita personalmente dallo chef Thierry
Serrand che seduce sia l’ospite dell’hotel sia il cliente di
passaggio con proposte gourmand regionali e internazionali,
e di un business center completamente attrezzato con video
proiettori, lavagne luminose, reti per video conferenza, in
grado di ospitare da 20 a 130 persone per dancing dinner,
party per matrimoni, anniversari e corporate aziendali.
I due nuovi proprietari dello Château, essendo entrambi
interessati all’arte e al design, e desiderando aprire il castello
anche ai residenti delle cittadine vicine Fougéres e Parigné,
hanno disposto di ospitare mostre d’arte, esposte sia all’interno
che all’esterno della struttura come l’ultima esposizione
del giovane artista italo-tedesco Timon Monti (nome d’arte
Timonti) che ha presentato, tra le altre opere di grande impatto
visivo, l’istallazione ‘Tassel Theatre’ realizzata appositamente
per il cortile d’ingresso del castello e una serie di quadri
esort
Una suite
Saletta privata - lampadario Matrix di Lumina con Guy - ph. Y. Gautier
‘Tamara meets Timonti’ dedicati alla grande e affascinante
pittrice polacca dell’Art Déco Tamara de Lempicka.
Tra le novità della prossima estate lo Château inaugurerà
una Spa ecologica interamente realizzata e arredata solo
con mobili in legno. È inoltre prevista la realizzazione di un
campo da golf biologico di diciotto buche, progettato con
particolare attenzione al rispetto dell’ambiente in modo da
mantenere inalterato il fascino del luogo.
Lo Château è anche situato in posizione strategica per
raggiungere facilmente alcuni dei villaggi più suggestivi
della Côte d’Émaraude, che si affacciano sul canale della
Manica. Ad esempio Dinard, la rinomata stazione balneare
contrassegnata dalla villa Roches Brunes di stile neo-Louis
XII, destinata a diventare, grazie ad un accurato restauro,
futura residenza degli artisti bretoni. Qui è d’obbligo una
sosta al Breizh Café per gustare le ostriche Tsarskaya de
Cancale, il grazioso villaggio che dista solo pochi chilometri
e ‘assaporare’ la brezza marina proveniente dall’Atlantico.
Assolutamente da non mancare inoltre una visita a Saint
Malo, la famosa città di costiera fortificata, ricca di eventi
soprattutto estivi, che accoglie e lascia incantati dalla
maestosità della suoi bastioni.
E lo Château du Bois Guy è un resort di tale fascino che invita
i suoi ospiti a godere dell’incanto del tempo in un contesto e
un allure contemporanei ◆
www.bois.guy.fr
www.bretagne.35.com
TIMONTI, ArTISTA EClETTICO E vISIONArIO
Doppia sopresa è stata riservata agli ospiti lo scorso novembre dello
Château du Bois Guy di Perigné per il vernissage della prima mostra in
Francia del giovane artista tedesco Timonti che, come lui sottolinea con
orgoglio, ha nel sangue ‘l’eleganza italiana’ delle sue origini.
Una grande esposizione, tuttora in corso, svoltasi in un luogo magico e
sviluppata su due temi: la prima ‘Tamara meets Timonti’, allestita nelle
diverse sale del castello è dedicata a Tamara de Lempicka, la grande pittrice
polacca e femme fatale dell’Art Déco che, attraverso le sue opere calde e
cariche di sensualità ha ‘sedotto’ il giovane Timonti, che oggi interpreta,
rielaborandole, le suggestioni erotiche di Tamara utilizzando un segno
grafico unico e raffinato che crea giochi di luce e di ombre cangianti.
La seconda esposizione ‘Tassel Theatre’ è allestita nel parco del castello
e sul muro della torre e presenta un’interpretazione di fiocchi reali di seta
inseriti in tubi di vetro (made by Schott) che allineati formano una serie
di totem trasparenti di cristallo che con le ombre della sera espandono
l’effetto del bosco. Artista eclettico, Timonti gioca su diversi linguaggi visivi
lasciando libero lo spettatore di vivere con fantasia le proprie emozioni.
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M AGA ZINE
M AGA ZINE
BrETAGNA, UN vIAGGIO
NEl BENESSErE SENSOrIAlE
là DOvE lA TErrA S’INfrANGE SUll’OCEANO ATlANTICO
DIvErSE BEAUTY fArM, vErI TEMplI DEllA SAlUTE GlOBAlE,
rEGAlANO lA BEllEzzA pEr Il COrpO E l’ANIMA
di Alessandra Vittoria Fanelli
PornicPromenade
Hotel Alliance Pornic Baia
qui soggiornarono anche i grandi scrittori Gustave Flaubert
e Albert Camus e il pittore Pierre Auguste Renoir, uno dei
massimi esponenti dell’Impressionismo.
Ma è all’hotel Alliance che l’acqua dell’oceano, elemento
essenziale della vita, trova la sua dimensione più sensoriale.
Questo beach hotel, posizionato di fronte l’Atlantico e all’isola
di Noirmoutier, dispone di 112 camere arredate con mobili
contemporanei d’ispirazione marina con terrazze e finestre
rivolte verso l’oceano o verso il patio a prato inglese, oltre a 6
suite Junior e 2 suite denominate Atlantique e Océan. L’hotel
è circondato da un’ampia terrazza pavimentata con doghe
di legno che ricordano il ponte di una nave, dove si trovano
il ristorante e il bar La Terrasse e il centro di talassoterapia
Espace Forme.
Nel palazzo attiguo, un edificio liberty sede dell’ex-casino di
Pornic, trovano posto il ristorante panoramico La Souce e il
bar Le Phare e i pontili che portano direttamente sulla baia
dove, spettacolo unico, si può ammirare il gioco della alta e
bassa marea che lascia, come ricordo, la spiaggia ricoperte
di conchiglie.
L’Espace Forme è dedicato alle diverse terapie legate al
benessere e alla bellezza. Diretto con grande professionalità
da Marie-Noeˇlle Veillet-Berry, il centro dispone di molteplici
cure: la remise en forme, il bio-Détox e bio-Thalasso &
secrets du monde, in pratica un cura di sei giorni con
massaggi profumati differenti; il Bio-Sensorielle Mer, un
viaggio energetico a base di prodotti biologici della litorale
atlantico e la Silhouette che rimodella il corpo a base di
docce alternate di alghe marine, supportata anche da una
dieta individuale ayurvedica. Inoltre, il centro Espace Forme,
il ristorante La Source e il bar Le Phare, sono aperti anche agli
ospiti che non soggiornano in hotel.
travel
Hotel Alliance Pornic - Aragosta bretone
L
L
a talassoterapia, che solo qualche anno fa
significava soggiorni per persone in età e
con specifici problemi di salute, ora attira
un pubblico sempre più ampio e eterogeneo soprattutto
in Bretagna, dove è nata questa cultura termale grazie alle
acque ricche e fortemente saline.
Ora, grazie anche ai nuovi collegamenti aerei di Air France
da Milano e Roma per Nantes, grazie ai quali si raggiunge
il litorale selvaggio di questa costa atlantica, arrivare ai
principali centri di talassoterapia vicini all’oceano diventa
una piacevole vacanza abbinata al benessere.
Dopo una breve sosta a Nantes, ex-capitale dei duchi di
Bretagna e porta d’ingresso dei Pays de la Loire, nonché città
colta e affascinante (già capitale della cultura 2012) che ha
dato i natali a Jules Verne, il viaggio verso uno dei centri
talasso più suggestivi conduce a Pornic, magica baia che
si affaccia su questo frastagliato angolo dell’oceano. Qui
si trova l’Alliance Pornic Resort Hotel Thalasso & Spa, un
beauty hotel collegato al villaggio da una promenade che
costeggia la costa.
Pornic è considerata, grazie alla sua privilegiata posizione,
una cittadina balneare che vive tutte le quattro stagioni
sempre soleggiate: spiagge, piscine e sport nautici. Città
medievale e marittima, Pornic vanta anche la fama di essere
stata la residenza di Barbablu. Infatti all’ingresso del suo
porto si trova il tetro castello dei Signori di Rais, praticamente
una torre difensiva risalente al IX secolo, costruita per
difendersi dalle invasioni vichinghe, dove si racconta circoli
ancora il fantasma del famoso Barbablu. Per visitarlo è
necessario prenotare una visita perché il maestoso maniero
è chiuso al pubblico, si dice, proprio per non far uscire il
fantasma. Un’emozione da non perdere, considerato che
Pornic - prodotti regionali
Hotel Sofitel Quiberon Thalassa & Sea Spa
Relax in spiaggia
Piscina esterna
Si lascia Pornic dopo il weekend corroborante all’Alliance
Pornic Resort Thalasso & Spa e una breve sosta a La Fraiserai,
un atelier-confiture dove la fragola è il frutto principale di tutti
i sorbetti e i macarons: un gusto autentico e indimenticabile.
Quindi il viaggio nel benessere prosegue verso la penisola
di Quiberon, rinomata stazione climatica e uno dei più
importanti centri di talassoterapia dove sul burrascoso
oceano si affaccia l’hotel Sofitel Quiberon Thalassa & Sea
Spa, un quattro stelle lusso recentemente ristrutturato
in perfetta armonia con l’ambiente naturale e selvaggio
circostante. Anche in questo caso adiacente all’hotel si trova
il centro di talassoterapia che invita al relax e al benessere
con programmi di trattamento individuali. Non solo, annesso
all’hotel si trova il Sofitel Diététique, per chi desidera
effettuare un rigorosissimo regime dietetico.
Il Sea & Spa offre tutti i trattamenti classici di wellness e
di bellezza: la mise en beauté, l’expérience marine (tonica
e essenziale) e un intenso programma di attività fisica per
l’equilibrio e la corretta postura. L’hotel appartiene da lungo
tempo alla storia stessa della Bretagna e della talassoterapia.
In questa terra di coste selvagge dove è nata la leggenda di Re
Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, contraddistinta da
immensi allineamenti megalitici, la vicina Quiberon racconta
la sua leggenda di arte e di storia. La Bretagna, infatti, non è
solo un ‘oceano’ di coccole che con la sua acqua accarezza
regalandoci benessere e il viaggio in questa terra che risale
all’Alto Medioevo è anche un’immersione nella antica e
interessante cultura bretone ◆
Suite vista mare
INfO GUIDE
Viaggiare
Air France da Roma (via Lione) e Milano (diretto) per Nantes
e Rennes
Dormire
Hotel de charme & Spa
Pornic: Hotel Thalasso Pornic www.thalassopornic.com
Quiberon: Sofitel Thalassa Sea & Spa
www.accorthalassa.com
Informazioni Turistiche Bretagna
Pornic: www.ot-pornic.fr
Quiberon : www.france-voyage.com
Informazioni in Italia: www.franceguide.com
Quiberon costa selvaggia
Il pArADISO è NEI MArI DEl SUD
il leggeNdario arcipelago delle seychelles è la destiNazioNe ideale
per gli amaNti del mare e della Natura iNcoNtamiNata:
uN graNde parco Naturale terrestre e mariNo accoglie
fra impoNeNti coNformazioNi graNitiche e acque cristalliNe
C
C
entoquindici isole incontaminate, un
esteso parco naturale che vanta una
rigogliosa flora e una fauna in molti
casi endemica, paesaggi mozzafiato in cui le grandi
conformazioni granitiche levigate dal mare si fondono
nelle acque cristalline. È un paradiso, quello delle
Seychelles, di cui tutti hanno sentito parlare, ma che
saprà sempre stupire chi vi si avventuri per soggiornare
in uno degli esclusivi resort sulle isole private, nei piccoli
bed&breakfast a conduzione familiare o, meglio ancora,
per un tour marino a bordo di uno dei molti catamarani a
disposizione presso i charter.
Sospese nella parte occidentale dell’Oceano Indiano, le
circa quaranta isole che circondano Mahè, centro principale
dell’arcipelago, sono fra le più antiche isole granitiche del
mondo. A Mahè sorge la capitale, Victoria, con il caratteristico
mercato e quel che rimane delle vestigia del passato coloniale
(prima francese e poi inglese). L’isola principale, insieme
a Praslin e La Digue, forma il gruppo delle Inner islands,
cuore economico e culturale dell’arcipelago nonché sede
delle maggiori strutture alberghiere. Queste isole sono
caratterizzate dall’imponente conformazione granitica
ricoperta da una folta foresta tropicale che degrada su spiagge
tra le piu spettacolari al mondo. Le Outer islands sono invece
atolli corallini con candide sabbie bianche e una barriera
popolata da pesci variopinti e tartarughe marine. Ovunque
nidificano innumerevoli specie aviarie, protette come tutta la
fauna locale: la rana più piccola della terra, la tartaruga gigante
più pesante del mondo, l’unico uccello dell’oceano indiano
incapace di volare.
Aerial Felicite & Coco Island - ph Raymond Sahuquet
di Donatella Codonesu - ph Seychelles Tourism Board Italy
ph Tony Baskeyfield
travel
Il mondo è un bel libro,
ma poco serve a chi non lo sa leggere
C. Goldoni
ph Raymond Sahuquet
Clock Tower - ph Raymond Sahuquet
ravel
Aiutate da un clima invidiabile, le Seychelles sono davvero un paradiso:
sempre caldo, ma senza estremi, con una temperatura ideale che
rimane fra i 24°C e i 32°C e un’umidità che si fa maggiore solamente a
gennaio-febbraio. Tra i tesori locali, anche due siti patrimonio mondiale
dall’UNESCO: la Vallee de Mai, a Praslin, antichissima foresta a lungo
creduta il Giardino dell’Eden, dove l’incredibile Coco de mer cresce
allo stato naturale e l’Aldabra, l‘atollo di corallo emerso più grande del
mondo, avvistato da marinai Arabi già nel IX secolo A.D.
ph Raymond Sahuquet
North Island bath - ph Chris Close
ph Donatella Codonesu
ph Raymond Sahuquet
Lion Fish - ph Tony Baskeyfield
ph Raymond Sahuquet
La popolazione, che nel 1976 ottenne l’indipendenza
dal Regno Unito e divenne una repubblica all’interno del
Commonwealth, conta oggi meno di 90mila abitanti e
riflette le proprie radici multietniche: europei, esiliati politici,
schiavi liberati, avventurieri, mercanti di origine araba e
persiana, indiana e cinese convivono un una dinamica ma
tranquilla società. La commistione di razze, culture e credi
è evidente nell’architettura e nella cucina (che vede un largo
uso dei frutti locali e degli ottimi i curry al latte di cocco).
Per organizzare la vostra vacanza in una delle ultime frontiere,
fra paesaggi mozzafiato e un ambiente incontaminato, potete
partire dalla consultazione del sito ufficiale per il turismo
locale: www.seychelles.travel/it/home/index.php ◆
travel
ph Raymond Sahuquet
ph Donatella Codonesu
Turtle - ph Tony Baskeyfield
Piazza del Parlamento, 8 - 00186 Roma
Tel\fax +39 0668192661 - Cell +39 3927883245
[email protected] - www.sartoria-al-corso.roma.it
l’INvErNO
CHE vErrà
collezioNi autuNNo/iNverNo 2012-2013
he donna sarà quella del prossimo inverno?
Soprattutto sulle passerelle di Milano
il vento è cambiato. Sono scomparse
completamente le escort, non certo per lasciare il posto a
delle rigorose e austere signore. C’è una moda decisamente
più portabile e non adatta solo a fisici da top model. Si è vista
una grande attenzione alla vestibilità, alla ricerca di materiali,
sempre più confortevoli e d’effetto, ai tagli di alta sartorialità.
Niente minimalismo mortificante, ma una profusione di
tessuti preziosi e di dettagli lussuosi. Il tutto improntato a una
femminilità chic, per una seduzione misurata ed elegante.
Spariti quasi completamente i coup-de-théâtre, salvo qualche
sporadico caso tra i giovani stilisti, incapaci toppo spesso di
trattenere l’entusiasmo creativo e guardare al mercato.
Tra le tendenze più forti il patchwork, la capacità cioè di
unire materiali diversi, sovente a contrasto, nello stesso capo.
Il lucido e l’opaco, piuttosto che il pesante tweed con il
delicato voile o con lo chiffon. Molti gli inserti in tessuti o in
colori diversi. Una volta è una banda che attraversa un capo
dall’alto al basso, altre è un profilo lungo un pantalone o una
giacca, altre sono le due o una sola manica a contrasto con
il resto in un cappotto. O ancora l’abito o il giaccone di un
colore sul davanti e di un altro sul dietro.
Missoni
Burberry
Gianfranco Ferré
Genny
C
C
Angelo Marani
di Luisa Espanet
Nuova collezioNe • Primavera - estate 2012
Les Copains
Simonetta Ravizza
John Richmond
Moschino
Dolce&Gabbana
Moschino
John Richmond
Via Germanico, 216 - Roma
(angolo Piazza dei Quiriti, nel cortile)
Tel. 06 36000430
9.30 - 13.30 / 15.30 - 19.30
dal lunedì al sabato
Pçarrot
kids
Elsy
Fendi Junior Boy
C
C
hi pensava che le giacche da bambino
potessero essere solo i giubbotti, i blazer
blu da college o qualche squallido capo
cerimonia per lui, si sbaglia.
Per la primavera-estate sono previste giacche che non hanno
niente del “nano prêt-à-porter”, anzi sono divertenti, fresche
e perfette per i minori di 12 anni.
Fendi Junior ne propone una per lui, ma adatta anche a lei,
a tre bottoni in cotone chiné sull’azzurro con fodera e profili
della tasca bianchi. Elsy ha creato una giacca in cotone a righe
con profili in maglia grigi, esclusivamente per la bambina, da
indossare con gonne o jeans. E anche il piccolissimo avrà la
sua giacca. Quella di RC New Born , il marchio per neonati
di Roberto Cavalli, è in lino bianco con inserti a righe sui
revers e sulla tasca. Quella di Moschino Baby Kid, solo per
le femmine, è in cotone turchese doppiopetto bordata di
pizzo Sangallo all’orlo e ai polsi. Come scarpe, sempre in
pole position, la ballerina per lei e la sneaker per lui. Come
quelle di P Zero ◆
Moschino Baby Kid
Blumarine
Ermanno Scervino
Gabriele Colangelo per Genny ha proposto il mantello di
visone tinto a strisce in diverse tonalità. Continua il revival
delle pellicce, sempre più vere e sempre meno ecologiche.
Tra le preferite l’astrakan, il visone rasato e non, lo shearling
usato da entrambe le parti, e la volpe soprattutto in nero,
che si riconferma colore protagonista. Da Simonetta Ravizza
e da Les Copains ha dominato la passerella. Molto bianco
invece da Blumarine: pantaloni, cappotti, giacche abiti, con
solo qualche flash di pellicce di mongolia ipercolorate. Una
decisa presenza anche di bianco e nero, sia in stampati
versione optical sia per inserti, dettagli e accostamenti di capi.
Immancabile una presenza di beige in tutte le gradazioni fino
al cipria e di oro, non necessariamente usato per la sera.
Un certo ritorno della giacca con le spalle segnate, ma senza
arrivare agli eccessi da donna manager anni Ottanta. In
genere è piuttosto corta, morbida con la fluidità e il confort
di un pullover. Molti i pantaloni, da quelli aderenti e fascianti
a quelli con pinces o addirittura triple pinces, larghi ma mai
clowneschi, fino ai jodhpur di Ermanno Scervino ◆
I
Lardini
GIACCHE
E GlAMOUr
Brioni
Tonello
I
l luogo comune dell’uomo in giacca e
cravatta, noioso e ragionieroide, retaggio
del Sessantotto è decisamente sepolto. E
non è indispensabile accoppiare il blazer ai jeans, d’uso
negli anni Ottanta, per dimostrare di essere creativi. Ora ci
sono giacche morbide da indossare come pullover oppure
di colori inaspettati o ancora con dettagli alternativi, tutte
quanto mai glamour.
A cominciare da quelle destrutturate e dal peso piuma di
Lardini, di Cucinelli o di Tonello. Per continuare con quelle
in jersey di Massimo Rebecchi. Roberto Cavalli propone
giacche dal taglio sartoriale e con spalle segnate, ma così
leggere da portare con maniche rimboccate, nei materiali e
nei toni più vari, dal classico lino beige, alle righe, ai colori
forti, come il pervinca. Toni accesi anche da Brioni che osa
il lino arancione. Verde bandiera per il blazer con collo
sciallato di Dirk Bikkembergs. Bianco ghiaccio per quello
doppiopetto di Dsquared2 portato in sfilata con pantaloni
in tela blu e sandali da frate. Enrico Coveri punta su una
stampa vagamente Kashmir sui toni inediti del verde e del
rosa. Catene, medaglie, gusto militar-barocco per la giacca
in seta di D & G, con sottili revers neri, da smitizzare con
l’abbinamento di jeans strappati.
34
Italian Independent
M AGA ZINE
Massimo Rebecchi
È in denim il blazer di Italian Independent, disegnato da
Eric Wright. Anche i dettagli rinnovano e ringiovaniscono la
giacca. Così la mancanza di collo o l’abbottonatura nascosta
per quelle di Costume National, in tessuto finestrato la prima,
in fresco di lana grigia la seconda. Piombo riveste di cotone
grezzo i revers e i bottoni della giacca bianca. Applicazioni
catarifrangenti, ispirate a Lucio Fontana, per la monopetto in
raso di cotone di Julian Keen.
