Ottobre - La Piazza
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Ottobre - La Piazza
Anno 2 - Numero 9 - Ottobre 2005 Periodico dell’Associazione Culturale Albatros GLI SBANDIERATORI TROVANO L’AMERICA Dallas, Palazzo di Giustizia Dallas, Fair Park Folklore 3 UN’ESPERIENZA UNICA di Ivo Scardala Ottima accoglienza per gli sbandieratori di Castel Madama a Dallas. Dal 29 settembre al 13 ottobre il gruppo è stato ospite della World Music Events, una organizzazione internazionale di spettacoli folkloristici. Le esibizioni sono avvenute in un grande Parco della città, “Fair Park”, insieme a trampolieri tedeschi, unici europei oltre agli sbandieratori, e ad altri gruppi americani. Gli sbandieratori di Castel Madama alla loro partenza sono stati sostituiti da quelli di Faenza. Ha accompagnato gli sbandieratori l’Assessore alla Cultura Piselli Luigi. 4 Folklore “La Piazza” Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Vicolo Giustini, n. 10 00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849 Anno 2, n. 9 - Ottobre 2005 Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04 Direttore Responsabile: Rino Sciarretta Capo Redazione: Carla Santolamazza Redazione: Enrico Cascini, Federico Chicca, Fausta Faccenna, Alberto Grelli, Ivano Moreschini, Paolo Muzi Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Veronica Moro, Gualtiero Todini, Aurora Fratini, Ivo Scardala, Marco Cicogna, Luigi Augusto Monaco, Mario Di Nardo, Pino Salinetti, Marcello Pucella, Gianluca Simonelli, Alessandra Pucella Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355 Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - Castel Madama Chiuso in redazione il 22/10/2005 - Tiratura 1.300 copie SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com E-mail: [email protected] LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ DALLE ORE 18 ALLE 20 SOMMARIO • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Un’esperienza unica Oltre ogni aspettativa Al voto con nuove regole Una clinica al posto del mattatoio Gli ultimi fuochi del centro-destra Ma tu de che razza sì Il Paese in breve Comunità Montana A Don Marco Aquedotto “Anio Vetus” Vicovaro Mandela Sambuci Tivoli Vaccinazione antinfluenzale Tradizioni popolari Cultura Il castello Orsini-Cesi Sport Musica pag. » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 3 5 6 7 8 10 12 16 19 20 22 25 26 27 29 30 32 34 37 38 Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli Politica 5 OLTRE OGNI ASPETTATIVA di Ivano Chicca I Partiti del Centro-Sinistra ringraziano vivamente tutti gli elettori che hanno contribuito al successo delle Primarie A Castel Madama come nel resto del Paese si è registrata una straordinaria partecipazione alle elezioni primarie dell’Unione. Questo evento giunge in un particolare momento della vita politica: fra qualche mese andremo alle elezioni politiche e comunali. I castellani hanno reagito con fermezza agli attacchi che vengono dalla politica nazionale che vede la messa in scena, da parte del CentroDestra, di una riforma elettorale volta a conservare il maggior numero possibile di “posti in Parlamento” dato che loro stessi pensano di essere perdenti. Così pure hanno reagito alla finanziaria di Tremonti che continua a sostenere di non aver messo le mani in tasca agli Italiani; è vero, infatti, con i tagli agli Enti Locali, saranno i Sindaci o i Presidenti di Regione e Provincia a doverlo fare per il Governo. Le stesse motivazioni ritroviamo nelle situazioni locali, con un’Amministrazione che non riesce più a garantire neppure l’ordinaria gestione, che non ha una programmazione politica ma solo una somma di favori da soddisfare, che gestisce il potere con arroganza e spregiudicatezza, che con- tinua a promettere mari e monti, senza aver mantenuto le promesse fatte nelle precedenti tornate elettorali. Gli elettori del Centro-Sinistra hanno dimostrato di essere più maturi ed attaccati alla democrazia di quanto non creda il Centro-Destra e fa male chi li irride dicendo che queste elezioni non hanno alcuna importanza. Un buon politico dovrebbe sempre ascoltare i cittadini. Il messaggio più significativo che viene da queste elezioni è l’ennesima conferma che l’elettorato chiede unità ai partiti della coalizione, rilanciando nei fatti l’Ulivo che ha già visto insieme D.S., Margherita, S.D.I. e Repubblicani Europei. Una riflessione va inoltre fatta relativamente ai così detti “rappresentanti della società civile”: gli elettori hanno mostrato di non aver una gran fiducia nei confronti di chi risponde solo a se stesso. Del resto qui ne abbiamo già avuto un esempio che non pare si possa considerare positivo. 6 Politica AL VOTO CON NUOVE REGOLE di Ivano Moreschini Berlusconi cambia in corsa la legge elettorale. Vediamo come Diavolo di un Berlusca. Alla fine della legislatura, con sondaggi infausti per i risultati delle elezioni, tira fuori dal cappello un progetto di riforma della legge elettorale che dovrebbe in prospettiva mitigare gli effetti della sconfitta, e che nel frattempo ha già ridotto le tensioni interne alla maggioranza. La scomparsa dei collegi uninominali, che con la legge ancora in vigore assegnavano il 75% dei 630 seggi della Camera, dovrebbe infatti attenuare la sconfitta del centro-destra: se nello scontro diretto tra candidati della Casa della libertà e dell’Unione di centro-sinistra bastava un solo voto di scarto per diventare deputato, e quindi anche se si prendeva il 39% dei voti e l’altro prendeva il 39,1%, il seggio andava solo al vincitore, con il proporzionale la distribuzione dei seggi è più ponderata, e valorizza di più i voti espressi dagli elettori. Questo era vero anche prima, ma Berlusconi non ci aveva fatto caso, tutto preso dalla sua straripan- te maggioranza che, stando ai sondaggi, non gli ha comunque garantito una sicura vittoria alle prossime elezioni. Una cosa è promettere sogni, un’altra governare. Ma al di là delle necessità contingenti, cosa accadrà dopo che il rito elettorale sarà compiuto? Quali saranno gli effetti “di sistema” di questa riforma? È probabile che anche la prossima legislatura sarà alle prese con fibrillazioni varie, in una infinita transizione verso non si sa cosa. Infatti il ritorno del proporzionale potrebbe favorire passaggi da uno schieramento all’altro, che noi a Castel Madama conosciamo bene, a svantaggio della governabilità. Sarà meglio? Sarà peggio? Certo è che il maggioritario non ha attecchito molto, vista la facilità con la quale si sta cambiando sistema in Parlamento. C’è da chiedersi: ma è davvero mai nata questa fantomatica seconda Repubblica? Ecco i punti chiave della nuova legge elettorale Sistema proporzionale di maggioranza. Con la nuova legge vengono aboliti i collegi uninominali, con cui venivano eletti i 3/4 del Parlamento, e viene introdotto il sistema proporzionale con premio di maggioranza, che garantisce il raggiungimento di 340 deputati. All’opposizione restano 277 seggi. I candidati saranno presentati in liste di partito, sulla base delle circoscrizioni. Non ci saranno le preferenze. Presentando le liste i partiti dovranno allegare il programma ed indicare il “capo unico della coalizione”, cioè il candidato alla Presidenza del Consiglio. Premio di maggioranza. È assegnato alla coalizione che ottiene più voti, fino ad arrivare a 340 seggi su 630, se la coalizione non è arrivata a quella soglia Tre soglie di sbarramento. Tre le soglie di sbarramento per la Camera: 10% per le coalizioni, 4% per i partiti non coalizzati e 2% per i partiti coalizzati. I voti dei partiti che non raggiungono il 2% vengono conteggiati, ma per il riparto dei seggi vengono contati solo quelli presi dal miglior perdente al di sotto del 2%. Premio di coalizione regionale. Per garantire il problema della rappresentatività regionale del Senato viene introdotto il premio di coalizione regionale, un premio di maggioranza che si calcola su base regionale. La coalizione che ha più voti in ogni singola regione avrà almeno il 55% dei seggi. In questo modo il premio di maggioranza può andare in una regione alla Cdl e in un’altra regione all’Unione. Le quote rosa. Nella nuova legge elettorale non c’è spazio per una maggiore rappresentanza femminile. È stato bocciato, infatti, (il governo è stato battuto su questo punto) la norma che prevedeva l’obbligo di candidare una donna ogni tre uomini e che introduceva delle sanzioni per i partiti che non rispettavano tale rapporto. Non deve fare raccolta di firme chi ha un gruppo in Parlamento. I partiti o i gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in entrambe le Camere dall’inizio della legislatura e i gruppi che abbiano almeno un seggio nel Parlamento europeo non dovranno raccogliere le firme per la presentazione delle liste elettorali. Amministrazione 7 UNA CLINICA AL POSTO DEL MATTATOIO di Ivano Moreschini Nell’area dell’ex mattatoio comunale sorgerà una clinica privata. Questo emerge dalle decisioni assunte dalla maggioranza in carica Nel 2004 il Consiglio Comunale di Castel Madama approva un piano di recupero di aree dismesse tra le quali quelle del Mattatoio. Con la deliberazione di Consiglio Comunale n. 12 del 2 febbraio 2005, viene avviata la procedura per un cambio di destinazione d’uso di qust’area di proprietà comunale, che si trova sulla strada che porta alla stazione ferroviaria. Nella delibera veniva prevista la pubblicazione di un bando con il quale comunicare a chiunque ne avesse interesse la disponibilità del Comune a valutare proposte di diversa utilizzazione dell’immobile mediante locazione dello stesso o formazione di società miste pubblico-privato; ovvero a valutare proposte di demolizione dello stesso e concessione dell’area in diritto di superficie, per la realizzazione di nuovi immobili necessari allo svolgimento di attività economiche per la erogazione di pubblici servizi. Con la deliberazione di Giunta Comunale n.32 del 15 marzo 2005 veniva approvato l’avviso pubblico per l’utilizzo dell’ex mattatoio comunale, con le indicazioni che erano state prescritte dal Consiglio. Le offerte dovevano pervenire entro il 15 aprile 2005. La successiva deliberazione di giunta Comunale n.106 del 5 luglio 2005 prende atto dell’unica offerta pervenuta da parte della Italian Hospital Group spa, con sede in Via Tiburtina, n. 188, a Guidonia. L’impresa chiede la concessione in diritto di superficie del terreno di proprietà comunale sul quale insistono i corpi di fabbrica dell’ex mattatoio, offrendo un canone di 12.000,00 euro l’anno per 30 anni. L’ipotesi progettuale dell’impresa, dichiarata nell’offerta, è quella di demolire tutti i corpi di fabbrica esistenti e realizzare una pari volumetria, con un’unica costruzione, del tipo “villa bifamiliare”, nella quale poter ospitare residenze sanitarie riabilitative di tipo sociale e/o terapeutico. La società nell’offerta si impegna inoltre a presentare nei termini che verranno prescritti dall’Amministrazione comunale idoneo progetto esecutivo delle opere che si intendono eseguire, ed a stipulare apposita convenzione con il Comune per disciplinare i rap- L’ex mattatoio da discarica a Clinica porti tra le parti. Circa un mese dopo, con la deliberazione di Giunta Comunale n.118 del 2 agosto 2005, il Comune approva in via definitiva la proposta della società, e concede il diritto di superficie su un’area di mq 3.350, distinta in catasto al foglio 5, particella 162: cioè l’area dell’attuale mattatoio. A sostegno della decisione vi è un parere di congruità dell’Arch. Angelo de Paolis, che dopo un carteggio con l’impresa volto a migliorare l’offerta economica per il canone del diritto di superficie da Euro 12.000,00 annui ad Euro 13.000,00 annui, accettata dall’impresa, conclude affermando che l’offerta è congrua. La volumetria realizzabile è pari, secondo le indicazioni dell’impresa, a 3.000-3500 metri cubi. Il terreno sarebbe concesso per un periodo di anni 34. 