In prova reflex Nikon D3x

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In prova reflex Nikon D3x
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In prova reflex Nikon D3x
La nuova regina
crivere di un apparecchio
reflex della classe top non è
mai semplice: ci si può far
influenzare dalle prestazioni, dal
prezzo, dall’utenza esigentissima
alla quale l’apparecchio è dedicato e in generale dall’attenzione
che una certa fotocamera esercita
su chi ama la fotografia, in particolare quella reflex e digitale. Se
poi la fotocamera in questione
rappresenta un nuovo punto di riferimento assoluto per la categoria, le cose si complicano ulteriormente perché è difficile rimanere
insensibili a tanto sfoggio di caratteristiche. Eppure il dovere di
esaminare un apparecchio come
la nuova reflex professionale
Nikon D3x è quello di rimanere
imparziali davanti a prestazioni
che fanno impallidire le professionali di appena due
o tre anni fa e
concorrono seriamente
con
quelle di apparecchi professionali
di medio formato.
Il biglietto da
visita
della
Nikon D3x è
impressionante:
un sensore a
pieno formato
da 24, 5 megapixel collegato
ad una elettronica molto evoluta ed inserito
in un corpo
macchina che,
fino ad oggi, è
stato il punto di
riferimento per i
professionisti
del marchio ovvero la Nikon D3.
Da questa, la nuova D3x eredita quasi tutto compreso un
autofocus da primato,
S
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Un sensore a pieno formato da
quasi 25 megapixel, 5 scatti al
secondo e tanta qualità nella
nuova professionale Nikon
di Michele Buonanni
un sistema di esposizione tra i più
avanzati ed affidabili e caratteristiche di robustezza che consentono di usare, maltrattandolo,
l’apparecchio nelle più avverse
condizioni di lavoro. A condimento del tutto vi sono funzioni avanzate e completamente personalizzabili
dall’utente, un mirino
eccezionale per qualità di visione e
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la completa integrazione del sistema di accessori professionali
Nikon.
La storia della generazione di
reflex professionali serie D della
casa giapponese
p a r t e
esattamente dieci anni fa con la
D1, una fotocamera con sensore
formato APS-C da 2,6 megapixel
e caratteristiche già ottime per
l’epoca. Due anni dopo, la casa
giapponese decide di differenziare la professionale creando un apparecchio più veloce e con meno
risoluzione per la foto sportiva ed
il reportage ed uno di maggiore
risoluzione ed un po’ più lento
per gli altri generi fotografici (ritratto, foto in studio, architettura)
ove non serve la massima velocità operativa. Nascono così la
D1H e la D1X derivate direttamente dalla prima D1: la prima,
veloce, adotta lo stesso sensore
della precedente D1 mentre la seconda ha un nuovo sensore da 5
megapixel. Ventiquattro mesi dopo arriva la D2H ed anche
l’originale sensore da
quattro megapixel prodotto esclusivamente
per questo apparecchio. Vengono migliorati
autofocus e soprattutto la velocità di scatto che arriva ad otto scatti al
secondo. Ancora
dodici mesi, siamo
nel 2004, e viene
presentata la sorella
maggiore della D2H
che si chiama D2X
ed offre un sensore
da ben (per l’epoca)
12 megapixel con
cinque scatti al secondo (otto in modalità Crop a risoluzione dimezzata). Poco
dopo la D2H diventa
D2Hs con alcune
utili modifiche tra
cui un display di
qualità migliore. Nel
2006 la D2X viene
aggiornata anch’essa
in D2Xs. Il vero salto in
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avanti arriva l’anno dopo, nel
2007 quando viene presentata la
D3, la prima reflex digitale Nikon
con sensore a pieno formato denominato FX. Fino a quel momento tutte le professionali
Nikon, infatti erano dotate di sensore formato APS-C di dimensioni più piccole del fotogramma
24x36mm detto anche DX; ciò
impediva di sfruttare la focale
grandangolare di molti obiettivi
Nikon a causa del fattore di moltiplicazione dovuto alla differenti
dimensioni dei sensori e pari ad
1,5x. Con la D3, Nikon risolve il
problema permettendo inoltre la
compatibilità con gli obiettivi nati esclusivamente per il formato
inferiore. L’apparecchio ha “solo” 12 megapixel distribuiti però
su una superficie ben più vasta rispetto al sensore della D2x; ne
consegue un rumore ben più risotto e quindi la possibilità di lavorare a sensibilità elevate tanto
che l’apparecchio offre anche
l’impostazione Iso 25600, valore
da record. Pur non chiamandola
D3H, la casa giapponese ha pensato subito di affiancarle un apparecchio un po’ più lento ma di
maggiore risoluzione, apparecchio che è arrivato alla fine dello
scorso anno e che si chiama D3x
tornando a quella filosofia di differenziazione dei modelli professionali di casa Nikon.
