[nazionale - 5] lastampa/italia/03 10/04/11
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[nazionale - 5] lastampa/italia/03 10/04/11
LA STAMPA DOMENICA 10 APRILE 2011 Qui Roma «Affrontare le sfide senza meschinità nazionali e accogliere le persone dignitosamente» «Occorre spirito europeo. Non c’è alternativa all’accoglienza di immigrati regolari» Giorgio Napolitano Qui Berlino «Difficile che l’Europa su queste materie parli presto con una sola voce» «Il prossimo passo è essere concordi nel dare aiuto ai Paesi di provenienza» Christian Wulff mani, in Lussemburgo, quando solleciterà risorse aggiuntive, una ridefinizione della distrubuzione dei rifugiati e, ecco il piatto forte, l’attivazione della procedura della direttiva 55 del 2001. «E’ un finto dibattito - spiegano fonti europee -. Non c’è consenso ed è una norma priva di alcun automatismo». La Commissaria Ue per l’Immigrazione, Cecilia Malmstroem, ha già scritto la lettera da spedire a Maroni per dire che non vede le condizioni di procedere. Fine del match. Il leghista del Viminale sunoscenza del dossier imputa- birà un nutrito fuoco di fila no in buona parte alla confu- sulle carte di soggiorno a temsione strategica che sin dal- po. «Uno Stato ha il diritto di l’inizio ha caratterizzato la no- emettere dei permessi, ma bistra gestione della crisi. Viene sognerà determinare la conconsiderato un errore aver formità della pratica con le regonfiato l’allarme all’inizio del- gole di Schengen», riassume l’esodo dal Nord Africa, come la Malmstroem. Un problequello di aver chiesto aiuti ma? «Per circolare liberamensproporzionati e di aver scari- te occorre un permesso, ma cato sistematicamente le re- anche un titolo di viaggio valisponsabilità su Bruxelles, da do, provare che dispone di dove - invece - sono arrivate mezzi sufficienti e di un’abitaofferte di aiuto e finanziamen- zione, non comparire nella ti. Molte delle quali, si è sco- banca dati Schengen, ecc». perto, sono state ignorate. Tutti requisiti che, per forza Questo è servito da prete- di cose, i disgraziati fuggiti sto perché molti Stati chiu- dalla Tunisia non hanno. dessero a doppia mandata il La Francia sarà la prima a forziere della solidarietà. La sparare ad alzo zero. Non Francia di l’unica. «C’è anSarkozy, agitaPORTA IN FACCIA che un’altra queta dal consenso «La clausola temporanea stione - spiegacrescente delno alla Commisnon vale certo per sione -. La titolal’estrema dei migranti economici» rità di un perstra lepeniana, ha deciso e atmesso temporatuato una politica della tolle- neo disinnesca la possibilità ranza zero, anche perché ha che la polizia italiana possa avuto la non astrusa sensa- fermare sul territorio nazionazione che l’Italia facesse da le i clandestini divenuti tempoponte perché i tunisini si raneamente legali». Questo spingessero oltralpe. Il mon- vuol dire che possono arrivado nordico ha colpevolmente re in Francia senza ostacoli ed sottovalutato l’evento, Ger- essere cacciati indietro senza mania compresa, e con due complimenti. Certo che qui ragioni in più: la Merkel in Parigi viola i patti di Schencrisi non vuole immigrati e, gen, perché non può blindare al solito, teme che l’interesse le frontiere a puro piacimenper il Sud distragga dall’Est. to. Gli accertamenti «non posDi qui anche la freddezza del- sono essere sistematici», rile nuove democrazie dell’ex corda la Malmstroem, però sooltrecortina. no ammessi se «mirati». BisoMaroni ha ripreso a grida- gna essere cauti. I margini ci re contro l’Europa non solida- sono e la gendarmeria può fale a fronte di «un popolo italia- re ciò che vuole. In fondo, per no che mostra sempre collabo- ora, nessuno sta controllando razione». Non lo aiuterà do- i controllori. L’Italia spalle al muro tutta l’Unione è contro La commissaria Ue scrive a Maroni: non si può neanche discutere In Lussemburgo la partita è ardua ancora prima di cominciare Retroscena MARCO ZATTERIN CORRISPONDENTE DA BRUXELLES N on c’è solo Nicolas Sarkozy a dire che «la clausola temporanea» non è praticabile. La norma che l’Italia ha annunciato di voler invocare domani al Consiglio dei ministri degli Interni Ue, cioè la regola varata nel 2001 per il Kosovo (e mai usata) che in teoria potrebbe aprire la porta della redistribuzione dei migranti su base continentale, rischia di avere appena due sostenitori su ventisette, Roberto Maroni e il collega maltese. L’uomo del Viminale rischia di trovarsi con le spalle al muro e forse lo sarebbe anche se ci fosse consenso sulla sua richiesta. «La clausola non è vincolante e comunque vale per chi ha diritto alla protezione internazionale - spiega una fonte della Commissione -, Roma, invece, ripete da giorni che si tratta di migranti economici da rimandare a casa...». Il tremendo destino dell’onda umana che arriva ogni giorno e ogni notte a Lampedusa sta tirando fuori il peggio di tutta l’Europa, o quasi. L’Italia fatica a trovare alleati, circostanza che i funzionari comunitari a co- Le domande di asilo in Europa