GP del Portogallo
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GP del Portogallo
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Sainz, Vescovi. settimanale a tutto motore Anno 6 n. 39 (284) - 23 settembre 1986 spedizione in abb. gr II/70 La FISA come il Palermo Calcio? La... speranza è più che lecita. Vista l'ennesima dimostrazione in Portogallo (con il «sacrificio» di Senna) della fallimentare politica regolamentare della Federazione presieduta da JMB, viene proprio... da sperare che tra una settimana vada a buon fine la causa civile che la Peugeot ha intentato alla FISA per danni, dopo l'abolizione-lampo delle vetture «mostro» nei rallies. La Casa francese, che ha appena ribadito il titolo mondiale rallies, non ci vuoi stare alla rivoluzione regolamentare che porterà l'anno prossimo le Gr.A al titolo mondiale, e perciò spera che il magistrato francese gli dia ragione. I danni valutati in 4 miliardi di franchi metterebbero k.o. la FISA e da ciò la (provocatoria) ipotesi... palermitana. Perché, con una batosta del genere, la FISA dovrebbe dichiarare bancarotta e perdere il suo potere sulle corse automobilistiche. È certo un caso impensabile, alla fine, anche perché c'è una regola di sicurezza che rende possibile qualsiasi intervento anche immediato a modifica dei regolamenti tecnici. Ma certo che di fronte a tutte le mattane imposte a Case e piloti, sulla scorta di complessi giochi di potere e economici,' sarebbe l'unica soluzione da auspicare quella di veder la FISA fallita. Con la speranza che, ricominciando da zero, si possa ridare un senso antico anche alle corse, a cominciare dalla F.l, restituita alla velocità vera e tolta alle alchimie. Bussola vice direttore Marco Magri redattore capo Alberto Sabbatini LA REDAZIONE inviati speciali: Leopoldo Canetoli Eugenio Zigliotto redazione Paolo Conti Franco Fiorucci Chiara Luciani Guido Rancati servizio grafico Eugenio Loy Marco Minghetti produzione auto ed economia Giulio Mangano per te spettatore 8 12 14 19 11 13 15 28 29 30 - 31 pag. pag. pag. pag. pag. pag. - per te protagonista Porsche 928: fenomeno atmosferico Citroen in scala Trazione 3 .. pulsante (per Y10) Casca... la vendita moto LO STRILLO: sfida di caccia Lascia il rock per la F.3 direttore responsabile Marcelle Sabbatini collaboratori specializzati Pagine C.P. Portogallo: la Mansellmatica Le 10 domande a FERRARI Surer e l'aspirato Anatomia del C.P F 1 Le pagelle dei protagonisti II MEMO (con la Nelsoneide) Direzione, redazione, amministrazione: Via Vittorio Veneto 7 - 40055 Villanova di Castenaso (Bologna) telef. (051) 78.15.66 telex 222026 ROMBO - segret. informazioni telef. (051) 78.16.44. 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Enzo Pretolani pag pag. pag. pag motonautica Bruno Boglioni Cario Nicolini medicina sportiva il nuovo Saturno ESTORIL - Sono state due le gare splendide, in Portogallo: quella di Mansell naturalmente, tutta d'attacco, e quella di Ayrton Senna, l'unico che ha rischiato il massimo in tutti i sorpassi, senza mollare mai un attimo, con una macchina che non era certo una meraviglia come tenuta di strada. Ed il secondo posto, che gli avrebbe lasciato speranze per il mondiale lo aveva meritato ampiamente, costringendo addirittura il rivale Piquet a un testacoda per mantenere il suo ritmo. «Era stata una corsa durissima, ma anche molto buona per me» dirà alla fine quando è sbollita la rabbia. «Ho avuto una bellissima battaglia, dura ma corretta con Nelson, ma alla fine sono rimasto fregato dal computer di bordo, che segnava ancora un giro e mezzo di carburante mentre rimaneva solo mezzo giro da fare. E così sono rimasto a secco: ho cercato di pescare quanto si poteva dal serbatoio, ma la macchina andava a singhiozzo, a passo d'uomo...». Il guaio è che anche l'ingegnere dai box gli segnalava gli stessi dati del computer, che deve essersi sregolato. Lo hanno visto tutti, anche in televisione, con la visiera ormai alzaia, in segno di resa, cercare di finire la corsa, di arrivare al traguardo, cosa che gli è riuscita molto lentamente, ma ormai troppo tardi. Non è stato l'unico della giornata. Anche Teo Fabi si è dovuto arrendere per mancanza di benzina. «Il computer segnava ancora quattro giri da percorrere quando il motore si fermato a un paio di giri-dalla fine. Sapevamo di essere al limite, ma un disavanzo del genere non me lo aspettavo proprio». Fabi a parte, sembra quasi che la giusta Nemesi abbia voluto mostrare al mondo, in una delle tre corse decisive dell'anno, quale è stato il «sacrificio» cui la stupida formula che ha castrato la massima espressione della velocità, ha condannato lo sport automobilistico. Come Saturno si mangiava i figli (e qualche anno fa il parallelo fu agghiacciante per Ferrari) meno cruentemente, ma altrettanto simbologicamente il Presidente di quella Federazione che con le scelte regolamentari dovrebbe garantire il successo dello sport automobilistico, è riuscito in questa grande impresa: far eliminare, subito al primo dei tre Gran Premi che decideranno il titolo '86, il pilota che con le sue pole-position più ha esaltato la stagione, dato un significato alle sfide già vedove dell'eclatante nome Ferrari e stravolte dalle prestazioni elettroniche di un motore giapponese che meglio non poteva far mettere a frutto i 40 milioni di dollari di investimenti costate!». Ayrton Senna da Silva, il brasiliano che ha ridato alle imprese agonistiche il sapore dei tempi andati, quando anche con un mezzo inferiore si potevano rovesciare i risultati, è stato eliminato dal poker iride anche per un computer in tilt, oltre la palese inferiorità cui il motore della pur altezzosa Renault lo condannava. Con Senna out, probabilmente è anche la fine del discorso Regie. Chi mai può pensare di affrontare un programma con la Casa francese che vuoi ridurre gli investimenti comunque in F. 1? Ma il «Sennicidio» della Formula Consumo resta. Ed è certo la pagina più stupida che viene scritta oggi da quella enclave di soloni che, per giochi di potere e di denaro, stanno definitivamente uccidendo l'entusiasmo per questo sport, ridotto a monologhi in girotondo con l'occhio a una spia digitale, per la quale ormai non servono più i piloti. Perché SENNA 4° ESTORIL - La prima cosa che è venuta in mente, dopo aver visto la Lotus di Senna tagliare faticosamente il traguardo del GP del Portogallo, umiliata dalla formula consumi dopo una gara stupenda, è stata come sarebbe stato considerato, quel giro al rallentatore, nella classifica finale. In effetti, Senna è stato classificato, con