Ugo Poggi, Colonnello Guardia di Finanza

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Ugo Poggi, Colonnello Guardia di Finanza
«I meccanismi di controllo preventivo con
riferimento al terrorismo e all’immigrazione
clandestina»
Roma, 9 novembre 2016
Col. t.ISSMI Ugo POGGI
Vice Comandante Operativo
Nucleo Speciale di Polizia Valutaria
AGENDA
1
2
3
• Immigrazione clandestina e terrorismo
islamico
• L’immigrazione: flussi, controllo ed
esperienze
• Il finanziamento al terrorismo: controllo e
prospettive
Immigrazione clandestina e terrorismo islamico
La pressione migratoria,
soprattutto per quanto riguarda il
nostro paese, proviene da aree
caratterizzate da forte instabilità
politica e sociale e in cui si sono
costituite milizie armate legate a
movimenti radicali islamici
I conflitti politici, ma soprattutto etnici,
scoppiati in Nord Africa e Medio Oriente
hanno provocato il crollo di molti Stati e
anche delle loro strutture amministrative,
facilitando, in questi territori, l'azione
criminale dei trafficanti di esseri umani, in
quanto gli spostamenti di immigrati,
attraverso la zona sub-sahariana o la
parte mediorientale, e poi da qui verso le
coste del Mediterraneo, avvengono senza
alcun controllo
Daesh
AQIM
Boko Haram
Al Shabab
………
Flusso
migranti
D'altronde sono gli stessi terroristi a rendere nota l'importanza di questo canale, come una
sorta di cavallo di Troia, per poter colpire dall'interno i paesi occidentali. In un comunicato
dell'Isis, pubblicato da alcuni media libici a gennaio 2015, veniva illustrata l'importanza
strategica ricoperta dalla Libia, paese donde affluiscono buona parte dei flussi di immigrati, per
poter arrivare, sfruttando questi ultimi, fino in Europa e "trasformarla in inferno". Quanto
emerge da tale rapporto è stato confermato, anche, da Aref Ali Nayed, l'ambasciatore della Libia
presso gli Emirati Arabi, il quale ha riferito che l'Isis utilizza la Libia come punto nevralgico dal
quale attaccare l'Europa.
il rischio di infiltrazione di terroristi attraverso
l'immigrazione è elevato
essenziale un intervento coordinato a livello
europeo, mirato soprattutto a contrastare gli
organizzatori del traffico di esseri umani,
poiché «i nuovi schiavisti finanziano anche il
terrorismo. E il loro business criminale vale
ormai il 10% del Pil libico».
Si tratta, quindi, di un volume d'affari enorme se consideriamo che ogni migrante paga tra i 6
mila e i 10 mila dollari per il viaggio (almeno di mille euro per attraversare il Mediterraneo e tra i
3 mila e i 5 mila per attraversare il Sahara) e una parte di tali guadagni vengono utilizzati per
finanziare organizzazioni terroristiche. E quindi evidente il vantaggio economico e finanziario per
chi gestisce questo lucroso business derivante dal traffico degli immigrati clandestini.
Nel 2014 in Italia sono arrivati circa 170 mila immigrati
clandestini, provenienti da zone calde, come il Nord Africa o
il Medio Oriente e la maggior parte di questi non sono stati
né identificati né registrati. Meno della_ metà sono rimasti
nei centri di accoglienza o hanno chiesto asilo, mentre della
maggior parte (circa l'80%) non si sa più nulla; hanno fatto
perdere le loro tracce prima dell'identificazione ed è
ipotizzabile che siano rimasti clandestinamente nel nostro
paese oppure, molto probabilmente, abbiano raggiunto altri
paesi europei.
La possibilità di infiltrazione di miliziani jihadisti o qaedisti, ma anche di informatori, tra gli
immigrati che arrivano in Europa è concreta. Nonostante ciò, alcuni studiosi della materia
ritengono improbabile che le rotte migratorie possano essere uno strumento di
infiltrazione dei terroristi all' interno del territorio italiano ed europeo in generale. Essi
sostengono, infatti, che essendo queste tratte via mare molto rischiose e vista
l'importanza, per i gruppi terroristici, di un capitale umano, quale è un miliziano
addestrato, difficilmente i terroristi affiderebbero una risorsa così preziosa alle sorti del
mare.