Anche una succinta descrizione delle caratteristiche offerte dalla
nuova reflex digitale professionale
Nikon D3x, è comunque impressionante. Oltre al sensore
FX a pieno formato da
24,5 megapixel bisogna citare il processore
d’immagine Expeed in
versione dedicata alle
elevate prestazioni fornite dal sensore, il sistema autofocus con rilevazione a 51 punti e
sistema di tracking dinamico della messa a
fuoco, il sistema di riconoscimento
delle
scene che permette di
ottimizzare sia la messa
a fuoco in soggetti in
movimento sia riconoscere la scena per quel
che riguarda l’esposizione, la funzione Live View
Nella vista dall’alto, appare evidente il notevole ingombro del corpo
macchina specie in abbinamento con una delle ottiche professionali.
con due modalità di messa a fuoco, lo scatto a raffica fino a cinque fotogrammi al secondo e per
finire la completa personalizzazione sia dei risultati che dei parametri di funzionamento dell’apparecchio. Vediamo ora, in dettaglio come è fatto.
Corpo e comandi. L’aspetto
esteriore è quello
della Nikon
D3; quindi
si tratta di
un ap-
parecchio reflex di dimensioni
nettamente superiori alla media
ma tipiche delle reflex professionali a causa della batteria di alimentazione che per le sue dimensioni maggiori non è contenuta, come negli altri apparecchi,
nell’impugnatura, ma invece nella parte bassa. La costruzione è
quando di meglio possa offrire
l’industria fotografica; leghe di metallo molto leggere e resistenti ed una
finitura resistente in
nero opaco donano al-
la D3x l’aspetto di una fotocamera destinata a resistere ad ogni
condizione d’uso ed a durare nel
tempo. Tutte le giunzioni sono
protette da guarnizioni in gomma che prevengono l’ingresso di
polvere ed umidità all’interno
dell’apparecchio ed una ampio
rivestimento in gomma nella parte centrale permette di impugnare saldamente la D3x anche
quando monta ottiche pesanti.
L’impugnatura è resa molto agevole anche da un attento studio
dell’ergonomia grazie al quale
anche chi ha nai piccole può afferrare ben questa grossa reflex.
Nella parte superiore a destra
del pentaprisma vi è il display
monocromatico principale (un
secondo display monocromatico
è collocato sul retro, sotto al display a colori) che mostra tutte le
funzioni di ripresa della fotocamera, dallo stato della batteria fino agli scatti effettuati ed a quelli ancora rimanenti per il riempimento delle schede di memoria.
Poco davanti al display che è dotato di retroilluminazione attivabile mediante l’interruttore generale dell’apparecchio, vi sono
due pulsanti che servono a scegliere il modo di esposizione tra
i quattro a disposizione (esposizione programmata, priorità dei
tempi o dei diaframmi ed esposizione manuale) e ad
inserire il correttore di esposizione. Ancora
più avanti, sopra
all’impugnatura, c’è il pulsante di scatto
attorno al quale
troviamo
l’interruttore
di accensione.
Nella
parte
frontale dell’impugnatura
c’è anche la
ghiera anteriore di selezione
delle funzioni e
dei parametri.
Dalla parte
opposta
del
pentaprisma
troviamo
la
classica torretta
delle
reflex
Nikon di fascia
media ed alta.
Essa contiene i
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La Nikon D3x
adotta due
schede di
memoria,
entrambe di
formato
CompactFlash che
possono essere
impiegate
separatamente
oppure in sincro
per salvare una
copia di backup
oppure salvare in
formati diversi la
stessa immagine.
A sinistra, la
batteria di
alimentazione è
collocata sul
fondo
dell’apparecchio.
pulsanti di tre funzioni quali l’impostazione dell’auto bracketing,
delle funzioni flash ed il blocco
delle ghiere, funzione utilissima quando, una volta impostato l’apparecchio si lavora in
fretta e si vuole evitare che
qualche ghiera si sposti accidentalmente. Sotto alla torretta
c’è il selettore a ghiera delle
varie modalità di scatto (singolo, a raffica lenta e veloce, autoscatto, funzione Live View ed
infine quella che solleva lo
specchio reflex.