Anche gli accessori rispondono a questa tendenza casualchic. Da Rossetti la stringata è rinnovata da dettagli effetto
paglia, interamente effetto paglia il mocassino. Perfetto anche
da città il polacchino in canvas di Geox. Divertissement
vintage per le bicolori di Sergio Rossi ◆
Sergio Rossi
La pietra da investimento per eccellenza?
Il DIAMANTE
ma il valore aggiuNto NoN è solo di Natura ecoNomica,
secoNdo il desigNer romaNo giaNluca castaldi
Parure Burlesque
V
promo
V
olete comprare un gioiello, ma vi sentite
spaesati? “Iniziate a distinguere tra un
oggetto alla moda e uno da investimento,
perché quest’ultimo conserverà per sempre un valore
emotivo, prima ancora che economico”.
Non sapete come essere certi di acquistare in sicurezza?
“Ricordatevi che il gioielliere di cui fidarvi è quello che
diventa anche intermediario, disposto a riacquistare in ogni
momento l’oggetto che vi ha venduto”.
Se mi rivolgo ad un orefice o ai Compro Oro è la stessa cosa?
“I Compro oro non hanno nulla a che vedere con il gioiello
e con l’oreficeria come arte, perché sono a tutti gli effetti dei
‘banchi-metalli’, spuntati in questi ultimi anni come funghi”.
Ne sa davvero una più del diavolo Gianluca Castaldi, non a
caso gioielliere da tre generazioni, creatore di collezioni che
si distinguono per essere “una rivisitazione in chiave moderna
del gioiello classico, perché in fondo è l’originalità o, meglio,
l’estro, il segreto per ottenere un prodotto di successo”.
Castaldi è stato promotore di una serata patrocinata dalla
FIOG (federazione italiana orafi gioiellieri), a cui ha dato un
titolo che è tutto un programma: Luxury night e il gioiello da
investimento. Sì, perché - ci spiega - “le materie prime hanno
un’evoluzione di costi crescente. Mi riferisco in particolare
al diamante, che è la pietra da investimento per eccellenza,
in quanto, essendo inalterabile, non perde le proprietà
preziose. Così, ad esempio, l’anello che nostro nonno
comprò a nostra nonna spendendo un milione e mezzo
di lire, oggi non può valere meno di 50 mila euro”. E del
diamante si è parlato a lungo durante ‘l’education’ presieduta
dal Dott. Fabio Massimo Cascapera (co-autore del libro
Come investire in Diamanti), seguito in ossequioso silenzio
dai numerosi partecipanti alla serata: facendo un tuffo nel
passato, è stato spiegato - ad esempio - che le qualità della
pietra sono racchiuse nel significato della parola stessa: dal
greco adamas, cioè indomabile, invincibile. Un’autentica
‘forza della natura’ che può avere dimensioni e colori diversi:
il diamante può nascere anche con nette sfumature sul giallo
o altre rare colorazioni naturali, che lo rendono ancora più
affascinante e ricercato. Serve però un’apertura mentale e
culturale per capire che esiste una forma di investimento
alternativa a quella immobiliare, anche perché - come
sottolinea Castaldi - “oltre che per l’aspetto economico,
regalare e regalarsi un gioiello può essere considerato un
doppio investimento: essendo il custode di molti ricordi ed
emozioni, si innesca automaticamente quel procedimento
che lo farà diventare un gioiello di famiglia. Lo slogan ‘il
diamante è per sempre’, dunque, non è
da considerarsi soltanto come una frase
pubblicitaria”. Ed è questa la differenza
sostanziale che lo distingue da un gioiello
alla moda, che, viceversa, “deve divertire
ma non impegnare, perché poi passa.
Anche se - ricorda - grazie al lavoro
degli orefici, il materiale può essere
recuperato, smontato e riadattato a seconda delle nuove
tendenze, purchè il gioiello in questione sia d’oro e non di
acciaio, con pietre naturali e non sintetiche”. Se è vero che
“il gioiello da investimento ha un budget di spesa diverso, è
anche importante tenere a mente che quello che si compra
non deve avere mai dei compromessi proporzionati a quella
spesa”. Di questo deve essere consapevole il potenziale
cliente, ed è a lui che Castaldi si è rivolto durante la serata:
“bisogna ‘educarlo’ all’acquisto del gioiello, nello specifico
del gioiello da investimento, in modo che possa compiere
con serenità le proprie scelte. Per riuscirci, deve essere
a conoscenza del fatto che, dietro ad ogni gioiello, si cela
un mondo illuminato da preziosità e da bellezza allo stato
puro, ma anche insidie che solo un professionista esperto,
può riconoscere ed evitare”. E se è vero che l’esperienza
si acquista con gli anni, sappiate che “ci sono aziende qui
a Roma che sono in attività dal 1850”. La spiegazione è
semplice: spesso il testimone viene passato di padre in figlio,
sebbene “in realtà ad essere tramandata è la passione, che
può anche nascere in una persona senza radici. Questo
lavoro si impara sul campo: non esiste un libro da conoscere
a memoria, non esistono Bignami, ed è anche il motivo per
cui sta morendo, perché le nuove generazioni non hanno più
la pazienza di imparare un mestiere”. Di certo, non esiste
nessuna guida che indichi dove trovare l’ispirazione, quella
Castaldi la prende da tutto ciò che lo circonda: “le collezioni
nascono e crescono contestualmente al periodo che viviamo.
Ad esempio, ho sentito parlare del Burlesque, tendenza
dell’ultimo anno, e ho creato una collezione omonima con
la quale sto girando il mondo”. E dal sapore marcatamente
Burlesque è stato lo spettacolo con cui il designer romano ha
voluto emozionare i suoi clienti durante la serata: prima, una
sfilata di modelle che creavano una sorta di quadri viventi e
poi dei ballerini vestiti a tema, che hanno sedotto con la loro
danza e con la luminosità dei gioielli indossati. Non c’è da
stupirsi, quindi, che le bocche degli avventori fossero aperte,
ma non per mangiare (seppur in presenza di un eccellente
buffet). “L’evento - ha spiegato Castaldi - è stato un semplice
momento conviviale, un modo per informare e ringraziare
allo stesso tempo i clienti che mi seguono ormai da anni. In
Italia non siamo abituati a questo genere di manifestazioni,
molto diffuse invece in altri Paesi”. D’altra parte - continua
Castaldi - “il mercato estero è letteralmente innamorato di
quello che produciamo in Italia e ovunque veniamo accolti
con calore. E visto che il gioiello italiano è conosciuto come
quello brandizzato, quando invece c’è la presenza fisica
sul territorio del designer italiano, che è anche l’artista che
ha prodotto l’oggetto, si genera un’eccitazione inverosimile
nell’acquirente, tanto che mi capita spesso che, dopo aver
acquistato una mia creazione, vogliano fare la foto con me” ◆
Via Chiana, 55a/55b - Roma
www.castaldigioielli.it
Un momento dello spettacolo
Gli ospiti durante l’education
Aleksandra e Gianluca Castaldi
C
C
Thinking about you, Whitney
DIMMI A CHE OrA CADONO lE STEllE
di Carlotta Miceli Picardi
hiudere gli occhi e lasciarsi scivolare
nell’acqua, cantando. Stavolta a voce bassa.
Per ascoltare te stessa. Tra poco, lo sai,
riflettori e microfoni si accenderanno impietosi sul tuo
vivere senza essere viva. Sul tuo cercare un’emozione da
regalare, tra le mille gettate alla rinfusa in un cuore troppo
pieno, per avere voglia di riordinarlo. Azionare mentalmente
la funzione rewind.
Così il nastro si riavvolge, portando indietro immagini e suoni.
Il play va in automatico e il film parte a colori. Ma continua in
bianco e nero. Poi non c’è che nero. Poi, di nuovo bianco, se
davvero esiste un luogo in cui ognuno ritrova la sua luce. La
vasca è piena e tu non hai più peso. Il dolore non ha più peso.
Sola, assolutamente sola, al timone di un battello
ingovernabile che attraversa la memoria, la paura, la sconfitta,
per naufragare nel bagno della stanza 434 del Beverly Hilton
Hotel, a Los Angeles. All At Once, dall’inizio alla fine. Fuori
dalla porta ci sono le guardie del corpo, efficienti e inutili.
Quelle dell’anima, no. Resta l’abito da sera, steso sul letto
di una camera d’albergo, proprio come la figlia di un amore
sbagliato, irragionevole e oscuro. Povera creatura, testimone
e complice incolpevole di un’esistenza gettata via, che non
ha ereditato molto del tuo talento e della tua bellezza, ma
tanto, davvero tanto, della tua disperazione.
Ricordo il giorno in cui ti ho vista per la prima volta,
nell’inverno del 1987. Da un po’ negli ambienti della musica
non si parlava che della ‘nipote di Dionne Warwick’.
Alta, esile, sotto una nuvola di riccioli sfuggita ad ogni
condizionamento, con il vestitino blu, piuttosto castigato,
coperto da una giacca di lana. Unici gioielli, la piccola croce
d’argento al collo ed il cerchio sottile intorno all’anulare
della mano destra. Una splendida ragazza del New Jersey,
che sembrava appena uscita dalla funzione della domenica
mattina. Con una voce straordinaria, che altro non poteva
essere, se non un meraviglioso dono di Dio.
Nello sfilarti il cardigan, dalla manica è caduto l’anellino,
finendo sotto la mia sedia, nel bar della casa discografica.
L’ho raccolto per restituirtelo mentre mi dicevi con un sorriso
radioso ed uno sguardo ancora senza ombre: “Thanks, it’s
my good luck charm!”... Il tuo portafortuna...
Chissà in che occasione l’hai perduto... Forse proprio mentre
la gente di mezzo mondo girava con lo stereo a tutto volume
sulle note di I Will Always Love You. O forse un attimo prima di
incontrare l’uomo che mai avresti dovuto trovare sulla tua strada.
Difficile far coincidere leggenda e normalità. Difficile
conservare l’equilibrio emotivo per gestire fama e sentimenti.
Troppo delicati, i meccanismi della psiche e troppo fragile tu,
per riuscire a controllarli.
Persino nell’America dei College of Education, dove da un
secolo si lavora per costruire una società di individui sicuri
e di successo a suon di pacche sulle spalle e confortanti
‘siamo fieri di te!’, non si insegnano le tecniche per la difesa
dall’autodistruzione.
Sarebbe stata certo una notte di applausi. Avresti preferito un
abbraccio. Avresti voluto che qualcuno corresse a stringerti
forte, per non lasciarti crollare. A fissarti negli occhi, per
provare a capire. Ma le Stelle si guardano da lontano.
La loro vita nelle galassie dura miliardi di anni. Quaggiù,
capita di vederle precipitare prima che ne abbiano cinquanta.
E sono le più luminose. Nessuno è in grado di sapere a
che ora, in che luogo, in quale stagione possa accadere,
per arrivare in tempo. Nessuno, incredibilmente, riesce a
fermarne la caduta.
Quando è inaccettabile pensare che si siano spente, non
resta che continuare a ricordarle in tutto il loro splendore, in
qualche modo ◆
Whitney
41
un rapporto un po’ diverso con i gioielli, più informale, anche
per questo l’argento è vincente. Questa è la vera rivoluzione
degli ultimi anni, nella quale si inserisce il nostro rapporto
con alcuni orafi dal gusto contemporaneo.
I
Qualche esempio?
Sicuramente Boccadamo, con una proposta sempre molto
raffinata: argento lavorato e swaroski (di gran moda), gioielli
dalle linee molto attuali, eleganti e mai banali, che “vestono”
e si possono abbinare all’abbigliamento. Creazioni originali
e curate, anche nella confezione: sacchetti, scatoline e
shopping bag, tutto in abbinamento di colori. Dai più semplici
ai più importanti: tutti riescono a stupire chi li riceve.
NOzzE DI DIAMANTE IN GIOIEllErIA
I
Dal 1950 professionalità ed esperienza al servizio dei clienti
NICOlI GIOIEllI
Via Casetta Mattei, 130/132 - 00148 Roma - Tel. 066556929
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Quanto conta la moda?
Oggi nella gioielleria si segue molto l’andamento della moda,
per esempio nei colori o lo stile, anche per questo spesso si
preferiscono oggetti di acquisto più facile, da cambiare con
i vestiti. Anche in questo senso lo stile delle aziende che
proponiamo è molto apprezzato dai clienti.
n una zona dove la città si scioglie in una
dimensione più umana, in cui ci si conosce
un po’ tutti e le relazioni crescono in quella
che si suol definire vita di quartiere, qui ha sede la Gioielleria
Nicoli. Una vera istituzione a Casetta Mattei, che da oltre
mezzo secolo testimonia il passare degli anni e l’alternarsi
delle generazioni. Del resto anche qui nella gioielleria i figli
sono succeduti ai padri e ora è il momento dei nipoti che
man mano si fanno spazio nell’attività di famiglia, portando,
com’è giusto, una ventata di aria nuova e un’attenzione
maggiore ai gusti dei più giovani. Incontriamo Sandro Nicoli
nel suo negozio.
Cosa è cambiato da allora?
Poco, oppure tanto, secondo i punti di vista. Sono rimasti
invariati la passione e il rigore nella selezione dei nostri
prodotti, una serietà che è stata premiata anno dopo anno
dalla fedeltà dei nostri clienti: li abbiamo visti crescere e
ora serviamo i loro figli e nipoti. Ovviamente la proposta
nel corso degli anni è cambiata, stagione dopo stagione, per
incontrare i gusti del momento, naturalmente senza mai venir
meno al classico. Questo avviene oggi più che mai grazie al
confronto continuo con i miei ragazzi: il fatto di appartenere
a due generazioni diverse ci permette di avvicinare i gusti di
diversi clienti.
Ci racconti delle vostre origini
Il negozio risale al 1950, quando mio padre lo ha aperto.
Lui era un orologiaio, negli anni poi abbiamo allargato alla
gioielleria, io rappresento la seconda generazione e i miei
figli (23 e 28 anni), la terza, il futuro. In questi anni il negozio
si è spostato di un centinaio di metri, ci sono stati lavori e
abbellimenti, ma soprattutto abbiamo decisamente puntato
sulla gioielleria.
Quali sono le tendenze oggi, nella gioielleria?
I tempi sono diversi: la situazione generale induce più
all’austerità, è ovvio, ma non si vuole rinunciare al piacere
di un gioiello. Oggi l’argento è il vero protagonista. Ci sono
gioielli straordinari in argento: lavorazioni accurate, design
contemporaneo, grande attenzione ai gusti di oggi. Si tratta
di collane, bracciali, orecchini che completano qualsiasi stile
senza impegnare, facili da acquistare e da indossare. È forse
Chi acquista i gioielli?
Principalmente i gioielli si regalano, si tratti del giovanissimo o
della coppia di mezz’età, l’oggetto prezioso ha un significato
importante, legato a un momento speciale. In genere gli
uomini li regalano alle donne, ma capita anche il contrario.
Quali gioielli per uomo?
Oltre ai gemelli e ai fermasoldi vanno molto i bracciali, negli
ultimi anni soprattutto in acciaio con linee design, oppure i
tennis con diamanti neri.
Come cambia se a fare il regalo è una donna?
Quando una donna regala un gioiello a un uomo difficilmente
poi verrà cambiato, non si può dire lo stesso nella situazione
inversa...
promo
I partner Boccadamo
M AGA ZINE
Cosa cercano i vostri clienti?
Alcuni, soprattutto i più giovani, vogliono il marchio, le
persone più grandi guardano l’oggetto, il pregio e la figura.
Ci sono brand che riescono ad accontentare entrambe le
esigenze, come appunto Boccadamo ◆
Boccadamo opera da aNNi
Nel settore orafo-argeNtiero
e i suoi gioielli soNo preseNti
Nelle vetriNe dei graNdi dealer.
iN queste pagiNe preseNta
la gioielleria Nicoli
42
M AGA ZINE
hi tech
di Fabrizio Lodi
E Il NUOvO IpHONE 5 SArà... pIEGHEvOlE
È difficile farsi una idea “aggiornata” dell’iPhone 5. Tutto
quel che possiamo leggere viene da intuizioni di blogger,
appassionati e operatori del settore, che possono cercare
di immaginare l’iPhone 5 come sarà, in una ipotetica linea
evolutiva degli iPhone.
Pare che il prossimo futuro, su cui lavorano anche LG,
Nokia, Samsung e altri grandi produttori, sarà quello dei
telefonini “elastici”, capaci cioè di piegarsi: non più rigidi,
ma costruiti in gomma e con altri speciali materiali per vetri e
alluminio. Le interfacce vocali prenderanno piede, così come
gli schermi tridimensionali. Il concetto di smartphone come
“mattoncino” in tasca presto sparirà, nel 2012 comincerà l’era
dei telefoni “user friendly”, ancora più semplici da utilizzare,
con comandi trasmettibili anche nelle condizioni più ostiche.
Il “concept” dell’iPhone 5 è stato pensato su alcuni punti
cardine che potrebbero rilevarsi tali nella versione finale. Ve
li riassumiamo:
- Dimensioni leggermente superiori all’iPhone 4S, touch screen
più grande. Se anche l’iPhone 5 sarà pieghevole, occorre
rendere il telefono più maneggevole e quindi più grande. Il
tasto “home” scompare per lasciare spazio ai comandi inviati
piegando il telefonino (guarda bene nel video).
Lo schermo più grande inoltre permetterebbe di godersi
meglio il 3D nelle applicazioni e nei videogiochi.
- Videocamera con zoom e camera 3D
L’iPhone 5 potrà zoomare durante la registrazione dei video.
il nuovo Iphone potrebbe ospitare cellule speciali, come il
modulo-sensore CMOS che alcune indiscrezioni vorrebbero
essere in produzione da parte di Sony per conto dell’iPhone
5, oppure i sensori che permetterebbero di effettuare riprese
in 3D. Le camere 3D negli ultimi 2 anni si sono sviluppate
molto grazie ad Hollywood, l’iPhone 5 potrebbe integrarle
direttamente nel dispositivo con una nano-tecnologia.
Perché 85 Giga di memoria?
Un numero “esagerato”, dovuto al fatto che, in Europa,
quanto in America, in Giappone e nel resto del mondo, nel
2012 avremo il boom delle reti 4G. Superveloci, queste reti
permetteranno di scaricare a 100 mega al secondo anche
sul cocuzzolo della montagna. Queste nuove infrastrutture
faranno sì che gli sviluppatori di applicazioni creino prodotti
ancora più pesanti. E l’iPhone 5 avrà bisogno di molto spazio.
Il GrAMMOfONO IN OrO O ArGENTO
COME CASSA pEr l’IpOD
Se siete amante di un certo gusto retrò e siete alla ricerca
di un nuovo dock (solo altoparlante) per il vostro iPhone o
iPod, il Trumstand è quello che potrebbe fare al caso vostro,
soprattutto se non volete utilizzare la corrente, lasciando
libero sfogo all’acustica naturale messa a disposizione dal
vostro dispositivo Apple.
L’azienda Pleiadi ha ideato il Trumstand, un altoparlante
che non usa l’elettronica per amplificare l’audio, ma solo
l’acustica naturale del diffusore a forma di corno.
Con un peso di 4,3 chili, la sua base è composta da un
blocco di alluminio lavorato proposto in colore argento od
oro. Il corno artigianale conferisce come detto un aspetto
retrò, stile grammofono del 1800.
Insomma un oggetto al contempo utile ed originale ◆
MOTO GUzzI v7:
UN ClASSICO CHE NON TrAMONTA MAI
lA STOrICA MOTO GUzzI, rINNOvATA pEr Il 2012,
è STATA prOTAGONISTA DEl MOTOrDAYS 2012
CHE SI è rECENTEMENTE TENUTO AllA fIErA DI rOMA
P
promo
P
arlare di Guzzi significa parlare
necessariamente, anche, della V7. Non si
tratta di un brand come un altro, ma di
un classico: correva l’anno 1967 quando quella che si può
considerare la prima maxi moto italiana si impose subito
nel nostro paese come una moto di prestigio, affidabile,
confortevole ed elegante. Compagna di viaggio dei giovani
degli anni ’80, la Moto Guzzi V7 si è trasformata nel tempo,
con creatività e genio, aumentando la propria carica emotiva,
migliorando la tecnologia e la robustezza.
A 45 anni di distanza il rinnovamento di questa fantastica
moto è avvenuto in maniera leggera dal punto di vista
estetico, a testimonianza di un design riuscitissimo fin dai
primi anni, ma decisamente sostanziosa da un punto di
vista meccanico. La versione 2012 presenta un motore
decisamente potente di cilindrata 744 cc completamente
rivisto nell’area termica rispetto alla versione dell’anno
precedente il che, assieme alla rinnovata componentistica
interna, dovrebbe garantire un miglioramento in termini di
comportamento e di performance. Nel complesso, la Casa
costruttrice ha fatto sapere di avere introdotto nel motore
delle V7 del 2012 oltre il 70% di nuovi particolari, pari a
oltre 200 organi meccanici inediti o riprogettati. Da un punto
di vista estetico è evidente il richiamo alla V7 delle origini.