Nel 2014, l'allora Ministro della difesa, Mario Mauro, ha
affermato che il traffico di clandestini, soprattutto dalla Libia
costituisce uno dei principali strumenti di finanziamento del
terrorismo islamico e a conferma di ciò ha citato alcune
informazioni dei servizi di Intelligence, tra le quali quella
relativa all'arresto, da parte della nostra Marina Militare, di
una dozzina di scafisti di origine egiziana, ai quali sarebbe
stata diagnosticata una forma di tubercolosi tipica di due aree:
il Waziristan, in Pakistan, e il sud dell'Afghanistan, territori in
cui sono presenti alcune basi e campi di addestramento di AlQaeda e dei talebani.
Gian Micalessin, reporter de «Il Giornale» nel 2014, racconta:
"Nell'immenso deserto a sud di Saba il lucroso affare
dell'immigrazione clandestina è ormai sotto il controllo di una
milizia alqaedista interessata non solo ai lucrosi proventi in
denaro, ma anche alla possibilità d'infiltrare informatori e
militanti sui barconi diretti in Italia"98 ed ancora "Al sud il
gruppo di Al Qaeda più attivo - spiega (la fonte) - è quello
legato a Ahmed Asnawi, un comandante molto vicino ad Al
Qaeda. Lui e i suoi uomini sono stati i primi a cercare di
mettere le mani sul commercio di esseri umani. Li prendono
sotto il proprio controllo, li trasferiscono verso la Cirenaica e
la Sirte e da lì organizzano la partenza verso l'Italia su grosse
imbarcazioni. A differenza dei trafficanti tradizionali
garantiscono barche più sicure a prezzi inferiori, intorno ai
mille dollari. Quei soldi, oltre a finanziare il gruppo di Asnawi,
garantiranno l'arrivo nel vostro paese e nel resto d'Europa di
molti terroristi".
Aprile 2015: grazie ad un'operazione condotta dal nucleo antiterrorismo della polizia, insieme
con la Digos di sette province italiane, sono stati arrestati, in Sardegna, 18 persone sospettate
di far parte di una cellula terroristica di Al Qaeda (alcuni di questi sono responsabili di vari
attentati in Pakistan). Secondo quanto emerso dalle indagini, condotte dalla Procura
distrettuale di Cagliari, l'obiettivo di questi terroristi era di sfruttare il flusso di immigrati
clandestini, provenienti dal Pakistan e dall'Afghanistan, diretti verso l'Europa, fornendo loro
documenti falsi e tutto il cartaceo necessario per provare l'esistenza di (false) persecuzioni
politiche o religiose ed ottenere, così, l'asilo nel nostro paese.
L’immigrazione: flussi, controllo ed esperienze
Il fenomeno è strettamente legato agli squilibri economici, demografici e politici che
caratterizzano, principalmente, l'area africana e asiatica. La disomogenea distribuzione
della popolazione e della ricchezza, l'instabilità geopolitica di alcune delle regioni o aree di
provenienza, provocata da guerre e conflitti etnici e religiosi, costituiscono i "fattori di
spinta" che inducono masse di "disperati" a rischiare la vita pur di raggiungere i Paesi più
ricchi.
I Paesi della fascia costiera mediterranea dell'Unione
europea, specie Italia e Spagna, storicamente risultano
approdi favoriti per l'immigrazione irregolare, nonché
per il successivo trasferimento in altri Paesi
continentali.
NORDAFRICANA che, impegnando l'Algeria, la Libia ed il Marocco
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riversa, rispettivamente, nelle coste di Sardegna, Sicilia, Malta e Spagna
migranti nord africani, del Corno d'Africa, mediorientali e del subcontinente indiano
BALCANICA, particolarmente utilizzata (dalla metà degli anni '90, sino ai
primi anni 2000) dai cittadini dell'est europeo e del medio oriente, tra cui i
curdi, che vede come porta d'ingresso in Italia la parte bassa del Mar
Adriatico
ANATOLICA, che collega le sponde della Turchia alle coste ioniche della
Calabria, frequentemente utilizzata fino ai primi anni del 2000, da
cittadini mediorientali, ma anche da egiziani e che in seguito agli accordi
Italia - Libia sta tornando di stretta attualità
ATLANTICA che collega l'Africa Occidentale alle Isole Canarie (Spagna)
I MIGRANTI ORIGINARI DEL “CORNO D’AFRICA” VIAGGIANO PER CIRCA 4
MESI A BORDO DI CAMION O FUORISTRADA ATTRAVERSO IL SUDAN E IL CIAD
PER POI GIUNGERE IN LIBIA. DA QUESTO PAESE, SALPANO A BORDO DI
VECCHI PESCHERECCI IN LEGNO, GENERALMENTE DI LUNGHEZZA COMPRESA
TRA I 10 ED I 25 METRI, FINO A RAGGIUNGERE LE COSTE DELLA SICILIA.