8 Politica GLI ULTIMI FUOCHI DEL CENTRO-DESTRA di Pino Salinetti Il consiglio comincia con il riconoscimento di debiti fuori bilancio riguardanti contenziosi con i Padri Oblati e con gli eredi Testa risalenti agli anni ’70-’80. In entrambi i casi il Tribunale ha emesso una sentenza che condanna il Comune al pagamento di circa 100 mila euro ai primi e 200 mila ai secondi Il Consiglio comunale del 27 settembre scorso doveva essere rinviato perché gli atti relativi a tre delibere non erano stati messi a disposizione dei consiglieri nei tre giorni precedenti, come prevede il Regolamento, il quale aggiunge “Nessuna proposta può essere sottoposta a deliberazione definitiva del Consiglio se non è stata depositata entro i termini previsti (…)”. Il presidente del Consiglio e i consiglieri di maggioranza, pur riconoscendo che gli atti non erano a disposizione, hanno sospeso il consiglio per il pranzo (perché da qualche tempo i consigli si fanno la mattina, quando pochissimi cittadini possono assistere) e poi hanno votato le tre delibere. Dal canto loro i consiglieri di opposizione hanno denunciato alla magistratura l’ennesimo mancato rispetto delle leggi, dello Statuto e del regolamento comunale e l’azione omissiva di chi doveva garantire il loro rispetto. Inoltre hanno chiesto di verificare la validità delle deliberazioni assunte con una procedura così chiaramente illegittima. Questo episodio denota la prepotenza dell’amministrazione comunale, la superficialità con cui governa. E l’irresponsabilità. Perché deliberazioni su temi così delicati e controversi come l’edilizia e l’urbanistica, che coinvolgono interessi diretti dei cittadini, meriterebbero ben altra attenzione. Revoca della 167 L’amministrazione ha deciso di eliminare le due zone 167 sopra il campo sportivo (C3) e sopra la fonte Ricci (C2) e di riassegnare loro la precedente destinazione urbanistica. In pratica queste due aree non saranno più espropriate per costruire case popolari pubbliche e case private in cooperativa a prezzi controllati (come nella 167 sotto via Roma), ma torneranno ad essere zone di edilizia privata. Una scelta che favorisce i proprietari dei terreni e danneggia i cittadini che non hanno i soldi (tanti) necessari per acquistare una casa. Una scelta che i consiglieri di opposizione non condividono. Ma non solo. L’amministrazione comunale toglie le zone 167 nel C2 e nel C3 con una semplice delibera di consiglio senza permettere ai cittadini e alla regione di partecipare alla decisione, come invece prevede la legge. Siamo alle solite: Scardala, Monaco, Efficace & C. si fanno la legge per proprio conto. Tant’è vero che il consigliere di maggioranza Pietropaoli in commissione ha espresso una posizione contraria (le zone 167 si possono togliere ma facendo una variante di Piano), anche se poi in Consiglio ha votato come gli diceva Monaco e il nuovo responsabile dell’Ufficio tecnico comunale De Paolis (il terzo architetto esterno dopo Mitrotta e Cavallari, mentre l’ing. comunale è stato esautorato di quasi tutte le competenze). Morale della favola: si commette un abuso di potere per fare una scelta a favore di pochi e a danno di molti. Un esempio perfetto di come (s)governa questa amministrazione. Il fatto è che già nel dicembre 2001 l’amministrazione Scardala/Monaco aveva stralciato il 75% della 167 sopra il campo sportivo con una semplice delibera; nel 2002 aveva fatto il Piano quadro senza tutta la 167 e successivamente aveva approvato due Piani di lottizzazione. Se qualcuno (la Regione? la Procura?) prima o poi ascolterà le nostre obiezioni e interverrà, queste lottizzazioni potrebbero essere messe in discussione, perché non conformi agli strumenti urbanistici vigenti e approvati sulla base di atti illegittimi. Che servizio allora avrà fatto l’amministrazione comunale ai proprietari delle terre? Non è aggirando le leggi che si favorisce l’attività imprenditoriale. La legalità è fonte di vero sviluppo, non il contrario. Politica A2 di Pietro Romano L’altro punto discusso è l’ennesimo Piano quadro. Dopo quelli sulla zona industriale e sulle zone residenziali urbane, è arrivata l’ora di quello sulle A2 agricolo-residenziali, zone di campagna dove è possibile costruire piccole abitazioni. Ce ne sono 6-7 sparse in tutto il territorio per circa 200 ettari. Il Piano quadro approvato riguarda quasi 50 ettari di Pietro Romano (una vasta area tra la chiesa di Sant’Anna, monte Papese e le Cerqueta). I consiglieri di opposizione hanno sostenuto che prima di procedere all’adozione di uno strumento attuativo sulle zone A2, devono essere approvate regole chiare e uguali per tutti i cittadini. Altrimenti si operano delle discriminazioni. Discriminazioni già in atto dal punto di vista fiscale, visto che ci sono aree A2 che pagano un’ICI altissima e aree A2 che ne pagano una molto più bassa. Tale discriminazione diventerà ancora più forte con questo Piano quadro, perché si permetterà ad alcuni cittadini di edificare e ad altri no, pur pagando la stessa ICI. Va, inoltre, tenuto conto del fatto che la superficie delle zone A2, tra cui quella di Pietro Romano, è stata arbitrariamente ampliata del 5,25%; che le Norme Tecniche del PRG non prevedono l’uso del Piano quadro per edificare, tanto meno quando si tratta di una zona così ampia (50 ettari), non urbanizzata e di elevato pregio ambientale. Infine i nostri amministratori fanno finta di non sapere che la legge urbanistica stabilisce che il Comune può dividere una vasta area in tanti comparti fabbricabili più piccoli soltanto approvando un Piano particolareggiato. Procedendo con un Piano quadro si crea un vizio di legittimità iniziale all’iter di approvazione dei Piani di lottizzazione dei privati. Anche in questo caso, l’amministrazione comunale fa credere di aver trovato una scorciatoia, ma in realtà imbocca un vicolo cieco. Caserma dei carabinieri Il Consiglio comunale ha approvato il Progetto preliminare della nuova caserma dei carabinieri. Essa viene localizzata nella metà a monte del mercato verso il campetto delle suore e la vecchia via di Sant’Agostino. Per tre anni, dal 2001 al 2004 il centro-destra non ha mosso paglia sulla caserma, limitandosi a ribadire la sua collocazione nel terreno di proprietà comunale tra le scuole Sales, S. Anna e il parco Oudenaarde, in un’area individuata nel 1997 insieme Comune e arma dei carabinieri. 9 Poi, nell’aprile del 2004 l’amministrazione comunale cambia repentinamente orientamento e prevede la realizzazione di una struttura sanitaria privata in quel terreno, e della caserma nell’edificio scolastico Sales ristrutturato. I piccoli alunni, secondo questa acuta pensata, si sarebbero dovuti trasferire all’edificio di via della Libertà. L’opposizione di cittadini, genitori e insegnanti fa desistere l’amministrazione comunale dall’attuare questo progetto, e il 2.2.2005 decide di localizzare la caserma nell’area del mercato. Essa si costruirà a condizione che il Ministero dell’Interno manifesti un interesse, ossia sia disponibile a pagare un affitto più alto. Però i nostri amministratori non inseriscono la costruzione della caserma nell’elenco annuale delle opere pubbliche, bensì nel programma del 2006, prevedendo un costo di 750.000,00 euro provenienti da privati e non dal Comune. Nel Consiglio del 27 settembre, visto che è sempre più imminente la chiusura della vecchia caserma, il centro destra ha bisogno di far vedere che fa qualcosa e allora si inventa questa approvazione del progetto preliminare (che tra l’altro prevede un costo di costruzione di 1 milione e 400 mila euro), un atto non di competenza del Consiglio e che rappresenta il primo gradino (e quello più semplice) di un iter molto lungo e in salita. La verità è questa: dopo 4 anni e mezzo caratterizzati da confusione di propositi e inconcludenza pratica, il problema della costruzione della nuova caserma è ancora un punto interrogativo, perché troppi sono gli elementi di incertezza presenti. Sull’area. Il comune negli anni passati ha speso circa 200 milioni di vecchie lire per la realizzazione del mercato. Nel Piano particolareggiato approvato il 2.2.2005 l’area del plateatico è a “verde attrezzato”, mentre l’area tra il Sales, il S. Anna e il parco Oudenaarde è destinata specificatamente ad “attrezzature di interesse generale (caserma dei carabinieri)”. Costruire qui la clinica e lì la caserma significa fare due varianti urbanistiche. Oltre che sperperare i soldi serviti per il mercato e privilegiare una clinica privata rispetto alla caserma. Sui fondi. La caserma si farà con finanziamenti privati (come dice il programma triennale delle opere pubbliche) o comunali (come dice il progetto preliminare?) In questo caso, come fa il Comune a sobbarcarsi questa spesa visto che è già ora in grosse difficoltà? E se il ministero degli interni non alza l’affitto? Sui tempi. Dopo 5 anni la montagna ha partorito il progetto preliminare. Di questo passo, quanti decenni ci vorranno per vedere finita e operativa la nuova caserma? 10 Attualità MA TU DE CHE RAZZA SÌ di Paolo Muzi Secondo la storiografia uno sparuto gruppo di famiglie diede vita al borgo poi divenuto Castel Madama. Oggi naturalmente rimane ben poco di quel “nucleo storico” e ci siamo chiesti quali e quante siano le famiglie “Doc” Dopo esserci occupati, nel numero di maggio, delle dinamiche demografiche della popolazione castellana passiamo ora ad occuparci della composizione e dell’origine della popolazione attualmente residente. Per far questo ci siamo affidati, ancora una volta, alla insostituibile collaborazione del responsabile dell’ufficio anagrafe che ha condotto per noi un’opera di minuziosa contabilizzazione manuale: gli archivi informatici dell’ufficio anagrafe non sono infatti predisposti per fornire questo tipo di dati. La tabella riporta il numero di cittadini portatori di “cognomi tradizionali”, appartenenti cioè a quelle famiglie presenti nella comunità castellana sin da prima del secondo conflitto mondiale. I dati sono aggiornati ad agosto 2005 e come termine di riferimento viene presa la situazione del dicembre 1994 (l’unica fino ad ora disponibile). Piazza Garibaldi nell’Ottocento Guardando ai dati risulta subito evidente come, rispetto al ’94, il numero di portatori di “cognomi tradizionali” sia sensibilmente diminuito: i segni meno prevalgono nettamente sui segni più, mentre solo in 5 casi non si registra alcuna variazione. Per quanto riguarda la numerosità dei gruppi di cognome mentre solo nel 1994 i cognomi che registravano oltre cento componenti erano 12, nel corso del 2005 sono scesi a 11; oggi questi ultimi contano 1934 unità e rappresentano oltre il 27% della popolazione residente. Entrando più nello specifico, il nome di famiglia di gran lunga più diffuso si conferma, con 248 unità, quello dei “Chicca”, mentre in questa peculiare classifica scala 1 posizione il cognome “Santolamazza”, che passa dal 5° al 4° posto; anche il gruppo di cognome “Salvatori” passa dal 12° al 10° posto. Se nel 1994 i portatori di cognomi tradizionali rappresentavano oltre il 