oltre 3' di distacco, ad un giro dal vincitore, comunque quarto poiché il penultimo giro lo aveva tagliato davanti ai due ferraristi. La norma, infatti, prescrive che «se un pilota compie l'ultimo giro in un tempo superiore al doppio del giro più veloce del vincitore, questo giro non gli deve venire computato». E così è stato fatto per Senna, classificato appunto ad un giro anche se, in realtà, li ha finiti tutti e 70. Stavolta Nigel Mansell, non solo ha rovesciato dallo spavaldo Piquet a Manza, ma non ha prendere da Senna, il suo spauracchio specie toghese, È andato via così e nessuno più l'ha chietto, se non i doppiati. la lezione subita voluto farsi sornel circuito porvisto nello specfotocolor PHOTO 4 La MA Mentre il mondiale F. 1 perde il suo più esaltante protagonista l'inglese della Williams ha incasellato un bel 9 forse decisivo NSELLmatìca ESTORIL - In difficoltà nel calcolo delle probabilità dopo il G.P. d'Italia, Nigel Mansell riparte dal Portogallo con il favore dei numeri, non solo perché adesso siamo solo a meno due corse dalla fine del Mondiale ma soprattutto perché l'inglese ha messo nella sua tabella di marcia un bel nove che lo mette al riparo da molte combinazioni. Ma andiamo con ordine. In vista di Messico e Australia la classifica offre Mansell a quota 70, Piquet a quota 60 e Prosi a quota 59. Però come ricordiamo ancora una volta, il regolamento prevede che possono essere sommati solo gli undici risultati migliori e da questo punto di vista il divario tra Mansell e Piquet diventa molto inferiore. Infatti in Portogallo Mansell ha conquistato il suo undicesimo risultato della stagione e quindi in futuro dovrà scartare, ovviamente i risultati peggiori. Sono il quinto posto di Detrqit e il quarto di Montecarlo che concorrono con i cinque primi posti, i due secondi e i due quarti a fare la sua tabella di marcia. Piquet invece con il terzo posto dell'Estoni ha incasellato scio il nono risultato. Vuole dire che, accanto ai quattro primi, i due secondi e i tre quarti sommabili fino ad oggi, può mettere qualsiasi riusltato colga a Mexico City e a Adelaide. In funzione di questa premessa esaminiamo alcune possibilità. Prima fra tutte: Mansell vince anche una sola volta e nessuno può più togliergli a quota 77 punti il titolo di Campione del Mondo. Ma non è questo che i nostri lettori vogliono sapere visto che, a muovere le acque è invece il caso inverso ovvero che Nigel da attaccante diventa attaccato. Vediamo quindi le altre alternative. L'equazione PIQUET-MANSELL Possono finire anche alla pari 1) Piquet vince due volte e sale a quota 78. Un tetto inarrivabile per Mansell che anche con due secondi non supererebbe i 77 punti. 2) Piquet vince una volta e una arriva secondo, e balza a quota 75. Mansell deve fare almeno un secondo e un terzo. Con questi risultati arriva a quota 75 punti- ma si impone al compagno perché, pur avendo a questo punto entrambi cinque vittorie e tre secondi posti, Nigel vanterebbe tre terzi posti, cioè uno in più di Nelson. 3) Piquet vince una volta e una arriva terzo. Somma 74 punti. Mansell la spunta ancora solo con un secondo e un terzo che lo porterebbero a 75. Due terzi, invece, fermerebbero l'inglese a 71 4) Piquet colleziona un primo e un quarto e arriva a 72. A Mansell basta un terzo posto ma è anche lui a quota 72 e a questo punto forse nemmeno quelli della FISA saprebbero chi è il Campione del Mondo, visto che i due piloti della Williams avrebbero nel loro tabellino di marcia gli stessi identici undici risultati utili, vale a dire cinque vittorie, due secondi posti, tre terzi e un quarto! Il vantaggio, al di là della battuta, sarebbe comunque di Mansell che avrebbe in questo caso ancora da conteggiare il quinto posto di Detroit, scartato perché dodicesimo risultato. 5) Piquet fa un primo e un quinto. Vuole dire per lui 71 punti. Mansell deve ancora fare almeno un terzo, perché con un quarto arriverebbe a sua volta a 71 punti ma avrebbe in casella due terzi posti contro i tre già accumulati da Piquet. 6) Piquet fa un primo e un sesto. Sale a 70 . Mansell deve fare almeno un terzo altrimenti, a parità di 70 punti il brasiliano avrebbe dalla sua sempre tre terzi posti contro gli appena due. • 7) Piquet fa due secondi e sale a 72. Mansell è ancora vincolato a fare un terzo posto per salire a 72. Quello che gli basta perché nel suo carniere ci sono cinque successi pieni contro i quattro di Piquet. 8) Piquet con un secondo e un terzo, Mansell può anche ritirarsi sia in Messico che in Australia perché a pari 70 punti, valgono ancora le sue cinque vittorie assolute. Eugenio Zigliotto ROMBO La WILLIAMS ha già vinto il titolo marche ma chi deciderà il titolo per piloti che vale un orologio in oro e diamanti? Fuori il regista! ESTORIL - Frank Williams è tranquillo. Ancora prima di partire per il giro del mondo previsto dalle ultime due tappe del calendario del mondiale F. 1 1986, le sue macchine hanno vinto con largo margine il Mondiale costruttori. Il minimo regalo che Mansell e Piquet potevano fare allo sfortunato team manager inglese, cosi segnato nel fisico dalla sorte proprio all'apertura di questo campionato. Anche se è onesto riconoscere che, al di là dei meriti del pilota inglese e di quello brasiliano forse i veri «confezionatori» del regalo per Frank sono stati il suo socio e progettista, Patrick Head, e soprattutto l'ing. Sakurai e lo stuolo di giapponesini che la Honda ha trasferito dal Giappone all'Inghilterra per assistere il proprio formidabile sei cilindri turbo. A fine G.P. del Portogallo Akira Mase, un fotografo che fa anche il p.r. per la Casa giapponese, ha distribuito in sala stampa un piccolo orologio a ricordo della formidabile impresa degli uomini del Sol Levante, non ha potuto però ancora consegnare l'esemplare in oro e diamanti, quello riservato al pilota Campione del Mondo. Il motivo di questa mancata consegna - lo hanno visto tutti in televisione - è abbastanza semplice. Il regista del fantastico successo della Williams- Honda infatti non ha ancora potuto sciogliere il dubbio se sarà Mansell o Piquet a tagliare per primo il traguardo finale di Adelaide. Non sappiamo se questa incertezza è casuale o voluta. Però è sicuro che se fosse voluta il regista, sia esso Williams, Head, o forse anche lo stesso Sakurai, è più bravo di Dario Argento nel gestire la suspense e l'incertezza.Perchè nessuno, quindici giorni fa dopo aver visto Piquet giocare a Monza con Mansell come il gatto con il topo, avrebbe supposto che all'Estoni le parti si sarebbero rovesciate