Abbazia di Sant`Andrea in Flumine
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Abbazia di Sant`Andrea in Flumine
Abbazia di Sant’Andrea in Flumine ricevimenti congressi mostre Anno 4 • Numero 28 Esclusiva ed elegante, a pochi km da Roma, l’Abbazia di Sant’Andrea in Flumine da secoli domina la lussureggiante Valle del Tevere. Accogliente ed esclusivo, il complesso abbaziale è disponibile per ricevimenti, congressi e mostre. La bellissima chiesa consacrata costruita nel VI sec d.c. disponibile per la celebrazione, accoglie gli ospiti in un’atmosfera intima e sacra che nasce da una semplicità architettonica che ben si coniuga alla policromia dei mosaici e degli affreschi. L’ampio giardino antistante la chiesa, circondato dalle antiche mura, risulta la scelta ideale per l’aperitivo e il taglio torta. È possibile prevedere intrattenimento musicale, fiaccolata ed allestimenti personalizzati. I sobri saloni per il ricevimento con splendida vista sulla valle, possono accogliere fino a 220 ospiti. A vostra disposizione un impeccabile servizio banqueting che saprà deliziare i palati più esigenti offrendo genuinità, tradizione ed innovazione. • Copia omaggio • Speciale Gennaio/febbraio 2012 Loc. Abbadia snc - 00060 Ponzano Romano (RM) Tel. 0765.338310 - Mob. 3382614973 - www.abbaziadisantandrea.com Problemi di sicurezza? Tecno, la tua soluzione CASSEFORTI E SISTEMI DI SICUREZZA Via Cassia, 1173 - 00189 Roma - Tel. 0630310015 [email protected] - www.gruppotecno.it Editore Insider Srl Largo Messico, 15 - 00198 Roma +39 0698353089 direttore editoriale Mariela A. Gizzi [email protected] SOMMARIO SPECIALE GENNAIO / FEBBRAIO 2 0 1 2 direttore responsabile Francesca d’Aloja [email protected] AMMINISTRAZIONE Raimondo Cappa [email protected] Cover Pescatori, Weligama, costa Sud, Sri Lanka, 1995 ph ©Steve McCurry redazione [email protected] Irene Cappa 8 coordinamento REDAZIONE [email protected] Donatella Codonesu progetto grafico e impaginazione [email protected] [email protected] hanno collaborato Alessandra Vittoria Fanelli Antonella De Santis Aura Gnerucci Carlotta Miceli Picardi Enrico Tonali Ester Maria Lorido Fabrizio Lodi Francesco Mantica Fulvia Battiloro Laura Mocci Laura Pujia Loriana Nei Luisa Espanet Marco Callai Maria Laura Perilli Monia Innocenti Renata Biserni Valentina Falcinelli Veronica Cardella Vittoria di Venosa stampa Printer Group Italia Srl 800 033 772 www.printergroup.it distribuzione Clodia Service +39 0695218700 [email protected] travel resort travel 10 16 20 fashion interview sport 24 40 50 interview design design 80 98 102 terme a colori vienna e dintorni aspettando primavera pippo dalla vecchia il castello di cotone jaguar sposa il canottaggio ANNO 4 - NUMERO 28 Periodicità mensile gennaio/febbraio 2012 Registrazione presso il Tribunale di Roma al n. 58/2009 del 25/2/2009 Iscrizione del marchio presso l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti è vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da: INSIDER Srl per la tua pubblicità +39 3358023548 - +39 0698353089 [email protected] Relazioni esterne Carlo Calabrese [email protected] alessandro borghese marmomacc meet design interni in blu Thanks to Paolo Carrazza [email protected] www.vanni.it www.palombini.it www.ristorantedoney.it www.mondiroma.it www.grancaffelacaffettiera.com HARRY'S BAR www.insidermagazine.it via paolo frisi, 1/a (angolo via denza) - t. 06 8070944 - www.lavolpeabbigliamento.it ROMA www.barpompi.it www.harrysbar.it Formello - Zona Industriale Via Cassia, 1801 (La Storta) - Roma www.il-siciliano.net over story Bambino avvolto in una coperta, Xigaze, Tibet, 1989 Una estensiva mostra personale presenta circa 200 opere di Steve McCurry, uno dei più grandi maestri della fotografia del nostro secolo, premiato diverse volte con il World Press Photo Awards e punto di riferimento di un vasto pubblico di giovani di Donatella Codonesu - ph © Steve McCurry Birmania, Febbraio 2011 Uno sguardo sul mondo over story Processione di monache, Rangoon, Birmania, 1994 Testa di Buddha incastonata nelle radici a Wat Phra Mahathat, Ayutthaya, Tailandia, 2004 I I Venezia, Italia, Marzo 2011 nsignito di tutti i massimi premi nel campo della fotografia e del fotogiornalismo (la lista è imbarazzante) e autore di una dozzina di pubblicazioni monografiche, Steve McCurry è universalmente riconosciuto come uno dei più raffinati creatori di immagini. Le sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti dei maggiori musei del mondo, dal Philadelphia Museum of Art al Tokyo Museum of Modern Art, dal Musée National d’art Moderne di Parigi all’International Center of Photography di New York, dove attualmente risiede. Il suo lavoro di fotoreporter per le principali testate mondiali, che includono entità come il Time Magazine e il National Geographic, documenta avvenimenti, luoghi e personaggi di questo secolo in modo suggestivo, commovente e sublime, grazie alla capacità unica di catturare l’essenza della sofferenza e della gioia umana. Maestro indiscusso del colore, nato a Philadelphia, McCurry si laurea con lode in Arti e Architettura alla Pennsylvania State University e presto intraprende il suo primo viaggio in India come freelance. È qui che impara a guardare e aspettare la vita, in attesa che le persone dimentichino la macchina fotografica facendo emergere la loro anima. Il suo sguardo sul mondo ha creato immagini ormai iconografiche, come il volto della ragazza afghana che fu ritratta nuovamente a vent’anni di distanza. Steve McCurry ha documentato molti conflitti e guerre di portata internazionale in Asia e Medioriente ed ha eseguito reportage ininterrottamente in Afghanistan e Tibet con l’obiettivo di mettere in luce le conseguenze umane delle guerra, mostrandone le ferite impresse non solo sul territorio ma soprattutto sui volti delle persone. La sua fotografia, soprattutto istantanee, è caratterizzata dalla rara abilità di cogliere sguardi e situazioni dalla forte carica emotiva, dovuta all’ancor più rara capacità di stupirsi e partecipare alle vite altrui, conservata intatta dopo tanti anni di scatti in tutto il mondo. I soggetti sono scelti con l’unica logica del sentimento, poiché “non ci sono regole: fotografo ciò che mi colpisce, e la foto è un riflesso delle mie sensazioni”. Sharbat Gula, ragazza afgana al campo profughi di Nasir Bagh vicino a Peshawar, Pakistan, 1984 Le numerose immagini della mostra curata dall’architetto Fabio Novembre ed allestita nel particolare spazio della Pelanda, presso il MACRO di Testaccio, sono selezionate nell’enorme archivio formato negli oltre quarant’anni di professione ed organizzate lungo un percorso che segue le sensazioni: accostamenti cromatici, affinità tematica o ricorrenza di gesti. Il risultato è un affascinante e a tratti terribile storia che ha come protagonista l’umanità intera sintetizzata nel ritratto di ogni singolo volto ◆ Dal 3 dicembre 2011 al 29 aprile 2012 al MACRO Testaccio - La Pelanda www.macro.roma.museum Sharbat Gula diciotto anni dopo (2002) - Peshawar, Pakistan 10 11 M AGA ZINE M AGA ZINE DALLE STRADE DEL VINO ALLA DINAMICA VIENNA Un percorso affascinante per scoprire attraverso l’evento ‘Access 2011’ le proposte più seducenti della Stiria e della movimentata capitale austriaca di Alessandra Vittoria Fanelli Graz - Museo di Arte Moderna S S voltosi lo scorso novembre nelle austere sale di Hofburg, ‘Access 2011’ è in pratica uno showcase che permette di conoscere le innumerevoli potenzialità dell’Austria per attirare maggiormente le imprese italiane a organizzare convention e incentive tour in questo Paese. Un tour che inizia dalla rigogliosa e verde Stiria, regione sud orientale dell’Austria, facilmente raggiungibile dall’Italia con l’autostrada A23 attraverso il confine con Tarvisio, carica di acque termali e famosa anche per la sua ‘weinstrasse’ il cui capoluogo Graz, già Patrimonio Unesco e nel 2003 Capitale Europea della Cultura, è una città ricca di stimoli culturali. Prima di arrivare a Graz ci si inoltra nel cuore della Stiria per visitare il Loipersdorf & Spa Conference Hotel, circondato da suggestivi campi di zucca e da ricchi vigneti la cui moderna architettura, realizzata con grandi superfici vetrate, permette agli ospiti dell’hotel e della Spa di godere del panorama che si apre sul paesaggio collinare invaso dal profumo dei frutteti circostanti. Non a caso, infatti, le terme di Loipersdorf sono considerate tra le più efficaci della Stiria (insieme quelle di Bad Blumau presentate nella rubrica Resort) grazie alle proprietà dell’acqua che, prelevata ad una profondità di oltre Stiria mille metri, contiene molte di quelle sostanze minerali che contribuiscono a migliorare il benessere corpo/mente. Proseguendo per la zona dei vigneti della Stiria meridionale, arricchita da filari di uva, boschi di latifoglie e ampie malghe, s’incontra la Genussregal Ehrenhaus, qualificata enoteca dotata di museo e di un attrezzato store per acquistare i prodotti enogastronomici della zona. Difficile uscirne senza aver comprato almeno un ottimo Riesling. Proseguendo verso est si trova l’azienda vinicola Tement, praticamente una cantina appoggiata sull’altipiano Zieregg, la cui vigna produce il 95% di uve bianche da cui derivano poi i freschi e fruttati vini come il Traminer, il Sauvignon e il già citato famoso Riesling. Il tour della Stiria inizia e termina con una visita obbligatoria a Graz, città vivace che unisce contrasti e culture. Già Patrimonio Unesco, grazie al suo intatto e attraente centro storico dominato dallo Schlossberg, praticamente il balcone-belvedere sulla città, Graz è attraversata dal fiume Mur, valorizzato dall’isola galleggiante Murinsel a forma di conchiglia, che l’artista e architetto newyorchese di origine italiana Vito Acconci progettò nel 2003, quando la città venne designata Capitale Europea della Cultura. Graz - Isola sul fiume Mur Graz - doppia scala a chiocciola nel Burg Un’isola e un pontile a dividere e unire le due anime di Graz: da una parte l’antico e intatto centro sottolineato da edifici storici e romantici cortili interni, dall’altro la spettacolare e moderna Kunsthaus, denominata friendly alien, bizzarro progetto architettonico di Peter Cook e Colin Fornier pacificamente adagiato in mezzo alle antiche case, che insieme all’isola di Acconci, sono ora i nuovi simboli della città. Sempre a Graz si può alloggiare nel modernissimo hotel Weitzer, dotato di camere che si distinguono per classe e raffinatezza, ideale per coloro che amano la tranquillità, ma si trovano anche diverse altre strutture ricettive molto attrezzate per un breve soggiorno culturale; da non dimenticare una visita alla Landhaushof, che con le sue arcate è considerata un capolavoro del Rinascimento italiano, grazie all’architetto Domenico dell’Aglio che l’ha progettato nel 1644. travel Graz - Torre dell’orologio 13 M AGA ZINE Vienna - Statua di Pallade Atena di fronte al parlamento Austriaco INFO GUIDE Hofburg Vienna - Duomo Lasciata Graz e il dolce paesaggio dei filari di uva si arriva a Vienna, la capitale austriaca non più solo romantica città imperiale della principessa Sissi e dei palazzi barocchi, rinascimentali e liberty, ma ora nuova intrigante metropoli che attira sempre più visitatori per l’ampia offerta di accattivanti proposte. E proprio ad Access 2011, il trade show ospitato nelle sale del palazzo Hofburg, già prestigiosa sede dell’impero astro-ungarico, si è recentemente svolta una tre giorni di incontri istituzionali e promozionali per promuovere le potenzialità turistiche dell’Austria. Al trade show molte le offerte incentive proposte dai diversi partner di questo evento. Non solo location affascinanti come castelli, hotel di design e di charme, Spa e centri di benessere travel sempre più attrezzati, ma anche piccoli borghi storici o città meno conosciute e altrettanto trendy da scoprire, come Linz, città natale del compositore Anton Bruckner e sede di Ars Electronica Center, il museo digitale del futuro o la sempre affascinante Salisburgo dove risuonano ancora gli echi di Mozart, ma anche i rombi degli aerei ospitati in Hangar7, il museo di proprietà della Red Bull. Non c’è scampo: l’Austria con i suoi länder è una straordinaria esperienza da non mancare. E Vienna, con i suoi caffé, riconosciuti lo scorso dicembre 2011 Patrimonio Unesco immateriale dell’umanità, è ora a una delle capitali più cool d’Europa ◆ Photo service by Daniela Auletta, Silvana Clerici, Chiara Maggioni Viaggiare Austrian Airlines da Roma e Milano per Vienna e Graz www.austrian.com Dormire Graz: Hotel Weitzer www.hotelweitzer.com Vienna: Radisson Blu Palais Hotel www.radissonblu.com/palaishotel-vienna Mangiare Graz: Landhaus Keller www.landhaus-keller.at Vienna: Le Siècle al Radisson Blu Palais Hotel www.radissonblu.com/palaishotel-vienna Informazioni in Italia: Austria Turismo www.austria.info 14 15 M AGA ZINE M AGA ZINE Il fantastico mondo di Hundertwasser L’artista austriaco che fece della creatività uno strumento per costruire l’armonia con la natura N di Donatella Codonesu N ato a Vienna nel 1928 come Friedrich Stowasser, ebreo da parte di madre, già dai primi anni di scuola disegnava ritratti di paesaggi mostrando un “inusuale senso del colore e della forma”. Dopo la guerra frequentò per tre mesi l’Accademia di Belle Arti di Vienna, quindi nel 1949 iniziò proprio da nord Italia una serie di viaggi che lo porteranno da qui al 2000 (anno della sua morte) nei più reconditi angoli del mondo, dall’Africa all’Asia, dal Giappone alla Nuova Zelanda. A Parigi nei primi anni ‘50 cominciò a sviluppare il proprio stile personalissimo adottando il nome d’arte di Hundertwasser, divenendo quindi membro dell’Art Club di Vienna nel ‘52, anno in cui tenne la sua prima esibizione. Nel ‘67 iniziò la ristrutturazione di una barca, la Regentag, su cui visse e dipinse per una decina d’anni facendone il proprio quartier generale mobile, che lo portò nel Mediterraneo, ai Carabi e quindi in Polinesia e Nuova Zelanda. La sua pittura è spesso caratterizzata dal motivo della spirale, che rappresenta l’atto della creazione, il momento in cui la materia inanimata si trasforma in vita, come il movimento della terra che compie la rivoluzione intorno al sole senza mai passare sullo stesso punto, segnando il trascorrere del tempo e delle stagioni. Una ciclicità armonica che ha a che fare con il naturale evolversi delle cose ed è simbolo di vita e morte. Un movimento infinto a partire da un centro verso il punto in cui, per dirla con le sue stesse parole, “la spirale si diluisce nello spazio infinito e via via muore come le onde che si dissolvono nelle acque calme”. Ovvero, se letto al contrario, il percorso a spirale che parte dall’infinito e si va condensando nell’infinitamente piccolo, che non può essere misurato dall’uomo perché è oltre la sua comprensione. La ricerca di una completa armonia con la natura è alla base di tutta la creatività artistica di Hundertwasser, che passa con nonchalance dalla pittura alle arti applicate, per approdare ad un’architettura gioiosa, variopinta e pensata per un impatto ambientale minimo. Proprio in quest’ottica profondamente ecologica, infatti, affiancato dall’architetto Peter Pelikan, oltre alle opere residenziali progetta addirittura coloratissimi inceneritori e fantasiosi impianti di riscaldamento centralizzati. I suoi edifici si fondono nel paesaggio spesso anche letteralmente, con tetti ricoperti di terreno e piante, mentre la disposizione di porte, finestre ed altri elementi architettonici sembra seguire la spontanea ed irregolare disposizione di foglie e fiori nella vegetazione. Così come sulla mappa del globo spuntano ovunque le curiose costruzioni da lui disegnate nel corso di 72 anni di vita nomade: Giappone, California, Germania e naturalmente Austria ◆ “Mi piacerebbe essere un esempio per le persone, dipingere un paradiso a portata di tutti, che possa essere raggiunto allungando la mano. Voglio dimostrare quanto sia semplice avere il paradiso in terra” ROGNER BAD BLUMAU Forme organiche senza angoli e senza spigoli: questa è la filosofia di Roger Bad Blumau hotel & spa resort per un benessere unico al mondo di Alessandra Vittoria Fanelli Kunsthaus si compenetrassero uno nell’altro. L’hotel dispone di 247 camere doppie e 46 suite collegate direttamente con l’area termale e alla zona ristorante, oltre a 21 appartamenti dotati di vasca di idromassaggio e acqua termale in camera. Anche le camere e i bagni, senza angoli retti, sono quelli originali pensati da Hundertwasser. Al primo impatto si registra una sensazione straniante che però dura solo pochi minuti, perché la circolarità degli spazi comuni e delle camere sembra avvolgere l’ospite con affetto. Sin dalla reception, infatti, si viene accolti con un rito propiziatorio: a tutti gli ospiti viene donato un piccolo pezzo di sapone agli oli essenziali con il quale lavarsi le mani prima di accedere, così purificati, nelle rispettive camere. L’hotel dispone anche di vari servizi: un ristorante à la carte con terrazza sul laghetto, già premiato con un cappello Gault Millau (simile al nostro Gambero Rosso), un caféhaus, un ristorante nell’area termale e uno a buffet situato ai bordi della piscina. Panoramica S Vulkania S ‘un sogno da solo, è solo un sogno! Se molti sognano insieme, è l’inizio di una nuova realtà’ ituato nel cuore della regione termale della Stiria, il Rogner Bad Blumau non è solo un hotel termale ma anche un vero e proprio capolavoro architettonico creato dal famoso Friedensreich Hundertwasser (1928-2000), originale architetto, filosofo nonché ecologista ante litteram austriaco. Architettura, filosofia ed ecologia sono infatti i principi con i quali Hundertwasser nel 1997 realizzò il Rogner Bad Blumau con tetti ricoperti di vegetazione, forme rotonde, facciate colorate e cupole d’oro circondato dall’idilliaco paesaggio collinare della Stiria. Quest’opera, unica al mondo, vanta grandi spazi liberi sottolineati da ben 2400 finestre, una diversa dall’altra, 330 colonne, 11 piscine interne ed esterne, diverse pool Jacuzzi, piscine per bambini, molteplici saune e zone relax. Fulcro di Friedensreich Hundertwasser quest’angolo di paradiso è l’acqua, con due sorgenti termali. In primis la fonte curativa Vulkania, praticamente un mare interno di circa 3.300 metri di profondità le cui acque arrivano in superficie a 110°centigradi ad alta mineralizzazione; grazie al suo contenuto naturale di sale, la fonte è ora un lago a temperatura stabile di 37° gradi centigradi dove immergersi è come nuotare nella seta. Unico anche il concetto architettonico dell’hotel, con le colonne che sembrano sorreggere le sale, le zone relax e i fluttuanti corridoi senza angoli, senza spigoli e senza linee rette. Nell’intento dell’architetto-filosofo, che nel creare Rogner Bad Blumau ha preso spunto (come lui stesso ha sempre dichiarato) delle opere dell’eccentrico architettoartista spagnolo Antoni Gaudì, è stato un modo di dare vita ad una forma organica dove paesaggio e architettura 18 M AGA ZINE resort Interno piscina Ma sono le terme che rendono impagabile il soggiorno a Rogner Bad Blumau. Circondato da una natura di oltre 40 ettari di boschi, vigneti e prati lussureggianti, il complesso balneare e termale, unico nel suo genere, dispone di piscina con onde, vasche per bambini, di diverse vasche di idromassaggio, il lago curativo di Vulkania con musica subacquea e getti massaggianti. Presenta inoltre diversi tipi di saune che rendono quasi difficile cosa privilegiare tra la sauna finlandese all’aperto o la sauna nella roccia; tra il biosanarium o il sanarium alle erbe; tra il bagno romano o il bagno turco oppure tra i bagni rituali o gli angfuss speciali con maestro di cerimonia. Il tutto trattato con oli officinali, frutti, essenze, miele, sale, menta per il completo e totale benessere. Non solo, ma nell’aerea Spa, che propone programmi individuali personalizzati e personal trainer per gli ospiti, vengono effettuati trattamenti olistici, massaggi e sedute estetiche professionalmente eseguiti in un contesto ricco di suggestioni, grazie alla tavolozza di colori che circonda il complesso. Lo stretto rapporto con la natura del Rogner Bad Blumau, certificato anche dal WWF, è il rispetto dell’ambiente, principio fondamentale della filosofia di Friedensreich Hundertwasser, che quando nel 1997 inaugurò l’hotel, espresse in sintesi che: ‘un sogno da solo, è solo un sogno! Se molti sognano insieme, è l’inizio di una nuova realtà’. Una realtà da scoprire e godere, perché il Rogner Bad Blunau è appena dietro l’angolo ◆ Photo reportage by Rogner Bad Blumau e by Daniela Auletta, Silvana Clerici, Chiara Maggioni www.blumau.com Hotel Reception 20 21 M AGA ZINE M AGA ZINE «Dell’Asia ricca di fiumi, puoi godere il suolo più di tutti eccellente, Hierapolis, aurea città, Signora delle Ninfe, adorna Di splendide sorgenti». P P Hierapolis, «aurea