Abbazia di Sant`Andrea in Flumine

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Abbazia di Sant`Andrea in Flumine
Abbazia
di Sant’Andrea in Flumine
ricevimenti
congressi
mostre
Anno 4
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Numero 28
Esclusiva ed elegante, a pochi km da Roma, l’Abbazia di Sant’Andrea in Flumine da secoli domina la lussureggiante
Valle del Tevere.
Accogliente ed esclusivo, il complesso abbaziale è disponibile per ricevimenti, congressi e mostre. La bellissima chiesa
consacrata costruita nel VI sec d.c. disponibile per la celebrazione, accoglie gli ospiti in un’atmosfera intima e sacra
che nasce da una semplicità architettonica che ben si coniuga alla policromia dei mosaici e degli affreschi.
L’ampio giardino antistante la chiesa, circondato dalle antiche mura, risulta la scelta ideale per l’aperitivo e il taglio
torta. È possibile prevedere intrattenimento musicale, fiaccolata ed allestimenti personalizzati.
I sobri saloni per il ricevimento con splendida vista sulla valle, possono accogliere fino a 220 ospiti.
A vostra disposizione un impeccabile servizio banqueting che saprà deliziare i palati più esigenti offrendo genuinità,
tradizione ed innovazione.
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Copia omaggio
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Speciale Gennaio/febbraio 2012
Loc. Abbadia snc - 00060 Ponzano Romano (RM)
Tel. 0765.338310 - Mob. 3382614973 - www.abbaziadisantandrea.com
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Largo Messico, 15 - 00198 Roma
+39 0698353089
direttore editoriale
Mariela A. Gizzi
[email protected]
SOMMARIO
SPECIALE
GENNAIO / FEBBRAIO
2 0 1 2
direttore responsabile
Francesca d’Aloja
[email protected]
AMMINISTRAZIONE
Raimondo Cappa
[email protected]
Cover
Pescatori, Weligama, costa Sud, Sri Lanka, 1995
ph ©Steve McCurry
redazione
[email protected]
Irene Cappa
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coordinamento REDAZIONE
[email protected]
Donatella Codonesu
progetto grafico
e impaginazione
[email protected]
[email protected]
hanno collaborato
Alessandra Vittoria Fanelli
Antonella De Santis
Aura Gnerucci
Carlotta Miceli Picardi
Enrico Tonali
Ester Maria Lorido
Fabrizio Lodi
Francesco Mantica
Fulvia Battiloro
Laura Mocci
Laura Pujia
Loriana Nei
Luisa Espanet
Marco Callai
Maria Laura Perilli
Monia Innocenti
Renata Biserni
Valentina Falcinelli
Veronica Cardella
Vittoria di Venosa
stampa
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resort
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fashion
interview
sport
24
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interview
design
design
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terme a colori
vienna e dintorni
aspettando primavera
pippo dalla vecchia
il castello di cotone
jaguar
sposa il canottaggio
ANNO 4 - NUMERO 28
Periodicità mensile
gennaio/febbraio 2012
Registrazione presso il Tribunale di Roma
al n. 58/2009 del 25/2/2009
Iscrizione del marchio presso
l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti
è vietata la riproduzione anche parziale
di testi, grafica, immagini
e spazi pubblicitari realizzati da:
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Relazioni esterne
Carlo Calabrese
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alessandro borghese
marmomacc
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interni in blu
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Paolo Carrazza
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over story
Bambino avvolto in una coperta, Xigaze, Tibet, 1989
Una estensiva mostra personale presenta circa 200 opere
di Steve McCurry, uno dei più grandi maestri
della fotografia del nostro secolo,
premiato diverse volte con il World Press Photo Awards
e punto di riferimento di un vasto pubblico di giovani
di Donatella Codonesu - ph © Steve McCurry
Birmania, Febbraio 2011
Uno sguardo sul mondo
over story
Processione di monache, Rangoon, Birmania, 1994
Testa di Buddha incastonata nelle radici a Wat Phra Mahathat, Ayutthaya, Tailandia, 2004
I
I
Venezia, Italia, Marzo 2011
nsignito di tutti i massimi premi nel campo
della fotografia e del fotogiornalismo (la lista
è imbarazzante) e autore di una dozzina di
pubblicazioni monografiche, Steve McCurry è universalmente
riconosciuto come uno dei più raffinati creatori di immagini.
Le sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti dei
maggiori musei del mondo, dal Philadelphia Museum of Art
al Tokyo Museum of Modern Art, dal Musée National d’art
Moderne di Parigi all’International Center of Photography
di New York, dove attualmente risiede. Il suo lavoro di
fotoreporter per le principali testate mondiali, che includono
entità come il Time Magazine e il National Geographic,
documenta avvenimenti, luoghi e personaggi di questo
secolo in modo suggestivo, commovente e sublime, grazie
alla capacità unica di catturare l’essenza della sofferenza e
della gioia umana.
Maestro indiscusso del colore, nato a Philadelphia, McCurry
si laurea con lode in Arti e Architettura alla Pennsylvania
State University e presto intraprende il suo primo viaggio in
India come freelance. È qui che impara a guardare e aspettare
la vita, in attesa che le persone dimentichino la macchina
fotografica facendo emergere la loro anima. Il suo sguardo
sul mondo ha creato immagini ormai iconografiche, come
il volto della ragazza afghana che fu ritratta nuovamente a
vent’anni di distanza.
Steve McCurry ha documentato molti conflitti e guerre di
portata internazionale in Asia e Medioriente ed ha eseguito
reportage ininterrottamente in Afghanistan e Tibet con
l’obiettivo di mettere in luce le conseguenze umane delle
guerra, mostrandone le ferite impresse non solo sul territorio
ma soprattutto sui volti delle persone. La sua fotografia,
soprattutto istantanee, è caratterizzata dalla rara abilità
di cogliere sguardi e situazioni dalla forte carica emotiva,
dovuta all’ancor più rara capacità di stupirsi e partecipare
alle vite altrui, conservata intatta dopo tanti anni di scatti
in tutto il mondo. I soggetti sono scelti con l’unica logica
del sentimento, poiché “non ci sono regole: fotografo ciò
che mi colpisce, e la foto è un riflesso delle mie sensazioni”.
Sharbat Gula, ragazza afgana al campo profughi di Nasir Bagh
vicino a Peshawar, Pakistan, 1984
Le numerose immagini della mostra curata dall’architetto
Fabio Novembre ed allestita nel particolare spazio della
Pelanda, presso il MACRO di Testaccio, sono selezionate
nell’enorme archivio formato negli oltre quarant’anni di
professione ed organizzate lungo un percorso che segue
le sensazioni: accostamenti cromatici, affinità tematica
o ricorrenza di gesti. Il risultato è un affascinante e a tratti
terribile storia che ha come protagonista l’umanità intera sintetizzata nel ritratto di ogni singolo volto ◆
Dal 3 dicembre 2011 al 29 aprile 2012
al MACRO Testaccio - La Pelanda
www.macro.roma.museum
Sharbat Gula diciotto anni dopo (2002) - Peshawar, Pakistan
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M AGA ZINE
M AGA ZINE
DALLE STRADE DEL VINO
ALLA DINAMICA VIENNA
Un percorso affascinante per scoprire
attraverso l’evento ‘Access 2011’
le proposte più seducenti della Stiria
e della movimentata capitale austriaca
di Alessandra Vittoria Fanelli
Graz - Museo di Arte Moderna
S
S
voltosi lo scorso novembre nelle austere
sale di Hofburg, ‘Access 2011’ è in pratica
uno showcase che permette di conoscere
le innumerevoli potenzialità dell’Austria per attirare
maggiormente le imprese italiane a organizzare convention
e incentive tour in questo Paese.
Un tour che inizia dalla rigogliosa e verde Stiria, regione sud
orientale dell’Austria, facilmente raggiungibile dall’Italia con
l’autostrada A23 attraverso il confine con Tarvisio, carica di
acque termali e famosa anche per la sua ‘weinstrasse’ il cui
capoluogo Graz, già Patrimonio Unesco e nel 2003 Capitale
Europea della Cultura, è una città ricca di stimoli culturali.
Prima di arrivare a Graz ci si inoltra nel cuore della Stiria per
visitare il Loipersdorf & Spa Conference Hotel, circondato da
suggestivi campi di zucca e da ricchi vigneti la cui moderna
architettura, realizzata con grandi superfici vetrate, permette
agli ospiti dell’hotel e della Spa di godere del panorama che
si apre sul paesaggio collinare invaso dal profumo dei frutteti
circostanti. Non a caso, infatti, le terme di Loipersdorf sono
considerate tra le più efficaci della Stiria (insieme quelle
di Bad Blumau presentate nella rubrica Resort) grazie alle
proprietà dell’acqua che, prelevata ad una profondità di oltre
Stiria
mille metri, contiene molte di quelle sostanze minerali che
contribuiscono a migliorare il benessere corpo/mente.
Proseguendo per la zona dei vigneti della Stiria meridionale,
arricchita da filari di uva, boschi di latifoglie e ampie malghe,
s’incontra la Genussregal Ehrenhaus, qualificata enoteca
dotata di museo e di un attrezzato store per acquistare i
prodotti enogastronomici della zona. Difficile uscirne senza
aver comprato almeno un ottimo Riesling. Proseguendo
verso est si trova l’azienda vinicola Tement, praticamente
una cantina appoggiata sull’altipiano Zieregg, la cui vigna
produce il 95% di uve bianche da cui derivano poi i freschi
e fruttati vini come il Traminer, il Sauvignon e il già citato
famoso Riesling.
Il tour della Stiria inizia e termina con una visita obbligatoria
a Graz, città vivace che unisce contrasti e culture. Già
Patrimonio Unesco, grazie al suo intatto e attraente
centro storico dominato dallo Schlossberg, praticamente
il balcone-belvedere sulla città, Graz è attraversata dal
fiume Mur, valorizzato dall’isola galleggiante Murinsel a
forma di conchiglia, che l’artista e architetto newyorchese
di origine italiana Vito Acconci progettò nel 2003, quando
la città venne designata Capitale Europea della Cultura.
Graz - Isola sul fiume Mur
Graz - doppia scala a chiocciola nel Burg
Un’isola e un pontile a dividere e unire le due anime di Graz: da
una parte l’antico e intatto centro sottolineato da edifici storici
e romantici cortili interni, dall’altro la spettacolare e moderna
Kunsthaus, denominata friendly alien, bizzarro progetto
architettonico di Peter Cook e Colin Fornier pacificamente
adagiato in mezzo alle antiche case, che insieme all’isola di
Acconci, sono ora i nuovi simboli della città.
Sempre a Graz si può alloggiare nel modernissimo hotel
Weitzer, dotato di camere che si distinguono per classe e
raffinatezza, ideale per coloro che amano la tranquillità,
ma si trovano anche diverse altre strutture ricettive molto
attrezzate per un breve soggiorno culturale; da non
dimenticare una visita alla Landhaushof, che con le sue
arcate è considerata un capolavoro del Rinascimento
italiano, grazie all’architetto Domenico dell’Aglio che l’ha
progettato nel 1644.
travel
Graz - Torre dell’orologio
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M AGA ZINE
Vienna - Statua di Pallade Atena di fronte al parlamento Austriaco
INFO GUIDE
Hofburg
Vienna - Duomo
Lasciata Graz e il dolce paesaggio dei filari di uva si arriva
a Vienna, la capitale austriaca non più solo romantica città
imperiale della principessa Sissi e dei palazzi barocchi,
rinascimentali e liberty, ma ora nuova intrigante metropoli
che attira sempre più visitatori per l’ampia offerta di
accattivanti proposte. E proprio ad Access 2011, il trade show
ospitato nelle sale del palazzo Hofburg, già prestigiosa sede
dell’impero astro-ungarico, si è recentemente svolta una tre
giorni di incontri istituzionali e promozionali per promuovere
le potenzialità turistiche dell’Austria.
Al trade show molte le offerte incentive proposte dai diversi
partner di questo evento. Non solo location affascinanti come
castelli, hotel di design e di charme, Spa e centri di benessere
travel
sempre più attrezzati, ma anche piccoli borghi storici o città
meno conosciute e altrettanto trendy da scoprire, come Linz,
città natale del compositore Anton Bruckner e sede di Ars
Electronica Center, il museo digitale del futuro o la sempre
affascinante Salisburgo dove risuonano ancora gli echi di
Mozart, ma anche i rombi degli aerei ospitati in Hangar7, il
museo di proprietà della Red Bull.
Non c’è scampo: l’Austria con i suoi länder è una straordinaria
esperienza da non mancare. E Vienna, con i suoi caffé,
riconosciuti lo scorso dicembre 2011 Patrimonio Unesco
immateriale dell’umanità, è ora a una delle capitali più cool
d’Europa ◆
Photo service by Daniela Auletta,
Silvana Clerici, Chiara Maggioni
Viaggiare
Austrian Airlines da Roma e Milano per Vienna e Graz
www.austrian.com
Dormire
Graz: Hotel Weitzer www.hotelweitzer.com
Vienna: Radisson Blu Palais Hotel
www.radissonblu.com/palaishotel-vienna
Mangiare
Graz: Landhaus Keller www.landhaus-keller.at
Vienna: Le Siècle al Radisson Blu Palais Hotel
www.radissonblu.com/palaishotel-vienna
Informazioni in Italia: Austria Turismo www.austria.info
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M AGA ZINE
M AGA ZINE
Il fantastico
mondo
di Hundertwasser
L’artista austriaco
che fece della creatività
uno strumento
per costruire l’armonia
con la natura
N
di Donatella Codonesu
N
ato a Vienna nel 1928 come Friedrich
Stowasser, ebreo da parte di madre, già dai
primi anni di scuola disegnava ritratti di
paesaggi mostrando un “inusuale senso del colore e della
forma”. Dopo la guerra frequentò per tre mesi l’Accademia di
Belle Arti di Vienna, quindi nel 1949 iniziò proprio da nord
Italia una serie di viaggi che lo porteranno da qui al 2000
(anno della sua morte) nei più reconditi angoli del mondo,
dall’Africa all’Asia, dal Giappone alla Nuova Zelanda. A
Parigi nei primi anni ‘50 cominciò a sviluppare il proprio stile
personalissimo adottando il nome d’arte di Hundertwasser,
divenendo quindi membro dell’Art Club di Vienna nel ‘52,
anno in cui tenne la sua prima esibizione. Nel ‘67 iniziò
la ristrutturazione di una barca, la Regentag, su cui visse e
dipinse per una decina d’anni facendone il proprio quartier
generale mobile, che lo portò nel Mediterraneo, ai Carabi e
quindi in Polinesia e Nuova Zelanda.
La sua pittura è spesso caratterizzata dal motivo della spirale,
che rappresenta l’atto della creazione, il momento in cui la
materia inanimata si trasforma in vita, come il movimento
della terra che compie la rivoluzione intorno al sole senza
mai passare sullo stesso punto, segnando il trascorrere del
tempo e delle stagioni. Una ciclicità armonica che ha a che
fare con il naturale evolversi delle cose ed è simbolo di vita
e morte. Un movimento infinto a partire da un centro verso
il punto in cui, per dirla con le sue stesse parole, “la spirale
si diluisce nello spazio infinito e via via muore come le onde
che si dissolvono nelle acque calme”. Ovvero, se letto al
contrario, il percorso a spirale che parte dall’infinito e si va
condensando nell’infinitamente piccolo, che non può essere
misurato dall’uomo perché è oltre la sua comprensione.
La ricerca di una completa armonia con la natura è alla
base di tutta la creatività artistica di Hundertwasser, che
passa con nonchalance dalla pittura alle arti applicate, per
approdare ad un’architettura gioiosa, variopinta e pensata
per un impatto ambientale minimo. Proprio in quest’ottica
profondamente ecologica, infatti, affiancato dall’architetto
Peter Pelikan, oltre alle opere residenziali progetta
addirittura coloratissimi inceneritori e fantasiosi impianti
di riscaldamento centralizzati. I suoi edifici si fondono nel
paesaggio spesso anche letteralmente, con tetti ricoperti
di terreno e piante, mentre la disposizione di porte,
finestre ed altri elementi architettonici sembra seguire la
spontanea ed irregolare disposizione di foglie e fiori nella
vegetazione. Così come sulla mappa del globo spuntano
ovunque le curiose costruzioni da lui disegnate nel corso di
72 anni di vita nomade: Giappone, California, Germania e
naturalmente Austria ◆
“Mi piacerebbe essere un esempio per le persone, dipingere un paradiso
a portata di tutti, che possa essere raggiunto allungando la mano.
Voglio dimostrare quanto sia semplice avere il paradiso in terra”
ROGNER BAD BLUMAU
Forme organiche senza angoli e senza spigoli:
questa è la filosofia di Roger Bad Blumau
hotel & spa resort per un benessere unico al mondo
di Alessandra Vittoria Fanelli
Kunsthaus
si compenetrassero uno nell’altro. L’hotel dispone di 247
camere doppie e 46 suite collegate direttamente con l’area
termale e alla zona ristorante, oltre a 21 appartamenti dotati
di vasca di idromassaggio e acqua termale in camera. Anche
le camere e i bagni, senza angoli retti, sono quelli originali
pensati da Hundertwasser. Al primo impatto si registra una
sensazione straniante che però dura solo pochi minuti, perché
la circolarità degli spazi comuni e delle camere sembra
avvolgere l’ospite con affetto. Sin dalla reception, infatti, si
viene accolti con un rito propiziatorio: a tutti gli ospiti viene
donato un piccolo pezzo di sapone agli oli essenziali con il
quale lavarsi le mani prima di accedere, così purificati, nelle
rispettive camere.
L’hotel dispone anche di vari servizi: un ristorante à la carte
con terrazza sul laghetto, già premiato con un cappello
Gault Millau (simile al nostro Gambero Rosso), un caféhaus,
un ristorante nell’area termale e uno a buffet situato ai bordi
della piscina.
Panoramica
S
Vulkania
S
‘un sogno da solo, è solo un sogno!
Se molti sognano insieme, è l’inizio di una nuova realtà’
ituato nel cuore della regione termale della
Stiria, il Rogner Bad Blumau non è solo un
hotel termale ma anche un vero e proprio
capolavoro architettonico creato dal famoso Friedensreich
Hundertwasser (1928-2000), originale architetto, filosofo
nonché ecologista ante litteram austriaco.
Architettura, filosofia ed ecologia sono infatti i principi con i
quali Hundertwasser nel 1997 realizzò il Rogner Bad Blumau
con tetti ricoperti di vegetazione, forme rotonde, facciate
colorate e cupole d’oro circondato dall’idilliaco paesaggio
collinare della Stiria.
Quest’opera, unica al mondo, vanta grandi spazi liberi
sottolineati da ben 2400 finestre, una diversa dall’altra, 330
colonne, 11 piscine interne ed esterne, diverse pool Jacuzzi,
piscine per bambini, molteplici saune e zone relax. Fulcro di
Friedensreich Hundertwasser
quest’angolo di paradiso è l’acqua, con due sorgenti termali.
In primis la fonte curativa Vulkania, praticamente un mare
interno di circa 3.300 metri di profondità le cui acque arrivano
in superficie a 110°centigradi ad alta mineralizzazione; grazie
al suo contenuto naturale di sale, la fonte è ora un lago a
temperatura stabile di 37° gradi centigradi dove immergersi è
come nuotare nella seta.
Unico anche il concetto architettonico dell’hotel, con le
colonne che sembrano sorreggere le sale, le zone relax e i
fluttuanti corridoi senza angoli, senza spigoli e senza linee
rette. Nell’intento dell’architetto-filosofo, che nel creare
Rogner Bad Blumau ha preso spunto (come lui stesso ha
sempre dichiarato) delle opere dell’eccentrico architettoartista spagnolo Antoni Gaudì, è stato un modo di dare
vita ad una forma organica dove paesaggio e architettura
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M AGA ZINE
resort
Interno piscina
Ma sono le terme che rendono impagabile il soggiorno a
Rogner Bad Blumau. Circondato da una natura di oltre 40
ettari di boschi, vigneti e prati lussureggianti, il complesso
balneare e termale, unico nel suo genere, dispone di
piscina con onde, vasche per bambini, di diverse vasche
di idromassaggio, il lago curativo di Vulkania con musica
subacquea e getti massaggianti. Presenta inoltre diversi tipi
di saune che rendono quasi difficile cosa privilegiare tra
la sauna finlandese all’aperto o la sauna nella roccia; tra il
biosanarium o il sanarium alle erbe; tra il bagno romano o
il bagno turco oppure tra i bagni rituali o gli angfuss speciali
con maestro di cerimonia. Il tutto trattato con oli officinali,
frutti, essenze, miele, sale, menta per il completo e totale
benessere.
Non solo, ma nell’aerea Spa, che propone programmi
individuali personalizzati e personal trainer per gli ospiti,
vengono effettuati trattamenti olistici, massaggi e sedute
estetiche professionalmente eseguiti in un contesto ricco di
suggestioni, grazie alla tavolozza di colori che circonda il
complesso.
Lo stretto rapporto con la natura del Rogner Bad Blumau,
certificato anche dal WWF, è il rispetto dell’ambiente, principio
fondamentale della filosofia di Friedensreich Hundertwasser,
che quando nel 1997 inaugurò l’hotel, espresse in sintesi che:
‘un sogno da solo, è solo un sogno! Se molti sognano insieme,
è l’inizio di una nuova realtà’.
Una realtà da scoprire e godere, perché il Rogner Bad Blunau
è appena dietro l’angolo ◆
Photo reportage by Rogner Bad Blumau
e by Daniela Auletta, Silvana Clerici, Chiara Maggioni
www.blumau.com
Hotel Reception
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M AGA ZINE
M AGA ZINE
«Dell’Asia ricca di fiumi,
puoi godere il suolo più di tutti eccellente,
Hierapolis, aurea città,
Signora delle Ninfe, adorna
Di splendide sorgenti».
P
P
Hierapolis, «aurea città,
Signora delle Ninfe,
adorna di splendide sorgenti»
Nel cuore della Turchia un paesaggio di incredibile
fascino fra archeologia e natura
Testo e foto di Laura Pujia
amukkale è un luogo incantevole dove
storia e natura continuano all’unisono il
loro percorso dando vita ad un paesaggio
unico nel suo genere. Ci troviamo nel cuore della Turchia,
nella provincia di Denizli, nella piana del fiume Lykos ricca
di acque e fenomeni termali, coltivata prevalentemente a
cotone e in piccola parte a vigneto.