Il pentaprisma ha dimensioni
decisamente sopra lo standard
perché offre il 100% di visione
del campo inquadrato e non contiene un lampeggiatore in quanto
la Nikon, per le sue professionali serie D3 prevede l’uso solo con
un lampeggiatore dedicato da fissare alla slitta posta sopra al pentaprisma stesso e dotata dei contatti elettrici necessari. A destra
del pentaprisma vi è il selettore
della modalità di lettura dell’esposizione (Matrix multizona,
semispot e spot) ed il correttore
OTTICHE OBBLIGATE
Lo abbiamo già detto per altre reflex di fascia medio alta ed il discorso
vale ancor di più per la Nikon D3x: è inutile utilizzare obiettivi di fascia
media con un apparecchio che mette a dura prova anche le migliori ottiche oggi in circolazione. I quasi 25 megapixel della nuova Nikon infatti richiedono obiettivi appositamente progettati per avere una risoluzione molto elevata ed anche lavorare sul sensore a pieno formato.
Da tempo Nikon fornisce obiettivi di classe superiore in grado di soddisfare le esigenze dell’utente di reflex della
classe della Nikon D3x. Ne abbiamo selezionati tre con i quali abbiamo condotto le prove pratiche e che sono in grado di restituire le
prestazioni offerte dall’apparecchio. Si tratta
dello zoom grandangolare AF-S Nikkor 1424mm f/2.8G ED, del AF-S Nikkor 24-70mm
f/2.8G ED e dello zoom tele stabilizzato AFS VR Zoom-Nikkor 70-200mm f/2.8G IF-ED,
tre obiettivi realizzati secondo le ultime tecnologie ottiche (i primi due hanno il nuovissimo trattamento antiriflessi Nano Crystal) che
costano, insieme, come il corpo macchina
della D3x ma permettono di ottenere risultati di altissimo livello.
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Sia in interni a luce ambiente (qui sopra) sia in ombra (foto in alto),
la D3x sfoggia una resa perfetta delle tonalità. Le ombre sono piacevolmente dense ma con ricchezza di dettaglio con una resa tonale
simile a quella della pellicola mentre le alte luci sono ben controllate. Entrambe le immagini sono state scattate a 200 Iso.
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PROVA PRATICA DI RIPRESA
L’ingrandimento ottenuto
dall’immagine qui a sinistra, basta da
solo a testimoniare la qualità
d’immagine fornita dalla nuova reflex
professionale di Nikon. L’immagine è
stata scattata con il 24-70mm f/2,8.
INGRANDIMENTO
L’autofocus della D3x ha ottime doti velocistiche tanto da inseguire e
fissare soggetti veloci come un gatto in caccia. Sotto, una trama fine come una tenda in controluce non mette in crisi il sensore e l’obiettivo.
Ancora due scatti che rendono bene qualità cromatiche e passaggi tonali senza contare la risoluzione d’immagine che è su valori assolutamente elevati. Tutto merito di sensore e processore Expeed.
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LA PROVA RUMORE
I progettisti Nikon hanno fatto miracoli in fatto di rumore d’immagine alle sensibilità elevate. L’accoppiata sensore a pieno formato e
processore Expeed permette di lavorare a sensibilità pari ad 800 o
anche 1600 Iso con un rumore particolarmente contenuto. Ciò consente di utilizzare questo apparecchio in luce ambiente senza un evidente effetto di granulosità. Inoltre, anche se presente alle sensibilità superiori, la grana dovuta al
rumore è piuttosto regolare ed assomiglia a quella di una pellicola.
diottrico dell’oculare. Quest’ultimo ha dimensioni molto ampie e
consente una agevole visione di
tutto il campo inquadrato anche
indossando occhiali; lo schermo
di messa a fuoco è esemplare per
qualità di visione e luminosità.
Esso contiene anche i riferimenti
dei punti di messa a fuoco che
diventano di colore rosso una
volta attivi. Nella parte bassa del
mirino e sulla cornice di destra,
appaiono diversi parametri di ripresa grazie a due display di colore verde che mostrano tempo,
diaframma, modalità di esposizione, scatti rimasti o gìà effettuati (a seconda della impostazione personalizzata), sensibilità
50 Iso senza NR
100 Iso senza NR
200 Iso senza NR
400 Iso senza NR
50 Iso con NR
100 Iso con NR
200 Iso con NR
400 Iso con NR
Nonostante le
generose
dimensioni ed il
peso di 1,2 chili
solo corpo, la Nikon
D3x si impugna
molto bene grazie
ad una sagomatura
perfetta del corpo.