58% della popolazione residente, oggi rappresentano poco più del 51% del totale; ciò è dovuto alla combinazione di due fattori: il numero di residenti che è salito da 6691 a 7122 unità ed il numero di portatori di “cognomi tradizionali” che, al contrario, è sceso drasticamente, passando da 3899 a 3648 unità. Sembra quindi di essere di fronte ad un fenomeno di “livellamento” per cui le differenze di consistenza numerica tra il totale delle famiglie autoctone ed “immigrate” tendono ad attenuarsi. Dai dati in nostro possesso (non riportati in tabella) emerge poi un dato ulteriore: nella maggior parte delle “famiglie tradizionali” le donne sopravanzano numericamente gli uomini e in alcuni casi le componenti femminili, che come è noto non trasmettono il cognome, sono due o tre volte superiori a quelle maschili. Questo porta a concludere che, per alcuni “gruppi di cognomi” meno diffusi e a forte prevalenza femminile, si corra (in futuro) il rischio di un estinzione. Teniamo a ribadire che le dinamiche osservate non vanno valutate in modo negativo: esse rientrano infatti nel normale ciclo di sviluppo che ogni comunità – non isolata – necessariamente attraversa. Semmai, quello che va annotato, è il ritmo con cui si sta Attualità modificando la composizione della comunità castellana: le “famiglie tradizionali” in meno di 11 anni hanno infatti registrato ben 251 unità in meno; tutto ciò significa che la crescita demografica del nostro paese è stata in gran parte determinata dalle famiglie trasferitesi a Castel Madama nel secondo dopoguerra e (almeno negli ultimi anni) dagli immigrati stranieri. Sul piano politico-amministrativo, le dinamiche osservate, esigono una incentivazione delle politiche culturali, con l’attivazione di azioni dirette alla difesa delle tradizioni locali, alla promozione del dialetto 11 e alla diffusione della storia della comunità castellana: solo così si potrà infatti assicurare la difesa della nostra memoria storica. Ricordiamo infine che le percentuali riportate non tengono conto degli irregolari presenti che, in quanto tali, sfuggono ad ogni rilevazione da parte dell’ufficio anagrafe. 12 I L PA E S E I N B R E V E CONGRESSO DEI D.S. DI CASTEL MADAMA Sabato 15 ottobre si è chiuso il congresso straordinario dei D.S. di Castel Madama. Dopo tre giorni di vivaci dibattiti è stato votato all’unanimità il documento politico con il quale i D.S. vogliono dare un loro contributo alla definizione della strategia politica e del programma con il quale presentarsi alle prossime elezioni amministrative. Il Congresso ha altresì confermato il direttivo uscente con un voto pressoché plebiscitario, ribadendo in tal modo la fiducia ai propri organi dirigenti. Ne fanno parte: Chicca Ivano, Chicca Federico, Fabiani Domenico, Fabiani Roberto, Fagioli Domenico, Grazia Enrico, Grelli Alberto, Moreschini Ivano, Moreschini Marco, Muzi Paolo, Paolacci Amerina, Pompili Ramona, Tanfetti Gianfranco e Cascini Mauro in qualità di Presidente dei Garanti, di cui fanno parte, anch’essi riconfermati, Rocchi Michelluigi e Giovanni Cesarini. La prima riunione del Direttivo, tenutasi il 19 ottobre, ha riconfermato alla segreteria del partito Ivano Chicca. Su proposta dello stesso segretario è stato inoltre istituito un Ufficio Politico di cui fanno parte lo stesso segretario, Fabiani Roberto e Grazia Enrico. Ai sensi dello statuto, l’Ufficio Politico ha lo specifico compito di coordinare e seguire gli incontri con gli alleati del Centro-Sinistra in vista delle prossime elezioni comunali. Lo slogan, che riassume la proposta politica che viene dal congresso, è l’affermazione della legalità come metodo di lavoro, favorire lo sviluppo economico delle realtà produttive presenti nel territorio, indispensabile per una più ampia offerta di lavoro e per sostenere le fasce più deboli, e, soprattutto, dare ai cittadini risposte certe in tempi congrui; questi devono diventare gli obiettivi prioritari dell’azione della futura amministrazione. I nostri migliori auguri di buon lavoro ai D.S. e alla coalizione di Centro-Sinistra. ESORDIO SFORTUNATO MA SIAMO SOLO ALLA PRIMA PARTITA Esordio sfortunato per la F.C. Pro-Castel Madama contro la Gregoriana a San Gregorio da Sassola. I ragazzi del mister Nonni sono stati battuti per 1-0. La partita è stata molto spigolosa, a tratti nervosa, e anche se i padroni di casa non erano certamente superiori agli ospiti, hanno potuto sfruttare alcune sbavature della difesa e poca lucidità dimostrata in attacco. Insomma una squadra che deve ancora crescere, ma siamo solo alla prima di campionato e il tasso tecnico dei singoli giocatori è molto buono. Quindi ci sono tutte le premesse per fare meglio. Una nota molto positiva è stata la numerosa partecipazione dei nostri compaesani che hanno sostenuto la squadra per tutti i novanta minuti. CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI Comune: 0774-45001 Carabinieri: 0774-447002 Vigili Urbani: 0774-447305 Ospedale Tivoli: 0774-335086 Farmacia: 0774-447001 Vigili del Fuoco: 115 Servizio Guardia Medica: 118 Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938 Protezione Civile: 0774-4500243 Biblioteca Comunale: 0774-4500209 RM/G Tivoli - Prenotazioni 800986868 Per pagamento Ticket UNITÀ SANITARIA LOCALE RM/G SERVIZIO TESORERIA CCP N. 52577616 Il Paese in breve 13 Parcheggio Gomma-Gomma UN NODO DI SCAMBIO PER I PENDOLARI DELLA ZONA L’assessore Monaco: «Il fine è decongestionare l’autostrada e avere più servizi pubblici per la Capitale» CASTEL MADAMA – Buone notizie per i pendolari della Valle del Giovenzano. La Giunta di Castel Madama è pronta ad avviare i lavori per la costruzione di un parcheggio a ridosso del casello autostradale in località “Acqua Santa”, che prevede la realizzazione di circa duecento posti auto e un nodo di scambio per le corse via autostrada del CO.TRA.L. L’intervento, che rientra nel più vasto programma di riqualificazione urbana avviato dall’amministrazione Scardala, permetterà di creare – insieme ai nuovi posti di sosta per i cittadini di Castel Madama che quotidianamente raggiungono la Capitale – un ulteriore nodo di scambio, a servizio dell’utenza di tutto il territorio. «Il nodo di scambio è indispensabile sia per alleggerire il traffico privato sull’A24 – chiarisce l’assessore all’urbanistica Luigi Augusto Monaco – sia per migliorare gli spostamenti dei pendolari del comprensorio. La realizzazione di un nodo di scambio a raso nella zona industriale contribuirebbe, infatti, a decongestionare il traffico in autostrada oltre che servire un bacino di utenza stimato intorno alle 30 mila persone». ll CO.TRA.L. ha già espresso un parere favorevole alla realizzazione di un Terminal nel comune castellano, al fine di decongestionare quello di Tivoli e ridisegnare la rete dei servizi sfruttando maggiormente l’alternativa via autostrada per raggiungere la Capitale. I lavori del nuovo parcheggio ammontano a 783 mila euro, dei quali 705 a carico della Provincia di Roma e gli altri 78 mila euro a carico del comune. Ma quali sono i tempi di realizzazione? «Tutti i lavori dovranno necessariamente essere conclusi entro il 31 marzo. Ora non ci resta che sperare nella sensibilità del Presidente della Regione Lazio per avviare e concludere i lavori» ribadisce l’assessore. Come tutti i Castellani sanno, si stanno svolgendo in questi giorni i lavori di rifacimento della Via di S. Sebastiano. La viabilità del paese ne ha ovviamente risentito molto. I lavori consistono nella sistemazione della rete idrica e fognante e nel rifacimento della pavimentazione, che presentava molti tratti sconnessi. GRUPPO DONATORI DI SANGUE DI CASTEL MADAMA Domenica 23 Ottobre 2005 in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, si è svolta la Venticinquesima donazione, sono state raccolte 103 sacche di sangue, ed è stato raggiunto il sospirato traguardo delle 100 unità, anzi oltre. Il Gruppo ringrazia tutti i donatori per la loro costanza. Per Mercoledì 26 Ottobre è stata organizzata gratuitamente una visita al Santo Padre Benedetto XVI e alla Tomba di Giovanni Paolo II, si ringrazia il Comune che ha messo a disposizione il pullman. 14 Il Paese in breve La Pace … ... a Castel Madama di Piera Ruggeri È stato inaugurato sabato 1° ottobre l’Ufficio per la Pace del Comune di Castel Madama. Affollata la Sala Baronale da politici, gente comune e studenti. Dopo il saluto del Sindaco che ha ripercorso la storia del progetto “I Comuni per la pace” promosso dal Ce.Co.Pax della Provincia di Roma in collaborazione con il Master in “Educazione alla pace” della facoltà di lettere e filosofia dell’Università degli Studi Roma Tre, in rappresentanza della Presidenza della Provincia di Roma è intervenuta Giuseppina Maturani, capogruppo dei Democratici di Sinistra a palazzo Valentini, che ha, tra l’altro, sottolineato come l’idea del Ce.Co.Pax sia stata fortemente voluta proprio dal Presidente della Provincia Gasbarra. È seguito l’intervento del prof. Breccia, direttore del Ce.Co.Pax, che ha riaffermato la dimensione individuale ed al tempo stesso globale del vivere la pace. Ha quindi preso la parola il prof. Jonas Shamuana Mabenga, rettore dell’Accademia internazionale delle Scienze della Pace che ha saputo immediatamente attivare canali comunicativi e di simpatia spontanea con i presenti che ha coinvolto e resi partecipi su un tema, quello della pace, che difficilmente può rimanere chiuso in cerimonie e spazi ufficiali. Nel suo discorso Mabenga, consulente per le aree africane delle Missioni di Peace Keeping dell’O.N.U., ha posto l’accento sui problemi dello sviluppo intendendo la pace quale elemento indispensabile per garantire un sistema sociale ispirato alla giustizia. Tutta la manifestazione è stata intercalata da interventi di livello da parte del maestro Luciano Bellini che ha eseguito al pianoforte brani musicali di vari autori tra i quali De André, i Beatles, De L’intervento del prof. Jonas Shamuana Mabenga Gregori e Bizet. DELEN DELEN….DELEN DELEN…. È la fastidiosa cantilena che oramai dall’inizio del mese di giugno tutti i residenti in via S. Agostino, via Vignola e dintorni sono costretti a sorbirsi notte e giorno, senza tregua, al passaggio di ogni auto sulla griglia di raccolta delle acque piovane all’altezza di via S. Agostino 31. A luglio, dopo varie segnalazioni, vi è stata un’apparizione fugace di un paio di operai comunali che, come si può ancor oggi constatare, hanno lasciato le cose esattamente come le hanno trovate. Bisogna dire che quella è proprio una zona sfortunata, non vi abitano né sindaco, né assessori, né consiglieri, né uno dei tanti responsabili comunali che, infastiditi dai rumori, potessero intervenire autorevolmente e risolvere il problema; invece sono passati ben cinque mesi senza che fosse preso rimedio. Purtroppo le segnalazioni dei cittadini comuni restano inascoltate sia dagli Uffici preposti e ancor più dall’Amministrazione. Intanto possiamo solo continuare a goderci la musica! Delen delen…Delen delen. PARLAMENTO PULITO! tro informazione co n Basta! Parlamento pulito. Chi è stato condannato in via definitiva non deve più sedere in Parlamento. Un parlamentare non può rappresentare i cittadini se è stato condannato dalla Giustizia. E se la legge lo consente, va cambiata la legge. Le migliaia di sottoscrittori dell’appello lanciato da Beppe Grillo sul suo blog www.beppegrillo.it chiedono che i condannati in via definitiva non possano più rappresentare i cittadini in Parlamento, a