Ne sono testmonianza il coperchio valvole e la scomparsa
dei due collettori di aspirazione e relativi corpi farfallati: il
nuovo small block è, infatti, il primo motore Moto Guzzi ad
alimentazione singola. La gamma V7 per il 2012 si presenta
in tre versioni: v7 base, v7 Special e v7 racer.
La nuova V7 è così una moto completamente nuova, più
potente, più veloce, più parca di consumi, più ecologica,
meglio rifinita e più comoda della precedente ma pur sempre
bicilindrica trasversale a V di 90° con trasmissione a cardano
e telaio a doppia culla. Ovvero gli elementi distintivi di una
tradizione che ha le sue radici in un’idea nata nel 1967. Il best
seller Guzzi è stato di recente tra i protagonisti del Motordays
2012, il Salone Moto e Scooter del Centro-Sud Italia che si è
recentemente tenuto alla Fiera di Roma suscitando la passione
degli appassionati, che hanno potuto provare direttamente
gli ultimi modelli presto in vendita ed ammirare le acrobazie
di alcuni tra i nomi più famosi del freestyle motociclistico in
ambito nazionale ed internazionale ◆
Roma, Piazza Monte Grappa, 1 (Inizio V.le Mazzini)
Tel. 06 45200395 - [email protected]
46
47
M AGA ZINE
M AGA ZINE
STIlE ED ElEGANzA MADE IN ITAlY
ANCHE SU STrADA
la storia di Borile, costruttore di moto realizzate a maNo
pezzo dopo pezzo, è uN esempio di come sia aNcora viva
la graNde tradizioNe motoristica italiaNa,
capace di realizzare modelli uNici e di altissimo livello
di Francesco Mantica
E
E
ra il 1987 quando a Vò Euganeo, in provincia
di Padova, nasceva dalla passione di Umberto
Borile una piccola bottega artigianale che si
proponeva di costruire moto manualmente, usando solo il
miglior materiale in commercio. Quella di Borile non è la
storia di un costruttore di moto tradizionale, ma di un vero
e proprio artigiano che realizzava personalmente, nella sua
piccola officina, ogni singolo pezzo. Le moto Borile erano
va avanti da oltre vent’anni ed è stata consolidata alla fine
del 2010 quando, dall’incontro tra lo stesso Umberto Borile
e la Famiglia Bassi, è nata la Umberto Borile&Co. Srl., una
nuova società che si pone l’obiettivo di portare avanti la
grande tradizione delle motociclette Borile.
È curioso - ma forse nemmeno così tanto - che, in epoca
post-industriale, tornino di moda quei prodotti che
sembravano essere stati cancellati dalla meccanizzazione
e omologazione del meccanismo produttivo. Se prima a
dominare era l’efficienza del rapporto costo-produzione,
si assiste ora a un ritorno, lento ma costante, della tecnica,
intesa come abilità nella realizzazione di prodotti unici ed
esclusivi, che facciano sentire tali anche chi li possiede.
I modelli proposti da Borile appartengono fuor di ogni
discussione a questa categoria. Emblema della filosofia
Borile è la B500 ricky, una moto unica nel suo genere
e completamente fatta a mano da Umberto in soli 20
esemplari in onore dei 20 anni del figlio Riccardo, scomparso
prematuramente: una scrambler con telaio in carpental,
parafanghi e serbatoio in alluminio e dalle finiture particolari:
i materiali sono stati lasciati naturali, metallo puro per un
mezzo che deve far provare delle emozioni anche quando
lo si guarda. Altro modello particolarmente interessante è la
Multiuso, nata nel 2006. Una motoretta agile, leggera e tutta
in alluminio, dedicata agli appassionati di moto alpinismo,
effettivamente costruite a mano, una per una, ed anche
esteticamente non erano paragonabili a nessun’altra.
Negli anni la continua ricerca di stile, eleganza e perfezione
ha raggiunto livelli altissimi, dando vita ad una capacità
di realizzazione artigianale unica in Italia, capace di
proporre moto che entrano immediatamente nella testa
dell’appassionato, tutto metallo e niente fronzoli, meraviglie
di suoni e cromatismi. Il successo è tale che questa ricerca
ottima però anche per l’uso quotidiano e per lavori agroforestali, tanto da disporre di molteplici attacchi ai quali
applicare ganci da traino, sidecar da carico, tagliaerba e così
via. È una moto unica nel suo genere, semplice e adatta all’uso
quotidiano, ma che si trasforma all’occorrenza anche in moto
da lavoro. Un’altra proposta particolarmente interessante è la
Bastard, una linea di telai in lega leggera 7020, sia stradali,
sia fuoristrada che vengono prodotti e venduti completi
di ruote, sospensioni, serbatoio, manubrio ecc. ma senza
motore: chiunque potrà personalizzare la propria moto con il
motore che preferisce. Ne sono due esempi i modelli Café e
Country. In alternativa è disponibile la versione Bastard con
il nuovo motore 450cc con termiche Ducati o con motore
GM e cambio separato Norton.
Per il futuro l’ottica è quella di perfezionare sempre più
le proposte motoristiche, rimanendo però in linea con la
tradizione motoristica del nostro Paese. Si spiega così il
recente accordo siglato con Ducati per la fornitura dei gruppi
termici. In questo senso è già in produzione la prima moto
Borile costruita con il nuovo motore con termiche Ducati, la
B450Scrambler. La storia delle motociclette Borile è pronta
così a rinnovarsi, mantenendo però quello stile unico che ha
reso famose in Italia e nel resto del mondo le nostre moto ◆
www.borile.it
il saloNe Navale appeNa coNclusosi alla fiera di roma, registra
aNche quest’aNNo uN graNde successo: migliaia di appassioNati
per uNa settimaNa si soNo potuti immergere Nelle profoNditÀ
della Nautica, degli sport acquatici e del rapporto coN il graNde Blu
È
È
arrivato alla sesta edizione e di certo non
si fermerà qui. Dopo il grande successo
degli anni passati il Salone della Nautica
e del Mare di Roma è tornato, con le sue aree espositive,
le sue anteprime e le meravigliose barche in esposizione.
BIG BLU, questo il nome, è un Salone dedicato al grande
blu, appunto, che di mare si occupa a 360 gradi, passando
dalla nautica allo sport e a tutte le passioni ad esso legate.
Il credito e l’apprezzamento guadagnati presso pubblico e
operatori nelle precedenti edizioni hanno permesso alla
rassegna romana di affermarsi tra i primi saloni nautici
d’Italia e d’Europa. Costituiscono l’anima e il carattere di BIG
BLU 2012 un solido trend positivo di crescita, la capacità
di rinnovare un’offerta destinata al mercato del centro
sud Italia e della sponda meridionale del Mediterraneo e
infine la conseguente apertura in ambito internazionale.
Quest’anno il BIG BLU ha confermato nuovamente il suo
successo vantando numeri d’eccellenza: 119mila visitatori,
690 imbarcazioni in mostra, 537 aziende in esposizione e
complessivi 112mila metri quadri dedicati alle esposizioni.
Tra le aree espositive che hanno caratterizzato il Salone,
gli addetti ai lavori e i visitatori occasionali sono stati
particolarmente attratti dal Boat Show Roma, il Salone della
Nautica da Diporto per imbarcazioni fino a 55 piedi, al
cui interno si potevano trovare barche a motore di grande
prestigio e attrattiva, imbarcazioni a vela, una notevole varietà
di accessori, servizi per la nautica ed editoria specializzata.
Molto spazio è stato dedicato anche alle scuole nautiche e ai
circoli velici, ai servizi di charter per barche a vela e a motore
e all’area dedicata all’abbigliamento tecnico, che con le sue
curiosità e novità ha riscosso ogni anno molto successo.
Degno di nota anche il Gommoshow, il Salone del Battello
pneumatico dedicato ai gommoni, ai motori fuoribordo, ai
package ed ai carrelli. Gommoshow si è affermato tra i saloni
leader al mondo per numero di cantieri, area espositiva
ed imbarcazioni esposte. Giunto alla sua undicesima
edizione, ha riscontrato un grande successo di pubblico,
confermandosi come un vero e proprio punto di riferimento
per gli appassionati gommonauti. A completare l’esperienza
non si possono poi non citare il World Fishing, l’area dedicata
alla pesca sportiva e a tutte le attività connesse, dove erano
presenti aziende italiane ed estere; e Outdoors Experience,
la rassegna dedicata al Plein Air: vita e turismo all’aperto, con
cui un intero padiglione è stato dedicato a dimostrazioni e
animazioni per il pubblico.
aver affrontato ogni tipo di emergenza agendo con prontezza
anche in gravi situazioni di pericolo e salvando vite umane,
mettendo spesso a repentaglio quelle degli stessi soccorritori.
La premiazione ha anche offerto la possibilità di raccontare
delle storie di salvataggio, come quella spettacolare della
Guardia di Finanza della scorsa estate, che è riuscita ad
intercettare un natante a velocità elevata e senza nessuno
a bordo che si stava dirigendo pericolosamente contro una
delle spiagge di Ponza, in quel momento gremita di bagnanti.
Tra i premiati: la Scuola Italiani Cani Salvataggio, l’Arma dei
Carabinieri, la Guardia Costiera, la Guardia Di Finanza, la
Polizia di Stato e i Vigili del Fuoco.
Concludendo, anche quest’ultimo BIG BLU è andato
incontro alle forti aspettative che su di esso ogni anno
vengono riposte. “Big Blu - ha dichiarato il Presidente di
Fiera di Roma Mauro Mannocchi - ha ottenuto quest’anno il
riconoscimento di Salone Internazionale, è una delle prime
manifestazioni nate in Fiera di Roma e, arrivata ormai alla
sua 6° edizione, si è confermata anno dopo anno uno dei
nostri fiori all’occhiello”. Il Salone, ha ricordato il Presidente,
“ospita al suo interno svariate tematiche legate al mondo
marino, di cui la nautica rappresenta la parte prevalente ma
che è supportata da altri aspetti, come la pesca sportiva, gli
sport acquatici e, più in generale, il rapporto con il Mare
come fonte economica, di turismo ma anche come bene
da salvaguardare e tutelare’’. Mannocchi ha poi tracciato
un bilancio alla chiusura del Salone: “Siamo soddisfatti ha dichiarato - del risultato ottenuto in questi giorni in cui
il Mare è stato protagonista alla Fiera di Roma. Nonostante
il periodo di difficoltà del settore, Big Blu si è confermato
un punto di riferimento non solo per il mondo della nautica
ma anche per tutto quell’indotto che vive il mare sia come
risorsa che come passione” ◆
F.M.
Pier Giovanni Carta/Papernew.com
BIG BlU: lA fIErA DEl MArE
A rOMA E NEl MONDO
Premiata dal grande pubblico è stata poi grande presenza
di stand espositivi riguardanti gli sport acquatici: Kitesurf,
Windsurf, SUP (Stand Up Padding), Canoa, Kayak e Surf,
che sono stati costantemente oggetto di visite. Non a caso
nel Lazio gli appassionati di questi sport sono aumentati del
19% negli ultimi tre anni, soprattutto per quel che riguarda gli
sport di vela come Windsurf e Kitesurf. Un modo di vivere il
mare, che abbraccia il divertimento e il benessere con l’amore
e il senso del rispetto. Oltre a visitare gli stand espositivi, i
visitatori hanno avuto anche la possibilità di passare dalla
teoria alla pratica grazie all’Area Piscina, fortemente sostenuta
e voluta da Alessandro Cochi, Consigliere Delegato per lo
Sport di Roma Capitale, che con i suoi 600 metri cubi di
acqua ha permesso a chiunque ne avesse voglia di provare
con un istruttore qualificato le imbarcazioni a vela che la
FIV (Federazione Italiana Vela) ha messo a disposizione: due
Feva e cinque Optimist. E ancora è stata data a possibilità di
effettuare una prova introduttiva alla subacquea nelle varie
vasche presenti in Fiera.
Tra i momenti più significativi del Salone ricordiamo
l’inaugurazione alla Presenza del Ministro delle Politiche
Agricole Mario Catania, l’Assemblea Generale della Nautica
a cui hanno partecipato le principali associazioni di settore, il
varo della ReBoat, l’imbarcazione composta esclusivamente
da materiali riciclati costruita dai bambini delle scuole
elementari, la presentazione della ricerca di Renato
Mannheimer sull’incidenza della tassa di stazionamento
del Governo Monti a cura di Unioncamere, i focus tematici
Outdoors Experience e World Fishing, l’area del Ministero
delle Politiche Agricole Obiettivo Mare e quella dedicata alla
cultura ed alla comunicazione del mare Pelagos.
Menzione d’onore va infine agli Oscar per la sicurezza
nautica, che rappresentano un riconoscimento importante per
tutte quelle istituzioni distintesi per la sicurezza in mare, per
50
M AGA ZINE
ExCEllENCE ACADEMY:
lA pASSIONE JAGUAr pEr lO SpOrT
soNo stati selezioNati i ciNque fiNalisti del progetto
portato avaNti dalla prestigiosa casa automoBilistica,
iN collaBorazioNe coN la federazioNe italiaNa caNottaggio,
per premiare l’eccelleNza iN questo sport
E
E
leganza, potenza, passione, prestazioni
al limite, ma anche innovazione, design
e tradizione. Sono solo alcune delle
caratteristiche che accomunano il marchio Jaguar e il
canottaggio italiano. Da questa affinità è nata l’idea della
Jaguar Excellence Academy, un progetto esclusivo condotto
dalla casa automobilistica specializzata in auto di lusso
e sportive in collaborazione con la Federazione Italiana
Canottaggio. Un progetto, quello dell’Accademia d’Eccellenza
Jaguar, con cui la casa automobilistica si immerge ancora una
volta nello sport di alto livello, mettendo a disposizione degli
atleti emergenti più meritevoli gli strumenti cognitivi che li
accompagneranno nella crescita sportiva e professionale.
I cinque finalisti selezionati per partecipare alla fase finale
sono stati Sara Bertolasi (Canottieri Lario), Francesco Fossi
(Fiamme Gialle), Livio La Padula (Fiamme Oro), Andrea
Palmisano (Canottieri Aniene) e Laura Schiavone (Canottieri
Irno). La scelta di Jaguar è arrivata dopo aver attentamente
analizzato i curricula sportivi ed accademici dei venti
canottieri azzurri selezionati e le qualità comunicative e
relazionali in base alle videopresentazioni realizzate durante
i raduni e gli allenamenti.
A testimonianza dell’eccellenza degli atleti prescelti, tre dei
cinque finalisti hanno qualificato la loro imbarcazione alle
Olimpiadi di Londra 2012 durante i Mondiali Assoluti di Bled
(Slovenia): il romano Andrea Palmisano era il capovoga del
quattro senza azzurro ed al terzo carrello c’era il fiorentino
Francesco Fossi. Entrambi si sono laureati campioni mondiali
Under 23 nel 2010, a bordo della stessa imbarcazione,
e hanno poi conquistato il bronzo ai recenti Europei di
Plovdiv nel settembre 2011. La varesina Sara Bertolasi,
assieme alla comasca Claudia Wurzel (Canottieri Lario),
ha firmato la prima storica qualificazione del due senza
femminile alle Olimpiadi ed ha poi brillato nella rassegna
continentale bulgara con il terzo posto finale. Fanno parte
dei rispettivi gruppi olimpici, Pesi Leggeri e femminile, anche
Livio La Padula e Laura Schiavone: il poliziotto stabiese si è
classificato secondo nella specialità dell’otto pesi leggeri, la
vogatrice salernitana ha siglato assieme a Gabriella Bascelli
(Canottieri Lario) il primo successo del remo rosa italiano agli
Europei 2009.
Per Bertolasi, Fossi, La Padula, Palmisano e Schiavone scatta
ora la seconda fase della Jaguar Excellence Academy. I cinque
finalisti interverranno in cinque eventi, previsti in sequenza
nei prossimi mesi nei circoli remieri di Roma, Torino, Padova,
Napoli e Milano, dove racconteranno la loro storia a contatto
con il canottaggio e l’Università, illustreranno i loro obiettivi
per il futuro sportivo e lavorativo e le sensazioni vissute a
bordo della nuova Jaguar XK, che diventerà la loro compagna
di viaggio per una settimana. Nel mese di settembre Jaguar
designerà i due atleti che avranno diritto ai “premi” della Jaguar
Excellence Academy: una borsa di studio che consentirà di
arricchire la propria formazione con un Master in management
sportivo o un corso di public speaking o self management,
oltre ad un corso d’inglese nella città d’appartenenza e trenta
giorni in Inghilterra con il British Council ◆
F.M.
www.canottaggio.org
52
M AGA ZINE
GOlf E AMBIENTE:
AllEANzA IN DIfESA DEllA NATUrA
la fig e le priNcipali associazioNi ecologiste haNNo aNNuNciato a roma
uN protocollo d’iNtesa coN impegNi reciproci, per aprire uN tavolo
di coNfroNto e iNteNsificare uN’azioNe comuNe iN favore dell’eco-golf
di Francesco Mantica
A
A
Vittorio Cogliati Dezza, Costanza Pratesi, Franco Chimenti, Stefano Leoni e Giampiero Sammuri
l termine di una presentazione
pubblica all’Hotel Parco dei Principi, a
Roma, è stato sottoscritto un accordo
tra la Federazione Italiana Golf e le principali associazioni
degli ecologisti per dare una spinta ulteriore al connubio tra
questo sport e il rispetto della natura.
Il documento è stato sottoscritto a seguito di una serie di
incontri e riunioni preparatorie dal presidente della FIG,
Franco Chimenti e dai presidenti di Legambiente, Vittorio
Cogliati Dezza, del WWF Italia, Stefano Leoni, della
Federparchi, Giampiero Sammuri e dalla responsabile
Ufficio Ambiente e Paesaggio del FAI, Costanza Pratesi, ai
quali s’è aggiunta al termine del dibattito anche la presidente
di MareVivo, Rosalba Giugni.
A conclusione dell’incontro, il presidente Franco Chimenti,
ha manifestato la sua soddisfazione per un accordo che segna
il punto di partenza, non il traguardo, di un lavoro comune.
“La nostra - ha detto - è una Federazione sportiva e in
quanto tale non rilascia licenze, concessioni o autorizzazioni
amministrative. Ma il golf è, fra tutti gli sport, quello che ha
il rapporto più diretto con il territorio, con l’ambiente e con
il paesaggio. Nell’interesse dei nostri tesserati, dei giocatori
e di tutti gli appassionati italiani, intendiamo perciò favorirne
uno sviluppo sempre più eco-sostenibile”.
In linea con il programma internazionale GEO (Golf
Environment Organization), a cui partecipano già diverse
associazioni ecologiste di altri Paesi, il Protocollo individua
e condivide innanzitutto “l’obiettivo primario di difendere il
territorio, la natura e il paesaggio, come patrimonio dell’intera
collettività e risorsa fondamentale anche per l’industria
del turismo”. Da qui, una serie di impegni concreti che la
FIG - nell’ambito dei compiti e delle responsabilità di una
Federazione sportiva - intende promuovere presso i Circoli
affiliati: dalla salvaguardia dell’assetto idrogeologico del
territorio a quella degli aspetti paesaggistici, dalla riduzione
al minimo nell’uso dei fertilizzanti e dei fitofarmaci alla
tutela della biodiversità, dal risparmio di acqua a quello
energetico ◆
55
M AGA ZINE
rOMMY GIANNI
E lUCA D’OrAzIO
Il TEAM vINCITOrE
DEl 23° COrTINA
WINTEr pOlO
AUDI GOlD CUp 2012
uN’edizioNe dal risultato iNcerto
fiNo all’ultima partita
sul lago iNNevato di misuriNa
C
di Enrico Tonali
ph Ufficio Stampa Equi Equipe - Cortina Winter Polo-Audi
Gold Cup - Diego Gaspari Bandinion - Francesca Vieceli
C
Le maglie rosse di Ruinart-Montecarlo Polo Team all’attacco
durante la finale con Hotel de la Poste Polo Team
i sono voluti quattro anni e cinque edizioni,
dal 2008 al 2012, ma Rommy Gianni e
Luca D’Orazio hanno compiuto l’impresa:
conquistare nella stessa squadra il Cortina Winter Polo, la
perla europea della neve ed una delle competizioni italiane più
fascinose per quell’avvilupparsi, nella manifestazione, di sport
puro, glamour vero, tecnica d’avanguardia. Il torneo dolomitico
fa parte del Circuito polo Gold Cup, il cui title-sponsor
è l’Audi, arrembante casa automobilistica tedesca dai quattro
cerchi, produttrice di modelli che suscitano voglie pazze
nell’uomo a quattro ruote.