In questo luogo, circondata da pendii collinari che continuano
l’altopiano anatolico, sorge l’antica città di Hierapolis.
Pamukkale è una parola turca che significa «castello di
cotone», chiaro riferimento alla splendida immagine in cui
l’altopiano stesso si presenta, ancora oggi, agli occhi del
visitatore. Un promontorio bianco formatosi grazie alle
sedimentazioni di travertino, che nei periodi autunnali viene
circondato anche dal candore dei fiocchi di cotone coltivato
nelle limitrofe vallate.
La presenza delle sorgenti termali e il fluire costante dell’acqua
depositano annualmente uno strato calcareo che cresce di tre
centimetri l’anno, rendendo difficile il lavoro degli archeologi
costretti per necessità ad avvalersi di martelli pneumatici per
recuperare le splendide strutture architettoniche costruite in
epoca romana.
La campagna archeologica è da sempre tutta italiana,
attualmente sotto la guida del prof. Francesco D’Andria
dell’Università degli Studi di Lecce. L’equipe della Missione
travel
Epigramma del diazoma del teatro di Hierapolis
Archeologica Italiana a Hierapolis nasce grazie al sostegno
di alcune Università italiane e vede collaborare insieme
architetti, archeologi, restauratori, studenti e tecnici per
conoscere, conservare e valorizzare l’antica città.
Oggi gli enormi banchi di travertino compongono un
paesaggio irripetibile che caratterizza la morfologia del
luogo. Lungo i pendii si formano gli spettacolari sistemi
di vasche, oggetto di attrazione di milioni di turisti che
annualmente si recano a Pamukkale. Un territorio in cui
ribolle acqua termale ed in cui è piacevole sostare. Al centro
dell’antica città si è formato un laghetto in cui confluisce
l’acqua della sorgente, limpidissima, sommergendo i resti
di un porticato marmoreo di colonne scanalate, giacenti nel
fondo allo stato di crollo. Visitando l’odierna Pamukkale ci
si immerge in una straordinaria fusione di natura e cultura:
questa fusione di monumenti antichi e paesaggio naturale fa
sì che Hierapolis-Pamukkale dal 1988 sia stata inserita nella
Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.
Ogni anno, in estate, la Missione Archeologica Italiana
riprende gli scavi avanzando le ricerche archeologiche. Lo
scorso 27 luglio è stato annunciato il ritrovamento della
tomba di San Filippo, uno dei dodici apostoli; si tratta di
una tomba non a fossa, ma a sacello, con frontone e camera
funeraria, che da anni si tentava di individuare e che è venuta
alla luce solo nella campagna di scavo tutt’ora in corso ◆
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M AGA ZINE
ASPETTANDO
PRIMAVERA
N
“
N
D&G
on ci sono più le stagioni” frase fatta da
anziani che, guarda caso, sta diventando
sempre più una “verità”. Soprattutto nella
moda. E non solo perché è cambiato il clima o perché sempre
di più si passa nel giro di ore da latitudini ed emisferi diversi.
C’è il bikini o la mini di visone per l’estate, ma c’è anche
l’abito iperleggero da portare a gennaio sotto il piumino da
-20. E a dominare sono i tessuti stampati e le fantasie che
anticipano la primavera.
Alla sfilata di D&G non si riusciva a capire in quale stagione
si fosse. Unico indizio invernale i giubbotti con interno di
pelliccia o le gonne di mongolia in vari colori. Per il resto
lunghi, svolazzanti abiti chemisier con fantasie a lettere o
con teorie di lettere a formare delle greche. Oppure ancora
lettere enormi a creare un surreale disegno sulle leggere
T-shirt. Per la collezione Dolce & Gabbana, invece, i due
stilisti hanno preferito le stelle, di varie dimensioni, un po’
irregolari, quasi sempre chiare su fondo scuro.
D&G
di Luisa Espanet
fashion
Missoni
Just Cavalli
Etro
Nuova collezione
Primavera - Estate 2012
Missoni
Moschino
Emilio Pucci
Angelo Marani
Pucci continua la tradizione dei suoi inimitabili disegni,
ispirati questa volta al Tirolo. Ed ecco sull’aderente abito a
maniche lunghe il tocco invernale di una frangia.
La stampa a fiori, più o meno stilizzati, è una presenza
ricorrente. Sull’abito da cocktail di Moschino, con collo a
corolla e provocante spacco laterale, spuntano grandi rose
rosse. Fiori di campo meno vistosi sono sparsi sulla lunga
gonna di voile di Missoni, da riscaldare con pulloveroni in
mohair lavorato a grossi punti. Papaveri e margherite, non bene
identificabili, anche sul lungo chemisier di Angelo Marani, da
abbinare al gilet di pelliccia in pieno stile neo-flower-power.
Assolutamente flou le rose sull’abito grigio di Fuzzi. Anche
Roberto Cavalli in alternativa all’amato maculato propone i
fiori, ma stilizzati, con piccoli petali sui gambi sottili. Per Just
Cavalli lo stilista preferisce stampati con disegni informali
o minuscoli e geometrici, ma in tonalità vivaci. Li usa per
camicie, giacche abiti, fuseaux. Molti stampati, ma non è
certo una novità, anche da Marni. Sono piacevoli geometrie
che ricordano Sonia Delaunay e i costruttivisti russi.
Via Germanico, 216 - Roma - Tel. 06 36000430
(angolo Piazza dei Quiriti, nel cortile)
9.30 - 13.30 / 15.30 - 19.30 dal lunedì al sabato
Pçarrot
kids
Miss Blumarine
Miss Blumarine
L
L
a primavera si avvicina, ma fa ancora freddo.
Le collezioni per bambini sembrano rispondere
perfettamente con capi caldissimi ma con il
colore e l’apparente leggerezza di quelli estivi.
Inutile dire che, come sempre, chi può sbizzarrirsi di
più è la bambina. Con gonne, abiti, anche giacche, ma
in sovrapposizione per meglio riscaldare. Ad alzare la
temperatura scarponcini e stivali foderati di pelliccia a prova
di maxi-nevicate. Molte le stampe. Miss Blumarine sceglie i
gatti da mettere sulle maglie sottili da abbinare a gonne di
tulle a strati e a golf con bordi di pelliccia. Tra le fantasie,
sempre in pole position, oltre alle righe, i fiori e i pois. Così
Ki6?, così Miss Blumarine con gonne e abiti gialli a pois
azzurri, con profili e dettagli in pelliccia azzurra. Roberto
Cavalli propone il maculato per la bambina di Angels.
Eccolo per l’abito da cerimonia con balze, per il dolcevita,
per la fodera del montgomery, per i guanti. E perfino per
la camicetta in voile da neonato, della linea Newborn, da
accostare ai microjeans con ricami ◆
Roberto Cavalli Newborn
Cycle
Roberta di Camerino
Serapian
Vivienne Westwood
Così per il due pezzi sui toni del grigio e del marrone con il
tocco a sorpresa delle maniche in paillettes nere. Così per
il completo con gonna e tunichetta sui toni del verde. Fiori
sfumati per la gonna di chiffon di Anteprima coordinata al
pull-mantellina. Non mancano gli scozzesi. Da quelli classici
usati da Vivienne Westwood per le sue aderenti giacche a
quelli assolutamente inediti di Thakoon, adorato pupillo di
Anna Wintour, per asimmetrici abiti in seta e per piumini.
Echi di etnico nelle colorate e interstagionali stampe di Etro.
Piume di pavone invadono tubini, giacche, soprabiti da Laura
Mancini.
Fantasia al potere da Custo Barcelona, che nel suo abito
tunica, abbinato a pantacollant, mette insieme disegni
geometrici, fiori, pennellate di colori. Grandi mix creativi,
con addirittura citazioni pop, fotografie di muri diroccati
e graffiti, da Basso & Brooke, che ormai da tempo hanno
bandito dalle loro collezioni la tinta unita. Su cappottini, abiti
lunghi e corti, tailleur pantalone, redingote ◆
Tod’s
UOMO FUTURO
È
Vivienne Westwood
Giorgio Armani
È
un uomo probabile, l’uomo del prossimo
inverno. Dandy, ma non damerino. Elegante
ma non ingessato, sportivo ma senza
citazioni fuori posto. I tessuti sono confortevoli, caldi e non
si stropicciano, i tagli e i dettagli sono sartoriali. È un Friday
casual, come definiscono negli USA quel modo di vestire
metropolitano, ma nonchalant e adatto anche al week end.
Appunto al venerdì, per la mattina in ufficio e il pomeriggio in
viaggio. Ecco giacche con la vestibilità di un pullover portate
con jeans e chinos, come da Us.Polo Assn. e da Mason’s o
in maglia effetto tessuto come da Les Copains e da Ermanno
Scervino.
Ecco blazer poco strutturati su pull e gilet di diverso tessuto
come da Giorgio Armani. Sul pull si porta anche la giacca
elegante, come quella in velluto liscio di Class Roberto Cavalli.
La maglia, sempre in auge, sostituisce il tessuto da Missoni,
da Corneliani, da Iceberg. In maglia Frankie Morello propone
la tuta con il taglio dell’abito. Revival del maglione norvegese
da Armani, da D-Squared e con varianti da Nicole Farhi.
Altra tendenza di stagione l’intarsio e l’effetto patchwork.
Può essere un inserto o una manica in materiale diverso per
giacche e cappotti. Da John Richmond il giubbotto in tessuto
finestrato ha le maniche in pelle con strisce di pitone. Da
Marni il car coat di pelliccia, chiuso da zip, le ha in tessuto.
Sugli abiti di Bottega Veneta spiccano elementi geometrici
di altro colore. Il pull grigio di Costume National ha profili
azzurri sulle spalle e lungo le maniche. Vivienne Westwood
usa due scozzesi nello stesso completo. Scozzese, ma uno
solo, anche per i pantaloni di Coveri che osa arancio e
turchese per i cappotti. Nel settore, comunque, la star del
momento è il montgomery. Corto e in tessuto spigato da
Missoni, aderente con interno in pelliccia da MCS Marlboro
Classics, liscio senza alamari dall’Emporio Armani. Tra le
alternative, la pelliccia come da Bikkembergs o il loden da
Schneiders Salzburg. Fedele alle tradizioni, l’azienda austriaca
ha presentato al Pitti la collezione Habsburg, disegnata da
Andrea Incontri, tutta realizzata nel mitico tessuto ◆
Florentine Flowers
cashmere uomo donna
La morbidezza di una pregiata fibra naturale
a prezzi di fabbrica
Missoni
Ermanno Scervino
Via Alessandria, 194-196 - T. 06 44202312
34
M AGA ZINE
hi tech
di Fabrizio Lodi
BlackBerry Curve 9380
anche la “mora” passa al full-touch
BlackBerry Curve 9380 è uno smartphone dall’elegante
design a barretta, primo terminale full-touch della società
canadese RIM.
Il dispositivo è equipaggiato con un display HVGA da 3.2”
della risoluzione di 480x360 pixel, le sue dimensioni sono di
109x60x11,2 millimetri, per un peso di circa 98 grammi.
Supporta le tecnologie GPRS, EDGE, Wi-Fi, A-GPS
e Bluetooth 2.1 con EDR. La cover posteriore ospita
una fotocamera da 5 megapixel con flash, zoom 4x e
videoregistrazione VGA. e non mancano l’accelerometro, il
sensore di prossimità, quello d’illuminazione ambientale e il
chip NFC per micropagamenti in sicurezza.
Il processore ha un clock di 806 MHz assistito da 512 MB di
RAM e 512 di capacità di stoccaggio espandibile di 32 giga
grazie alla presenza di uno slot MicroSD. Tra le applicazioni
preinstallate ne spiccano alcune per la comunicazione
sociale come il BlackBerry Messenger, Facebook, Twitter e
Social Feeds. Il sistema operativo è il BlackBerry 7: usabilità
più veloce e ricca, con migliorate capacità di navigazione,
ricerche ad attivazione vocale e il supporto all’Augmented
Reality. Autonomia di 240 minuti in conversazione e 400 ore
di stand-by.
Home Theatre Samsung HT D550
Per vivere l’effetto Sound cinema in casa
Se state cercando un sistema home cinema di grande design
ed altamente performante, il Samsung HT D550 potrebbe
rispondere alle vostre esigenze.
Il sistema home cinema Samsung HT D550 presenta una vasta
gamma di funzioni che rendono la performance complessiva
del sistema di buona qualità, è dotato di 5.1 diffusori per
la riproduzione dei suoni e le sue casse presentano una
potenza in uscita pari a 1000 Watt, che permette un reale
effetto-cinema. E con il sistema home theatre Samsung HT
D550 (con Lettore DVD) si potranno ammirare immagini alta
definizione assai nitide.
Ecco le sue caratteristiche tecniche
- Diffusori: 5.1
- Potenza in Watt:1000 Watt
- Tipo: con Lettore DVD ◆
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36
M AGA ZINE
Fuoriserie: la rassegna
del collezionismo automobilistico
Si terrá il 21 e il 22 aprile 2012 alla fiera di Roma il salone di auto,
moto e ricambi d’epoca del centro e del sud Italia
P
di Francesco Mantica
P
orsche 911, 356 Cabrio e Coupè,
Mercedes, Maserati e Jaguar di ogni tipo
e varie Fiat, Alfa e Lancia. Sono solo
alcune delle vetture che saranno esposte per la vendita nella
sesta edizione di Fuoriserie, la rassegna di riferimento per il
collezionismo automotoristico del Centro Sud Italia che avrá
luogo il 21 e il 22 aprile alla Fiera di Roma.
È lecito immaginarsi che quest’anno i numeri della scorsa
edizione - 38.000 metri quadri di area espositiva, 450
espositori ed oltre 800 vetture in mostra - verranno
ampiamente superati, data l’imponente crescita non solo
degli appassionati del settore, ma anche dei neocollezionisti
che da sempre affollano la manifestazione per tradurre in
realtà i propri desideri. Organizzato da Intermeeting, l’evento
consiste in un week-end in cui scoprire le auto dei sogni, le
produzioni fuoriserie, le offerte irrinunciabili dei privati ed il
pezzo mancante per completare la propria collezione.
Tre le aree in cui la fiera sará suddivisa: la prima sezione
è dedicata ai Club e Registri, ovvero tutti quegli organismi
nazionali ed internazionali che garantiscono e tutelano i
veicoli storici e da collezione. La seconda sezione è dedicata
invece alle proposte dei migliori commercianti d’auto con
vetture uniche ed i marchi più prestigiosi, cui saranno
affiancate come da tradizione le offerte competitive dei
privati. Esaustiva sará anche l’offerta di accessori auto e
moto, aziende di cerchi e gomme, documentazioni e libretti
d’uso per trasformare la propria vettura in un gioiello unico.
A completare questo ricco menu delle passioni motoristiche
l’Extrasettore, spazio dedicato all’oggettistica: orologi,
accessori, abbigliamento, tutti declinati in chiave vintage.
È in via di definizione, infine, un ricco programma di eventi
culturali, istituzionali, sportivi che rendono Fuoriserie una
kermesse unica in grado di soddisfare a 360° i desideri degli
appassionati di due e quattro ruote d’altri tempi ◆
Piazza del Parlamento, 8 - 00186 Roma
Tel\fax +39 0668192661 - Cell +39 3927883245
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MP3 YOURBAN 300, tre ruote
per una eccellente guida in cittá
L’ultimo nato
della rivoluzionaria
gamma di scooter
del Gruppo Piaggio
è da oggi disponibile
anche nella versione LT
da 300 cc, da guidare
con una normale
patente d’auto
L
promo
L
eggero e pulito nelle forme, impareggiabili
livelli di stabilità e sicurezza e, in aggiunta a
questo, un’impostazione ciclistica studiata per
esaltarne le doti di maneggevolezza e agilità. Sono le doti
principali di MP3 Yourban, lo scooter targato Piaggio ideale
per muoversi con disinvoltura nel traffico cittadino e regalare
al tempo stesso un piacere di guida assoluto.
Mp3 Yourban é riconoscibile da alcune particolari
cartteristiche come la carreggiata anteriore, portata a 465
mm, gli indicatori di direzione di tipo motociclistico, la luce
di posizione led integrata nel gruppo ottico anteriore e la
frenata integrale, che su Yourban LT può essere azionata
anche dal pedale sulla pedana. Dal punto di vista tecnico
si nota innanzitutto l’eccezionale maneggevolezza sia nelle
manovre da fermo che in movimento, in particolare negli
slalom o nei rapidi cambi di direzione. In piega e in curva il
veicolo si riallinea naturalmente, con un’immediatezza vicina
a quella di uno scooter tradizionale a 2 ruote, ma con il plus
della grandissima aderenza offerta dalla doppia gomma
anteriore.
Design giovane e sportivo, disponibile in 5 colorazioni, tutte
metallizzate, Piaggio Mp3 Urban 300 cc si distingue peró in
particolare per dotazioni e finiture al top della categoria e per
il sistema elettronico di blocco della sospensione anteriore
(equipaggiato in serie), che consente di mantenere lo scooter
in equilibrio sulle tre ruote ed evitare di dover mettere il
piede a terra nelle brevi soste. È inoltre l’unica moto di questa
cilindrata che può essere guidata con la sola patente auto.
Lo scooter è equipaggiato con un monocilindrico 300cc
a iniezione elettronica che fornisce una potenza tale da
assicurare un’elevata prontezza nella risposta del gas e
prestazioni estremamente brillanti, rendendolo un mezzo
ideale tanto per districarsi nel congestionato traffico cittadino
quanto per trasferimenti di medio raggio in totale comodità,
da soli o con passeggero ◆
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Piazza Monte Grappa, 1 (Inizio V.le Mazzini) - Roma
Tel. 06 45200395 - [email protected]
Pippo Dalla Vecchia
Il Presidente del REALE Yacht Club Canottieri Savoia racconta la storia
del Trofeo Marcello Campobasso: 19 anni di regate giovanili
R.Y.C.C. Savoia - ph Mediasail
R.Y.C.C. Savoia - ph Mediasail
di Veronica Cardella
Come nasce una manifestazione del genere?
“Ero da poco più di due anni Presidente, era il 1993 e dopo
la morte improvvisa di Marcello Campobasso - nell’aprile
di quell’anno - avendo diviso con lui gioie e dolori ho
desiderato da subito creare una manifestazione che potesse
perpetuarne il ricordo. Una manifestazione che non perdesse
spirito negli anni e che non regalasse una coppa che presto
finisse dimenticata in una bacheca di un circolo. Si trattava
di studiare una manifestazione che avesse successo e non
morisse. È così che ho pensato agli Optimist, Marcello teneva
moltissimo alla vela giovanile. Per attirare l’attenzione dei
circoli europei facemmo una scelta azzardata: pensammo di
offrirgli tutto, vitto e alloggio. Agli italiani invece avremmo
pagato solo l’alloggio.
Inaspettatamente il primo anno vide il coinvolgimento di 5
- 6 nazioni e, italiani compresi, di circa 80 velisti. Il primo
vincitore fu un portoghese: Jorge Lima. E questo diede
subito credibilità a una manifestazione che dimostrò di non
nascere per premiare il velista locale di turno. Il secondo
anno il numero dei partecipanti aumentò considerevolmente
e così via fino al coinvolgimento diretto della Federazione
Italiana Vela, nel 2003, che ci segnalava di volta i migliori
tra gli italiani. È stato un crescendo che ci ha portati alla 19°
edizione: 26 nazioni, 275 partecipanti e ben 3 continenti
coinvolti. Il Circolo Savoia si è ben difeso quest’anno. Siamo
riusciti a salire sul podio con i Cadetti, grazie alla bella
prestazione di Antonio Persico, e abbiamo sfiorato il podio
Juniores con Luigi Michelini. Per Michelini, attuale vice
campione europeo, potrebbe essere stata l’ultima regata su
Optimist. “Svezziamo” gli atleti e li conduciamo verso la
grande vela internazionale. Molti soci non capiscono quello
che io invece, essendo padre di famiglia e nonno, accetto
interview
Il Presidente del R.Y.C.C. Savoia Pippo Dalla Vecchia
ph ©Francesco Rastrelli
con benevolenza. Per quattro giorni il circolo viene invaso,
diventa la casa di questi velisti e siamo riusciti ad organizzare
tutto senza rischiare mai cadute di stile”.
Inutile dire che già si pensa al prossimo anno. Quali sono
le prospettive e gli obiettivi per l’edizione numero 20 del
Trofeo?
“L’obiettivo nel 2013 è di mantenere alto il livello della
manifestazione che ormai è cresciuta considerevolmente
ma dobbiamo imparare a gestire il gigante che è diventato.
Ospitiamo il meglio della vela internazionale ma dobbiamo
affinare il numero dei partecipanti perché è impossibile gestire
più di 275 velisti, con team annesso al seguito. Ogni anno
garantiamo barche nuove a tutti i partecipanti, noleggiamo
Optimist nuovi di zecca per i nostri ospiti. Abbiamo gestito
per due anni la concomitanza con il Mondiale della Classe
Il team del Savoia. Al centro con giubbotto bianco, rosso e verde, Luigi Michelini
ph ©Francesco Rastrelli
42
nterview
M AGA ZINE
Optimist, riuscendo ad avere un numero di concorrenti
ogni volta maggiore (quest’anno siamo stati 275 e in Nuova
Zelanda erano in 220).
Ad alta quota si rischia di soffrire di vertigini; per la
ventesima edizione non vorrei ridurre il numero di nazioni
partecipanti ma selezionare il meglio del meglio. Spero di
poter mantenere i cancelli aperti per tutti anche se ci sono
indubbi problemi logistici. Dobbiamo decidere le sorti della
prossima edizione di questa meravigliosa manifestazione. Mi
esalta e preoccupa allo stesso tempo vedere cosa abbiamo
realizzato in 19 anni. Tra le soluzioni c’è quella di spostare la
manifestazione nel Golfo di Pozzuoli, più sicuro e spazioso
per certi versi. Dobbiamo ragionare, pianificare e prevenire.
Il rischio è quello di strafare e sbagliare e non voglio correrlo”.
Il Trofeo Marcello Campobasso è indubbiamente una
vetrina per i ragazzi che amano la vela. Che ricordi ha dei
ragazzi che hanno partecipato alla manifestazione?