partire da quello europeo. È profondamente immorale che sia loro consentito di rappresentarci. Questo è l’elenco dei nomi dei rappresentanti italiani in Parlamento, nazionale o europeo, che hanno ricevuto una condanna in via definitiva: Berruti Massimo Maria (deputato FI); Biondi Alfredo (deputato FI); Bonsignore Vito (eurodeputato UDC); Bossi Umberto (eurodeputato Lega Nord); Cantoni Giampiero (senatore FI); Carra Enzo (deputato Margherita); Cirino Pomicino Paolo (eurodeputato Udeur); Dell’Utri Marcello (senatore FI); Del Pennino Antonio (senatore FI); De Michelis Gianni (deputato NuovoPsi); De Rigo Walter (senatore FI); Frigerio Gianstefano (deputato FI); Galvagno Giorgio (deputato FI); Jannuzzi Lino (senatore FI); La Malfa Giorgio (deputato PRI); Maroni Roberto (deputato Lega Nord); Rollandin Augusto (senatore Union Valdotain-DS); Sgarbi Vittorio (deputato FI, passato al centrosinistra); Sodano Calogero (senatore UDC); Sterpa Egidio (deputato FI); Tomassini Antonio (senatore FI); Visco Vincenzo (deputato DS) e Vito Alfredo (deputato FI). Per leggere le imputazioni di tutti i parlamentari vai sul sito di Beppe Grillo www.beppegrillo.it. Beppe Grillo ha deciso di raccogliere l’invito di molta gente e di pubblicare con il vostro aiuto una pagina su una testata internazionale con l’appello “Parlamento Pulito”. Chiunque voglia partecipare potrà fare un versamento sul conto corrente appositamente creato (per info sulle coordinate del conto corrente vai sul sito di Beppe Grillo o contatta un membro della redazione) L’iniziativa Parlamento Pulito ha raccolto ad oggi 49.000 euro. Il comico genovese ha proposto la pubblicazione dell’iniziativa a due grandi testate internazionali che hanno rifiutato per ragioni “editoriali” dopo una “attenta valutazione” per la quale ci è voluto molto del loro tempo. o informazione co nt informazione 15 r nt co ro Il Paese in breve o ntr informazione co UN’OCCASIONE SPRECATA Sabato 24 settembre, presso il Parco Oudenarde, si è tenuto un concerto eseguito dalla Banda dei Carabinieri. Hanno potuto apprezzare l’esibizione solo pochissime persone. La manifestazione, infatti, non è stata pubblicizzata come meritava. Inserita nel programma per i festeggiamenti di San Michele, senza che le fosse stata data alcuna rilevanza, su manifesti apparsi solo il giorno prima dell’evento, è passata quasi del tutto inosservata. Una volta tanto che nel paese si è tenuta una iniziativa di qualità, quale assicurano sempre i complessi bandistici dei Carabinieri, non sarebbe stato tanto avventato da parte dell’Amministrazione spendere 70,00 euro per stampare 100 manifesti da affiggere almeno una settimana prima sia nel paese che nel circondario. Speriamo che questo spiacevole episodio non pregiudichi future presenze dei Carabinieri a Castel Madama. 16 Comunità Montana IX COMUNITÀ MONTANA a cura di Fausta Faccenna L’OLIVICOLTURA NELL’AREA SABINA E PRENESTINA Gli interventi della IX Comunità Montana a sostegno del settore Lo scorso 30 settembre si è chiuso il Bando emanato dalla IX Comunità Montana relativo alla presentazione delle domande per ottenere i contributi per l’impianto, il reimpianto e il rinfittimento di oliveti. L’intervento pluriennale, volto al sostegno dell’olivicoltura locale, ha come finalità il supporto di un’economia agricola estremamente significativa per il territorio e, nel contempo, è volto ad evitare che nelle aree marginali la coltura dell’olivo venga progressivamente abbandonata, con i conseguenti rischi di degrado ambientale che questo comporta. L’assegnazione di piante di olivo, negli anni oltre 200.000 piante, ha contribuito alla modernizzazione dell’agricoltura del comprensorio comunitario che, seppur realizzata nel rispetto della tradizione olivicola locale, è risultata indispensabile per determinare quel necessario incremento di reddito che permette agli agricoltori di proseguire nella coltivazione degli oliveti. Riguardo alle cultivar di olivo che sono state fornite negli anni agli agricoltori, si tratta di varietà presenti da moltissimi anni nel territorio e che rientrano nei disciplinari del DOP Sabino e del DOP dell’area tiburtina, quest’ultimo ormai giunto al definitivo riconoscimento. Nell’ambito delle azioni intraprese nel corso degli anni da parte della IX Comunità Montana, volte a valorizzare l’olivicoltura locale, nei mesi di ottobre 2004 e gennaio 2005 sono stati organizzati due corsi per “Assaggiatori di olio di oliva”, gestiti dall’IRFI (Istituto Romano per la Formazione Imprenditoriale), azienda specializzata della Camera di Commercio di Roma. Precedentemente, nell’ambito della stessa politica agricola di settore, sono stati finanziati interventi per la diffusione di nuove forme di allevamento, in collaborazione con il CNR di Perugia, e sono stati erogati contributi alle cooperative per la realizzazione di frantoi, per l’acquisto di attrezzature e per la sistemazione dei locali. Inoltre, intensa è stata l’azione promozionale a favore dell’olio DOP della Sabina: in quest’ambito, è stato realizzato nel Comune di Nerola uno sportello del DOP, una Mostra Permanente dell’olio DOP ed iniziative per la realizzazione della Strada dell’Olio della Sabina. Più recentemente, la IX Comunità Montana ha partecipato al Comitato promotore dell’olio DOP Terre Tiburtine ed ha organizzato manifestazioni promozionali dell’olio in collaborazione con l’Azienda Romana Mercati della CCIA di Roma. I risultati conseguiti in questi anni sono andati ad incidere in una realtà economica che conta 10.530 ettari di uliveti, con una produzione di 240.000 quintali di olive e la produzione di 43.500 quintali di olio. L’occupazione del settore vanta un totale di 9.500 aziende, per un totale di occupati di 1.125 addetti. IX COMUNITÀ MONTANA Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915 www.comunitamontanativoli.org Comunità Montana 17 ITINERARI SUI MONTI PRENESTINI ITINERARIO 2 DA SAN VITO ROMANO A FONTE VOLLICA L’itinerario si sviluppa in un bosco di castagno di origine antropica nel quale emergono pregevoli essenze vegetali spontanee, presenti grazie alla diversa esposizione o alle condizioni microclimatiche prevalenti e rendono il luogo un’orto botanico naturale. L’imbocco del sentiero è sulla strada provinciale San Vito Romano-Bellegra, a circa 500 m dal bivio in direzione di Bellegra, in prossimità di una cancellata con recinzione dipinta in verde. Una tabella di segnalazione indica l’inizio del sentiero. Si entra in un ceduo di castagno piuttosto rado e, seguendo la segnaletica, si giunge ad una staccionata da aggirare in discesa; si scende su un tracciato ben evidente mantenendo sulla destra un bellissimo affioramento roccioso di colore rossastro appartenente alla formazione geologica di Frosinone. Il sentiero prosegue in un ambiente molto vario in cui il bosco è spesso intercalato da radure di arbusti più bassi che consentono di godere dei caratteristici panorami Prenestini. Segue una modesta pendenza fino ad incrociare la strada sterrata Vallerano-Cerapelle da percorrere verso sinistra; dopo circa 200 m, in prossimità di un ampio tornante, si imbocca un evidente sentiero che conduce in breve alle strutture di captazione di Fonte Vollica. Anche se la sorgente non è visibile, l’ambiente è molto suggestivo e può essere interessante risalire uno dei diversi corsi d’acqua che confluiscono nella valletta. Una particolare attenzione merita l’ultimo tratto del sentiero in prossimità di Fonte Vollica: l’abbondanza d’acqua permette la formazione di numerosi muschi, epatiche e felci, mentre fra le specie arboree più importanti si rinvengono in quest’area il salice bianco, il pioppo nero, il sambuco. La strada sterrata sulla via del ritorno offre inoltre numerose e piacevoli opportunità di prolungare la visita senza problemi di orientamento. Il ritorno si può svolgere seguendo l’itinerario dell’andata senza alcuna difficoltà aggiuntiva, tranne nel tratto finale in salita, che può risultare leggermente faticoso. Tempo di percorrenza: 50 minuti circa fino a Fonte Vollica. Attualità 19 A DON MARCO di Mario Di Nardo Caro don, dopo sei anni di presenza e di ottimo lavoro qui a Castel Madama, sei stato chiamato al seminario di Anagni, dove tu hai vissuto per ben dodici anni, per ricoprire l’importante carica di vice-Rettore. Il primo sentimento con cui accolgo questa notizia è quello dello sgomento; poi, pian piano, sono passato a una più ragionevole rassegnazione, rispettando, ma egoisticamente non condividendola, la scelta intrapresa. Servirebbero pagine e pagine per riepilogare la tua opera fra di noi. Ma credo che, conoscendoti, non desideri molto le parole, anche se sincere, di elogio e riconoscimento; mi risponderesti molto semplicemente: «ho fatto solo il mio dovere di prete». Lasciami però, con poche righe, ringraziarti di cuore per la dedizione e l’amore con cui hai svolto il tuo ministero fra di noi: sei stato padre, fratello ma soprattutto amico; immagino che tutto questo ti sia costato e non poco, anche se non lo hai mai dato a vedere. In questi anni hai trasmesso con gioia la tua amicizia con Gesù e la tua vocazione di essere al servizio dell’intera comunità castellana. Le esperienze che abbiamo vissuto sono state molteplici: le gite fuori porta, gli incontri, l’oratorio, il teatro, il gruppo famiglia, il coro, ecc. Le tue intuizioni sono state altrettanto importanti ed hanno contribuito a rendere ancora più felici i bambini e i ragazzi del nostro paese. Nella nostra comunità lasci un segno di una grande passione per Cristo, ma come lui, anche quello di una tenera umanità. Sono certo che ognuno di noi può dire di averti sentito veramente vicino almeno una volta in questi anni e questo è un dono inestimabile che rimarrà indelebile in ciascuno di noi. Certo che tutto questo anche tu lo terrai nel cuore e lo porterai con te nella tua nuova esperienza dove andrai a formare i don Marco del domani. La mia gratitudine e la mia amicizia ti accompagneranno sempre, voglio perciò augurarti buon cammino e in bocca al lupo don!!!! Ciao fratello 20 Archeologia ACQUEDOTTO “ANIO VETUS” di Marcello Pucella Quanti di noi avranno perso la pazienza, aspettando di passare con la macchina sotto i fornici degli acquedotti superstiti degli Arci? Specialmente in quello più basso, sotto cui, a livello della strada Empolitana è presente un tratto di speco (condotto) ben conservato, ostruito parzialmente dai detriti. Stiamo parlando dell’Acquedotto “Anio Vetus”. Fu il secondo, degli undici più importanti, realizzati nell’antica Roma e il primo dei quattro che interessavano il nostro territorio. Per avere una vaga idea di come fosse la zona 2.300 anni fa, occorrerebbe fare un immaginario volo d’angelo tra le colline di Tivoli (Tibur), Vicovaro (Vicus Variae) e Castel Mada- ma, che allora non esisteva. Era un paesaggio di tipo paganico-vicano, composto cioè da semplici case rustiche autonome e isolate (pagi), raggruppatesi in seguito in piccoli villaggi (vicus), che traevano sostentamento solo dai prodotti della terra, caccia e pastorizia. Tale territorio fu conquistato da Roma in età repubblicana, in piena fase espansionistica a scapito degli Equi e dei Latini (IV sec. a.C.). L’acquedotto fu costruito in tre anni circa (272-269 a.C.) da due magistrati preposti espressamente dal Senato, Manio Curio Dentato e Fulvio Flacco, ma l’intera impresa rimase tutta nelle mani del secondo, essendo il primo morto poco dopo la sua nomina. Esso fu finanziato coi