con l'inglese un gradino sopra tutti e il brasiliano indotto persine all'errore per reggere il passo nemmeno del compagno di squadra, ma quello di Senna splendido comprimario. Come gli spettatori più attenti sanno benissimo questa altalena si ripropone dall'inizio dell'anno non fosse altro perché i due piloti della Williams-Honda si sono aggiudicati quasi il settanta per cento delle corse disputate fino ad oggi con i loro nove successi pieni su quattordici Gran Premi. Certamente però avranno gradito il tocco di classe del regista che, in vista del rush finale, la resurrezione di Mansell 1' ha proposta proprio su quella pista di Estorii dove due anni fa l'inglese, trovatosi a far da arbitro nella lotta all'ultimo giro tra altri due galli dello stesso pollaio, Prost e Lauda,finì per favorire 1* austriaco girandosi a pochi attimi dalla fine. Eugenio Zigliotto i e ROMBO L'equazione PROST-MANSELL segue tìè pagina 9 Alain dovrebbe sempre vincere 1) Prosi vince due volte, ma siccome anche lui in Portogallo ha raggiunto già gli undici risultati, non può sommare diciotto punti bensì solo quindici e quindi il suo tetto massimo e 75 punti. Per superare gli attuali 70 di Mansell il francese però non può scendere al di sotto di un risultato che sia un primo e un secondo, perché con un primo e un terzo salirebbe a 70 punti ma a parità Mansell avrebbe sempre in casella cinque vittorie contro quattro del rivale. Per l'inglese in ogni caso se Prosi centrasse il bottino pieno diverrebbe necessario andare due volte ancora a punti e non al di sotto di un secondo e un terzo perché in questo caso salirebbe anche lui a 75 ma sarebbe avvantaggiato perché, a ipotetica parità di cinque vittorie, tre secondi posti e tre terzi posti, avrebbe come dodicesimo risultato - e primo da scartare - il quarto posto di Montecarlo, contro il sesto di Prosi a Spa o a Hockenheim. e.z. All'Estoni si è rivisto Frank Williams e la sua presenza è stata onorata dalla vittoria di Mansell contro cui Piquet, a sinistra a fatica davanti alle McLaren e con te Ferrari in agguato (ma è solo il primo giro...) non ha potuto far niente. Quasi irriconoscìbile l'ex riditato James Hunt non più hippy ma padre di famiglia Poker motori sul futuro E1 ESTORIL - Con il ritorno all'atmosferico, ufficialmente annunciato da Balestre nella prossima riunione del Comitato Esecutivo della FISA del 3 ottobre, sono in parecchi fra i costruttori di motori a trovarsi con in mano la classica margherita da sfogliare per vedere se mantenere la presenza in F. 1 e, nel caso, in che misura. In prima fila nella lista la prima e l'ultima arrivata con il motore turbo, cioè la Renault e la Ford. Accanto a loro anche gli unici a potersi fregiare per il momento di corone d'alloro conquistate con con motori turbo vale a dire: BMW e Porsche. Allo scopo di poter tastare il polso alla F. 1 del futuro che Balestre potrebbe aver tanto rivoluzionato da costringerla ad annegare anche se il dichiarato intento del Presidente FISA è proprio quello di fare la guerra al lurbo per ridurre i costi, aumentare la sicurezza e quindi ridare fiato e fortune al Mondiale della massima formula - abbiamo perciò fatto un rapido giro del mondo in modo da avere il termometro esatto di quello che succederà o potrebe succedere. RENAULT capolinea: si scende! PARIGI - Abbastanza coerentemente la Renault, che il turbo in F. 1 lo ha inventato, ha deciso di uscire dalla scena del Mondiale nel momento che del turbo è stata decretata la fine. Le ultime speranze dei francesi di poter resistere ancora un anno o due, a seconda delle decisioni finali di Balestre, trovando un accordo con la McLaren, sono naufragate in Portogallo. Infatti Ron Dennis non è riuscito a liberarsi del contratto che lo vincola alla Shell e la Renault non può sviluppare i suoi motori senza l'appoggio della Elf. quindi secondo logica il «matrimonio» non si è potuto fare. Secondo Jean Sage, portavoce della Renault sui circuiti, la Renault (nel caso di un accordo con la McLaren o con un altro top team) avrebbe avuto anche la voglia e l'interesse di costruire e sviluppare un motore atmosferico. Ed è proprio questa consapevolezza che induce qualcuno del reparto corse francese a credere che la decisione dell'addio alle corse di F. 1 è solo temporanea e non senza ritorno, come invece la prospetta la maggior parte della stampa d'oltralpe. BMW ora è più sì che no MONACO - Anche se era stata la prima ad annunciare un paio di mesi fa la volontà di ritirarsi dalla F.l, la BMW a questo punto sembra più che mai intenzionata a arestare. Non si sa se per non dover pagare la penale a Ecclestone oppure se perché la rivoluzione di Balestre davvero ha cambiato qualcosa nelle idee del vertice della Motorsport. Fatto sta però che a Monaco nessuno parla più di riliro e lutti si Irincerano dietro un prudente « aspettiamo a vedere cosa succederà il 3 ottobre», mentre dietro le quinte per esempio si riallacciano i conlatti con la Benetton per poter proseguire nella fornilura dei motori, anche se a prezzi abbondantemente revisionati. Lo stesso presidente della Casa ledesca Eberhard Von Kuenheim ha dichiarato, dopo aver ad inizio della scorsa settimana incontralo a Monaco Baleslre: «Nessuna decisione è ancora stata presa e la BMW è più che mai aperta a qualsia»! decisione. Tutto dipende dai modi e dai tempi con cui la F.l attuerà l'evoluzione verso il motore atmosferico. In ogni caso però nelle nostre intenzioni è più che mai in primo piano quella di poter continuare nell'attività di motoristi in F.l, attività che già ci ha dato modo di dimostrare che i tecnici BMW non sono inferiori a nessuno». FORD: la marcia resta in folle LONDRA - Mike Kranefuss, gran capo dello sport in casa Ford, non è rienlralo come "al solito a Detroit dopo Monza ed ha trascorso invece quasi tutto il suo tempo in Inghilterra alla Cosworth, per valutare meglio come assorbire la botta che Baleslre ha inflitto al motore turbo. Agli americani la «rivoluzione» del Presidente FISA brucia, e non poco, perché essendo gli ultimi arrivati nel campo dei motori lurbo di F. 1, è evidente che vedono vanificare in pochi giorni gli inveslimenli, non certo trascurabili, falli per tornare nel Mondiale. «Allo stato attuale delle cose - ha detto Kranefuss - credo di poter escludere che l'impegno Ford a questo punto possa superare la fornitura di motori al team Haas. Voglio cioè dire che visto il futuro che ci attende sarebbe illogico spendere soldi per dare i nostri motori anche ad un altro team. D'altronde rimaniamo con Haas solo perché