“I primi vincitori non si sono fermati
al Trofeo Marcello Campobasso, molti
sono diventati campioni di classe
olimpica. La soddisfazione è di averli
accolti giovani e averli, poi, affidati
alla grande vela internazionale. Il
Campobasso è un passaggio obbligato
ormai per chi vuol fare vela a un certo
livello. Un esempio su tutti è Giulia
ph ©Francesco Rastrelli
Conti - prima donna italiana sui 470 - che ha partecipato
alle nostre regate. E anche molti del team ungherese e del
gruppo dei greci hanno partecipato e ora li vediamo nelle
grandi classifiche mondiali della vela”.
Qual’è l’elemento che fa la differenza? Cosa rende speciale
questa manifestazione?
“Un grazie agli sponsor è d’obbligo, senza di loro una
manifestazione come questa non è pensabile. Cerchiamo di
creare un rapporto diretto con loro che infatti ci seguono
da anni. Banco di Napoli, Berna, Ferrarelle, Metropolitana
di Napoli e i nuovi arrivati Garnell e Original Marines sono
marchi di qualità a livello nazionale e internazionale che
legano il loro brand a questa regata.
Inoltre il Trofeo Marcello Campobasso è diventato un evento
che coinvolge la città, una dimostrazione è stata la presenza
del Sindaco di Napoli alla premiazione. L’anno prossimo ci
sarà il Forum delle Culture, spero che il Comune di Napoli sia
presente e ci coinvolga, spero in una
collaborazione.
La ciliegina sulla torta della
manifestazione? Napoli e il suo
Golfo. La sirena Partenope funziona
sempre, i suoi canti ammaliatori non
si sono mai affievoliti” ◆
www.ryccsavoia.it
Un’immagine dall’alto del Presidente
insieme ad alcuni baby velisti
©Foto Francesco Rastrelli
44
M AGA ZINE
XIX EDIZIONE DEL TROFEO MARCELLO CAMPOBASSO
be Optimist: in 275 invadono
il Golfo di Napoli
di Fulvia Battiloro - ph ©Francesco Rastrelli
C
C
“
’era una volta il Trofeo Marcello
Campobasso...” sono passati diciannove
anni dalla prima regata ad invito riservata
alla Classe Optimist organizzata dal Reale Yacht Club
Canottieri Savoia. Oggi la manifestazione, che si svolge
con il patrocinio del Comune di Napoli, della Federazione
Italiana Vela e dell’Associazione Italiana Classe Optimist, si è
affermata nel panorama internazionale e non è solo una bella
favola per tutti i baby velisti partecipanti ma anche una solida
realtà: quest’anno si è raggiunta la quota record dei 275 iscritti,
con ben 26 nazioni coinvolte. Il Trofeo si svolge, per decisione
del “managerissimo” Presidente Pippo Dalla Vecchia, che lo
ha condotto per mano sino all’attuale successo, ogni anno dal
4 gennaio all’Epifania. La manifestazione velica rappresenta
un vero e proprio crocevia di culture unite dal mare e dallo
sport. Gli atleti sono giovanissimi, i più grandi hanno appena
15 anni, i più piccoli solo 10. Eppure molti hanno già alle
spalle importanti successi. Perché al Trofeo Campobasso
partecipano i migliori delle loro categorie e i fiori all’occhiello
delle rispettive squadre nazionali, il livello tecnico è altissimo
e nessuno intende sfigurare. Tra i rappresentanti dell’Italia,
complessivamente 118 gli italiani, otto sono stati gli atleti del
Savoia in gara, tra cui la giovane promessa Luigi Michelini,
che purtroppo ha concluso lontano dai primi posti.
Inalterato il format dell’evento: anche quest’anno il Circolo
Savoia ha coccolato i suoi partecipanti. Ogni giorno, a partire
dalla ore 8.00, tutti i concorrenti hanno fatto colazione al
Circolo con i prodotti offerti da Berna mentre al rientro
dalle regate li aspettava una sana merenda a base di yogurt,
dessert, succhi di frutta e frullati freschi a marchio Parmalat.
Per farsi un’idea della portata dell’evento basta guardare i
numeri: in totale sono stati offerti oltre 450 litri di latte
fresco Berna, mangiate più di 900 Coppe Malù e bevuti
oltre 435 litri di acqua Ferrarelle. La sera, di nuovo tutti al
Circolo per la cena e per il video giornaliero proiettato su
maxischermo per rivedere i momenti salienti della giornata.
”Questa complessa macchina organizzativa, che ogni anno
diventa più impegnativa con l’aumentare del numero dei
concorrenti” - sottolinea Dalla Vecchia - “non sarebbe
possibile se ogni anno i nostri partner non rinnovassero
sport
l’impegno di sostenerla e nuove aziende non entrassero a
farne parte, devo pertanto ringraziare i nostri sponsor Banco
di Napoli Spa, Berna, Ferrarelle, Garnell, MN Metropolitana
di Napoli Spa, Original Marines”.
Le quattro prove per la categoria Juniores e le tre per la
categoria Cadetti hanno decretato i vincitori 2012 premiati
nella tradizionale Cerimonia del Circolo Savoia svoltasi alla
presenza del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
A portarsi a casa il Trofeo Marcello Campobasso è
l’ungherese Zsombor Gyapjas del Balatonfüredi Yacht Club;
sul secondo gradino sale lo svizzero Damian Suri dello Yacht
Club Bielersee. Terzo posto per la spagnola Paula Igual che,
come prima classificata, conquista anche la Targa Irene
Campobasso.
La squadra ellenica si è dimostrata fortissima nella categoria
Cadetti con le sue due giovanissime leve, Panagiotis
Matsades dell’Olympiakos Sailing Club e Caterina Nikolaki,
dello I.O.P.O.R., che conquistano rispettivamente il 1° e il
2° posto. Il più giovane di tutta la flotta (10 anni compiuti
a dicembre), il napoletano Antonio Persico, portacolori del
Il vincitore del Trofeo Marcello Campobasso in un momento di regata
Circolo Savoia, riesce a guadagnare il terzo posto in classifica
e portare l’Italia sul podio.
Vince infine il premio intitolato alla memoria del giudice
internazionale Branko Stancic, per il concorrente proveniente
dal club più lontano, la norvegese Anna Skaar dell’Aalesunds
Seilforening che ha percorso più di 2467 km per presenziare
alla manifestazione.
In Banchina Santa Lucia sono tutti già al lavoro per i venti
anni che il Trofeo compirà nel 2013, anno in cui a Napoli
si svolgerà l’atteso Forum delle Culture, e in cui il Savoia
festeggerà i suoi 120 anni di gloriosa storia.
Nel frattempo la favola continua on line, dove la new
generation popola il mare virtuale della pagina Facebook
www.facebook.com/trofeomarcellocampobasso dedicata
al Trofeo ◆
47
Il gozzo sorrentino
L’imbarcazione storica partenopea
nell’artigianato dei Fratelli Aprea:
oggi come nel 1890
U
U
na storia nata a Sorrento, scritta sui
volti dei pescatori e tramandata di
generazione in generazione: quello fra
il gozzo sorrentino e i Fratelli Aprea è binomio inscindibile,
segnato dal legame profondo che lega la loro terra al mare.
Ed è per gli uomini di mare, appunto che l’imbarcazione viene
costruita, a partire dall’ultimo decennio dell’800, grazie al
lavoro minuzioso dei maestri d’ascia della famiglia. Artigiani
prima di tutto, a Marina Grande gli Aprea costruiscono
gozzi da ben cinque generazioni: da quando il trisavolo
Cataldo fondò una tradizione, che durante la seconda guerra
mondiale cambiò radicalmente con l’impiego dei vecchi
motori di jeep, intuizione di papà Franco, che contribuì alla
trasformazione delle forme della barca.
Oggi come 130 anni fa, i carpentieri costruiscono i gozzi
seguendo l’antico metodo: partendo dalla costruzione dello
scheletro, tracciando il “garbo” con l’ordinata maestra, poi
7 ordinate verso prua e 7 verso poppa, quindi inserendo
sulla sezione maestra dei righelli curvati. Sono queste prime
old style
M AGA ZINE
linee astratte a determinare armonia ed idrodinamica dello
scafo, ora una carena semi-planante che permette alla barca
di tagliare le onde, acquistando velocità in modo fluido. La
costruzione utilizza legnami di gran pregio, con almeno
50 anni di vita, per i quali è fondamentale anche la lunga
stagionatura.
Dall’ossatura si arriva agli elementi esterni più noti ai
profani: coperta, pozzetto, paratie…. Il fasciame, per cui
viene utilizzato iroko massello, curvato a caldo e modellato
meticolosamente, quindi reso a tenuta stagna, sigillato
e sottoposto a varie fasi di verniciatura. Perché anche la
decorazione è importante: i legni pregiati dei rivestimenti,
protetti con vernici trasparenti, sono lasciati a vista per
valorizzarne l’antico fascino. In quella che oggi è una grande
azienda, dal 2001 parte del gruppo Ferretti, ancora si lavora
in modo tradizionale per un prodotto che è ormai sempre
più esclusivo ◆
www.fratelliaprea.com
D.C.
49
M AGA ZINE
Espera 34’:
design e sportività sul mare
rio yachts celebra il 50° anniversario
al salone nautico di genova con un nuovo 10 metri,
a metà fra barca da giorno e tender di un mega-yacht
di Francesco Mantica
I
I
l nome è importante, è quello della prima
barca in mogano presentata da Rio Yachts nel
1961: Espera. Un open puro caratterizzato da
grandi spazi in coperta, simmetria delle linee, versatilità di
impiego, attenzione al dettaglio, alle finiture, ai materiali.
Il richiamo al passato - evidente nel taglio stilistico vagamente
retrò, che rivendica le origini di un cantiere che ha percorso
tutte le tappe della nautica da diporto italiana - lascia subito
però il passo al sapore contemporaneo: Espera34’ è una barca
moderna e innovativa, un day cruiser sportivo con interni di
design che si presta benissimo anche come tender di lusso.
Caratteristica la coda di poppa che racchiude assieme
spiaggette e passerelle per sbarco. Un’ampia vetrata centrale,
assieme alle vetrate sulla plancia di guida, regala una notevole
illuminazione degli interni. Le prestazioni sono brillanti, da
i 40 ai 50 nodi e bassi consumi grazie alle efficienti linee
d’acqua e al metodo dell’infusione per ridurre i pesi.
Pur di piccole dimensioni, la barca può ricevere un numero
massimo di 12 persone, accolte da un bellissimo pozzetto
dove i divani predisposti a U possono trasformarsi in
comodi prendisole. Lo yacht è dotato inoltre, sottocoperta,
di una cabina matrimoniale che ingloba 4 posti letto, di
un WC separato completo di doccia, specchio, lavabo e
carabottino in teak.
Il 50° anniversario e la sua barca-simbolo rappresentano un
giro di boa per il cantiere: non solo riassumono quanto fatto
in cinquant’anni, ma costituiscono anche un dettato di nuove
linee per le prossime collezioni Rio Yachts ◆
51
M AGA ZINE
AI REMI IL PROGETTO JAGUAR
Venti atleti selezionati in base a qualità sportive, accademiche e relazionali
saranno formati grazie al supporto della nota casa automobilistica
in vista delle prossime Olimpiadi
N
di Marco Callai - ph Getty Images
N
ell’anno delle Olimpiadi di Londra, Jaguar
sceglie il canottaggio italiano per un progetto
esclusivo, relativo alla ricerca dell’eccellenza
nello sport. Sono venti i canottieri della Jaguar Excellence
Academy, individuati in base ai risultati agonistici, al percorso
degli studi, alle qualità relazionali e comunicative.
La nota casa automobilistica specializzata nelle auto sportive
e di lusso investe così nella crescita degli atleti emergenti e, al
tempo stesso, meritevoli, fornendo loro l’importante sostegno
di strumenti cognitivi che li accompagneranno nella crescita
sportiva e professionale. “Sono molto contento per questa
importante partnership siglata dalla Federazione Italiana
Canottaggio, è un’ulteriore dimostrazione dell’ottimo lavoro
condotto dal Presidente Gandola, dal Segretario Generale e
dal Consiglio Federale - ha detto il numero uno del CONI
Giovanni Petrucci nel corso della presentazione avvenuta lo
scorso 17 gennaio nel Salone d’Onore del Comitato Olimpico
Nazionale Italiano - Il canottaggio sta lavorando molto bene
in funzione delle prossime Olimpiadi”. Gandola ha ribadito
l’importanza del progetto. “Eleganza, potenza, tradizione e
passione sono alcuni dei valori che hanno in comune Jaguar
e la Federazione: ad essi va aggiunto il riconoscimento
della funzione educativa e sociale di uno sport completo,
come il nostro, che se praticato con impegno e costanza
dà la possibilità di ottenere successo anche nella vita”. Sulla
stessa lunghezza d’onda, Daniele Maver, presidente Jaguar.
sport
Undici dei 20 ragazzi protagonisti della Jaguar Excellence Academy insieme alla Jaguar XK R-S
“Con questa partnership, confermiamo la nostra vicinanza
al mondo dello sport sostenendo il percorso di crescita e
formazione professionale dei canottieri azzurri che, come
le nostre macchine, sono aggressivi e competitivi”. Così il
Direttore generale Jaguar Marco Santucci. “La Jaguar sarà il
personal trainer degli atleti, aiutandoli a diventare dei leader
nella vita, mantenendo i valori etico-morali sempre al primo
posto”. Sulla pagina Facebook di Jaguar Italia è presente
una pagina dedicata sulla quale compaiono le videopresentazioni degli atleti ed è possibile votarli.
La votazione popolare sul famoso social network contribuirà,
insieme al parere della Commissione FIC, all’individuazione,
da parte di Jaguar, dei cinque atleti che diventeranno i
protagonisti della seconda fase del progetto.
Nel mese di settembre una successiva selezione ad opera di
Jaguar designerà i due atleti che avranno diritto ai “premi” della
Jaguar Excellence Academy; una borsa di studio che consentirà
di arricchire la propria formazione con un Master in management
sportivo o un corso di public speaking o self management oltre
ad un corso d’inglese nella città d’appartenenza e trenta giorni
in Inghilterra con il British Council.
Sette dei venti atleti hanno già qualificato la loro barca per
Londra 2012: la varesina Sara Bertolasi (Canottieri Lario), il
romano Andrea Palmisano (Canottieri Aniene), il napoletano
Mario Paonessa, il genovese Paolo Perino, il pisano Matteo
Stefanini ed il fiorentino Francesco Fossi (tutti delle Fiamme
Gialle), e la comasca Claudia Wurzel (Canottieri Lario).
C’è chi, come lo stesso Stefanini (Atene 2004), il profumo
olimpico lo ha già assaporato: due Olimpiadi, Atene 2004 e
Pechino 2008, per Gabriella Bascelli (Canottieri Lazio) ed una
(Pechino 2008) per la salernitana Laura Schiavone (Canottieri
Irno). Ci sono anche il romano Vincenzo Capelli (Canottieri
Aniene), il varesino Pierpaolo Frattini (Canottieri Aniene)
ed il trevigiano Francesco Rigon (Canottieri Sile), campioni
mondiali a settembre 2011 in Slovenia, il lecchese Matteo
Pinca (Canottieri Moto Guzzi), campione iridato Under
23, le tre vicecampionesse mondiali Under 23: la varesina
Valentina Calabrese (Canottieri Gavirate), la torinese Gaia
Palma (Sisport Fiat) e la milanese Giada Colombo (Canottieri
Tritium) che, con i suoi 19 anni, è la più giovane del gruppo.
Completano il gruppo il ventenne Francesco Cardaioli
(Canottieri Padova) azzurro della Nazionale Under 23; la
medaglia d’argento ai Mondiali di Bled, il napoletano Livio
La Padula (Fiamme Oro).
Due, invece, i campioni mondiali di coastal rowing: il
pontino Andrea Tranquilli (Fiamme Gialle) ed il sanremese
Giuseppe Alberti (CUS Pavia).
Ma il programma della Jaguar Excellence Academy si articolerà
anche in altri appuntamenti. Sono in programmazione,
interscambi con l’Università di Oxford, celebre per la
tradizionale “Boat Race” con l’Università di Cambridge, e la
partecipazione dei loro canottieri a gare in Italia. Infine, a
sottolineare ancora di più il legame e la tradizione che unisce
il marchio Jaguar al canottaggio, è prevista anche la presenza
alla Henley Royal Regatta di Londra, la storica competizione
che dal 1839 richiama nella capitale britannica atleti di fama
internazionale ◆
www.canottaggio.org
Il Presidente Jaguar Daniele Maver
ed il Presidente della Federcanottaggio Enrico Gandola
52
M AGA ZINE
Andrea Pavan, un 2012 per sognare
Con la vittoria nell’Apulia San Domenico Gran Final
presented by Scholtès, sul percorso del San Domenico Golf
il romano Andrea Pavan è salito a vele spiegate nell’European Tour 2012
S
S
ono pochi, in Italia, ad avere i colpi di
Andrea Pavan, il 22enne romano che, alla
prima stagione tra i pro, ha colto il secondo
titolo nel Challenge Tour (suo anche il Norwegian Open ad
agosto) con lo score di 267 colpi, diciassette sotto par, dopo
un avvincente duello all’ultima buca con l’inglese Tommy
Fleetwood.
Con i 56.650 euro guadagnati, su un montepremi di 330.000
euro, Pavan si è si è conquistato così alla fine dello scorso
anno l’accesso all’European Tour 2012, riservato ai primi
20 classificati nell’ordine di merito, in cui Pavan è arrivato
secondo proprio dietro Fletwood. Insieme a lui hanno
guadagnato una “carta” per il circuito maggiore anche
Federico Colombo (7°) e Alessandro Tadini (20°).
Grazie alla vittoria in questo evento, sponsorizzato per il
settimo anno consecutivo dal San Domenico Golf, quest’anno
l’Italia dispone di sette rappresentanti nel massimo circuito
continentale. Oltre a Pavan vi saranno anche i fratelli Edoardo
e Francesco Molinari, Matteo Manassero, Lorenzo Gagli,
Federico Colombo e Alessandro Tadini.
‘È stata dura - ha dichiarato Pavan - perché ho lottato fino
alla fine sempre sotto grande tensione. Nel corso dell’anno
passato credo che sia stato fondamentale soprattutto essere
riuscito a puttare bene nelle gare che hanno fatto la differenza
e che mi hanno portato così in alto nel ranking’.
Andrea Pavan - ph Scaccini
Il 2011 è stato prodigo di successi per i golfisti italiani: ai due
titoli di Pavan vanno aggiunti quelli conquistati nell’European
Tour da Matteo Manassero (Malaysian Open), nel LET da
Diana Luna (German Open e Swiss Open), nell’Alps Tour da
Marco Crespi (Open Le Fonti e Flory Van Donck Open) e
da Cristiano Terragni (Feudo di Asti Open) e nell’EPD Tour
da Nino Bertasio (Cimar Open Samanah). La speranza è che
anche il 2012 sia un anno segnato da grandi soddisfazioni ◆
F. M.
Andrea Pavan e Aldo Melpignano
55
M AGA ZINE
Audi Polo Gold Cup Circuit 2012:
l’eccellenza del Made in Italy
Polo invernale
on-snow:
azzurri in pista
Reduce dal bronzo mondiale in Argentina e dal secondo posto
nella Ezdra Cup di Calcutta, il trofeo più antico di questa disciplina,
l’Italia si avvia alla Coppa del Mondo in Cina e alla tradizionale Cortina
Winter Polo Audi Gold Cup, avvenimento clou delle dolomiti innevate
C
di Enrico Tonali
C
ome nelle vecchie case di un tempo, il polo
italiano ha riposto nella cassapanca con
la naftalina l’abbigliamento estivo, dopo
aver giocato i play-off europei in Toscana, i Campionati
del Mondo in Argentina, una coppa internazionale in India.
Ora si indossano gli indumenti pesanti per i due superappuntamenti sulla neve. Uno è una new-entry mondiale,
la Snow Polo World Cup, la Coppa del Mondo sulla Neve
(handicap 14-16, si gioca tre contro tre) in programma in Cina
al Metropolitan Polo Club di Tianjin dal 4 al 12 febbraio 2012,
con una dozzina di Nazioni al via: Italia, Nuova Zelanda,
Australia, Francia, Inghilterra, Brasile, Cile, Argentina, India,
Il capitano romano Luca D’Orazio in attacco
al Cortina Winter Polo 2011 - ph Ramirez
Sud Africa, Stati Uniti, Hong Kong. L’altro un must europeo
in programma nella penultima settimana di febbraio, da
domenica 19 a sabato 25, mentre si conclude il Carnevale.
Tornerà in campo infatti un torneo tanto collaudato quanto
considerato l’avvenimento clou dello sport dolomitico, la 23°
Cortina Winter Polo sul lago ghiacciato di Misurina.
Il team azzurro per la lontana trasferta asiatica (il Metropolitan
Polo Club di Tianjin, di proprietà di un gruppo immobiliare
di Hong Kong si trova vicino al confine con la Corea) sarà
composto da Goffredo Cutinelli (l’atletico giocatore romano,
tra i migliori in Europa, ha avuto un 2011 notevole coronato dal
bronzo mondiale), Bautista Sorzana (argentino con passaporto
Tre appuntamenti, tre stagioni e altrettante sedi di indiscutibile valenza
internazionale per l’Audi Polo Gold Cup Circuit 2012. Il prestigioso circuito
che racchiude sport, eccellenza, internazionalità e glamour è ormai un must
dell’attività del polo in Italia. Tre le tappe in calendario, con altrettanti tornei
ad alto goal di handicap: Cortina d’Ampezzo, che ha per teatro di gara il lago
ghiacciato di Misurina (19-25 febbraio), Forte dei Marmi (aprile), che grazie al
successo dello scorso anno con il debutto del Beach Polo si conferma scenario
ideale per la tappa primaverile e Roma (19-23 giugno), con lo storico “polo
pitch” del Roma Polo Club e le sue partite sull’erba nelle serate estive.
Il circuito - che ogni anno parte dall’appuntamento sulla neve delle Dolomiti
ampezzane - con l’esperienza dello scorsa stagione è entrato nel Guinnes
per aver tenuto a battesimo un trittico di tornei che prevede l’intera gamma
di possibilità di gioco di questa disciplina (neve, sabbia e erba) e per aver
organizzato il debutto di una partita su neve tutta al femminile.
italiano) e Martin Espain Gastaldi (italo-argentino già
campione d’Europa 2005 con la squadra azzurra) coordinati
dal responsabile federale Alessandro Giachetti, dirigente
che sta portando il polo tricolore ai vertici intercontinentali.