“Un nuovo traguardo raggiunto, grazie anche al meteo, che
- dopo il freddo intenso di inizio febbraio - ha messo al bello
richiamando tanti spettatori affascinati dal nostro sport, ma
al tempo stesso ci ha permesso di concludere il torneo su
un campo di gioco ancora praticabile”. Maurizio Zuliani
presidente del Circuito Polo Gold Cup si è dovuto far largo a
fatica tra la gente che il giorno della finale gremiva il Villaggio
Ospitalità del 23° Cortina Winter Polo - Audi Gold Cup 2012
(dal 19 al 25 febbraio) sulle sponde del Lago di Misurina,
ghiacciato al punto giusto (70 cm di spessore) per tutti e sei
i giorni di gara. Notevole la presenza del pubblico pure sul
perimetro del rettangolo perfettamente battuto dal gatto delle
nevi, sul quale le quattro squadre - Ruinart-Montecarlo Polo
Team, Hotel de la Poste Polo Team, U.S.Polo Assn. Team,
classificatesi poi nell’ordine - hanno disputato un torneo,
diretto tecnicamente da Claudio Giorgiutti (Presidente
del Comitato Organizzatore), all’insegna del “tutti contro
tutti”, sfociato in una finale per il 1° e 2° posto (conquistati
rispettivamente da Ruinart-Montecarlo Polo Team ed Hotel
de La Poste Polo Team) e per il 3° e 4° posto (U.S.Polo Assn.
Team e Audi Polo Team).
A sinistra: L’incontro più avvincente
è stato quello fra Audi Polo Team
e Ruinart- Montecarlo Polo Team
nelle qualificazioni, finito in parità
C.O.N.I.
F.I.S.E.
In basso: I quattro giocatori
(da sx Luca D’Orazio, Rommy Gianni,
Dario Musso, Nicolas Espain)
di Ruinart-Montecarlo Polo Team
in premiazione con la Gold Cup Audi
C.I. Casale San Nicola
Società Sportiva Dilettantistica a R.L.
Caratteristica di questa edizione è stata l’incertezza, che
ha accompagnato il dipanarsi delle qualificazioni, iniziate
proprio con un risultato a sorpresa sotto il nevischio: la
sconfitta dell’esperto Audi Polo Team (capitano Alessandro
Pastorino, Benjamin Polledo, Eduardo Menendez, Francisco
Menendez) ad opera di Hotel de la Poste Polo Team (capitano
Davide Nanni, Ignacio Tillous, Horatio Echeverry, Paolo
Santambrogio) guidato dalla matricola e new-entry del polo
Nanni e con minor handicap complessivo. La temperatura
calava decisa sotto lo 0° quando, nella seconda partita,
Ruinart-Montecarlo Polo Team (capitano Rommy Gianni,
Luca D’Orazio, Dario Musso, Nicolas Espain) non faceva
mistero di puntare al bersaglio grosso surclassando U.S.Polo
Assn. Team (capitani Fabio Acampora, Gif Turati, Oscar
Carona, Julio Novillo Astrada, Santiago NovIllo Astrada)
mentre la neve si faceva più fitta.
Ventiquattrore di riposo servivano anche al cielo per schiarirsi
le idee e puntare al bello nel giorno successivo, quando gli
avversari si incrociavano, con uno scontro clou al calor
bianco fra Audi Polo Team e Hotel de la Poste Polo Team
che pareggiavano in un avvincente batti e ribatti di 12 goal
complessivi con continui rovesciamenti di fronti. Le ultime due
giornate di qualificazione si concludevano con la promozione
alla finale - che avrebbe assegnato l’Audi Gold Cup al primo e
la U.S.Polo Assn. Silver Cup al secondo - di Ruinart-Montecarlo
Polo Team e Hotel de la Poste Polo Team. Quest’ultima squadra
mostrava tutta la sua pericolosità battendo nella qualificazione
gli avversari di capitan Gianni e cedendo il giorno dopo di
misura (6 a 5 e mezzo) nell’ultimo incontro. Va detto che
Ruinart-Montecarlo Polo Team aveva dalla sua una strategia
organizzativa (come il conservare i migliori cavalli per la finale)
e una coesione di gioco (con Musso a tutto campo, Espain in
continuo assist, Gianni di contropiede, D’Orazio guastatore
delle azioni avversarie) eccellenti.
I premi speciali andavano a Davide Nanni come miglior
giocatore italiano, a Gif Turati il Trofeo Fair Play Manaigo, ai
goleador Dario Musso e Horatio Echeverry, e a Leo miglior
cavalla della finale di proprietà di Luca D’Orazio, il quale
- assieme all’argentino Dario Musso - ha ricevuto un altro
riconoscimento per la decennale presenza nel Cortina
Winter Polo.
I prossimi appuntamenti della Gold Cup saranno sulla sabbia
di Forte dei Marmi a Pasqua e sull’erba del Polo Club Roma
in giugno ◆
lA prIMAvErA
GIOCA D'ANTICIpO
All’IppODrOMO CApANNEllE
il grande galoppo torna protagonista
2012
All’ippodromo Capannelle è già tempo
di primavera. Nel mese di marzo riparte
la grande stagione del galoppo in
piano, che torna protagonista assoluto
dopo aver diviso la scena con le corse
in ostacoli in inverno. Tornano anche le
corse di domenica che riprenderanno
le giornate clou della stagione fino a
giugno.
Domenica 15 Aprile
Premio Carlo Chiesa
Domenica 29 aprile
Premio Parioli, Premio Regina Elena
Domenica 13 maggio
Premio Presidente della Repubblica
Domenica 20 maggio
129° Derby Italiano, Premio Tudini,
Premio Carlo D’Alessio
Domenica 28 ottobre
Premio Longines Lydia Tesio
Giovedì 1 novembre
Premio Guido Berardelli
Domenica 4 novembre
Premio Roma, Premio Ribot
Domenica 11 novembre
Premio Carlo e Francesco Aloisi
31 Marzo - 01 Aprile
Concorso PONY Naz. B Tappa Trofeo Lazio Pony + B* cavalli
27 Aprile - 01 Maggio
Concorso Naz. A 5*
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Club House con piscina
59
M AGA ZINE
Massimo Arcioni, presidente dell’Associazione Ippica Sant’Elia specializzata
in Attacchi, alla guida di un singolo sul percorso di dressage
Massimo Arcioni, coordinatore del Lazio Attacchi in dressage con un’elegante pariglia
I DrIvEr lAzIAlI SCAlDANO I MUSCOlI
IN ATTESA DEI MONDIAlI DI SETTEMBrE
IN pOrTOGAllO
S
di Enrico Tonali
S
ignori in carrozza! Gli attacchi del Lazio sono
in partenza, tra i primi in Italia. I driver già
scaldano i muscoli e rimettono in efficienza
i loro “veicoli” rimasti chiusi nelle rimesse - con i cavalli causa il maltempo che per quasi un mese, tra gennaio e
febbraio, ha impedito gli allenamenti.
“In vista del programma di gare a livello nazionale
ed internazionale, i driver laziali si apprestano alla
preparazione, iniziando con la partecipazione ad un
programma di stage - messo a punto dai tecnici di settore
della Federsportequestri Regionale - il quale si articola
su prove di dressage e di maratona” spiega Massimo
Arcioni, presidente dell’Associazione Ippica Sant’Elia di
Una splendida pariglia impegnata durante una gara internazionale
su percorso di maratona
Capranica sulla Via Cassia, nonché coordinatore per gli
Attacchi del Lazio. Il Sant’Elia è stato scelto - assieme al
Centro Equestre Federale dei Pratoni del Vivaro a Rocca
di Papa - come impianto ospitante lo stage nel primo
semestre 2012. Il personale docente in entrambi i Centri è
composto dal maresciallo Franco Provenziani (figura ben
nota agli appassionati di attacchi) coadiuvato dall’ispettore
Roberto Morgante.
“Il programma prevede due giorni di esercizi nel campo in
erba del nostro impianto al Sant’Elia. Nella prima giornata
saranno valutati gli equipaggi anche con riprese video ed
alla fine si commenteranno le prove nella sala riunioni,
alla presenza dei partecipanti” sottolinea Arcioni il quale
agonisticamente vanta le partecipazioni ai Mondiali Attacchi
Singoli in Italia 2006 e Pariglie in Polonia 2007, oltre ad oro
e argento nei Campionati Italiani di Combinata “La seconda
giornata sarà dedicata alle prove di maratona, che consiste
nell’affrontare un percorso di regolarità in campagna,
con il passaggio dei cinque ostacoli fissi di cui è fornito il
Sant’Elia. Anche qui ci saranno valutazioni tecniche e studio
dei percorsi più veloci e migliori per i cavalli per il transito
attraverso le porte degli ostacoli fissi, i quali debbono essere
superati nel minor tempo possibile”.
Quest’ultima è sicuramente la prova più entusiasmante in
cui l’adrenalina dei concorrenti sale a mille. “D’altronde
obiettivo primario dei due stage è quello di lavorare su
esercizi che permettano a driver, groom e cavalli di entrare
nella miglior condizione per competere nelle gare ufficiali”.
Gli appuntamenti nazionali più importanti per il 2012
sono due completi - previsti a fine marzo/inizio aprile e
il 25/27 maggio - entrambi qualificanti per gli equipaggi
che andranno a rappresentare l’Italia ai Campionati del
Mondo Attacchi Singoli che si terranno il 12/16 settembre
a Lezirias, in Portogallo. C’è da sottolineare che - proprio
sotto la supervisione di Massimo Arcioni, laureato in
Sociologia - da tempo si sta allenando un rappresentativa
del Lazio per i prossimi Campionati Europei Paralimpici
si Attacchi, che è una delle specialità dell’equitazione più
congeniali per i disabili ◆
60
61
equitazione
M AGA ZINE
M AGA ZINE
TrIONfO BElGA A MONTElIBrETTI
CONCOrSO COMplETO INTErNAzIONAlE
H
H
a trionfato per il Belgio Karin Donkers
in sella a Lamicell Charizad, seguita
da Andrew Hoy con Rutherglen per
l’Australia e terza piazza per l’Italia con l’aviere capo
Vittoria Panizzon con Borough Penniz, di proprietà della
signora Sally Bullen che ne è anche l’allevatrice. Così si è
concluso il Concorso Internazionale di Completo disputato
dal 23 al 26 febbraio a Montelibretti. Avvincente e da “fiato
sospeso” negli ultimi cinque percorsi di salto ostacoli, con un
susseguirsi di errori ora dell’uno ora dell’altro che facevano
salire e scendere nella graduatoria i primi classificati Andrew
Hoy, Karin Donkers, Stefano Brecciaroli, Lukasz Kazmierczak
e Vittoria Panizzon. Oltre a quest’ultima amazzone gli altri
italiani si sono così classificati: ottava il carabiniere scelto
Susanna Bordone, nono l’appuntato scelto dell’Arma Stefano
Brecciaroli, decimo Marco Biasia.
Il Concorso ha avuto luogo con la complicità di un bel sole
primaverile che ha permesso a concorrenti e cavalli di potersi
esprimere al meglio delle proprie capacità. Tutto poi si è svolto
regolarmente all’interno delle strutture del Centro Militare di
Equitazione dove i ben 120 binomi si sono cimentati nelle
classiche tre prove - dressage, cross country e salto ostacoli in un contesto di uno sport corretto e spettacolare.
Molto importante questa competizione perchè era l’ultima
occasione, per alcuni binomi, di ottenere punti validi per
la partecipazione alle prossime Olimpiadi di Londra 2012.
Con un evento così importante e delicato, il Centro Militare
di Equitazione ha messo in campo ogni risorsa umana
disponibile, avvalendosi della professionalità dei propri
“uomini di cavalli” (con tutte le loro conoscenze e capacità)
e organizzative per essere pronti a rispondere al compito
Stefano Brecciaroli su Oplitas
assegnato dalla FISE: concepire, organizzare e condurre in
porto un simile evento Concorso. Già verso la fine dello
scorso anno, ai primi di dicembre, si è iniziato a studiare ed
organizzare le attività, mentre si lavorava alacremente per
“vestire” i campi, tenendo sempre un occhio alla sicurezza
di ogni salto. La componente mediatica (notoriamente molto
sensibile e delicata) iniziava a tessere le proprie fila perché ci
fosse una corretta conoscenza dell’evento ed una più ampia
diffusione verso il pubblico di appassionati ed attirati dalla
particolarità della competizione. I fatti hanno dato ragione
al lavoro svolto in assoluta sinergia. Non si erano mai visti
così tanti spettatori ad inizio di stagione equestre come
questa volta e, valore aggiunto, il lavoro instaurato coi media
ha fatto si che anche più di una televisione si interessasse
all’evento. Oltre ai tanti operatori amatoriali che andavano
in giro per i campi, la Horselive Tv, contattata da personale
del Centro, ha seguito e filmato l’intero evento in tutte le fasi,
raccogliendo immagini ed interviste che verranno trasmesse
da Class Horse Tv che - come sanno gli addetti del settore - è
la prima emittente a livello nazionale, quella che trasmette i
più grandi eventi equestri nel mondo. Ora anche il Centro
Militare di Equitazione è tra questi, in linea con la sensibilità
mostrata dagli Stati Maggiori delle Forze Armate alle attività
sportive.
Il Centro Militare di Equitazione è ben lieto di aprire i propri
spazi a questa importante tipologia di manifestazioni dove il
cavallo, magnifico animale da secoli sempre vicino all’uomo,
può trovare, insieme al proprio cavaliere o amazzone, ampi
spazi di verde dove galoppare insieme per sentirsi liberi
dentro e fuori” ◆
Ten. Col. Gaetano Cascino
pensi che per una donna sia più difficile fare carriera in
questo sport?
Far diventare l’equitazione una professione può essere più
dura per una donna, ma io ho la fortuna di essere sostenuta
da mio marito, Stefano Cesaretto, che era già il mio istruttore.
La rosa dei talenti
In cosa le amazzoni sono più brave rispetto ai cavalieri e,
viceversa, qual è il loro tallone d’Achille?
Le amazzoni lasciano i cavalli più liberi di esprimere la loro
personalità, cerchiamo il feeling piuttosto che l’imposizione
e quindi otteniamo di più. Viceversa, il nostro punto debole
è che - se una donna desidera mettere su famiglia - la sua
carriera ha una battuta d’arresto. Inoltre, possiamo peccare
un pò con i soggetti con cui serve forza fisica, anche se
adesso, nelle competizioni di alto livello, è più facile trovare
cavalli qualitativi e insanguati, più che basati sulla sola
potenza ma con poco estro.
Il TUlIpANO
DEl SAlTO OSTACOlI
GIUlIA MArTINENGO MArQUET: Il SEGrETO
DEl SUO SUCCESSO? SErIETà NEl lAvOrO
E SENSIBIlITà CON I CAvAllI
I
I
di Ester Maria Lorido
Debutto in gare nazionali:
con i pony all’età di 9 anni
nauguriamo la rosa dei talenti, rubrica
dedicata
alle
amazzoni
di
spicco
dell’equitazione italiana, con l’intervista
ad una fuoriclasse del salto ostacoli: l’aviere capo Giulia
Martinengo Marquet. A 17 anni, con la vittoria ad Aix en
Provence (Francia), inizia a collezionare successi nei Gran
Premi internazionali, ma è il 2005 l’anno della “svolta”:
l’equitazione diventa per lei una professione ed ecco
che arriva la medaglia d’oro nella Coppa delle Nazioni di
Drammen, in Norvegia. Segue una lunga serie di risultati
positivi, tra cui ricordiamo il quarto posto nel Gran Premio
Roma durante il CSIO di Piazza di Siena, che la vede per
la prima volta in squadra nella Coppa delle Nazioni. Un
posto più che meritato, come conferma la vittoria a Linz
(Austria) sempre in Coppa delle Nazioni e nel CSI di Cortina.
Cavallo diverso, stesso risultato: nel 2011 continua a vincere
a Valencia, a San Remo e a Roma. E chissà cosa le riserverà il
2012, con il ritorno delle sue due cavalle di punta.
Debutto in gare internazionali:
a 15 anni
Se Giulia fosse un fiore, quale sarebbe?
Un tulipano.
Nome:
Giulia Martinengo Marquet
Nata il:
06/03/1979
Luogo di Nascita:
palmanova (Udine)
Disciplina:
salto ostacoli
gruppo sportivo Aeronautica Militare
Nella tua carriera agonistica hai dimostrato di avere un
feeling particolare con le cavalle, tra cui ricordiamo loro
piana Athletica e loro piana Chiclana. è solo un caso che i
successi più prestigiosi siano arrivati in sella a delle femmine?
Non è un caso. Le femmine hanno una marcia in più rispetto
ai castroni, ti danno l’anima, senza le laboriosità dello stallone.
Con queste due fuoriclasse, sei stata però anche sfortunata,
visto che entrambe si sono infortunate. Che cosa hanno
avuto e quali sono le loro attuali condizioni?
Athletica si è infortunata un sospensore del posteriore, ma è
tornata: ho fatto un concorso in Italia e in questo momento
è in Spagna con me. Chiclana ha avuto una piccola frattura
del menisco, è stata operata in artroscopia ed è già in fase
di ripresa.
Cosa può mettere in difficoltà Giulia Martinengo, in sella
e nella vita?
Sono molto ambiziosa e perfezionista. Se un risultato non
arriva, tendo ad abbattermi, perché sono molto autocritica e
severa con me stessa, ma questo sport è fatto di alti e bassi.
Lo stesso vale nella mia vita, essendo legata ai cavalli: un
successo, ma anche soltanto un puledro che salta bene, mi
fa sorridere; viceversa, una banalità che va storta, mi può far
andare di traverso la giornata.
Sul tuo sito hai detto che entrare nell’Aeronautica Militare
è stata una “svolta” per te. perché?
Con una buona dose di patriottismo, rispondo che è stato
- ed è ancora - un onore già il semplice presupposto di
rappresentare i colori italiani. Vestire l’uniforme ha poi
un valore aggiunto, è un modo di farsi conoscere e per
me è stato anche un riconoscimento dei buoni risultati
che stavo ottenendo: nella mia memoria, infatti, entrare
nell’Aeronautica ha coinciso con un momento magico della
carriera sportiva.
Nel 2005 hai sposato Stefano Cesaretto, già tuo tecnico.
Numerose casistiche affermano che quando vita
professionale e vita sentimentale si sovrappongono è
la storia di un disastro annunciato, ma nell’equitazione
questa “regola” non sembra valere. Come descriveresti il
vostro rapporto?
Ci accomuna un’immensa passione: questo è il filo rosso della
nostra storia professionale e sentimentale. Al di là di questo,
proviamo a tenere separate le due cose: quando sono a
cavallo, cerco di essere l’allieva di sempre; viceversa, quando
si chiudono le porte della scuderia, evitiamo di tornare su
questioni affrontate durante la giornata. Ho sempre stimato
Stefano per le sue doti professionali, quindi sono fortunata
perché non ho dovuto cercare lontano un tecnico forte.
perché ci sono soltanto apparizioni sporadiche degli atleti
italiani nelle tappe di Coppa del Mondo? Cosa manca
all’Italia per tornare a competere a questi livelli?
All’Italia manca tutto e non manca niente: abbiamo ottimi
cavalieri, ma siamo privi di un’organizzazione ben coordinata
tra le parti, e cioè Federazione, proprietari, allevatori, sponsor
e cavalieri. Bisogna equilibrare di nuovo le cose per lanciare
l’equitazione azzurra. È necessario guardare a lungo termine,
piuttosto che puntare soltanto sui singoli binomi in forma del
momento (anche per me con Athletica, ad esempio), come
si è fatto finora.
Hai la possibilità di inviare un messaggio ad un’altra
amazzone. Chi sceglieresti e cosa le diresti?
Manderei un messaggio a Beezie Madden (n.b. amazzone
statunitense) per dirle che è la meglio che c’è e poi ne
manderei uno a tutte le ragazze che si avvicinano a questo
sport e direi loro di farlo con passione e serietà, che è quello
che ci vuole per sostenere i momenti no ◆
64
65
M AGA ZINE
M AGA ZINE
Tavola imbandita fine ‘800
Tavola imbandita
Il CArNEvAlE rOMANO
G
OvvErO UN ANTICO SpETTACOlO EQUESTrE
G
ià all’epoca dei fasti dell’antica Roma, più o
meno nel mese di dicembre, si svolgevano
i famosi saturnali, festeggiamenti religiosi
durante i quali, tra l’altro, era tollerato sconvolgere
temporaneamente l’ordine sociale: gli schiavi potevano
considerarsi liberi e come tali comportarsi. Le differenti
forme di governo e le religioni dominanti che nei secoli
si sono succedute nella Città Eterna hanno modificato ma
non eliminato questa pulsione popolare di trasgredire,
di eccedere, di uscire fuori dagli schemi. A differenza di
analoghe manifestazioni italiane, nel carnevale romano il
cavallo ha avuto da sempre un ruolo centrale, anche se non
mancano le figure tipiche della commedia dell’arte. Piazza
Navona e, successivamente, il Testaccio erano le arene dove
venivano proposte animate corse, giostre e tornei di cavalieri.