città, Signora delle Ninfe, adorna di splendide sorgenti» Nel cuore della Turchia un paesaggio di incredibile fascino fra archeologia e natura Testo e foto di Laura Pujia amukkale è un luogo incantevole dove storia e natura continuano all’unisono il loro percorso dando vita ad un paesaggio unico nel suo genere. Ci troviamo nel cuore della Turchia, nella provincia di Denizli, nella piana del fiume Lykos ricca di acque e fenomeni termali, coltivata prevalentemente a cotone e in piccola parte a vigneto. In questo luogo, circondata da pendii collinari che continuano l’altopiano anatolico, sorge l’antica città di Hierapolis. Pamukkale è una parola turca che significa «castello di cotone», chiaro riferimento alla splendida immagine in cui l’altopiano stesso si presenta, ancora oggi, agli occhi del visitatore. Un promontorio bianco formatosi grazie alle sedimentazioni di travertino, che nei periodi autunnali viene circondato anche dal candore dei fiocchi di cotone coltivato nelle limitrofe vallate. La presenza delle sorgenti termali e il fluire costante dell’acqua depositano annualmente uno strato calcareo che cresce di tre centimetri l’anno, rendendo difficile il lavoro degli archeologi costretti per necessità ad avvalersi di martelli pneumatici per recuperare le splendide strutture architettoniche costruite in epoca romana. La campagna archeologica è da sempre tutta italiana, attualmente sotto la guida del prof. Francesco D’Andria dell’Università degli Studi di Lecce. L’equipe della Missione travel Epigramma del diazoma del teatro di Hierapolis Archeologica Italiana a Hierapolis nasce grazie al sostegno di alcune Università italiane e vede collaborare insieme architetti, archeologi, restauratori, studenti e tecnici per conoscere, conservare e valorizzare l’antica città. Oggi gli enormi banchi di travertino compongono un paesaggio irripetibile che caratterizza la morfologia del luogo. Lungo i pendii si formano gli spettacolari sistemi di vasche, oggetto di attrazione di milioni di turisti che annualmente si recano a Pamukkale. Un territorio in cui ribolle acqua termale ed in cui è piacevole sostare. Al centro dell’antica città si è formato un laghetto in cui confluisce l’acqua della sorgente, limpidissima, sommergendo i resti di un porticato marmoreo di colonne scanalate, giacenti nel fondo allo stato di crollo. Visitando l’odierna Pamukkale ci si immerge in una straordinaria fusione di natura e cultura: questa fusione di monumenti antichi e paesaggio naturale fa sì che Hierapolis-Pamukkale dal 1988 sia stata inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Ogni anno, in estate, la Missione Archeologica Italiana riprende gli scavi avanzando le ricerche archeologiche. Lo scorso 27 luglio è stato annunciato il ritrovamento della tomba di San Filippo, uno dei dodici apostoli; si tratta di una tomba non a fossa, ma a sacello, con frontone e camera funeraria, che da anni si tentava di individuare e che è venuta alla luce solo nella campagna di scavo tutt’ora in corso ◆ 25 M AGA ZINE ASPETTANDO PRIMAVERA N “ N D&G on ci sono più le stagioni” frase fatta da anziani che, guarda caso, sta diventando sempre più una “verità”. Soprattutto nella moda. E non solo perché è cambiato il clima o perché sempre di più si passa nel giro di ore da latitudini ed emisferi diversi. C’è il bikini o la mini di visone per l’estate, ma c’è anche l’abito iperleggero da portare a gennaio sotto il piumino da -20. E a dominare sono i tessuti stampati e le fantasie che anticipano la primavera. Alla sfilata di D&G non si riusciva a capire in quale stagione si fosse. Unico indizio invernale i giubbotti con interno di pelliccia o le gonne di mongolia in vari colori. Per il resto lunghi, svolazzanti abiti chemisier con fantasie a lettere o con teorie di lettere a formare delle greche. Oppure ancora lettere enormi a creare un surreale disegno sulle leggere T-shirt. Per la collezione Dolce & Gabbana, invece, i due stilisti hanno preferito le stelle, di varie dimensioni, un po’ irregolari, quasi sempre chiare su fondo scuro. D&G di Luisa Espanet fashion Missoni Just Cavalli Etro Nuova collezione Primavera - Estate 2012 Missoni Moschino Emilio Pucci Angelo Marani Pucci continua la tradizione dei suoi inimitabili disegni, ispirati questa volta al Tirolo. Ed ecco sull’aderente abito a maniche lunghe il tocco invernale di una frangia. La stampa a fiori, più o meno stilizzati, è una presenza ricorrente. Sull’abito da cocktail di Moschino, con collo a corolla e provocante spacco laterale, spuntano grandi rose rosse. Fiori di campo meno vistosi sono sparsi sulla lunga gonna di voile di Missoni, da riscaldare con pulloveroni in mohair lavorato a grossi punti. Papaveri e margherite, non bene identificabili, anche sul lungo chemisier di Angelo Marani, da abbinare al gilet di pelliccia in pieno stile neo-flower-power. Assolutamente flou le rose sull’abito grigio di Fuzzi. Anche Roberto Cavalli in alternativa all’amato maculato propone i fiori, ma stilizzati, con piccoli petali sui gambi sottili. Per Just Cavalli lo stilista preferisce stampati con disegni informali o minuscoli e geometrici, ma in tonalità vivaci. Li usa per camicie, giacche abiti, fuseaux. Molti stampati, ma non è certo una novità, anche da Marni. Sono piacevoli geometrie che ricordano Sonia Delaunay e i costruttivisti russi. Via Germanico, 216 - Roma - Tel. 06 36000430 (angolo Piazza dei Quiriti, nel cortile) 9.30 - 13.30 / 15.30 - 19.30 dal lunedì al sabato Pçarrot kids Miss Blumarine Miss Blumarine L L a primavera si avvicina, ma fa ancora freddo. Le collezioni per bambini sembrano rispondere perfettamente con capi caldissimi ma con il colore e l’apparente leggerezza di quelli estivi. Inutile dire che, come sempre, chi può sbizzarrirsi di più è la bambina. Con gonne, abiti, anche giacche, ma in sovrapposizione per meglio riscaldare. Ad alzare la temperatura scarponcini e stivali foderati di pelliccia a prova di maxi-nevicate. Molte le stampe. Miss Blumarine sceglie i gatti da mettere sulle maglie sottili da abbinare a gonne di tulle a strati e a golf con bordi di pelliccia. Tra le fantasie, sempre in pole position, oltre alle righe, i fiori e i pois. Così Ki6?, così Miss Blumarine con gonne e abiti gialli a pois azzurri, con profili e dettagli in pelliccia azzurra. Roberto Cavalli propone il maculato per la bambina di Angels. Eccolo per l’abito da cerimonia con balze, per il dolcevita, per la fodera del montgomery, per i guanti. E perfino per la camicetta in voile da neonato, della linea Newborn, da accostare ai microjeans con ricami ◆ Roberto Cavalli Newborn Cycle Roberta di Camerino Serapian Vivienne Westwood Così per il due pezzi sui toni del grigio e del marrone con il tocco a sorpresa delle maniche in paillettes nere. Così per il completo con gonna e tunichetta sui toni del verde. Fiori sfumati per la gonna di chiffon di Anteprima coordinata al pull-mantellina. Non mancano gli scozzesi. Da quelli classici usati da Vivienne Westwood per le sue aderenti giacche a quelli assolutamente inediti di Thakoon, adorato pupillo di Anna Wintour, per asimmetrici abiti in seta e per piumini. Echi di etnico nelle colorate e interstagionali stampe di Etro. Piume di pavone invadono tubini, giacche, soprabiti da Laura Mancini. Fantasia al potere da Custo Barcelona, che nel suo abito tunica, abbinato a pantacollant, mette insieme disegni geometrici, fiori, pennellate di colori. Grandi mix creativi, con addirittura citazioni pop, fotografie di muri diroccati e graffiti, da Basso & Brooke, che ormai da tempo hanno bandito dalle loro collezioni la tinta unita. Su cappottini, abiti lunghi e corti, tailleur pantalone, redingote ◆ Tod’s UOMO FUTURO È Vivienne Westwood Giorgio Armani È un uomo probabile, l’uomo del prossimo inverno. Dandy, ma non damerino. Elegante ma non ingessato, sportivo ma senza citazioni fuori posto. I tessuti sono confortevoli, caldi e non si stropicciano, i tagli e i dettagli sono sartoriali. È un Friday casual, come definiscono negli USA quel modo di vestire metropolitano, ma nonchalant e adatto anche al week end. Appunto al venerdì, per la mattina in ufficio e il pomeriggio in viaggio. Ecco giacche con la vestibilità di un pullover portate con jeans e chinos, come da Us.Polo Assn. e da Mason’s o in maglia effetto tessuto come da Les Copains e da Ermanno Scervino. Ecco blazer poco strutturati su pull e gilet di diverso tessuto come da Giorgio Armani. Sul pull si porta anche la giacca elegante, come quella in velluto liscio di Class Roberto Cavalli. La maglia, sempre in auge, sostituisce il tessuto da Missoni, da Corneliani, da Iceberg. In maglia Frankie Morello propone la tuta con il taglio dell’abito. Revival del maglione norvegese da Armani, da D-Squared e con varianti da Nicole Farhi. Altra tendenza di stagione l’intarsio e l’effetto patchwork. Può essere un inserto o una manica in materiale diverso per giacche e cappotti. Da John Richmond il giubbotto in tessuto finestrato ha le maniche in pelle con strisce di pitone. Da Marni il car coat di pelliccia, chiuso da zip, le ha in tessuto. Sugli abiti di Bottega Veneta spiccano elementi geometrici di altro colore. Il pull grigio di Costume National ha profili azzurri sulle spalle e lungo le maniche. Vivienne Westwood usa due scozzesi nello stesso completo. Scozzese, ma uno solo, anche per i pantaloni di Coveri che osa arancio e turchese per i cappotti. Nel settore, comunque, la star del momento è il montgomery. Corto e in tessuto spigato da Missoni, aderente con interno in pelliccia da MCS Marlboro Classics, liscio senza alamari dall’Emporio Armani. Tra le alternative, la pelliccia come da Bikkembergs o il loden da Schneiders Salzburg. Fedele alle tradizioni, l’azienda austriaca ha presentato al Pitti la collezione Habsburg, disegnata da Andrea Incontri, tutta realizzata nel mitico tessuto ◆ Florentine Flowers cashmere uomo donna La morbidezza di una pregiata fibra naturale a prezzi di fabbrica Missoni Ermanno Scervino Via Alessandria, 194-196 - T. 06 44202312 34 M AGA ZINE hi tech di Fabrizio Lodi BlackBerry Curve 9380 anche la “mora” passa al full-touch BlackBerry Curve 9380 è uno smartphone dall’elegante design a barretta, primo terminale full-touch della società canadese RIM. Il dispositivo è equipaggiato con un display HVGA da 3.2” della risoluzione di 480x360 pixel, le sue dimensioni sono di 109x60x11,2 millimetri, per un peso di circa 98 grammi. Supporta le tecnologie GPRS, EDGE, Wi-Fi, A-GPS e Bluetooth 2.1 con EDR. La cover posteriore ospita una fotocamera da 5 megapixel con flash, zoom 4x e videoregistrazione VGA. e non mancano l’accelerometro, il sensore di prossimità, quello d’illuminazione ambientale e il chip NFC per micropagamenti in sicurezza. Il processore ha un clock di 806 MHz assistito da 512 MB di RAM e 512 di capacità di stoccaggio espandibile di 32 giga grazie alla presenza di uno slot MicroSD. Tra le applicazioni preinstallate ne spiccano alcune per la comunicazione sociale come il BlackBerry Messenger, Facebook, Twitter e Social Feeds. Il sistema operativo è il BlackBerry 7: usabilità più veloce e ricca, con migliorate capacità di navigazione, ricerche ad attivazione vocale e il supporto all’Augmented Reality. Autonomia di 240 minuti in conversazione e 400 ore di stand-by. Home Theatre Samsung HT D550 Per vivere l’effetto Sound cinema in casa Se state cercando un sistema home cinema di grande design ed altamente performante, il Samsung HT D550 potrebbe rispondere alle vostre esigenze. Il sistema home cinema Samsung HT D550 presenta una vasta gamma di funzioni che rendono la performance complessiva del sistema di buona qualità, è dotato di 5.1 diffusori per la riproduzione dei suoni e le sue casse presentano una potenza in uscita pari a 1000 Watt, che permette un reale effetto-cinema. E con il sistema home theatre Samsung HT D550 (con Lettore DVD) si potranno ammirare immagini alta definizione assai nitide. Ecco le sue caratteristiche tecniche - Diffusori: 5.1 - Potenza in Watt:1000 Watt - Tipo: con Lettore DVD ◆ THE FIRST EVER MECHANICAL ROTATING DIAL PATENTED BY de GRISOGONO INSTANTLY DISPLAYS THE DATE, SMALL SECONDS, POWER RESERVE AND MOON PHASES ON DEMAND BOUTIQUE de GRISOGONO HOTEL DE RUSSIE, VIA DEL BABUINO 9, ROME - TÉL. 06 320 13 09 DUBAI - GENEVA - GSTAAD - KUWAIT - LAS VEGAS - LONDON - MOSCOW - NEW YORK PARIS - PORTO CERVO - ROME - ST BARTHELEMY - ST MORITZ - TOKYO www.degrisogono.com 36 M AGA ZINE Fuoriserie: la rassegna del collezionismo automobilistico Si terrá il 21 e il 22 aprile 2012 alla fiera di Roma il salone di auto, moto e ricambi d’epoca del centro e del sud Italia P di Francesco Mantica P orsche 911, 356 Cabrio e Coupè, Mercedes, Maserati e Jaguar di ogni tipo e varie Fiat, Alfa e Lancia. Sono solo alcune delle vetture che saranno esposte per la vendita nella sesta edizione di Fuoriserie, la rassegna di riferimento per il collezionismo automotoristico del Centro Sud Italia che avrá luogo il 21 e il 22 aprile alla Fiera di Roma. È lecito immaginarsi che quest’anno i numeri della scorsa edizione - 38.000 metri quadri di area espositiva, 450 espositori ed oltre 800 vetture in mostra - verranno ampiamente superati, data l’imponente crescita non solo degli appassionati del settore, ma anche dei neocollezionisti che da sempre affollano la manifestazione per tradurre in realtà i propri desideri. Organizzato da Intermeeting, l’evento consiste in un week-end in cui scoprire le auto dei sogni, le produzioni fuoriserie, le offerte irrinunciabili dei privati ed il pezzo mancante per completare la propria collezione. Tre le aree in cui la fiera sará suddivisa: la prima sezione è dedicata ai Club e Registri, ovvero tutti quegli organismi nazionali ed internazionali che garantiscono e tutelano i veicoli storici e da collezione. La seconda sezione è dedicata invece alle proposte dei migliori commercianti d’auto con vetture uniche ed i marchi più prestigiosi, cui saranno affiancate come da tradizione le offerte competitive dei privati. Esaustiva sará anche l’offerta di accessori auto e moto, aziende di cerchi e gomme, documentazioni e libretti d’uso per trasformare la propria vettura in un gioiello unico. A completare questo ricco menu delle passioni motoristiche l’Extrasettore, spazio dedicato all’oggettistica: orologi, accessori, abbigliamento, tutti declinati in chiave vintage. È in via di definizione, infine, un ricco programma di eventi culturali, istituzionali, sportivi che rendono Fuoriserie una kermesse unica in grado di soddisfare a 360° i desideri degli appassionati di due e quattro ruote d’altri tempi ◆ Piazza del Parlamento, 8 - 00186 Roma Tel\fax +39 0668192661 - Cell +39 3927883245 [email protected] - www.sartoria-al-corso.roma.it MP3 YOURBAN 300, tre ruote per una eccellente guida in cittá L’ultimo nato della rivoluzionaria gamma di scooter del Gruppo Piaggio è da oggi disponibile anche nella versione LT da 300 cc, da guidare con una normale patente d’auto L promo L eggero e pulito nelle forme, impareggiabili livelli di stabilità e sicurezza e, in aggiunta a questo, un’impostazione ciclistica studiata per esaltarne le doti di maneggevolezza e agilità. Sono le doti principali di MP3 Yourban, lo scooter targato Piaggio ideale per muoversi con disinvoltura nel traffico cittadino e regalare al tempo stesso un piacere di guida assoluto. Mp3 Yourban é riconoscibile da alcune particolari cartteristiche come la carreggiata anteriore, portata a 465 mm, gli indicatori di direzione di tipo motociclistico, la luce di posizione led integrata nel gruppo ottico anteriore e la frenata integrale, che su Yourban LT può essere azionata anche dal pedale sulla pedana. Dal punto di vista tecnico si nota innanzitutto l’eccezionale maneggevolezza sia nelle manovre da fermo che in movimento, in particolare negli slalom o nei rapidi cambi di direzione. In piega e in curva il veicolo si riallinea naturalmente, con un’immediatezza vicina a quella di uno scooter tradizionale a 2 ruote, ma con il plus della grandissima aderenza offerta dalla doppia gomma anteriore. Design giovane e sportivo, disponibile in 5 colorazioni, tutte metallizzate, Piaggio Mp3 Urban 300 cc si distingue peró in particolare per dotazioni e finiture al top della categoria e per il sistema elettronico di blocco della sospensione anteriore (equipaggiato in serie), che consente di mantenere lo scooter in equilibrio sulle tre ruote ed evitare di dover mettere il piede a terra nelle brevi soste. È inoltre l’unica moto di questa cilindrata che può essere guidata con la sola patente auto. Lo scooter è equipaggiato con un monocilindrico 300cc a iniezione elettronica che fornisce una potenza tale da assicurare un’elevata prontezza nella risposta del gas e prestazioni estremamente brillanti, rendendolo un mezzo ideale tanto per districarsi nel congestionato traffico cittadino quanto per trasferimenti di medio raggio in totale comodità, da soli o con passeggero ◆ www.chemoto-roma.it Piazza Monte Grappa, 1 (Inizio V.le Mazzini) - Roma Tel. 06 45200395 - [email protected] Pippo Dalla Vecchia Il Presidente del REALE Yacht Club Canottieri Savoia racconta la storia del Trofeo Marcello Campobasso: 19 anni di regate giovanili R.Y.C.C. Savoia - ph Mediasail R.Y.C.C. Savoia - ph Mediasail di Veronica Cardella Come nasce una manifestazione del genere? “Ero da poco più di due anni Presidente, era il 1993 e dopo la morte improvvisa di Marcello Campobasso - nell’aprile di quell’anno - avendo diviso con lui gioie e dolori ho desiderato da subito creare una manifestazione che potesse perpetuarne il ricordo. Una manifestazione che non perdesse spirito negli anni e che non regalasse una coppa che presto finisse dimenticata in una bacheca di un circolo. Si trattava di studiare una manifestazione che avesse successo e non morisse. È così che ho pensato agli Optimist, Marcello teneva moltissimo alla vela giovanile. Per attirare l’attenzione dei circoli europei facemmo una scelta azzardata: pensammo di offrirgli tutto, vitto e alloggio. Agli italiani invece avremmo pagato solo l’alloggio. Inaspettatamente il primo anno vide il coinvolgimento di 5 - 6 nazioni e, italiani compresi, di circa 80 velisti. Il primo vincitore fu un portoghese: Jorge Lima. E questo diede subito credibilità a una manifestazione che dimostrò di non nascere per premiare il velista locale di turno. Il secondo anno il numero dei partecipanti aumentò considerevolmente e così via fino al coinvolgimento diretto della Federazione Italiana Vela, nel 2003, che ci segnalava di volta i migliori tra gli italiani. È stato un crescendo che ci ha portati alla 19° edizione: 26 nazioni, 275 partecipanti e ben 3 continenti coinvolti. Il Circolo Savoia si è ben difeso quest’anno. Siamo riusciti a salire sul podio con i Cadetti, grazie alla bella prestazione di Antonio Persico, e abbiamo sfiorato il podio Juniores con Luigi Michelini. Per Michelini, attuale vice campione europeo, potrebbe essere stata l’ultima regata su Optimist. “Svezziamo” gli atleti e li conduciamo verso la grande vela internazionale. Molti soci non capiscono quello che io invece, essendo padre di famiglia e nonno, accetto interview Il Presidente del R.Y.C.C. Savoia Pippo Dalla Vecchia ph ©Francesco Rastrelli con benevolenza. Per quattro giorni il circolo viene invaso, diventa la casa di questi velisti e siamo riusciti ad organizzare tutto senza rischiare mai cadute di stile”. Inutile dire che già si pensa al prossimo anno. Quali sono le prospettive e gli obiettivi per l’edizione numero 20 del Trofeo? “L’obiettivo nel 2013 è di mantenere alto il livello della manifestazione che ormai è cresciuta considerevolmente ma dobbiamo imparare a gestire il gigante che è diventato. Ospitiamo il meglio della vela internazionale ma dobbiamo affinare il numero dei partecipanti perché è impossibile gestire più di 275 velisti, con team annesso al seguito. Ogni anno garantiamo barche nuove a tutti i partecipanti, noleggiamo Optimist nuovi di zecca per i nostri ospiti. Abbiamo gestito per due anni la concomitanza con il Mondiale della Classe Il team del Savoia. Al centro con giubbotto bianco, rosso e verde, Luigi Michelini ph ©Francesco Rastrelli 42 nterview M AGA ZINE Optimist, riuscendo ad avere un numero di concorrenti ogni volta maggiore (quest’anno siamo stati 275 e in Nuova Zelanda erano in 220). Ad alta quota si rischia di soffrire di vertigini; per la ventesima edizione non vorrei ridurre il numero di nazioni partecipanti ma selezionare il meglio del meglio. Spero di poter mantenere i cancelli aperti per tutti anche se ci sono indubbi problemi logistici. Dobbiamo decidere le sorti della prossima edizione di questa meravigliosa manifestazione. Mi esalta e preoccupa allo stesso tempo vedere cosa abbiamo realizzato in 19 anni. Tra le soluzioni c’è quella di spostare la manifestazione nel Golfo di Pozzuoli, più sicuro e spazioso per certi versi. Dobbiamo