L’ultima impresa è stato il secondo posto (alle spalle del team
di casa) nella prestigiosa Ezdra Cup 2011, il trofeo di polo
più antico del mondo che si è giocato a Calcutta, India, in
occasione del 150° anniversario della fondazione del locale
Polo Club. Le Dolomiti ampezzane - dichiarate dall’Unesco
patrimonio dell’umanità - con le scenografiche Tre Cime di
Lavaredo sullo sfondo, saranno il palcoscenico della Cortina
Winter Polo Audi Gold Cup, un’imperdibile settimana bianca
all’insegna dello spettacolare gioco di palla e stecca, ancora
più funambolico ed emozionante sulla neve ghiacciata del
Lago di Misurino, a quasi 1900 m di altezza. Cavalli lanciati
al galoppo che sollevano nuvole bianche da cui sbuca la palla
rossa sparata dai giocatori verso le porte. Il tutto godibile dal
Villaggio Ospitalità con terrazza panoramica e alle spalle le
locations degli sponsor e il Polo Restaurant che offre i migliori
piatti della cucina alpina. Tra i primi team ad iscriversi quello
del capitano capitolino Luca D’Orazio, l’autore del grande
slam 2011 con le vittorie sulla neve di Cortina, la sabbia di
Forte dei Marmi e l’erba di Roma, il trittico top-events dell’Audi
Gold Cup ◆
56
M AGA ZINE
Inseguendo il goal
a colpi di pagaia
la canoa-polo si avvia alle olimpiadi
di Londra 2012 come sport dimostrativo
di Fabrizio Lodi
M
M
ille praticanti sparsi in tutta Italia, con
realtà particolarmente importanti in
Sicilia, Liguria e Campania e con
dati in costante ascesa. Stiamo parlando della canoa polo
che anche a Roma sta facendo numerosi proseliti. E che sia
uno sport in crescita in tutti i suoi numeri lo dimostra il fatto
che lo scorso anno ai mondiali, svoltosi a Milano, hanno
partecipato 65 squadre provenienti da tutto il mondo e la
diretta trasmessa dalla Rai ha fatto registrare due milioni e
mezzo di spettatori.
Ne abbiamo parlato con Fabiano Roma, consigliere della
federazione canoa - con delega appunto alla canoa polo che ci ha spiegato come nasce l’attività e quali siano le sue
regole principali.
“La canoa polo nasce all’inizio anni ‘80, poi siccome ogni
Paese giocava con sue regole queste sono state armonizzate
nel 1993 e adesso sono uniformi in tutto il mondo. Il 2012
sarà un anno importante in quanto la canoa polo sarà sport
dimostrativo a alle Olimpiadi di Londra e nel 2013 si valuterà
se diventerà o meno sport olimpionico a tutti gli effetti”.
Come ce la caviamo a livello di nazionale?
“Molto bene direi, nel 2009 siamo diventati Campioni
Europei senior fra gli uomini e siamo giunti terzi ai agli ultimi
mondiali. Per quanto riguarda le donne siamo fra il 4° e il 6°
posto mondiale; gli under 21 maschili sono poi giunti terzi agli
europei. I più forti nel mondo sono attualmente i francesi”.
Ma quali sono le regole fondamentali della canoa polo?
“Si gioca 5 contro 5 in un campo rettangolare di circa 35x23
metri, la palla si passa con le mani, la pagaia serve solo per
muoversi in acqua, scopo del gioco è mettere la palla nella
porta posta a due metri di altezza e larga due metri e alta
uno. Si giocano due tempi a partita di 10 minuti effettivi, di
solito vengono segnati intorno ai 4-6 gol a partita, i cambi
possono essere infiniti (ci sono 3 riserve che possono entrare
al volo di continuo), ogni squadra ha un minuto di possesso
palla per concludere la sua azione”.
È un gioco pericoloso?
“Incidenti? Ogni tanto, ma di solito capitano a bassi livelli
quando ci si prende con le pagaie, qualche colpo può arrivare
ma nulla di grave”.
Quanto costa praticare questo sport?
“Una canoa polo costa al massimo 500 euro (durano trequattro anni, sono in fibra di carbonio e pesano pochissimo)
a questa bisogna aggiungere caschetto, pagaia, corpetto...
Per un totale altri 6-700 euro”.
Per giocare che requisiti fisici bisogna avere?
“I primi tempi erano tutti ex canoisti che iniziavano a giocare.
Oggi invece devi solo saper nuotare e al corso ti insegnano ad
andare in canoa, poi, come in tutti gli sport, serve costanza
nell’allenamento. Dal punto di vista tecnico i suoi rudimenti non
sono difficili: per diventare bravi ci vogliono almeno tre anni, è
uno sport che a 13-14 anni si può tranquillamente iniziare”.
A Roma esistono realtà importanti...
“Sì certo, ci sono la Mariner Roma e il Gruppo Canoe Roma
che giocano in serie A al laghetto dell’Eur. C’è poi il ritorno
della Lazio che gioca in serie B dopo tre anni anni di stop” ◆
Info: www.canoapolo.it, www.federcanoa.it
Davide Kainich
Lucia Vizzini e Davide Kainich:
quando gli opposti si attraggono
C
Istintiva e grintosa lei, riflessivo e garbato lui. Prima ancora che l’amore,
ad unirli è stata la passione per i cavalli, con cui entrambi lavorano da sempre
C
di Ester Maria Lorido
onoscete il detto “tra moglie e marito non
mettere il dito”? Bene, dimenticatelo. In
esclusiva per il numero di Febbraio, Insider
Magazine ha deciso di mettere alla prova una coppia celebre
dell’equitazione italiana con un irriverente faccia a faccia.
Protagonisti sono due campioni del salto ostacoli nazionale e
internazionale: il Caporale dell’Esercito del Centro militare di
equitazione di Montelibretti Lucia Vizzini e Davide Kainich,
che - come leggerete - oltre a stare bene in sella, sanno stare
anche molto bene al gioco...
Nome
◆ Lucia
◆ Davide
Cosa hai pensato la prima volta che vi siete visti?
◆ Che non sarebbe mai riuscito ad avermi!
◆ Che sarebbe stata la mia metà della mela.
Chi ha fatto la prima mossa?
◆ Lui.
◆ Credo io.
Come ti ha conquistato?
◆ Mi ha fatto ridere.
◆ Per la sua tenacia.
Qual è il punto forte dell’altro in sella?
◆ Il talento.
◆ L’assetto.
E come persona?
◆ La bontà.
◆ La determinazione.
Qualcosa che - invece - dovrebbe correggere. Datevi un
consiglio.
◆ Dovrebbe pensare più a se stesso.
◆ L’autocontrollo.
Lucia Vizzini
Chi è il più critico?
◆ Io.
◆ Lei.
Quando litigate, chi è il primo a chiedere scusa?
◆ Quello che ha più torto.
◆ Io.
Come vi fate perdonare?
◆ Parlando.
◆ Sono buono, faccio il buono.
Chi cucina meglio?
◆ Io, anche se sono scarsa, perché lui proprio non tocca una
pentola, piuttosto non mangia.
◆ Lei.
Torniamo ai cavalli. Un vantaggio e uno svantaggio di
lavorare insieme.
◆ Lo svantaggio è che, quando ti innervosisci, tendi a sfogarti
sull’altro. Un vantaggio è che hai sempre qualcuno con
cui confrontarti.
◆ Il vantaggio è che hai più punti di vista, lo svantaggio è
che litighi maggiormente.
La prova più dura a cui la vostra professione vi ha messo
davanti.
◆ Le allieve.
◆ I diversi punti di vista.
Il cavallo del cuore.
◆ Prinzess to heart.
◆ Ce ne sono tanti, se devo dirne uno è Merveille de Muze.
Scegli: vincere la medaglia d’oro agli Assoluti o vincere un
atollo alle Maldive?
◆ La medaglia d’oro agli Assoluti.
◆ La medaglia d’oro agli Assoluti.
Fa più paura un Gran Premio di Coppa del mondo o una
cena a casa della suocera?
◆ Una cena a casa della suocera.
◆ Non saprei…
I vostri futuri impegni agonistici.
◆ Decidiamo sempre il programma insieme. Di sicuro,
incominceremo con qualche tour a marzo.
◆ Inizieremo di sicuro con qualche tour a primavera, ad
esempio il Toscana tour oppure il Sicilia tour.
face to face
La vittoria più significativa.
◆ I Campionati italiani Assoluti. Sono arrivata seconda, però
per me è stata una vittoria.
◆ Mi è piaciuto molto vincere la Coppa delle Nazioni ad
Atene insieme a lei.
Come vi vedete fra venti anni?
◆ Speriamo più ricchi.
◆ Due vecchietti.
Saluta l’altro.
◆ Non mollare mai.
◆ Ciao.
60
M AGA ZINE
nuovi traguardi in cina
C.O.N.I.
F.I.S.E.
Se in Italia l’ippica è in crisi e deve rinascere dalle proprie ceneri,
altrove è in piena attività. è il caso di Hong Kong, dove il pubblico
affolla gli ippodromi e le corse attirano cavalli e fantini italiani
di Enrico Tonali
C.I. Casale San Nicola
Società Sportiva Dilettantistica a R.L.
S
S
La pista e uno dei due megaschermi dell’ippodromo Sha Tin di Hong Kong visti dalle tribune - ph Grasso
embra che i cinesi abbiano inventato un po’
tutto, pure gli spaghetti, perdendosi però strada facendo - la ricetta, perché tra la nostra
amatriciana e i loro noodles c’è la stessa distanza che separa
l’Italia dal Celeste Impero. Quello che laggiù hanno ideato
alla perfezione, in compenso, è l’organizzazione delle corse
di galoppo, in particolare nella “Horse City” come è stata
chiamata Hong Kong in occasione dei Giochi Olimpici 2008.
Giochi che Pechino ha demandato all’ex-colonia britannica
(è tornata alla Cina nel 1997 ma con uno statuto speciale che
l’ha mantenuta città-stato) per le gare di Equitazione.
Queste si sono tenute - con notevole soddisfazione dei
concorrenti per la perfetta accoglienza dei cavalli - nell’area
dell’ippodromo di Sha Tin. Si tratta dell’imponente struttura
da 90 mila spettatori che lo scorso dicembre ha ospitato
le tradizionale Cathay Pacific International Races, ultimo
appuntamento top-level del galoppo mondiale dopo l’Arc
de Triomphe francese, le Breeders Cup americane, la
Melbourne Cup australiana e la Japan Cup nipponica. Molti
dei protagonisti di questo “pocker del turf” sono perciò volati
a fine anno a Hong Kong per chiudere la stagione in bellezza.
Tra questi due cavalli e un fantino che all’ippodromo romano
di Capannelle sono ben conosciuti, i purosangue Jakkalberry
e Zazou ed il top-jockey Lanfranco Dettori.
Jakka, baio cinquenne dell’assicuratore milanese Felice Villa,
dopo il terzo posto nel Derby 2009 ha vinto nella Capitale lo
scorso maggio il Premio Carlo D’Alessio e ad Hong Kong ha
ritentato l’avventura (era già finito quinto nel 2010) allenato
da Marco Botti - in Inghilterra - e montato da Fabio Branca,
peggiorando però il curriculum con la settima piazza del
2011. Bel colpo invece quello del tedesco Zazou, il quale a
Capannelle in novembre ha centrato al secondo tentativo il
Premio Roma. Sulla pista di Sha Tin il baio di 4 anni, preparato
da Waldemar Hickst con jockey Mickael Barzalona, ha
chiuso con un terzo posto che ha fruttato al suo proprietario
(il manager sportivo germanico Werner Heinz) la bella cifra
di 197 mila euro, cioè 80 mila euro in più di quanto aveva
incassato vincendo il Roma. Dettori - milanese quarantenne
che vive oltre Manica - non ha avuto successo a Sha Tin ma
ha ugualmente siglato la sua trasferta nella città-stato cinese
aggiudicandosi - sull’altro celebre ippodromo di Hong Kong,
lo storico Happy Valley - il tradizionale Campionato Fantini.
Un altro celebre jockey napoletano, Umberto Rispoli (frusta
d’oro 2010 con 245 vittorie in un anno, un record strappato a
Gianfranco Dettori, padre di Lanfranco) è partito ora per Hong
Kong, avendo ottenuto il permesso dal facoltoso Jockey Club
locale per montare laggiù dal 20 febbraio al 29 aprile. È la
prima volta che viene rilasciata una licenza così lunga ad un
fantino italiano ed anche un’occasione per il talentuoso Rispoli
d’imparare cinese ed inglese (lingue ufficiali di Hong Kong).
Non gli sarà concesso, infatti, avere un manager - secondo
le norme ippiche locali - e dovrà personalmente contattare
scuderie e allenatori per ottenere le monte nelle corse.
Troverà probabilmente cavalli che già conosce, perché i
proprietari di Horse City sempre più spesso vengono a “fare
la spesa” in Italia. L’ultimo acquisto è stato quello di Duck
Feet, un castrone morello di 2 anni che a Capannelle ha
vinto il Premio Berardelli 2011, ma al quale la carriera in
Italia (in cui si prediligono i cavalli interi) avrebbe dato poche
altre soddisfazione. A Hong Kong invece i castroni sono in
maggioranza e “Piede d’Anatra” (questa la traduzione del suo
curioso nome) si troverà in buona compagnia ◆
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Obesità: presto la nuova frontiera nei trattamenti
Gli studi medici “Social Medical Center”, che aprono in via sperimentale
a Roma dal 1 febbraio, mediante un approccio completamente medico
al sovrappeso basato su rigorosi protocolli terapeutici, supportati
da un centro studi e sperimentazione sito nell’abbazia di Sant’Andrea
in Flumine, saranno la risposta, tutta italiana, ai chili di troppo
U
promo
U
na volta si diceva: ”Grasso è bello!”. Essere
“in carne” era sinonimo di benessere fisico ed
economico. Non solo! Negli anni Trenta, le
Sorelle dello Swing italiano, il Trio Lescano, potevano permettersi
di ironizzare sulle peripezie del povero “Bombolo”, elegantissimo,
ma obeso al punto tale da rimbalzare “come una palla”, diceva la
canzone.
Oggi, a dire il vero, sul tema abbiamo assunto un tono più serio,
perché sappiamo quanto il grasso in eccesso sia dannoso per la
nostra salute.
Gli esperti dell’OMS e del Ministero della Salute stanno da tempo
lanciando l’allarme: soprattutto in Occidente il numero delle
persone obese è in costante crescita. Una vera epidemia, che per
gravità e portata, secondo taluni scienziati, può essere paragonata
al cosiddetto riscaldamento globale. Al fenomeno del sovrappeso e
dell’obesità si legano, infatti, patologie metaboliche come diabete
e problemi cardiovascolari, che comportano un’alterazione della
qualità e durata della vita delle generazioni future. Secondo le
proiezioni dell’OMS nel 2015 nel mondo gli adulti in sovrappeso
saranno circa 2,5 miliardi e gli obesi più di 700 milioni, un numero
maggiore di quello delle persone soggette a malnutrizione.
In quest’ottica, e come strumento di supporto alle istituzioni
sanitarie pubbliche, la società Fa Magro Medical Center ha deciso
di porsi come soggetto qualificato a livello nazionale nelle azioni di
contrasto al problema.
A tale scopo il gruppo apre, inizialmente a Roma dal 1 febbraio 2012,
poi nel Lazio e in tutta Italia, gli studi medici privati “Social Medical
Center”, specializzati nella prevenzione, diagnosi, cura e trattamento
del sovrappeso e dell’obesità attraverso la combinazione di una dieta
ipocalorica personalizzata con trattamenti di elettrostimolazione.
La società si avvale dell’esperienza maturata sul piano del
dimagrimento dai Centri dimagranti Sobrino, cui ne detiene il marchio,
che in soli 18 mesi hanno trattato 30.000 pazienti corrispondenti a
circa 350.000 trattamenti erogati con solo 6 reclami.
Ad oggi gli studi medici Social Medical Center si propongono di
affrontare il problema su un piano medico a 360 gradi, con strutture
moderne e personale altamente preparato.
I centri specialistici saranno il fulcro della politica aziendale
e porteranno il gruppo ad una progressiva capillarizzazione
su tutto il territorio nazionale. In quest’ottica prioritaria dovrà
essere la collaborazione tra queste strutture e la rete esistente dei
medici di famiglia che da sempre hanno un rapporto privilegiato
e confidenziale con i loro assistiti, permettendo con ciò un’azione
incisiva con grandi benefici per l’intera collettività e un risparmio
consistente per il Servizio Sanitario Nazionale. Nel caso del progetto
pilota di Roma e del Lazio si punta alla cooperazione con i 4200
medici presenti nella regione; secondo i dati PASSI del 2009 vi sono
un milione di persone in sovrappeso e
400.000 obesi.
Il paziente, che arriverà già munito
di cartella clinica preparata dal
medico di base, troverà un ambiente
confortevole e figure specializzate
che lo accompagneranno nel delicato
cammino del riacquisto del benessere
fisico e della rieducazione ad un
corretto stile di vita. L’appropriatezza
clinica delle prestazioni sarà garantita
dall’impiego di rigidi protocolli
terapeutici messi a punto da esperti
di comprovata fama nel settore. Ogni
assistito sarà seguito con una terapia
individuale che consiste in una dieta
Abbazia Sant’Andrea in Flumine (RM)
ipocalorica che terrà conto dell’età, del sesso e degli stili di vita della
persona, mai inferiore alle 1200 Kcalorie, coadiuvata da trattamenti
personalizzati di elettrostimolazione. Pratica che nel corso degli
anni si è dimostrata vincente nelle cure dimagranti, effettuata con
apparecchi elettromedicali conformi alle vigenti normative italiane
ed europee, in particolare la Direttiva 93/42/CEE, concernente i
dispositivi medici.
All’interno dei centri opereranno in stretta collaborazione diversi
specialisti. Primi fra tutti un medico esperto in dietologia o un
biologo nutrizionista che guideranno il paziente in tutte le fasi della
cura, assieme agli infermieri professionisti.
Se una terapia a base di dieta ipocalorica ed elettrostimolazione
non dovesse portare il risultato ormai comprovato, il paziente verrà
comunque seguito da un endocrinologo che potrà prescrivere
ulteriori analisi per analizzare la possibile presenza di quelle
patologie in grado di ostacolare il processo di dimagrimento.
Un approccio corretto al problema dell’obesità non può tuttavia
fermarsi al solo aspetto strettamente clinico, è convinzione della
Fa Magro Medical Center che l’assistito vada aiutato da un fisiatra
a riappropriarsi di un corretto stile di vita anche da un punto di
vista fisico. Dal momento che l’obesità può incidere negativamente
sulla sfera psicologica dell’individuo e accompagnarsi ad un senso
di insoddisfazione di sé, del proprio essere, della percezione della
propria immagine, anche in relazione agli altri, all’interno degli studi
medici sarà assicurata, per chi ne dovesse sentire la necessità, la
presenza di uno psicologo. Questa figura professionale, lavorando
in sinergia con il personale medico e paramedico, sosterrà l’assistito
nell’opera di dimagrimento e successivamente lo indirizzerà al
raggiungimento di un nuovo equilibrio in relazione alle diverse
condizioni ed aspettative di vita che gli si presenteranno.
Saranno questi, in ultima analisi, gli ingredienti vincenti di una
strategia che porterà la persona, nei limiti del fisiologico, a non
riprendere più il peso perso.
All’interno della struttura l’azienda ha ritenuto opportuno, nell’ambito
di un approccio poliedrico al problema, costituire un Comitato
Scientifico che riunirà i massimi esperti del settore, dall’Università
“La Sapienza” di Roma al “CNR”, nell’elaborazione di linee guida
terapeutiche conformi alle indicazioni dell’OMS e del Ministero
della Salute e in grado di garantire serietà ed efficacia clinica dei
trattamenti. A presiedere il gruppo di luminari sarà il Professore
Eugenio Del Toma, docente di Scienza dell’Alimentazione e primario
emerito di Dietologia e Diabetologia del “San Camillo-Forlanini”,
Presidente Onorario dell’ADI (Associazione Italiana di Dietetica e
Nutrizione Clinica), sicuramente una delle personalità più brillanti
della dietologia italiana contemporanea.
Imputando estrema importanza all’adeguatezza e aggiornamento
delle cure, il team di esperti si occuperà dei programmi di formazione
del personale medico e paramedico e
avrà, inoltre, premura di organizzare
i convegni e le pubblicazioni
scientifiche dedicati al tema.
Un ulteriore compito fondamentale
del Comitato Scientifico sarà di
sovraintendere ai progetti di ricerca e
sperimentazione che la società farà in
collaborazione con le Università ed
il CNR. Queste ricerche si pongono
l’obiettivo di analizzare e valutare le
basi sperimentali di natura metabolica
legate alla comprovata efficacia dei
trattamenti di elettrostimolazione
e al mancato recupero di peso nel
tempo ◆
64
M AGA ZINE
Haloterapia:
gli effetti benefici del sale
La Grotta di sale, attraverso la respirazione di particelle saline
nebulizzate, ha effetti positivi nei confronti di stress
e problemi alle vie respiratorie. una soluzione ideale
per respirare aria di mare senza allontanarsi troppo da casa
di Francesco Mantica
M
M
arco Polo lo chiamava oro bianco
e senza dubbio non si riferiva solo
ai suoi possibili utilizzi in campo
culinario, ma attingeva piuttosto alla antica sapienza,
appartenente a tempi immemori, che conosceva bene gli
effetti benefici del sale. Quando sulla riva di una spiaggia
respiriamo il ‘sapore di mare’ o percepiamo la salsedine
marina, stiamo facendo a tutti gli effetti dell’Haloterapia, dal
greco Halos/als - sale. I benefici effetti della terapia del sale
sono oggi amplificabili grazie alla Grotta di Sale.
Chiamata anche ‘stanza di sale’, è una delle più recenti
scoperte per ciò che riguarda la cura naturale di determinate
patologie, in particolare quelle respiratorie, e consiste in uno
spazio chiuso in cui le particelle di sale vengono nebulizzate
a secco da un apposito
strumento.
Una
sola
seduta garantisce gli effetti
benefici di tre giornate di
mare: il cloruro di sodio,
inalato, ha infatti un’azione
detergente e battericida in
tutte le vie respiratorie,
migliorando
anche
il
sistema immunitario.