SECONDO QUANTO AFFERMATO DAGLI STESSI MIGRANTI, IL PREZZO DELLA
TRAVERSATA OSCILLA TRA I 600 ED I 1.500 DOLLARI STATUNITENSI.
I MIGRANTI PROVENIENTI DAL MEDIO ORIENTE RAGGIUNGONO L’ITALIA
SEGUENDO DIVERSI ITINERARI.
UN PRIMO PERCORSO PREVEDE L’ATTRAVERSAMENTO DEL LIBANO E DELLA
GIORDANIA PER POI GIUNGERE, VIA TERRA O VIA MARE, SULLE COSTE EGIZIANE
DALLE QUALI HANNO INIZIO LE TRAVERSATE ALLA VOLTA DEL NOSTRO PAESE.
TALI VIAGGI PARTONO PREVALENTEMENTE DALL’AREA DI ALESSANDRIA E HANNO
TERMINE SULLE COSTE SICILIANE E CALABRESI.
UN SECONDO TRAGITTO PREVEDE L’ARRIVO IN LIBIA, OVE I MIGRANTI, DOPO ESSERE STATI CONCENTRATI IN PUNTI DI
RACCOLTA, SOPRATTUTTO NELLA ZONA DI ZUWARAH, VENGONO FATTI PARTIRE A MEZZO DI BARCHE IN LEGNO O
GOMMONI, CON DESTINAZIONE FINALE LE COSTE SICILIANE.
UNA TERZA SOLUZIONE, PER LO PIÙ ADOTTATA NEI MESI SCORSI MA PIÙ DI RECENTE ABBANDONATA, PREVEDE L’ARRIVO,
VIA TERRA O VIA MARE, IN TURCHIA, OVE I MIGRANTI VENGONO IMBARCATI SU NATANTI, ANCHE DI STAZZA RILEVANTE,
DIRETTI PREVALENTEMENTE VERSO LE COSTE CALABRESI, PUGLIESI E, TALVOLTA, LUCANE.
IN BASE A QUANTO RIFERITO DAI MIGRANTI PROVENIENTI DAL MEDIO ORIENTE, IL COSTO DEL VIAGGIO SINO AL NOSTRO
PAESE OSCILLA, A SECONDA DEGLI ITINERARI SEGUITI, TRA I 1.500 ED I 6.000 EURO.
Accanto al certamente più consistente fenomeno migratorio marittimo, non può essere
sottaciuto il traffico di migranti - via terra – sia lungo la c.d. “rotta balcanica” che in ambito
portuale.
Nel primo caso ci si riferisce ai valichi del Friuli Venezia Giulia, al confine con Austria e
Slovenia, che rappresentano il nuovo traguardo per i clandestini provenienti principalmente dal
Pakistan, dall’Afghanistan e dalla Siria che raggiungono a piedi la Serbia e l’Ungheria
IMMIGRAZIONE ILLEGALE
TRATTA DI ESSERI UMANI
2° BUSINNES DOPO IL NARCOTRAFFICO
SMUGGLING = introduzione illegale di migranti
Tratta di esseri
umani
nel territorio di uno Stato. Si qualifica come una
relazione "contrattuale" fra migrante e
trasportatori che solitamente ha termine quando
il primo giunge a destinazione
TRAFFICKING = sfruttamento sessuale od
economico in condizioni analoghe alla
schiavitù. Si basa sullo sfruttamento
intensivo del migrante una volta che questi
termina il viaggio.