Nel 1462, il papa Paolo II fece spostare queste manifestazioni
sulla via Lata, che venne appositamente rettificata e
denominata via del Corso proprio per le corse che lungo di
essa si svolgevano. Una delle attrazioni più attese dal popolo
Salto della bici
era la famosa gara dei “barberi” (o berberi), cavalli nordafricani scossi, ossia senza cavaliere, che venivano incitati
dalla folla ad una frenetica e travolgente corsa da Piazza del
Popolo a Piazza Venezia. All’arrivo avveniva “la cattura” o
“ripresa”, uno dei momenti più attesi ed emozionanti, in cui
i palafrenieri tentavano, a volte con manovre spettacolari e
temerarie, di riportare i cavalli alla quiete. Lo spirito vitale ed
ancestrale del carnevale romano ha ispirato scrittori e poeti
del calibro di Goethe, Gogol, Stendhal, Dickens e Dumas, o
pittori come Caffi, Shor e Orlov.
Dopo un periodo di eclissi, le attuali autorità cittadine hanno
voluto far rivivere la tradizione secondo le sue peculiarità,
dando vita ad uno spettacolo che alcuni autori definiscono il
maggiore evento equestre d’Europa per numero di spettatori.
In questo contesto culturale, l’Esercito Italiano, pur in un clima
di massimo contenimento delle spese, ha voluto partecipare
alle attività equestri del carnevale romano unitamente ad
altri corpi armati dello Stato dotati di unità a cavallo. Certo
potrà apparire inconsueta la presenza di un’austera forza
armata ad un evento folkloristico, ma il forte legame con
l’Urbe, la consapevolezza di essere i custodi delle tradizioni
ultracentenarie della cavalleria militare e la volontà di uscire
dall’equazione “esercito = emergenza”, hanno portato il
gruppo squadroni a cavallo dei Lancieri di Montebello a
presentare a Piazza del Popolo un accademico e tradizionale
carosello di lance. Non solo, in questa edizione sono stati
proposti i “quadretti caprilliani” ovvero degli esercizi,
apparentemente elementari se confrontati alle performance
ottenute durante i concorsi, ideati dal padre del metodo
naturale dell’equitazione moderna: il capitano dell’Esercito
Federico Caprilli (1868 - 1907). Gli addetti ai lavori sanno,
invece, che saltare una singola sedia, cioè un ostacolo molto
ridotto, o la “tavola imbandita” dove gli uomini fanno parte
dell’ostacolo stesso, sono delle prove che solo un cavallo
“calmo, in avanti, diritto, leggero nella mano e lasciato nel
suo equilibrio naturale” secondo il dogma caprilliano, può
affrontare con nobile disinvoltura ◆
M.M.
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M AGA ZINE
Allegria di primavera
promo
A
llegro, come le prime
giornate di primavera,
il sole tiepido e l’aria
frizzante, allegro come
il Corvo che dà il nome
a questo posto. Il verde tutto intorno,
l’atmosfera familiare e accogliente: un
invito al relax e al buon umore.
Bastano pochi minuti di macchina
dopo l’ufficio per giungere a
destinazione, e godere, magari, delle
ultime ore di luce immersi nella natura.
Basta dare uno sguardo al parco:
otto ettari rigogliosi in ogni stagione
dove lo sguardo trova finalmente un
panorama libero dai palazzi della città.
In un tale scenario è impossibile non
trovare immediatamente il buonumore,
confortati da sapori veri, con un menu
che è un inno alla grande tradizione
della cucina italiana, dove emergono
con forza i sapori di una materia
prima scelta con cura ed elaborata
con semplicità. Primi piatti e pesce
freschissimo, verdure e tanta carne
cotta alla griglia, senza tralasciare una
bella scelta di dolci, un goloso carosello
che non poteva certo dimenticare la
pizza cotta nel forno a legna. Un menu
che riesce a soddisfare anche i palati
più capricciosi, mettendo d’accordo
grandi e piccini, che troveranno qui
tutto l’occorrente per trascorrere
feste di compleanno in allegria,
con animazione e intrattenimento
musicale. Il corvo allegro infatti, unisce
alla sala con la grande veranda da cui
godere una strepitosa vista sul parco,
anche uno spazio disco pub, perfetta
scenografia per le feste pomeridiane
dei bimbi, e quelle serali dei più grandi:
basta prenotare per trasformare una
giornata qualsiasi in un momento di
festa e di vacanza.
Il COrvO AllEGrO
Seven Hills Village
Via Cassia, 1216 al km 13 - Tel. +39 0630362751
(dal Raccordo, uscita n. 3) La Giustiniana
Domenica aperto anche a pranzo
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ilcorvoallegro.it
68
M AGA ZINE
rECUpErArE lE ENErGIE:
UNA MISSIONE pOSSIBIlE
lAvOrO, fAMIGlIA, STrESS. QUANDO rIEQUIlIBrArE
I prOprI CHAkrA SEMBrA DAvvErO DIffICIlE
di Valentina Falcinelli
C
C
orpo e mente non possono viaggiare su due
binari distinti. Eppure, tra lavoro, famiglia e il
naturale stress della vita quotidiana, trovare
il proprio equilibrio psicofisico sembra quasi impossibile.
Tutte le preoccupazioni accumulate nell’arco della giornata
possono avere ripercussioni anche sul nostro corpo.
Insonnia, irritabilità e tensioni muscolari sono solo alcune
delle conseguenze di una vita intensa, fatta di tanti impegni
e di poco relax. Per quanto il riequilibrio dei chakra possa
sembrare una missione impossibile, non lo è affatto. Esistono
molti rimedi per contrastare il disallineamento di mente e
corpo. Aromaterapia e yoga sono i metodi più diffusi. Ma se
ti dicessimo che per rendere dolce la tua vita puoi ricorrere
anche al sale? Sì, proprio così. Il sale è considerato da sempre
l’oro bianco e l’Haloterapia ne sfrutta proprio i benefici.
Pensaci: quando vai in vacanza al mare l’azione del cloruro
di sodio non ti fa sentire più forte, vigoroso e pieno di energia?
Con una sola seduta di Haloterapia in grotta di sale potrai
percepire gli stessi giovamenti di tre lunghe giornate al mare.
Ma il sale non è l’unico alleato per sentirsi meglio. Anche
il vapore è ideale. Quest’ultimo, infatti, col suo benefico
calore va a sciogliere, letteralmente, le tensioni muscoloscheletriche in maniera del tutto naturale. È proprio per
questo motivo che sauna e bagno turco sono due soluzioni
ideali per ottenere risultati su più livelli: liberarsi dalle tossine
in eccesso, sciogliere le tensioni, purificare la pelle, rilassarsi
e migliorare la vaso dilatazione. Ricordi il vecchio adagio che
recita “Chi bello vuol comparire un poco deve soffrire?”. Be’,
non è più vero. Se vuoi sentirti bene con te stesso, sano e
in forma, non devi soffrire più. Anzi, puoi e devi prenderti
cura di te in maniera armoniosa. Al giorno d’oggi esistono
davvero tanti trattamenti di benessere che, anche in poche
sedute e in breve tempo, possono aiutarti a ritrovare le
energie perse. Quindi, se i chakra non sono allineati come
una volta, basta poco. Magari anche solo una visita al tuo
centro benessere di fiducia ◆
70
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G
G
SOCIAl
MEDICAl
CENTEr
promo
ECCO COME
SI pUò SEGNArE
UN pUNTO
NEllA lOTTA
All’OBESITà
iovanni Maria Bonci,
Direttore
Generale
della
“Fa
Magro
Medical Center”, racconta il lavoro
dell`azienda proprietaria degli studi
medici “Social Medical Center”,
specializzati in prevenzione, cura
e trattamento dell’obesità e del sovrappeso, che gli esperti
definiscono ormai “epidemia del III Millennio”.
Le azioni finora intraprese nella lotta al sovrappeso e
all’obesità sono state sempre valutate dal punto di vista
estetico anziché medico, a tal punto che l’opinione pubblica
si è convinta che essere in sovrappeso rappresenti un segno
di benessere economico e non una patologia medica. Tutto
ciò a mio avviso è profondamente sbagliato, e per ottenere
un risultato nella lotta al sovrappeso e obesità bisognerebbe
creare una coscienza di massa che riconosca tale fenomeno
come una patologia clinica e non come un inestetismo; in
quest’ottica la nostra società ha intenzione di aprire una
rete capillare di studi medici per la prevenzione cura e
trattamento del sovrappeso e dell’obesità denominati “Social
Medical Center”.
Secondo studi recenti condotti dalla Scuola Superiore di Pisa
Sant’Anna si stima che oggi in Italia vi siano già 5 milioni
di adulti obesi, che nel 2025 potrebbero diventare quasi 20
milioni, pari al 43% della popolazione totale. Numeri da vera
catastrofe sanitaria! Per non parlare dell’età pediatrica, nella
quale il nostro Paese registra il primato per sovrappeso e
obesità nella fascia compresa tra i 6 e i 9 anni, con un tasso
di crescita complessivo del 2,5 % ogni 5 anni.
Le ricadute economiche di questa malattia che fino a poco
tempo fa veniva definita “del benessere”, perché si pensava
riguardasse i soli Paesi occidentali, sono rilevanti ed incidono
profondamente sul costo della sanità pubblica, come è ormai
noto, infatti, all’obesità si ricollegano altre patologie indotte,
come il diabete, le cardiopatie, le malattie del metabolismo e
degli apparati respiratori, che tanto incidono negativamente
sulla qualità della vita della persona.
Per questi motivi anche il Ministero della Salute ha sollecitato
l’intervento di tutti i soggetti interessati, anche privati, ed è
in quest’ottica che noi vogliamo inserire l’attività degli studi
medici “Social Medical Center” operativi già a Roma e in
provincia di Rieti dall’inizio di febbraio con un progetto di
apertura in tutto il Lazio nel triennio 2012/2014.
Nelle mie intenzioni il paziente potrà contare su strutture
moderne, di qualità, che impiegano personale altamente
professionale formato da ingegneri biomedici, biologi
nutrizionisti e dietologi che seguiranno il paziente in tutte
le fasi del dimagrimento, sia per quanto concerne la dieta,
sia per quanto concerne i trattamenti di elettrostimolazione,
in un percorso completo di rieducazione alimentare e fisica
collaborando con enti di ricerca e università su progetti di
ricerca riguardanti la variazione di alcuni ormoni (Grelina e
Leptina) che al termine della dieta ci riportano a prendere i
chili persi.
La politica aziendale sarà incentrata sulla cooperazione con
la rete esistente dei medici di famiglia, che da sempre hanno
un rapporto privilegiato e confidenziale con i loro assistiti,
consentendoci con ciò un’azione incisiva ed efficace, che
non potrà non avere risvolti economici positivi anche per
il SSN. Nella sola Regione Lazio stiamo contattando tutti i
4200 medici di base al fine di avviare con loro una proficua
collaborazione.
I pazienti arriveranno all’interno delle strutture già dotati di
una cartella clinica, la cui compilazione sarà a carico dei
relativi medici di appartenenza, permettendoci, con ciò, di
avere un quadro clinico chiaro della persona che si presenta
nei nostri studi medici.
Per creare un’atmosfera accogliente e confortevole, gli studi
medici saranno arredati con opere d’arte contemporanea
di pittori del ’900, messe a disposizione dal museo d’Arte
Moderna Elios situato presso i locali dell’Abbazia di
Sant’Andrea in Flumine, ove è situato anche il centro di
formazione dei “Social Medical Center”.
Rigidi protocolli terapeutici, messi a punto da esperti di
comprovata fama nel settore, e sempre conformi alle direttive
del Ministero della Salute e dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità, garantiranno l’appropriatezza terapeutica delle
prestazioni erogate. Per ciascuno dei pazienti sarà indicata
una dieta individuale mai inferiore alle 1200 Kcalorie, che
terrà conto dell’età, del sesso e degli stili di vita della persona,
dieta accompagnata da trattamenti di elettrostimolazione
personalizzati. L’elettrostimolazione, che nel corso degli anni
si è dimostrata una pratica vincente nelle cure dimagranti,
sarà effettuata con apparecchi elettromedicali conformi
alle vigenti normative italiane ed europee, in particolare la
Direttiva 93/42/CEE, concernente i dispositivi medici.
Un medico specializzato in dietologia
o un biologo nutrizionista assisteranno
il paziente in tutte le fasi della cura,
coadiuvati da operatori sanitari
che erogheranno i trattamenti di
elettrostimolazione.
Qualora il mix combinato dieta ed
elettrostimolazione
non
dovesse
essere sufficiente, si procederà ad effettuare delle indagini
più accurate prescritte da un endocrinologo o diabetologo,
che sono delle figure di riferimento all’interno delle nostre
strutture necessarie per dare al paziente un servizio sempre
all’altezza delle sue aspettative.
Completeranno il quadro di esperti a sostegno del paziente
un fisiatra ed uno psicologo che lo seguiranno in tutte le
fasi del dimagrimento. Credo, infatti, che non ci si debba
limitare al solo aspetto apparentemente clinico ma ritengo
che la persona con tali patologie debba essere aiutata a
riappropriarsi di un suo corretto stile di vita, tanto fisico
quanto alimentare che gli consenta di vivere in armonia con
il suo corpo. Pertanto il ruolo del fisiatra e dello psicologo
sono fondamentali, lavorando con pazienti obesi che si
trovano a perdere 30-40 kg cambiando totalmente l’aspetto
della persona e le abitudini di vita quotidiane. Ma anche
dello psicologo, che a richiesta del paziente, potrà essere
d’ausilio nel percorso dimagrante.
Un Comitato Scientifico, che riunisce le migliori menti
del settore, provenienti dal mondo della ricerca nonché
dell’università, avrà il compito di stabilire le linee guida
terapeutiche da adottare nei “Social Medical Center” in
ottemperanza da quanto stabilito dalle direttive sanitarie
in fatto di obesità sia a livello istituzionale italiano che
internazionale. Si occuperà, inoltre, di sovrintendere ai
progetti di ricerca scientifica con i vari enti pubblici e
privati con cui la società si interfaccia regolarmente per il
raggiungimento dei i suoi obiettivi “ridare ai pazienti un
corretto stile di vita”.
Auspico quindi che la serietà del
nostro approccio clinico all’obesità e
la professionalità messa a disposizione
dei pazienti, si possano tradurre,
nel minor tempo possibile, nella
costituzione di vero e proprio rapporto
di fiducia tra pazienti e “Social
Medical Center” ◆
Abbazia Sant’Andrea in Flumine (RM)
what’s on what’s
L’ULTIMA CAROVANA
CARTA BIANCA A ROBeRTO GATTO
auditoriuM parco della MuSica,
13 Marzo e 11 aprile
Due appuntamenti con uno dei jazzisti italiani più
avventurosi e originali nonché maggiormente apprezzati nel
mondo. Il batterista romano da sempre esplora generi diversi
collaborando con altri musicisti; in questo caso dividerà il
palco con Han Bennink, uno dei percussionisti più creativi
della scena mondiale, e con il pianista Dado Moroni, in un
happening dedicato alla batteria come ‘strumento pensante’.
L’appuntamento di aprile sarà dedicato al grande jazz degli
standard, ospite uno dei più apprezzati chitarristi Newyorkesi:
Peter Bernstein.
www.auditorium.com
ph Claudio Ranalli
Mercati di traiano, fino al 15 aprile
Viaggio fotografico a ritroso nel tempo, a dorso di cammello,
lungo le Vie della Seta. Uno dei più antichi percorsi della
storia dell’umanità, che dalla Cina e andava verso l’Europa
attraversando città come Samarcanda, Istanbul e Roma,
passando per il deserto di Gobi e incrociando religioni e
credenze. La mostra attinge alla lettura dei grandi viaggiatori
del passato e ai libri scritti sull’itinerario, che fu solida base
per il dialogo interculturale che anche oggi si cerca di
sviluppare.
www.mercatiditraiano.it
VeNTO e PIOGGIA
SOLUzIONe fINALe
teatro dell’angelo, 13 Marzo - 5 aprile
Dall’omonimo libro di Patrizio La Bella, la commedia nera
racconta la storia di un uomo e dei suoi tre figli attraverso
il linguaggio popolare e colorito della Roma anni ’60-’70.
In scena volti noti della tv in un ritratto poetico e grottesco
di quella generazione inconsapevole che scambiò le droghe
per il Nirvana. Musiche originali del cantautore romano
Roberto Angelini e scene di Lorenzo Terranera.
www.teatrodellangelo.it
roma
GIANdOMeNICO ANeLLINO
Una Chitarra d’aUtore
teatro SiStina, 26 Marzo
Recital di chitarra per il compositore ed arrangiatore romano
Giandomenico Anellino, collaboratore dei più importanti
artisti italiani e stranieri, da Claudio Baglioni a Zucchero,
da Brian Adams ai Simply Red. Il maestro, oltre ad incisioni
e partecipazioni radiotelevisive, vanta importanti rapporti
con il teatro, in primis la registrazione, con l’Orchestra
Sinfonica Aurora, di Notre Dame de Paris, il grande successo
di Riccardo Cocciante con dieci milioni di copie vendute
in tutto il mondo. In campo cinematografico ha collaborato
alla realizzazione della colonna sonora del film per Rai
Due L’ultimo concerto e a quella di Come te nessuno mai di
Gabriele Muccino. Il concerto, giocato sul tema della radio,
ripercorrerà gran parte della musica italiana con l’aiuto di
Stefano De Sando, la voce di Robert De Niro.
www.ilsistina.com
what’s on what’s o
Luci di primavera al Picchio Rosso
TUTTI PeR UNO ONLUS
12 Maggio ore 21
auditoriuM parco della MuSica
L’Associazione Tutti per uno Onlus, fondata e diretta dal Presidente Dr. Domenico
Riitano, Chirurgo Plastico e Ricostruttivo presso l’Ospedale Israelitico di Roma e la
DOMI Medica di Roma, rivolge particolare attenzione ai Bambini meno fortunati
ed alle loro famiglie, aiutandoli individualmente nella cura e negli interventi legati
a patologie gravo come ustioni, paralisi ostetrica, amputazioni.
L’organizzazione rende possibile l’aiuto concreto attraverso la raccolta di fondi
attraverso spettacoli che vedono partecipare celebri personaggi. Il prossimo
appuntamento per una serara di cabaret è il 12 maggio: 5° edizione della Serata di
Beneficenza, nella Sala Sinopoli.
www.tuttiperuno.info
roma
TINTOReTTO
A
GUGGeNHeIM. L’AVANGUARdIA AMeRICANA 1945-1980
fino al 6 Maggio, palazzo delle eSpoSizioni
Tema principale della mostra proposta dal Palazzo delle Esposizioni è il ruolo svolto dal
Solomon R. Guggenheim Museum e dalla figura di Peggy Guggenheim nella promozione e
nel riconoscimento dell’arte americana nel corso del ventesimo secolo. Particolare attenzione
è dedicata agli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, quando gli Stati
Uniti divennero il punto di riferimento culturale dell’Occidente. Espressionismo astratto, Pop
Art, Arte concettuale, Minimalismo, Realismo fotografico sono le correnti che caratterizzarono
la ricerca espressiva di quel periodo in un proliferare di linguaggi sostenuti e valorizzati
nella certezza di essere di essere all’alba di una nuova era. Ai dipinti, sculture, fotografie e
installazioni provenienti soprattutto dal mudeo di New York, in mostra sono affiancate opere
di Pollock e Gorky dalla Peggy Guggenheim Collection di Venezia e Barge di Rauschenberg,
dal Guggenheim Museum Bilbao.
www.palazzoesposizioni.it
fino al 27 Maggio, palazzo BraSchi
A Palazzo Braschi settanta opere documentano l’attività di artisti che tra Settecento e Ottocento
soggiornarono a Roma nell’intento di perfezionare la loro formazione. Quasi tutti legati alla
cerchia dell’Accademia di Francia questi pittori realizzavano opere destinate per la maggior parte
a un raffinato pubblico di viaggiatori stranieri che si recavano in Italia in cerca “di istruzione e di
piacere”. Acquerelli e incisioni ci offrono visioni della Roma del tempo in cui compaiono il Foro
Romano e il Colosseo, Villa Borghese e Castel Sant’Angelo, San Pietro e il Pincio, Ponte Milvio e
il sepolcro di Cecilia Metella oltre a visioni preromantiche della campagna romana.
www.museodiroma.it
di Laura Mocci
promo
LUOGHI COMUNI.
VedUTISTI A ROMA TRA IL XVIII e IL XIX SeCOLO
rrivare all’imbrunire e fermarsi in uno dei
molti angoli di un giardino curatissimo per
sorseggiare un aperitivo prima di cena: un
perfetto preludio a una serata romantica, a
un momento di relax da vivere lontano dallo stress e dai ritmi di Roma. Una promessa di bellezza ed
eleganza, di momenti felici da trascorrere al Picchio Rosso.