Le origini della Haloterapia vanno fatte risalire a metà
‘800, quando si notò che i minatori polacchi delle miniere
di salgemma erano gli unici a godere di buona salute in
relazione al duro lavoro che facevano e alla scarsa presenza
di ossigeno nelle profondità delle miniere. Da osservazioni
umane ed intuizioni medicali si è così scoperto che il sale
poteva essere molto utile per la salute delle vie respiratorie.
Totalmente naturale e quindi priva di effetti collaterali, la
Haloterapia consente di poter usufruire non distanti da
casa del clima marino. Le proprietà del microclima della
Grotta fanno sì che questa abbia sull’uomo un effetto
totalmente rilassante, migliorando l’umore e la capacità di
concentrazione e riducendo l’ansia.
Particolarmente indicata per i bambini, che possono giocare
con il sale presente sul
pavimento come fosse la
sabbia di una spiaggia,
la grotta di sale è anche
di grande aiuto per gli
anziani e gli sportivi e più
in generale per tutti coloro
che combattono contro
stress e depressione ◆
Halos Via Margutta - Stanza del Sale
HALOS Wellness Philosophy è un NAIL BAR molto glamour (firmato O.P.I) e anche una sofisticata
SPA. Isabella Rodriguez l’ha ideata e realizzata con l’intento di creare nella zona di Roma dove lei
stessa vive, via Margutta, una struttura della quale si sentiva l’esigenza, a detta di molti tra residenti
e negozianti. Un ambiente elegante, minimalista, all’avanguardia, ma anche rilassante e molto
accogliente, dove potersi rigenerare nel corpo e nello spirito lasciandosi andare alle mani esperte dei
terapisti di Halos, scelti con cura tra i migliori del settore.
Impegno, attenzione e professionalità sono le caratteristiche di questo centro benessere che presenta
anche l’opportunità di riservare l’ambiente in esclusiva (a gruppi minimi di 5 persone), per qualche
occasione speciale.
HALOS (dal greco halos = sale) è anche la prima SPA a Roma a presentare la STANZA DEL SALE,
un luogo dove effettuare gli esclusivi ed efficaci trattamenti di Halotherapia.
HALOS WELLNESS PHILOSOPHY
Via Margutta, 119 - Roma - info e prenotazioni 06 89522078 - [email protected]
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Davide Puma
La ricomposizione del contrasto
tra ragione e sentimento
di Maria Laura Perilli
200X140 olio su tela 2009
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utta l’opera di Davide Puma si
contraddistingue per il rigore assoluto
della impaginazione. La collocazione di
ogni tema delle sue rappresentazioni, sia che si tratti di esseri
umani che di animali, non è mai lasciata alla casualità.
Un sottinteso ordine geometrico, strutturato da mediane e
diagonali, conduce il gioco disponendo piani e figure. Gli
sfondi si distendono seguendo un reticolo, una modularità
ordinatrice delle zone di colore, che si aprono ad un dialogo
costruito per mezzo di intersezioni e vibrazioni luminose,
attentamente graduate per la individuazione e definizione
del loro peso.
È con il rigoroso dinamismo dei suoi sfondi, reso
con spatolature dense e materiche, che Puma capta
l’attenzione dell’osservatore concedendogli il libero arbitrio
dell’immaginazione spaziale; esso diviene parte in causa, non
L’importanza dei vuoti (dittico) 300x175 olio tela
solo emozionalmente per la dirompente forza musicale del
colore, ma anche perché è chiamato ad attivarsi, mentalmente,
per la costruzione di uno spazio finalizzato all’ospitalità di
corpi immersi nella loro profonda solitudine. Solitudine e
silenzio, in simbiosi, sono le dimensioni che sottolineano e
definiscono la spazialità voluta da Puma. L’artista rifugge nel
lavoro qualsiasi atteggiamento descrittivo; le sue figure sono
capaci di stimolare l’introspezione psicologica, la ricerca
dello stato d’animo o di una problematica che deve essere
riportata alla superficie proprio da colui che guarda.
Gli sguardi dei personaggi, ora fissi nel vuoto, ora ombrosi e
diretti, rappresentano la chiamata ad un gioco interpretativo;
l’osservatore ricerca in essi qualcosa di sé, coinvolto così in
una vera e propria operazione di autoanalisi. Il dialogo che si
apre è talmente intenso da determinare una osmosi psicologica
e carnale. La plasticità dei corpi, inquadrata sulla colorata
Io sono Luce (Atena) 200x200 olio tela
modularità di fondo, diviene emblema e testimonianza
dell’odierno scontro tra la grandezza della sensibilità e quella
della razionalità. Puma denuncia così la rottura dell’equilibrio
tra i due mondi con lo scopo di evidenziare la sopraffazione
della razionalità sul tutto e l’emarginazione della sensibilità
dell’uomo in nome di un distorto efficientismo.
Contrasto tra ragione e sentimento! Maria Ida Gaeta riporta
in un suo scritto celebri citazioni che ben lo sottolineano: se
per Nietzsche “dietro ogni pensiero si nasconde un affetto”,
radice profonda delle nostre azioni, per Cartesio la forza
dell’anima consiste nel vincere le emozioni; ed ancora, se
per Hume “la ragione è e deve essere schiava delle passioni”,
Freud ci spiega che “la repressione degli affetti ha come
conseguenza immediata lo sviluppo delle nevrosi”.
L’obiettivo di Puma, il senso della sua ricerca è, tra i tanti,
quello di ricomporre in pittura detto contrasto; è essenziale,
necessario ed urgente per l’artista trovare una via che riconcili,
nella vita dell’uomo odierno, la contrapposizione delle due
entità in una dimensione di sano e giusto equilibrio ◆
arte
La Messa è finita 160X160 - 54. Esposizione Internazionale D’arte Della Biennale Di Venezia
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Incanto cristallino
Fra le molte meraviglie artistiche e museali,
fino a giugno a Firenze è in mostra il mondo magico
dei cristalli, in una eccezionale collezione
allestita presso La Specola
Pirite associata a calcite
U
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n cristallo (dal greco krýstallos, ghiaccio)
è formato da atomi associati in una
disposizione geometricamente regolare
su piani tridimensionali.
Mondo affascinante e sconosciuto, i cristalli sono stati
oggetto di ricerca, collezionismo, studio e commercio
occupando da sempre un posto di rilievo nella storia
economica, scientifica, culturale, artistica e perfino
in medicina.
Le loro incredibili strutture possono
formarsi in ambienti e condizioni
chimico-fisiche diverse ed essere
caratterizzati da differenti velocità
di crescita e dimensioni possibili,
per cui il fattore tempo gioca un
ruolo critico. Per la formazione di
grandi cristalli sono necessari spazio e
condizioni chimico-fisiche costanti, altrimenti il processo
di formazione si ferma e può addirittura dissolversi.
Presenti in ogni tipo di roccia, sono oltre 4.000 le
Fluorite con quarzo
specie mineralogiche conosciute, ma solo alcune fra
queste producono cristalli visibili a occhio nudo e quelli
sufficientemente grandi, resistenti e trasparenti da poter
fornire pietre dure, semipreziose e preziose, si formano in
genere nella crosta terrestre a una profondità compresa tra i
3 e i 12 chilometri.
A Firenze ormai da tre anni prosegue quella che è
stata definita la più bella mostra di minerali al
mondo, attualmente prorogata fino a giugno
2012. La collezione di cristalli del fisico
Alberto Giazotto, incantato dalla
magia di questi elementi fin da
piccolo, è composta da oltre 500
esemplari raccolti dal ’43 ad oggi.
Una passione alimentata dapprima
attraverso l’osservazione di rocce e
Elbaite su clevelandite
minerali lungo il greto del fiume Dora,
quindi attraverso la ricerca presso antiquari in Italia e infine
viaggiando da un capo all’altro della terra alla ricerca di rari
esemplari, acquistando campioni singoli da anonimi minatori
pachistani, brasiliani, cinesi o intere collezioni. ‘Agli antiquari
chiedevo immancabilmente se per caso avessero trovato
nelle soffitte dei palazzi romani minerali e cristalli - scrive
Giazotto - e la fortuna aiuta gli audaci: un antiquario aveva
trovato una grossa scatola piena di minerali cristallizzati che
mi donò generosamente”.
Il risultato di una vita di ricerche è una favolosa esposizione
di pezzi più comuni e conosciuti come quarzi, tormaline
e zolfi, che trovano posto accanto a cristalli spettacolari
dai nomi fiabeschi: berilli, fosfofilliti, argenti di Kongsberg
e il crisoberillo geminato a stella. Un repertorio raro e
scientificamente prezioso, ma soprattutto un’affascinante
esperienza visiva data da eccezionali associazioni
cromatiche, come la celestite blu su zolfo arancione, e da
incredibili aggregazioni cristalline strutturalmente perfette.
Dell’insolito paesaggio minerario fa parte anche un certo
numero di esemplari eccezionali provenienti da Russia, Cina,
Pakistan, Brasile e Afghanistan, come il campione di cuprite
di Onganja, Namibia; la grande elbaite fascicolata di Paprok,
Afghanistan; l’elbaite di Coronel Murta, Brasile; il cristallo di
gesso di Niccioleta, Toscana.
Alcuni dei cristalli esposti si sono formati addirittura oltre
un miliardo di anni fa e gran parte di essi provengono da
miniere ormai esaurite a causa della domanda crescente di
energia e materie prime; le risorse minerarie infatti, come
altre categorie del regno animale e vegetale, rischiano
l’estinzione. La mostra intende dunque anche sollecitare una
riflessione sul concetto di “ecologia del sottosuolo”.
L’esposizione è allestita nel Museo della Specola, il più antico
museo scientifico d’Europa, fondato dal Granduca Pietro
Leopoldo di Lorena con l’idea di dare una sistemazione
Fluorite su muscovite
Ametista
Acquamarina
organica e razionale alle raccolte scientifiche medicee,
già allestite presso la Galleria degli Uffizi. Attualmente La
Specola è una Sezione del Museo di Fisica e Storia Naturale
che, aperto al pubblico nel 1775, già allora si configurava
come un moderno centro di ricerca: disponeva di un giardino
botanico, di un osservatorio astronomico, di una biblioteca e,
dal 1807, di un liceo per l’insegnamento delle scienze con sei
cattedre scientifiche e laboratori sperimentali specializzati,
ad esempio, nella lavorazione delle cere. Dall’800 inoltre il
museo custodisce gli strumenti di Galileo ◆
www.mostracristallifirenze.it
D.C.
Titanite
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Il collezionista di orologi
“Gli orologi... quegli strani oggetti di precisione che dovrebbero dirti l’ora e, invece, ti
raccontano un sacco di altre bellissime cose facendoti perdere tantissimo tempo”.
La passione di Dario Caponnetto per gli orologi è il filo conduttore delle piccole storie di
vita che costituiscono la sua prima opera letteraria. Il collezionista di orologi è, a detta
dello stesso autore, ‘un libro destrutturato come un film di David Lynch’. Eppure un nesso
fra le pagine c’è, ed proprio il tic-tac degli orologi, amati, comprati, inseguiti, indossati,
curati nel corso degli anni. Il primo, un Casio al quarzo, e poi via via tanti altri, che hanno
segnato passaggi della vita: Citizen, Tudor, Sector, Rolex (il regalo di laurea), Hamilton... E
poi la caccia al tesoro nei mercatini di paese o su Ebay alla ricerca del Sacro Graal di turno.
Acquisti che arricchiscono la collezione dell’autore, ma soprattutto scandiscono gli incontri
e i momenti decisivi della vita: il padre che gli trasmette questa ‘insana’ passione, la laurea,
la moglie, i figli, gli amici, i luoghi... Il tutto sullo sfondo di una inconciliabile dicotomia:
orologio al quarzo o meccanico? automatico o il manuale? da portare a destra o a sinistra?
“Ho troppi orologi ma non governo il tempo”.
Autore: Dario Caponnetto
Editore: Altro Mondo Editore
SOTTO I TRE CARATI NON È VERO AMORE
STORIE DI GIOIELLI, I MIGLIORI AMICI DELLE DONNE
Dopo le scarpe e le borse, un nuovo divertente libro su una delle più meravigliose
‘ossessioni’ femminili: i gioielli. Una passione, quella dei gioielli, condivisa da Liz Taylor e
Richard Burton. Per Marilyn invece erano i migliori amici delle ragazze. Onassis li vedeva
addosso alla Callas e li donava identici a Jackie. Coco Chanel ne disegnò di falsi che oggi
valgono più dell’oro... Tesori in miniatura e silenziosi custodi di memorie, sono passioni
femminili (ma non solo) e armi di seduzione dalla notte dei tempi. Ogni donna ha un
rapporto stretto e intimo con ori e preziosi, perché sono il modo con cui parla di sé e
con cui seduce. Un libro glamour e brillante in cui Paola Jacobbi, giornalista inviato di
Vanity Fair, svela in questo libro tutti i segreti di questa pericolosa relazione: dalla collana
di Jean Schlumberger resa famosa da Colazione da Tiffany alla catenina Carrie in Sex and
the City; dal filo di perle, unica vanità alla quale si piegava persino Margaret Thatcher, ai
charms tintinnanti che si indossano contro ogni senso pratico. Fino al sogno più romantico,
il solitario. L’unico che può trasformare un fidanzato qualunque nel principe azzurro.
Autore: Paola Jacobbi
Editore: Sperling & Kupfer
www.sperling.it
Books
CHECK UP - I libri di OK SALUTE
Il volume Check Up, gli esami da fare alla tua età, è una guida pratica per sapere quando e come
fare visite ed esami preventivi dalla nascita in poi, con i consigli di 27 grandi medici specialisti per
salvaguardare la salute di tutto il corpo. Il libro Check Up (allegato al mensile OK La salute prima
di tutto, di novembre) lo si può comprare online al costo di 5,90 euro su www.sceltiperme.it.
Divulgativo e chiaro, il manuale spiega anche come misurare la pressione a casa e come leggere
le analisi di sangue e urine. Inoltre, una serie di informazioni al lettore su come prenotare le visite,
sugli screening preventivi gratuiti, sui nuovi servizi in farmacia. L’ultimo capitolo è dedicato ai
bambini, con i controlli obbligatori che spettano ai pediatri e il calendario delle vaccinazioni.
Autori vari a cura delle redazione di OK La salute prima di tutto.
Editore: RCS Periodici
www.sceltiperme.it
DESIGN - UNA STORIA ITALIANA
Sedie, bicchieri, tavoli, lampade: attraverso gli oggetti più ‘banali’ della quotidianità, il
design italiano è entrato a far parte della vita di tutti i giorni. Realizzato in occasione della
grande mostra Meet Design di Torino e Roma, il volume, a cura di Marco Romanelli con
Matteo Pirola e Paolo Imperatori, si propone come una prima grande monografia sul design
italiano, presentando un’inedita selezione di pezzi e proponendo uno spaccato trasversale
sulle tipologie del design dal 1948 ad oggi attraverso il racconto dello straordinario lavoro dei
progettisti e degli imprenditori italiani. Gli oggetti di tutti i giorni non sono quindi suddivisi
per autore, per materiale o per cronologia, ma vengono proposti secondo un criterio che
tiene conto in particolar modo della tipologia, creando un percorso attraverso cui è possibile
seguire con assoluta evidenza e con un buon margine di obbiettività l’evoluzione del
progetto, sottolineandone le primogeniture ed evidenziandone il cambiamento degli stili.
Autore: Marco Romanelli
Editore: Skira / Meet Design / RCS
www.skira.inet
what’s on what’s
Il west, il sole, la natura
novoli
LA MAGICA NOTTE DE LA FÒCARA
Il fuoco più grande del bacino
del Mediterraneo rivive ogni anno a Novoli,
in provincia di Lecce, nella magica notte
dedicata a Sant’Antonio Abate,
patrono della città
di Vittoria di Venosa
U
promo
Dichiarata Patrimonio Unesco intangibile, La Fòcara è una
festa secolare che racconta l’identità culturale e popolare
di questo rito antichissimo che si rinnova ogni anno il 16
gennaio, giorno in cui si commemora Sant’Antonio Abate.
In pratica ogni anno un falò di 25 metri di altezza e 20 metri
di diametro viene acceso dopo essere stato costruito con una
lunga preparazione, che inizia l’8 dicembre con tecniche
tramandate gelosamente da padre in figlio: un evento carico
di simboli legati alla cultura contadina del territorio che
si muove tra il sacro e profano e che vede coinvolti tutti i
cittadini di Novoli. Promosso dalla Regione Puglia, Provincia
di Lecce e Comune di Novoli, la festa del fuoco de La Fòcara
è diventata ormai da anni occasione di incontro tra culture
e religioni diverse che si riuniscono idealmente intorno al
‘fuoco buono di Puglia, messaggero di pace nel mondo’.
Importanti testimonial come l’artista Mimmo Paladino che
per l’edizione 2012 ha realizzato il ‘manifesto d’autore’, il
designer Antonio Romano che ha realizzato il logo della
Fondazione Fòcara di Novoli, (fondazione che ha l’obiettivo
di tutelare, conservare e tramandare questo patrimonio della
tradizione popolare novolese) e Mario Cresci, Premio Fòcara
Fotografia 2012 erano presenti all’accensione del falò e
insieme agli ospiti d’eccezioni quali Daniele Silvestri, Moni
Ovadia e Shantel che intorno ai fuochi pirotecnici durati tutta
la notte, hanno contribuito, insieme a Roy Paci & l’orchestra
del fuoco a rendere unica la notte più magica dell’anno.
n ritorno alla campagna, alla cucina semplice e robusta, al calore e all’initimità di
una serata davanti alla
brace. Viaggio a un passo da Roma, ma
in un’atmosfera che racconta di terre
lontane, di pionieri e praterie, per vivere il sapore di un’avventura nel lontano
ovest. Qui infatti una distesa verde, con
un bosco naturale e graziosi laghetti,
ospita Wild West: un angolo di quel
lontano mondo dei nativi d’america e
dei pionieri, di frontiera e d’avventura.
Ci si arriva per un aperitivo al tramonto,
si rimane per la cena, ascoltando l’ottima musica di sottofondo, affascinati
dall’atmosfera da film e dalla bellezza
sorprendente di questo parco appena
fuori dal caos della città. Un cancello
segna il confine verso l’ovest, con un
toro a grandezza naturale che accoglie
gli ospiti in questo piccolo viaggio oltre
frontiera. All’interno, la sala che ricostruisce perfettamente la scenografia dei
film di cow boy: la banca e la prigione
(che ospita un tavolo per piccole comitive) e ovunque selle, vecchie Colt, cinturoni, frecce, totem, targhe, tutti pezzi
originali che accompagnano in questo
viaggio che parte dalla buona tavola. Il
menu, naturalmente, non può che cedere al richiamo della carne, con una vasta
selezione italiana e straniera da cucinare
sulla griglia a legna: fiorentina danese,
scottona irlandese, entrecote del Nebrasca, bisonte canadese, carne argentina, bistecca fiorentina DOC, alette e
coscette di pollo. Una cucina robusta e
saporita che non dimentica antipasti Tex
Mex, insalate, contorni gustosi come le
bucce di patate fritte e le verdure grigliate, e il sabato e la domenica a pranzo
anche primi piatti, da accompagnare
con vini e birre. Si chiude in dolcezza,
con crostatine e dolci caldi dello Chef,
scaldati dalla stufa al centro dalla sala o
ospitati dall’ampio spazio all’aperto, da
cui osservare i tanti animali: papere, cigni, daini, maialini, che faranno la gioia
dei più piccoli. Per chi non resiste al vizio del fumo, una sala riservata da cui
godere della vista incantevole del parco.
wild west - Steak House
Via della Giustiniana, 906
Tel. +39 0630207222
Aperto tutti i giorni dalle 19,
sabato e domenica anche a pranzo
Chiuso il lunedì
www.wildweststeakhouse.it
what’s on what’s on what
Massimo Giannoni. Four Triptychs
dal 21 gennaio al 26 febbraio 2012
Palazzo delle Esposizioni
Quattro grandi trittici, realizzati nel 2011, illustrano la ricerca artistica
che Massimo Giannone ha portato avanti nell’anno appena conclusosi.
Il tema che l’artista ci propone è quello del confronto tra due realtà del
nostro tempo, argomento antico sottolineato dall’antitesi tra due modi di
essere e di concepire l’esistenza, tra la vita attiva e la vita contemplativa.
Nei grandi dipinti, densi di segni fitti, si fronteggiano la frenesia degli
affari e il senza tempo delle biblioteche, le vedute di città cariche di
luci ombre e i luoghi in cui sovrana è la spiritualità. Giannone oppone
il silenzio al caos, anche nella tecnica pittorica che, con quel suo fare
serrato riesce a unire figurativo e informale.
Postcard from…
Damien Hirst Nucleohistone
Fino al 10 marzo, Fondazione Pastificio Cerere
e altre sedi, Roma
Primo appuntamento 2012 per la Fondazione Pastificio Cerere, alla
seconda edizione di Postcard from…, progetto volto a diffondere
l’arte contemporanea nel contesto urbano, portandola dove non ci si
aspetterebbe di trovarla, rendendone i passanti spettatori involontari
per stimolare il pensiero e promuovere progetti artistici che favoriscano
la crescita culturale e sociale. In mostra il poster Nucleohistone, lavoro
ispirato dalla passione dell’artista per l’estetica della medicina, il cui
titolo si riferisce alla struttura formata da proteine e DNA contenuta
nel nucleo delle cellule. L’inglese Damien Hirst è uno dei quattro artisti
invitati a ideare un manifesto di dimensioni 400x300 cm, esposto fino
al 10 marzo 2011 alternativamente in dieci impianti di Roma gestiti da
A.P.A. - Agenzia Pubblicità Affissioni e nella hall del MACRO - Museo
d’Arte Contemporanea Roma.
Eucatropine 2005
Household gloss
on canvas 34 x 34 in (diamond)
86.4 x 86.4 cm
(2 inch spot)
© Damien Hirst
and Science Ltd.
All rights reserved,
DACS 2011, Courtesy
Gagosian Gallery.