dei precisi contratti ci legano a lui, ma se il team americano dovesse ritirarsi assieme a lui ce ne andremo anche noi. La nostra sola speranza è che prima del tre ottobre si trovi la strada per dare al motore turbo vita almeno fino al 1989, altrimenti tutti i nostri sforzi tecnici ed economici andranno in fumo, Bonaventura Franco ROMBO il fatto di Le 10 domande *" TAG cambia strategia PARIGI - II ritorno, in condizioni di monopolio. del motore aspirato nel giro della F.I, con Ferrari gran «Padrino» della «rivoluzione» di Balestre (magari perché a Modena sono gli unici che hanno già pronto il basamento e gli studi dell'8 cilindri da 2 litri e mezzo preparato per la serie CART) non ha entusiasmato al pari dell'avventura del turbo Mansour Ojjheh. lo sceicco arabo padrone della McLaren e della TAG. l'azienda che ha sponsorizzato la costruzione del turbo Porsche bi-campione mondiale nelle ultime due stagioni. «Non ho ancora preso una decisione - ha detto Ojjheh - ma in questo momento sono più orientato verso la vendita della McLaren di cui sono il proprietario quasi assoluto. Tanto le mie soddisfazioni me le sono già prese negli ultimi due anni ». a ENZO FERRARI La fine del turbo ESTORIL - La Formula I si avvia verso la definizione ultima per i prossimi 6 anni. ROMBO in esclusiva anticipa la sua evoluzione a partire dal 1987. Infatti dopo numerosissime consultazioni, il presidente della FISA Jean-Marie Balestre ha già pronto il progetto che leggerà al Comitato Esecutivo del 3 ottobre, a Parigi, per farlo approvare definitivamente. Tenuto conto degli alti costi del motore turbo ed in relazione al problema della sicurezza i sottoelencati cambiamenti si sono resi necessari ed impellenti: 4 Introduzione, a partire dal I. gennaio 1987, del motore aspirato da 3500cc, con peso minimo di 500 Kg. ^ Numero massimo di cilindri 8. ^ Motore turbo tollerato sino al I. gennaio 1989. 4 Dal I. gennaio 1989 unico motore ammesso il motore aspirato con una stabilità di quattro anni. In passato la stabilità dei regolamenti era di soli tre anni; qualora, per motivi contingenti qualcosa dovesse essere cambiata nei regolamenti nel corso dei quattro anni di stabilità ci dovrà essere un preavviso di due anni. La convivenza del motore turbo, nel corso dei due anni ad esso concesso, con il motore aspirato verrà regolamentata (oltre che dalla differenza di peso delle monoposto) da una riduzione di potenza oscillante tra i 750 e 850 cavalli in modo da non favorire i motori da 4 cilindri minimi a 8 cilindri massimi. Comunque per i motori turbo ei sarà, a parte il tetto massimo di potenza, l'esclusione dei turbo a più stadi, i pistoni ovali, con un unico intercooler aria-aria. Rimane ancora il dilemma di come ridurre la potenza dei motori turbo cioè se adottare la valvola o il limitatore. Tra le altre proposte allo studio per ridurre le potenze dei motori turbo c'è anche quella di agire sulla limitazione dei serbatoi di benzina. Si parla di 160 litri per il 1987 e 140 litri per il 1988, oppure - una volta accettato il principio di una delle soluzioni: valvola o strozzatura - rimanere a 195 Come di consueto è già guerra aperta tra le due fazioni che esistono e convivono in F. I : FOCA e Legalisti. I due fronti si sono ricostituiti, anzi hanno preso anche una differente denominazione: inglesi e italiani. Secondo Balestre, le squadre italiane capeggiate da Ferrari sono pronte più per il motore aspirato che per altre alchimie. Certamente le posizioni tra i due schieramenti non sono tanto lontane se si pensa che per il momento alle soluzioni di Balestre sono contrari solo Zakspeed, Porsche e Honda, mentre tutti gli altri vedono di buon occhio il ritorno - sia pure con differenti ottiche - al motore aspirato. Alla fine prevarrà la tesi del più forte cioè di chi detiene i potere e che ha in mano, se non tutto, quasi tutto il Comitato Esecutivo. Non a caso anche Balestre e i suoi uomini si sono accorti della brutta piega che la FI ha preso in questi ultimi tempi Secondo_ Frank Williams, e riteniamo che al momento sia la voce più consistente dello schieramento inglese,la cosa migliore da fare è di ammettere il motore aspirato sin dal I. gennaio 1987, ma lasciando il motore turbo come è attualmente con serbatoi portati alla capienza massima di 170 litri di benzina. «E' una questione di costi aggiungeva Frank Williams - uno non può pensare a sviluppare il motore con la valvola di sovrapressione e costruire un motorotore aspirato nello stesso tempo. Se cosi dovesse essere allora invece di diminuire i costi si raddoppierebbero». Una volta scelta la strada dell'aspirato allora gli inglesi vorrebbero che il motore turbo venisse bandito sin dal 1 gennaio 1988. Bonoventura Franco Mentre ROMBO arriva in edicola, se il Drake non cambia idea in extremis, la stampa almeno nazionale dovrebbe trovarsi davanti alla sua tavola di conferenze a Fiorano, convocata finalmente per quel Meeting della Rivoluzione, atteso dalla vigilia di Manza. È l'annuale momento della Verità di Enzo Ferrari. Stavolta più atteso del solito, perché come sono andate le cose, ne avrà tante da dire l'SSenne più amato d'Italia (con Pertini). Come vuole ormai la... tradizione, ad essere tagliato fuori dall'attualità delle dichiarazioni sono sempre i periodici specializzati. Con conferenza mercoledì o giovedì, solo la prossima settimana potremo darvi le impressioni e le cronache (certo più testuali e totali). Appunto per questo, ROMBO ha pensato di restare più che mai attuale, ed ecco perciò le 10 DOMANDE con le quali desideriamo «aprire» la conferenza stampa più importante dell'anno, non solo per il mondo del solo automobilismo agonistico: Dalla «carta» coperta al...pentimento Lei, ingegner Ferrari, all'inizio dell'anno disse di avere una carta «coperta», nei pronostici della stagione '86. Può ora, anche a GP Portogallo avvenuto, scoprire quella carta e svelare quel nome, a due GP dalla conclusione? I La Ferrari ha toccato il fondo delle prestazioni nell'86. Nemmeno paragonabile forse a quell'ulti2 mo anno di Ickx o quello del 1981. Lei è d'accordo e quali sono le cause, non dialettiche, che ha individuato? Ed è peraltro convinto che gli ultimi GP, dall'Austria all'Estoni hanno segnato davvero un progresso e i doppiaggi, pur da podio (o quasi), non contano? 3 Berlusconi, il re rampante delle tv, le ha consigliato di togliersi di mezzo. Graziandolo dei primi risultati del Milan nel campionato di calcio, lei come gli risponde? 