proventi della famosa e sof- “Anio Vetus” → ferta vittoria contro Pirro, Re dell’Epiro (ancora oggi usata come eufemismo). L’Anio Vetus venne chiamato così solo tre secoli dopo, quando costruirono l’Anio Novus, per distinguerli entrambi. Esso prelevava l’acqua direttamente dal fiume Aniene, nei pressi di Vicovaro e precisamente sopra S. Cosimato, dove una diga artificiale formava l’incile, che capta l’acqua per poi imbrigliarla nello speco. Con maestria, senza pari per l’epoca, il condotto scendeva verso Roma in modo sinuoso, avendo cura di mantenere una pendenza minima e costante, quanto bastava per far defluire l’acqua lentamente decantandola dai detriti e impurità. Esso era lungo circa 43 miglia romane, pari a 63 km ÷, quasi tutto sotterraneo (ipogeo), apparendo in superficie solo con ponti e arcate. L’Anio Vetus costeggiava a debita distanza la riva sinistra del fiume, interessando il nostro territorio sulla direttiva delle località Morone, Monte Papese, Colle Monitola fino agli Arci, dove scavalcava, con un ponte, ora crollato, il fosso omonimo girando ad angolo retto verso Tivoli, che è quello che noi vediamo e rasentiamo con la macchina. I due archi sotto cui passiamo non esistevano ancora e verranno costruiti molto tempo dopo. Essi sostenevano altri due acquedotti, il più basso il Marcio (140 a.C.). Il condotto, in modo serpeggiante, aggirava Tivoli, cedendogli anche una modesta quantità di acqua, poi scendeva vicino Gallicano, nella campagna romana, affiancando la Archeologia via Prenestina e la via Latina, dove in zona Capannelle si trovava la piscina limaria, grande vasca di raccolta per decantare ulteriormente i residui di terriccio presenti. Proseguiva il percorso lungo la via Tuscolana per entrare in città costeggiando le mura serviane in zona Esquilino (precisamente in Via Carlo Alberto, vicino Piazza Vittorio, poco lontano dalla stazione Termini). Qui finiva il percorso in un “Castellum Aquae” grande serbatoio monumentale (ora distrutto), per la ripartizione dell’acqua nei vari quartieri, posizionato nel punto più alto della città. Da lì iniziava la meticolosa distribuzione per caduta, tramite condotti secondari in piombo o terracotta (fistule). Purtroppo l’acqua, prelevata direttamente dal fiume Aniene, come già citato, non poteva considerarsi potabile, quindi veniva essenzialmente servita per uso irriguo. La portata dell’acquedotto era notevole, iniziava con circa 2 m3/sec. ma solo la metà arrivava a Roma, causa le numerose sottrazioni abusive e legali lungo il percorso. 21 ← “Anio Vetus” Per la manutenzione veniva realizzata, adiacente il manufatto, una via di servizio (via vacua) che poteva essere utilizzata solo dagli addetti ai lavori, sia per la costruzione che la manutenzione. A intervalli regolari di circa 70 m., (anche meno), c’erano dei fori per scendere nel condotto (putei), serviti sia per l’asporto di terra durante lo scavo che per le ispezioni periodiche con relative riparazioni. Lo speco era realizzato con blocchi di tufo squadrato (opus qudratum) e impermeabilizzato internamente con intonaco di malta e scaglie di coccio pesto, (opus signinum), mentre la parte superiore veniva coperta con lastroni collocati a forma di capanna (cappuccina). Come si può vedere il breve tratto dell’Arci. L’Anio Vetus (e l’acqua marcia (312 a.C.)), furono importanti perché servirono d’archetipo ai successivi acquedotti vanto della civiltà romana, tanto da far dire a Sesto Giulio Frontino, studioso e amministratore delle acque sotto l’imperatore Nerva (97 d.C.), che essi restano il più mirabile dei lavori, mettendo in secondo ordine sia le immense piramidi che i magnifici Templi Greci, ritenuti grandiosi quanto inutili. 22 Vicovaro PREMIO ARTE “MARCANTONIO SABELLICO” ECCO LE NUOVE INIZIATIVE di Roberto Bontempi Continuano a ritmo sempre più incalzante le iniziative della sesta edizione del Premio Arte Marcantonio Sabellico che il comune di Vicovaro organizza con il contributo della Regione Lazio. In questi ultimi giorni del Premio saranno infatti ben nove gli avvenimenti che coinvolgeranno la cittadinanza in un tributo a questo antico e illustre concittadino. Si comincia mercoledì 19 ottobre con un concerto di musica corale che, nella chiesa di San Pietro, vedrà protagoniste le Corali di Santa Caecilia di Vicovaro e della chiesa di San Paolo di Zagabria (Croazia). Si prosegue sabato 22 prima con una visita tra la storia e l’arte di Vicovaro guidata dal Professor Alberto Crielesi, poi con un incontro pomeridiano in Biblioteca, curato da Alessandra Zibellini e dalla sua associazione culturale “La bottega dei Varii”, che riguarderà la musica e il teatro del Rinascimento e le poesie del Sabellico. Il pomeriggio del giorno successivo Gianni Boattini e Margherita Dante presenteranno, sempre nella Biblioteca comunale di via delle Scuole, “Marcantonio Sbellico, il nostro concittadino” la biografia illustrata della vita e le opere di Marcantonio Sabellico pensata su misura per gli alunni della scuola elementare; a seguire, nella chiesa di San Pietro si terrà un concerto di musica Vicovaro medievale a cura del Laboratorio medievale del Centro di pratica musicale di Roma che vedrà la partecipazione di Alessandra Zibellini per la lettura dei brani cantati. Giovedì 27 ottobre, alle 17:30, i ragazzi del Laboratorio della Biblioteca presenteranno il primo numero del loro giornali- 23 no “Gli amici di Marcantonio”; il primo pomeriggio del 28, invece, sarà il teatro protagonista con la “Bottega dei Varii” che porterà lo spettacolo teatrale Tingeltangel nell’aula-teatro della scuola media di Vicovaro. Questa edizione del Premio Arte si concluderà sabato 29, prima, alle 17, nell’Aula consi- liare con la premiazione dei vincitori del concorso di poesia, pittura e fotografia, poi, a seguire, nella chiesa di San Pietro dove andrà in scena un concerto di musica strumentale a cura dell’Associazione mandolinistica romana che calerà il sipario su questi due intensi mesi di arte e cultura vicovarese. Comunicato Stampa I Corsi 2005/2006 per l’istruzione e la formazione in età adulta a Vicovaro Come rispondere alle formidabili sfide della globalità e della complessità nella vita quotidiana, sociale, politica, nazionale e mondiale? Con l’istruzione e l’educazione. È questo l’obiettivo che già da alcuni anni si pone il Centro per l’educazione degli adulti, 24° Centro Territoriale Permanente di Subiaco, attraverso un’attività ormai consolidata nel territorio della Valle dell’Aniene. Anche quest’anno il 24° C.T.P propone un’offerta formativa a Vicovaro ricca, articolata e, soprattutto, da non perdere…! Adulti e giovani, che abbiano compiuto il 15° anno di età, senza titolo di studio potranno frequentare, gratuitamente, il tradizionale corso per il conseguimento, in un solo anno, della licenza media. Ai cittadini stranieri, invece, viene offerta un’ottima occasione di integrazione e inserimento nel tessuto sociale attraverso i corsi di lingua e cultura italiana, al termine dei quali è possibile partecipare agli esami per la certificazione di livello CELI dell’Università per Stranieri di Perugia. Per tutti coloro che vogliano accettare la sfida della globalizzazione c’è la possibilità di iscriversi ai corsi di livello di lingua Inglese, Francese, Tedesco e Spagnolo. Sono attivabili inoltre, se il numero degli iscritti lo consente, i corsi per Servizi domiciliari di Assistenza alle persone, di Assistente educativo culturale (AEC), di letteratura italiana, storia, archeologia, civiltà latina e greca, pittura su vetro, ceramica e decoupage, di educazione civica ed alla legalità, corsi per la gestione della contabilità della piccola impresa, di educazione ambientale, di composizione floreale ed altri proposti direttamente dall’utenza. I corsi si svolgeranno in orario pomeridiano-serale presso l’Istituto Comprensivo di Vicovaro. Per informazioni e iscrizioni si può contattare: segreteria dell’Istituto Comprensivo di Vicovaro Via Mazzini 1 (Tel. 0774/498010) o la segreteria della Scuola Media “A. Angelucci” di Subiaco 24° CTP (Tel. e fax 0774/84377) Candidato Voti % FAUSTO BERTINOTTI ANTONIO DI PIETRO IVAN SCALFAROTTO SIMONA PANZINO ALFONSO PECORARO SCANIO ROMANO PRODI CLEMENTE MASTELLA NULLE TOTALE VOTANTI TOTALE ELETTORI VICOVARO (circa) 54 5 2 3 15 163 13 2 21,01 1,94 0,77 1,16 5,88 63,42 5,05 0,77 257 3200 I risultati delle primarie dell'Unione a Vicovaro sono più o meno in linea con il dato nazionale. Ha votato un po' più dell'8% degli aventi diritto (elettori di Vicovaro). 24 Vicovaro LE NOVITÀ DEL CONSIGLIO COMUNALE Il 7 ottobre scorso si è tenuto il Consiglio Comunale a Vicovaro. L’appuntamento era legato soprattutto ad una scadenza relativa al bilancio, poiché la legge sugli enti locali obbliga i Comuni a verificare la salvaguardia degli equilibri di bilancio a fine settembre. È stata questa l’occasione per apportare alcune variazioni al bilancio comunale, tra le quali spiccavano l’iscrizione in bilancio di alcuni contributi legati ad opere pubbliche. In particolare, la Provincia di Roma ha comunicato in via definitiva lo stanziamento di Euro 600.000, 00 per il completamento del progetto di sistemazione dei campi sportivi, e la Regione Lazio la concessione di un contributo di 220.000,00 Euro circa per la messa in sicurezza degli impinati delle scuole elementari. Entrambi i contributi prevedono una compartecipazione alla spesa da parte del Comune, che ammonterà a 60.000,00 Euro per gli impianti sportivi, ed a 22.000, 00 Euro per il lavoro alla Scuola elementare. Il Consiglio Comunale si è aperto con la discussione di due ordini del giorno, relativi alla riforma dell’Onu, ed alla battaglia contro la miseria e lo sfruttamento nel mondo. Gli ordini del giorno erano L’ingresso del Comune di Vicovaro proposti su iniziativa del Coordinamento enti locali per la pace, un’associazione di comuni sensibili a tali tematiche, alla quale Vicovaro aderisce. L’argomento però più significativo in discussione era relativo alla raccolta e smaltimento di rifiuti solidi urbani. Il Comune di Vicovaro gestisce tale importante servizio per adesso con un contratto d’appalto, che scadrà entro la fine dell’anno. L’Amministrazione in carica ha intenzione di aderire ad una grande azienda romana, l’Ama servizi srl, che ha varato una politica di crescita sul territorio della Provincia di Roma, ed in altre Province laziali. La Valle dell’Aniene vede in questo settore la presenza di una cooperativa locale, la Medaniene, e l’inserimento a Subiaco ed in alcuni altri comuni di un’altra società, Gaia. L’Ama servizi non è ancora presente sul territorio, ed il Consiglio Comunale è stato chiamato a pronunciarsi sulla proposta di entrare nel capitale della stessa società, con una quota minima di 7.000,00 Euro, per poter poi affidare con un contratto di servizio la gestione della raccolta dei rifiuti a questa società. L’amministrazione pensa che una società di queste dimensioni possa garantire un servizio migliore, mentre l’opposizione ha messo l’accento sui costi dell’operazione. Il Consiglio comunque avrà modo di ritornare su questo, con l’approvazione del contratto di servizio, anche se è possibile che non sia il Comune a comprare la quota di capitale dell’Ama, ed a stipulare il relativo contratto di servizio, ma che lo faccia l’Unione della Valle Ustica per tutti i comuni che vi aderiscono, Vicovaro compreso. Un altro argomento trattato è stato quello relativo alla proposta di abolizione della Commissione