Photographed
by Prudence
Cuming Associates
Guercino 1591-1666. Capolavori da Cento a Roma
fino al 29 aprile 2012, Palazzo Barberini
La figura di Francesco Barbieri, detto Guercino (1591-1666) è al centro della mostra nei nuovi
spazi dedicati alle esposizioni temporanee a Palazzo Barberini. Allievo di Ludovico Carracci
e illustre esponente della tradizione pittorica emiliana, Guercino, il cui nome si deve a una
menomazione fisica, venne a Roma per volontà di Gregorio XV Ludovisi. Particolarmente
apprezzato dal nipote di questi, per il quale affrescò il Casino nei pressi del Pincio, il pittore
si fermò nella città eterna dal 1621 al 1623, per tornare, dopo la morte del pontefice, nella
nativa Cento. La mostra raccoglie trentasei capolavori che ben illustrano l’attività giovanile
di formazione, il glorioso periodo romano e gli anni del ritorno in patria in cui evidente è un
ritorno alla matrice classicista.
Dopo la fotografia.
Arte in Italia 1850-2000
fino al 4 marzo 2012, Galleria Nazionale di Arte Moderna
Una mostra interessantissima sul rapporto tra pittura e fotografia è quella organizzata
dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e dall’Istituto Nazionale per la Grafica.
Allestita negli spazi della Gnam la mostra raccoglie circa cinquecento opere che
mettono in luce l’interesse che i rappresentanti dell’una e dell’altra tecnica hanno
avuto per le rispettive ricerche e come, da questo confronto, sia nato, nel corso
dell’Ottocento, un nuovo linguaggio pittorico. Documentati i primi studi dei
macchiaioli, di Sartorio, di Balla e di tanti altri fino alla conquista di autonomia
della fotografia avvenuto nel corso del Novecento. La rassegna si conclude con il
riconoscimento della fotografia come mezzo di espressione artistica.
di Laura Mocci
Dialogo
Giovedì 16 febbraio
Auditorium, sala Sinopoli
Una conversazione tra fiati e corde, due grandi del
panorama jazz contemporaneo, Ralph Towner e Paolo
Fresu, in un incontro artistico che è quello fra due mondi
sonori (tromba e flicorno con chitarra acustica). E molto
ancora, perché su una base comune fatta di jazz, etnica,
melodia e improvvisazione si sviluppa un linguaggio
originale e moderno fatto di poesia, silenzio e pathos.
Un progetto fondamentalmente acustico che da origine a
una musica rarefatta con brani originali, omaggi alla storia
del jazz (standard) e momenti di pura improvvisazione.
www.auditorium.com
Colazione
da Tiffany
Dal 13 marzo al 1 aprile,
Teatro Eliseo, Roma
Un classico del ‘900: tutti conoscono
il film di Blake Edwards con
l’indimenticabile Audrey Hepburn
e George Peppard... Prima ancora è
un breve romanzo gioiello di Truman
Capote, da cui Samuel Adamson ha
tratto anche una riduzione teatrale.
Sarà in scena con Lorenzo Lavia nel
ruolo di Paul, scrittore in cerca di
ispirazione, e Francesca Inaudi alle
prese con il delizioso personaggio
di Holly Golightly, regia di Piero
Maccarinelli.
Il Ristorante pizzeria, “Celestina ai Parioli”,
situato nel cuore dell’omonimo quartiere,
è dotato di ambienti confortevoli, caldi e
luminosi. Un locale curato, con un’ampia
veranda chiusa e cucina a vista, pareti
dai toni chiari, un fresco celeste e
legno al pavimento, che accoglie
senza inutili formalità, invitando
da subito a sentirsi a proprio agio
ricreando l’atmosfera delle origini,
di quel lontano 1926 in cui è nata
la storia di questo ristorante, mai
interrotta negli anni a seguire.
Oggi come allora la cucina è
semplice e genuina e per quanto
alleggerita e adattata ai gusti
attuali, è un susseguirsi di piatti
classici romani sia di carne che
di pesce, con qualche piccola
novità, proprio per stupire
sempre i propri clienti, come
ad esempio la barca di fritto
celestina.
È una vera e propria barchetta
in carta paglia che serve da
piatto per le alici fritte, il
baccalà in pastella, il fritto
calamari e gamberi ecc..
I prodotti quali la pasta
all’uovo, il pane ed i dolci sono
rigorosamente di produzione
propria.
Il
ritorno
della
pizza
rigorosamente con impasto 48,
72 ore, offre ai giovani un’ottima
alternativa per cene veloci, ed
economiche!!!!!!
Eccezionali i supplì, le crocchette
o i fiori di zucca ripieni di ricotta
di bufala, anche questi fatti in casa.
Celestina vi aspetta!
Viale Parioli, 184
tel. 068078242 - 068079505
www.ristorantecelestinaaiparioli.com
parcheggio privato gratuito
what’s on what’s
Un indirizzo nel verde
per una cena tra amici
ANTHONY JAMES
Fino al 23 febbraio 2012 - Brand New Gallery
Le opere visivamente magnifiche e inquietanti di Anthony James, ex
modello e nome di punta dell’arte contemporanea USA, fabbricate
ad hoc e installate negli spazi della galleria di via Farini 32 a
Milano, fondendo precisione tecnica, ripetitività e spettacolarità,
mettono a nudo l’influenza del Pop e del Minimalismo sull’arte e
sulla cultura contemporanee. Rielaborando i linguaggi visivi del
tardo Modernismo (con riferimenti ad artisti come Piet Mondrian,
Andy Warhol, Donald Judd e Dan Flavin), il corpus di opere di
James sperimenta i mezzi più disparati: strutture in acciaio di
altissima rifinitura, misteriose fusioni a cera persa realizzate con
l’ausilio del computer, grossolani disegni composti da tubi al
neon, meccanismi placcati nickel, intimistici dipinti a olio. Nella
sua ultima opera, dal titolo Consciousness & Portraits Of Sacrifice,
James prosegue la ricerca sul concetto di ritualità e racchiude
foreste vergini di legno di betulla in vetrine minimaliste simili a un
tempio, che si espandono all’infinito grazie al gioco degli specchi
e collocano lo spettatore in uno spazio distante e innaturale.
www.brandnew-gallery.com
LA TRANSAVANGUARDIA ITALIANA
Fino al 4 marzo 2012 - Palazzo Reale
La mostra, a cura di Achille Bonito Oliva, presenta i protagonisti del movimento della
Transavanguardia: Sandro Chia (nella foto), Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De
Maria e Mimmo Paladino. Per ciascuno dei cinque protagonisti della Transavanguardia il
curatore ha selezionato 15 opere in collaborazione con gli artisti, tra le più significative,
inedite o particolari della ricerca compiuta. La mostra ruota attorno ad alcune tematiche
comuni, che attraversano le diverse poetiche dei cinque artisti in mostra: il ritorno alla
manualità della pittura, il narcisismo dell’artista, il doppio e l’altro, la violenza, la natura,
l’incertezza della ricerca, l’inconscio, l’immagine tra disegno e astrazione, tra bi e
tridimensionalità. Sono 66 in tutto le opere raccolte: 44 provenienti da musei, fondazioni,
gallerie e collezioni private italiane, e 22 da musei e collezioni europee e dalle maggiori
gallerie che hanno lavorato e promosso la Transavanguardia nel mondo.
www.comune.milano.it
U
Mostra permanente - Gallerie D’Italia
Lo scorso novembre è stata inaugurata a Milano in piazza Scala
(entrata per il pubblico in via Manzoni 14) le Gallerie d’Italia, il
nuovo polo museale frutto di una partnership nel segno dell’arte
tra due importanti banche: Intesa San Paolo e Fondazione Cariplo.
Il progetto milanese vede le due Istituzioni affiancate nella
realizzazione di uno spazio espositivo ricavato da Michele De
Lucchi in un complesso architettonico di straordinario pregio tra
via Morone, via Manzoni e piazza della Scala. Due palazzi storici
affiancati, di proprietà di Intesa Sanpaolo, ospitano 197 opere
dell’Ottocento italiano, in particolare lombardo, 135 di queste
appartenenti alla collezione d’arte della Fondazione Cariplo e 62
a quella di Intesa Sanpaolo. Al settecentesco Palazzo Anguissola
e all’adiacente Palazzo Brentani, rielaborato nell’Ottocento, si
affiancherà nella primavera del 2012 la storica sede della Banca
Commerciale Italiana in piazza della Scala, che ospiterà la nuova
sezione delle Gallerie e vedrà esposta una selezione di opere
del Novecento, provenienti da prestigiose raccolte. Nella foto
un’opera di Boccioni.
www.gallerieditalia.com
V.D.V.
promo
OTTOCENTO LOMBARDO
na sensazione di familiarità e bellezza, quella della campagna in
inverno, quando l’aria
pungente invita a trascorrere le serate nel caldo confortante
di un ristorante dall’atmosfera rustica e
accogliente.
Bastano pochi minuti di macchina
dopo l’ufficio per giungere a
destinazione, e godere, magari, delle
ultime ore di luce immersi nella natura.
Basta dare uno sguardo al parco:
otto ettari rigogliosi in ogni stagione
dove lo sguardo trova finalmente un
panorama libero dai palazzi della città.
In un tale scenario è impossibile non
trovare immediatamente il buonumore,
confortati da sapori veri, con un menu
che è un inno alla grande tradizione
della cucina italiana, dove emergono
con forza i sapori di una materia
prima scelta con cura ed elaborata
con semplicità. Primi piatti e pesce
freschissimo, verdure e tanta carne
cotta alla griglia, senza tralasciare una
bella scelta di dolci, un goloso carosello
che non poteva certo dimenticare la
pizza cotta nel forno a legna. Un menu
che riesce a soddisfare anche i palati
più capricciosi, mettendo d’accordo
grandi e piccini, che troveranno qui
tutto l’occorrente per trascorrere
feste di compleanno in allegria,
con animazione e intrattenimento
musicale. Il corvo allegro infatti, unisce
alla sala con la grande veranda da cui
godere una strepitosa vista sul parco,
anche uno spazio disco pub, perfetta
scenografia per le feste pomeridiane
dei bimbi, e quelle serali dei più grandi:
basta prenotare per trasformare una
giornata qualsiasi in un momento di
festa e di vacanza.
Il corvo allegro
Seven Hills Village
Via Cassia, 1216 al km 13 - Tel. +39 0630362751
(dal Raccordo, uscita n. 3) La Giustiniana
Domenica aperto anche a pranzo
[email protected] - www.ilcorvoallegro.it
promo
E
legante e raffinato, caldo ed esclusivo: il calore
di una casale di campagna, dove legno, pietra
antica, dettagli d’epoca regalano una sensazione intima e avvolgente. Un rifugio perfetto per
lasciarsi alle spalle freddo e pioggia, circondati da attenzioni speciali. Come fermi in un mondo incantato,
dove ogni particolare racconta una storia di eleganza e intimità, dove una calda ospitalità si respira nei molti angoli del
locale: il salottino dove fermarsi a conversare, la sala con il
camino da cui guardare il pellicano sornione nel cortiletto, la
stanza con il pianoforte che il venerdì e il sabato si anima col
pianobar, la loggia, ideale per matrimoni e altri eventi, la veranda affacciata sul parco e infine la saletta privata scaldata
dal caminetto, riservata solo per due. Un po’ ovunque sono
sparsi, con apparente casualità, lampade, foto d’epoca, oggetti
antichi, ricordi e tocchi personali che circondano ogni ospite
per accompagnarlo in una cena speciale, in cui la semplicità
della realizzazione sposa la qualità della materia prima e la
grande tecnica artigianale: pane, dolci, grissini, carne essiccata, pasta fresca e secca, tutto viene realizzato dallo chef. Un
continuo omaggio alla cultura gastronomica italiana che non
teme qualche spunto creativo opera di Agostino Fonzo, che in
più alleggerisce la cucina di tradizione con tecniche moderne,
come cotture a bassa temperatura e sottovuoto, per avvicinarsi
al gusto e alle esigenze attuali. Con grande attenzione alla materia prima, dalla varietà di crudi, ostriche, affumicati, marinati
e carpacci, alla selezione di cereali e legumi inconsueti: “prodotti poco utilizzati, come l’amaranto e il grano saraceno, per
dare spazio anche a quelle produzioni meno note che sono
una grandissima ricchezza della nostra terra - come lui stesso
ci dice - con un occhio di riguardo ai prodotti del territorio e
stagionali”. Gli chiediamo cosa si trova in questo periodo: “Col
freddo ci sono piatti più robusti, per esempio la cacciagione:
cinghiale, cervo, capriolo. Non mancano serata dedicate al
tartufo, di Alba o di Acqualagna, secondo i casi, un prodotto
che nel periodo giusto non manca mai”. Volendo citare qualche piatto si passa dalle fettuccine al Morellino di Scansano
condite con stracotto di cinghiale, robusto richiamo alla tradizione etrusca e a quella del bue garofolato romano, dal filetto di maialino in camicia di formaggio urbriaco e sesamo,
al bianco di sarago al forno con una panatura di erbette e pan
brioche. Tra i dolci il millefoglie di sablé al pecorino e ricotta
romana o il bianco pera ai sette cereali. Una scelta di piatti
raffinati da accompagnare a una delle 500 etichette della bella
cantina, scelte dal sommelier sempre presente per consigliare
e seguire ognuno con professionalità e discrezione. Un’ospitalità che si fa ancora più raffinata a San Valentino, con un menù
esclusivo di terra e di mare proposto in abbinamento con i
vini. Piatti ricercati e gustosi, come la polenta gratinata con
petto d’oca affumicato, il fazzoletto croccante di squaquerone
e noci con totani all’arancio, il risotto al castelmagno e pere al
cacao amaro, il raviolone di carciofi e aragostelle al profumo
di limone amalfitano, l’avvoltino di orata e gamberone rosso
al pistachio con bignole di broccoletti, per concludere con il
gran cuore con cremoso nocciolato e salsa al clementino, per
festeggiare con gusto il giorno degli innamorati.
Il PICCHIO ROSSO
Via Cassia Km 13, Via Italo Piccagli, 101
(dal Raccordo uscita n. 3) - Tel. +39 0630366468
Ambiente Climatizzato, aperto solo la sera,
chiuso la domenica. Piano bar venerdì e sabato
Si accettano tutte le carte di credito
Parcheggio custodito
[email protected] - www.ilpicchiorosso.it
gourmet
Per una punta di delicatezza
e di eleganza in più
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M AGA ZINE
M AGA ZINE
ALESSANDRO BORGHESE,
lo chef alternativo che ci insegna
ad apprezzare IL LUSSO DELLA SEMPLICITà
di Carlotta Miceli Picardi
ph Mattia Zoppellaro
N
N
ell’attimo esatto in cui chiudo lo sportello,
sento un rombo alle mie spalle. Mi giro
istintivamente: un biker in total-black, in
sella ad una moto potente inchioda a qualche metro da me.
Si sfila il casco e passa le dita tra i capelli, arruffandoli un
po’. Due anelli d’argento brillano sotto le ciocche scure: una
piccola catena che avvolge il pollice ed un teschio, che sfiora
il margine di una lieve ferita da arma da taglio. È giovane, alto.
Tratti mediterranei, un velo di barba, annoto mentalmente…
Mi viene incontro con passi rapidi, che risuonano sul tappeto
di foglie secche. Con un gesto rapido, slaccia il blouson di
cuoio e si guarda intorno. Seguo la direzione dei suoi occhi e
incontro il marciapiede assolutamente deserto, sotto la luce
rarefatta di un mattino umido. Allunga la mano ed io non mi
ritraggo. Anzi, lo affronto, spavalda. Una stretta energica…
Poi, un sorriso: “Facciamo colazione?” “Volentieri!”, rispondo
con entusiasmo, seguendolo nella saletta del bar, dove ci
sediamo davanti ad un vassoio di cornetti fumanti. Sarebbe
perfetto con una fionda dalle sfere d’acciaio in tasca o con
una Fender a tracolla, - penso - ma lo strumento con il quale si
lavoro, ne approfittavo per organizzare riunioni con
amici e compagni dell’International School, proponendo
accostamenti particolari, rivisitazioni azzardate. Veri e
propri test, insomma, che riscuotevano successo e mi
gratificavano. Dopo il diploma, ho deciso di imbarcarmi
sull’Achille Lauro come addetto alla sala macchine… del
gas! Esperienza assolutamente unica per la formazione di
uno chef. E talmente avventurosa! La donna in ogni porto, il
naufragio del 30 novembre del 1994 al largo delle coste della
Somalia… Non mi sono fatto mancare niente!”.
esprime al meglio è… il mestolo! Si tratta infatti di Alessandro
Borghese, il cuoco che, pur muovendosi quotidianamente tra
i fornelli del palinsesto di RealTime, percorre di tanto in tanto
nuovi e interessanti itinerari gastronomici nelle altre reti e in
giro per il mondo. Figlio del produttore Luigi e dell’attrice
Barbara Bouchet, si cimenta da anni in esperimenti culinari
e televisivi con altissimo indice di gradimento, da ‘Cortesie
per gli ospiti’ a ‘L’Ost’, da ‘Cuoco gentiluomo’ a ‘Chef a
domicilio’, passando per ‘Fuori menù’ e ‘Cucina con Ale’.
Raccontami come è nata la tua passione, Alessandro.
“Con i profumi della domenica, ai tempi delle scuole medie,
quando papà preparava i suoi manicaretti per il pranzo in
famiglia. Mi ritrovavo ad assaporarli già attraverso gli odori
che salivano da pentole e tegami. Ritengo che siano proprio
i piatti della memoria a costituire il bagaglio che determina i
gusti di ognuno di noi a tavola”.
Poi, terra ferma?
“Ho continuato a viaggiare, per apprendere. Londra, San
Francisco, Parigi… In Inghilterra ho sperimentato, in America,
ho capito cosa sia la gavetta. In Francia, invece, ho studiato i
segreti della cucina elaborata”.
La consideri superiore alla nostra?
“Preferisco le basi di quella italiana, che è ricchissima e
semplicissima al tempo stesso. A mio parere, per esempio,
i nostri formaggi non temono confronti per scelta e qualità.
E io sono un tipo da ‘olio d’oliva’, più che da ‘salsa’… Però,
riconosco ai colleghi d’Oltralpe la raffinatezza, l’estetica della
presentazione e una certa originalità. Adesso sto creando,
oltre ai menù delle navi da crociera della Royal Caribbean,
proprio una linea per il ristorante del Casinò di Nizza”.
In veste di esperto sommelier, che mi dici dei vini?
“L’eccellenza dei Pinot e dei Merlot, che si ottengono dagli
omonimi vitigni autoctoni, mi sembra innegabile. Fantastiche
le bollicine”.
mio fratello Max, scelgo sempre prodotti ed abbinamenti
che possano essere facilmente reperiti ed eseguiti in ambito
domestico. Con impegno, ma senza troppe complicazioni. I
sapori perfetti nascono da cura e amore”.
A proposito di amore, so che ci sono novità…
“Sì, mia moglie ed io aspettiamo una bambina” - conferma,
pieno di orgoglio.
Avete deciso come chiamarla?
“Le daremo il nome di uno dei paesi lontani e affascinanti
che abbiamo attraversato nel corso della nostra storia”.
Dall’ora del cappuccino siamo giunti al break from work:
suggeriscimi gli ingredienti per un… ‘Insider-panino’ che
possa rallegrare la pausa pranzo di tutta la redazione.
“OK, scrivi:
2 fette di pane di Altamura (grano duro), appena bruscate
Un velo di maionese al basilico freschissimo
2 foglie di cuore di lattuga (parte croccante)
2 fette di punta di vitello lardellata,
magari cotto al forno ieri
Striscioline di peperone arrosto spellato
olio extra vergine di oliva
Preparazione
Stendere sul pane un sottile strato di maionese al basilico
Appoggiarvi le foglie di lattuga
Sfilacciare sopra le fette di punta di vitello
Aggiungere le striscioline di peperone arrosto
Condire con un filo d’olio extra vergine
Chiudere il panino…
Alessandro Borghese
Quando hai iniziato ad esprimerti con qualche ricetta?
“Dato che ho sempre adorato il convivium, non appena
i miei genitori si allontanavano da casa per motivi di
Un complimento che, professionalmente, hai gradito?
“Spesso mi è stato detto che cucino ‘al femminile’, un elogio
importante. Nelle trasmissioni, alle quali, tra l’altro, collabora
Fammi sapere…”
Puoi contarci! ◆
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M AGA ZINE
M AGA ZINE
di Antonella De Santis - ph Viviana Berti
A
A
poco più di due mesi dall’apertura, il
Caffè Propaganda si conferma come
una tra le più belle novità romane:
un ambiente che ricorda la Parigi del secolo scorso, con i
lampadari d’epoca e le bellissime piastrelle che richiamano
quelle dei metrò della capitale francese di inizi ‘900. Alti
soffitti a volte, colonne e un grande bancone che accoglie
all’ingresso, dove fermarsi per un caffè, un bicchiere di vino
o un cocktail.
Aperto dalla mattina fino al dopo cena, il Propaganda ha due
linee di cucina, la carta bar, con dolci, lieviti e una proposta
salata curata da Stéphane Betmon, e una carta del ristorante
vero e proprio, firmata da Arcangelo Dandini. Carta in cui
piatti tradizionali come trippa e amatriciana si alternano ad
altri, frutto di contaminazioni regionali, estro e interpretazioni
di Arcangelo. Li abbiamo incontrati entrambi, i due chef, per
scambiare con loro qualche battuta a poco più di 60 giorni
dall’inaugurazione. Un evento nell’evento che ha chiamato
a raccolta gourmet e mondanità under 45, visto che nella
proprietà del locale spiccano personaggi come Giancarlino,
tra i maggiori dj romani e creatore di tanti locali di successo,
Maurizio Bistocchi (suo il lancio di Replay Store e Replay
Caffè in centro Italia) e Richard Ercolani (patron del Baretto).
Ottimo cibo, musica, tendenze e stile: questa la formula del
Caffè Propaganda. Tutta da provare, nelle diverse ore della
giornata.
Arcangelo Dandini
cucina e dunque mi porto dietro il mio di stile e lo metto a
disposizione.
La sua cucina in tre parole.
Memoria, tradizione, innovazione.
ARCANGELO
L’ambiente del Caffè Propaganda è molto diverso da quello
dell’Arcangelo. Dall’orario di apertura, alla proposta
gastronomica più articolata secondo le ore della giornata,
al tipo di clientela: non solo gourmet, ma anche giovani
attenti alle mode. Come si trova?
Mi trovo benissimo e sono anche incuriosito di far provare
nuovi piatti ad un pubblico così giovane ed attento.
Lei è un filologo della cucina romana: cosa è per lei la
cucina tradizionale e come si trasforma o adatta, se lo fa,
al passare degli anni e degli stili di vita?
