l`erba del vicino

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l`erba del vicino
L’ERBA DEL VICINO
Domenica 08 Giugno 2008 14:30
di Mariavittoria Orsolato
C’erano tempi, non poi così lontani, in cui si manifestava orgogliosi il proprio bisogno di libertà
scandendo lo slogan “vietato vietare”: ora che il divieto è diventato il più efficace strumento di
consenso, proprio per colui il quale lo slogan l’aveva creato, la nuova parola d’ordine è
“tolleranza zero”. Con i Rom, con gli statali fannulloni, con i drogati. E’ proprio partendo dal
rifiuto del termine che ha fatto la fortuna (non solo politica ) di Rudolph Giuliani, cha da quattro
anni a questa parte l’associazione “Cannabis Tipo Forte” ha istituito la prima ed unica fiera
italiana interamente dedicata al mondo della cannabis, una tre giorni di convegni ed esposizioni
la cui prima edizione si è svolta a Pescia e che da tre anni viene ospitata nella Bologna dello
sceriffo Cofferati. Sebbene la nuova legge italiana, la Fini-Giovanardi, indichi come illegali la
coltivazione e la detenzione di questo stupefacente naturale, è un dato di fatto che il consumo
di marijuana e hashish sia abbastanza diffuso. I numeri ufficiali del Ministero della Salute
indicano che almeno tre milioni e mezzo di persone “fumano”, non stupisce perciò vedere la
coda al botteghino della fiera. La tre giorni che si è chiusa domenica a Bologna è stata infatti
visitata da almeno 3000 persone, un eterogeneo esercito di curiosi, neofiti e amatori ha affollato
gli stand internazionali e nostrani che occupavano il Palanord, tra banche del seme - da non
confondersi, ovvio, con quelle destinate alla procreazione umana - e artigianalissimi smoking
tools, si scorgevano anche carrozzine e barbe bianche, a testimonianza che la canapa non è un
vizietto per studenti e giovani in cerca di sballo ma è un fenomeno decisamente
intergenerazionale.
Ma forse definirlo vizietto è sbagliato. “Il ministero della Sanità ha riconosciuto la Cannabis e i
suoi principi attivi come farmaci efficaci per diverse patologie tra cui il glaucoma e l’epilessia afferma la dottoressa Alessandra Viazzi, psicologa e presidentessa dell’Associazione P.I.C (
pazienti impazienti cannabis ) - l’ex Ministro Turco ha dato il via a un’importante riforma ed oggi
la classe medica ha la possibilità di prescrivere cannabinoidi ai propri pazienti senza il rischio di
incorrere nelle durissime sanzioni penali previste dall’attuale legge”. La canapa è infatti un’erba
che ha molteplici usi industriali, ha un posto di tutto rispetto nelle antiche tradizioni biomediche
e curative ed è stato recentemente comprovato che la sua somministrazione in contesti
chemioterapici e di stimolazione dell’appetito nei malati di AIDS è fondamentale nella riduzione
del dolore e degli effetti collaterali legati alla composizione chimica dei farmaci in uso nel
trattamento di queste patologie terminali. Insomma, curarsi con la cannabis è lecito e sembra
sia anche efficace, ma detenerla non lo è.
Oltre all’aspetto etico e biomedico della sostanza, la ragion d’essere di questa manifestazione
è infatti l’antiproibizionismo. “ Imporre o proibire uno stile di vita è una violazione della libertà
individuale – puntualizza Paolo Crocchiolo, fondatore del Forum Droghe e rappresentante del
comitato scientifico dell’Associazione Cannabis Terapeutica – lo Stato può sconsigliare
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determinati comportamenti ma non ha il diritto di reprimerli o proibirli, a meno che tale
comportamento non danneggi terzi. Sulle sigarette c’è scritto che il fumo uccide ma il fumatore
ha libera scelta di decidere come farsi del male; lo stesso vale per l’alcool. In Europa l’hanno
capito, qui da noi, dove paradossalmente ci si mette d’accordo un po’ su tutto, la strada è
ancora lunga”.
E’ già qualche anno che i nostri cugini d’oltralpe stanno modificando la loro legislatura
secondo il principio della tolleranza e della riduzione del danno, quest’ultima intesa come lotta
al mercato nero delle mafie e come garanzia di qualità per il consumatore. “Se proprio devono
fumare, che almeno fumino bene” ironizza Emanuel Kotzjahn, redattore della rivista berlinese H
anf Journal
, free press dedicato ai temi cari all’antiproibizionismo e alla coltivazione di marijuana. In
Germania la produzione all’ingrosso è stata bloccata nel 1998 ma da allora abbiamo avuto
notevoli risultati nella battaglia con gli spacciatori. Se prima i test sulla sostanza indicavano
“tagli” di vetro, plastica e piombo, ora la canapa è pressochè totalmente naturale. In Svizzera,
come in Austria, nel Lussemburgo come in Polonia, per non parlare della tollerantissima
Olanda, la coltivazione domestica della canapa è permessa e i limiti di possesso sono almeno 5
volte maggiori rispetto a quelli sanzionabili in Italia. A livello internazionale però la sorpresa più
grande è la Repubblica Ceca: fino al 1989 non sapevano nemmeno cosa fosse la cannabis,
oggi che la coltivazione è legale e il consumo è tollerato la Cechia è una delle più grandi
produttrici europee.
Tornando in patria, alla tre giorni di Bologna c’è però stato un grande assente. Il firmatario
della legge sulle droghe, quella che per intenderci mette sullo stesso piano droghe pesanti e
leggere, e Sottosegretario alla presidenza del consiglio Carlo Giovanardi era stato invitato a
presenziare al dibattito sulle conseguenze della sua legge previsto per domenica, ma ha
declinato tuonando:
“ Introdurrò strumenti normativi acchè manifestazioni di questo tipo non si ripetano mai più”.
Dello stesso avviso la capogruppo dell’Udc a Bologna, la consigliera Silvia Noè, che mercoledì
ha presentato in giunta un’interrogazione rigurdante la leicità del convegno ecotecnologico
paventando la possibilità di portare il discorso in Parlamento. Dalla sua, il sindaco Cofferati non
si scompone “In questi tre anni non ci sono mai stati problemi, i residenti non si sono lamentati
e anche le forze di polizia presenti in loco non hanno riscontrato situazioni che giustificassero
un intervento diretto”. Un po’ come Pilato, se ne lava le mani.
Se le sono già lavate invece lo stesso Giovanardi e il neopresidente della Camera Fini: con la
loro legge il numero di arresti per detenzione e spaccio di cannabinoidi è aumentato del 64% ,
ma a loro basta il numero, il dato, la cifra. Ad Alberto Mercuriali, un ventottenne di Castrocaro
Terme, è invece bastato ricevere il foglio di notifica per la detenzione di una modica quantità di
hashish per scrivere una laconica lettera di scuse e suicidarsi con il gas di scarico della propria
auto. E’ successo un anno fa, i giornali lo avevano dipinto con un tossico criminale e lui non c’è
stato, ha preferito togliersi la vita piuttosto che affrontare un’esistenza da “segnato”. In questa
Italia al rovescio si sbandiera la tolleranza zero, che però poi la tolleranza sia applicata a
ottuagenari senatori cocainomani e lo zero a ventenni imberbi e incensurati, è un altro paio di
maniche.
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