ragionare, pianificare e prevenire. Il rischio è quello di strafare e sbagliare e non voglio correrlo”. Il Trofeo Marcello Campobasso è indubbiamente una vetrina per i ragazzi che amano la vela. Che ricordi ha dei ragazzi che hanno partecipato alla manifestazione? “I primi vincitori non si sono fermati al Trofeo Marcello Campobasso, molti sono diventati campioni di classe olimpica. La soddisfazione è di averli accolti giovani e averli, poi, affidati alla grande vela internazionale. Il Campobasso è un passaggio obbligato ormai per chi vuol fare vela a un certo livello. Un esempio su tutti è Giulia ph ©Francesco Rastrelli Conti - prima donna italiana sui 470 - che ha partecipato alle nostre regate. E anche molti del team ungherese e del gruppo dei greci hanno partecipato e ora li vediamo nelle grandi classifiche mondiali della vela”. Qual’è l’elemento che fa la differenza? Cosa rende speciale questa manifestazione? “Un grazie agli sponsor è d’obbligo, senza di loro una manifestazione come questa non è pensabile. Cerchiamo di creare un rapporto diretto con loro che infatti ci seguono da anni. Banco di Napoli, Berna, Ferrarelle, Metropolitana di Napoli e i nuovi arrivati Garnell e Original Marines sono marchi di qualità a livello nazionale e internazionale che legano il loro brand a questa regata. Inoltre il Trofeo Marcello Campobasso è diventato un evento che coinvolge la città, una dimostrazione è stata la presenza del Sindaco di Napoli alla premiazione. L’anno prossimo ci sarà il Forum delle Culture, spero che il Comune di Napoli sia presente e ci coinvolga, spero in una collaborazione. La ciliegina sulla torta della manifestazione? Napoli e il suo Golfo. La sirena Partenope funziona sempre, i suoi canti ammaliatori non si sono mai affievoliti” ◆ www.ryccsavoia.it Un’immagine dall’alto del Presidente insieme ad alcuni baby velisti ©Foto Francesco Rastrelli 44 M AGA ZINE XIX EDIZIONE DEL TROFEO MARCELLO CAMPOBASSO be Optimist: in 275 invadono il Golfo di Napoli di Fulvia Battiloro - ph ©Francesco Rastrelli C C “ ’era una volta il Trofeo Marcello Campobasso...” sono passati diciannove anni dalla prima regata ad invito riservata alla Classe Optimist organizzata dal Reale Yacht Club Canottieri Savoia. Oggi la manifestazione, che si svolge con il patrocinio del Comune di Napoli, della Federazione Italiana Vela e dell’Associazione Italiana Classe Optimist, si è affermata nel panorama internazionale e non è solo una bella favola per tutti i baby velisti partecipanti ma anche una solida realtà: quest’anno si è raggiunta la quota record dei 275 iscritti, con ben 26 nazioni coinvolte. Il Trofeo si svolge, per decisione del “managerissimo” Presidente Pippo Dalla Vecchia, che lo ha condotto per mano sino all’attuale successo, ogni anno dal 4 gennaio all’Epifania. La manifestazione velica rappresenta un vero e proprio crocevia di culture unite dal mare e dallo sport. Gli atleti sono giovanissimi, i più grandi hanno appena 15 anni, i più piccoli solo 10. Eppure molti hanno già alle spalle importanti successi. Perché al Trofeo Campobasso partecipano i migliori delle loro categorie e i fiori all’occhiello delle rispettive squadre nazionali, il livello tecnico è altissimo e nessuno intende sfigurare. Tra i rappresentanti dell’Italia, complessivamente 118 gli italiani, otto sono stati gli atleti del Savoia in gara, tra cui la giovane promessa Luigi Michelini, che purtroppo ha concluso lontano dai primi posti. Inalterato il format dell’evento: anche quest’anno il Circolo Savoia ha coccolato i suoi partecipanti. Ogni giorno, a partire dalla ore 8.00, tutti i concorrenti hanno fatto colazione al Circolo con i prodotti offerti da Berna mentre al rientro dalle regate li aspettava una sana merenda a base di yogurt, dessert, succhi di frutta e frullati freschi a marchio Parmalat. Per farsi un’idea della portata dell’evento basta guardare i numeri: in totale sono stati offerti oltre 450 litri di latte fresco Berna, mangiate più di 900 Coppe Malù e bevuti oltre 435 litri di acqua Ferrarelle. La sera, di nuovo tutti al Circolo per la cena e per il video giornaliero proiettato su maxischermo per rivedere i momenti salienti della giornata. ”Questa complessa macchina organizzativa, che ogni anno diventa più impegnativa con l’aumentare del numero dei concorrenti” - sottolinea Dalla Vecchia - “non sarebbe possibile se ogni anno i nostri partner non rinnovassero sport l’impegno di sostenerla e nuove aziende non entrassero a farne parte, devo pertanto ringraziare i nostri sponsor Banco di Napoli Spa, Berna, Ferrarelle, Garnell, MN Metropolitana di Napoli Spa, Original Marines”. Le quattro prove per la categoria Juniores e le tre per la categoria Cadetti hanno decretato i vincitori 2012 premiati nella tradizionale Cerimonia del Circolo Savoia svoltasi alla presenza del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris. A portarsi a casa il Trofeo Marcello Campobasso è l’ungherese Zsombor Gyapjas del Balatonfüredi Yacht Club; sul secondo gradino sale lo svizzero Damian Suri dello Yacht Club Bielersee. Terzo posto per la spagnola Paula Igual che, come prima classificata, conquista anche la Targa Irene Campobasso. La squadra ellenica si è dimostrata fortissima nella categoria Cadetti con le sue due giovanissime leve, Panagiotis Matsades dell’Olympiakos Sailing Club e Caterina Nikolaki, dello I.O.P.O.R., che conquistano rispettivamente il 1° e il 2° posto. Il più giovane di tutta la flotta (10 anni compiuti a dicembre), il napoletano Antonio Persico, portacolori del Il vincitore del Trofeo Marcello Campobasso in un momento di regata Circolo Savoia, riesce a guadagnare il terzo posto in classifica e portare l’Italia sul podio. Vince infine il premio intitolato alla memoria del giudice internazionale Branko Stancic, per il concorrente proveniente dal club più lontano, la norvegese Anna Skaar dell’Aalesunds Seilforening che ha percorso più di 2467 km per presenziare alla manifestazione. In Banchina Santa Lucia sono tutti già al lavoro per i venti anni che il Trofeo compirà nel 2013, anno in cui a Napoli si svolgerà l’atteso Forum delle Culture, e in cui il Savoia festeggerà i suoi 120 anni di gloriosa storia. Nel frattempo la favola continua on line, dove la new generation popola il mare virtuale della pagina Facebook www.facebook.com/trofeomarcellocampobasso dedicata al Trofeo ◆ 47 Il gozzo sorrentino L’imbarcazione storica partenopea nell’artigianato dei Fratelli Aprea: oggi come nel 1890 U U na storia nata a Sorrento, scritta sui volti dei pescatori e tramandata di generazione in generazione: quello fra il gozzo sorrentino e i Fratelli Aprea è binomio inscindibile, segnato dal legame profondo che lega la loro terra al mare. Ed è per gli uomini di mare, appunto che l’imbarcazione viene costruita, a partire dall’ultimo decennio dell’800, grazie al lavoro minuzioso dei maestri d’ascia della famiglia. Artigiani prima di tutto, a Marina Grande gli Aprea costruiscono gozzi da ben cinque generazioni: da quando il trisavolo Cataldo fondò una tradizione, che durante la seconda guerra mondiale cambiò radicalmente con l’impiego dei vecchi motori di jeep, intuizione di papà Franco, che contribuì alla trasformazione delle forme della barca. Oggi come 130 anni fa, i carpentieri costruiscono i gozzi seguendo l’antico metodo: partendo dalla costruzione dello scheletro, tracciando il “garbo” con l’ordinata maestra, poi 7 ordinate verso prua e 7 verso poppa, quindi inserendo sulla sezione maestra dei righelli curvati. Sono queste prime old style M AGA ZINE linee astratte a determinare armonia ed idrodinamica dello scafo, ora una carena semi-planante che permette alla barca di tagliare le onde, acquistando velocità in modo fluido. La costruzione utilizza legnami di gran pregio, con almeno 50 anni di vita, per i quali è fondamentale anche la lunga stagionatura. Dall’ossatura si arriva agli elementi esterni più noti ai profani: coperta, pozzetto, paratie…. Il fasciame, per cui viene utilizzato iroko massello, curvato a caldo e modellato meticolosamente, quindi reso a tenuta stagna, sigillato e sottoposto a varie fasi di verniciatura. Perché anche la decorazione è importante: i legni pregiati dei rivestimenti, protetti con vernici trasparenti, sono lasciati a vista per valorizzarne l’antico fascino. In quella che oggi è una grande azienda, dal 2001 parte del gruppo Ferretti, ancora si lavora in modo tradizionale per un prodotto che è ormai sempre più esclusivo ◆ www.fratelliaprea.com D.C. 49 M AGA ZINE Espera 34’: design e sportività sul mare rio yachts celebra il 50° anniversario al salone nautico di genova con un nuovo 10 metri, a metà fra barca da giorno e tender di un mega-yacht di Francesco Mantica I I l nome è importante, è quello della prima barca in mogano presentata da Rio Yachts nel 1961: Espera. Un open puro caratterizzato da grandi spazi in coperta, simmetria delle linee, versatilità di impiego, attenzione al dettaglio, alle finiture, ai materiali. Il richiamo al passato - evidente nel taglio stilistico vagamente retrò, che rivendica le origini di un cantiere che ha percorso tutte le tappe della nautica da diporto italiana - lascia subito però il passo al sapore contemporaneo: Espera34’ è una barca moderna e innovativa, un day cruiser sportivo con interni di design che si presta benissimo anche come tender di lusso. Caratteristica la coda di poppa che racchiude assieme spiaggette e passerelle per sbarco. Un’ampia vetrata centrale, assieme alle vetrate sulla plancia di guida, regala una notevole illuminazione degli interni. Le prestazioni sono brillanti, da i 40 ai 50 nodi e bassi consumi grazie alle efficienti linee d’acqua e al metodo dell’infusione per ridurre i pesi. Pur di piccole dimensioni, la barca può ricevere un numero massimo di 12 persone, accolte da un bellissimo pozzetto dove i divani predisposti a U possono trasformarsi in comodi prendisole. Lo yacht è dotato inoltre, sottocoperta, di una cabina matrimoniale che ingloba 4 posti letto, di un WC separato completo di doccia, specchio, lavabo e carabottino in teak. Il 50° anniversario e la sua barca-simbolo rappresentano un giro di boa per il cantiere: non solo riassumono quanto fatto in cinquant’anni, ma costituiscono anche un dettato di nuove linee per le prossime collezioni Rio Yachts ◆ 51 M AGA ZINE AI REMI IL PROGETTO JAGUAR Venti atleti selezionati in base a qualità sportive, accademiche e relazionali saranno formati grazie al supporto della nota casa automobilistica in vista delle prossime Olimpiadi N di Marco Callai - ph Getty Images N ell’anno delle Olimpiadi di Londra, Jaguar sceglie il canottaggio italiano per un progetto esclusivo, relativo alla ricerca dell’eccellenza nello sport. Sono venti i canottieri della Jaguar Excellence Academy, individuati in base ai risultati agonistici, al percorso degli studi, alle qualità relazionali e comunicative. La nota casa automobilistica specializzata nelle auto sportive e di lusso investe così nella crescita degli atleti emergenti e, al tempo stesso, meritevoli, fornendo loro l’importante sostegno di strumenti cognitivi che li accompagneranno nella crescita sportiva e professionale. “Sono molto contento per questa importante partnership siglata dalla Federazione Italiana Canottaggio, è un’ulteriore dimostrazione dell’ottimo lavoro condotto dal Presidente Gandola, dal Segretario Generale e dal Consiglio Federale - ha detto il numero uno del CONI Giovanni Petrucci nel corso della presentazione avvenuta lo scorso 17 gennaio nel Salone d’Onore del Comitato Olimpico Nazionale Italiano - Il canottaggio sta lavorando molto bene in funzione delle prossime Olimpiadi”. Gandola ha ribadito l’importanza del progetto. “Eleganza, potenza, tradizione e passione sono alcuni dei valori che hanno in comune Jaguar e la Federazione: ad essi va aggiunto il riconoscimento della funzione educativa e sociale di uno sport completo, come il nostro, che se praticato con impegno e costanza dà la possibilità di ottenere successo anche nella vita”. Sulla stessa lunghezza d’onda, Daniele Maver, presidente Jaguar. sport Undici dei 20 ragazzi protagonisti della Jaguar Excellence Academy insieme alla Jaguar XK R-S “Con questa partnership, confermiamo la nostra vicinanza al mondo dello sport sostenendo il percorso di crescita e formazione professionale dei canottieri azzurri che, come le nostre macchine, sono aggressivi e competitivi”. Così il Direttore generale Jaguar Marco Santucci. “La Jaguar sarà il personal trainer degli atleti, aiutandoli a diventare dei leader nella vita, mantenendo i valori etico-morali sempre al primo posto”. Sulla pagina Facebook di Jaguar Italia è presente una pagina dedicata sulla quale compaiono le videopresentazioni degli atleti ed è possibile votarli. La votazione popolare sul famoso social network contribuirà, insieme al parere della Commissione FIC, all’individuazione, da parte di Jaguar, dei cinque atleti che diventeranno i protagonisti della seconda fase del progetto. Nel mese di settembre una successiva selezione ad opera di Jaguar designerà i due atleti che avranno diritto ai “premi” della Jaguar Excellence Academy; una borsa di studio che consentirà di arricchire la propria formazione con un Master in management sportivo o un corso di public speaking o self management oltre ad un corso d’inglese nella città d’appartenenza e trenta giorni in Inghilterra con il British Council. Sette dei venti atleti hanno già qualificato la loro barca per Londra 2012: la varesina Sara Bertolasi (Canottieri Lario), il romano Andrea Palmisano (Canottieri Aniene), il napoletano Mario Paonessa, il genovese Paolo Perino, il pisano Matteo Stefanini ed il fiorentino Francesco Fossi (tutti delle Fiamme Gialle), e la comasca Claudia Wurzel (Canottieri Lario). C’è chi, come lo stesso Stefanini (Atene 2004), il profumo olimpico lo ha già assaporato: due Olimpiadi, Atene 2004 e Pechino 2008, per Gabriella Bascelli (Canottieri Lazio) ed una (Pechino 2008) per la salernitana Laura Schiavone (Canottieri Irno). Ci sono anche il romano Vincenzo Capelli (Canottieri Aniene), il varesino Pierpaolo Frattini (Canottieri Aniene) ed il trevigiano Francesco Rigon (Canottieri Sile), campioni mondiali a settembre 2011 in Slovenia, il lecchese Matteo Pinca (Canottieri Moto Guzzi), campione iridato Under 23, le tre vicecampionesse mondiali Under 23: la varesina Valentina Calabrese (Canottieri Gavirate), la torinese Gaia Palma (Sisport Fiat) e la milanese Giada Colombo (Canottieri Tritium) che, con i suoi 19 anni, è la più giovane del gruppo. Completano il gruppo il ventenne Francesco Cardaioli (Canottieri Padova) azzurro della Nazionale Under 23; la medaglia d’argento ai Mondiali di Bled, il napoletano Livio La Padula (Fiamme Oro). Due, invece, i campioni mondiali di coastal rowing: il pontino Andrea Tranquilli (Fiamme Gialle) ed il sanremese Giuseppe Alberti (CUS Pavia). Ma il programma della Jaguar Excellence Academy si articolerà anche in altri appuntamenti. Sono in programmazione, interscambi con l’Università di Oxford, celebre per la tradizionale “Boat Race” con l’Università di Cambridge, e la partecipazione dei loro canottieri a gare in Italia. Infine, a sottolineare ancora di più il legame e la tradizione che unisce il marchio Jaguar al canottaggio, è prevista anche la presenza alla Henley Royal Regatta di Londra, la storica competizione che dal 1839 richiama nella capitale britannica atleti di fama internazionale ◆ www.canottaggio.org Il Presidente Jaguar Daniele Maver ed il Presidente della Federcanottaggio Enrico Gandola 52 M AGA ZINE Andrea Pavan, un 2012 per sognare Con la vittoria nell’Apulia San Domenico Gran Final presented by Scholtès, sul percorso del San Domenico Golf il romano Andrea Pavan è salito a vele spiegate nell’European Tour 2012 S S ono pochi, in Italia, ad avere i colpi di Andrea Pavan, il 22enne romano che, alla prima stagione tra i pro, ha colto il secondo titolo nel Challenge Tour (suo anche il Norwegian Open ad agosto) con lo score di 267 colpi, diciassette sotto par, dopo un avvincente duello all’ultima buca con l’inglese Tommy Fleetwood. Con i 56.650 euro guadagnati, su un montepremi di 330.000 euro, Pavan si è si è conquistato così alla fine dello scorso anno l’accesso all’European Tour 2012, riservato ai primi 20 classificati nell’ordine di merito, in cui Pavan è arrivato secondo proprio dietro Fletwood. Insieme a lui hanno guadagnato una “carta” per il circuito maggiore anche Federico Colombo (7°) e Alessandro Tadini (20°). Grazie alla vittoria in questo evento, sponsorizzato per il settimo anno consecutivo dal San Domenico Golf, quest’anno l’Italia dispone di sette rappresentanti nel massimo circuito continentale. Oltre a Pavan vi saranno anche i fratelli Edoardo e Francesco Molinari, Matteo Manassero, Lorenzo Gagli, Federico Colombo e Alessandro Tadini. ‘È stata dura - ha dichiarato Pavan - perché ho lottato fino alla fine sempre sotto grande tensione. Nel corso dell’anno passato credo che sia stato fondamentale soprattutto essere riuscito a puttare bene nelle gare che hanno fatto la differenza e che mi hanno portato così in alto nel ranking’. Andrea Pavan - ph Scaccini Il 2011 è stato prodigo di successi per i golfisti italiani: ai due titoli di Pavan vanno aggiunti quelli conquistati nell’European Tour da Matteo Manassero (Malaysian Open), nel LET da Diana Luna (German Open e Swiss Open), nell’Alps Tour da Marco Crespi (Open Le Fonti e Flory Van Donck Open) e da Cristiano Terragni (Feudo di Asti Open) e nell’EPD Tour da Nino Bertasio (Cimar Open Samanah). La speranza è che anche il 2012 sia un anno segnato da grandi soddisfazioni ◆ F. M. Andrea Pavan e Aldo Melpignano 55 M AGA ZINE Audi Polo Gold Cup Circuit 2012: l’eccellenza del Made in Italy Polo invernale on-snow: azzurri in pista Reduce dal bronzo mondiale in Argentina e dal secondo posto nella Ezdra Cup di Calcutta, il trofeo più antico di questa disciplina, l’Italia si avvia alla Coppa del Mondo in Cina e alla tradizionale Cortina Winter Polo Audi Gold Cup, avvenimento clou delle dolomiti innevate C di Enrico Tonali C ome nelle vecchie case di un tempo, il polo italiano ha riposto nella cassapanca con la naftalina l’abbigliamento estivo, dopo aver giocato i play-off europei in Toscana, i Campionati del Mondo in Argentina, una coppa internazionale in India. Ora si indossano gli indumenti pesanti per i due superappuntamenti sulla neve. Uno è una new-entry mondiale, la Snow Polo World Cup, la Coppa del Mondo sulla Neve (handicap 14-16, si gioca tre contro tre) in programma in Cina al Metropolitan Polo Club di Tianjin dal 4 al 12 febbraio 2012, con una dozzina di Nazioni al via: Italia, Nuova Zelanda, Australia, Francia, Inghilterra, Brasile, Cile, Argentina, India, Il capitano romano Luca D’Orazio in attacco al Cortina Winter Polo 2011 - ph Ramirez Sud Africa, Stati Uniti, Hong Kong. L’altro un must europeo in programma nella penultima settimana di febbraio, da domenica 19 a sabato 25, mentre si conclude il Carnevale. Tornerà in campo infatti un torneo tanto collaudato quanto considerato l’avvenimento clou dello sport dolomitico, la 23° Cortina Winter Polo sul lago ghiacciato di Misurina. Il team azzurro per la lontana trasferta asiatica (il Metropolitan Polo Club di Tianjin, di proprietà di un gruppo immobiliare di Hong Kong si trova vicino al confine con la Corea) sarà composto da Goffredo Cutinelli (l’atletico giocatore romano, tra i migliori in Europa, ha avuto un 2011 notevole coronato dal bronzo mondiale), Bautista Sorzana (argentino con passaporto Tre appuntamenti, tre stagioni e altrettante sedi di indiscutibile valenza internazionale per l’Audi Polo Gold Cup Circuit 2012. Il prestigioso circuito che racchiude sport, eccellenza, internazionalità e glamour è ormai un must dell’attività del polo in Italia. Tre le tappe in calendario, con altrettanti tornei ad alto goal di handicap: Cortina d’Ampezzo, che ha per teatro di gara il lago ghiacciato di Misurina (19-25 febbraio), Forte dei Marmi (aprile), che grazie al successo dello scorso anno con il debutto del Beach Polo si conferma scenario ideale per la tappa primaverile e Roma (19-23 giugno), con lo storico “polo pitch” del Roma Polo Club e le sue partite sull’erba nelle serate estive. Il circuito - che ogni anno parte dall’appuntamento sulla neve delle Dolomiti ampezzane - con l’esperienza dello scorsa stagione è entrato nel Guinnes per aver tenuto a battesimo un trittico di tornei che prevede l’intera gamma di possibilità di gioco di questa disciplina (neve, sabbia e erba) e per aver organizzato il debutto di una partita su neve tutta al femminile. italiano) e Martin Espain Gastaldi (italo-argentino già campione d’Europa 2005 con la squadra azzurra) coordinati dal responsabile federale Alessandro Giachetti, dirigente che sta portando il polo tricolore ai vertici intercontinentali. L’ultima impresa è stato il secondo