La cucina diventa tradizione attraverso le epoche, si
contestualizza, diventa classica, la cucina è parte del tempo
ed insieme al cibo diventa antropologia. La cucina ed il cibo
seguono la storia dell’uomo.
Sappiamo bene che lei ha i suo pubblico di fedelissimi, ma
come reagiscono i più giovani davanti a piatti come coda
e trippa?
Sono curiosi e nella loro memoria scatta anche la voglia di
assaggiare: nel codice genetico dei romani c’è la curiosità dei
piatti della tradizione.
A partire dalla cottura della pasta in poi: ci sono differenze
nella sua cucina tra i due locali?
Nessuna differenza, io vorrei comunicare uno stile di
Come è la convivenza con Stéphane?
Molto collaborativa, Stéphane mi ha fatto scoprire un mondo,
quello dell’alta pasticceria, a me sconosciuto. Lo stimo
molto, oltre che professionalmente, anche umanamente: non
nasconde i suoi segreti ed è sempre pronto a dare consigli.
Qual’è il piatto che le piace di più tra quelli di Stéphane?
Il creme caramel, dopo aver assaggiato il suo mi sono chiesto
se avessi mai mangiato un creme caramel in vita mia! Un
incipit degustativo unico...
Stephane Betmon
Ci sono o ci saranno contaminazioni nate dalla vicinanza
con lui?
Certo che si, ho gia provato il suo macaron al pistacchio con
le alici di Rizzoli ed il burro di Normandia....
Impossibile uscire dal Caffè Propaganda senza aver
assaggiato…?
Il mio supplizio ed il creme caramel di Stéphane.
STEPHANE
Dalla pasticceria alla proposta “leggera”. Come nascono i
suoi piatti per il menu del pranzo?
Per il menu del pranzo i miei piatti nascono partendo da
prodotti biologici. Importante è lasciarne integro il sapore
originale giocando con abbinamenti che lo esaltino, in modo
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M AGA ZINE
STEPHANE
ARCANGELO
Arcangelo Dandini, per tutti, semplicemente, Arcangelo,
è uno dei grandi della cucina romana. Col suo “primo”
ristorante, l’Arcangelo, si è imposto come un nome di
riferimento della cucina regionale, resa attuale, però, grazie
all’impasto di storia personale e cultura gastronomica,
sdoganandola, di fatto, nel mondo dell’alta ristorazione. La
sua interpretazione della tradizione non tradisce il passato,
ma apre sempre nuove finestre per gli appassionati gourmet.
Al Caffè Propaganda incontra anche un nuovo pubblico, più
giovane e mondano, cui fa scoprire la cucina di tradizione,
come la ricetta che segue, tipico piatto di magro del periodo
quaresimale.
da fare scoprire di nuovo ai clienti i veri sapori dei prodotti
della natura.
del caffè si troverà “il foie gras al modo Betmon”, ma troverete
anche alcuni formaggi.
Come sono i piatti salati di uno chef patissier?
I piatti salati di uno chef pâstissier sono colorati, belli da
vedere e con sapori decisi, esaltati da contrasti, per esempio
l’agro e il dolce, ma sono anche divertenti, piacevoli per il
palato nel gioco delle diverse consistenze.
La sua cucina in tre parole.
Tradizionale, rispettosa della materia prima, fresca.
Si dice che Roma non abbia una grande tradizione in fatto
di pasticceria, cosa ha scoperto di interessante tra i nostri
dolci?
I dolci romani, e tutta la pasticceria italiana in generale, sono
ricchi di frutta secca, soprattutto le mandorle e i pistacchi,
con molta crema e agrumi, a volte mi ricordano i dolci
francesi di casa...
Non è tentato di portare qualche cosa dalla Francia? Un
formaggio o magari un torchon di foie gras?
Al foie gras ho pensato dal primo giorno che ho iniziato a
lavorare per il Caffè Propaganda, infatti nella prossima carta
Come è la convivenza con Arcangelo?
La collaborazione con Arcangelo è un gran piacere e
anche molto interessante perché con lui si imparano tutti
giorni dei nuovi modi di cucinare a grandi livelli e in modo
tradizionale.
Quale è il piatto che le piace di più di Arcangelo?
L’amatriciana.
Impossibile uscire dal Caffè Propaganda senza aver
assaggiato…?
Impossibile di uscire dal caffè senza avere assaggiato i
macarons ◆
Caffè Propaganda
Via Claudia, 15/19 (Colosseo) - tel. 06 94534255
Uovo in trippa alla romana o uovo di quaresima
Ingredienti per 4 persone
4 rossi d’uovo e 2 uova intere
120 gr di pecorino romano
100 gr di pelati
70 gr di pomodoro fresco
30 gr di menta romana
20 cl di olio evo
una presa di noce moscata
1 spicchio di aglio rosso italiano
una presa di sale
Preparazione
In una padella far andare l’olio e l’aglio rosso, quando inizia a
sudare togliere l’aglio e aggiungere i pomodori freschi, dopo
3 minuti circa il pelato ed aggiustare di sale.
Cuocere per circa 7 minuti.
Prepararare una frittata mescolando in una ciotola le uova,
una parte di pecorino e la mentuccia, farla riposare 5 minuti
prima di cuocerla, togliendola dal fuoco ancora un po’ lenta
Appena pronta la frittata, unirla al pomodoro con il restante
pecorino e la mentuccia e una spolverata di noce moscata.
Un pasticcere francese alla corte dei gourmet romani,
Stéphane Betmon, dopo anni di formazione in patria
ed esperienze al fianco del maestro Pierre Hermé alla
boutique Ladurée agli Champs-Elysées. Un percorso di tutto
rispetto, costellato di collaborazioni con grandi chef che
lo hanno condotto, pochi anni fa, a Roma. L’incontro con
la pasticceria nostrana ha portato a mescolare, nel Caffè
Propaganda, raffinatezze d’oltralpe e dolci della tradizione
nostrana, mettendo sempre al primo posto l’attenzione per
la materia prima, aprendo la strada a contrasti, unioni, giochi
di consistenze. Al Caffè Propaganda Betmon affianca alla
carta dei dolci, di tradizione romana e ispirazione francese,
originali preparazioni salate, per un menù leggero e veloce.
Ci regala la ricetta dei macarons à l’ancienne, senza crema
al centro.
Macarons à l’ancienne
Ingredienti
300 gr di zucchero
200 gr di farina di mandorle
4 albumi
15 gr di miele
un goccio di aroma di mandorla amara
Preparazione
Preriscaldare il forno a 160°
Mettere una pentola riempita a metà con l’acqua a fuoco
medio per la cottura a bagnomaria.
Dentro una bol pesare insieme la farina di mandorle allo
zucchero, e in ordine aggiungere il miele, gli albumi, l’aroma
di mandorle. Mescolare con un cucchiaio di plastica fino
a ottenere una pasta abbastanza consistente. Appoggiare
sopra al bagnomaria per riscaldare l’impasto continuando
a mescolare: col calore l’impasto tenderà a fluidificare.
Togliere quando l’impasto avrà raggiunto una temperatura
superiore a quella del vostro dito.
Con una sac à poche con la bocchetta da 8 fare formare dei
dischi su una teglia rivestita di carta forno. Cuocere a 160°C
per 18 -20 minuti.
Una volta sfornati i macarons mettere un po’ di acqua sotto
la carta forno e staccarli delicatamente. Comporli due a due
senza alcuna farcia: si tengono insieme grazie all’umidità.
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M AGA ZINE
Macarons,
raffinata
patisserie
Si dice fossero i preferiti
di Maria Antonietta,
e infatti Sofia Coppola
ce ne dà un’ampia visuale
nel film dedicato alla regina
di Francia. Insieme ad abiti e scarpe,
acconciature e balli di corte
la rassegna di dolci,
firmati da Ladurée
di Antonella De Santis
Q
gourmet
Q
ualche anno fa ci sono stati i cupcakes,
quelle tortine monoporzione ricoperte di
glassa colorata, sorta di muffin allegri e
decoratissimi, perfetti per colazione e merenda (o il tè delle
cinque, secondo i casi). Quello appena trascorso, invece
è stato l’anno dei macarons. Deliziosi dolcetti, esempio
di somma raffinatezza che hanno iniziato a occhieggiare
dalle migliori pasticcerie delle nostre città. Patria d’origine,
la Francia, ça va sans dire, con i suoi bistrot e le patisserie
gioiello, bomboniere di stile che regalano ai golosi attimi
di felicità. Aperto ormai da mesi il dibattito sui migliori di
Parigi, il più osannato è il ‘maestro’ Pierre Hermé, a seguire
Ladurée, Jean Paul Hévin, e altri tempi di dolcezze.
Ma torniamo a noi, o meglio, ai nostri piccoli bocconi di
paradiso. Per chi non li avesse mai visti i macarons sono
composti da due dischi di meringa uniti da uno strato di
crema, in genere al burro, come concetto ricordano un
po’ i biscotti golosi della nostra infanzia, i Ringo, ma la
somiglianza finisce quì. Partiamo dall’inizio, ovvero da
come sono fatti: albume, zucchero, farina di mandorle,
questa la base per la meringa. Sembrerebbe semplice
detto così, se non fosse che la realizzazione e la cottura
sono estremamente delicate. Il segreto dei macarons infatti
risiede nella consistenza, in quel guscio lieve e fragrante che
racchiude una pasta morbida e infine la crema, ganache o
altro, suadente e ricca, la leggera resistenza della superficie
che nasconde un’anima pastosa e il superbo finale. La
sensazione è meravigliosa. Questa in sintesi, per noi,
l’irresistibile seduzione dei macarons. Ma non è l’unica:
il resto è fatto dalle combinazioni, pressoché illimitate, di
sapori e colori: pastello, accesi, brillanti, imprevedibili, con
collezioni stagionali a rendere più glamour il tutto. Un gioco
di virtuosismi che forse vede vincitore Hermé con l’ardita (e
straordinaria) proposta tartufo bianco e pezzetti di nocciola
piemontese grigliata, ma ci sono anche rosa e petali di
rosa; mirtillo e lavanda, castagna e tè verde Matcha e ancor
caramello salato, cioccolato in vari modi (naturalmente) e
tanti, tantissimi altri.
Infiniti anche i suggerimenti che si trovano per superare gli
ostacoli per la loro riuscita perfetta:
lasciare gli albumi in un contenitore coperto in frigo 2 o
3 giorni prima di utilizzarli, lasciarli 6 ore a temperatura
ambiente prima di iniziare, trasferirli appena sfornati e ancora
sulla carta da forno su una superficie fredda, per staccarli più
facilmente. Lasciarli riposare un’ora prima di farcirli, lasciarli
riposare già montati almeno un giorno in frigo prima di
gustarli. Un gioco di tempi e misure di precisione che rende
ancora più religioso il gustare questo dolce ◆
Via Albalonga, 7B-9-11 - Tel. 06 7000418 San Giovanni • Via Cassia, 8B-8C - Tel. 06 3333488 Ponte Milvio
Via della Croce, 82 / Tel. 06 69941752 Piazza di Spagna
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M AGA ZINE
Bontà
mordi e fuggi
Fantasia a tavola
Un oggetto multifunzionale dalla forma
quadrata e ondulata, da usare anche per
servire tartine e mignon gustosi. Prodotto
da IVV, è una proposta in ceramica della
collezione Floo&Food.
www.ivvnet.it
di Loriana Nei
Chi ha più il tempo di sedersi
a tavola con calma per consumare
un pasto completo e abbondante?
Il pranzo del nuovo millennio
è diventato fast&furious
e per assaporare cibi gustosi
in maniera veloce e informale
ci vengono in aiuto utensili
e posate dalla misura mini
e la personalità maxi
Coppette porta-tutto
Servizio di gran classe con Rivièra Maison
Deliziare il palato con allettanti dolci, biscottini e dessert è
ancora più piacevole grazie al vassoio Afternoon Delight sul
quale poggia un mini étagère.
www.rivieramaison.com
Le coppette gourmet Basic di WMF permettono di disporre
le pietanze in modo vario e fantasioso. Ideali da esibire
durante feste e buffet, occupano poco spazio grazie alla
possibilità di impilarle, sono disponibili in diverse misure e
sono particolarmente comode per i moltissimi utilizzi che se
ne possono fare.
www.wmf.it
Il design al servizio della praticità
Ecco le versioni colorate delle soluzioni creative per la tavola proposte
da Pandora Design: i bicchieri impilabili Sunglass, i piattini da cocktail
Tapas, le multiposate Trinacria e il set di posate Flyingset. I bicchieri da
cocktail Sunglass rivelano una piccola astuzia: il fondo del tumbler è
sagomato in modo da favorire lo scolo dell’acqua evitando il deposito
di calcare quando rovesciato. Il Flying Set (design Matteo Ragni)
permette al coltello di rimanere con la lama rivolta verso la tavola
e non girata a sinistra verso il piatto ed è completamente impilabile
(paletta giracaffè compresa).
www.pandoradesign.it
I cucchiai Amuse hanno una presa
confortevole e sono gli strumenti ideali
per servire ai propri ospiti assaggini
invitanti.
Il vassoio da finger food di Rivièra
Maison comprende un ampio piatto e
tre coppette dalla linea squadrata.
90
Una vacanza che dura tutto l'anno
Ceramica sinuosa
resort
Nasce come sottopentola ma può funzionare alla perfezione anche
come originale antipastiera. Fa parte della collezione Flo&Food di
IVV ed è stata disegnata da Roberto Giacomucci. È disponibile
bianca, nera o bianca con decoro arancio, verde o glicine.
www.ivvnet.it
Degustazione chic
Tutto in bocca
col Moscardino
I creatori di queste irresistibili forchette/
cucchiaio usa & getta, Giulio Iacchetti
e Matteo Ragni, si sono guadagnati nel
2001 il Compasso d’Oro per la loro
invenzione. Il Moscardino, prodotto da
Pandora Design, è infatti un progetto
che ha fatto scuola per il suo carattere
eco (la posata è realizzata in Mater-bi,
una bioplastica ricavata dall’amido di
mais completamente biodegradabile) e
la sua elegante praticità.
www.pandoradesign.it
Ogni cosa va al suo posto grazie al food tablet Timeless,
perfetto per alloggiare contemporaneamente, in uno
spazio raccolto, un bicchiere, piccoli cibi in abbinamento
ed elementi aromatici o decorativi.
www.blueside-design.com
G
Posate da scartare
Le Pandora Card rappresentano una soluzione funzionale e
divertente firmata Pandora Design. Le microposate tascabili
disegnate da Giulio Iacchetti sono usa & getta, in plastica e hanno
una linea sfiziosa ◆
www.pandoradesign.it
promo
Eleganza in bianco& nero
M AGA ZINE
uardare lo scorrere del
tempo, l’avvicendarsi
delle stagioni e i loro
colori, i profumi e la
luce che mutano sotto
i nostri occhi dipingendo con pennellate accese i boschi autunnali. Sembra un
miraggio per chi vive giorno dopo giorno una quotidianità fatta di ufficio e traffico cittadino. Ma non lo è: nel parco
di Veio, un residence ospita 46 appartamenti perfetti per chi ha bisogno di una
sistemazione temporanea, durante un
trasloco o una ristrutturazione, o per chi
si trova in città solo per qualche settimana magari per lavoro, ma ideali anche
per per una vacanza appena fuori porta
o chi decide che, pur non volendosi allontanare completamente dalla propria
rete di amicizie, impegni e abitudini,
preferisce svegliarsi nella natura, tra animali, laghetti incontaminati e il fruscio
degli alberi che circondano questi piccoli casali dal sapore inglese. Pensati
per assicurare comfort e tecnologia con
wi-fi, climatizzatore, allarme, fax, parcheggio, lavanderia, servizio di recapito
posta... e un giardinetto privato davanti all’ingresso, dove godere di una dose
extra di relax e serenità, che nella bella stagione si arricchisce anche di una
piscina in cui si rispecchia una vegetazione rigogliosa. Sono piccoli cottage
carattarizzati da una rustica eleganza,
a pochissimi chilometri dalla città, collegati anche mediante una navetta che
porta alla stazione che dalla Giustiniana
arriva a San Pietro e assicura un trasporto lampo: solo venti minuti per arrivare
in centro. Intorno agli appartamenti solo
quiete e l’offerta della struttura: bisteccheria, ristorante-pizzeria, e l’eleganza
del ristorante Il Picchio Rosso. Per un
soggiorno indimenticabile.
veio residence resort
Via della Giustiniana, 906
Tel. +39 0630207264 - +39 0630361782,
Fax +39 0630363148
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www.veioresidence.com
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M AGA ZINE
M AGA ZINE
centro
Caprai
Caprai
VITIGNI AUTOCTONI:
L’ALTRO TESORO
DELL’ITALIA
I
Seduta San Gimignano
di Monia Innocenti
I
l nostro viaggio fra i tesori enologici italiani
è cominciato il mese scorso nel nord Italia:
Gamba di Pernice, Schiava, Pigato e Pagadèbit
ne sono stati i protagonisti. Ma il patrimonio enologico del
nostro Paese è davvero eccellente e scendendo verso sud,
troviamo altri interessanti compagni di viaggio.
Cominciamo con il Colorino, il cui nome deriva
dall’abbondante colore contenuto nella buccia e non, come
erroneamente viene sempre da pensare, dal succo. Si trova in
Umbria, nelle Marche e anche nel Lazio ma è di sicura origine
toscana. Per molti decenni, questo vitigno è stato adoperato
in forma appassita come compagno del Sangiovese, per
dare maggior colore al Chianti. Attualmente, se ne è ridotto
notevolmente l’utilizzo grazie ad una maggiore selezione
del Sangiovese, ma anche all’ingresso nella composizione
del Chianti di uve alloctone quali Cabernet Sauvignon,
Merlot e Syrah. Alcuni produttori sono riusciti però, grazie
ad un’accurata selezione clonale, ad ottenere dal Colorino
Caprai
alcuni risultati di rilievo, utilizzandolo anche in purezza
come per La Spinetta-Casanova a Terricciola, in Toscana.
Fermandoci in Umbria troviamo il Sagrantino, uno dei più
grandi vitigni rossi d’Italia, utilizzato in epoca antica per
ricavarne il vino impiegato durante la messa per celebrare
i Sacramenti. È diffuso nel comprensorio di Montefalco e
negli ultimi anni è prepotentemente salito alla ribalta, grazie
all’intenso lavoro di appassionati come Marco Caprai che
ne ha esaltato al massimo le proprietà organolettiche e
affievolendo i tannini potentissimi.
La Toscana, oltre ai ben noti Chianti, Montalcino e
Sangiovese, ci offre la Vernaccia di San Gimignano che si
trova esclusivamente nel territorio dell’omonimo comune
toscano, il cui nome sembra derivare dal latino vernaculus,
‘del posto’, ‘locale’. Altri sostengono che provenga invece da
Vernazza, la località delle Cinque Terre famosa per l’omonimo
vino bianco oppure da Garnacha o Grenache, vitigni
spagnolo e francese. Con l’invecchiamento, si accentuano i
riflessi dorati di questa uva e risulta più chiaro il
tipico sentore minerale di pietra focaia. Proprio
per questa sua caratteristica di miglioramento
con l’invecchiamento, è uno dei pochissimi vini
bianchi prodotti anche nella tipologia riserva. È
piuttosto noto anche all’estero: il 40% delle
bottiglie prodotte è destinato al mercato
estero, soprattutto Germania e Stati Uniti.
A tutela della vernaccia è nato il Consorzio
della Denominazione di San Gimignano, che
ancora oggi valorizza il vigneto, promuove
il marchio e fa attività di ricerca e sviluppo
della qualità dei prodotti. Proprio il lavoro
attento e mirato del Consorzio che ha
operato, negli anni, in sinergia e simbiosi con
vignaioli e mastri cantinieri per far crescere
la qualità delle produzioni, ha permesso
di ottenere nel 1966 la Denominazione
di Origine Controllata: la Vernaccia di San
Gimignano è stato il primo vino in Italia a
potersi fregiare della denominazione, che
nel 1993 è diventata una DOCG ◆
wine
Grappolo vernaccia
Il Colorino di Casanova
Prosegue il viaggio fra le uve antiche:
con oltre 350 specie, il nostro Paese
riscopre le tradizioni del vino
e riscrive il futuro dell’enologia locale
Gentile concessione consorzio
della denominazione San Gimignano
Caprai Cantina
INFO
www-la-spinetta.com (Colorino)
www.arnaldocaprai.it (Sagrantino)
www.vernaccia.it/
95
L’olivo
Bulbi in fiore
Con i primi tepori iniziano a sbocciare
le nuove fioriture, in una gamma infinita di varietà
e colori, ma è tra le piante da bulbo
che fanno capolino le forme più originali
C
C
hi non conosce l’eleganza del giglio,
lo slanciato gladiolo, l’infinita varietà
dei tulipani o il semplice, comunissimo
bucaneve? Gli splendidi iris celebrati da Van Gogh, il
narciso, simbolo della Metamorfosi di Dalì, il profumatissimo
mughetto, o le fresie multicolori? E ancora i giacinti… sono
i mille volti delle bulbose, o meglio geofite: piante che
hanno in comune il fatto di rigenerarsi tramite bulbo, ma
che in effetti posso appartenere a famiglie molto diverse fra
loro. Per lo più si piantano in autunno e iniziano a fiorire ai
primissimi tepori, ma anche su questo si può generalizzare
poco. Quello che veramente le rende affascinanti è la loro
immancabile bellezza, declinata in un’infinita gamma
di originalissimi esempi.
Fra i meno noti e più particolari il muscari e la
fritillaria, entrambi appartenenti alla famiglia
delle Liliacee. L’infiorescenza azzurro accesa
del primo ne fa un elemento decorativo
inconfondibile, per le piccole dimensioni adatto
a vasi o contenitori bassi, bordure o macchie di
colore sul prato. Il ‘fiore’ è in realtà un’infiorescenza
di delicate campanule che deve il nome al tenue
profumo di muschio e in alcune regioni del sud,
ancora oggi, il bulbo viene usato, cotto, per la
preparazione di piatti della cucina tradizionale.