4 5 Tutti si domandano: che c'è sotto nei rapporti tra Fiat e Ferrari. Cosa voleva dire Agnelli rispondendo (a quel giornalista che gli chiedeva delle sconfitte Ferrari) «...è una triste storia»? Come giudica suo figlio Piero e tutto lo staff che lo ha attorniato in questo ultimo non esaltante anno? Quale voto darebbe in pagella ai vari «responsabili» di squadre? 6 ^ Se Piccinini è stato paragonato a Andreotti, lei si / sente il Craxi della situazione e l'ing. Ghidella pensa sia il Goria? E chi sarebbe il Gheddafi della Ferrari '86? Le «sofferenze» di BALESTRE ROMBO Contentino «storico» a SERENA ...sabotatore ESTORIL - Violenta polemica di Jean Marie Balestre contro il presidente della CSAI Serena, reo di aver dichiarato a Monza di non essere d'accordo per la soppressione del turbo, magari in difesa degli interessi Alfa. «E' più di un anno - ha dichiarato il presidente della FISA - che porto pazienza nei confronti di Serena, anche se so che le sue posizioni non servono certo al bene dello sport automobilistico italiano. Lui dice che avremo un autunno caldo, bene allora è tempo che gli dica dopo otto anni che la sua non è opposizione, è solo sabotaggio. Come è già stato nel 1985 per il varo del nuovo statuto della FI A, o nel 1986 per la creazione della banca dati. Il problema dì Serena è che non vuole accettare le regole della democrazia, quelle che dicono che io ho sempre preso le mie decisioni con l'avallo di almeno l'ottanta per cento dei voti, quando non all'unanimità». «Mi viene da ridere - ha proseguito Balestre - quando sento Serena dire che con il motore atmosferico avremmo un ritorno al passato. Ma se nella attuale - aunanmt a errar a s e a , a , a ngolini mi hanno confermato di volere il motore atmosferico. Comunque io per far felice Serena la ricetta ce l'ho. Lo farò presidente della Commissione per le vetture storiche, l'unico settore dove il Presidente CSAI è veramente un esper- to!». GOODYEAR pretende monogomma esclusiva ESTORIL - In mezzo alle mille consultazioni con i motoristi. Balestre ha dovuto infilare in Portogallo anche un meeting con Leo Mehl, gran capo della Goodyear, per sentire come potrà essere affrontato il problema gomme il prossimo anno, visto che dopo il ritiro ufficiale della Pirelli. la Casa americana resterà in condizioni di monopolio. Secondo quanto è trapelato la posizione degli americani non è certo molto incoraggiante. Infatti come punto di partenza è stato preso quello di non ampliare i budget. Cosa che in termini pratici significa che tutti i «vedovi» Pirelli il prossimo anno se vorrano le gomme Goodyear dovranno pagarle, e anche'abbastanza care. Si parla di almeno una ventina di milioni a gara. Ma oltre ad essere care le gomme saranno anche dure perché Mehl, approfittando del fatto di essere nella condizione di poter dettare legge, ha anche detto a Balestre che è intenzione della Goodyear fornire a tutti le stesse gomme, vale a dire gomme tture che aboliscono la necessità di preparare le costose e poco affidabili gomme da qualifica. « Facendo i conti da corsa della Ferrari, siamo rimasti ai 500 milioni elargiti dalla Fiat qualche anno fa. Ora può rivelarci veramente quanto spende oggi la Fiat per la Ferrari che corre? E quanto sarà la reale spesa per l'Operazione Barnard e per la stagione di riscatto '87? 9 11 GP dell'Estoril, con la scena finale di Senna arrancante senza benzina dopo una corsa stupenda, nella quale con la inferiore Lotus aveva costretto persino Piquet all'errore per stargli dietro, è ancora convinto della validità della Formula Consumo in F.l? -j f\a lei vorrebbe, dopo aver invocato negli anni 1U scorsi la «stabilità dei regolamenti», il ritorno immediato all'aspirato. Lo confessi, ingegnere, è un «pentito del turbo»? Accanto a queste condizioni di per sé già pesanti oltremisura, la Goodyear ha chiesto alla FISA anche di poter vedersi garantita l'esclusiva per un anno. In altre parole escludere che nel 1987 possa entrare in lizza a Campionato iniziato un altro costruttore, come potrebbe essere ad esempio la Michelin. Addirittura, per garantirsi il monopolio anche negli anni successivi, gli americani avrebbero chiesto che qualsiasi altro costruttore di gomme desiderasse entrare in F. 1 dovrebbe ufficializzarlo alla FISA, con ajmeno mezza stagione di corse di anticipo. In via non.ufficiale inoltre gli americani hanno fatto sapere che per il prossimo anno è" loro intenzione costruire gomme da gara che rendano necessario il cambio. Dicono perché la cosa è spettacolare e quindi pubblicitaria per loro, ma la sensazione è invece che lo vogliano per risparmiare investimenti nella ricerca di nuovi pneumatici capaci di reggere agli ottocento cavalli del turbo per tutto un Gran Premio. Come si vede, quindi, anche il capitolo gomme della F.l 1987 si annuncia nero, e non solo per il colore delle gomme stesse. Parla SURER MERCATO anche MOTORI In F.l meglio l'aspirato La BMW vuole 3 miliardi ESTORIL - L'incerto futuro regolamentare della F. 1 ha condizionato in questo fine stagione europeo anche il mercato dei piloti e dei tecnici. Infatti, mentre si è in attesa della conferma ufficiale da parte della Ferrari dell'ingaggio del tecnico Barnard e del pilota Berger - situazioni entrambe però non ancora pefettamente definite nei dettagli, come si intuisce dal continuo slittare della annunciata conferenza stampa chiarificatrice di Enzo Ferrari - tutti gli altri team preferiscono non impegnarsi con i piloti prima di sapere quali motori e quali sponsor potranno avere. E' il caso della Benetton, squadra abbastanza ambita, che ha puntato le sue carte su Boutsen e Nannini per affiancare Fabi quasi certamente riconfermato. Nel frattempo però a Treviso sono in attesa di sapere se la B&IW rimarrà in F.l per sciogliere il dubbio motore. I tedeschi hanno chiesto tre milioni di dollari e la condizione è un pò capestro perché a questo punto per Paolini non c'è più nemmeno la carta di riserva Renault, e ancora meno quella Porsche. In acque agitate è anche Ron Dennis. Deve convincere lo sceicco a pagare i motori alla Porsche per un altro anno, deve trovarsi un tecnico e infine anche un pilota. Problema quest'ultimo che per fortuna non è il più pressante, visto che alla porta McLaren bussano in parecchi da Johansson a Nannini, a Boutsen, a De Cesaris. Buio pesto invece sul nome del pilota che affiancherà Patrese sulla Brabham. Ecclestone infatti deve trovare un motore, delle gomme, degli sponsor, prima'di pensare ad un pilota. In America dicono che per ingolosire eventuali sponsor, prima fra tutti la Kodak, abbia contattato Mike Andretti, ma la voce è tutta da verificare. Sul