I comandi, specie
quelli principali,
sono al posto
giusto.
Iso di lavoro e tanto altro ancora.
Il retro vede la presenza del display a colori da tre pollici ad alta
risoluzione dotato di 920.000
punti sotto al quale vi è un piccolo display monocromatico che
mostra all’utente e serve ad impostare alcune funzioni quali il for-
mato di salvataggio dei file, il bilanciamento del bianco e la sensibilità Iso di lavoro. Sotto ad esso
vi sono appunto i pulsanti per impostare queste regolazioni che sono appunto valore Iso, formato file, e bilanciamento del bianco.
Subito a destra del pulsanti vi è il
piccolo microfono tramite il quale aggiungere un breve commento
audio ad ogni immagine. Sulla sinistra del display secondario vi è
invece l’altoparlante che serve a
riascoltare i commenti registrati
mentre sulla destra il pulsante che
attiva la registrazione.
Sulla sinistra del display a colori vi sono altri quattro pulsanti
che servono ad attivare, rispetti-
LA PROVA VELOCITÀ
Nonostante i quasi 25
megapixel, la Nikon
D3x riesce a scattare
alla cadenza di cinque
fotogrammi al secondo.
Il sistema autofocus
svolge perfettamente il
compito di tracciare i
soggetti in movimento
come testimoniano
queste immagini.
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800 Iso senza NR
1600 Iso senza NR
3200 Iso senza NR
6400 Iso senza NR
800 Iso con NR
1600 Iso con NR
3200 Iso con NR
6400 Iso con NR
L’innesto obiettivi accetta sia le ottiche Nikon nate per i sensori formato standard FX sia quelle DX nate per il formato APS-C. In questo
caso la risoluzione d’immagine diventa pari a circa 10 megapixel.
vamente, i menu di gestione della fotocamera, visibili nel display
a colori, l’ingrandimento delle
immagini in fase di riproduzione, il blocco contro la cancellazione delle immagini contenute
in memoria (in fase di ripresa ha
invece la funzione di mostrare un
display Info sullo stato di funzionamento dell’apparecchio) ed infine il pulsante Ok di conferma
per l’inserimento di alcune funzioni. Più in alto, sempre nella
stessa zona, vi sono i due comandi che servono ad attivare la riproduzione delle immagini e a
cancellarle dalla memoria.
Dal lato opposto del display vi
è il classico comando a bilancie-
re, con pulsante di conferma al
centro, che serve a navigare nei
menu, a scorrere le foto in riproduzione e ad attivare la visualizzazione di informazioni. Subito
sopra c’è il blocco della lettura,
sia esposimetrica sia del punto di
messa a fuoco mentre sotto, c’è
invece il selettore della modalità
di lettura del sistema autofocus
disponibile a tre livelli ovvero
con selezione automatica di tutti
i sensori, selezione tra i sensori
centrali ed infine selezione manuale del punto di messa a fuoco.
Ovviamente è possibile personalizzare diversi parametri collegati alla modalità di lettura dell’autofocus attraverso i menu di gestione dell’apparecchio. Ancor
più in lato troviamo il pulsante
che attiva il sistema autofocus indipendentemente dalla pressione
a metà corsa del pulsante di scatto. Utile soprattutto quando si lavora in Live View per effettuare
rapidamente la messa a fuoco. A
lato di questo comando c’è la
ghiera posteriore di selezione
collocata a portata del pollice
della mano destra.
Gli slot per schede di memoria sono accessibili dal retro e
protette da uno portellino dotato
di sicura. La Nikon D3x può alloggiare due schede di memoria
di tipo Compact Flash con trasferimento dati ad alta velocità;
esse possono lavorare in modo
svincolato, una dopo altra (terminato lo spazio della prima
viene attivata la seconda) oppure con registrazione di backup
(registrano insieme lo stesso file
in sincronismo) o con registrazione sincronizzata di formati
differenti (ad esempio una registra i file Raw e l’altra i Jpeg).