posto (alle spalle del team di casa) nella prestigiosa Ezdra Cup 2011, il trofeo di polo più antico del mondo che si è giocato a Calcutta, India, in occasione del 150° anniversario della fondazione del locale Polo Club. Le Dolomiti ampezzane - dichiarate dall’Unesco patrimonio dell’umanità - con le scenografiche Tre Cime di Lavaredo sullo sfondo, saranno il palcoscenico della Cortina Winter Polo Audi Gold Cup, un’imperdibile settimana bianca all’insegna dello spettacolare gioco di palla e stecca, ancora più funambolico ed emozionante sulla neve ghiacciata del Lago di Misurino, a quasi 1900 m di altezza. Cavalli lanciati al galoppo che sollevano nuvole bianche da cui sbuca la palla rossa sparata dai giocatori verso le porte. Il tutto godibile dal Villaggio Ospitalità con terrazza panoramica e alle spalle le locations degli sponsor e il Polo Restaurant che offre i migliori piatti della cucina alpina. Tra i primi team ad iscriversi quello del capitano capitolino Luca D’Orazio, l’autore del grande slam 2011 con le vittorie sulla neve di Cortina, la sabbia di Forte dei Marmi e l’erba di Roma, il trittico top-events dell’Audi Gold Cup ◆ 56 M AGA ZINE Inseguendo il goal a colpi di pagaia la canoa-polo si avvia alle olimpiadi di Londra 2012 come sport dimostrativo di Fabrizio Lodi M M ille praticanti sparsi in tutta Italia, con realtà particolarmente importanti in Sicilia, Liguria e Campania e con dati in costante ascesa. Stiamo parlando della canoa polo che anche a Roma sta facendo numerosi proseliti. E che sia uno sport in crescita in tutti i suoi numeri lo dimostra il fatto che lo scorso anno ai mondiali, svoltosi a Milano, hanno partecipato 65 squadre provenienti da tutto il mondo e la diretta trasmessa dalla Rai ha fatto registrare due milioni e mezzo di spettatori. Ne abbiamo parlato con Fabiano Roma, consigliere della federazione canoa - con delega appunto alla canoa polo che ci ha spiegato come nasce l’attività e quali siano le sue regole principali. “La canoa polo nasce all’inizio anni ‘80, poi siccome ogni Paese giocava con sue regole queste sono state armonizzate nel 1993 e adesso sono uniformi in tutto il mondo. Il 2012 sarà un anno importante in quanto la canoa polo sarà sport dimostrativo a alle Olimpiadi di Londra e nel 2013 si valuterà se diventerà o meno sport olimpionico a tutti gli effetti”. Come ce la caviamo a livello di nazionale? “Molto bene direi, nel 2009 siamo diventati Campioni Europei senior fra gli uomini e siamo giunti terzi ai agli ultimi mondiali. Per quanto riguarda le donne siamo fra il 4° e il 6° posto mondiale; gli under 21 maschili sono poi giunti terzi agli europei. I più forti nel mondo sono attualmente i francesi”. Ma quali sono le regole fondamentali della canoa polo? “Si gioca 5 contro 5 in un campo rettangolare di circa 35x23 metri, la palla si passa con le mani, la pagaia serve solo per muoversi in acqua, scopo del gioco è mettere la palla nella porta posta a due metri di altezza e larga due metri e alta uno. Si giocano due tempi a partita di 10 minuti effettivi, di solito vengono segnati intorno ai 4-6 gol a partita, i cambi possono essere infiniti (ci sono 3 riserve che possono entrare al volo di continuo), ogni squadra ha un minuto di possesso palla per concludere la sua azione”. È un gioco pericoloso? “Incidenti? Ogni tanto, ma di solito capitano a bassi livelli quando ci si prende con le pagaie, qualche colpo può arrivare ma nulla di grave”. Quanto costa praticare questo sport? “Una canoa polo costa al massimo 500 euro (durano trequattro anni, sono in fibra di carbonio e pesano pochissimo) a questa bisogna aggiungere caschetto, pagaia, corpetto... Per un totale altri 6-700 euro”. Per giocare che requisiti fisici bisogna avere? “I primi tempi erano tutti ex canoisti che iniziavano a giocare. Oggi invece devi solo saper nuotare e al corso ti insegnano ad andare in canoa, poi, come in tutti gli sport, serve costanza nell’allenamento. Dal punto di vista tecnico i suoi rudimenti non sono difficili: per diventare bravi ci vogliono almeno tre anni, è uno sport che a 13-14 anni si può tranquillamente iniziare”. A Roma esistono realtà importanti... “Sì certo, ci sono la Mariner Roma e il Gruppo Canoe Roma che giocano in serie A al laghetto dell’Eur. C’è poi il ritorno della Lazio che gioca in serie B dopo tre anni anni di stop” ◆ Info: www.canoapolo.it, www.federcanoa.it Davide Kainich Lucia Vizzini e Davide Kainich: quando gli opposti si attraggono C Istintiva e grintosa lei, riflessivo e garbato lui. Prima ancora che l’amore, ad unirli è stata la passione per i cavalli, con cui entrambi lavorano da sempre C di Ester Maria Lorido onoscete il detto “tra moglie e marito non mettere il dito”? Bene, dimenticatelo. In esclusiva per il numero di Febbraio, Insider Magazine ha deciso di mettere alla prova una coppia celebre dell’equitazione italiana con un irriverente faccia a faccia. Protagonisti sono due campioni del salto ostacoli nazionale e internazionale: il Caporale dell’Esercito del Centro militare di equitazione di Montelibretti Lucia Vizzini e Davide Kainich, che - come leggerete - oltre a stare bene in sella, sanno stare anche molto bene al gioco... Nome ◆ Lucia ◆ Davide Cosa hai pensato la prima volta che vi siete visti? ◆ Che non sarebbe mai riuscito ad avermi! ◆ Che sarebbe stata la mia metà della mela. Chi ha fatto la prima mossa? ◆ Lui. ◆ Credo io. Come ti ha conquistato? ◆ Mi ha fatto ridere. ◆ Per la sua tenacia. Qual è il punto forte dell’altro in sella? ◆ Il talento. ◆ L’assetto. E come persona? ◆ La bontà. ◆ La determinazione. Qualcosa che - invece - dovrebbe correggere. Datevi un consiglio. ◆ Dovrebbe pensare più a se stesso. ◆ L’autocontrollo. Lucia Vizzini Chi è il più critico? ◆ Io. ◆ Lei. Quando litigate, chi è il primo a chiedere scusa? ◆ Quello che ha più torto. ◆ Io. Come vi fate perdonare? ◆ Parlando. ◆ Sono buono, faccio il buono. Chi cucina meglio? ◆ Io, anche se sono scarsa, perché lui proprio non tocca una pentola, piuttosto non mangia. ◆ Lei. Torniamo ai cavalli. Un vantaggio e uno svantaggio di lavorare insieme. ◆ Lo svantaggio è che, quando ti innervosisci, tendi a sfogarti sull’altro. Un vantaggio è che hai sempre qualcuno con cui confrontarti. ◆ Il vantaggio è che hai più punti di vista, lo svantaggio è che litighi maggiormente. La prova più dura a cui la vostra professione vi ha messo davanti. ◆ Le allieve. ◆ I diversi punti di vista. Il cavallo del cuore. ◆ Prinzess to heart. ◆ Ce ne sono tanti, se devo dirne uno è Merveille de Muze. Scegli: vincere la medaglia d’oro agli Assoluti o vincere un atollo alle Maldive? ◆ La medaglia d’oro agli Assoluti. ◆ La medaglia d’oro agli Assoluti. Fa più paura un Gran Premio di Coppa del mondo o una cena a casa della suocera? ◆ Una cena a casa della suocera. ◆ Non saprei… I vostri futuri impegni agonistici. ◆ Decidiamo sempre il programma insieme. Di sicuro, incominceremo con qualche tour a marzo. ◆ Inizieremo di sicuro con qualche tour a primavera, ad esempio il Toscana tour oppure il Sicilia tour. face to face La vittoria più significativa. ◆ I Campionati italiani Assoluti. Sono arrivata seconda, però per me è stata una vittoria. ◆ Mi è piaciuto molto vincere la Coppa delle Nazioni ad Atene insieme a lei. Come vi vedete fra venti anni? ◆ Speriamo più ricchi. ◆ Due vecchietti. Saluta l’altro. ◆ Non mollare mai. ◆ Ciao. 60 M AGA ZINE nuovi traguardi in cina C.O.N.I. F.I.S.E. Se in Italia l’ippica è in crisi e deve rinascere dalle proprie ceneri, altrove è in piena attività. è il caso di Hong Kong, dove il pubblico affolla gli ippodromi e le corse attirano cavalli e fantini italiani di Enrico Tonali C.I. Casale San Nicola Società Sportiva Dilettantistica a R.L. S S La pista e uno dei due megaschermi dell’ippodromo Sha Tin di Hong Kong visti dalle tribune - ph Grasso embra che i cinesi abbiano inventato un po’ tutto, pure gli spaghetti, perdendosi però strada facendo - la ricetta, perché tra la nostra amatriciana e i loro noodles c’è la stessa distanza che separa l’Italia dal Celeste Impero. Quello che laggiù hanno ideato alla perfezione, in compenso, è l’organizzazione delle corse di galoppo, in particolare nella “Horse City” come è stata chiamata Hong Kong in occasione dei Giochi Olimpici 2008. Giochi che Pechino ha demandato all’ex-colonia britannica (è tornata alla Cina nel 1997 ma con uno statuto speciale che l’ha mantenuta città-stato) per le gare di Equitazione. Queste si sono tenute - con notevole soddisfazione dei concorrenti per la perfetta accoglienza dei cavalli - nell’area dell’ippodromo di Sha Tin. Si tratta dell’imponente struttura da 90 mila spettatori che lo scorso dicembre ha ospitato le tradizionale Cathay Pacific International Races, ultimo appuntamento top-level del galoppo mondiale dopo l’Arc de Triomphe francese, le Breeders Cup americane, la Melbourne Cup australiana e la Japan Cup nipponica. Molti dei protagonisti di questo “pocker del turf” sono perciò volati a fine anno a Hong Kong per chiudere la stagione in bellezza. Tra questi due cavalli e un fantino che all’ippodromo romano di Capannelle sono ben conosciuti, i purosangue Jakkalberry e Zazou ed il top-jockey Lanfranco Dettori. Jakka, baio cinquenne dell’assicuratore milanese Felice Villa, dopo il terzo posto nel Derby 2009 ha vinto nella Capitale lo scorso maggio il Premio Carlo D’Alessio e ad Hong Kong ha ritentato l’avventura (era già finito quinto nel 2010) allenato da Marco Botti - in Inghilterra - e montato da Fabio Branca, peggiorando però il curriculum con la settima piazza del 2011. Bel colpo invece quello del tedesco Zazou, il quale a Capannelle in novembre ha centrato al secondo tentativo il Premio Roma. Sulla pista di Sha Tin il baio di 4 anni, preparato da Waldemar Hickst con jockey Mickael Barzalona, ha chiuso con un terzo posto che ha fruttato al suo proprietario (il manager sportivo germanico Werner Heinz) la bella cifra di 197 mila euro, cioè 80 mila euro in più di quanto aveva incassato vincendo il Roma. Dettori - milanese quarantenne che vive oltre Manica - non ha avuto successo a Sha Tin ma ha ugualmente siglato la sua trasferta nella città-stato cinese aggiudicandosi - sull’altro celebre ippodromo di Hong Kong, lo storico Happy Valley - il tradizionale Campionato Fantini. Un altro celebre jockey napoletano, Umberto Rispoli (frusta d’oro 2010 con 245 vittorie in un anno, un record strappato a Gianfranco Dettori, padre di Lanfranco) è partito ora per Hong Kong, avendo ottenuto il permesso dal facoltoso Jockey Club locale per montare laggiù dal 20 febbraio al 29 aprile. È la prima volta che viene rilasciata una licenza così lunga ad un fantino italiano ed anche un’occasione per il talentuoso Rispoli d’imparare cinese ed inglese (lingue ufficiali di Hong Kong). Non gli sarà concesso, infatti, avere un manager - secondo le norme ippiche locali - e dovrà personalmente contattare scuderie e allenatori per ottenere le monte nelle corse. Troverà probabilmente cavalli che già conosce, perché i proprietari di Horse City sempre più spesso vengono a “fare la spesa” in Italia. L’ultimo acquisto è stato quello di Duck Feet, un castrone morello di 2 anni che a Capannelle ha vinto il Premio Berardelli 2011, ma al quale la carriera in Italia (in cui si prediligono i cavalli interi) avrebbe dato poche altre soddisfazione. A Hong Kong invece i castroni sono in maggioranza e “Piede d’Anatra” (questa la traduzione del suo curioso nome) si troverà in buona compagnia ◆ Concorsi Ippici - Stage di Salto Ostacoli e Dressage con tecnici di eccellenza Scuola Pony-Cavalli e Pony Games a partire dai 4 anni con Istruttori Federali qualificati 2 campi coperti illuminati Via del Casale di San Nicola, 232 - 00123 Roma • Tel. 06 30892884 - Tel. e Fax 06 30892990 www.casalesannicola.com - [email protected] [email protected] - Tel. 348 6577889 Club House con piscina Obesità: presto la nuova frontiera nei trattamenti Gli studi medici “Social Medical Center”, che aprono in via sperimentale a Roma dal 1 febbraio, mediante un approccio completamente medico al sovrappeso basato su rigorosi protocolli terapeutici, supportati da un centro studi e sperimentazione sito nell’abbazia di Sant’Andrea in Flumine, saranno la risposta, tutta italiana, ai chili di troppo U promo U na volta si diceva: ”Grasso è bello!”. Essere “in carne” era sinonimo di benessere fisico ed economico. Non solo! Negli anni Trenta, le Sorelle dello Swing italiano, il Trio Lescano, potevano permettersi di ironizzare sulle peripezie del povero “Bombolo”, elegantissimo, ma obeso al punto tale da rimbalzare “come una palla”, diceva la canzone. Oggi, a dire il vero, sul tema abbiamo assunto un tono più serio, perché sappiamo quanto il grasso in eccesso sia dannoso per la nostra salute. Gli esperti dell’OMS e del Ministero della Salute stanno da tempo lanciando l’allarme: soprattutto in Occidente il numero delle persone obese è in costante crescita. Una vera epidemia, che per gravità e portata, secondo taluni scienziati, può essere paragonata al cosiddetto riscaldamento globale. Al fenomeno del sovrappeso e dell’obesità si legano, infatti, patologie metaboliche come diabete e problemi cardiovascolari, che comportano un’alterazione della qualità e durata della vita delle generazioni future. Secondo le proiezioni dell’OMS nel 2015 nel mondo gli adulti in sovrappeso saranno circa 2,5 miliardi e gli obesi più di 700 milioni, un numero maggiore di quello delle persone soggette a malnutrizione. In quest’ottica, e come strumento di supporto alle istituzioni sanitarie pubbliche, la società Fa Magro Medical Center ha deciso di porsi come soggetto qualificato a livello nazionale nelle azioni di contrasto al problema. A tale scopo il gruppo apre, inizialmente a Roma dal 1 febbraio 2012, poi nel Lazio e in tutta Italia, gli studi medici privati “Social Medical Center”, specializzati nella prevenzione, diagnosi, cura e trattamento del sovrappeso e dell’obesità attraverso la combinazione di una dieta ipocalorica personalizzata con trattamenti di elettrostimolazione. La società si avvale dell’esperienza maturata sul piano del dimagrimento dai Centri dimagranti Sobrino, cui ne detiene il marchio, che in soli 18 mesi hanno trattato 30.000 pazienti corrispondenti a circa 350.000 trattamenti erogati con solo 6 reclami. Ad oggi gli studi medici Social Medical Center si propongono di affrontare il problema su un piano medico a 360 gradi, con strutture moderne e personale altamente preparato. I centri specialistici saranno il fulcro della politica aziendale e porteranno il gruppo ad una progressiva capillarizzazione su tutto il territorio nazionale. In quest’ottica prioritaria dovrà essere la collaborazione tra queste strutture e la rete esistente dei medici di famiglia che da sempre hanno un rapporto privilegiato e confidenziale con i loro assistiti, permettendo con ciò un’azione incisiva con grandi benefici per l’intera collettività e un risparmio consistente per il Servizio Sanitario Nazionale. Nel caso del progetto pilota di Roma e del Lazio si punta alla cooperazione con i 4200 medici presenti nella regione; secondo i dati PASSI del 2009 vi sono un milione di persone in sovrappeso e 400.000 obesi. Il paziente, che arriverà già munito di cartella clinica preparata dal medico di base, troverà un ambiente confortevole e figure specializzate che lo accompagneranno nel delicato cammino del riacquisto del benessere fisico e della rieducazione ad un corretto stile di vita. L’appropriatezza clinica delle prestazioni sarà garantita dall’impiego di rigidi protocolli terapeutici messi a punto da esperti di comprovata fama nel settore. Ogni assistito sarà seguito con una terapia individuale che consiste in una dieta Abbazia Sant’Andrea in Flumine (RM) ipocalorica che terrà conto dell’età, del sesso e degli stili di vita della persona, mai inferiore alle 1200 Kcalorie, coadiuvata da trattamenti personalizzati di elettrostimolazione. Pratica che nel corso degli anni si è dimostrata vincente nelle cure dimagranti, effettuata con apparecchi elettromedicali conformi alle vigenti normative italiane ed europee, in particolare la Direttiva 93/42/CEE, concernente i dispositivi medici. All’interno dei centri opereranno in stretta collaborazione diversi specialisti. Primi fra tutti un medico esperto in dietologia o un biologo nutrizionista che guideranno il paziente in tutte le fasi della cura, assieme agli infermieri professionisti. Se una terapia a base di dieta ipocalorica ed elettrostimolazione non dovesse portare il risultato ormai comprovato, il paziente verrà comunque seguito da un endocrinologo che potrà prescrivere ulteriori analisi per analizzare la possibile presenza di quelle patologie in grado di ostacolare il processo di dimagrimento. Un approccio corretto al problema dell’obesità non può tuttavia fermarsi al solo aspetto strettamente clinico, è convinzione della Fa Magro Medical Center che l’assistito vada aiutato da un fisiatra a riappropriarsi di un corretto stile di vita anche da un punto di vista fisico. Dal momento che l’obesità può incidere negativamente sulla sfera psicologica dell’individuo e accompagnarsi ad un senso di insoddisfazione di sé, del proprio essere, della percezione della propria immagine, anche in relazione agli altri, all’interno degli studi medici sarà assicurata, per chi ne dovesse sentire la necessità, la presenza di uno psicologo. Questa figura professionale, lavorando in sinergia con il personale medico e paramedico, sosterrà l’assistito nell’opera di dimagrimento e successivamente lo indirizzerà al raggiungimento di un nuovo equilibrio in relazione alle diverse condizioni ed aspettative di vita che gli si presenteranno. Saranno questi, in ultima analisi, gli ingredienti vincenti di una strategia che porterà la persona, nei limiti del fisiologico, a non riprendere più il peso perso. All’interno della struttura l’azienda ha ritenuto opportuno, nell’ambito di un approccio poliedrico al problema, costituire un Comitato Scientifico che riunirà i massimi esperti del settore, dall’Università “La Sapienza” di Roma al “CNR”, nell’elaborazione di linee guida terapeutiche conformi alle indicazioni dell’OMS e del Ministero della Salute e in grado di garantire serietà ed efficacia clinica dei trattamenti. A presiedere il gruppo di luminari sarà il Professore Eugenio Del Toma, docente di Scienza dell’Alimentazione e primario emerito di Dietologia e Diabetologia del “San Camillo-Forlanini”, Presidente Onorario dell’ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica), sicuramente una delle personalità più brillanti della dietologia italiana contemporanea. Imputando estrema importanza all’adeguatezza e aggiornamento delle cure, il team di esperti si occuperà dei programmi di formazione del personale medico e paramedico e avrà, inoltre, premura di organizzare i convegni e le pubblicazioni scientifiche dedicati al tema. Un ulteriore compito fondamentale del Comitato Scientifico sarà di sovraintendere ai progetti di ricerca e sperimentazione che la società farà in collaborazione con le Università ed il CNR. Queste ricerche si pongono l’obiettivo di analizzare e valutare le basi sperimentali di natura metabolica legate alla comprovata efficacia dei trattamenti di elettrostimolazione e al mancato recupero di peso nel tempo ◆ 64 M AGA ZINE Haloterapia: gli effetti benefici del sale La Grotta di sale, attraverso la respirazione di particelle saline nebulizzate, ha effetti positivi nei confronti di stress e problemi alle vie respiratorie. una soluzione ideale per respirare aria di mare senza allontanarsi troppo da casa di Francesco Mantica M M arco Polo lo chiamava oro bianco e senza dubbio non si riferiva solo ai suoi possibili utilizzi in campo culinario, ma attingeva piuttosto alla antica sapienza, appartenente a tempi immemori, che conosceva bene gli effetti benefici del sale. Quando sulla riva di una spiaggia respiriamo il ‘sapore di mare’ o percepiamo la salsedine marina, stiamo facendo a tutti gli effetti dell’Haloterapia, dal greco Halos/als - sale. I benefici effetti della terapia del sale sono oggi amplificabili grazie alla Grotta di Sale. Chiamata anche ‘stanza di sale’, è una delle più recenti scoperte per ciò che riguarda la cura naturale di determinate patologie, in particolare quelle respiratorie, e consiste in uno spazio chiuso in cui le particelle di sale vengono nebulizzate a secco da un apposito strumento. Una sola seduta garantisce gli effetti benefici di tre giornate di mare: il cloruro di sodio, inalato, ha infatti un’azione detergente e battericida in tutte le vie respiratorie, migliorando anche il sistema immunitario. Le origini della Haloterapia vanno fatte risalire a metà ‘800, quando si notò che i minatori polacchi delle miniere di salgemma erano gli unici a godere di buona salute in relazione al duro lavoro che facevano e alla scarsa presenza di ossigeno nelle