Meno comune e meno evidente, l’incantevole Fritillaria
è ancora poco diffusa e conosciuta, nonostante si possa
considerare come uno dei fiori più belli della primavera e
sia anche piuttosto facile da coltivare. Si distingue per la
forma originale e per i colori sgargianti, che vanno dal giallo
allo scarlato, spesso screziato o puntinato. Fiore dall’origine
esotica particolarmente caro alla tradizione popolare
francese, il suo nome deriva dal latino fritillus (= bossolo
per i dadi) per la peculiare forma dei fiori con variegatura a
scacchi. I fiori sbocciano penduli, riuniti a grappolo sotto una
vistosa corolla circolare e sono davvero insoliti ◆
DC
O
O
piante del sogno
M AGA ZINE
gni popolo che affaccia sul bacino
del Mediterraneo può dirsi nato
all’ombra dell’olivo. Ercole Dattilo,
l’eroe che istituì i giochi olimpici lo piantò per primo
sulla spoglia collina di Olimpia per onorare suo padre
Zeus. Non a caso per Artemidoro l’olivo del sogno
richiama le dispute sportive, il comando e la libertà. Ma,
sempre per l’antico interprete, indica anche la donna ed
è emblema di castità e di pace in quanto pianta sacra alla
vergine Atena. Così canta l’olivo Gabriele d’Annunzio,
associandolo alla dea e alla Luce:
“Laudato sia l’ulivo del mattino! Una ghirlanda semplice,
una bianca tunica, una preghiera armoniosa a noi son
festa.
Come simbolo di pace fra Dio e gli uomini un ramo
di olivo appare nel becco della colomba ritornata da
Noè per annunciargli la fine del diluvio e il ritiro delle
acque. Nella rappresentazione dell’entrata di Gesù
a Gerusalemme, talvolta la folla stringe in mano al
posto delle palme, rami di olivo. Ed è nel monte degli
Olivi che Gesù trascorre le sue ultime ore “mortali”.
Olivo dell’Andalusia, della Grecia, delle dolci colline
toscane, perfetto albero cosmico, non veicola alcuna
ambivalenza: è simbolo di Luce divina, di Sapienza di
vita, di Castità, di Prosperità, di Rigenerazione, di Pace.
Felice colui che in sogno lo incontrerà! ◆
Renata Biserni
[email protected]
GIOCHI DI COLORI E TRASPARENZE
Nella city milanese un loft multicolore
riflette lo spirito di una coppia trend setter
I
I
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deato interamente dall’interior designer
Lorenzo Fasulo, famoso per aver realizzato
importanti progetti di open space giocati tra
contrasti e trasparenze, il loft di circa 100 metri quadrati
situato a sud di Milano racconta negli spazi e nei colori lo
stile di vita dei proprietari Rita e Roberto, che si occupano di
finanza internazionale.
Nel ristrutturare lo spazio il designer ha principalmente
tenuto conto delle esigenze della dinamica coppia che ama
vivere in ambienti che abbracciano tutte le cromie del viola:
in pratica uno spazio aperto e allo stesso tempo intimo, molto
cosy, adatto al loro comfort ma in grado di ospitare anche i
tantissimi amici che gravitano intorno a loro.
L’appartamento si apre su un grande open space, idealmente
suddiviso da una elegante libreria di cristallo e plexiglas
realizzata su disegno esclusivo da Fasulo, il quale oltre ad
aver suddiviso gli spazi interni ha disegnato ‘su misura’
anche parte degli arredi. La libreria suddivide idealmente in
due la zona ingresso: da una parte un angolo più raccolto,
sottolineato da un piccolo tavolo vintage in noce originale dei
primi Novecento abbinato alle sedute in policarbonato che
recuperano il design della sedia ‘vecchia Milano’ (realizzata
da Colico Design per il prossimo Expo 2015) ideale per
colazioni e veloci brunch. Spazio che, senza soluzioni di
continuità, si apre sulla cucina hi-tech arredata con mobili
lucidi di un brillante colore prugna (arredi di Cof Design).
Dall’altra parte, un magnifico colpo d’occhio ci introduce
sull’ampio living sottolineato da una parete tinteggiata da
un intenso color viola che ricorda il celebre dipinto Iris di
Vincent Van Gogh, parete che fa da cornice al lungo mobile
contenitore basso laccato lucido di color lavanda, sormontato
ai lati da due trasparenti vetrine in plexiglas e cristallo al cui
interno si trova un televisore a schermo piatto illuminato dalle
luci a led inserite nelle vetrine stesse. Particolarità di queste
vetrine è l’abbinamento del plexiglas bicolore in un’unica
lastra, impiegato per la prima volta da Fasulo, che permette
di nascondere, con mano leggera, l’impianto elettrico
dell’illuminazione a led. Le altre pareti del living, che per
contrasto all’audace parete viola sono state tinteggiate in un
delicato color lavanda, si trova l’accogliente divano angolare
rivestito di tessuto bouclé, della stessa tonalità lavanda, molto
caldo al tatto che ‘dialoga’ con la raffinata Vanity Fair di
Poltrona Frau. Sempre nello stesso ambiente è stata ricavata
una nicchia dedicata alla zona pranzo dotata da un grande
tavolo ovale in cristallo, allungabile in caso di cene placée,
ingentilito da sedute rivestite in morbida pelle.
In sequenza dal living si entra nella zona notte attraverso una
porta dal design originale realizzata in alluminio e cristallo
satinato dipinto di viola che, come tutte le altre porte del loft,
riprendono il colore predominante di ogni singolo ambiente.
La zona notte è contraddistinta da una camera matrimoniale,
uno studio multitasking (office, guardaroba, divano letto per
ospiti) e due sale da bagno: una per lei che ama i colori
solari, praticamente il bagno principale, realizzata con
mobili progettati ad hoc da Fasulo che ha utilizzato una
laccatura lucida di un intenso arancio in contrapposizione
al top di cristallo realizzato in brillante blue china. Nell’altro
bagno pensato per lui, più dinamico e funzionale, sono stati
installati i sanitari bianchi che contrastano con la texture del
pavimento rivestito in pietra lavica antracite e con i mobili
contenitori di color lavanda.
Di grande impatto anche la camera da letto che riprende i colori
del bagno principale, arancio e blue china. Da sottolineare
l’interessante miscellanea dei top di Emmebidesign rivestiti
con un’innovativa lastra di alluminio satinato.
Ritornando nel living si accede, attraverso una grande sliding
door a tutta parete terra/cielo, al dehor arredato con mobili
in rattan per esterni dalle linee essenziali che evocano il
lontano Oriente e da una particolarissima lampada-surf,
unico esemplare, realizzata con un decoro esclusivo eseguito
in vetroresina liquida da artigiani delle Filippine.
Un loft moderno e multicolore che sottolinea ancora una
volta Milano, crocevia del design e della moda ◆
A.V.F.
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MARMOMACC MEETS DESIGN 2011
Mutable Spirit Stone Italiana by Michele De Lucchi
di Vittoria di Venosa
Mutable Spirit Budri by Patricia Urquiola
Mutable Spirit Grassi Pietre by Setsu & Shinobu Ito
Mutable Spirit Pibamarmi by Snohetta e Kjetil Thorsen
a 46° edizione di Marmomacc (Mostra
Internazionale di Marmi, Pietre, Design e
Tecnologie), crocevia mondiale, economico e
culturale per marmi, graniti e pietre naturali, che si svolge
annualmente a settembre alla Fiera di Verona con l’obiettivo
di promuovere lo sviluppo del prodotto e delle tecnologie
italiane all’estero ed essere un laboratorio culturale delle
tendenze nel mondo delle costruzioni e del design sempre
più qualificato, si conferma, ancora una volta, come la più
importante fiera mondiale del settore. Tra gli appuntamenti
più significativi abbinati al salone si è svolta la Marmomacc
Meets Design (giunta alla quinta edizione) e il Best
Communicator Award 2011.
Tema 2011 di Marmomacc Meets Design è stato ‘Mutable
Spirit’, una vera sfida per evidenziare sia la capacità ‘mutabile’
del marmo inteso come trasformazione e adattabilità, sia lo
‘spirito’, leggero come un soffio, di questo materiale alchemico
strettamente legato alle origini e allo storia dell’uomo. Il
marmo, dunque, che muta ancora, materiale mutevole e
mutante, ma che diventa concretamente ‘mutabile’.
Ad interpretare il Mutable Spirit sono stati chiamati alcuni
tra i più importanti designer noti a livello internazionale e
aziende leader del settore che hanno reso concretamente
mutabile il marmo. Tra questi ricordiamo Patricia Urquiola,
che ha collaborato con l’azienda Budri; Michele De Lucchi
e Angelo Micheli per Stone Italiana; Raffaello Galiotto
per Lithos Design; Setsu & Shinobu Ito per Grassi Pietre,
Ferruccio Laviani per Citco e Snøhetta-Kjetil Thorsen per
Pibamarmi.
Alcune opere dei progettisti invitati ad accostarsi con sguardo
nuovo al materiale litico esposto negli stand delle rispettive
aziende-partner hanno ricevuto anche il Best Communicator
Award, uno ambito riconoscimento rivolto a tutti gli espositori
di Marmomacc Meets Design, che fin dalla sua istituzione
premia l’exhibit design’ delle aziende capaci di comunicare
attraverso, appunto, il design, le potenzialità e le prospettive
dei materiali litici.
Tra i premiati diversi i nomi che meritano di essere ricordati:
l’azienda Citco, per la maestria con la quale Ferruccio
Laviani governa l’incontro fra luce e materiale declinato
nelle tre dimensioni per produrre effetti inediti e spettacolari,
superando la tradizionale contrapposizione fra decoro e
funzione il progetto eleva la forma a contenuto stesso del
disegno. Poi la Cooperativa Operai Cavatori del Botticino
con il progetto dello studio Associati Associati (arch. Ivan
Tognazzi), per la capacità di comunicazione del marmo che
contemporaneamente nasconde e rivela, utilizzando pochi
elementi di incisivo impatto cromatico per attirare l’attenzione
sul singolo materiale, offerto anche come metaforico biglietto
da visita in forma di utile campione.
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Best Communicator Award - Franchi Umberto
Best Communicator Award - Lithos Design by Raffaello Galiotto
Best Communicator Award
Henraux by Craig Copeland
Best Communicator Award - Coop. Cavatori Botticino
E ancora l’azienda Franchi Umberto Marmi con lo studio
tecnico interno e la collaborazione dell’architetto Michele
Cazzani, per la continuità di una ricerca che coinvolge
il progetto sia alla scala della scena urbana che nella
ridotta dimensione domestica, con volumi e superfici che
articolano una ridotta gamma cromatica in una inattesa
molteplicità di effetti e soluzioni spaziali; la ditta Henraux
con il progetto di Craig Copeland, per l’estremo virtuosismo
delle lavorazioni esibite con la realizzazione delle sculture
e la sobrietà di una scenografia rigorosamente orizzontale
dalla quale i materiali si staccano per mettere in evidenza
le qualità intrinseche di pietre e marmi. Infine, la Lithos
Design con il lavoro di Raffaello Galiotto per l’essenzialità
e la coerenza di un progetto espositivo che gioca con
un unico componente modulare e ripetuto per mette in
evidenza le capacità tecnico-produttive ed architettoniche
della materia.
Sono state inoltre segnalate l’azienda Budri con Patricia
Urquiola e l’azienda Pibamarmi con Snøhetta-Kjetil Thorsen,
entrambe Fuori Concorso già vincitori del premio nel
2010, e la Mostra Luce & Materia azienda Solubema con
Raffaello Galiotto. Per ragioni diverse questi tre interventi
rappresentano un’eccellenza della ricerca e del progetto:
fantasia e rigore, ricerca e storia, innovazione e tradizione
sono i tre percorsi densi di suggestioni e spunti di riflessione
sulle potenzialità della materia.
Una rassegna leader internazionale del settore che attraverso
Marmomacc Meets Design interpreta i nuovi linguaggi
stilistici del marmo. Appuntamento quindi a Verona dal 26 al
29 settembre 2012 per la 47° edizione di Marmomacc! ◆
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M AGA ZINE
Le declinazioni del Blu
Tessuti, rivestimenti
ed elementi decorativi per gli interni
si rifanno alla tonalità must
di quest’anno, il blu,
che interpretato
in differenti sfumature
e gradazioni,
è entrato a pieno diritto
nel vocabolario della moda,
del mondo dell’arte
e del design
di Loriana Nei
Sulla luna
Un intreccio di lune colorate compone lo schienale di questa
seduta scultorea, arricchita da preziosi mosaici artistici posati
a mano. Milleuna Luna 2, di Sicis Next Art Chapter One
(design: Carla Tolomeo), è un pezzo di design sofisticato,
realizzato in soffice velluto di seta.
www.sicis.it
Decorazione contemporanea
design
Velluto avvolgente
Tanti strati di morbido velluto blu che formano una sinuosa rosa
su cui accomodarsi. Tenderly 4, della collezione di Sicis Next Art
Chapter One (design: Carla Tolomeo), è formata da giganti petali
che coprono la seduta, lo schienale e le braccia. Un prezioso
valore aggiunto è dato dal mosaico artistico sulla base circolare.
www.sicis.it
Blueprint è il colore del tessuto che dà il nome alla briosa
collezione di Jab Chivasso, dove i motivi classici presi
direttamente dagli archivi sono stati re-interpretati in maniera
informale e innovativa. Tessuti e filati sempre attuali, come
il cotone e il sontuoso lino, sono stati utilizzati come base.
Un tocco di vivacità in più è stato dato dall’utilizzo del
denim blu. Sono state utilizzate diverse tecniche di stampa
e tessitura per creare una ricca selezione di disegni e tessuti
diversi che insieme si completano a vicenda.
www.jab.de
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Spaziosa e romantica
Oltre ad avere un irresistibile look “sciupato” e una grazia
d’altri tempi, il mobile bar Flore è una fonte preziosa di spazi
contenitivi, grazie ai numerosi cassetti di cui dispone. Le
scritte sbiadite fanno pensare ai profumi del caffè brasiliano,
mentre la vernice sfumata dai toni grigi la rende un pezzo di
arredo ideale per un ambiente contemporaneo e autentico.
www.maisonsdumonde.com
Camera avventurosa
Ecco una stanza dall’impronta marinara, pratica, semplice e “mobile”. Il divano letto
Cargo, infatti, si può agevolmente spostare grazie alle rotelle ed è una soluzione
ideale da usare come letto supplementare. Nella foto vediamo abbinati altri due
mobili della collezione: la libreria in legno e lo sgabello da ufficio, con le lettere e i
numeri bianchi applicati con la tecnica del pochoir. Lo stile di questa camera invita
a mollare gli ormeggi per partire all’avventura.
www.maisonsdumonde.com
Design da collezione
Il divano Sled disegnato da Rodolfo Dordoni (Collezione
Cassina I Contemporanei) si distingue per l’incredibile forza
espressiva e per la linea sofisticata. Il modello, perfetto per il
centro stanza, presenta una parte retrostante che si integra con
lo schienale e diventa piano di appoggio a cui si aggiungeranno
cassettiere e/o mensole.
www.cassina.com
Sapore di mare
Il grande orologio Guérande è un
raffinato modello rotondo che ricorda
ambientazioni marine e regala
all’arredo della vostra abitazione lo
stile tipico della Bretagna.
www.maisonsdumonde.com
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Tessuti da (a)mare
Delicati riferimenti alla natura (farfalle, granchi e coralli)
per i tessuti e i cuscini proposti da Mastro Raphaël. Alle
finestre: tende Country&Sea rombi, in 100% cotone, che
si richiamano in un elegante gioco di positivo negativo.
Sulla destra, una tenda realizzata con tessuto Emerald
Cove riga grande. Il tessuto Country&Sea rombi riveste
anche la seduta della poltroncina e il cuscino in primo
piano. La struttura della poltroncina è rivestita in tessuto
Country&Sea unito.
www.mastroraphael.com
Stile fresco
www.christopherguy.com
Un ambiente che ‘veste alla marinara’, quello
targato Jab. La tenda a righe verticali, nel tessuto
Florida, è in 100% cotone, la poltrona in velluto blu
e i cuscini fanno parte della collezione Präsident
Vol.2 e il soffice tappeto carta da zucchero è
composto da lana al 100%.
www.jab.de
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La seduta della nonna
si rifà il look
Un saluto alle sedie a dondolo old style.
Oggi il design non gongola: dondola!
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di Valentina Falcinelli
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Lo stile danese
Della Stingray Veneer
Vincitrice dell’Interior Innovation Award
Cologne 2008, la Stingray Veneer è frutto
dell’estro del giovane designer danese
Thomas Pedersen. Riadattamento moderno
del classico dei classici, è disponibile in
rovere, noce e legno africano Makassar.
www.spark.as
e fino a ieri hai creduto che la sedia a dondolo
fosse un oggetto d’arredamento un (bel) po’
retrò, affrettati a cambiare idea. Oggi infatti il
mercato offre una scelta più che ampia di sedie a dondolo
non solo comode, ma anche di grande impatto visivo.
Squadrate piuttosto che bombate, non rinunciano alla loro
peculiarità: il movimento oscillatorio. E sono diventate un
vero e proprio oggetto di culto, un must have per tutti i patiti
di design e comfort. Perché, si sa, cosa c’è di più comodo di
una sedia a dondolo?
La Mademoiselle più bella
Anche se si chiama Mademoiselle, è una signora sedia.
Progettata da Ilmari Tapiovaara, designer noto per riuscire
a cogliere l’essenza dell’identità finlandese, è datata 1956
ma resta sempre un pezzo di grande attualità. Tant’è che
continua a essere vendutissima in tutto il mondo.
www.ilmaritapiovaara.fi
Plana e dondola con la Eames® Molded
Hai mai visto un aliante? Beh, con la Eames® Molded di
Herman Miller potrai vederlo... nel soggiorno di casa tua!
Il design di questa sedia guarda al futuro: da qui a vent’anni
continuerà ad essere sempre attuale. A renderlo così coriaceo
è il sontuoso guscio-sedile che si adatta alle forme del corpo,
i braccioli in polipropilene riciclabile e le slitte in acero.
www.hermanmiller.com
La sedia a dondolo minimalista
100% italiana
Non è bella perché è italiana e quando un
prodotto è italiano bisogna essere di parte. La
Voido, di Ron Arad per Magis, brand 100% made
in Italy, è bella perché lo è davvero. Morbida e
futuristica, è realizzata in polietilene ed è adatta
sia per uso interno che esterno.
www.magisdesign.com
Inspirata alle auto d’epoca
Kalifornia, il gioiellino retrò firmato da Brandon Morrison,
fa il verso alle auto americane anni ’50-’60, come la Buick
LeSabre e la Ford Falcon. Costruita in faggio europeo è
rifinita con una vernice inodore dal color rosso WhyrHymer
personalizzato dal designer. Garantisce comfort ed eleganza
il cuscino in pelle bianca.
http://whyrhymer.com
Bando ai frizzi e spazio ai sollazzi. La Douglas di Joseph
Riehl offre tutto quello che serve per star comodi, un’ampia
seduta e un alto schienale, senza l’aggiunta di orpelli. Un
cuscinetto di gomma funge da perno e permette libertà di
movimento, aumentando ulteriormente il comfort.
www.josephriehl.com
La millepiedi
Un dondolio alternativo quello regalato dalla particolare Ku
Dir Ka di Paulius Vitkauskas, la sedia pensata per trasmettere
un senso di giocosità. E ci riesce, con il suo aspetto quasi
irriverente definito delle dieci zampe che ne garantiscono
equilibrio e oscillazione ◆
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Exposición Árboles de Alberto Carneiro - ph Javier Campano
M AGA ZINE
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IL CDAN,
CENTRO DE ARTE Y NATURALEZA
l CDAN, Centro de Arte y Naturaleza, è un
piccolo complesso museale che si trova in
Spagna, nelle vicinanze della città di Huesca,
progettato dall’architetto spagnolo Rafael Moneo. Il museo,
che accoglie il lascito di Maria Serrate e del pittore José
Beulas, sorge sul lotto adiacente alla loro proprietà, dove si
trova lo studio del pittore e la loro abitazione. L’opera del
pittore è conservata in quello che era il suo studio, mentre la
collezione privata di pittura e scultura, che comprende opere
di artisti del calibro di Wifredo Lam, Benjamin Palencia,
Eduardo Chillida e Joan Miró, è custodia nel nuovo edificio,
sede della Fondazione Beulas.
La Fondazione si presenta come un complesso composto da
un volume principale unitario e sinuoso al quale si aggregano,
con un principio compositivo che ricorda quello spontaneo
degli annessi delle costruzioni rurali, una serie di strutture
complementari dai corpi di fabbrica squadrati e di slancio
minore, che danno forma ad un frammentato perimetro
di volumi autonomi. Si ha così un insieme caratterizzato
da scarti improvvisi nelle forme e nelle altezze. Questo
linguaggio formale crea una gerarchia che si riflette anche
di Aura Gnerucci
in un diverso programma funzionale: il volume ondulato,
lambito all’esterno da uno specchio d’acqua, ospita la
principale sala espositiva ed è illuminato dall’alto mediante
una successione di lucernari continui e rettilinei che inondano
di luce diffusa il grande spazio, mettendo in risalto con effetti
chiaroscurali il perimetro ondulato; i volumi annessi vengono
adibiti alle altre funzioni: sala per esposizioni temporanee;
amministrazione; laboratori e magazzini; carico e scarico;
servizi; guardaroba e caffetteria/book shop.
Il volume principale, che si inserisce nel territorio con un
principio di mimesi in stretta dialettica con il paesaggio
circostante, sembra essere una declinazione delle
conformazioni rocciose tipiche del paesaggio di Huesca,
come quelle de Los Mallos de Riglos o del Salto de Roldàn.
La scelta dei materiali è strettamente legata a questa analogia
con la natura ed in particolar modo con i rilievi orografici
che, all’orizzonte, fanno da contrappunto all’edificio; il
calcestruzzo delle pareti è caratterizzato da striature,
reminiscenza delle stratificazioni proprie delle conformazioni
rocciose, mentre il colore, ottenuto mediante una miscela di
grana grossa, cemento bianco ed additivi minerali, rimanda
a quello della terra arida circostante. Questi accorgimenti
rivelano il modus operandi dell’architetto spagnolo, che
sceglie di inserirsi nel territorio non interferendo con il
paesaggio, ma al contrario, integrandovisi con rispetto e
linguaggio affine al mondo della natura. Alle due principali
collezioni, quella relativa all’opera di Beulas, e quella relativa
alla sua collezione privata, si affianca un programma basato
sulle tematiche di arte e natura che fa del CDAN uno spazio
di interesse internazionale di primo piano, ed un punto di
riferimento sia per la città di Huesca che per i visitatori,
uno spazio vivo che rappresenta un’estensione dello spazio
pubblico della città ◆
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che almeno per un attimo
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