fronte dei piccoli team da tenere presente che forse Minardi con le ultime buone prestazioni è riuscito a mantenere lo sponsor Simod che sembrava interessato a trasferirsi sulla Williams. Il costruttore faentino punta su Nannini per la sua squadra del prossimo anno e la mossa come è facile capire, è abbastanza intelligente, visto che il senese sta diventando uno dei pezzi più interessanti del mercato. Qualche barlume di speranza ha anche Osella a cui Ghinzani dovrebbe in ogni caso restare legato. Nessuna indiscrezione invece sul nome dell'eventuale secondo pilota della Ligier. L'unica cosa certa al momento sembra quella secondo la quale nessuna candidatura è stata ancora avanzata da parte dell'Alfa Romeo, che pure si era riservata un diritto consultivo. ESTORIL - Non per prendere in prestito il titolo dell'ultimo libro di Niki Lauda, ma la storia di Mare Surer tocca da vicino un viaggio all'inferno con biglietto di ritorno.Dopo quanto succedutogli il pilota svizzero, presente sul circuito dell'Estoni ancora convalescente, pensa più al suo futuro di pilota che alla disavventura patita. «Come sono arrivato al circuito ed ho cominciato a respirare di nuovo aria di corse è stato per me come ritornare a casa». Con questa prima affermazione Mare Surer presentava il suo biglietto da visita di uomo che non si arrende nemmeno alla disavventura di un incidente drammatico come quello da fui patito. «Dopo tre settimane di degenza ospedaliera in camera asettica,ho saputo quello che mi era accaduto.Durante quei lunghi 21 giorni ho sognato tanto e quello che era più drammatico era che mi ricordavo di tutti i sogni,ma dell'incidente proprio niente.Sapevo che ero tra gente che parlava ledesco.ma non sapevo nemmeno dove mi trovavo.Non posso dire di avere avuto un vuoto di esistenza o di facoltà di capìre.Una cosa mi ha confortato e cioè che, capendo tutto, avevo anche capito che il peggio era passato,potevo muovere gli arti anche se avevo dei grossi bendaggi per via della pelle bruciata». Un corpo veramente martoriato quello del povero Mare, ma ben ricomposto dalla chirugia moderna che ha tenuto presente soprattutto di ridare al pilota non solo un aspetto estetico ma anche una vitalità motoria efficiente.Anche se ancora bendato alle mani e al collo Surer cammina e si muove da solo, guida già la macchina e - a parte tutti i problemi della convalescenza - si presenta abbastanza in forma. «Ho visto e parlato a lungo con il presidente Balestre della futura regolamentazione del campionato mondiale rally. Ho tenuto a fargli sapere la mia opinione. Soprattutto debbono abolire le gomme slicks nei rallies. Anche nel campionato prossimo, con macchine di Gruppo A, le coperture slicks sono molto pericolose in quanto con trazione sulle quattro ruote come esci dalla curva basta un'accelerata e tutta la potenza viene scaricata a terra. Basta un nonnulla che la macchina si intraversa e allora sono guai. Certo i rallies hanno un fascino particolare e sono molto più vicini agli spettatori che altri tipi di competizioni e non potendo allontanare gli spettatori né tagliare gli alberi allora bisogna far qualcosa in più del solo ridurre le potenze, bisogna agire anche sulle gomme». Il ragionamento di Surere parte dal presupposto che forse il proprio incidente sia dovuto a quello scaricare a terra d'un soffio tanta potenza. «Le corse sono state sempre il mio pane quotidiano e sono tornato su un circuito non appena ho potuto proprio per cercare di stabilire quale sarà il mio futuro Certo non ci sono tanti posti disponibili adesso, ma so che alla Me Laren.alta Benetton e alla Ferrari c'è un posto: vedrò dove meglio potrò sistemarmi. Per il momento CALCARY si candida Da BERG al G.P. CALGARY - Grazie all'appoggio finanziario della birra Labatt's il canadese Allen Berg ha ritrovato il volante dell'Osella per gli ultimi GP di quest'anno. I soldi saranno versati dal settore della Labatt's che opera nelle province occidentali del Canada e non vengono dalle stesse «casse» che pagano per il GP a Montreal nella provincia orientale del Quebec. Alla Labatts hanno giustificato il loro impegno dicendo che volevano aiutare Berg a fare strada nel mondo della F.l visto anche che Berg è un ragazzo di casa essendo nato a Calgary nello stato delI'AIberta. La città di Calgary inoltre sta proseguendo il suo cammino per aggiudicarsi un GP mondiale per il 1988, lo stesso anno in cui la città ospiterà le olimpiadi invernali. Nel frattempo non ci sono ancora notizie in merito allo svolgimento o meno del GP canadese il prossimo anno a Montreal. La Labatt's non ha ancora ricevuto la garanzia dell'appoggio finanziario chiesto al governo e necessario per fare disputare la corsa. E T l'opinione di chi scrive che la proposta di Calgary per una corsa nell'88 deve essere vista come una «minaccia» per Montreal Vanni Bronco Coloni: parte il progetto E1 PERUGIA - Non è ancora finita la stagione '86, e già Enzo Coloni nella sua «tana» (si fa per dire) di Passignano sul Trasimeno ha praticamente definito i programmi per '87. Due Formula 3, due Formula 3000, ma soprattutto una Formula I quasi certamente a partire dal GP d'Italia di Monza, a settembre. II manager umbro evidentemente non solo si sente in grado di compiere il grande salto dal punto di vista tecnico, ma ha buoni presupposti per coprirsi le spalle anche dal punto di vista finanziario. E in ottimi rapporti con la Marlboro, per cui uno dei tanti piloti bianco-rossi potrebbe arrivare grazie ai buoni uffici della multinazionale del tabacco, ha ottimi rapporti con la Q8 (ex Gulf) e soprattutto ha una credibilità che gli potrebbe aprire le porte ad altri contatti. Per quanto riguarda la macchina, sarà interamente progettata e costruita in casa. Ci sono già contatti con un tecnico (non italiano) che già opera in F.l il quale, allo scadere del suo attuale contratto, potrebbe lavorare a tempo pieno per Coloni da gennaio. Per quanto riguarda il motore, tutto dipende dalle decisioni di Parigi della prima settimana di ottobre, ma se sarà ripescato l'aspirato Coloni ha già in mente (anzi, ha già in casa) un Cosworth DFL 3.5 litri. Altrimenti, si vedrà. Quello che certo è che, dopo tanti tentennamenti, il programma è partito, e sarà da seguire con attenzione. 15 dopo l'Inferno rally A 320 km/h, UN SECONDO FPNSECONDO. ESATTO. . IQ novitò vjncente di casa TAG-Heuer. 