edilizia. Il Comune sta infatti approvando un nuovo regolamento edilizio, aggiornato alle novità legislative statali e regionali, e così si è giunti a parlare della esigenza o meno di mantenere la Commissione edilizia, il cui ruolo ha risentito delle novità normative di questi anni. Per esempio, non possono più farne parte i politici, elemento che cambia il ruolo della commissione, insieme al rafforzamento del ruolo dell’ufficio tecnico. Pertanto il Consiglio ha votato l’abolizione di tale organo, abolizione che sarà operativa dopo l’approvazione da parte della Provincia di Roma del nuovo regolamento edilizio. Mandela 25 E L’ANARCHICO BRESCI UCCISE IL RE a cura di Mario Lori N. 50 COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA L’anno 1900 addì 31 luglio a ore 20 in Mandela e nella consueta sala delle adunanze consigliari aperta al pubblico. Convocatosi il Consiglio Comunale nelle conformità volute dalla legge si è il medesimo ivi congregato. Fatto l’appello nominale risultano intervenuti i Sigg. Diofebi Cesare, Antonucci Domenico, Tomei Bartolomeo, Attili Alessandro, Cola Evangelista e Sartori Giulio. Quantunque il numero dei presenti non sia legale per esser valida la prima convocazione tuttavia, scusata l’assenza del Sindaco Sig. Lelli Augusto e dei consiglieri Sigg. Todini Carlo, Cariani Filippo e Sartori Filippo lontani dal paese, di Frisetti Giovanni malato, di Diofebi Valeriano per malattia di suo figlio, di Cognetti Luigi e di Macchioni Antonio per essere intenti ai lavori agricoli, l’assessore anziano Diofebi Cesare ha assunto la Presidenza, e dichiarata aperta la seduta, alla quale assiste l’infrascritto Segretario Comunale, con la più profonda commozione annunzia ai presenti che mano assassina la sera del 29 luglio volgente ha troncato la vita al nostro magnanimo Re Umberto I, Sovrano amatissimo, Capo venerato, affettuoso, dilettissimo della Grande famiglia Italiana. Questa tragica morte, che tanta sciagura ha improvvisamente cagionato alla nostra Patria ha destato un senso generale di dolore e nel contempo di raccapriccio e di orrore in tutto il mondo. Esprime per si barbaro misfatto tutto il suo cordoglio, tutta la sua indigna- Il Consigliere Anziano A. ATTILI zione per il miserabile vigliacco che volle spezzare così tragicamente la più nobile esistenza. I Consiglieri rispondono che non hanno parole per significare tutto il disgusto che ispira loro cotesto infame assassino, ed associandosi ai sentimenti del Presidente manifestano la loro piena costernazione esecrano l’assassino stesso. Dopo ciò il Presidente da lettura del telegramma del R. Prefetto, cui fu data pubblicazione, e quello della Rappresentanza Amministrativa che sono del seguente tenore: “Sindaco Mandela – con sommo dolore annuncio S.V. che ieri sera a Monza venne ucciso S.M. il Re; assassino per nome Bresci Angelo, di anni 40, da prato fu subito arrestato: voglia comunicare dolorosa notizia cotesta popolazione” Prefetto Colmayer – Prefetto Roma –. Sindaco Mandela: “Interprete sentimenti indignazione orrore intera popolazione esprime vossignoria espresso cordoglio immensa sciagura perdita nostro Amato Sovrano colpito mano assassina di figlio indegno nome Italiano. Pel Sindaco Diofebi.” – I Consiglieri approvano. Il Presidente aggiunge che al ferale annunzio fece subito issare a mezz’asta la bandiera abbrunata nella residenza municipale, e nelle scuole comunali, che vennero chiuse in segno di lutto fino a nuova disposizione, e salvo i provvedimenti del Consiglio che sarà convocato per sabato sera di agosto p. alle ore 20. Dopo ciò il Presidente dichiara sospesa la seduta. Letto, confermato e sottoscritto. Il Presidente C. DIOFEBI Il Segretario Comunale A. PASSACANTILLI COMUNE DI MANDELA DAL LIBRO DELLE DELIBERAZIONI ORIGINALI DEL CONSIGLIO DAL 02.07.1900 AL 14.11.1901 Presso Archivio Comunale 26 Sambuci IL FIORE DI LOTO di Aurora Fratini Un fiore per riflettere, un fiore per guarire. Impegno, Poesia, Simbolo a Sambuci Da diversi anni il laboratorio letterario “Antelitteram” dell’Associazione Culturale Terzo Millennio di Sambuci ha inaugurato una nuova forma di drammatizzazione per rinnovare la memoria di chi non è più, dal titolo “Il Fiore di Loto”. La rassegna poetica rappresentata, che si avvale di intermezzi musicali coreografati, verrà tenuta a Castello Theodoli (Sala delle Prospettive) domenica 13 novembre alle ore 17,00 e verrà riproposta al teatro comunale di Arsoli il 19 novembre. L’iniziativa nasce allo scopo di onorare la memoria dell’assenza in maniera del tutto inedita, e offre un percorso poetico inerente ai temi di amore, morte e vita. Non a caso viene rappresentata sempre nel mese di novembre, tradizionalmente dedicato al culto dei morti e dei santi. “Il fiore di Loto” rappresenta un grande fiore simbolico che ci introduce nel misterioso mondo della riflessione sul delicato tema della vita, un fiore che fa crescere in noi la speranza che il male, intimo o fisico, venga debellato, un fiore che ci accosta alla poesia che è in noi, e a quella colta, fatta di versi, strutture metriche, immagini, parole, pensieri. Un fiore che si regge su uno stelo apparentemente fragile ma fortissimo: la poesia. Ricordiamo che è anche un fiore che ricopre un importante valore sociale. Si chiede infatti agli spettatori, se lo vogliono, di lasciare un’offerta durante lo spettacolo perché la somma raccolta (contata in presenza di un ufficiale del Comune) viene devoluta alla Ricerca Scientifica, e precisamente alla Associazione Italiana per la Mucopolisaccaridosi e Malattie affini (Onlus), rara e particolare patologia di cui è affetta una concittadina del paese. Immagini tratte dalla rappresentazione “Il fiore di Loto” dello scorso anno e il manifesto di quest’anno UN GIORNO A CORTE di Aurora Fratini Rievocazione storica al castello Theodoli di Sambuci Già da molti anni, è tradizione consolidata a Sambuci che, in concomitanza della Sagra della polenta, organizzata dalla Proloco, l’Associazione Culturale Terzo Millennio collabori con i soci della Proloco per rendere l’iniziativa ancora più attraente e suggestiva. Se da un lato la Proloco con la sua famosa polenta, ci ripropone non solo un piatto tradizionale e gustoso, ma anche uno scorcio della vita contadina di una volta, dall’altra l’A.C. Terzo Millennio rappresenta quella che un tempo era l’interfaccia sociale speculare di quella cultura e della condizione umile e servile del popolo, ovvero il mondo splendido e incantato della nobiltà. Con i suoi figuranti, e allestendo le stanze restaurate di Castello Theodoli con mobilio originale d’epoca, l’A.C. Terzo Millennio propone infatti gli sfarzi dell’aristocrazia, chiusa nel suo mondo rarefatto, distaccato, luccicante. La rievocazione storica si rifà alla seconda metà dell’Ottocento, periodo in cui il castello di Sambuci ha goduto di uno dei suoi momenti di massimo splendore. Il turista che viene a Sambuci per degustare la sua famosa polenta, cucinata dai soci della Proloco secondo la ricetta genuina tramandata dalla tradizione, può godere anche di una visita al Castello dove, in maniera del tutto inusuale, potrà immergersi nell’atmosfera di un vissuto particolarmente suggestivo, ricevere informazioni sulla storia e sul patrimonio artistico custodito nel castello e, magari, invitare le dame ad un giro di valzer. I costumi vengono realizzati con fedeltà su immagini e dipinti d’epoca forniti dalla Direzione Artistica dell’Associazione a sartorie specializzate, gli accessori e i complementi d’arredo sono pezzi d’antiquariato o parte di patrimonio privato gentilmente concesso per l’occasione. Per gli arredi si ringrazia il prezioso contributo offerto dall’Archivio Storico Artistico Centrale di POSTE ITALIANE e il Mobilificio Antiquario di Tivoli “Interno 6”, che hanno gentilmente messo a disposizione il loro autentico mobilio d’epoca ed opere d’arte di valore. Il castello resterà aperto dalle ore 10,00 alle ore 22,00 di domenica 30 ottobre. Tivoli 27 TIVOLI TRA POESIA E RECITAZIONE di Veronica Moro Per questo mese vi illustrerò delle interessanti iniziative che riguardano il Comune di Tivoli: si tratta di due importanti occasioni attraverso le quali valorizzare ed enfatizzare l’importanza della comunicazione. Infatti, vi parlerò di due idee che riguardano rispettivamente la recitazione e la poesia, due modi senz’altro molto diversi di esprimersi (soprattutto perché il primo coinvolge un gruppo che interagisce e si confronta, mentre il secondo è di stampo individuale) ma entrambe di alto valore umano e culturale. La prima iniziativa – dal nome “Storie Comuni” – è stata ideata dall’Associazione Storiando ed è stata promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali della provincia di Roma: lo scopo è quello di coinvolgere i ragazzi delle scuole medie e i relativi insegnanti di ben otto comuni della provincia, nella produzione di alcuni cortometraggi che saranno poi valutati e messi a confronto. Tivoli è stata la prima tappa (il 7 ottobre) del giro che sta compiendo questa associazione per incontrare i ragazzi e spiegare loro come può essere realizzato un cortometraggio. Durante questo incontro è stato proiettato un filmato molto breve dal quale i ragazzi e gli insegnanti, divisi in due gruppi distinti, dovranno prendere spunto per costruire la loro storia. I partecipanti avranno 30 giorni di tempo per concludere i lavori che dovranno contenere degli elementi volti a valorizzare le risorse artistiche e/o naturali della zona, senza superare la durata di 5 minuti. Successivamente i corti saranno visionati e valutati da una commissione composta da personaggi del campo dello spettacolo che proclameranno un vincitore tale premiazione, secondo i tempi prestabiliti, dovrebbe avere luogo il 19 dicembre. Oltre a Tivoli gli altri Comuni coinvolti saranno i seguenti: Valmontone, Palestrina, Allumiere, Fiano, Monterotondo e Fiumicino. Per quanto riguarda la seconda iniziativa, si tratta della prima edizione del Premio Nazionale di Poesia “S. Vincenzo-Tivoli”, a cura dell’Associazione Culturale “S. Vincenzo in S. Andrea”, con il patrocinio del Comune di Tivoli. Per tutti coloro i quali fossero interessati a partecipare spiego, nelle seguenti righe, i caratteri del concorso e le norme alle quali bisogna attenersi per iscriversi: il concorso è suddiviso in due sezioni A e B, la prima è per poesie inedite (mai pubblicate) e la seconda per poesie già edite, ma mai premiate dal 1° al 3° posto. Si può partecipare con una o due poesie della lunghezza massima complessiva di 80 rime, in lingua italiana e a schema libero o in rima, per la sezione A e B o entrambe. Per iscriversi (o avere, senza impegno, il bando per esteso e la scheda di adesione) è sufficiente inviare, entro il 15/11/2005, una e-mail al seguente indirizzo [email protected] o telefonare al seguente numero 0774/334324. La premiazione avverrà il 21/01/2006 alle ore 18,30 presso la chiesa di Sant’Andrea. Salute 29 VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE di Matilde Loffredo Via alla campagna vaccinale — chi si deve vaccinare? A partire dalla metà di ottobre inizia la campagna per la vaccinazione antinfluenzale. Anche quest’anno la ASL RMG offrirà la vaccinazione gratuitamente alle persone dai 65 anni in su e nei soggetti di qualunque età affetti da malattia cronica o situazioni patologiche che possono aumentare il rischio di complicanze. Chi vuole vaccinarsi deve rivolgersi al proprio medico curante o con la ricetta medica ai servizi vaccinali del territorio: Servizi Igiene Pubblica e Distretti. I tre ceppi dell’influenza 2005/06 sono i due virus del gruppo A, California e Nuova Caledonia, più lo Shangai del ceppo B; il vaccino dovrebbe immunizzare in modo completo. Quest’anno l’immunizzazione ha acquistato un valore diverso in vista di un’eventuale influenza aviaria, pertanto è indispensabile la copertura per la vaccinazione antinfluenzale, che in caso di comparsa dell’influenza aviaria potrebbe facilitare i medici a fare diagnosi senza altri agenti virali in grado di confondere. Si ritiene opportuno incrementare l’offerta attiva del vaccino non solo agli anziani ma anche ai lavoratori degli allevamenti avicoli, ai macellatori e ai trasportatori di animali vivi, alle categorie utili, insegnanti, forze dell’ordine, protezione civile e tutti coloro che hanno contatti con il pubblico. Il periodo ottimale per l’avvio della campagna di vaccinazione antinfluenzale, data la nostra situazione climatica e l’andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali in Italia, è quello autunnale a partire dalla metà di Ottobre fino alla fine di novembre. La vaccinazione rimane comunque un efficace mezzo protettivo anche se effettuata in periodi successivi a quello ottimale, soprattutto laddove situazioni particolari la rendessero opportuna per alcuni soggetti (viaggi internazionali, comparsa di focolai di infezione aviaria in allevamenti). 