profondità delle miniere. Da osservazioni umane ed intuizioni medicali si è così scoperto che il sale poteva essere molto utile per la salute delle vie respiratorie. Totalmente naturale e quindi priva di effetti collaterali, la Haloterapia consente di poter usufruire non distanti da casa del clima marino. Le proprietà del microclima della Grotta fanno sì che questa abbia sull’uomo un effetto totalmente rilassante, migliorando l’umore e la capacità di concentrazione e riducendo l’ansia. Particolarmente indicata per i bambini, che possono giocare con il sale presente sul pavimento come fosse la sabbia di una spiaggia, la grotta di sale è anche di grande aiuto per gli anziani e gli sportivi e più in generale per tutti coloro che combattono contro stress e depressione ◆ Halos Via Margutta - Stanza del Sale HALOS Wellness Philosophy è un NAIL BAR molto glamour (firmato O.P.I) e anche una sofisticata SPA. Isabella Rodriguez l’ha ideata e realizzata con l’intento di creare nella zona di Roma dove lei stessa vive, via Margutta, una struttura della quale si sentiva l’esigenza, a detta di molti tra residenti e negozianti. Un ambiente elegante, minimalista, all’avanguardia, ma anche rilassante e molto accogliente, dove potersi rigenerare nel corpo e nello spirito lasciandosi andare alle mani esperte dei terapisti di Halos, scelti con cura tra i migliori del settore. Impegno, attenzione e professionalità sono le caratteristiche di questo centro benessere che presenta anche l’opportunità di riservare l’ambiente in esclusiva (a gruppi minimi di 5 persone), per qualche occasione speciale. HALOS (dal greco halos = sale) è anche la prima SPA a Roma a presentare la STANZA DEL SALE, un luogo dove effettuare gli esclusivi ed efficaci trattamenti di Halotherapia. HALOS WELLNESS PHILOSOPHY Via Margutta, 119 - Roma - info e prenotazioni 06 89522078 - [email protected] 66 67 M AGA ZINE M AGA ZINE Davide Puma La ricomposizione del contrasto tra ragione e sentimento di Maria Laura Perilli 200X140 olio su tela 2009 T T utta l’opera di Davide Puma si contraddistingue per il rigore assoluto della impaginazione. La collocazione di ogni tema delle sue rappresentazioni, sia che si tratti di esseri umani che di animali, non è mai lasciata alla casualità. Un sottinteso ordine geometrico, strutturato da mediane e diagonali, conduce il gioco disponendo piani e figure. Gli sfondi si distendono seguendo un reticolo, una modularità ordinatrice delle zone di colore, che si aprono ad un dialogo costruito per mezzo di intersezioni e vibrazioni luminose, attentamente graduate per la individuazione e definizione del loro peso. È con il rigoroso dinamismo dei suoi sfondi, reso con spatolature dense e materiche, che Puma capta l’attenzione dell’osservatore concedendogli il libero arbitrio dell’immaginazione spaziale; esso diviene parte in causa, non L’importanza dei vuoti (dittico) 300x175 olio tela solo emozionalmente per la dirompente forza musicale del colore, ma anche perché è chiamato ad attivarsi, mentalmente, per la costruzione di uno spazio finalizzato all’ospitalità di corpi immersi nella loro profonda solitudine. Solitudine e silenzio, in simbiosi, sono le dimensioni che sottolineano e definiscono la spazialità voluta da Puma. L’artista rifugge nel lavoro qualsiasi atteggiamento descrittivo; le sue figure sono capaci di stimolare l’introspezione psicologica, la ricerca dello stato d’animo o di una problematica che deve essere riportata alla superficie proprio da colui che guarda. Gli sguardi dei personaggi, ora fissi nel vuoto, ora ombrosi e diretti, rappresentano la chiamata ad un gioco interpretativo; l’osservatore ricerca in essi qualcosa di sé, coinvolto così in una vera e propria operazione di autoanalisi. Il dialogo che si apre è talmente intenso da determinare una osmosi psicologica e carnale. La plasticità dei corpi, inquadrata sulla colorata Io sono Luce (Atena) 200x200 olio tela modularità di fondo, diviene emblema e testimonianza dell’odierno scontro tra la grandezza della sensibilità e quella della razionalità. Puma denuncia così la rottura dell’equilibrio tra i due mondi con lo scopo di evidenziare la sopraffazione della razionalità sul tutto e l’emarginazione della sensibilità dell’uomo in nome di un distorto efficientismo. Contrasto tra ragione e sentimento! Maria Ida Gaeta riporta in un suo scritto celebri citazioni che ben lo sottolineano: se per Nietzsche “dietro ogni pensiero si nasconde un affetto”, radice profonda delle nostre azioni, per Cartesio la forza dell’anima consiste nel vincere le emozioni; ed ancora, se per Hume “la ragione è e deve essere schiava delle passioni”, Freud ci spiega che “la repressione degli affetti ha come conseguenza immediata lo sviluppo delle nevrosi”. L’obiettivo di Puma, il senso della sua ricerca è, tra i tanti, quello di ricomporre in pittura detto contrasto; è essenziale, necessario ed urgente per l’artista trovare una via che riconcili, nella vita dell’uomo odierno, la contrapposizione delle due entità in una dimensione di sano e giusto equilibrio ◆ arte La Messa è finita 160X160 - 54. Esposizione Internazionale D’arte Della Biennale Di Venezia 68 69 M AGA ZINE M AGA ZINE Incanto cristallino Fra le molte meraviglie artistiche e museali, fino a giugno a Firenze è in mostra il mondo magico dei cristalli, in una eccezionale collezione allestita presso La Specola Pirite associata a calcite U U n cristallo (dal greco krýstallos, ghiaccio) è formato da atomi associati in una disposizione geometricamente regolare su piani tridimensionali. Mondo affascinante e sconosciuto, i cristalli sono stati oggetto di ricerca, collezionismo, studio e commercio occupando da sempre un posto di rilievo nella storia economica, scientifica, culturale, artistica e perfino in medicina. Le loro incredibili strutture possono formarsi in ambienti e condizioni chimico-fisiche diverse ed essere caratterizzati da differenti velocità di crescita e dimensioni possibili, per cui il fattore tempo gioca un ruolo critico. Per la formazione di grandi cristalli sono necessari spazio e condizioni chimico-fisiche costanti, altrimenti il processo di formazione si ferma e può addirittura dissolversi. Presenti in ogni tipo di roccia, sono oltre 4.000 le Fluorite con quarzo specie mineralogiche conosciute, ma solo alcune fra queste producono cristalli visibili a occhio nudo e quelli sufficientemente grandi, resistenti e trasparenti da poter fornire pietre dure, semipreziose e preziose, si formano in genere nella crosta terrestre a una profondità compresa tra i 3 e i 12 chilometri. A Firenze ormai da tre anni prosegue quella che è stata definita la più bella mostra di minerali al mondo, attualmente prorogata fino a giugno 2012. La collezione di cristalli del fisico Alberto Giazotto, incantato dalla magia di questi elementi fin da piccolo, è composta da oltre 500 esemplari raccolti dal ’43 ad oggi. Una passione alimentata dapprima attraverso l’osservazione di rocce e Elbaite su clevelandite minerali lungo il greto del fiume Dora, quindi attraverso la ricerca presso antiquari in Italia e infine viaggiando da un capo all’altro della terra alla ricerca di rari esemplari, acquistando campioni singoli da anonimi minatori pachistani, brasiliani, cinesi o intere collezioni. ‘Agli antiquari chiedevo immancabilmente se per caso avessero trovato nelle soffitte dei palazzi romani minerali e cristalli - scrive Giazotto - e la fortuna aiuta gli audaci: un antiquario aveva trovato una grossa scatola piena di minerali cristallizzati che mi donò generosamente”. Il risultato di una vita di ricerche è una favolosa esposizione di pezzi più comuni e conosciuti come quarzi, tormaline e zolfi, che trovano posto accanto a cristalli spettacolari dai nomi fiabeschi: berilli, fosfofilliti, argenti di Kongsberg e il crisoberillo geminato a stella. Un repertorio raro e scientificamente prezioso, ma soprattutto un’affascinante esperienza visiva data da eccezionali associazioni cromatiche, come la celestite blu su zolfo arancione, e da incredibili aggregazioni cristalline strutturalmente perfette. Dell’insolito paesaggio minerario fa parte anche un certo numero di esemplari eccezionali provenienti da Russia, Cina, Pakistan, Brasile e Afghanistan, come il campione di cuprite di Onganja, Namibia; la grande elbaite fascicolata di Paprok, Afghanistan; l’elbaite di Coronel Murta, Brasile; il cristallo di gesso di Niccioleta, Toscana. Alcuni dei cristalli esposti si sono formati addirittura oltre un miliardo di anni fa e gran parte di essi provengono da miniere ormai esaurite a causa della domanda crescente di energia e materie prime; le risorse minerarie infatti, come altre categorie del regno animale e vegetale, rischiano l’estinzione. La mostra intende dunque anche sollecitare una riflessione sul concetto di “ecologia del sottosuolo”. L’esposizione è allestita nel Museo della Specola, il più antico museo scientifico d’Europa, fondato dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena con l’idea di dare una sistemazione Fluorite su muscovite Ametista Acquamarina organica e razionale alle raccolte scientifiche medicee, già allestite presso la Galleria degli Uffizi. Attualmente La Specola è una Sezione del Museo di Fisica e Storia Naturale che, aperto al pubblico nel 1775, già allora si configurava come un moderno centro di ricerca: disponeva di un giardino botanico, di un osservatorio astronomico, di una biblioteca e, dal 1807, di un liceo per l’insegnamento delle scienze con sei cattedre scientifiche e laboratori sperimentali specializzati, ad esempio, nella lavorazione delle cere. Dall’800 inoltre il museo custodisce gli strumenti di Galileo ◆ www.mostracristallifirenze.it D.C. Titanite 70 71 M AGA ZINE M AGA ZINE Il collezionista di orologi “Gli orologi... quegli strani oggetti di precisione che dovrebbero dirti l’ora e, invece, ti raccontano un sacco di altre bellissime cose facendoti perdere tantissimo tempo”. La passione di Dario Caponnetto per gli orologi è il filo conduttore delle piccole storie di vita che costituiscono la sua prima opera letteraria. Il collezionista di orologi è, a detta dello stesso autore, ‘un libro destrutturato come un film di David Lynch’. Eppure un nesso fra le pagine c’è, ed proprio il tic-tac degli orologi, amati, comprati, inseguiti, indossati, curati nel corso degli anni. Il primo, un Casio al quarzo, e poi via via tanti altri, che hanno segnato passaggi della vita: Citizen, Tudor, Sector, Rolex (il regalo di laurea), Hamilton... E poi la caccia al tesoro nei mercatini di paese o su Ebay alla ricerca del Sacro Graal di turno. Acquisti che arricchiscono la collezione dell’autore, ma soprattutto scandiscono gli incontri e i momenti decisivi della vita: il padre che gli trasmette questa ‘insana’ passione, la laurea, la moglie, i figli, gli amici, i luoghi... Il tutto sullo sfondo di una inconciliabile dicotomia: orologio al quarzo o meccanico? automatico o il manuale? da portare a destra o a sinistra? “Ho troppi orologi ma non governo il tempo”. Autore: Dario Caponnetto Editore: Altro Mondo Editore SOTTO I TRE CARATI NON È VERO AMORE STORIE DI GIOIELLI, I MIGLIORI AMICI DELLE DONNE Dopo le scarpe e le borse, un nuovo divertente libro su una delle più meravigliose ‘ossessioni’ femminili: i gioielli. Una passione, quella dei gioielli, condivisa da Liz Taylor e Richard Burton. Per Marilyn invece erano i migliori amici delle ragazze. Onassis li vedeva addosso alla Callas e li donava identici a Jackie. Coco Chanel ne disegnò di falsi che oggi valgono più dell’oro... Tesori in miniatura e silenziosi custodi di memorie, sono passioni femminili (ma non solo) e armi di seduzione dalla notte dei tempi. Ogni donna ha un rapporto stretto e intimo con ori e preziosi, perché sono il modo con cui parla di sé e con cui seduce. Un libro glamour e brillante in cui Paola Jacobbi, giornalista inviato di Vanity Fair, svela in questo libro tutti i segreti di questa pericolosa relazione: dalla collana di Jean Schlumberger resa famosa da Colazione da Tiffany alla catenina Carrie in Sex and the City; dal filo di perle, unica vanità alla quale si piegava persino Margaret Thatcher, ai charms tintinnanti che si indossano contro ogni senso pratico. Fino al sogno più romantico, il solitario. L’unico che può trasformare un fidanzato qualunque nel principe azzurro. Autore: Paola Jacobbi Editore: Sperling & Kupfer www.sperling.it Books CHECK UP - I libri di OK SALUTE Il volume Check Up, gli esami da fare alla tua età, è una guida pratica per sapere quando e come fare visite ed esami preventivi dalla nascita in poi, con i consigli di 27 grandi medici specialisti per salvaguardare la salute di tutto il corpo. Il libro Check Up (allegato al mensile OK La salute prima di tutto, di novembre) lo si può comprare online al costo di 5,90 euro su www.sceltiperme.it. Divulgativo e chiaro, il manuale spiega anche come misurare la pressione a casa e come leggere le analisi di sangue e urine. Inoltre, una serie di informazioni al lettore su come prenotare le visite, sugli screening preventivi gratuiti, sui nuovi servizi in farmacia. L’ultimo capitolo è dedicato ai bambini, con i controlli obbligatori che spettano ai pediatri e il calendario delle vaccinazioni. Autori vari a cura delle redazione di OK La salute prima di tutto. Editore: RCS Periodici www.sceltiperme.it DESIGN - UNA STORIA ITALIANA Sedie, bicchieri, tavoli, lampade: attraverso gli oggetti più ‘banali’ della quotidianità, il design italiano è entrato a far parte della vita di tutti i giorni. Realizzato in occasione della grande mostra Meet Design di Torino e Roma, il volume, a cura di Marco Romanelli con Matteo Pirola e Paolo Imperatori, si propone come una prima grande monografia sul design italiano, presentando un’inedita selezione di pezzi e proponendo uno spaccato trasversale sulle tipologie del design dal 1948 ad oggi attraverso il racconto dello straordinario lavoro dei progettisti e degli imprenditori italiani. Gli oggetti di tutti i giorni non sono quindi suddivisi per autore, per materiale o per cronologia, ma vengono proposti secondo un criterio che tiene conto in particolar modo della tipologia, creando un percorso attraverso cui è possibile seguire con assoluta evidenza e con un buon margine di obbiettività l’evoluzione del progetto, sottolineandone le primogeniture ed evidenziandone il cambiamento degli stili. Autore: Marco Romanelli Editore: Skira / Meet Design / RCS www.skira.inet what’s on what’s Il west, il sole, la natura novoli LA MAGICA NOTTE DE LA FÒCARA Il fuoco più grande del bacino del Mediterraneo rivive ogni anno a Novoli, in provincia di Lecce, nella magica notte dedicata a Sant’Antonio Abate, patrono della città di Vittoria di Venosa U promo Dichiarata Patrimonio Unesco intangibile, La Fòcara è una festa secolare che racconta l’identità culturale e popolare di questo rito antichissimo che si rinnova ogni anno il 16 gennaio, giorno in cui si commemora Sant’Antonio Abate. In pratica ogni anno un falò di 25 metri di altezza e 20 metri di diametro viene acceso dopo essere stato costruito con una lunga preparazione, che inizia l’8 dicembre con tecniche tramandate gelosamente da padre in figlio: un evento carico di simboli legati alla cultura contadina del territorio che si muove tra il sacro e profano e che vede coinvolti tutti i cittadini di Novoli. Promosso dalla Regione Puglia, Provincia di Lecce e Comune di Novoli, la festa del fuoco de La Fòcara è diventata ormai da anni occasione di incontro tra culture e religioni diverse che si riuniscono idealmente intorno al ‘fuoco buono di Puglia, messaggero di pace nel mondo’. Importanti testimonial come l’artista Mimmo Paladino che per l’edizione 2012 ha realizzato il ‘manifesto d’autore’, il designer Antonio Romano che ha realizzato il logo della Fondazione Fòcara di Novoli, (fondazione che ha l’obiettivo di tutelare, conservare e tramandare questo patrimonio della tradizione popolare novolese) e Mario Cresci, Premio Fòcara Fotografia 2012 erano presenti all’accensione del falò e insieme agli ospiti d’eccezioni quali Daniele Silvestri, Moni Ovadia e Shantel che intorno ai fuochi pirotecnici durati tutta la notte, hanno contribuito, insieme a Roy Paci & l’orchestra del fuoco a rendere unica la notte più magica dell’anno. n ritorno alla campagna, alla cucina semplice e robusta, al calore e all’initimità di una serata davanti alla brace. Viaggio a un passo da Roma, ma in un’atmosfera che racconta di terre lontane, di pionieri e praterie, per vivere il sapore di un’avventura nel lontano ovest. Qui infatti una distesa verde, con un bosco naturale e graziosi laghetti, ospita Wild West: un angolo di quel lontano mondo dei nativi d’america e dei pionieri, di frontiera e d’avventura. Ci si arriva per un aperitivo al tramonto, si rimane per la cena, ascoltando l’ottima musica di sottofondo, affascinati dall’atmosfera da film e dalla bellezza sorprendente di questo parco appena fuori dal caos della città. Un cancello segna il confine verso l’ovest, con un toro a grandezza naturale che accoglie gli ospiti in questo piccolo viaggio oltre frontiera. All’interno, la sala che ricostruisce perfettamente la scenografia dei film di cow boy: la banca e la prigione (che ospita un tavolo per piccole comitive) e ovunque selle, vecchie Colt, cinturoni, frecce, totem, targhe, tutti pezzi originali che accompagnano in questo viaggio che parte dalla buona tavola. Il menu, naturalmente, non può che cedere al richiamo della carne, con una vasta selezione italiana e straniera da cucinare sulla griglia a legna: fiorentina danese, scottona irlandese, entrecote del Nebrasca, bisonte canadese, carne argentina, bistecca fiorentina DOC, alette e coscette di pollo. Una cucina robusta e saporita che non dimentica antipasti Tex Mex, insalate, contorni gustosi come le bucce di patate fritte e le verdure grigliate, e il sabato e la domenica a pranzo anche primi piatti, da accompagnare con vini e birre. Si chiude in dolcezza, con crostatine e dolci caldi dello Chef, scaldati dalla stufa al centro dalla sala o ospitati dall’ampio spazio all’aperto, da cui osservare i tanti animali: papere, cigni, daini, maialini, che faranno la gioia dei più piccoli. Per chi non resiste al vizio del fumo, una sala riservata da cui godere della vista incantevole del parco. wild west - Steak House Via della Giustiniana, 906 Tel. +39 0630207222 Aperto tutti i giorni dalle 19, sabato e domenica anche a pranzo Chiuso il lunedì www.wildweststeakhouse.it what’s on what’s on what Massimo Giannoni. Four Triptychs dal 21 gennaio al 26 febbraio 2012 Palazzo delle Esposizioni Quattro grandi trittici, realizzati nel 2011, illustrano la ricerca artistica che Massimo Giannone ha portato avanti nell’anno appena conclusosi. Il tema che l’artista ci propone è quello del confronto tra due realtà del nostro tempo, argomento antico sottolineato dall’antitesi tra due modi di essere e di concepire l’esistenza, tra la vita attiva e la vita contemplativa. Nei grandi dipinti, densi di segni fitti, si fronteggiano la frenesia degli affari e il senza tempo delle biblioteche, le vedute di città cariche di luci ombre e i luoghi in cui sovrana è la spiritualità. Giannone oppone il silenzio al caos, anche nella tecnica pittorica che, con quel suo fare serrato riesce a unire figurativo e informale. Postcard from… Damien Hirst Nucleohistone Fino al 10 marzo, Fondazione Pastificio Cerere e altre sedi, Roma Primo appuntamento 2012 per la Fondazione Pastificio Cerere, alla seconda edizione di Postcard from…, progetto volto a diffondere l’arte contemporanea nel contesto urbano, portandola dove non ci si aspetterebbe di trovarla, rendendone i passanti spettatori involontari per stimolare il pensiero e promuovere progetti artistici che favoriscano la crescita culturale e sociale. In mostra il poster Nucleohistone, lavoro ispirato dalla passione dell’artista per l’estetica della medicina, il cui titolo si riferisce alla struttura formata da proteine e DNA contenuta nel nucleo delle cellule. L’inglese Damien Hirst è uno dei quattro artisti invitati a ideare un manifesto di dimensioni 400x300 cm, esposto fino al 10 marzo 2011 alternativamente in dieci impianti di Roma gestiti da A.P.A. - Agenzia Pubblicità Affissioni e nella hall del MACRO - Museo d’Arte Contemporanea Roma. Eucatropine 2005 Household gloss on canvas 34 x 34 in (diamond) 86.4 x 86.4 cm (2 inch spot) © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2011, Courtesy Gagosian Gallery. Photographed by Prudence Cuming Associates Guercino 1591-1666. Capolavori da Cento a Roma fino al 29 aprile 2012, Palazzo Barberini La figura di Francesco Barbieri, detto Guercino (1591-1666) è al centro della mostra nei nuovi spazi dedicati alle esposizioni temporanee a Palazzo Barberini. Allievo di Ludovico Carracci e illustre esponente della tradizione pittorica emiliana, Guercino, il