Raffinato ed esclusivo, ha il calore di una casale di
campagna, in cui legno, pietra antica, dettagli d’epoca
regalano una sensazione intima e avvolgente. Come fermi
in un mondo incantato, dove ogni particolare racconta
una storia di intimità, dove un’accogliente ospitalità si
respira nei molti angoli del locale: il salottino per fermarsi a
conversare, la sala con il camino, la stanza con il pianoforte
che il venerdì e il sabato si anima col pianobar, la loggia,
ideale per matrimoni ed eventi, la veranda affacciata sul
parco e infine la saletta privata scaldata dal caminetto, solo
per due. Tutto intorno, con apparente casualità, lampade,
foto d’epoca, oggetti antichi, ricordi e tocchi personali
circondano l’ospite per accompagnarlo in una cena speciale,
in cui la semplicità sposa la qualità e la tecnica artigianale:
pane, dolci, grissini, carne essiccata, pasta fresca e secca,
tutto viene realizzato personalmente dallo chef. Un omaggio
alla cultura gastronomica italiana che non teme qualche
spunto creativo, opera di Agostino Fonzo, che alleggerisce la
cucina di tradizione con tecniche moderne, come cotture a
bassa temperatura e sottovuoto, per avvicinarsi al gusto e alle
esigenze attuali. Con grande attenzione alla materia prima,
dalla varietà di crudi, ostriche, affumicati, marinati e carpacci,
alla selezione di cereali e legumi inconsueti: “prodotti poco
utilizzati, come l’amaranto e il grano saraceno, proponendo
alimenti meno noti che sono una grandissima ricchezza
della nostra terra, con un occhio di riguardo ai prodotti del
territorio e stagionali”.
Una scelta di piatti raffinati da accompagnare ad una delle
500 etichette della bella cantina, scelte dal sommelier sempre
presente per consigliare e seguire ognuno con professionalità
e discrezione.
Il pICCHIO rOSSO
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chiuso la domenica. Piano bar venerdì e sabato
Si accettano tutte le carte di credito
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gourmet
fino al 10 giugno, Scuderie del Quirinale
Le Scuderie del Quirinale aprono il 2012 con una importante mostra dedicata a
Jacopo Tintoretto (1519/1594), straordinario rappresentante della pittura veneziana
del Cinquecento. Esclusi alcuni dei grandi teleri della Scuola Grande di San Rocco
per motivi di ordine pratico, la mostra presenta quaranta opere organizzate secondo
quelle che furono le principali aree d’interesse del maestro: quella ritrattistica,
quella religiosa e quella mitologica. Gli intensi autoritratti di Londra e Parigi aprono
e chiudono il percorso espositivo in cui compaiono, oltre a due ottagoni, con
Apollo e Dafne e Deucalione e Pirra, dalla Galleria Estense di Modena, del 1541
per la famiglia Pisani, lo spettacolare Miracolo dello schiavo del 1548 per la Scuola
Grande di San Marco e la Deposizione al sepolcro (1594) del Monastero di San
Giorgio Maggiore, forse ultima opera dell’artista. La mostra, curata da Vittorio
Sgarbi, è commentata lungo il percorso da testi della scrittrice Melania Mazzucco
che a Tintoretto ha dedicato pagine e indimenticabili.
www.scuderiequirinale.it
what’s on what’s
AAM - ARTe ACCeSSIBILe MILANO
Monica Marioni, L'oppressione, 70x100, 2012
PetriPaselli, Giochi di latta 2008 stampa lambda, forex, plexiglass, 100x100
12 - 15 aprile 2012
Spazio eventiQuattro - gruppo il Sole 24ore
via Monte roSa, 91 - 20149 Milano
Sessanta gallerie, più di cento artisti provenienti da tutto il mondo, 28 stand dedicati alle
personali o alle collettive di artisti emergenti. Questi i numeri della quarta edizione di AMM Arte Accessibile Milano - la manifestazione internazionale di arte contemporanea che si svolgerà
in aprile a Milano
Ideata e diretta da Tiziana Manca, coadiuvata da Chiara
Canali, Fortunato D’Amico e Ivan Quaroni, la manifestazione
AAM - Arte Accessibile Milano 2012 sarà ospitata dal 12
al 15 aprile nei prestigiosi spazi di Eventiquattro e PwC
Experience, il palazzo disegnato da Renzo Piano e oggi sede
del quotidiano Sole 24 Ore e della società di consulenza
finanziaria Price Waterhouse Coopers, nonché punto
d’incontro della cultura finanziaria milanese e internazionale.
Nell’ambito di questo importante evento d’arte si terrà il
Convegno internazionale dal titolo Lo Stato dell’Arte, la 2°
edizione di Arte Accessibile ‘Best Curator Price Award 2012’
e la 2° Edizione del Concorso di fotografia culturale Back
Stage realizzato in collaborazione con Metro Edizioni.
Una ‘quattro giorni’ non-stop all’insegna di una
‘contaminazione’ artistica capillare e sempre più orientata
verso le esigenze del mercato esterno, distribuita lungo i
3800 mq degli spazi all’interno del Sole 24 Ore, per una
manifestazione di alto livello che racchiude l’essenza di una
progettualità moderna e dinamica.
La proposta espositiva di AAM 2012 è rivolta agli operatori e
ai collezionisti dell’arte contemporanea attenti alle proposte
delle gallerie impegnate nella promozione dei giovani artisti,
che saranno selezionati da un noto board curatoriale.
L’evento si concretizza e si colloca come una fiera
d’avanguardia che desidera un rapporto continuativo
con i suoi espositori e il suo pubblico, ponendo l’accento
sull’aspetto sociale, sulla gente e il suo rapporto con l’arte.
Obbiettivo è quello di colmare il divario che allontana l’arte
contemporanea dal suo fruitore.
E i quattro giorni milanesi di AAM 2012 saranno dunque un
momento per conoscersi, dialogare e confrontarsi durante il
corso degli happening con i diversi ospiti che interverranno:
una nuova seducente proposta per chiunque desideri sentirsi
libero di osservare, capire e farsi ammaliare dal fascino delle
opere esposte.
INSIDEr magazine - media partner di questo evento - sarà
presente in uno stand collettivo che ospita le riviste più
prestigiose dell’arte, del design e dell’architettura.
A.V.F.
Ingresso libero
Orari di apertura al pubblico:
Giovedì 12 Aprile dalle ore 19.00 alle ore 24.00;
Venerdì 13 aprile dalle ore 12.00-22.00;
Sabato 14 aprile dalle ore 12.00-22.00;
Domenica 15 aprile ore 11.00- 20.00
www.arteaccessibile.com
www.insidermagazine.it
Paolo De Biasi, Bungalow,
acrilico su tela, 100X150 cm, 2011.
Courtesy Area B Gallery, Milano
Valentina D’Amaro, Senza titolo. Serie
Switzerland, olio su tela, 85x120 cm., 2011.
courtesy Wannabee Gallery, Milano
what’s on what’s
Praterie assolate
SILeNT ReVOLUTIONS:
deSIGN CONTeMPORANeO IN SLOVeNIA
fino al 1° aprile - triennale deSign MuSeuM
La mostra Silent Revolutions presenta una selezione di prodotti di design
appartenenti ai primi due dinamici decenni di questo giovane paese
europeo. Il titolo del progetto, Rivoluzioni silenziose, allude a un paese che
vanta una straordinaria storia di design ma che non si è (ancora) affermato
come autorevole forza in questo campo del design nel più ampio contesto
europeo. Il ‘silenzio’ cui si fa riferimento ha fornito una motivazione
essenziale nella realizzazione della mostra, dove una vasta gamma di
recenti prodotti di design viene messa in relazione con cinque oggetti storici
e iconici. L’altra componente, l’idea di ‘rivoluzione’, introduce prodotti e
progetti che hanno stabilito standard senza precedenti a livello mondiale
attraverso le innovazioni d’avanguardia coraggiosamente proposte. Silent
Revolutions è frutto di una collaborazione tra l’Ufficio Comunicazione
del Governo delle Repubblica Slovena e il Triennale Design Museum e
organizzato dal Museo dell’Architettura e del Design di Lubiana e curata
da Maja Verdjan. (nella foto: Black Cherry Lamp, by Nika Zupanc; for La
Femme et la Maison by Nika Zupanc, 2010, photo credits: Dragan Arrigler).
www.triennaledesignmuseum.it
milano
GUSTAV KLIMT
dISeGNI INTORNO AL fReGIO dI BeeTHOVeN
fino al 6 Maggio - Spazio oBerdan
Si è inaugurata, presso lo Spazio Oberdan, la mostra Gustav Klimt. Disegni intorno
al fregio di Beethoven, promossa dalla Provincia di Milano, prodotta e organizzata
da Alef cultural project management in collaborazione con la Sabarsky Collection
New York, Berlino. Klimt, rappresentante autorevole della Secessione e artista di
straordinaria rilevanza nella storia dell’arte moderna, avrebbe festeggiato nel 2012
il suo 150° compleanno. In occasione di questa particolare ricorrenza una serie di
importanti eventi internazionali celebrano la figura e l’opera del Maestro austriaco.
Milano, prima città italiana che ha inaugurato le celebrazioni dell’anniversario,
si allinea all’offerta culturale internazionale con questa mostra che, affidata alla
curatela scientifica di Annette Vogel, presenta la riproduzione a dimensioni reali
dello straordinario Fregio di Beethoven accompagnata da quindici disegni originali
correlati al famoso affresco custodito in una sala del Palazzo della Secessione di
Vienna. Catalogo Skira.
www.klimtmilano.com
N
fino al 20 Maggio - palazzo reale
Protagonista della rassegna esposta nelle sale del museo di
piazza Duomo è Tiziano, che nel Cinquecento ebbe un ruolo
essenziale nella nascita e nello sviluppo di questo genere
pittorico, soprattutto come sfondo a composizioni di figure,
tanto che la parola ‘paesaggio’ comparve per la prima volta
proprio in una sua lettera, inviata nel 1552 all’ imperatore Filippo
II. Bellini, Giorgione, Veronese, Bassano, Lotto, Tintoretto e
soprattutto lui, il magnifico Tiziano. Cinquanta capolavori per
mostrare l’invenzione del paesaggio moderno nella pittura
veneta del Cinquecento. A partire dalla lezione di Bellini e
Giorgione e insieme ai maggiori protagonisti della pittura veneta
del Cinquecento, Tiziano ha avuto il merito di elaborare una
nuova idea dell’ambiente naturale che, evolvendosi attraverso
varie fasi e significati, lo portò a definire nella lingua italiana il
termine stesso di ‘paesaggio’ nella sua accezione moderna.
www.comune.milano.it/palazzoreale
V.D.V.
promo
TIzIANO e LA NASCITA
deL PAeSAGGIO MOdeRNO
on è ancora tempo di
cene all’aperto, ma di
certo l’inizio della primavera invoglia a lasciarsi alle spalle il grigiore cittadino per vivere pienamente la
bellezza delle giornate che cominciano
ad allungarsi, i profumi del parco e sognare così di trovarsi lontano, in praterie assolate nel lontano west. Un sogno a portata di mano, in una distesa
verde con un bosco naturale e graziosi
laghetti. Wild West: un angolo di quel
lontano mondo dei nativi d’america e
dei pionieri, di frontiera e d’avventura.
Ci si arriva per un aperitivo al tramonto,
si rimane per la cena, ascoltando l’ottima musica di sottofondo, affascinati
dall’atmosfera da film e dalla bellezza
sorprendente di questo parco appena
fuori dal caos della città. Un cancello
segna il confine verso l’ovest, con un
toro a grandezza naturale che accoglie
gli ospiti in questo piccolo viaggio oltre
frontiera. All’interno, la sala che ricostruisce perfettamente la scenografia dei
film di cow boy: la banca e la prigione
(che ospita un tavolo per piccole comitive) e ovunque selle, vecchie Colt, cinturoni, frecce, totem, targhe, tutti pezzi
originali che accompagnano in questo
viaggio che parte dalla buona tavola. Il
menu, naturalmente, non può che cedere al richiamo della carne, con una vasta
selezione italiana e straniera da cucinare
sulla griglia a legna: fiorentina danese,
scottona irlandese, entrecote del Nebrasca, bisonte canadese, carne argentina, bistecca fiorentina DOC, alette e
coscette di pollo. Una cucina robusta e
saporita che non dimentica antipasti Tex
Mex, insalate, contorni gustosi come le
bucce di patate fritte e le verdure grigliate, e il sabato e la domenica a pranzo
anche primi piatti, da accompagnare
con vini e birre. Si chiude in dolcezza,
con crostatine e dolci caldi dello Chef,
scaldati dalla stufa al centro dalla sala o
ospitati dall’ampio spazio all’aperto, da
cui osservare i tanti animali: papere, cigni, daini, maialini, che faranno la gioia
dei più piccoli. Per chi non resiste al vizio del fumo, una sala riservata da cui
godere della vista incantevole del parco.
WIlD WEST - STEAk HOUSE
Via della Giustiniana, 906
Tel. +39 0630207222
Aperto tutti i giorni dalle 19,
sabato e domenica anche a pranzo
Chiuso il lunedì
www.wildweststeakhouse.it
art
80
M AGA ZINE
81
M AGA ZINE
frANCA GHITTI
QUANDO l’ArTE è lETTUrA
CONTEMpOrANEA
ED INTErNAzIONAlIzzAzIONE
DI ArCAISMI lOCAlI
S
di Maria Laura Perilli
S
an Pietroburgo museo Menage - Roma
Montecitorio sala della Lupa: due mostre
recenti, due tappe fondamentali che
sottolineano l’apice del lungo, complesso e profondo
percorso di ricerca della scultrice italiana Franca Ghitti e ne
consacrano la statura internazionale.
Ebbe a dire delle sue opere Giuseppe Marchiori: “le immagini
primitive si avvicinano a quelle attuali in quel rapporto che
si stabilisce tra arcaismo e modernità, in un clima di assoluta
spontaneità popolare testimoniata da statuette votive, dai
feticci o dagli elementi sui tasselli lignei.”
L’approccio di Franca Ghitti è eminentemente antropologico,
fondato su una metodologia di analisi scientifica e duplice.
Da un lato, infatti, fa emergere gli arcaismi locali della sua
Valcamonica, universo immenso e variegato di segni, simboli
e forme, dall’altro ne coglie lo spirito globale, l’internazionalità
incisa nel suo DNA.
La nostra artista dimostra che uno spettro ispiratore si aggira
endemicamente tra i popoli sin dai tempi più remoti; se i
graffiti preistorici della Valcamonica trovano, in un mondo
antico privo di media, il loro parallelo nei graffiti del Tassili
dell’Algeria, altrettanto avviene per i segni stratificati del
mondo contadino camuno, per quei “ localismi arcaici”,
appunto, relazionabili ad alcuni lavori Dogon (Mali) o Senufo
(Costa D’Avorio).
L’artista sottolinea con le sue opere come i localismi, da
sempre, poggino su una invisibile rete comunicativa esempio
di una antica globalizzazione, in tal caso fortemente positiva.
La Ghitti procede con una lettura sistematica, concentrando
l’attenzione su legno e ferro, materie base dei suoi arcaismi:
li cataloga, li analizza e su di essi sviluppa ed amplifica il
suo messaggio artistico facendogli travalicare le frontiere,
connettendoli a discorsi paralleli senza compromettere, anzi
esaltando, la ricchezza dell’identità di partenza.
Allora si susseguono con fluidità i cicli del suo lavoro: le
Mappe, sapiente lettura dei segni impressi dall’uomo sul
territorio; i Rituali che, costruiti con chiodi, brandelli di rete
e rotelle, esprimono l’attenzione su “rimanenze di pratiche
umane più minute, domestiche”; quindi le Rogazioni, i Riti
nuziali, Le Storie dei Morti, Le Vicinìe, i Clan e i Reliquiari
quale riferimento alle tappe più emblematiche del vivere: il
sapiente lavoro collettivo della comunità, il culto dei morti
come costante ricordo di chi ha vissuto l’esperienza del
trapasso, per sperimentare altro in una dimensione
nuova, difficile da definire, lasciandoci l’eredità di piccoli e
grandi gesti, di slanci, gioie, ansie e preoccupazioni.
Un vissuto complesso di storie, pubbliche e private, che
l’artista inquadra all’interno di nicchie, di edicole ripartite
secondo spazialità accoglienti una miriade di personaggi.
Sono spazi mutuati da un territorio che, con le strutture delle
case contadine, i graticci, le porte antiche, rappresenta il
bacino di segni e forme da cui la Ghitti attinge quale fonte
ispiratrice del suo lavoro artistico. Spazi vissuti, personalizzati
da figure forti, ottenute con gesti scultorei rapidi e capaci di
cogliere, in una dimensione di non-finito, la differenziazione
di ogni singola espressione.
Il ferro è l’altra materia privilegiata dall’artista; la Valcamonica
è terra di fucine, di magli, di incudini, di lavorazioni che
purtroppo vanno soccombendo sotto l’azione incalzante di
nuove tecnologie poco interessate al mantenimento di gesti e
produzioni antiche e sapienti.
Con la sua arte la Ghitti ci conduce nella “Memoria del
Ferro”, tra installazioni costruite con residui ferrosi sempre
più introvabili, assemblati secondo ritmi dettati da personali
e segrete metodologie.
Sculture albero, sculture parietali di un ferro grigio intenso
che, per opera delle mani dell’artista, diviene materia
viva; la luce che incalza scivolando su di essa ne esalta
le compenetrazioni, le connessioni e produce particolari
vibrazioni coloristiche. Vibrazioni e compenetrazioni
capaci di ricordare quei colorati tessuti Kabili che Franca
Ghitti, da attenta viaggiatrice, ha l’abilità di cogliere con una
pittura densa e ricca di grumosità simili alle concrezioni ed
ossidazioni del suo amato ferro ◆
Books
lIBrI COME
8-11 marzo
Auditorium Parco della Musica, Roma
Per il terzo anno consecutivo il Festival
del libro e della letteratura offre una
kermesse di quattro giorni all’insegna
della buona letteratura: incontri per le
scuole, conferenze di settore e soprattutto
libri in festa. La manifestazione è
avvalorata dalla presenza dal vivo degli
autori italiani e non solo, fra i nomi
presenti Niccolò Ammaniti, Alessandro
Baricco, Andrea Camilleri, Jonathan
Coe, Giancarlo De Cataldo, Giorgio
Faletti, Carlos Ruiz Zafón. Accanto a
questi, esponenti del mondo culturale
e uomini dello spettacolo, che partendo
dall’adattamento di libri realizzano
opere teatrali o cinematografiche.
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lETTErE D’AMOrE - AUDIOlIBrO
Audiolibro passionale e divertente,
costruito su un monologo di Dacia
Maraini interpretato da Piera Degli
Esposti. Il testo è tratto da alcune
lettere inedite di Gabriele D’Annunzio
a Barbara Leoni, corrispondenza
piena di passione dirompente, e si
avvale dell’interpretazione di una
grande attrice del teatro e del cinema
italiano. Originale, ironica e versatile,
l’interprete cambiando registro sostiene
sia la voce maschile del vate che quella
femminile dando vita ad una storia
d’amore viva e coinvolgente.
Autore: Dacia Maraini
Editore: Giulio Perrone
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COME DIfENDErSI DAI MEDIA
In una società democratica i media sono
strumenti insostituibili per la grande utilità
sociale, ma possono anche produrre
pericolosi effetti negativi. Come influiscono
i TG e i giornali sulla nostra comprensione
del mondo o sulle nostre opinioni politiche?
Come influisce la lettura di un giornale o
di un sito web? Quali emozioni suscitano
in noi certi programmi TV e quali effetti
possono avere sul nostro sonno? Che
conseguenze può produrre, nel tempo,
un uso inappropriato dei media sui nostri
figli? Suggerimenti pratici per individuare,
prevenire e “curare” gli eventuali effetti
indesiderati. Sta a noi scegliere, per essere
fruitori attivi e consapevoli, anziché vittime
ingenue e passive.
Autore: Enrico Cheli
Editore: Edizioni La Lepre
Il Ristorante pizzeria, “Celestina ai Parioli”,
situato nel cuore dell’omonimo quartiere,
è dotato di ambienti confortevoli, caldi e
luminosi. Un locale curato, con un’ampia
veranda chiusa e cucina a vista, pareti
dai toni chiari, un fresco celeste e
legno al pavimento, che accoglie
senza inutili formalità, invitando
da subito a sentirsi a proprio agio
ricreando l’atmosfera delle origini,
di quel lontano 1926 in cui è nata
la storia di questo ristorante, mai
interrotta negli anni a seguire.
Oggi come allora la cucina è
semplice e genuina e per quanto
alleggerita e adattata ai gusti
attuali, è un susseguirsi di piatti
classici romani sia di carne che
di pesce, con qualche piccola
novità, proprio per stupire
sempre i propri clienti, come
ad esempio la barca di fritto
celestina.
È una vera e propria barchetta
in carta paglia che serve da
piatto per le alici fritte, il
baccalà in pastella, il fritto
calamari e gamberi ecc..
I prodotti quali la pasta
all’uovo, il pane ed i dolci sono
rigorosamente di produzione
propria.
Il
ritorno
della
pizza
rigorosamente con impasto 48,
72 ore, offre ai giovani un’ottima
alternativa per cene veloci, ed
economiche!!!!!!
Eccezionali i supplì, le crocchette
o i fiori di zucca ripieni di ricotta
di bufala, anche questi fatti in casa.
Celestina vi aspetta!