30 Tradizioni popolari IL MATRIMONIO selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini Dalla tesi sulle "Tradizioni Popolari a Castel Madama” di Vittorio Todini (parte terza) Ma Lei, che, quando sogna, sogna (come Jiulia Roberts nel film “Pretty woman”) un imprenditore azzurro, cioè miliardario, anzi milionario trattandosi ormai di euro, chi potrà mai sposare, quale sarà il suo possibile marito? Vittorio ci offre “una sequenza di vivaci strofette” con protagonisti i mariti “reali”, veri, in carne e ossa, un po’ lontani dalle levigate fattezze di un Richard Gere. Un muratore, n’ zappatera, un falegname, ‘n cazularu: eccoli i principi azzurri! E le strofette possono essere leggere, quasi poetiche: il muratore ti fa la casa bella con una finestrella dalla quale ti affacci tutti i giorni; o grevi: lo zappaterra “te fa magnà le toppe” e la sera ti manda a dormire con le botte; e il falegname “te j fa magnà i ricci”. Per finire con il calzolaio che te li mette “i scrocchietti” sotto agli stivaletti, per andarci a ballare ogni sera: Se te piji ‘n muratore, / te ‘lla fa la casa bella, / te cce fa la fenestrella: / tutte le dì te cce va affattà. Se te pij ‘n zappatera, / te ‘lle fa magnà le toppe / e la sera co ‘lle botte / te cce manna a colecà. Se te pij ‘n falegname, / te j fa magnà i ricci / e non tè quatrini spicci / e nemminu da spiccià. Se te pij ‘n cazularu, / te j fa i stuvaletti, / te cce mette i scrocchietti / e ‘nne dì po j a ballà. Trattamenti speciali erano riservati alla coppia di vedovi. Scrive infatti Vittorio. Fino ad una ventina d’anni fa, quando gli sposi erano ambedue vedovi, erano costretti a subire le famose chiassate. Ad evitarle, i preparativi del matrimonio erano tenuti segreti; ma la cosa, o per imprudenza o per determinata volontà di qualcuno, trapelava sempre. Ne venivano informati i ragazzi del paese, i quali si precipitavano ad imparare le filastrocche da qualche improvvisatore. All’uscita dal municipio i spusitti si trovavano di fronte ad una frotta scomposta di ragazzi e giovanetti, armati di corni, bidoni e campanacci, che attaccavano un concerto indiavolato, accompagnando i malcapitati, i quali la maggior parte delle volte non trovavano di meglio che darsela a gambe e andarsi a rinchiudere dentro casa. Ma il baccano proseguiva: un suono di corno, declamazione in coro della strofetta e giù un rumore assordante e prolungato. Per ore e ore infuriava la serenata diabolica, fino a che la stanchezza non avesse consigliato di abbandonare l’assedio. Anche questa usanza ha un suo profondo significato: il matrimonio è una prerogativa, un privilegio, un atto proprio della gioventù; vedere degli anziani usurpare ciò che appartiene ai giovani suscita in costoro un moto di ribellione e di risentimento. Tradizioni popolari 31 Queste sono le poche filastrocche per i vedovi che ancora si ricordano: Se jetta ju bannu e ju contabbannu: Pitrucciu Fui ha fattu ‘n dannu: s’ha vinnuta la Pretara pe’ piàrese ‘na somara; la somara è signorina e se chiama sora Nina. Se jetta ju bannu e ju contrabbannu: Franciscu della Madonna ha fattu ‘n dannu; s’ha repijata Caporoscetta pe’ sfasciaje la cosetta; se Caporoscetta ‘n ze ‘lla pijea, la cosetta ‘n ce ‘lla sfascea. Se jetta ju bannu e ju contrabbannu: Micchilina (d)e Zinnelletta ha fattu ‘n dannu; s’ha repjiatu Minicucciu: doppu ch’è bruttu, è puru zuzzu. E nujari malannacci sonemo corni e bidunacci (sonemo corni e campanacci). Se jetta ju bannu e ju contrabbannu: Checco ju muratore ha fattu ‘n dannu; s’era persa ‘na cavalla pe ‘lle prata, è itu issu e se ll’ha rezelata. Se jetta ju bannu e ju contrabbannu: Minicucciu de Micchele Testa ha fattu ‘n dannu; pe’ remontà ‘n carozza s’ha vinnuta la casa a Nanna la zozza. Fin qui Vittorio. Forse per i più giovani è utile qualche commento all’espressione “se jetta ju bannu”. Dovete dunque sapere (immaginatevi un camino, del fuoco, un’ampia cucina, un nonno e dei nipoti che silenziosi ascoltano) che un tempo non c’era l’avviso scritto su eleganti locandine, la posta e-mail, il telefono in casa; e, perciò, una figura importante era quella de ju banneru, che girava per il paese con una trombetta e gettava il Se jetta ju bannu e ju contrabbannu: Santu ‘e Cagnittu ha fattu ‘n dannu; s’ha repijata Sgommarella pe’ sfasciaje la pignatella. Se jetta ju bannu e ju contrabbannu: Franciscu ju barberu ha fattu ‘n dannu; s’ha repijata la Romanella pe’ fàrela deventà più bella. bando, dopo aver richiamato – con la trombetta appunto – l’attenzione dei paesani. Tramite banneru si poteva apprendere che: è arivato ‘n camio pieno de scarciofoli; chi li volesse può andare a che Giggisassi; i prezzi sono bassi; oppure: è stata smarita ‘na catenella d’oro; chi l’avesse ritrovata, la riporta; avrà ‘na bona mancia. Già: erano proprio tempi di aurea ingenuità… 32 Cultura L’ANGELO, IL CASTELLO, IL DRAGO di Ivano Moreschini In occasione della festività del patrono di Castel Madama, il Comune ha proposto una conferenza su San Michele dal titolo “L’Angelo, il Castello ed il Drago-il culto di San Michele Arcangelo”. La conferenza si è tenuta nella sala baronale del Castello Orsini, venerdì 23 settembre scorso, alla presenza del Sindaco Alfredo Scardala, e del Parroco Don Marco Ilari. Ha svolto le funzioni di coordinatore il professor Amedeo Ciotti, mentre le relazioni sono state proposte dal professor Francesco Ferruti, archeologo, membro della Società Tiburtino di Storia ed arte, dalla dottoressa Sabrina Zizzi, storica dell’arte, anche membra della società Tiburtino, e dalla responsabile dell’Archivio Storico di Castel Madama, dottoressa Flavia De Bellis. Il professor Ferruti ha proposto alcune note storiche sul culto di San Michele Arcangelo, e da tale ricca relazione riportiamo qualche spunto. L’arcangelo patrono di Castel Madama rappresenta un culto che viene dalla chiesa d’Oriente: infatti il santuario principale si trova nel Gargano, in Puglia. San Michele, con le sue attitudini guerriere, l’angelo che scaccia il demonio dal Paradiso, ha forse dei legami con il culto di Mitra, in Oriente, o anche con i tanti dei della guerra romani. La diffusione del culto è avvenuta nel corso del medioevo, forse anche per merito dei Longobardi, che sconfissero i Bizantini in una battaglia tenutasi vicino al GarE gli eremiti di solito sciogliegano, in un 8 maggio nel corso vano luoghi impervi ed alti, per del 600 dopo Cristo. Forse prostare più vicini a Dio. prio da qui deriva la data della Anche l’insediamento nelcelebrazione primaverile. l’attuale Castel Madama è leIl Santuario del Gargano è gato al culto di San Michele anche una delle estremità di una secondo Ferruti, come testimovia di pellegrinaggio del culto nia anche l’antico nome, Cadi San Michele, essendo l’altra strum Sancti Angeli, che signila cittadina francese di Le Mont fica il Castello del Santo AngeSaint Michel, in Normandia: lo. Peraltro non erano gli unici una tappa intermedia si trova in luoghi dedicati all’Arcangelo Piemonte. nella zona, come dimostra Per quello che riguarda la ancora oggi Sant’Angelo Romanostra zona, forse anche prima no, anch’esso posto su un’altudei Longobardi era iniziato il ra che domina la zona. culto di San Michele: a Roma ci Ad avviso di Ferruti fu prosono molti piccoli e grandi luoprio un Vescovo di Tivoli, intorghi di culto in proposito. no al 900 dopo Cristo, a fondare Il più famoso, anche se non questo luogo di culto nel punto sempre viene ricondotto al più alto della Valle Empolitana, Santo, è Castel Sant’Angelo, mentre era ancora fiorente l’inche da mausoleo romano fu trasformato in epoca cristiana, ed ospita la famosa statua sulla sommità. Infatti, la particolarità del culto dell’arcangelo era anche quella di essere legato a luoghi di montagna, o comunque a punti più alti in una determinata zona: forse anche perché San Michele era particolarmente venerato da eremiti, per la sua qualità di angelo vincitore del demonio, e quindi delle tentazioni. S. Michele, pittura di Raffaello Cultura sediamento di Castrum Apollonii, del quale ci sono ancora i resti vicino all’Empolitana stessa. Ferruti quindi pensa che per parecchi anni i due insediamenti hanno coesistito, con una tendenza a svuotarsi di quello sull’Empolitana, ed una ad ampliarsi del nuovo, cresciuto intorno al culto del Santo. Del resto, in quel momento vi era un fenomeno di realizzazione di accastellamenti in tutta la zona, per difendersi meglio 33 dalle razzie: un periodo di maggiore paura e decadenza economica, che portava ad arroccarsi. Molto ricca di informazioni anche la lettura di alcuni dipinti su San Michele proposta dalla dottoressa Zizzi: ne riportiamo qualcuno nelle immagini. La dottoressa si è soffermata in particolare su un dipinto di Guido Reni, pittore che ha vissuto nel periodo 1575-1642, conservato nella Chiesa di Santa Maria Immacolata della San Michele, pittura del Reni Castel Madama: Chiesa di S. Lorenzo, pittura di Pietro Labruzzi Concezione, anche detta dei Cappuccini, in Via S.Vito nel rione Esquilino a Roma. Tale dipinto ha ispirato la copia conservata dietro l’altare maggiore nella Chiesa di San Michele di Castel Madama, opera di M. Hardtmuth, pittore austriaco dell’ottocento. Accenni sono stati fatti anche ad un quadro su San Michele di Pietro Labruzzi, pittore romano operante a Roma dal 1776, oggetto di recente di una riscoperta negli studi di Storia dell’Arte. La tela, che ha urgente bisogno di restauro, era posta inizialmente sopra l’altare maggiore della Chiesa di San Michele, poi in un magazzino vicino al Castello ed ora è posta nella Chiesa di S.Lorenzo. Dell’intervento di Flavia De Bellis daremo conto nel prossimo numero. Dopo la conferenza, era prevista la presentazione di alcune opere restaurate da Lucrezia Corboz, presso la sede della Confraternita Maria Santissima del Suffragio. Il Sindaco ha infine annunciato l’intenzione di pubblicare gli atti del convegno. 