cui nome si deve a una menomazione fisica, venne a Roma per volontà di Gregorio XV Ludovisi. Particolarmente apprezzato dal nipote di questi, per il quale affrescò il Casino nei pressi del Pincio, il pittore si fermò nella città eterna dal 1621 al 1623, per tornare, dopo la morte del pontefice, nella nativa Cento. La mostra raccoglie trentasei capolavori che ben illustrano l’attività giovanile di formazione, il glorioso periodo romano e gli anni del ritorno in patria in cui evidente è un ritorno alla matrice classicista. Dopo la fotografia. Arte in Italia 1850-2000 fino al 4 marzo 2012, Galleria Nazionale di Arte Moderna Una mostra interessantissima sul rapporto tra pittura e fotografia è quella organizzata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e dall’Istituto Nazionale per la Grafica. Allestita negli spazi della Gnam la mostra raccoglie circa cinquecento opere che mettono in luce l’interesse che i rappresentanti dell’una e dell’altra tecnica hanno avuto per le rispettive ricerche e come, da questo confronto, sia nato, nel corso dell’Ottocento, un nuovo linguaggio pittorico. Documentati i primi studi dei macchiaioli, di Sartorio, di Balla e di tanti altri fino alla conquista di autonomia della fotografia avvenuto nel corso del Novecento. La rassegna si conclude con il riconoscimento della fotografia come mezzo di espressione artistica. di Laura Mocci Dialogo Giovedì 16 febbraio Auditorium, sala Sinopoli Una conversazione tra fiati e corde, due grandi del panorama jazz contemporaneo, Ralph Towner e Paolo Fresu, in un incontro artistico che è quello fra due mondi sonori (tromba e flicorno con chitarra acustica). E molto ancora, perché su una base comune fatta di jazz, etnica, melodia e improvvisazione si sviluppa un linguaggio originale e moderno fatto di poesia, silenzio e pathos. Un progetto fondamentalmente acustico che da origine a una musica rarefatta con brani originali, omaggi alla storia del jazz (standard) e momenti di pura improvvisazione. www.auditorium.com Colazione da Tiffany Dal 13 marzo al 1 aprile, Teatro Eliseo, Roma Un classico del ‘900: tutti conoscono il film di Blake Edwards con l’indimenticabile Audrey Hepburn e George Peppard... Prima ancora è un breve romanzo gioiello di Truman Capote, da cui Samuel Adamson ha tratto anche una riduzione teatrale. Sarà in scena con Lorenzo Lavia nel ruolo di Paul, scrittore in cerca di ispirazione, e Francesca Inaudi alle prese con il delizioso personaggio di Holly Golightly, regia di Piero Maccarinelli. Il Ristorante pizzeria, “Celestina ai Parioli”, situato nel cuore dell’omonimo quartiere, è dotato di ambienti confortevoli, caldi e luminosi. Un locale curato, con un’ampia veranda chiusa e cucina a vista, pareti dai toni chiari, un fresco celeste e legno al pavimento, che accoglie senza inutili formalità, invitando da subito a sentirsi a proprio agio ricreando l’atmosfera delle origini, di quel lontano 1926 in cui è nata la storia di questo ristorante, mai interrotta negli anni a seguire. Oggi come allora la cucina è semplice e genuina e per quanto alleggerita e adattata ai gusti attuali, è un susseguirsi di piatti classici romani sia di carne che di pesce, con qualche piccola novità, proprio per stupire sempre i propri clienti, come ad esempio la barca di fritto celestina. È una vera e propria barchetta in carta paglia che serve da piatto per le alici fritte, il baccalà in pastella, il fritto calamari e gamberi ecc.. I prodotti quali la pasta all’uovo, il pane ed i dolci sono rigorosamente di produzione propria. Il ritorno della pizza rigorosamente con impasto 48, 72 ore, offre ai giovani un’ottima alternativa per cene veloci, ed economiche!!!!!! Eccezionali i supplì, le crocchette o i fiori di zucca ripieni di ricotta di bufala, anche questi fatti in casa. Celestina vi aspetta! Viale Parioli, 184 tel. 068078242 - 068079505 www.ristorantecelestinaaiparioli.com parcheggio privato gratuito what’s on what’s Un indirizzo nel verde per una cena tra amici ANTHONY JAMES Fino al 23 febbraio 2012 - Brand New Gallery Le opere visivamente magnifiche e inquietanti di Anthony James, ex modello e nome di punta dell’arte contemporanea USA, fabbricate ad hoc e installate negli spazi della galleria di via Farini 32 a Milano, fondendo precisione tecnica, ripetitività e spettacolarità, mettono a nudo l’influenza del Pop e del Minimalismo sull’arte e sulla cultura contemporanee. Rielaborando i linguaggi visivi del tardo Modernismo (con riferimenti ad artisti come Piet Mondrian, Andy Warhol, Donald Judd e Dan Flavin), il corpus di opere di James sperimenta i mezzi più disparati: strutture in acciaio di altissima rifinitura, misteriose fusioni a cera persa realizzate con l’ausilio del computer, grossolani disegni composti da tubi al neon, meccanismi placcati nickel, intimistici dipinti a olio. Nella sua ultima opera, dal titolo Consciousness & Portraits Of Sacrifice, James prosegue la ricerca sul concetto di ritualità e racchiude foreste vergini di legno di betulla in vetrine minimaliste simili a un tempio, che si espandono all’infinito grazie al gioco degli specchi e collocano lo spettatore in uno spazio distante e innaturale. www.brandnew-gallery.com LA TRANSAVANGUARDIA ITALIANA Fino al 4 marzo 2012 - Palazzo Reale La mostra, a cura di Achille Bonito Oliva, presenta i protagonisti del movimento della Transavanguardia: Sandro Chia (nella foto), Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino. Per ciascuno dei cinque protagonisti della Transavanguardia il curatore ha selezionato 15 opere in collaborazione con gli artisti, tra le più significative, inedite o particolari della ricerca compiuta. La mostra ruota attorno ad alcune tematiche comuni, che attraversano le diverse poetiche dei cinque artisti in mostra: il ritorno alla manualità della pittura, il narcisismo dell’artista, il doppio e l’altro, la violenza, la natura, l’incertezza della ricerca, l’inconscio, l’immagine tra disegno e astrazione, tra bi e tridimensionalità. Sono 66 in tutto le opere raccolte: 44 provenienti da musei, fondazioni, gallerie e collezioni private italiane, e 22 da musei e collezioni europee e dalle maggiori gallerie che hanno lavorato e promosso la Transavanguardia nel mondo. www.comune.milano.it U Mostra permanente - Gallerie D’Italia Lo scorso novembre è stata inaugurata a Milano in piazza Scala (entrata per il pubblico in via Manzoni 14) le Gallerie d’Italia, il nuovo polo museale frutto di una partnership nel segno dell’arte tra due importanti banche: Intesa San Paolo e Fondazione Cariplo. Il progetto milanese vede le due Istituzioni affiancate nella realizzazione di uno spazio espositivo ricavato da Michele De Lucchi in un complesso architettonico di straordinario pregio tra via Morone, via Manzoni e piazza della Scala. Due palazzi storici affiancati, di proprietà di Intesa Sanpaolo, ospitano 197 opere dell’Ottocento italiano, in particolare lombardo, 135 di queste appartenenti alla collezione d’arte della Fondazione Cariplo e 62 a quella di Intesa Sanpaolo. Al settecentesco Palazzo Anguissola e all’adiacente Palazzo Brentani, rielaborato nell’Ottocento, si affiancherà nella primavera del 2012 la storica sede della Banca Commerciale Italiana in piazza della Scala, che ospiterà la nuova sezione delle Gallerie e vedrà esposta una selezione di opere del Novecento, provenienti da prestigiose raccolte. Nella foto un’opera di Boccioni. www.gallerieditalia.com V.D.V. promo OTTOCENTO LOMBARDO na sensazione di familiarità e bellezza, quella della campagna in inverno, quando l’aria pungente invita a trascorrere le serate nel caldo confortante di un ristorante dall’atmosfera rustica e accogliente. Bastano pochi minuti di macchina dopo l’ufficio per giungere a destinazione, e godere, magari, delle ultime ore di luce immersi nella natura. Basta dare uno sguardo al parco: otto ettari rigogliosi in ogni stagione dove lo sguardo trova finalmente un panorama libero dai palazzi della città. In un tale scenario è impossibile non trovare immediatamente il buonumore, confortati da sapori veri, con un menu che è un inno alla grande tradizione della cucina italiana, dove emergono con forza i sapori di una materia prima scelta con cura ed elaborata con semplicità. Primi piatti e pesce freschissimo, verdure e tanta carne cotta alla griglia, senza tralasciare una bella scelta di dolci, un goloso carosello che non poteva certo dimenticare la pizza cotta nel forno a legna. Un menu che riesce a soddisfare anche i palati più capricciosi, mettendo d’accordo grandi e piccini, che troveranno qui tutto l’occorrente per trascorrere feste di compleanno in allegria, con animazione e intrattenimento musicale. Il corvo allegro infatti, unisce alla sala con la grande veranda da cui godere una strepitosa vista sul parco, anche uno spazio disco pub, perfetta scenografia per le feste pomeridiane dei bimbi, e quelle serali dei più grandi: basta prenotare per trasformare una giornata qualsiasi in un momento di festa e di vacanza. Il corvo allegro Seven Hills Village Via Cassia, 1216 al km 13 - Tel. +39 0630362751 (dal Raccordo, uscita n. 3) La Giustiniana Domenica aperto anche a pranzo [email protected] - www.ilcorvoallegro.it promo E legante e raffinato, caldo ed esclusivo: il calore di una casale di campagna, dove legno, pietra antica, dettagli d’epoca regalano una sensazione intima e avvolgente. Un rifugio perfetto per lasciarsi alle spalle freddo e pioggia, circondati da attenzioni speciali. Come fermi in un mondo incantato, dove ogni particolare racconta una storia di eleganza e intimità, dove una calda ospitalità si respira nei molti angoli del locale: il salottino dove fermarsi a conversare, la sala con il camino da cui guardare il pellicano sornione nel cortiletto, la stanza con il pianoforte che il venerdì e il sabato si anima col pianobar, la loggia, ideale per matrimoni e altri eventi, la veranda affacciata sul parco e infine la saletta privata scaldata dal caminetto, riservata solo per due. Un po’ ovunque sono sparsi, con apparente casualità, lampade, foto d’epoca, oggetti antichi, ricordi e tocchi personali che circondano ogni ospite per accompagnarlo in una cena speciale, in cui la semplicità della realizzazione sposa la qualità della materia prima e la grande tecnica artigianale: pane, dolci, grissini, carne essiccata, pasta fresca e secca, tutto viene realizzato dallo chef. Un continuo omaggio alla cultura gastronomica italiana che non teme qualche spunto creativo opera di Agostino Fonzo, che in più alleggerisce la cucina di tradizione con tecniche moderne, come cotture a bassa temperatura e sottovuoto, per avvicinarsi al gusto e alle esigenze attuali. Con grande attenzione alla materia prima, dalla varietà di crudi, ostriche, affumicati, marinati e carpacci, alla selezione di cereali e legumi inconsueti: “prodotti poco utilizzati, come l’amaranto e il grano saraceno, per dare spazio anche a quelle produzioni meno note che sono una grandissima ricchezza della nostra terra - come lui stesso ci dice - con un occhio di riguardo ai prodotti del territorio e stagionali”. Gli chiediamo cosa si trova in questo periodo: “Col freddo ci sono piatti più robusti, per esempio la cacciagione: cinghiale, cervo, capriolo. Non mancano serata dedicate al tartufo, di Alba o di Acqualagna, secondo i casi, un prodotto che nel periodo giusto non manca mai”. Volendo citare qualche piatto si passa dalle fettuccine al Morellino di Scansano condite con stracotto di cinghiale, robusto richiamo alla tradizione etrusca e a quella del bue garofolato romano, dal filetto di maialino in camicia di formaggio urbriaco e sesamo, al bianco di sarago al forno con una panatura di erbette e pan brioche. Tra i dolci il millefoglie di sablé al pecorino e ricotta romana o il bianco pera ai sette cereali. Una scelta di piatti raffinati da accompagnare a una delle 500 etichette della bella cantina, scelte dal sommelier sempre presente per consigliare e seguire ognuno con professionalità e discrezione. Un’ospitalità che si fa ancora più raffinata a San Valentino, con un menù esclusivo di terra e di mare proposto in abbinamento con i vini. Piatti ricercati e gustosi, come la polenta gratinata con petto d’oca affumicato, il fazzoletto croccante di squaquerone e noci con totani all’arancio, il risotto al castelmagno e pere al cacao amaro, il raviolone di carciofi e aragostelle al profumo di limone amalfitano, l’avvoltino di orata e gamberone rosso al pistachio con bignole di broccoletti, per concludere con il gran cuore con cremoso nocciolato e salsa al clementino, per festeggiare con gusto il giorno degli innamorati. Il PICCHIO ROSSO Via Cassia Km 13, Via Italo Piccagli, 101 (dal Raccordo uscita n. 3) - Tel. +39 0630366468 Ambiente Climatizzato, aperto solo la sera, chiuso la domenica. Piano bar venerdì e sabato Si accettano tutte le carte di credito Parcheggio custodito [email protected] - www.ilpicchiorosso.it gourmet Per una punta di delicatezza e di eleganza in più 80 81 M AGA ZINE M AGA ZINE ALESSANDRO BORGHESE, lo chef alternativo che ci insegna ad apprezzare IL LUSSO DELLA SEMPLICITà di Carlotta Miceli Picardi ph Mattia Zoppellaro N N ell’attimo esatto in cui chiudo lo sportello, sento un rombo alle mie spalle. Mi giro istintivamente: un biker in total-black, in sella ad una moto potente inchioda a qualche metro da me. Si sfila il casco e passa le dita tra i capelli, arruffandoli un po’. Due anelli d’argento brillano sotto le ciocche scure: una piccola catena che avvolge il pollice ed un teschio, che sfiora il margine di una lieve ferita da arma da taglio. È giovane, alto. Tratti mediterranei, un velo di barba, annoto mentalmente… Mi viene incontro con passi rapidi, che risuonano sul tappeto di foglie secche. Con un gesto rapido, slaccia il blouson di cuoio e si guarda intorno. Seguo la direzione dei suoi occhi e incontro il marciapiede assolutamente deserto, sotto la luce rarefatta di un mattino umido. Allunga la mano ed io non mi ritraggo. Anzi, lo affronto, spavalda. Una stretta energica… Poi, un sorriso: “Facciamo colazione?” “Volentieri!”, rispondo con entusiasmo, seguendolo nella saletta del bar, dove ci sediamo davanti ad un vassoio di cornetti fumanti. Sarebbe perfetto con una fionda dalle sfere d’acciaio in tasca o con una Fender a tracolla, - penso - ma lo strumento con il quale si lavoro, ne approfittavo per organizzare riunioni con amici e compagni dell’International School, proponendo accostamenti particolari, rivisitazioni azzardate. Veri e propri test, insomma, che riscuotevano successo e mi gratificavano. Dopo il diploma, ho deciso di imbarcarmi sull’Achille Lauro come addetto alla sala macchine… del gas! Esperienza assolutamente unica per la formazione di uno chef. E talmente avventurosa! La donna in ogni porto, il naufragio del 30 novembre del 1994 al largo delle coste della Somalia… Non mi sono fatto mancare niente!”. esprime al meglio è… il mestolo! Si tratta infatti di Alessandro Borghese, il cuoco che, pur muovendosi quotidianamente tra i fornelli del palinsesto di RealTime, percorre di tanto in tanto nuovi e interessanti itinerari gastronomici nelle altre reti e in giro per il mondo. Figlio del produttore Luigi e dell’attrice Barbara Bouchet, si cimenta da anni in esperimenti culinari e televisivi con altissimo indice di gradimento, da ‘Cortesie per gli ospiti’ a ‘L’Ost’, da ‘Cuoco gentiluomo’ a ‘Chef a domicilio’, passando per ‘Fuori menù’ e ‘Cucina con Ale’. Raccontami come è nata la tua passione, Alessandro. “Con i profumi della domenica, ai tempi delle scuole medie, quando papà preparava i suoi manicaretti per il pranzo in famiglia. Mi ritrovavo ad assaporarli già attraverso gli odori che salivano da pentole e tegami. Ritengo che siano proprio i piatti della memoria a costituire il bagaglio che determina i gusti di ognuno di noi a tavola”. Poi, terra ferma? “Ho continuato a viaggiare, per apprendere. Londra, San Francisco, Parigi… In Inghilterra ho sperimentato, in America, ho capito cosa sia la gavetta. In Francia, invece, ho studiato i segreti della cucina elaborata”. La consideri superiore alla nostra? “Preferisco le basi di quella italiana, che è ricchissima e semplicissima al tempo stesso. A mio parere, per esempio, i nostri formaggi non temono confronti per scelta e qualità. E io sono un tipo da ‘olio d’oliva’, più che da ‘salsa’… Però, riconosco ai colleghi d’Oltralpe la raffinatezza, l’estetica della presentazione e una certa originalità. Adesso sto creando, oltre ai menù delle navi da crociera della Royal Caribbean, proprio una linea per il ristorante del Casinò di Nizza”. In veste di esperto sommelier, che mi dici dei vini? “L’eccellenza dei Pinot e dei Merlot, che si ottengono dagli omonimi vitigni autoctoni, mi sembra innegabile. Fantastiche le bollicine”. mio fratello Max, scelgo sempre prodotti ed abbinamenti che possano essere facilmente reperiti ed eseguiti in ambito domestico. Con impegno, ma senza troppe complicazioni. I sapori perfetti nascono da cura e amore”. A proposito di amore, so che ci sono novità… “Sì, mia moglie ed io aspettiamo una bambina” - conferma, pieno di orgoglio. Avete deciso come chiamarla? “Le daremo il nome di uno dei paesi lontani e affascinanti che abbiamo attraversato nel corso della nostra storia”. Dall’ora del cappuccino siamo giunti al break from work: suggeriscimi gli ingredienti per un… ‘Insider-panino’ che possa rallegrare la pausa pranzo di tutta la redazione. “OK, scrivi: 2 fette di pane di Altamura (grano duro), appena bruscate Un velo di maionese al basilico freschissimo 2 foglie di cuore di lattuga (parte croccante) 2 fette di punta di vitello lardellata, magari cotto al forno ieri Striscioline di peperone arrosto spellato olio extra vergine di oliva Preparazione Stendere sul pane un sottile strato di maionese al basilico Appoggiarvi le foglie di lattuga Sfilacciare sopra le fette di punta di vitello Aggiungere le striscioline di peperone arrosto Condire con un filo d’olio extra vergine Chiudere il panino… Alessandro Borghese Quando hai iniziato ad esprimerti con qualche ricetta? “Dato che ho sempre adorato il convivium, non appena i miei genitori si allontanavano da casa per motivi di Un complimento che, professionalmente, hai gradito? “Spesso mi è stato detto che cucino ‘al femminile’, un elogio importante. Nelle trasmissioni, alle quali, tra l’altro, collabora Fammi sapere…” Puoi contarci! ◆ 82 83 M AGA ZINE M AGA ZINE di Antonella De Santis - ph Viviana Berti A A poco più di due mesi dall’apertura, il Caffè Propaganda si conferma come una tra le più belle novità romane: un ambiente che ricorda la Parigi del secolo scorso, con i lampadari d’epoca e le bellissime piastrelle che richiamano quelle dei metrò della capitale francese di inizi ‘900. Alti soffitti a volte, colonne e un grande bancone che accoglie all’ingresso, dove fermarsi per un caffè, un bicchiere di vino o un cocktail. Aperto dalla mattina fino al dopo cena, il Propaganda ha due linee di cucina, la carta bar, con dolci, lieviti e una proposta salata curata da Stéphane Betmon, e una carta del ristorante vero e proprio, firmata da Arcangelo Dandini. Carta in cui piatti tradizionali come trippa e amatriciana si alternano ad altri, frutto di contaminazioni regionali, estro e interpretazioni di Arcangelo. Li abbiamo incontrati entrambi, i due chef, per scambiare con loro qualche battuta a poco più di 60 giorni dall’inaugurazione. Un evento nell’evento che ha chiamato a raccolta gourmet e mondanità under 45, visto che nella proprietà del locale spiccano personaggi come Giancarlino, tra i maggiori dj romani e creatore di tanti locali di successo, Maurizio Bistocchi (suo il lancio di Replay Store e Replay Caffè in centro Italia) e Richard Ercolani (patron del Baretto). Ottimo cibo, musica, tendenze e stile: questa la formula del Caffè Propaganda. Tutta da provare, nelle diverse ore della giornata. Arcangelo Dandini cucina e dunque mi porto dietro il mio di stile e lo metto a disposizione. La sua cucina in tre parole. Memoria, tradizione, innovazione. ARCANGELO L’ambiente del Caffè Propaganda è molto diverso da quello dell’Arcangelo. Dall’orario di apertura, alla proposta gastronomica più articolata secondo le ore della giornata, al tipo di clientela: non solo gourmet, ma anche giovani attenti alle mode. Come si trova? Mi trovo benissimo e sono anche incuriosito di far provare nuovi piatti ad un pubblico così giovane ed attento. Lei è un filologo della cucina romana: cosa è per lei la cucina tradizionale e come si trasforma o adatta, se lo fa, al passare degli anni e degli stili di vita? La cucina diventa tradizione attraverso le epoche, si contestualizza, diventa classica, la cucina è parte del tempo ed insieme al cibo diventa antropologia. La cucina ed il cibo seguono la storia dell’uomo. Sappiamo bene che lei ha i suo pubblico di fedelissimi, ma come reagiscono i più giovani davanti