Viale Parioli, 184
tel. 068078242 - 068079505
www.ristorantecelestinaaiparioli.com
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85
Come ci è arrivato?
Quando ero un ragazzo e facevo il cuoco, gli chef non mi
davano mai spiegazioni. Una cosa che odiavo. Mi sono
ripromesso che un giorno avrei fatto diversamente: voglio
che ognuno abbia una risposta alle proprie domande. Non
mi piace impartire ordini senza dare spiegazioni, è una
questione di apertura mentale.
R
R
Guide e stelle, cosa ne pensa?
Ho combattuto chef e stelle, e lo dico tranquillamente. Ora
vedo i risultati, che si fanno con i numeri. Bisogna, però,
fare una distinzione: ci sono le stelle vere, che conoscono
la ristorazione, sanno cucinare veramente e hanno cura per
il commensale, poi ci sono le meteore che cucinano per se
stessi, aiutati da marketing, relazioni e pubblicità. Progetti
fatti di illusione, piatti pieni di fantasia, ma senza alcuna base
concreta: così si rischia di portare fuori strada i ragazzi che
vogliono tentare questa strada.
adio, tv, giornali, libri, eventi, seminari,
progetti educativi e sociali, corsi
di formazione, e poi food design,
consulenze per cinema, ristoranti e grandi aziende: Fabio
Campoli è in continua attività. Un fermento che ha il nome
del Circolo dei Buongustai, associazione enogastronomica
che si propone di salvaguardare e promuovere la cultura
della buona tavola in ogni suo aspetto, per infondere gusto,
bellezza, qualità e benessere.
la figura del cuoco sta cambiando?
È già cambiata. Molti hanno una base culturale migliore,
magari percorsi diversi. Alcuni si avvicinano alla cucina dopo
l’università, ottenendo in pochissimi anni grandi risultati, anche
perché hanno una grande capacità di apprendimento, metodo
di studio, obbiettivi ben precisi. Questa è la nuova ristorazione.
ph Stefano Mileto
Non le manca il confronto con i clienti?
No, perché l’adrenalina ce l’ho tutti i giorni, il mio modo di
lavorare ora mi rende libero. Sono curioso, studio, ricerco e il
Circolo dei Buongustai ogni settimana lancia nuovi progetti,
rompe la monotonia spaziando nella cultura gastronomica,
dalla storia, all’ammodernamento, alle consulenze per le
industrie: molti prodotti che mangiate sono miei progetti. È
una grande soddisfazione vedere una propria idea realizzata.
Lavoro con piacere con il mio gruppo, c’è molto confronto
con gli altri.
Fabio Campoli
M AGA ZINE
Il suo percorso?
Ho iniziato dopo la terza media a fare il gelataio, poi
il lavapiatti, il comis, le stagioni. Ho iniziato a 14 anni,
per me è arrivato prima il lavoro, poi la curiosità estetica,
lo studio e la conoscenza. Posso dire che quella di oggi
è la mia cucina, libera e senza schemi. Una cucina che
costruisco prima nella mia testa, facendo affidamento sulla
mia personale “biblioteca di sapori”, controllando la tecnica
e gli strumenti e dando spazio alle emozioni. Si passa così
dalla fase artigianale a quella più artistica. Un esempio
stravagante e originale di questo discorso è il mio libro “Note
di gusto”: cucina rapportata alla musica, ingredienti come
sezioni musicali, vera e propria contaminazione tra due arti
apparentemente estranee.
Ora la sua cucina come è?
Semplice, libera, stagionale, pensata per soddisfare i
commensali, aperta alle contaminazioni (ho anche un
programma radio, Breakfast news, sulle colazioni dal mondo).
Rispettosa degli ingredienti, dalla scelta dalla trasformazione.
Agli artigiani bisogna dare voce, uno degli obiettivi del
Circolo dei Buongustai è dare visibilità alle produzioni più
piccole e salvarle, per esempio con i formaggi di alpeggio.
Ogni anno mi avventuro alla scoperta di un prodotto, sono
ad esempio ambasciatore del peperoncino e del bergamotto.
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M AGA ZINE
BACCAlà Al CArTOCCIO AGrUMATO
Ingredienti per 4 persone
un filetto di baccalà secco da 350 g circa
200 g di patate
100 g di pomodorini ciliegini
1 uovo
80 g di olive taggiasche
5 g di scorza di limone
5 g di scorza d’arancia
3 foglie di melissa
3 ciuffi di prezzemolo
20 g d’olio extravergine d’oliva dal fruttato delicato
sale qb
Come è oggi il lavoro di fabio Campoli?
Sembrerà strano, ma noi viviamo 5 giorni su 7 in ricerca,
studio, progetti, organizzazione, tutto è frutto di un
ragionamento, che è fatto per il 70 per cento in ufficio.
Il vostro profilo?
Noi facciamo consulenza, dalla sala alla gestione dei
magazzini, pulizia, formazione personale, immagine,
promozione, processi di lavorazione, in ultimo arriviamo alla
cucina. Ma seppur ultima della lista rimane sempre la grande
protagonista dei nostri eventi.
prossimi progetti?
A giugno l’anniversario della Marina Militare a Venezia, che
oramai curiamo da tre anni, poi nuovi eventi per ora in fase
di studio, sia in Italia che all’estero, una fitta attività editoriale
in radio e su diverse riviste e poi le nostre consulenze.
le cose fondamentali per chi inizia a fare il cuoco ora?
Saper usare la testa, farsi guidare nel proprio percorso
dalle persone giuste, che sanno trasmettere qualcosa e non
dal miraggio dei soldi. E poi essere capaci nella gestione e
organizzazione del lavoro.
poi?
Sfruttare il proprio talento, il nostro gruppo ha continui
progetti, servono persone da valorizzare e stimolare. Si deve
imparare a comunicare. Per esempio ho studiato anche il
modo di comunicare in radio, con tempi stretti, frasi brevi
e semplici. E poi lavoro anche nello still life per cinema e
tv: esperienze che non vivendo dentro a un ristorante posso
approfondire.
Tendenze. perché l’Italia è sempre seconda?
Sono problemi politici, manca l’investimento, non c’è
sostegno per chi fa sperimentazione, lo stesso Adrià è stato
sostenuto. Abbiamo secoli di cultura, una ricchezza unica,
anche gastronomica, tradizioni, prodotti. Questo sembra
abbandonato. Chi fa innovazione, informazione, formazione,
ricerca e cultura non è sostenuto da nessuno, si lavora a
nostre spese e con le aziende ◆
ph Pino Polesi
Come fa accettare alle industrie le produzioni artigianali?
Semplice: se le industrie non vogliono capire, non possono
lavorare e con noi. Un esempio? Le perle di Fabio Campoli,
sono crocchette cremose, con burro vero e materie prime
fresche. Anche se è un prodotto industrializzato è di qualità.
Prossimo progetto un prodotto-lista spesa, piatti unici già
dosati, con gli ingredienti già pronti per la ricetta.
Tengo in ammollo per almeno ventiquattro ore il baccalà,
cambiando per quattro o cinque volte l’acqua. Trito finemente
le scorze degli agrumi, il prezzemolo e la melissa e li miscelo
bene assieme all’olio. Taglio in quattro tranci il baccalà,
lo asciugo e lo condisco con la salsina appena preparata,
lasciandolo insaporire per venti minuti in frigorifero. A parte,
lavo e pelo le patate, le taglio a fette e le sbianchisco per due
minuti, quindi denocciolo le olive e le tengo da parte.
Dalla carta da forno ricavo quattro rettangoli della
dimensione di venti o venticinque centimetri, sistemo al
centro il pesce, distribuisco una cucchiaiata di condimento
alle erbe e agrumi, copro con le olive, le patate e i pezzetti di
pomodorini. Spennello i bordi della carta con un po’ d’uovo
sbattuto e ne piego i laterali, formando dei piccoli triangoli
fino a sigillare tutto il bordo. Dispongo i cartocci in una teglia
dai bordi alti. Faccio cuocere per venti minuti circa a 170 °C
e li servo ben caldi.
Ingredienti per 4 persone
300 g di capellini
300 g di seppie pulite
2 carciofi
un limone
20 g di prezzemolo
10 g di peperoncino verde fresco
4 g di tisana digestiva
(menta, anice stellato e verbena)
uno spicchio d’aglio in camicia
60 g d’olio extravergine d’oliva dal fruttato delicato
sale qb
Fabio Campoli
CApEllINI Al NErO DI SEppIA E CArCIOfI
Per prima cosa preparo la tisana, mettendo in infusione per
cinque minuti le erbe in acqua bollente. Poi la filtro, la metto
in una ciotola, la faccio arrivare a temperatura ambiente e la
ripongo in frigo per due ore. A questo punto mondo i carciofi
lasciando la parte tenera intatta, poi li taglio a spicchi sottili
in senso verticale e li immergo nella tisana ben raffreddata
arricchita del succo del limone. Li faccio riposare per quattro
ore in frigorifero, li scolo ben bene e li scotto in padella per
cinque minuti con tre cucchiai d’olio e lo spicchio d’aglio
schiacciato, senza coprire: in questo modo, la cottura risulterà
bionda, perché non violenta. Alla fine, aggiungo il peperoncino
tritato e regolo di sale. Nel frattempo, taglio a listarelle
sottili le seppie, conservando le sacche. Metto in una pentola
abbondante acqua per cuocere la pasta. A parte, svuoto
le sacche di nero in una ciotola e diluisco con dell’acqua
fredda, verso il tutto in un’altra padella col rimanente olio e
scaldo appena. Faccio cuocere i capellini in acqua bollente,
li scolo al dente e li verso direttamente nella padella con il
nero, aggiungendo immediatamente le seppie, e cuocio al
massimo per un minuto. Devo ricordare, però, a proposito
dei cefalopodi, che è importante non cuocerli troppo, perché
le loro carni, dopo una prima fase di cottura che le lascia
morbide e ricche di succhi, subito dopo diventano gommose;
questo spiega perché ho aggiunto i molluschi a crudo. Un
errore che comunemente si fa a questo punto è quello di
protrarre la cottura, fino a quando non sono divenute
nuovamente morbide: ma, avendo ormai perso i liquidi ed
essendosi la fibra rilasciata, il risultato finale sarà quello
di una seppia stopposa. Comunque, tornando al piatto, in
ultimo trito finemente del prezzemolo, ne cospargo i capellini
e arricchisco coi carciofi tiepidi.
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M AGA ZINE
M AGA ZINE
lo scenario di una delle sue commedie più note, appunto La
Bottega del Caffè.
Ma torniamo ai giorni nostri, in Italia, patria della moka e
dell’espresso, con le nostre infinite varianti: al vetro, macchiato
caldo o freddo, lungo, corto, con panna o con sambuca...
Una patria che nasconde un cuore dolce, come dolce è il
caffè che si serve abitualmente a Napoli, che vanta anche
una caffettiera tutta sua, la “napoletana”, la macchinetta che,
una volta tolta dal fornello, deve essere capovolta per far
scendere lentamente l’acqua attraverso il filtro col caffè, con
l’immancabile “cuppetiello” a preservarne l’aroma, come ci ha
raccontato Eduardo in “Questi fantasmi”. Il caffè napoletano è
il più carico di caffeina, estratta da un contatto più lungo della
polvere di caffè con l’acqua. Attenzione, dunque!
NErO COME lA NOTTE,
CAlDO COME l’INfErNO,
DOlCE COME l’AMOrE
È
gourmet
È
un piacere irrinunciabile per noi italiani:
bevanda simbolo, con gli spaghetti e la
pizza, di un paese dove i piaceri della tavola
possono essere semplici e alla portata di tutti.
Una tazza fumante di caffè. Irresistibilmente buona, ma
anche trendy, visto che, come ci segnala Fabio Cagnetti su
Dissapore, produrre caffè è diventato un hobby (pardon,
attività) di personaggi dello star system più indipendente e
chic. Da Lynch in poi, tutti vogliono la propria linea di caffè...
tutte le vere star stilose, si intende.
Ma procediamo con ordine: partiamo con lui, il chicco.
È il seme del frutto di un albero tropicale (per gli appassionati
di botanica il genere Coffea della famiglia delle Rubiaceae),
diffuso in moltissime zone e in diverse varietà, che prima
di arrivare nelle nostre tazzine subisce diversi passaggi, in
un percorso di continua eliminazione: avete mai pensato
che del caffè si getta via tutto? Il frutto, la pellicola che
circonda il seme e anche il seme stesso, macinato e filtrato.
La lavorazione del caffè è l’estrazione dell’essenza.
di Antonella De Santis
Giunto a maturazione i frutti, rossi come ciliegie, vengono
raccolti manualmente: un passaggio delicato perché nello
stesso momento la pianta ospita frutti e fiori, da preservare
per assicurare il raccolto successivo. Essiccati e lavati,
liberano due semini verdi che, puliti dalla membrana che
li avvolge ed epurati da quelli acerbi o fermentati, vengono
classificati secondo forma e dimensioni. Sì, avete letto
bene: verdi. Il colore bruno appare solo dopo la tostatura,
che ne cambia anche dimensione e consistenza. Un
passaggio fondamentale, tanto che persino Pellegrino Artusi
nel suo La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene dà
chiare indicazioni: utilizzare legno invece di carbone per
la tostatura, dosare con attenzione il calore, evitare che il
chicco estragga il proprio olio, tostare poco caffè per volta
per mantenerne intatto l’aroma. Questo a fine ottocento.
Del resto in Italia già si consuma caffè dalla fine del 1500,
e alla metà del 1600 risalgono le prime botteghe che presto
diventano in luoghi di incontro e scambio di opinioni
politiche e culturali. Non a caso Goldoni, nel 1750, ne fece
90
Di tradizione in tradizione: dal lungo americano, realizzato
con filtro o infusione, a quello turco, bollito più di una volta in
un pentolino di rame e servito senza filtrarlo, con la polvere
residua nella tazza.
Ma oltre al modo di prepararlo e di consumarlo, non bisogna
dimenticare che la differenza maggiore consiste nella materia
prima, ovvero nel caffè. Benché esistano moltissime varietà
la maggior parte del consumo e della coltivazione è ad
appannaggio di arabica, robusta, liberica. Tre sono le specie
maggiormente coltivate, si differenziano per gusto, contenuto
di caffeina (per la cronaca: l’arabica è quella che ne ha di
meno) e, ovviamente, adattabilità ai diversi climi e terreni.
Altre specie sono Excelsa, Stenophylla, Mauritiana,
Racemosa. Tra le qualità le più note sono quelle Etiopi, come
il Sidamo.
In Italia i piccoli produttori hanno ormai conquistato il loro
spazio: Giamaica Caffè di Gianni Frasi, le Piantagioni del
Caffè, Il Caffè del Doge, tanto per citarne qualcuno, mentre
un indirizzo storico di Roma è Sant’Eustachio, col suo famoso
Grancaffè, dolce e con una crema suadente e corposa. Ma
non andateci solo per quello!
Per scoprire segreti e curiosità del caffè un volume,
significativamente intitolato Espresso, racconta la storia della
famiglia Vergnano, ma anche di come il rito tutto nostrano si
sia declinato in sette paesi diversi, pur rimanendo sinonimo
del nostro stile di vita. Un libro che dispensa ricette e consigli
per vivere al meglio il rito del caffè. (Csaba dalla Zorza,
Luxury Books) ◆
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vITIGNI AUTOCTONI:
l’AlTrO TESOrO DEll’ITAlIA
prosegue il viaggio fra le uve aNtiche: coN oltre 350 specie, il Nostro paese
riscopre le tradizioNi del viNo e riscrive il futuro dell’eNologia locale
I
di Monia Innocenti
I
l nostro viaggio fra i tesori enologici italiani è
cominciato nel nord Italia incontrando vitigni
come Gamba di Pernice, Schiava, Pigato
e Pagadèbit. Abbiamo poi proseguito per il centro, che ha
avuto per protagonisti Colorino, Sagrantino e Vernaccia di
San Gimignano. Ma il patrimonio enologico del nostro Paese
è davvero molto ricco e proseguendo verso sud, troviamo
altri preziosi compagni di viaggio.
Fermiamoci in Campania, terra ricca di vitigni autoctoni che
in questi ultimi anni, grazie alla rivalutazione del territorio di
grandi e piccole aziende vinicole, sono riusciti a oltrepassare
i confini e diventare molto apprezzati anche al nord. Merita
di essere citato l’Asprinio di Aversa, una DOC nata grazie al
determinante contributo della famiglia Martusciello (Grotta
del Sole-Quarto, Napoli) che, innamoratosi delle bollicine,
pensò che le caratteristiche dell’Asprinio sarebbero state
ideali per la produzione di uno spumante brut ed extra brut (lo
Spumante Metodo Martinotti ne è uno splendido esempio).
Infatti, l’acidità elevata da cui prende il nome ed il tenore
zuccherino non molto alto, ne fanno certamente una delle
più interessanti uve per la produzione di spumante del centro
sud e non solo. La famiglia acquista uve esclusivamente
Foto della raccolta Asprinio d'Aversa - gentile concessione az. Grotta del Sole
prodotte con l’alberata, che crescono fino a 20 metri
di altezza. Ogni operazione di lavorazione è effettuata
a mano dai contadini su scale di legno costruite ad
personam, che vengono semplicemente appoggiate
alla parete dell’alberata. La vendemmia è molto
suggestiva ed in particolare ad esserlo è la passata
della scala, operazione effettuata per spostare le scale,
che viene fatta da ciascun contadino tenendo le scale
in equilibrio. In questo modo si evita di essere in
due e di buttare la scala per terra al fine di spostarla.
L’Asprinio è stato scelto a rappresentare l’Italia per le
cene ufficiali del G8 a Napoli nel 1994 e quest’anno
è stato invece stappato da George Clooney nel suo
ultimo film The American.
È ora il turno della Sicilia dove abbiamo selezionato per
voi il Catarratto extralucido che possiamo degustare
grazie all’azienda Bosco Falconeria, tra Partinico e
Alcamo. Una delle prime aziende siciliane a convertirsi
all’agricoltura biologica, i 17 ettari sono attualmente per
meno della metà destinati a vigneto, un quarto ad oliveto e
il rimanente a orto, frutteto misto e seminativo. L’extra-lucido
è una varietà meno diffusa del catarratto che si distingue per
avere una buccia più spessa molto più lucida. In vinificazione
è in grado di esaltare ed armonizzare gli aromi caratteristici
del catarratto e la punta di amaro che lo
contraddistingue. È coltivato con metodo
biologico (senza solfiti, in nessuna fase) e
la raccolta è rigorosamente manuale. Vino
molto versatile, può accompagnare primi
delicati, pesce, ma anche carni bianche e
formaggi freschi. Per i visitatori, l’azienda
mette a disposizione due camere in un
vecchio fabbricato rurale ristrutturato per
essere una grande finestra sul paesaggio,
sulle colline coltivate e l’azzurro del
Golfo di Castellammare. La colazione è
rigorosamente a base di prodotti tipici e
c’è anche la possibilità di usare la cucina
e di ‘fare la spesa’ direttamente nell’orto ◆
INfO
www.grottadelsole.it (Asprinio d’Aversa);
www.boscofalconeria.it (catarratto extralucido)
95
lA CAMElIA
S
“S
Il rITO DEllA MEDITAzIONE
NIENTE vErDE, MA plACIDO EQUIlIBrIO DI fOrME E SpAzI
pEr rAGGIUNGErE SErENITà E CAlMA INTErIOrE
CONTEMplANDO Il GIArDINO zEN
N
N
è foglie, né fiori, né colori. Neppure un
pugno di terra: il giardino zen è astratto,
filosofico e meditativo. Ma non certo privo
di fascino, che sta tutto nel delicato equilibrio degli elementi,
pietre e ghiaia, posti a simboleggiare l’acqua e le piante del
suo alter ego tradizionale.
Nell’interpretazione più diffusa la ghiaia costituisce infatti
l’acqua, il cui movimento viene tracciato dalle linee parellele
di appositi rastrelli, mentre grosse pietre disordinate
illustrano il dinamismo delle forme in natura; ‘isole’ che
rappresentano l’immortalità, la longevità e la salute. Quello
zen è un giardino destinato decisamente alla riflessione e
si suppone abbia un effetto rasserenante, tanto che esiste
anche in miniatura, contenuto in una piccola struttura
di lengo da collocare a portata di mano (Bonseki). Il più
celebre a grandezza naturale è quello di Ryoa-ji, a Kyoto,
uno dei migliori esempi di questa progettazione che viene
denominata arte suseki. È un ‘mare’ rettangolare di sabbia
bianca racchiuso fra la passerella del tempio ed il muro di
cinta; fra le morbide onde sono disposte quindici grandi
pietre in gruppi di cinque… ma da nessuna angolazione è
possibile vederne più di quattordici! L’apparente casualità
è insomma frutto di precisi criteri di proporzione, e il
giardino è un esempio di grande armonia. Un’opera
misteriosa e complessa, il cui volto di assoluta semplicità è
concepito per rasserenare e condurre all’illuminazione. Era
questo il percorso dei monaci zen verso la comprensione
dell’essenza delle cose: dalla contemplazione della roccia a
quella della montagna, ovvero dalla meditazione sull’io alla
comprensione dell’infinito.