COMPARTO AERONAVALE = COMPLESSIVAMENTE DOTATO DI 354 MEZZI NAVALI E
93 MEZZI AEREI (14 VELIVOLI E 79 ELICOTTERI) ED ARTICOLATO SU 15 STAZIONI
NAVALI E 13 SEZIONI AEREE CUI SI AGGIUNGE IL COMANDO OPERATIVO
AEREONAVALE DI PRATICA DI MARE PER LA SORVEGLIANZA DELL’ALTO MARE, IL
RACCORDO CON GLI ORGANISMI INTERNAZIONALI E L’ATTIVITA’ DI ANALISI SUI
GRANI TRAFFICI
SULLA TERRAFERMA
NUCLEI DI POLIZIA TRIBUTARIA (1 PER OGNI PROVINCIA) CHE ASSICURANO IL
CONTRASTO AI PIU’ PERICOLOSI TRAFFICI ILLECITI SU TUTTO IL TERRITORIO
NAZIONALE
TRAFFICI CHE, IN MASSIMA PARTE, ORIGINANO
OLTRE MARE E TRANSITANO PER IL MARE, MA
CHE PRODUCONO I LORO EFFETTI ALL’INTERNO
DEL TERRITORIO E FANNO CAPO AD
ORGANIZZAZIONI CRIMINALI TRANSNAZIONALI
LA CUI SCOPERTA E DISARTICOLAZIONE
PRESUPPONE UN’AZIONE OPERATIVA CHE - SENZA
SOLUZIONE DI CONTINUITÀ - SI SVILUPPI CON LA
MASSIMA E RAPIDA INTEGRAZIONE FRA
DISPOSITIVO DI VIGILANZA A MARE E
STRUTTURE INVESTIGATIVE SUL TERRITORIO.
IN TAL SENSO, I DATI SULLA DICHIARATA NAZIONALITÀ DEI MIGRANTI ARRIVATI VIA MARE IN ITALIA
TESTIMONIANO COME LE ROTTE DEI CLANDESTINI SI SOVRAPPONGANO, DI FATTO, A QUELLE DEI
PROFUGHI PROVENIENTI DA AREE DI CONFLITTO O DI ELEVATE CONDIZIONI DI INSICUREZZA.
CIÒ DIPENDE ANCHE DAL DINAMISMO E DALLA VERSATILITÀ TATTICA DELLE ORGANIZZAZIONI
CRIMINALI CHE GESTISCONO IL TRAFFICO DI ESSERI UMANI.
SI TRATTA PERLOPIÙ DI RETI MULTINAZIONALI, TALORA CONTIGUE AI CIRCUITI DEL
CONTRABBANDO D’ARMI OVVERO DEL NARCOTRAFFICO, STRUTTURATE IN RETI DI DIVERSI
GRUPPI, CHE NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI POSSIEDONO LEGAMI ETNICI O COMUNQUE
CULTURALI CON GLI IMMIGRATI DI CUI FAVORISCONO GLI ILLECITI SPOSTAMENTI.
TALI STRUTTURE ORGANIZZATIVE OPERANTI TANTO NELLO SMUGGLING - OVVERO IL
FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA - QUANTO NEL TRAFFICKING - LA VERA E
PROPRIA TRATTA DI ESSERI UMANI - SONO SPESSO ARTICOLATE SULLA BASE DI DISTINTI LIVELLI
OPERATIVI CHE OPERANO NEI VARI PAESI INTERESSATI DAL FLUSSO MIGRATORIO.
AD UN PRIMO LIVELLO, SI ASSISTE ALL’OPERATIVITÀ DELLE ORGANIZZAZIONI ETNICHE CHE SI OCCUPANO
DI PIANIFICARE E GESTIRE LO SPOSTAMENTO DAL PAESE DI ORIGINE A QUELLI DI DESTINAZIONE.
UN SECONDO LIVELLO È RAPPRESENTATO DALLE ORGANIZZAZIONI CHE AGISCONO NEI TERRITORI
SENSIBILI, SITUATI NELLE ZONE DI CONFINE TRA I DIVERSI PAESI SIA DI PASSAGGIO CHE DI DESTINAZIONE,
CUI SONO AFFIDATI COMPITI OPERATIVI, COME FORNIRE DOCUMENTI FALSI, SCEGLIERE ROTTE E
MODALITÀ DI TRASPORTO ED OSPITARE I CLANDESTINI IN ATTESA DEL TRASFERIMENTO.