34 Castelli IL CASTELLO ORSINI - CESI di Carla Santolamazza e Ivano Moreschini San Polo, paese della Valle dell’Aniene posizionato all’interno del Parco Regionale dei Monti Lucretili, tappa del nostro viaggio alla ricerca di castelli caratteristici da segnalare alla curiosità dei lettori Il castello, fondato nel secolo X, è appartenuto dapprima ai Templari dell’Ordine di Malta e successivamente, nel secolo XI, al monastero romano di San Paolo fuori le Mura. Nella metà del secolo XIV prima fu concesso in locazione e poi definitivamente venduto agli Orsini insieme a Turrita, Marcellina e Santa Maria in Monte Dominico (1429). Oggi il castello è costituito da un grosso corpo rettangolare con mastio centrale e quattro torri semicilindriche addossate agli angoli dell’edificio. Il basamento è costituito da un’ampia scarpata, il perimetro superiore, quasi completamente ristrutturato, consiste in una serie di mensole di marmo che sorreggono il camminamento di guardia. I rifacimenti e la trasformazione della Rocca medioevale in dimora signorile risalgono alla metà del quattrocento, ad opera degli Orsini. L’antica struttura fu completamente cancellata, tranne la torre mantenuta con la funzione di mastio. Le fortificazioni realizzate diedero al castello l’aspetto che conserva ancora oggi. Nel 1558 gli Orsini vendettero San Polo e tutti i beni annessi al cardinale Donato Cesi che a sua volta lo cedette al cardinale Federico Cesi che governò fino al 1565. Il castello Orsini di S. Polo Fu con Federico Cesi che avvenne la seconda sistemazione del castello e furono realizzate le decorazioni pittoriche degli ambienti. Nel 1678 la famiglia Cesi vendette San Polo ai Borghese che lasciarono il castello e tutti i possedimenti in affitto fino all’ottocento e fu in questo periodo che una parte del castello fu adibita a granaio, cosicché l’incuria e l’abbandono ne determinarono il decadimento. Nel 1944, dopo che i Borghese rientrarono in possesso del castello, lo stesso fu venduto all’asta giudiziaria del Tribunale di Roma e acquistato prima dall’avvocato Chiappino, poi nel 1955 dall’architetto Brasini. Fu il Brasini a curare gli interventi di restauro su tutto l’edificio e sugli affreschi molto rovinati delle varie stanze. Gli affreschi, che ornano il salone detto dei Cardinali e le stanze del primo piano, risalgono alla seconda metà del XVI secolo e sono stati attribuiti alla scuola di Federico e Taddeo Zuccari. Eseguiti durante il dominio dei Cesi a San Polo raffigurano vedute paesistiche, difficili da interpretare per l’avanzato stato di deperimento dei dipinti, è evidente però lo stile manierista della scuola romana dei fratelli Zuccari. Presenti anche grottesche, soggetti mitologici, stemmi dei Cesi e soprattutto nelle stanze, dove prevale l’elemento decorativo, mascheroni, elementi floreali, cherubini. Nel primo salone detto dei Vescovi, nel secondo salone e nelle stanze del secondo piano gli affreschi, eseguiti sempre dai fratelli Zuccari, presentano paesaggi con chiari riferimenti a monumenti di Tivoli e Roma, stemmi araldici dei vescovi della famiglia Cesi, grottesche e rappresentazioni di divinità (Mercurio, Venere, Diana). Le decorazioni mostrano evidenti analogie compositive e stilistiche con quelle della Villa d’Este a Tivoli. È probabile che gli affreschi siano stati eseguiti Castelli Celestino III Orsini Niccolò III Orsini dalle stesse maestranze. In una delle stanze del secondo piano da evidenziare la rappresentazione di paesaggi in prospettiva con una complessa inte- 35 laiatura prospettica che comprende una serie di arcate con profonda strombatura e divise da colonne con capitelli corinzi poggiate su alte basi, sullo sfondo paesaggi urbani e rupestri. Sopra alle finte colonne un architrave, con mensole in prospettiva, sorregge una balaustra con grottesche e riquadri con figure mitologiche. Questa complessa decorazione, che presenta un’organizzazione illusionistica della parete ed elementi architettonici dipinti, immagini di dimensioni maggiori rispetto a quelle delle altre sale, un tema iconografico più elaborato: divinità pagane con riferimento a virtù morali, è probabile che sia opera di una personalità artistica più elevata e non di un semplice decoratore. GLI ORSINI (parte prima) La famiglia degli Orsini merita una presentazione ampia: sia perché è una delle famiglie più importanti di Roma e del Lazio; sia perchè il Castello che dà il nome al nostro paese porta ancora la loro denominazione. Gli Orsini sono un antica famiglia romana, le cui origini risalgono al X secolo, quando esisteva in Roma un casato di rango nel quale ricorreva il nome di Orso, ma che nell’XI secolo si identifica con i Boboni. Questi ultimi emergono nel XII secolo, quando un loro membro, Giacinto Bobone, diventa papa nel 1191 con il nome di Celestino III (1106-1198). Era un semplice diacono, ma fu ordinato sacerdote prima di essere consacrato pontefice. Celestino III condusse con tranquillità il pontificato, al di fuori delle fazioni che ora nella città si infiammavano non contro il papa, ma per la conquista dei seggi nel Senato. Nel 1195 fu bandita la IV crociata, e Celestino la benedisse con una serie di proclami; morì tre anni dopo. Suo nipote Orso di Bobone va considerato il vero capostipite degli Orsini, che usano appunto il cognome “de filiis Ursi”; ottengono possedimenti nel Lazio e a Roma, legando da allora le sorti del casato a quelle della Curia romana, unica fonte della ricchezza e potenza familiare. Proprio per questo gli Orsini diventano subito guelfi in contrapposizione ai Colonna, capi della parte ghibellina, dando vita a scontri e battaglie per vari secoli. Nel XIII secolo gli Orsini compiono il vero salto di qualità con Matteo Rosso (morto nel 1246) che fu senatore di Roma e in tale veste combatté i Colonna e s’impadronì del Mausoleo d’Augusto, divenuto roccaforte orsina. Ma è fondamentale l’ascesa al soglio pontificio di suo figlio Giovanni Gaetano (1210 circa-1280), nel 1277 con il nome di Niccolò III. Egli avocò a sé l’ufficio di senatore di Roma, stabilendone la delega annuale a uno o due senatori laici, e accrebbe le fortune della famiglia; favorì in modo aperto i parenti, ricolmandoli di cariche ed onori. È un fatto che da vero romano, egli amava la magnificenza ed il lusso e non esitò a procurarseli anche a spese della Chiesa e del mondo cristiano, tanto da meritarsi un posto tra i simoniaci nell’Inferno dantesco, ove il poeta gli fa dire (canto XIX, versi 70-72): “e veramente fui figliuol dell’orsa, / cupido sì per avanzar gli orsatti, / che su l’avere, e qui me misi in borsa”. Dal commento di Natalino Sapegno alla Divina Commedia, rispetto all’espressione “figliuol dell’orsa” veniamo a sapere che gli Orsini si trovano spesso indicati nei documenti del duecento come “de filiis Ursae”; e l’orsa era proverbialmente ritenuta animale ingordo e amantissimo della prole. Da questo smoderato amore di Niccolò III per il lusso trasse giovamento peraltro Roma stessa: spendendo cifre enormi di denaro, egli procedette ad un rinnovamento della basilica di S. Pietro, facendovi collocare i ritratti dei papi fino alla sua epoca. Curò inoltre l’ampliamento del Palazzo del Vaticano, iniziando la costruzione dei famosi giardini. Fu lui in pratica l’autentico fondatore della residenza vaticana. Sport 37 PARTENZA SUPER di Gianluca Simonelli Ottimo inizio di campionato per il Castel Madama di mister Biondi, che dopo tre giornate si trova al comando a punteggio pieno del campionato di promozione Girone C. Nella prima giornata (2-10) la squadra rossoblu si è imposta con scioltezza per 4-1 sul Casilina con i gol di Stragapede, Ippoliti, Consorti e Luttazzi A., la Domenica successiva (9-10) è arrivata la vittoria in trasferta 1-0 sul Tor Sapienza, con un gol di Ippoliti, con la squadra rimasta in dieci dal 40° del primo tempo. Domenica 16-10 il Castel Madama si è aggiudicato il big match contro il Roviano, una delle favorite, con un secco 2-0 che porta la firma di Stragapede e Luttazzi A. Ai migliori calciatori riconfermati dello scorso anno, si sono aggiunte ottiene individualità, tra tutti l’ottimo portiere Palladino, l’attaccante Ippoliti e due graditi ritorni il sempre verde Cerini e il fantasioso Luttazzi Andrea. Senza dimenticare gli ottimi giovani che fanno parte della rosa come Saturni e Giuliani. Anche sul fronte societario ci sono delle novità, al presidente Mancini si è affiancato il signor Iannini, una persona seria con un entusiasmo contagioso, benvenuto. Per concludere vorrei fare un grosso in bocca al lupo ai ragazzi della F.C. Pro Castel Madama che partecipa al Campionato di Terza Categoria, in particolare al mister l’amico Attilio Nonni. Auguri. 38 Musica L’ORIENTE FANTASTICO DI UN RUSSO di Marco Cicogna RIMSKY-KORSAKOV “Sheherazade” “La Grande Pasqua Russa” London Philarmonic Orchestra Dir. José Serebrier CD (HDCD) Reference Recording RR-8 “Sheherazade” composta nel 1888, appartiene a quel decennio che ha visto la nascita di alcuni tra i più suggestivi lavori per grande orchestra sinfonica. Autori tradizionali come Tchaikowky (e gli altri esponenti della scuola russa) si trovano accanto ai “nuovi” grandi sinfonisti come Mahler ed il giovane Strauss, un periodo creativo straordinario. Rimsky-Korsakov fu un musicista istintivo, capace di sviluppare temi facili ed accattivanti organizzati in vaste partiture che avevano la loro forza nel carattere descrittivo dei temi e nella ricchissima orchestrazione. La sua grandezza sta nella articolata tavolozza strumentale, nell’impiego virtuosistico delle risorse tecniche degli esecutori mantenendo in ogni circostanza grande bellezza sonora. Non dimentichiamo che tra i suoi allievi ci fu lo stesso Strawinsky. La suite “Sheherazade” è la sua più ampia composizione orchestrale, quattro grandi “quadri sinfoni- ci” ispirati ai racconti delle “Mille e una Notti”. Temi orientaleggianti, immagini sonore che epiche o sognanti conducono l’ascoltatore attraver- Orlova Rimsky Korsakov so un viaggio fantastico sorretto dal grande fluire orchestrale. È la stessa orchestra ad essere protagonista, ricchissima in ogni sezione, comprese le percussioni, impiegate anche in frangenti delicati con raffinatezza ed eleganza (da notare in questi casi l’elevata risoluzione ai bassi livelli fornita da questa incisione). José Serebrier coglie in pieno il lato grandioso e descrittivo di questa pagina, fornendo tuttavia pieno “significato musicale” anche alle frasi apparentemente meno importanti, arricchendo di significati una composizione che talvolta può apparire superficiale e d’effetto. Si avvale evidentemente di una lunga esperienza con le più importanti orchestre americane, ma la sua è una lettura (quasi una “rilettura”) la cui attendibilità dipende anche dal fatto di essere egli stesso compositore. L’orchestra è la London Philarmonic. I tecnici della RR sono andati ad incidere nella famosa sala del Watford Colosseum, ambiente che ha consentito di realizzare una registrazione ai massimi livelli. Timbrica naturale per ogni sezione orchestrale o strumento, equilibrio realistico delle diverse masse sonore, mancanza di artificiosità anche negli interventi più ardui dei violini o delle trombe. Grande dinamica ed impatto eccezionale della grancassa (lo stesso vale per la “Pasqua Russa”), per una riproduzione che assicura il coinvolgimento anche nei momenti più esaltanti. Immagine ampia e dilatata, piani sonori articolati con ottima percezione del senso di profondità. Parte di questo CD è stata non a caso inserita nella nostra “Guida all’ascolto della grande Orchestra”.