Suddivisione Paesi europei Dati 2010 Paesi Bassi 15.100 Francia 51.600 l'Austria 11.100 Germania 48.500 Svezia 31.900 Grecia 10.300 Belgio 26.100 Italia 10.100 Regno Unito 23.700 Polonia 6.500 Da dove provengono pari all'8% pari al 7% pari al 7% pari al 6% pari al 6% Afghanistan 20.580 Russia 18.500 Serbia 17.715 Iraq 15.800 Somalia 14.400 Richieste di asilo: UE a 27 2010 Italia in Italia: 2009 257.800 264.000 10.050 17.470 Da dove provengono Nigeria 1.385 (14%) Pakistan 930 (9%) Afghanistan 875 (9%) Centimetri - LA STAMPA terviste “LE MONDE” DURO Il direttore di «France terre d’asile» gliata ma anche miope». “Sbagliano tutti, ma sì ai permessi temporanei” «Tre cose. Prima: facilitare la concessione dei visti. Attenzione, non sto dicendo di aprire le frontiere. Ma se per un giovane tunisino ottenere un visto regolare costa più che pagare uno scafista, è chiaro che così l’Europa fabbrica clandestini». ALBERTO MATTIOLI CORRISPONDENTE DA PARIGI T Che cosa bisogna fare, allora, con i tunisini? Seconda? nale, il conflitto è inevitabile». Però l’ondata di immigrati c’è e va gestita... utto sbagliato, tutto da rifare. Quella tra Francia e Italia è una «querelle de clochers», una guerra di campanili, in cui hanno torto entrambi i contendenti. Il giudizio è di peso perché arriva da Pierre Henry, direttore generale di «France terre d’asile», l’ong che festeggia i suoi primi 40 anni di battaglie in difesa di migranti e rifugiati. «Ma parlare, come si è fatto, di “esodo biblico” è eccessivo. Ricordo che dall’inizio della guerra in Libia la Tunisia ha accolto circa 230 mila persone. Rispetto ai suoi abitanti, sarebbe come se in Francia o in Italia fosse arrivato un milione di persone. E la Tunisia non ha certo le nostre risorse. Quello che mi colpisce è la politica poco degna dei Paesi europei». Fra Italia e Francia, chi sbaglia? «Perché dall’altra parte del Mediterraneo abbiamo assistito a due rivoluzioni e a una guerra. Svolte storiche, epocali. E noi siamo qui a farci i dispetti alla frontiera, nella latitanza totale dell’Europa. Ricordo quel che successe nel 2009, con gli afghani che volevano passare dalla Francia all’Inghilterra. Gli inglesi chiusero «Tutte e due. A forza di esaltare le risposte nazionali a problemi sovrannazionali il risultato è questo. Da anni il governo italiano non è avaro di propositi al limite della xenofobia. Quello francese, mi sembra, lo sta imitando. E allora, se la prospettiva è solo nazio- Primo Piano 5 Poco degna, perché? «Aiutare la Tunisia, dandole una prospettiva che esca dal binomio tessile-turismo in cui finora è rimasta incatenata la Pierre Henry Guida «France terre d’asile», una Ong da 40 anni leader sui migranti le frontiere, esattamente come la Francia sta facendo adesso con l’Italia. E poi quando si comincia una guerra bisognerebbe riflettere sulle sue conseguenze». Ogni riferimento all’attacco francese a Gheddafi... «E’ puramente voluto. Ma anche l’Italia è vittima del suo cinismo». Per esempio? «Per esempio quando Berlusconi è andato a Bengasi a firmare un trattato con Gheddafi così riassunto: più petrolio e meno immigrati. Poi succede che i popoli si prendano la li- bertà. E non c’è più furbizia che tenga». Il ministro degli Interni francese, Claude Guéant, annuncia un giro di vite sull’immigrazione, compresa quella regolare... «Vuol dire che è iniziata la campagna elettorale per le presidenziali del 2012. Peraltro la sua collega dell’Economia Christine Lagarde l’ha subito contraddetto dicendo che, al contrario, l’immigrazione legale va protetta e resa sicura perché, evidentemente, serve alla nostra economia. Quindi la politica di Guéant non è solo sba- «Guerra di campanili I visti dovrebbero costare meno degli scafisti, invece...» sua economia. L’immigrazione va regolata alla fonte, non alzando linee Maginot che finiscono sempre per essere aggirate». Terza? «Applicare la direttiva europea di protezione temporanea decisa nel 2001 per far fronte alla fuga dai Balcani che, tutto sommato, ha funzionato». L’Italia l’ha chiesta... «Beh, ha fatto bene. Ma, per favore, basta con la guerra degli ego. Serve un po’ di serietà. E di coraggio». «Purtroppo ognuno pensa per sé» In Francia sono naturalmente numerose le riflessioni dissonanti rispetto alla posizione del governo Sarkozy sulla crisi-immigrati. «La recente disputa franco-italiana sui titoli di soggiorno e i controlli quasi sistematici alle frontiere ha illustrato fino alla caricatura l’assenza di una politica comune e di una reale solidarietà fra gli europei»: lo scrive in prima pagina il quotidiano francese Le Monde, in un editoriale dal titolo “L’Europa, l’immigrazione e l’ognuno per sé”. «Incapaci di mettere a punto regole comuni per l’asilo - continua Le Monde - ostili ad ogni condivisione del fardello, rifiutando di pensare che la pressione dei clandestini si esercita molto più su alcuni che non su altri, i 27 offrono la desolante immagine di un potere senza linea direttrice e senza risposta di fronte alle sfide di domani». I