IL TERZO LIVELLO È INVECE COSTITUITO DALLE ORGANIZZAZIONI CHE SI OCCUPANO DI GARANTIRE IL
PASSAGGIO ATTRAVERSO I LUOGHI DI CONFINE E DI AFFIDARE I “ TRAFFICANTI” AGLI EMISSARI FINALI
QUESTI ULTIMI COSTITUISCONO UN QUARTO LIVELLO CHE BENEFICIA DEI COSPICUI PROVENTI DERIVANTI
DALL’ASSERVIMENTO E DALLO SFRUTTAMENTO DEL MIGRANTI.
OPERAZIONE «CARONTE»
LA SPEZIA
-
-
Associazione a delinquere nigeriana finalizzata al traffico internazionale di esseri umani tra
Nigeria ed Italia, alla riduzione in schiavitù ed allo sfruttamento della prostituzione, con
l'arresto di 22 soggetti e la denuncia di 54 responsabili.
vertice in Nigeria con ramificazioni in diversi stati africani (prevalentemente Niger e Libia)
ed Europei, tra cui Italia, Francia e Germania;
Modus operandi = determinazione periodica di vere e proprie "quote" di persone da
inviare in Europa, mediante i canali dell'immigrazione clandestina, assegnando ai loro
referenti, anch'essi di etnia nigeriana ed ormai radicati nelle nazioni occidentali, il compito
di destinarli ad attività illecite di ogni genere, quali prostituzione, spaccio di stupefacenti
ed altri reati
Alle donne veniva prospettato l'ottenimento di posti di lavoro in Italia, garantendo un sicuro
miglioramento delle condizioni di vita, salvo poi richiedere una somma di denaro (fino a 60/70
mila euro) per "riscattare" l'investimento finanziario sostenuto dall'organizzazione che si era
impegnata a facilitare l'espatrio; nei confronti dei soggetti maschi, invece, veniva assegnato
l'incarico di introdursi nella rete di spaccio di sostanze stupefacenti.
L'attività di prostituzione e di spaccio della droga, se eseguita con perseveranza ed obbedienza
verso i controllori, avrebbe consentito alle ragazze di riscattare il prezzo pattuito per la
liberazione; tuttavia, come accertato, alcune di loro hanno preferito, in luogo di una nuova vita,
salire di un gradino nell'organizzazione criminale, accettando a loro volta di diventare protettrici
e responsabili di nuove arrivate.
E' stato, altresì, calcolato che almeno 10.000 persone siano state fatte entrare
clandestinamente in Europa, attraverso rischiosi viaggi con i quali le vittime venivano
condotte prima attraverso il deserto del Niger e della Libia e successivamente ammassati in
veri e propri centri di raccolta dislocati lungo le coste libiche da dove, in relazione alle diverse
esigenze del "mercato" o delle organizzazioni criminali, venivano imbarcate su natanti alla
volta dell'isola di Lampedusa. Qui giunti, dopo un periodo variabile di permanenza, venivano
destinati ai centri di accoglienza di Puglia, Molise, Campania, Calabria e Sicilia.
Le indagini hanno dimostrato che il gruppo criminale nigeriano, si autofinanziava sia con gli
incassi derivanti dallo spaccio di stupefacenti, sia dai proventi dello sfruttamento della
prostituzione.
Nondimeno, i proventi illeciti accumulati nel corso del tempo venivano:
- in parte inviati in Nigeria attraverso canali illegali (sistema c.d. euro to euro)-,
- in parte investiti in Niger e in Libia (attraverso lo strumento di trasferimento
money transfer) per finanziare il viaggio dei clandestini dalla Nigeria all'Italia.
Euro to euro = hawalla (la terminologia era quella usata dagli indagati nelle
conversazioni telefoniche intercettate).
In particolare, nello stato africano vi sono delle agenzie (clandestine) che raccolgono
il denaro proveniente dall'Italia trasportato da "vettori" all'uopo preposti che lo
occultano in corpore (raccolto in cilindri) oppure negli effetti personali o nei doppi
fondi delle valigie: con questa metodologia vi è un incessante alimentazione delle
casse dell'agenzia.