Le prese di collegamento sono
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I RISULTATI DEL TEST TIPA
Il test Tipa realizzato da Betternet
ha confermato in pieno la grande
qualità d’immagine fornita dalla
Nikon D3x soprattutto in termini
di nitidezza. I tecnici
dell’organizzazione tedesca
hanno ottenuto risultati record in
questo parametro adottando
l’obiettivo di ripresa PC Micro
Nikkor 45mm con il quale hanno
realizzato immagini paragonabili
a quelle di una medio formato
con dorso digitale. I risultati
migliori nelle riprese sono stati
ottenuti ovviamente in formato
Raw il quale assicura un
bilanciamento perfetto delle
tonalità rispetto al Jpeg che
risulta appena sovra saturato.
Molto elevata la gamma
dinamica che offre una ottima
leggibilità dei dettagli in ombra.
Il test del ritratto in studio ha fornito risultati eccellenti con un tono della pelle
assai realistico. Le immagini realizzate in
formato Jpeg mostrano una lieve sovra
saturazione che scompare completamente
salvando in formato Raw il quale assicura
una qualità elevata con colori assolutamente corretti e fedeli all’originale.
Il test del tabellone ha fornito un risultato cromaticamente valido ma lievemente sottoesposto. La
gamma dinamica permette però di leggere perfettamente i dettagli nelle zone scure del soggetto.
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I MENU DI GESTIONE
Sotto al display a colori, sul retro,
ve ne è uno secondario che mostra
l’impostazione di alcune funzioni
tra cui Iso e qualità immagine.
In alto a sinistra il menu di gestione che si occupa della personalizzazione dell’apparecchio. A volte la navigazione all’interno
delle voci può diventare complessa. Sopra a destra il menu Info
che appare a richiesta e mostra, nel display posteriore, lo stato
di funzionamento della D3x. Al centro a sinistra il menu per personalizzare la resa ed a destra il diagramma che illustra le modifiche effettuate. Sopra a sinistra, uno dei menu di visualizzazione delle immagini, in questo caso corredato di istogramma della
luminosità e di informazioni supplementari. A destra, durante la
funzione Live View è possibile far apparire la livella elettronica.
in gran parte sul lato sinistro
della fotocamera, coperte dal
coperchi in gomma di protezione; oltre ai classici collegamenti
è presente anche una uscita video digitale in formato HDMI
☺
L
per rivedere le immagini su tv
ad alta risolzuione. Da citare anche i comandi riportati in basso
a destra del dorso (pulsante di
scatto, ghiera posteriore di selezione e comando AF-On), es-
PRO E CONTRO
Qualità assoluta d’immagine.
Costruzione eccellente.
Autofocus ed esposizione di ottimo livello.
Ottima riduzione del rumore.
Velocità operativa nonostante i 24,5 megapixel.
Compatibilità sistema Nikon DX.
Menu di gestione abbastanza complesso.
Peso elevato.
Manca sistema di pulizia del sensore.
In alto a sinistra, la serie di prese di collegamento tra cui quella HDMI.
A destra il selettore del modo di lettura dell’esposimetro insieme al
correttore diottrico. Qui sopra a sinistra i comandi sul lato sinistro del
display. A destra il montaggio del flash dedicato Speedlight SB-900.
senziali quando si impugna
l’apparecchio in verticale.
Sul frontale della D3x troviamo, a destra del bocchettone innesto ottiche, due pulsanti la cui
funzione può essere personalizzata. Tipicamente il primo serve
a previsualizzare la profondità di
campo mentre al secondo può essere affidata qualunque altra funzione. Dal lato opposto, un selettore permette di scegliere il modo di lavoro del sistema autofocus (singolo, servo oppure manuale). Nella parte alta del frontale ci sono anche le prese di collegamento per i flash a cavetto
standard ed il collegamento per il
telecomando. La batteria di alimentazione, come dicevamo all’inizio, è collocata nella parte
bassa ed offre una autonomia stimata di quasi mille scatti. Un raffinato sistema di monitoraggio
del suo stato di carica è visibile
attraverso i menu di gestione
Conclusioni. Una prima presa
di contatto con la Nikon D3x
non può che essere positiva non
fosse altro per il fatto che si tratta di una fotocamera ai massimi
livelli tecnologici e con una
qualità d’immagine da record.
Destinata per peso, costo e complessità al professionista è oggi,
di fatto, la nuova regina del settore, nell’attesa di una risposta
da parte della Canon. La Nikon
D3x costa, solo corpo, 7190 euro compresa una scheda Lexar
da quattro gigabyte; per inforl
mazioni www.nital.it.
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