a piatti come coda e trippa? Sono curiosi e nella loro memoria scatta anche la voglia di assaggiare: nel codice genetico dei romani c’è la curiosità dei piatti della tradizione. A partire dalla cottura della pasta in poi: ci sono differenze nella sua cucina tra i due locali? Nessuna differenza, io vorrei comunicare uno stile di Come è la convivenza con Stéphane? Molto collaborativa, Stéphane mi ha fatto scoprire un mondo, quello dell’alta pasticceria, a me sconosciuto. Lo stimo molto, oltre che professionalmente, anche umanamente: non nasconde i suoi segreti ed è sempre pronto a dare consigli. Qual’è il piatto che le piace di più tra quelli di Stéphane? Il creme caramel, dopo aver assaggiato il suo mi sono chiesto se avessi mai mangiato un creme caramel in vita mia! Un incipit degustativo unico... Stephane Betmon Ci sono o ci saranno contaminazioni nate dalla vicinanza con lui? Certo che si, ho gia provato il suo macaron al pistacchio con le alici di Rizzoli ed il burro di Normandia.... Impossibile uscire dal Caffè Propaganda senza aver assaggiato…? Il mio supplizio ed il creme caramel di Stéphane. STEPHANE Dalla pasticceria alla proposta “leggera”. Come nascono i suoi piatti per il menu del pranzo? Per il menu del pranzo i miei piatti nascono partendo da prodotti biologici. Importante è lasciarne integro il sapore originale giocando con abbinamenti che lo esaltino, in modo 84 M AGA ZINE STEPHANE ARCANGELO Arcangelo Dandini, per tutti, semplicemente, Arcangelo, è uno dei grandi della cucina romana. Col suo “primo” ristorante, l’Arcangelo, si è imposto come un nome di riferimento della cucina regionale, resa attuale, però, grazie all’impasto di storia personale e cultura gastronomica, sdoganandola, di fatto, nel mondo dell’alta ristorazione. La sua interpretazione della tradizione non tradisce il passato, ma apre sempre nuove finestre per gli appassionati gourmet. Al Caffè Propaganda incontra anche un nuovo pubblico, più giovane e mondano, cui fa scoprire la cucina di tradizione, come la ricetta che segue, tipico piatto di magro del periodo quaresimale. da fare scoprire di nuovo ai clienti i veri sapori dei prodotti della natura. del caffè si troverà “il foie gras al modo Betmon”, ma troverete anche alcuni formaggi. Come sono i piatti salati di uno chef patissier? I piatti salati di uno chef pâstissier sono colorati, belli da vedere e con sapori decisi, esaltati da contrasti, per esempio l’agro e il dolce, ma sono anche divertenti, piacevoli per il palato nel gioco delle diverse consistenze. La sua cucina in tre parole. Tradizionale, rispettosa della materia prima, fresca. Si dice che Roma non abbia una grande tradizione in fatto di pasticceria, cosa ha scoperto di interessante tra i nostri dolci? I dolci romani, e tutta la pasticceria italiana in generale, sono ricchi di frutta secca, soprattutto le mandorle e i pistacchi, con molta crema e agrumi, a volte mi ricordano i dolci francesi di casa... Non è tentato di portare qualche cosa dalla Francia? Un formaggio o magari un torchon di foie gras? Al foie gras ho pensato dal primo giorno che ho iniziato a lavorare per il Caffè Propaganda, infatti nella prossima carta Come è la convivenza con Arcangelo? La collaborazione con Arcangelo è un gran piacere e anche molto interessante perché con lui si imparano tutti giorni dei nuovi modi di cucinare a grandi livelli e in modo tradizionale. Quale è il piatto che le piace di più di Arcangelo? L’amatriciana. Impossibile uscire dal Caffè Propaganda senza aver assaggiato…? Impossibile di uscire dal caffè senza avere assaggiato i macarons ◆ Caffè Propaganda Via Claudia, 15/19 (Colosseo) - tel. 06 94534255 Uovo in trippa alla romana o uovo di quaresima Ingredienti per 4 persone 4 rossi d’uovo e 2 uova intere 120 gr di pecorino romano 100 gr di pelati 70 gr di pomodoro fresco 30 gr di menta romana 20 cl di olio evo una presa di noce moscata 1 spicchio di aglio rosso italiano una presa di sale Preparazione In una padella far andare l’olio e l’aglio rosso, quando inizia a sudare togliere l’aglio e aggiungere i pomodori freschi, dopo 3 minuti circa il pelato ed aggiustare di sale. Cuocere per circa 7 minuti. Prepararare una frittata mescolando in una ciotola le uova, una parte di pecorino e la mentuccia, farla riposare 5 minuti prima di cuocerla, togliendola dal fuoco ancora un po’ lenta Appena pronta la frittata, unirla al pomodoro con il restante pecorino e la mentuccia e una spolverata di noce moscata. Un pasticcere francese alla corte dei gourmet romani, Stéphane Betmon, dopo anni di formazione in patria ed esperienze al fianco del maestro Pierre Hermé alla boutique Ladurée agli Champs-Elysées. Un percorso di tutto rispetto, costellato di collaborazioni con grandi chef che lo hanno condotto, pochi anni fa, a Roma. L’incontro con la pasticceria nostrana ha portato a mescolare, nel Caffè Propaganda, raffinatezze d’oltralpe e dolci della tradizione nostrana, mettendo sempre al primo posto l’attenzione per la materia prima, aprendo la strada a contrasti, unioni, giochi di consistenze. Al Caffè Propaganda Betmon affianca alla carta dei dolci, di tradizione romana e ispirazione francese, originali preparazioni salate, per un menù leggero e veloce. Ci regala la ricetta dei macarons à l’ancienne, senza crema al centro. Macarons à l’ancienne Ingredienti 300 gr di zucchero 200 gr di farina di mandorle 4 albumi 15 gr di miele un goccio di aroma di mandorla amara Preparazione Preriscaldare il forno a 160° Mettere una pentola riempita a metà con l’acqua a fuoco medio per la cottura a bagnomaria. Dentro una bol pesare insieme la farina di mandorle allo zucchero, e in ordine aggiungere il miele, gli albumi, l’aroma di mandorle. Mescolare con un cucchiaio di plastica fino a ottenere una pasta abbastanza consistente. Appoggiare sopra al bagnomaria per riscaldare l’impasto continuando a mescolare: col calore l’impasto tenderà a fluidificare. Togliere quando l’impasto avrà raggiunto una temperatura superiore a quella del vostro dito. Con una sac à poche con la bocchetta da 8 fare formare dei dischi su una teglia rivestita di carta forno. Cuocere a 160°C per 18 -20 minuti. Una volta sfornati i macarons mettere un po’ di acqua sotto la carta forno e staccarli delicatamente. Comporli due a due senza alcuna farcia: si tengono insieme grazie all’umidità. 86 M AGA ZINE Macarons, raffinata patisserie Si dice fossero i preferiti di Maria Antonietta, e infatti Sofia Coppola ce ne dà un’ampia visuale nel film dedicato alla regina di Francia. Insieme ad abiti e scarpe, acconciature e balli di corte la rassegna di dolci, firmati da Ladurée di Antonella De Santis Q gourmet Q ualche anno fa ci sono stati i cupcakes, quelle tortine monoporzione ricoperte di glassa colorata, sorta di muffin allegri e decoratissimi, perfetti per colazione e merenda (o il tè delle cinque, secondo i casi). Quello appena trascorso, invece è stato l’anno dei macarons. Deliziosi dolcetti, esempio di somma raffinatezza che hanno iniziato a occhieggiare dalle migliori pasticcerie delle nostre città. Patria d’origine, la Francia, ça va sans dire, con i suoi bistrot e le patisserie gioiello, bomboniere di stile che regalano ai golosi attimi di felicità. Aperto ormai da mesi il dibattito sui migliori di Parigi, il più osannato è il ‘maestro’ Pierre Hermé, a seguire Ladurée, Jean Paul Hévin, e altri tempi di dolcezze. Ma torniamo a noi, o meglio, ai nostri piccoli bocconi di paradiso. Per chi non li avesse mai visti i macarons sono composti da due dischi di meringa uniti da uno strato di crema, in genere al burro, come concetto ricordano un po’ i biscotti golosi della nostra infanzia, i Ringo, ma la somiglianza finisce quì. Partiamo dall’inizio, ovvero da come sono fatti: albume, zucchero, farina di mandorle, questa la base per la meringa. Sembrerebbe semplice detto così, se non fosse che la realizzazione e la cottura sono estremamente delicate. Il segreto dei macarons infatti risiede nella consistenza, in quel guscio lieve e fragrante che racchiude una pasta morbida e infine la crema, ganache o altro, suadente e ricca, la leggera resistenza della superficie che nasconde un’anima pastosa e il superbo finale. La sensazione è meravigliosa. Questa in sintesi, per noi, l’irresistibile seduzione dei macarons. Ma non è l’unica: il resto è fatto dalle combinazioni, pressoché illimitate, di sapori e colori: pastello, accesi, brillanti, imprevedibili, con collezioni stagionali a rendere più glamour il tutto. Un gioco di virtuosismi che forse vede vincitore Hermé con l’ardita (e straordinaria) proposta tartufo bianco e pezzetti di nocciola piemontese grigliata, ma ci sono anche rosa e petali di rosa; mirtillo e lavanda, castagna e tè verde Matcha e ancor caramello salato, cioccolato in vari modi (naturalmente) e tanti, tantissimi altri. Infiniti anche i suggerimenti che si trovano per superare gli ostacoli per la loro riuscita perfetta: lasciare gli albumi in un contenitore coperto in frigo 2 o 3 giorni prima di utilizzarli, lasciarli 6 ore a temperatura ambiente prima di iniziare, trasferirli appena sfornati e ancora sulla carta da forno su una superficie fredda, per staccarli più facilmente. Lasciarli riposare un’ora prima di farcirli, lasciarli riposare già montati almeno un giorno in frigo prima di gustarli. Un gioco di tempi e misure di precisione che rende ancora più religioso il gustare questo dolce ◆ Via Albalonga, 7B-9-11 - Tel. 06 7000418 San Giovanni • Via Cassia, 8B-8C - Tel. 06 3333488 Ponte Milvio Via della Croce, 82 / Tel. 06 69941752 Piazza di Spagna www.barpompi.it 89 M AGA ZINE Bontà mordi e fuggi Fantasia a tavola Un oggetto multifunzionale dalla forma quadrata e ondulata, da usare anche per servire tartine e mignon gustosi. Prodotto da IVV, è una proposta in ceramica della collezione Floo&Food. www.ivvnet.it di Loriana Nei Chi ha più il tempo di sedersi a tavola con calma per consumare un pasto completo e abbondante? Il pranzo del nuovo millennio è diventato fast&furious e per assaporare cibi gustosi in maniera veloce e informale ci vengono in aiuto utensili e posate dalla misura mini e la personalità maxi Coppette porta-tutto Servizio di gran classe con Rivièra Maison Deliziare il palato con allettanti dolci, biscottini e dessert è ancora più piacevole grazie al vassoio Afternoon Delight sul quale poggia un mini étagère. www.rivieramaison.com Le coppette gourmet Basic di WMF permettono di disporre le pietanze in modo vario e fantasioso. Ideali da esibire durante feste e buffet, occupano poco spazio grazie alla possibilità di impilarle, sono disponibili in diverse misure e sono particolarmente comode per i moltissimi utilizzi che se ne possono fare. www.wmf.it Il design al servizio della praticità Ecco le versioni colorate delle soluzioni creative per la tavola proposte da Pandora Design: i bicchieri impilabili Sunglass, i piattini da cocktail Tapas, le multiposate Trinacria e il set di posate Flyingset. I bicchieri da cocktail Sunglass rivelano una piccola astuzia: il fondo del tumbler è sagomato in modo da favorire lo scolo dell’acqua evitando il deposito di calcare quando rovesciato. Il Flying Set (design Matteo Ragni) permette al coltello di rimanere con la lama rivolta verso la tavola e non girata a sinistra verso il piatto ed è completamente impilabile (paletta giracaffè compresa). www.pandoradesign.it I cucchiai Amuse hanno una presa confortevole e sono gli strumenti ideali per servire ai propri ospiti assaggini invitanti. Il vassoio da finger food di Rivièra Maison comprende un ampio piatto e tre coppette dalla linea squadrata. 90 Una vacanza che dura tutto l'anno Ceramica sinuosa resort Nasce come sottopentola ma può funzionare alla perfezione anche come originale antipastiera. Fa parte della collezione Flo&Food di IVV ed è stata disegnata da Roberto Giacomucci. È disponibile bianca, nera o bianca con decoro arancio, verde o glicine. www.ivvnet.it Degustazione chic Tutto in bocca col Moscardino I creatori di queste irresistibili forchette/ cucchiaio usa & getta, Giulio Iacchetti e Matteo Ragni, si sono guadagnati nel 2001 il Compasso d’Oro per la loro invenzione. Il Moscardino, prodotto da Pandora Design, è infatti un progetto che ha fatto scuola per il suo carattere eco (la posata è realizzata in Mater-bi, una bioplastica ricavata dall’amido di mais completamente biodegradabile) e la sua elegante praticità. www.pandoradesign.it Ogni cosa va al suo posto grazie al food tablet Timeless, perfetto per alloggiare contemporaneamente, in uno spazio raccolto, un bicchiere, piccoli cibi in abbinamento ed elementi aromatici o decorativi. www.blueside-design.com G Posate da scartare Le Pandora Card rappresentano una soluzione funzionale e divertente firmata Pandora Design. Le microposate tascabili disegnate da Giulio Iacchetti sono usa & getta, in plastica e hanno una linea sfiziosa ◆ www.pandoradesign.it promo Eleganza in bianco& nero M AGA ZINE uardare lo scorrere del tempo, l’avvicendarsi delle stagioni e i loro colori, i profumi e la luce che mutano sotto i nostri occhi dipingendo con pennellate accese i boschi autunnali. Sembra un miraggio per chi vive giorno dopo giorno una quotidianità fatta di ufficio e traffico cittadino. Ma non lo è: nel parco di Veio, un residence ospita 46 appartamenti perfetti per chi ha bisogno di una sistemazione temporanea, durante un trasloco o una ristrutturazione, o per chi si trova in città solo per qualche settimana magari per lavoro, ma ideali anche per per una vacanza appena fuori porta o chi decide che, pur non volendosi allontanare completamente dalla propria rete di amicizie, impegni e abitudini, preferisce svegliarsi nella natura, tra animali, laghetti incontaminati e il fruscio degli alberi che circondano questi piccoli casali dal sapore inglese. Pensati per assicurare comfort e tecnologia con wi-fi, climatizzatore, allarme, fax, parcheggio, lavanderia, servizio di recapito posta... e un giardinetto privato davanti all’ingresso, dove godere di una dose extra di relax e serenità, che nella bella stagione si arricchisce anche di una piscina in cui si rispecchia una vegetazione rigogliosa. Sono piccoli cottage carattarizzati da una rustica eleganza, a pochissimi chilometri dalla città, collegati anche mediante una navetta che porta alla stazione che dalla Giustiniana arriva a San Pietro e assicura un trasporto lampo: solo venti minuti per arrivare in centro. Intorno agli appartamenti solo quiete e l’offerta della struttura: bisteccheria, ristorante-pizzeria, e l’eleganza del ristorante Il Picchio Rosso. Per un soggiorno indimenticabile. veio residence resort Via della Giustiniana, 906 Tel. +39 0630207264 - +39 0630361782, Fax +39 0630363148 [email protected] www.veioresidence.com 92 93 M AGA ZINE M AGA ZINE centro Caprai Caprai VITIGNI AUTOCTONI: L’ALTRO TESORO DELL’ITALIA I Seduta San Gimignano di Monia Innocenti I l nostro viaggio fra i tesori enologici italiani è cominciato il mese scorso nel nord Italia: Gamba di Pernice, Schiava, Pigato e Pagadèbit ne sono stati i protagonisti. Ma il patrimonio enologico del nostro Paese è davvero eccellente e scendendo verso sud, troviamo altri interessanti compagni di viaggio. Cominciamo con il Colorino, il cui nome deriva dall’abbondante colore contenuto nella buccia e non, come erroneamente viene sempre da pensare, dal succo. Si trova in Umbria, nelle Marche e anche nel Lazio ma è di sicura origine toscana. Per molti decenni, questo vitigno è stato adoperato in forma appassita come compagno del Sangiovese, per dare maggior colore al Chianti. Attualmente, se ne è ridotto notevolmente l’utilizzo grazie ad una maggiore selezione del Sangiovese, ma anche all’ingresso nella composizione del Chianti di uve alloctone quali Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. Alcuni produttori sono riusciti però, grazie ad un’accurata selezione clonale, ad ottenere dal Colorino Caprai alcuni risultati di rilievo, utilizzandolo anche in purezza come per La Spinetta-Casanova a Terricciola, in Toscana. Fermandoci in Umbria troviamo il Sagrantino, uno dei più grandi vitigni rossi d’Italia, utilizzato in epoca antica per ricavarne il vino impiegato durante la messa per celebrare i Sacramenti. È diffuso nel comprensorio di Montefalco e negli ultimi anni è prepotentemente salito alla ribalta, grazie all’intenso lavoro di appassionati come Marco Caprai che ne ha esaltato al massimo le proprietà organolettiche e affievolendo i tannini potentissimi. La Toscana, oltre ai ben noti Chianti, Montalcino e Sangiovese, ci offre la Vernaccia di San Gimignano che si trova esclusivamente nel territorio dell’omonimo comune toscano, il cui nome sembra derivare dal latino vernaculus, ‘del posto’, ‘locale’. Altri sostengono che provenga invece da Vernazza, la località delle Cinque Terre famosa per l’omonimo vino bianco oppure da Garnacha o Grenache, vitigni spagnolo e francese. Con l’invecchiamento, si accentuano i riflessi dorati di questa uva e risulta più chiaro il tipico sentore minerale di pietra focaia. Proprio per questa sua caratteristica di miglioramento con l’invecchiamento, è uno dei pochissimi vini bianchi prodotti anche nella tipologia riserva. È piuttosto noto anche all’estero: il 40% delle bottiglie prodotte è destinato al mercato estero, soprattutto Germania e Stati Uniti. A tutela della vernaccia è nato il Consorzio della Denominazione di San Gimignano, che ancora oggi valorizza il vigneto, promuove il marchio e fa attività di ricerca e sviluppo della qualità dei prodotti. Proprio il lavoro attento e mirato del Consorzio che ha operato, negli anni, in sinergia e simbiosi con vignaioli e mastri cantinieri per far crescere la qualità delle produzioni, ha permesso di ottenere nel 1966 la Denominazione di Origine Controllata: la Vernaccia di San Gimignano è stato il primo vino in Italia a potersi fregiare della denominazione, che nel 1993 è diventata una DOCG ◆ wine Grappolo vernaccia Il Colorino di Casanova Prosegue il viaggio fra le uve antiche: con oltre 350 specie, il nostro Paese riscopre le tradizioni del vino e riscrive il futuro dell’enologia locale Gentile concessione consorzio della denominazione San Gimignano Caprai Cantina INFO www-la-spinetta.com (Colorino) www.arnaldocaprai.it (Sagrantino) www.vernaccia.it/ 95 L’olivo Bulbi in fiore Con i primi tepori iniziano a sbocciare le nuove fioriture, in una gamma infinita di varietà e colori, ma è tra le piante da bulbo che fanno capolino le forme più originali C C hi non conosce l’eleganza del giglio, lo slanciato gladiolo, l’infinita varietà dei tulipani o il semplice, comunissimo bucaneve? Gli splendidi iris celebrati da Van Gogh, il narciso, simbolo della Metamorfosi di Dalì, il profumatissimo mughetto, o le fresie multicolori? E ancora i giacinti… sono i mille volti delle bulbose, o meglio geofite: piante che hanno in comune il fatto di rigenerarsi tramite bulbo, ma che in effetti posso appartenere a famiglie molto diverse fra loro. Per lo più si piantano in autunno e iniziano a fiorire ai primissimi tepori, ma anche su questo si può generalizzare poco. Quello che veramente le rende affascinanti è la loro immancabile bellezza, declinata in un’infinita gamma di originalissimi esempi. Fra i meno noti e più particolari il muscari e la fritillaria, entrambi appartenenti alla famiglia delle Liliacee. L’infiorescenza azzurro accesa del primo ne fa un elemento decorativo inconfondibile, per le piccole dimensioni adatto a vasi o contenitori bassi, bordure o macchie di colore sul prato. Il ‘fiore’ è in realtà un’infiorescenza di delicate campanule che deve il nome al tenue profumo di muschio e in alcune regioni del sud, ancora oggi, il bulbo viene usato, cotto, per la preparazione di piatti della cucina tradizionale. Meno comune e meno evidente, l’incantevole Fritillaria è ancora poco diffusa e conosciuta, nonostante si possa considerare come uno dei fiori più belli della primavera e sia anche piuttosto facile da coltivare. Si distingue per la forma originale e per i colori sgargianti, che vanno dal giallo allo scarlato, spesso screziato o puntinato. Fiore dall’origine esotica particolarmente caro alla tradizione popolare francese, il suo nome deriva dal latino fritillus (= bossolo per i dadi) per la peculiare forma dei fiori con variegatura a scacchi. I fiori sbocciano penduli, riuniti a grappolo sotto una vistosa corolla circolare e sono davvero insoliti ◆ DC O O piante del sogno M AGA ZINE gni popolo che affaccia sul bacino del Mediterraneo può dirsi nato all’ombra dell’olivo. Ercole Dattilo, l’eroe che istituì i giochi olimpici lo piantò per primo sulla spoglia collina di Olimpia per onorare suo padre Zeus. Non a caso per Artemidoro l’olivo del sogno richiama le dispute sportive, il comando e la libertà. Ma, sempre per l’antico interprete, indica anche la donna ed è emblema di castità e di pace in quanto pianta sacra alla vergine Atena. Così