Il termine si riferisce al fatto che questo stile di giardino si
è sviluppato grazie ai più importanti progettisti giapponesi
monaci o praticanti lo Zen, ma in effetti piccoli e grandi
spazi ‘da meditazione’ sono molti diffusi in Giappone, e
non sempre sono legati alla pratica buddista. Se tutto ciò vi
affascina, senza arrivare tanto lontano, potete organizzare un
piccolo ‘giardino da tavolo’ anche in casa, su un semplice
vassoio di legno. Aggiungere nuovi elementi o modificare
l’orientamento delle onde sarà un’occasione per rilassarvi.
Attenzione però: la sabbia utilizzata non è quella delle
spiagge, ma granito o marmo schiacciato (circa 2mm di
diametro) e di tonalità uniformi, dal bianco al beige. Le rocce
vanno poi scelte con cura e posizionate secondo la vostra
sensibilità e poi… Buona contemplazione! ◆
D.C.
piante del sogno
M AGA ZINE
ogno di trovarmi, dopo una lunga
corsa, in una radura. Sono stremata
e mi accascio al suolo. Sotto di
me c’è qualcosa di morbido, come un tappeto, di rose.
Delicatamente ne prendo una fra le dita: non è una rosa,
è un fiore bellissimo ma senza profumo, pallido e freddo.
Rabbrividisco al contatto, mi alzo e riprendo la corsa…”
Forse il misterioso fiore della nostra sognatrice è la
camelia. Originaria dell’Estremo Oriente arriva in Europa
nella seconda metà del Settecento. Secondo i giapponesi
simboleggia la vita stroncata perché, a differenza di
tutti gli altri fiori, la sua corolla si distacca intera dallo
stelo e non petalo dopo petalo. Per questa caratteristica
ben si addice a Marguerite Gautier, l’eroina di Dumas
precocemente stroncata dal “mal sottile”. Marguerite
portava una camelia bianca per venticinque giorni al
mese e una rossa per gli altri cinque. Da qui l’appellativo
di “ Signora delle camelie”. La stessa signora è anche la
“traviata” immortalata da Verdi, perciò nel vocabolario
dell’amore la camelia ha assunto una connotazione
peccaminosa. Amore e peccato, amore e morte: temi
cari al Romanticismo. Oggi le camelie ornano i nostri
giardini, sono belle, raffinate, fioriscono copiosamente
e a lungo e non richiedono particolari cure. Altro che
simbolo di morte! Sembrano piuttosto l’emblema della
generosa bellezza della natura. A ogni epoca la sua
simbologia. Oggi di “mal sottile” non si muore più e
neanche d’amore. Il sogno di cui sopra appartiene a
un’altra epoca ◆
Renata Biserni Psicoterapeuta-Psicodrammatista
[email protected]
I SEGrETI DEllA CArTA
Il prOCESSO DI prODUzIONE ArTIGIANAlE
SECONDO lE TECNICHE DI 700 ANNI fA:
UN pErCOrSO AffASCINANTE DA SEGUIrE NEl DETTAGlIO
NEl MUSEO DI fABrIANO
A
A
di Donatella Codonesu
raccontare per primo il metodo
cinese di fabbricazione della carta
fu Marco Polo, che descrisse le
fibre vegetali impiegate allora: paglia di tè o di riso, canna
di bambù e stracci di canapa. Le tecniche di lavorazione
furono gelosamente custodite per secoli e si diffusero solo
nel VII secolo, prima in estremo Oriente, poi in Asia centrale,
quindi finalmente nel Mediterraneo. In Italia il polo storico
di questa manifattura fu da sempre Fabriano, nelle Marche,
dove fu introdotta dagli arabi e dove tutt’oggi la carta viene
prodotta a partire da lino e canapa, fibre resistenti al tempo
e meno costose, ad esempio, della pergamena. Un’attività
tanto importante economicamente, che nel 1400 fu vietato
di insegnarne i segreti a chi non risiedesse nel territorio
del comune. Nella seconda metà del XV secolo le tecnica
di stampa con caratteri mobili contribuì a consolidare la
tradizione dei testi scritti per comunicare e tramandare
pensiero e opere di ingegno e l’industria della carta nelle
Marche continuò a fiorire.
La sintesi di questa storia secolare che dalla Cina conduce ad
un paesino in provincia di Ancona è narrata nell’affascinante
Museo della carta di Fabriano, dove sono presentati testi
antichi e viene illustrato nel dettaglio il processo manuale
di fabbricazione del pregiato strumento, anche attraverso
workshop per le scuole.
Nel corso della visita viene illustrato l’impiego delle fibre da
cui si parte per poi aggiungere collanti e coloranti arrivando
alla produzione di raffinati e ormai rarissimi manufatti.
Fabriano è infatti una delle pochissime città al mondo dove
ancora oggi si fabbrichi carta a mano, i macchinari sono
quelli originali e il grosso della lavorazione avviene ancora
secondo le tecniche di 700 anni fa: la selezione delle fibre,
l’immersione nel tino, l’estrazione manuale di una stessa
quantità di pasta e quindi la distribuzione uniforme su tutta
la superficie del telaio metallico. Il composto viene scolato,
impilato e infine steso. Dopo la collatura e l’essiccamento
le ultime operazioni di finitura producono i preziosi fogli
utilizzati per edizioni di pregio, disegno artistico e stampe
d’arte, corrispondenza e partecipazioni, diplomi di laurea,
buoni del tesoro...
Un percorso affascinante che merita assolutamente una visita ◆
www.museodellacarta.com
Minivacanza a un passo da Roma
promo
C
ome in un cottage immerso nella campagna
verdeggiante, gli appartamenti del Veio Resident regalano suggestioni e relax impensabili a Roma. Per
scappare dalla città pur rimanendovi a
un passo, per immaginare altri panorami
o solo staccare la spina. Sembra un sogno irrealizzabile. Ma non lo è: nel parco di Veio, un residence ospita 46 appartamenti perfetti per chi ha bisogno di
una sistemazione temporanea, durante
un trasloco o una ristrutturazione, o
per chi si trova in città solo per qualche
settimana magari per lavoro, ma ideali anche per per una vacanza appena
fuori porta o chi decide che, pur non
volendosi allontanare completamente
dalla propria rete di amicizie, impegni e
abitudini, preferisce svegliarsi nella natura, tra animali, laghetti incontaminati
e il fruscio degli alberi che circondano
questi piccoli casali dal sapore inglese.
Pensati per assicurare comfort e tecnologia con wi-fi, climatizzatore, allarme,
fax, parcheggio, lavanderia, servizio di
recapito posta... e un giardinetto privato
davanti all’ingresso, dove godere di una
dose extra di relax e serenità, che nella bella stagione si arricchisce anche di
una piscina in cui si rispecchia una vegetazione rigogliosa. Sono piccoli cottage carattarizzati da una rustica eleganza, a pochissimi chilometri dalla città,
collegati anche mediante una navetta
che porta alla stazione che dalla Giustiniana arriva a San Pietro e assicura un
trasporto lampo: solo venti minuti per
arrivare in centro. Intorno agli appartamenti solo quiete e l’offerta della struttura: bisteccheria, ristorante-pizzeria, e
l’eleganza del ristorante Il Picchio Rosso. Per un soggiorno indimenticabile.
resort
vEIO rESIDENCE rESOrT
Via della Giustiniana, 906
Tel. +39 0630207264 - +39 0630361782,
Fax +39 0630363148
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www.veioresidence.com
A TESTA IN SU O A TESTA IN GIÙ
La ricca collezione delle Campanone (design Paolo
Grasselli per il marchio ModoLuce) comprende lampade
a sospensione, pouf e tavolini luminosi. Tutti gli elementi
hanno la caratteristica forma della campana.
www.bysteel.it
BAGlIOrI NEll’ACQUA
Waterproof è una graziosa lampada sommergibile prodotta
da Metalarte (design Héctor Serrano) provvista di batterie
ricaricabili che garantiscono un’autonomia di quattro ore.
www.metalarte.com
IllUMINAzIONE SINUOSA
Tanti motivi circolari che si incontrano e si
incrociano, con un cuore caldo che si illumina.
Il modello Idaa, di Bysteel, è disponibile nella
versione a sospensione o piantana.
www.bysteel.it
MAGIC lIGHT
Un ammaliante gioco di pieni e di vuoti
per Kadabra, firmata 21st Design Lab.
È la luce che circonda l’oscurità o è il
buio che passa attraverso la materia
luminosa?
www.21st-design.com
TEMpO DI TUlIpANI
Allegra, informale, casual, la lampada
Tulip di MyYour arreda il giardino o lo
spazio interno unendo estetica e praticità
d’uso. È disponibile nelle dimensioni
Small o XL, con luce o colorata.
www.myyour.eu
TrAME OrNAMENTAlI
Paola Navone ha disegnato gli arredi
scultura della collezione Ivy ispirandosi
all’arte topiaria (ossia la potatura di
alberi e siepi allo scopo di dar loro
forme ornamentali). Il metallo, in
apparenza duro e ostico, assume una
leggerezza impensabile. Nella foto,
tante Lucciole colorate e una graziosa
poltroncina bucherellata.
www.emu.it
rAffINATI pUNTI DI lUCE
Perfetto come segnapassi o per illuminare
in maniera suggestiva alberi, fiori, sculture o
particolari forme architettoniche. Pollicino,
del marchio Antonangeli Illuminazione, va
posizionato a terra da solo o in “gruppo”.
www.antonangeli.it
IllUMINAzIONE AD HOC
Wind 4086 è la versione “a ombrello” della lampada
di Vilardell prodotta dal marchio spagnolo Vibia. Il
modello può essere collocato dappertutto, a seconda
delle proprie esigenze.
www.vibia.es
fIOrI lUCENTI
CErCHI CHE ACCENDONO
l’AMBIENTE
Una luce tenue e morbida fuoriesce dai
tavolini luminosi della serie Ricami, di
Antonangeli Illuminazione, in fibra di
vetro trasparente e pizzo Valencienne.
www.antonangeli.it
Il programma di corpi illuminanti
Atollo, ideato da Paolo Grasselli
per ModoLuce, è composto
da sedute e tavolini luminosi
versatili, indicati per arredare e
illuminare con stile sia gli spazi
esterni che quelli interni.
www.modoluce.com
SpIrITO CONTEMpOrANEO
CIlINDrI TrENDY
Che sia posizionato sulla spiaggia,
in terrazza o nel proprio giardino,
Atollino risulta sempre trendy
e sfizioso. L’elemento luminoso
è utilizzabile come tavolino,
pouf, happy hour, sospensione e
applique/plafoniera.
www.modoluce.com
Un inedito oggetto “tessile” luminoso, rivestito
di uno speciale tessuto di rete, Pill-low (design
Francesco Rota per il marchio Oluce) può essere
usato anche come seduta sbarazzina.
www.oluce.com
pEzzI ICONICI
La lampada da terra e da tavolo
Atomium IP65 ha una linea sbarazzina
e originale. La struttura interna si
compone di 6 luci. Il design è di Hopf
& Wortmann per Kundalini.
www.kundalini.it
NOBIlE OrDITO
È evocativa ed elegante la lampada
Wind 4050 di Vibia (design Jordi
Vilardell). In fibra di vetro, è disponibile
in bianco, nero, verde e arancione.
Il funzionale ripiano inserito nella
struttura fa da sfizioso tavolino.
www.vibia.es
SQUArCI NEl BUIO
I quattro fasci luminosi proiettati dalle fenditure
di Granito 30 (design Ernesto Gismondi per
Artemide) sono ideali per segnalare percorsi o
per creare suggestivi effetti di luce.
www.artemide.com
106
107
M AGA ZINE
M AGA ZINE
grandesignETICO
INTErNATIONAl AWArD 2012
di Vittoria Di Venosa
Porro-Ghiaccio - by Piero Lissoni
edizione di grandesignEtico International Award 2012, si
svolgerà il prossimo 10 aprile 2012 presso Palazzo Isimbardi,
nobile palazzo risalente al XV secolo e sede della Provincia
di Milano.
Insieme al conferimento della targhe si terrà una serie di
incontri finalizzati alla ‘Etica & Business’ che vede l’intervento
di diversi relatori tra cui Danilo Premoli, architetto e designer
votato al ‘green’ che illustrerà con Gli esami non finiscono mai
i nuovi linguaggi etici per un design più sostenibile; la bella
mostra fotografica Scatti d’Autore, in pratica una raccolta
di immagini di prodotti di design interpretati artisticamente
MG Lab - Metro by Luca Nichetto
Tra le aziende ‘nominate’ figurano alcune imprese che hanno
contribuito al riconoscimento internazionale del made in Italy
come ad esempio Alessi, Ballarini, Ceramiche Globo, Porro,
Prandina e Riva 1920 che annoverano, tra gli altri, firme dello
star-system quali Marcel Wanders, Anna Gili, Piero Lissoni,
Carlo Colombo, Philippe Starck e Michele De Lucchi.
I prodotti selezionati abbracciano tutte le categorie del design
per la casa e l’arredamento, ma anche barche, biciclette,
abbigliamento sportivo, tessuti tecnologici e riciclabili,
materiali per imballaggi. Aziende e prodotti dove l’imperativo
è recuperate l’etica del lavoro e della sostenibilità ambientale.
La seconda consegna delle targhe per il conferimento delle
nuove ‘nomination’ delle aziende partecipanti alla 12°
Riva 1920 - impegno etico
da alcuni tra i più noti studi di fotografici, selezionati da
Roberto Mutti, noto critico e curatore di mostre fotografiche
e il convegno Work in progress sugli eventi internazionali
coordinato da Patrizio Fiombo, esperto in relazioni
internazionali che illustrerà dettagliatamente gli eventi di
design etico che si terranno a Città del Capo in Sud Africa e
a Vancouver, Canada - West nel corso dell’anno.
Dopo l’ultima selezione delle ‘nomination’, la premiazione
e la mostra grandesignEtico delle aziende e dei prodotti
premiati avrà luogo presso lo spazio Oberdan il 22 e 23
novembre 2012.
design
N
N
ell’ambito
della
12°
edizione
di
grandesignEtico,
manifestazione
che
promuove prodotti, progetti e persone in
grado di coniugare l’evoluzione del design alla sostenibilità
ambientale e sociale, lo scorso novembre presso lo Spazio
Oberdan della Provincia di Milano, sono state assegnate
le targhe per le nomination al premio grandesignEtico
International Award 2012.
Scopo dell’iniziativa, promossa dall’Assessorato alla Cultura
della Provincia di Milano e organizzata dalla Associazione
Culturale Plana, è individuare tra le aziende di design quei
prodotti che operano seguendo parametri di qualità nel
contesto sociale etico e umanitario.
TyPuglia - Packaging olio by Leo Di Renzo
Byografia - Blueberry’s by Carlo Colombo
Atala - Space Bicycle by Anna Gili
108
M AGA ZINE
I GATTI ECOlOGICI
Adriasail - Barca
Alessi - Dressed by Marcel Wanders
Prandina Hanoi T1-T3 by Federico Churba
A partire dal 2013 grandesignEtico diventerà itinerante,
prevedendo anche la partecipazione al Sidim (Salon
International du Design de Montréal), il più importante
evento dell’arredo contemporaneo che si svolge a Montréal,
capitale del design del Nord America, che quest’anno si
celebra nei giorni 24, 25 e 26 maggio 2012 ◆
design
Elementi d’arredo quali testate, pannelli, lampade. E ancora
ciondoli, anelli in argilla, bijou, cornici, realizzati interamente
a mano da Stefania Manca, artista designer e decoratrice
d’interni, saranno ospitati nella sua mostra personale che si
tiene presso il B4, locale alternativo e di tendenza situato a
Milano di via Vannucci 2 angolo via Ripamonti, in programma
con il Salone Internazionale del Mobile (17-22 aprile 2012) di
Milano, capitale del design e inscindibile palcoscenico del
mondo del design, dell’arte e della moda.
L’artista presenterà una nuova e intrigante collezione
denominata ‘I Gatti di Ale’ di sedute, borsette in feltro,
T-shirt, tutte realizzate con l’immagine stilizzata di un buffo
e divertente felino.
In questa occasione saranno in mostra alcune limited edition
de ‘I Gatti di Ale’: si tratta di sedute in legno che sono state
prima scarteggiate, poi trattate con antitarlo, smaltate e infine
decorate a mano.
Tutti i lavori di Stefania Manca, dal segno stilistico unico
e irripetibile, sono certificati da un attestato ‘fatto a mano’
autenticato dall’artista, che conferma il rispetto dell’ambiente
dei suoi manufatti ◆
www.igattidiale.blogspot.com
animal design
110
M AGA ZINE
UNA CASA BESTIAlE
lE CONSOllE ANIMAlESCHE
Il brand Ibride è specializzato in animal design. Lo dimostrano
queste due simpatiche consolle: Sultan e Diva. Sultan ricorda
un cane; Diva si rifà sfacciatamente alle forme snelle dello
struzzo. Entrambe sono realizzate in laminato compresso e
disponibili in diversi colori come nero, rosso, grigio e bianco.
Della collezione “Mobilier de compagnie” fanno parte, tra i
tanti complementi proposti, anche le divertenti librerie-orso
Joe e Junior.
www.ibride.fr
ArrEDAMENTO rUGGENTE
E MODErNO NEl SEGNO
DEll’ANIMAl DESIGN
S
di Valentina Falcinelli
S
tanco dei soliti complementi d’arredo, insulsi e
privi di personalità? Se la tua abitazione manca
di grinta, se il suo stile non è ruggente come
vorresti tu, una soluzione a questa situazione c’è. Ed è a
portata di artiglio, ops! di mano.
Sto parlando dell’animal design, un modo tutto di nuovo di
guardare ai complementi d’arredo. Una sedia, infatti, può
prendere le sembianze di un enorme polpo, un tavolinetto
avere le massicce gambe di un leone, una lampada
somigliare a un cavallo. Insomma, i mobili e i complementi
a cui sei sempre stato abituato non saranno più
gli stessi. E la tua abitazione, finalmente,
assumerà un
look davvero
bestiale.
Il lEONE S’è fATTO TAvOlO
Altro che “il leone s’è addormentato”. Qui è il proprio il caso
di dire che il leone s’è fatto tavolo. Questo oggetto di design,
dal fascino esotico e dall’aspetto imponente, si trasformerà
con estrema naturalezza nel re della zona giorno. Il Lion
Stand porta la firma del designer Jacques Garcia.
lE STrAvAGANTI SEDIE DI MáxIMO rIErA
Il designer Máximo Riera, lui sì che sa come prendere
ispirazione dalla natura. Come non essere d’accordo dopo
aver visto due dei suoi capolavori: la seduta rinoceronte e la
seduta polpo. Entrambi i modelli hanno un’anima misteriosa,
decadente, provocante e un carattere deciso. Queste sedie
sono senza dubbio le sedute più oltraggiose, pazzesche e
creative su cui i vostri occhi - e, se siete fortunati, non solo
quelli - mai si poggeranno.
www.maximoriera.com
lE pAzzE lAMpADE DI MOOI
UN pUNGENTE pOrTA-STUzzICADENTI
Mi sembrava strano che nessuno avesse ancora pensato
di creare un oggetto come questo: un porta-stuzzicadenti
porcospino. Fortuna che ha provveduto Studio Mango,
ideando l’adorabile PickUrPine. Questo piccolo oggetto in
silicone può contenere 29 spine, ehm… stuzzicadenti. Sono
sicura diventerà una vera attrazione a tavola, sia per i grandi
che per i piccini. Occhio solo a non pungervi!
Si spera abbiate un grande, grandissimo salone. Sì, perché la
Horse Lamp, la lampada cavallo di Mooi, è davvero enorme.
Anzi no, siamo più specifici: ha le stesse, esatte dimensioni di
un cavallo adulto (240x230cm). Con questo pezzo di design
porterai un tocco di natura - e di pazzia - in casa tua. Stesso
concetto anche per la Rabbit Lamp, la lampada a forma di
coniglio. Quest’ultima è sicuramente meno impegnativa della
prima, viste le misure più contenute. Nella foto puoi vedere
anche il tavolinetto-suino: un’idea ancora più pazza delle
precedenti. Non c’è alcun dubbio: i complementi d’arredo
Mooi o si odiano o si amano.
www.moooi.nl
SElvAGGIAMENTE BEllE
Dimentica la sedia come mero appoggio e dai il benvenuto
a un modo tutto nuovo d’intendere, e vivere, questo
complemento d’arredo. Il brand Wild Design (mai nome fu
più azzeccato) si è letteralmente sbizzarrito nella creazione
di una ricca, ricchissima collezione di sedie animal. Troviamo
quindi il modello dalla forma a rana, quelli che ricordano
uno scorpione, un elefante, un cobra, un delfino… Un vero e
proprio zoo di puro design.
www.wild-design.fr
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M AGA ZINE
Dioscuri
[email protected]
Mario Riviello
mostra fotografica dal 10 maggio
AREA 10 Design
Roma Via di Montoro 10
06 68804267
www.area10design.it