OPERAZIONE «BAKARA»
FIRENZE
Sono state eseguite 7 misure restrittive nei confronti di cittadini somali –
responsabili dei reati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, riciclaggio
degli illeciti proventi ed abusivismo finanziario – ed il sequestro di 9 agenzie di
money trasfer, legate ad intermediari finanziari, legate ad intermediari finanziari
internazionali non autorizzati dagli organismi di vigilanza preposti, che operavano
per un giro di affari stimato in oltre 25 milioni di euro annui..
In tale contesto investigativo, Le autorità del Regno Unito, in un’attività di
cooperazione internazionale di polizia, hanno tratto in arresto un ulteriore
responsabile e sequestrato alcuni server utilizzati dagli operatori finanziari illegali,
per la movimentazione dei flussi finanziari connessi ai traffici gestiti
dall’orgaizzazione, fra cui quello di esseri umani
FINANZIAMENTO AL TERRORISMO
MODALITA’ DI TRASFERIMENTO
-
Banche
Money value transfer services
Cash couriers
Valute virtuali
Carte prepagate
IL GRUPPO INVESTIGATIVO
FINANZIAMENTO AL TERRORISMO
IL NUCLEO SPECIALE POLIZIA VALUTARIA
PRIMO REPARTO SPECIALE
DEL CORPO,
MILANO
ISTITUITO CON LEGGE
15 MAGGIO 1976 n. 159
ROMA
PALERMO
REGGIO C.
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ORGANIGRAMMA
Sviluppare gli accertamenti a richiesta del Comitato di Sicurezza
Finanziaria e le altre attività connesse alla procedura di congelamento
delle risorse economiche
Approfondire le richieste di informazioni inoltrate dalle Financial
Intelligence Units estere in materia di finanziamento del terrorismo,
pervenute per il tramite dell’Unità d’Informazione Finanziaria per l’Italia.
compiti
Elaborare “progetti” da realizzare attraverso l’impiego congiunto di risorse
della componente speciale e territoriale
Corrispondere ad eventuali richieste avanzate dalla Direzione Nazionale
Antimafia e Antiterrorismo, per effetto di quanto stabilito del Protocollo
d’Intesa sottoscritto con il Corpo
Sviluppare gli appunti informativi originati dal II Reparto del Comando
Generale, incluse le attivazioni provenienti dai componenti del Comitato
di Analisi Strategica Antiterrorismo e comunque da altri Enti esterni
Eseguire le ispezioni e i controlli antiriciclaggio nei confronti delle
categorie di soggetti sottoposti alla vigilanza esclusiva o concorrente
del Corpo
compiti
Assicurare un supporto di conoscenze e di carattere informativo alle
altre unità operative del Corpo
Approfondire le segnalazioni di operazioni sospette pervenute dall’Unità
d’Informazione Finanziaria per fatti di finanziamento del terrorismo
Eseguire indagini di polizia giudiziaria, d’iniziativa o su delega
dell’Autorità Giudiziaria
Effettuare
“l’analisi
tattica” e “l’analisi
operativa” di rischio e
di contesto, finalizzate
all’individuazione delle
tendenze
e
delle
dinamiche concernenti
il finanziamento del
terrorismo, dei relativi
schemi illeciti adottati
e dei soggetti coinvolti
e, per tali finalità :
partecipa con propri qualificati rappresentanti, previa
attivazione di questo Comando Generale, in relazione alle
specifiche tematiche affrontate, ai lavori del Gruppo
d’Azione Finanziaria Internazionale e, in particolare, a quelli
dei gruppi specialistici che conducono studi relativi alle
caratteristiche e alle modalità di finanziamento delle
organizzazioni estremistiche, tenuto conto dell’evoluzione
dello scenario di riferimento e dei rapidi cambiamenti che
interessano tali sodalizi criminali
aggiorna costantemente il proprio patrimonio conoscitivo,
anche attraverso sinergie con le altre componenti
specialistiche, in primis con il Servizio Centrale
Investigazione
Criminalità
Organizzata,
acquisendo
evidenze emerse in altri ambiti operativi e che possono
risultare significative per il settore in esame
Si ringrazia per l’attenzione