canta l’olivo Gabriele d’Annunzio, associandolo alla dea e alla Luce: “Laudato sia l’ulivo del mattino! Una ghirlanda semplice, una bianca tunica, una preghiera armoniosa a noi son festa. Come simbolo di pace fra Dio e gli uomini un ramo di olivo appare nel becco della colomba ritornata da Noè per annunciargli la fine del diluvio e il ritiro delle acque. Nella rappresentazione dell’entrata di Gesù a Gerusalemme, talvolta la folla stringe in mano al posto delle palme, rami di olivo. Ed è nel monte degli Olivi che Gesù trascorre le sue ultime ore “mortali”. Olivo dell’Andalusia, della Grecia, delle dolci colline toscane, perfetto albero cosmico, non veicola alcuna ambivalenza: è simbolo di Luce divina, di Sapienza di vita, di Castità, di Prosperità, di Rigenerazione, di Pace. Felice colui che in sogno lo incontrerà! ◆ Renata Biserni [email protected] GIOCHI DI COLORI E TRASPARENZE Nella city milanese un loft multicolore riflette lo spirito di una coppia trend setter I I PUNTI VENDITA SUPERCOSE Via Cassia, 2019 - Tel. 0630884600/9 Via A. G. Bragaglia, 100 (zona Olgiata) - Tel. 0630888390/3 www.supercose.it deato interamente dall’interior designer Lorenzo Fasulo, famoso per aver realizzato importanti progetti di open space giocati tra contrasti e trasparenze, il loft di circa 100 metri quadrati situato a sud di Milano racconta negli spazi e nei colori lo stile di vita dei proprietari Rita e Roberto, che si occupano di finanza internazionale. Nel ristrutturare lo spazio il designer ha principalmente tenuto conto delle esigenze della dinamica coppia che ama vivere in ambienti che abbracciano tutte le cromie del viola: in pratica uno spazio aperto e allo stesso tempo intimo, molto cosy, adatto al loro comfort ma in grado di ospitare anche i tantissimi amici che gravitano intorno a loro. L’appartamento si apre su un grande open space, idealmente suddiviso da una elegante libreria di cristallo e plexiglas realizzata su disegno esclusivo da Fasulo, il quale oltre ad aver suddiviso gli spazi interni ha disegnato ‘su misura’ anche parte degli arredi. La libreria suddivide idealmente in due la zona ingresso: da una parte un angolo più raccolto, sottolineato da un piccolo tavolo vintage in noce originale dei primi Novecento abbinato alle sedute in policarbonato che recuperano il design della sedia ‘vecchia Milano’ (realizzata da Colico Design per il prossimo Expo 2015) ideale per colazioni e veloci brunch. Spazio che, senza soluzioni di continuità, si apre sulla cucina hi-tech arredata con mobili lucidi di un brillante colore prugna (arredi di Cof Design). Dall’altra parte, un magnifico colpo d’occhio ci introduce sull’ampio living sottolineato da una parete tinteggiata da un intenso color viola che ricorda il celebre dipinto Iris di Vincent Van Gogh, parete che fa da cornice al lungo mobile contenitore basso laccato lucido di color lavanda, sormontato ai lati da due trasparenti vetrine in plexiglas e cristallo al cui interno si trova un televisore a schermo piatto illuminato dalle luci a led inserite nelle vetrine stesse. Particolarità di queste vetrine è l’abbinamento del plexiglas bicolore in un’unica lastra, impiegato per la prima volta da Fasulo, che permette di nascondere, con mano leggera, l’impianto elettrico dell’illuminazione a led. Le altre pareti del living, che per contrasto all’audace parete viola sono state tinteggiate in un delicato color lavanda, si trova l’accogliente divano angolare rivestito di tessuto bouclé, della stessa tonalità lavanda, molto caldo al tatto che ‘dialoga’ con la raffinata Vanity Fair di Poltrona Frau. Sempre nello stesso ambiente è stata ricavata una nicchia dedicata alla zona pranzo dotata da un grande tavolo ovale in cristallo, allungabile in caso di cene placée, ingentilito da sedute rivestite in morbida pelle. In sequenza dal living si entra nella zona notte attraverso una porta dal design originale realizzata in alluminio e cristallo satinato dipinto di viola che, come tutte le altre porte del loft, riprendono il colore predominante di ogni singolo ambiente. La zona notte è contraddistinta da una camera matrimoniale, uno studio multitasking (office, guardaroba, divano letto per ospiti) e due sale da bagno: una per lei che ama i colori solari, praticamente il bagno principale, realizzata con mobili progettati ad hoc da Fasulo che ha utilizzato una laccatura lucida di un intenso arancio in contrapposizione al top di cristallo realizzato in brillante blue china. Nell’altro bagno pensato per lui, più dinamico e funzionale, sono stati installati i sanitari bianchi che contrastano con la texture del pavimento rivestito in pietra lavica antracite e con i mobili contenitori di color lavanda. Di grande impatto anche la camera da letto che riprende i colori del bagno principale, arancio e blue china. Da sottolineare l’interessante miscellanea dei top di Emmebidesign rivestiti con un’innovativa lastra di alluminio satinato. Ritornando nel living si accede, attraverso una grande sliding door a tutta parete terra/cielo, al dehor arredato con mobili in rattan per esterni dalle linee essenziali che evocano il lontano Oriente e da una particolarissima lampada-surf, unico esemplare, realizzata con un decoro esclusivo eseguito in vetroresina liquida da artigiani delle Filippine. Un loft moderno e multicolore che sottolinea ancora una volta Milano, crocevia del design e della moda ◆ A.V.F. 98 99 M AGA ZINE M AGA ZINE L L MARMOMACC MEETS DESIGN 2011 Mutable Spirit Stone Italiana by Michele De Lucchi di Vittoria di Venosa Mutable Spirit Budri by Patricia Urquiola Mutable Spirit Grassi Pietre by Setsu & Shinobu Ito Mutable Spirit Pibamarmi by Snohetta e Kjetil Thorsen a 46° edizione di Marmomacc (Mostra Internazionale di Marmi, Pietre, Design e Tecnologie), crocevia mondiale, economico e culturale per marmi, graniti e pietre naturali, che si svolge annualmente a settembre alla Fiera di Verona con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo del prodotto e delle tecnologie italiane all’estero ed essere un laboratorio culturale delle tendenze nel mondo delle costruzioni e del design sempre più qualificato, si conferma, ancora una volta, come la più importante fiera mondiale del settore. Tra gli appuntamenti più significativi abbinati al salone si è svolta la Marmomacc Meets Design (giunta alla quinta edizione) e il Best Communicator Award 2011. Tema 2011 di Marmomacc Meets Design è stato ‘Mutable Spirit’, una vera sfida per evidenziare sia la capacità ‘mutabile’ del marmo inteso come trasformazione e adattabilità, sia lo ‘spirito’, leggero come un soffio, di questo materiale alchemico strettamente legato alle origini e allo storia dell’uomo. Il marmo, dunque, che muta ancora, materiale mutevole e mutante, ma che diventa concretamente ‘mutabile’. Ad interpretare il Mutable Spirit sono stati chiamati alcuni tra i più importanti designer noti a livello internazionale e aziende leader del settore che hanno reso concretamente mutabile il marmo. Tra questi ricordiamo Patricia Urquiola, che ha collaborato con l’azienda Budri; Michele De Lucchi e Angelo Micheli per Stone Italiana; Raffaello Galiotto per Lithos Design; Setsu & Shinobu Ito per Grassi Pietre, Ferruccio Laviani per Citco e Snøhetta-Kjetil Thorsen per Pibamarmi. Alcune opere dei progettisti invitati ad accostarsi con sguardo nuovo al materiale litico esposto negli stand delle rispettive aziende-partner hanno ricevuto anche il Best Communicator Award, uno ambito riconoscimento rivolto a tutti gli espositori di Marmomacc Meets Design, che fin dalla sua istituzione premia l’exhibit design’ delle aziende capaci di comunicare attraverso, appunto, il design, le potenzialità e le prospettive dei materiali litici. Tra i premiati diversi i nomi che meritano di essere ricordati: l’azienda Citco, per la maestria con la quale Ferruccio Laviani governa l’incontro fra luce e materiale declinato nelle tre dimensioni per produrre effetti inediti e spettacolari, superando la tradizionale contrapposizione fra decoro e funzione il progetto eleva la forma a contenuto stesso del disegno. Poi la Cooperativa Operai Cavatori del Botticino con il progetto dello studio Associati Associati (arch. Ivan Tognazzi), per la capacità di comunicazione del marmo che contemporaneamente nasconde e rivela, utilizzando pochi elementi di incisivo impatto cromatico per attirare l’attenzione sul singolo materiale, offerto anche come metaforico biglietto da visita in forma di utile campione. 100 M AGA ZINE Best Communicator Award - Franchi Umberto Best Communicator Award - Lithos Design by Raffaello Galiotto Best Communicator Award Henraux by Craig Copeland Best Communicator Award - Coop. Cavatori Botticino E ancora l’azienda Franchi Umberto Marmi con lo studio tecnico interno e la collaborazione dell’architetto Michele Cazzani, per la continuità di una ricerca che coinvolge il progetto sia alla scala della scena urbana che nella ridotta dimensione domestica, con volumi e superfici che articolano una ridotta gamma cromatica in una inattesa molteplicità di effetti e soluzioni spaziali; la ditta Henraux con il progetto di Craig Copeland, per l’estremo virtuosismo delle lavorazioni esibite con la realizzazione delle sculture e la sobrietà di una scenografia rigorosamente orizzontale dalla quale i materiali si staccano per mettere in evidenza le qualità intrinseche di pietre e marmi. Infine, la Lithos Design con il lavoro di Raffaello Galiotto per l’essenzialità e la coerenza di un progetto espositivo che gioca con un unico componente modulare e ripetuto per mette in evidenza le capacità tecnico-produttive ed architettoniche della materia. Sono state inoltre segnalate l’azienda Budri con Patricia Urquiola e l’azienda Pibamarmi con Snøhetta-Kjetil Thorsen, entrambe Fuori Concorso già vincitori del premio nel 2010, e la Mostra Luce & Materia azienda Solubema con Raffaello Galiotto. Per ragioni diverse questi tre interventi rappresentano un’eccellenza della ricerca e del progetto: fantasia e rigore, ricerca e storia, innovazione e tradizione sono i tre percorsi densi di suggestioni e spunti di riflessione sulle potenzialità della materia. Una rassegna leader internazionale del settore che attraverso Marmomacc Meets Design interpreta i nuovi linguaggi stilistici del marmo. Appuntamento quindi a Verona dal 26 al 29 settembre 2012 per la 47° edizione di Marmomacc! ◆ 102 103 M AGA ZINE M AGA ZINE Le declinazioni del Blu Tessuti, rivestimenti ed elementi decorativi per gli interni si rifanno alla tonalità must di quest’anno, il blu, che interpretato in differenti sfumature e gradazioni, è entrato a pieno diritto nel vocabolario della moda, del mondo dell’arte e del design di Loriana Nei Sulla luna Un intreccio di lune colorate compone lo schienale di questa seduta scultorea, arricchita da preziosi mosaici artistici posati a mano. Milleuna Luna 2, di Sicis Next Art Chapter One (design: Carla Tolomeo), è un pezzo di design sofisticato, realizzato in soffice velluto di seta. www.sicis.it Decorazione contemporanea design Velluto avvolgente Tanti strati di morbido velluto blu che formano una sinuosa rosa su cui accomodarsi. Tenderly 4, della collezione di Sicis Next Art Chapter One (design: Carla Tolomeo), è formata da giganti petali che coprono la seduta, lo schienale e le braccia. Un prezioso valore aggiunto è dato dal mosaico artistico sulla base circolare. www.sicis.it Blueprint è il colore del tessuto che dà il nome alla briosa collezione di Jab Chivasso, dove i motivi classici presi direttamente dagli archivi sono stati re-interpretati in maniera informale e innovativa. Tessuti e filati sempre attuali, come il cotone e il sontuoso lino, sono stati utilizzati come base. Un tocco di vivacità in più è stato dato dall’utilizzo del denim blu. Sono state utilizzate diverse tecniche di stampa e tessitura per creare una ricca selezione di disegni e tessuti diversi che insieme si completano a vicenda. www.jab.de 105 M AGA ZINE Spaziosa e romantica Oltre ad avere un irresistibile look “sciupato” e una grazia d’altri tempi, il mobile bar Flore è una fonte preziosa di spazi contenitivi, grazie ai numerosi cassetti di cui dispone. Le scritte sbiadite fanno pensare ai profumi del caffè brasiliano, mentre la vernice sfumata dai toni grigi la rende un pezzo di arredo ideale per un ambiente contemporaneo e autentico. www.maisonsdumonde.com Camera avventurosa Ecco una stanza dall’impronta marinara, pratica, semplice e “mobile”. Il divano letto Cargo, infatti, si può agevolmente spostare grazie alle rotelle ed è una soluzione ideale da usare come letto supplementare. Nella foto vediamo abbinati altri due mobili della collezione: la libreria in legno e lo sgabello da ufficio, con le lettere e i numeri bianchi applicati con la tecnica del pochoir. Lo stile di questa camera invita a mollare gli ormeggi per partire all’avventura. www.maisonsdumonde.com Design da collezione Il divano Sled disegnato da Rodolfo Dordoni (Collezione Cassina I Contemporanei) si distingue per l’incredibile forza espressiva e per la linea sofisticata. Il modello, perfetto per il centro stanza, presenta una parte retrostante che si integra con lo schienale e diventa piano di appoggio a cui si aggiungeranno cassettiere e/o mensole. www.cassina.com Sapore di mare Il grande orologio Guérande è un raffinato modello rotondo che ricorda ambientazioni marine e regala all’arredo della vostra abitazione lo stile tipico della Bretagna. www.maisonsdumonde.com 106 M AGA ZINE Tessuti da (a)mare Delicati riferimenti alla natura (farfalle, granchi e coralli) per i tessuti e i cuscini proposti da Mastro Raphaël. Alle finestre: tende Country&Sea rombi, in 100% cotone, che si richiamano in un elegante gioco di positivo negativo. Sulla destra, una tenda realizzata con tessuto Emerald Cove riga grande. Il tessuto Country&Sea rombi riveste anche la seduta della poltroncina e il cuscino in primo piano. La struttura della poltroncina è rivestita in tessuto Country&Sea unito. www.mastroraphael.com Stile fresco www.christopherguy.com Un ambiente che ‘veste alla marinara’, quello targato Jab. La tenda a righe verticali, nel tessuto Florida, è in 100% cotone, la poltrona in velluto blu e i cuscini fanno parte della collezione Präsident Vol.2 e il soffice tappeto carta da zucchero è composto da lana al 100%. www.jab.de 108 109 M AGA ZINE M AGA ZINE La seduta della nonna si rifà il look Un saluto alle sedie a dondolo old style. Oggi il design non gongola: dondola! S di Valentina Falcinelli S Lo stile danese Della Stingray Veneer Vincitrice dell’Interior Innovation Award Cologne 2008, la Stingray Veneer è frutto dell’estro del giovane designer danese Thomas Pedersen. Riadattamento moderno del classico dei classici, è disponibile in rovere, noce e legno africano Makassar. www.spark.as e fino a ieri hai creduto che la sedia a dondolo fosse un oggetto d’arredamento un (bel) po’ retrò, affrettati a cambiare idea. Oggi infatti il mercato offre una scelta più che ampia di sedie a dondolo non solo comode, ma anche di grande impatto visivo. Squadrate piuttosto che bombate, non rinunciano alla loro peculiarità: il movimento oscillatorio. E sono diventate un vero e proprio oggetto di culto, un must have per tutti i patiti di design e comfort. Perché, si sa, cosa c’è di più comodo di una sedia a dondolo? La Mademoiselle più bella Anche se si chiama Mademoiselle, è una signora sedia. Progettata da Ilmari Tapiovaara, designer noto per riuscire a cogliere l’essenza dell’identità finlandese, è datata 1956 ma resta sempre un pezzo di grande attualità. Tant’è che continua a essere vendutissima in tutto il mondo. www.ilmaritapiovaara.fi Plana e dondola con la Eames® Molded Hai mai visto un aliante? Beh, con la Eames® Molded di Herman Miller potrai vederlo... nel soggiorno di casa tua! Il design di questa sedia guarda al futuro: da qui a vent’anni continuerà ad essere sempre attuale. A renderlo così coriaceo è il sontuoso guscio-sedile che si adatta alle forme del corpo, i braccioli in polipropilene riciclabile e le slitte in acero. www.hermanmiller.com La sedia a dondolo minimalista 100% italiana Non è bella perché è italiana e quando un prodotto è italiano bisogna essere di parte. La Voido, di Ron Arad per Magis, brand 100% made in Italy, è bella perché lo è davvero. Morbida e futuristica, è realizzata in polietilene ed è adatta sia per uso interno che esterno. www.magisdesign.com Inspirata alle auto d’epoca Kalifornia, il gioiellino retrò firmato da Brandon Morrison, fa il verso alle auto americane anni ’50-’60, come la Buick LeSabre e la Ford Falcon. Costruita in faggio europeo è rifinita con una vernice inodore dal color rosso WhyrHymer personalizzato dal designer. Garantisce comfort ed eleganza il cuscino in pelle bianca. http://whyrhymer.com Bando ai frizzi e spazio ai sollazzi. La Douglas di Joseph Riehl offre tutto quello che serve per star comodi, un’ampia seduta e un alto schienale, senza l’aggiunta di orpelli. Un cuscinetto di gomma funge da perno e permette libertà di movimento, aumentando ulteriormente il comfort. www.josephriehl.com La millepiedi Un dondolio alternativo quello regalato dalla particolare Ku Dir Ka di Paulius Vitkauskas, la sedia pensata per trasmettere un senso di giocosità. E ci riesce, con il suo aspetto quasi irriverente definito delle dieci zampe che ne garantiscono equilibrio e oscillazione ◆ 110 Exposición Árboles de Alberto Carneiro - ph Javier Campano M AGA ZINE I I IL CDAN, CENTRO DE ARTE Y NATURALEZA l CDAN, Centro de Arte y Naturaleza, è un piccolo complesso museale che si trova in Spagna, nelle vicinanze della città di Huesca, progettato dall’architetto spagnolo Rafael Moneo. Il museo, che accoglie il lascito di Maria Serrate e del pittore José Beulas, sorge sul lotto adiacente alla loro proprietà, dove si trova lo studio del pittore e la loro abitazione. L’opera del pittore è conservata in quello che era il suo studio, mentre la collezione privata di pittura e scultura, che comprende opere di artisti del calibro di Wifredo Lam, Benjamin Palencia, Eduardo Chillida e Joan Miró, è custodia nel nuovo edificio, sede della Fondazione Beulas. La Fondazione si presenta come un complesso composto da un volume principale unitario e sinuoso al quale si aggregano, con un principio compositivo che ricorda quello spontaneo degli annessi delle costruzioni rurali, una serie di strutture complementari dai corpi di fabbrica squadrati e di slancio minore, che danno forma ad un frammentato perimetro di volumi autonomi. Si ha così un insieme caratterizzato da scarti improvvisi nelle forme e nelle altezze. Questo linguaggio formale crea una gerarchia che si riflette anche di Aura Gnerucci in un diverso programma funzionale: il volume ondulato, lambito all’esterno da uno specchio d’acqua, ospita la principale sala espositiva ed è illuminato dall’alto mediante una successione di lucernari continui e rettilinei che inondano di luce diffusa il grande spazio, mettendo in risalto con effetti chiaroscurali il perimetro ondulato; i volumi annessi vengono adibiti alle altre funzioni: sala per esposizioni temporanee; amministrazione; laboratori e magazzini; carico e scarico; servizi; guardaroba e caffetteria/book shop. Il volume principale, che si inserisce nel territorio con un principio di mimesi in stretta dialettica con il paesaggio circostante, sembra essere una declinazione delle conformazioni rocciose tipiche del paesaggio di Huesca, come quelle de Los Mallos de Riglos o del Salto de Roldàn. La scelta dei materiali è strettamente legata a questa analogia con la natura ed in particolar modo con i rilievi orografici che, all’orizzonte, fanno da contrappunto all’edificio; il calcestruzzo delle pareti è caratterizzato da striature, reminiscenza delle stratificazioni proprie delle conformazioni rocciose, mentre il colore, ottenuto mediante una miscela di grana grossa, cemento bianco ed additivi minerali, rimanda a quello della terra arida circostante. Questi accorgimenti rivelano il modus operandi dell’architetto spagnolo, che sceglie di inserirsi nel territorio non interferendo con il paesaggio, ma al contrario, integrandovisi con rispetto e linguaggio affine al mondo della natura. Alle due principali collezioni, quella relativa all’opera di Beulas, e quella relativa alla sua collezione privata, si affianca un programma basato sulle tematiche di arte e natura che fa del CDAN uno spazio di interesse internazionale di primo piano, ed un punto di riferimento sia per la città di Huesca che per i visitatori, uno spazio vivo che rappresenta un’estensione dello spazio pubblico della città ◆ Memorie www.stefanocorso.com Problemi di sicurezza? Tecno, la tua soluzione "Non c’ è vita che almeno per un attimo non sia stata immortalata" Wislawa Szymborska CASSEFORTI E SISTEMI DI SICUREZZA Via Cassia, 1173 - 00189 Roma - Tel. 0630310015 [email protected] - www.gruppotecno.it