1 Orologio sportivo professionale • Impermeabile fino a 200 m. • Cosso in acciaio inossidabile pregiato rivestito di fibra di vetro • Sw/ss Quoriz • Lunetta girevole unidirezionale a scatti, per una sicurezza totale • In 6 brillanti colorì. Mare Surer si è rivisto ai box della F. 1 ma porta ancora sul volto e sulle braccia i segni dell'incidente-rally parcheggio qui al motor-home delta Arrows, ma loro per il prossimo anno non tanno nemmeno il motore quindi non credo che tratterò con loro». I Non manca nemmeno di spirito critico il pilota svizzero, forse amato più all'estero che in patria. «Dopo quanto mi è successo apprezzo molto di più la I vita, il solej'aria che mi circonda, l'universo e tutto ciò che Dio ha creato. E'come ritrovare l'esistenza. Una volta fuori dall'ospedale la prima cosa che ho I fatto mi sono seduto in macchina e allacciatomi le cinture di sicurezza ho I guidato con i finestrini aperti per riprovare l'ebbrezza del vento che lambiva la mia faccia Mi sento giù solo quando non c'è il sole e il ciclo è plumbeo. Bisogna pensare anche che ho tanto di quel metallo in me, tutta l'anca sinistra, dal ginocchio al femore, è stata ricostruita in metallo». I Parla di se, ma la mente va sempre alla F.l e, al momento, ai futuri regolaI menti. «Per il futuro, anche se sono stato lontano dalla F.l per diverso tempo, mi sono tenuto aggiornato.A mio avviso sarebbe bene tornare subito al motore aspirato,costa meno, da possibilità di sopravvivenza a più squadre, facilità a [ più piloti di trovare una macchina e soprattutto un interesse maggiore al pilota nel campo della guida. Il pilota con il motore aspirato avrà modo di mettere m mostra la sua abilità e le gare diventeranno di gran lunga piùinteressanti sotto : il profilo agonistico. Far correre motori turbo con la valvola e moton aspirati non è una soluzione ottimale, la FISA deve prendere una decisione anche se sa i dall'inizio che non si possono accontentare tutti. Qualcuno deve pur essere pronto a rimetterci qualcosa». D.l. PROSI: muletti La guerra dei cilindri e problemi ESTORIL - Sembra ormai un destino amaro quello di Alain Prost, per tutta la stagione '86 costretto ad usare il muletto. Anche in Portogallo il piccolo francese ha dovuto usare la macchina di scorta per la gara, per la quarta volta nella stagione, E questa macchina non aveva certo un motore all'altezza della situazione, soprattutto per il ritardo di risposta del turbo che è stato drammatico per il piccolo pilota francese. Prosi aveva fatto il tempo col muletto, ripromettendosi poi di fare un giro, prima dello schieramento, col telaio 5 sul quale i meccanici avrebbe: ro cambiato il motore. Così in effetti ha fatto, ma prima di schierarsi è rientrato ai box ed ha parlottato con Ron Dennis, che per non rischiare ha deciso di farlo partire col muletto. «Non si tratta di un vero e proprio muletto sostiene Jo Ramirez, capomeccanico della squadra - Le due macchine sono identiche, Prosi le usa alternativamente, facendo regolazioni diverse. Certo che lui avrebbe però preferito la 5». Qualcuno mormora che la mancanza di Barnard, anche con un solo pilota praticamente in squadra (Rosberg va avanti solo con una macchina seguita certamente non come quella di Prost) si faccia sentire, per quel che riguarda l'organizzazione. Mentre Balestre tenta di prolungare la vita del turbo di un anno in più, cioè sino al I. gennaio 1989, sulla data della sua morte sono d'accordo sia Ferrari che gli inglesi, anche se il presidente FISA tenta di dare uno zuccherino alla Renault. Le divergenze motoristiche tra Ferrari e FOCA sono da ricercarsi altrove e cioè sul numero massimo dei cilindri ammessi.La Ferrari vuole che assolutamente il numero massimo dei cilindri sia portato a 12 anziché 8 come vogliono sia Balestre che la FOCA.Certo che un attimo di tranquillità in F1 sembra quasi proibito. Tutti, tranne Ferrari, sono schierati contro la valvola, ma il presidente della FISA non ci pensa nemmeno, tanto che giovedì prossimo Gabriele Cadringher, ingegnere a tempo pieno della FISA, si recherà in America per commissionare e pagare le valvole di sovralimentazion di derivazione CART che dovranno limitare le potenze dei turbo sin dal prossimo campionato. TIME fOR ACTION. I Professionisti del Tempo. L'incidente in prova diALBORETO II tubo della discordia ESTORIL - Alla fine delle prove è scappato via come un furetto... Lo fa sempre, quando c'è qualcosa che non funziona, e la sua delusione è comprensibile. A quelli più vicini, a commento, in due battute, si lascia scappare: «Si è piegato il tubo...». Cosa è successo si è visto benissimo alla TV (per lo meno su TeleMontecarlo, visto che la RAI non si degna), che stava inquadrando il ferrarista nei suoi primi giri dell'ultima sessione di prove. E si è visto che per tutto un giro Albereto ha proseguito con il baffo anteriore destro piegato, fino a quando, forse un metro prima del traguardo, il baffetto è volato via, portando a foratura la gomma anteriore destra, e finendo anche col rompere il piccolo parabrezza e lo specchietto retrovisore sinistro. Ma torniamo ancora un paio di giri indietro. Dopo i primi due giri il pilota si era fermato ai box, e aveva confidato a Piccinini che aveva un problema di sbi- lanciamento. Per questo problema era andato leggermente diritto in una curva. Il diesse lo ha ascoltato, ha controllato la tabella dei tempi, poi lo ha rincuorato rispedendolo fuori. Ed il giro dopo si è verificato appunto il cedimento del tubo in fibre di carbonio che attraversa il musetto e sostiene i due baffetti. Con il tubo spezzato in mano Postlethwaite e Tomaini sono rimasti un bel pezzo, per cercare di capire il motivo del cedimento. Albereto ha fatto capire che si è trattato di rottura da sforzo, Tomaini era di opinione opposta: «No, non può essere un cedimento di questo tipo...Ci deve essere stata una botta precedente che lo ha incrinato. Ed è strano, si tratta di materiale recente. Di problemi di questo genere non ne abbiamo mai avuti. Rinforzarlo? Non vorremmo magari fare peggio rendendolo meno elastico. Ora studieremo ancora il motivo del cedimento, poi decideremo». Vi piace la MarlbORO? ESTORIL - Una anteprima curiosa la si è avuta il giovedì, quando ci eravamo accorti che i meccanici della McLaren armeggiavano su un musetto che invece ci essere bianco e rosso era diventato bianco e oro, o meglio bianco e giallo tendente al senape. Jo Ramirez, il capomeccanico, aveva cercato di nasconderlo subito: doveva essere la sorpresa della domenica mattina, per il warm up e per la gara. La Marlboro cambia livrea? Niente di tutto questo per il momento. Si è trattato solo di una prova di rendimento cromatico, da seguire in televisione. Il disegno rimane lo stesso: solo cambia il colore, che dovrebbe ricordare quello del pacchetto oro delle Marlboro Light, le sigarette più leggere che stanno avendo un lusinghiero successo. Da mesi a Losanna avevano preparato uno studio su diversi colori, per cercare di ottenere in video quello più vicino all'originale, del pacchetto di sigarette. La prima prova era stata fatta con il colore oro, lo stesso del pacchetto. Ma ci si era resi conto che in velocità la macchina appariva quasi verdognola. Tutto da rifare, con altri colori. Sino ad arrivare a questo giallo senape, che secondo gli specialisti svizzeri era il colore più adatto. Ora la gara di Rosberg, al quale era affidata questa nuova livrea (anche se il finlandese non è stato inquadrato molto ) sarà studiata in moviola attentamente per vedere se, per la prossima stagione, sarà il caso, per qualche gara, e qualche mercato, di usare quella livrea. Ma già dalle prossime due gare di Messico e Australia la macchina tornerà nei colori originali, biancorossi, che il pubblico ben conosce. Due McLaren diverse all'Estoni ma solo nel colorì: quella solita biancorossa di Prosi e l'originale colar giallo per Rosberg. Era un esperimento per pubblicizzare la sigaretta leggera Marlboro oro 17 fotocolors PHOTO 4 Ruotate austro-svedesi ESTORIL - La bagarre, tra Betger e Johansson, era cominciata già da diversi giri, a metà corsa passata. Il pilota della Benetton, partito abbastanza bene, aveva dovuto mollare lentamente e Johansson, dopo il cambio gomme, era rinvenuto molto forte, sempre davanti al compagno di squadra Albereto. Al 44. giro il fattaccio, proprio alla fine del rettilineo. Ma sentiamo i protagonisti. Johansson ha sbottato: «Ho tentato un paio di volte di infilarlo, prima naturalmente all'interno, ma lui mi ha chiuso. Allora sono scattato all'esterno sul rettilineo e lo avevo già passato, ma quando mi sono infilato nella curva a destra ho sentito una gran botta dietro. Quello è proprio matto...(e fa il classico segno col dito indice e pollice che ruotano all'altezza delle tempie). Per fortuna sono riuscito a mantenere il motore in moto, uscire dalla terra e continuare sino alla fine». Di opinione differente l'austriaco: «Non è vero che mi aveva passato, mi era a (mezza macchina. Io l'ho visto arrivare come un pazzo all'esterno, ma la traiettoria della curva era mia. Non ho voluto frenare apposta, spettava a lui a farlo. Ma io credo che siano cose che capitano nelle corse, anche se alla fine sono stato io che ci ho rimesso di più». Sopra per forza Albereto si lamentava In prova di avere la macchina sbilanciata... FERRARI da record solo in cambio gomme ESTORIL - Già un paio di volte avevamo sottolineato l'efficienza ai box, nei cambi gomme, dei meccanici della Ferrari che in questa difficile operazione non sono mai secondi a nessuno. In Portogallo ancora una volta gli uomini di Maranello si sono superati, in due cambi di pneumatici record, sia per Johansson che per Albereto. Alla televisione i commentatori sono saltati sulle sedie, quando è stato comunicato, per il cambio di Johansson, un tempo super record di 5"41, una prestazione mai ottenuta nella storia della F.l. Chi però dai box ha misurato i cambi delle macchine più importanti, facendo scattare il cronometro quando il pilota riprendeva il via, ha ottenuto questa tabellina: Johansson 6"63 Piquet 7"92 Prosi 8"31 Albereto 7"48 Rosberg 7"94 Mansell 8"44 Senna 9"96 Pur se ritoccati in questo modo, si nota sempre che si tratta di tempi record. Soprattutto il cambio a Johansson è stato superbo, anche se Scaramelli, che stava al carrello anteriore, è forse stato un poco brusco nel rimettere a terra la Ferrari... Questo comunque lo staff che ha realizzato questa prestazione monstre. Ai due elevatori davanti Scaramelli e dietro Giovannini: sono i meccanici che inforcano la macchina e la sollevano, rimettendola al suolo ad operazione avvenuta. Tre sono invece i meccanici per ogni ruota, uno alla pistola avvitatrice, uno che toglie la gomma e un altro che la infila. Nel nostro caso alla anteriore destra Spallanzani la toglieva. Iseppi era alla pistola, e Baschieri la infilava; alla posteriore destra Marami toglie, Corradini alla pistola, Pagliarini la infila; alla posteriore sinistra Prandini toglie, Benassi alla pistola. Boni la infila; alla anteriore sinistra Mescoli la toglie,- Zini ha la pistola, e Libbra la rinfila. Il tutto coordinato naturalmente da Tomaini e Nardon. I piloti, in questi frangenti, sono sempre nervosi e non accade di rado che se la prendano con i meccanici, che a volte si impappinano e possono mettere in crisi anche un risultato. Una cosa è certa: i piloti della Ferrari questo, cronometro alla mano, non Io possono dire. BERG anche oltreatlantico ESTORIL - II rischio è stato grande, perché gli sponsor avevano messe precise condizioni. Per la Osella del canadesino Berg, tornato in sella in Portogallo grazie alla Landis Gyr, ed ai suoi sponsor personali tra i quali figura la birreria Labatt, se non fosse partito in Portogallo sarebbero stati guai. E lui non ce l'aveva fatta a qualificarsi. Così, come a Monza, assieme al suo ingegnere Giuseppe Pedrotta ha dovuto fare il giro dì tutti i team manager per cercare la firma per poter prendere il via lo stesso, con una griglia di 27 macchine. Grazie anche alFok della FISA la cosa è stata possibile, e il canadesino ha badato bene a non strafare riuscendo a concludere la gara. Così sarà al via anche alle prossime corse, mentre Osella aspetta con ansia l'OK definitivo della Landis Gyr per poter revisionare ancora altri motori. «Io penso che in settimana la cosa sarà sbloccata definitivamente ci spiegava il dott. Cioccarelli, che fa un pò da public relations dell'azienda. In effetti le cose stanno andando abbastanza bene, gli svìzzeri della Landis spero siano soddisfatti del buon ritorno che la stampa ci ha dato. Per la Landis Gyr, 36 stabilimenti nel mondo, 3000 miliardi di fatturato, è una occasione importante. Noi facciamo prodotti di alta tecnologia, apparecchi di controllo, misurazione e conteggio. Entriamo in tutte le case: i contatori della energia elettrica, ì termostati delle caldaie li facciamo noi. Nello sport avevamo esperienza solo nel basket, ora io penso che l'automobile sia un ottimo mezzo per farcì conoscere nel mondo. Per ora abbiamo raccolto esperienza, ed io mi auguro che resteremo in F.l, ma con un impegno molto più grande, il prossimo anno». FAI T CIFRA X MCLAREN a IMOLA Top secret per gli...orologi! Prost ancora sul «muletto» «i sR 5i |i CO CO <J~> *> Mansell Piquet Prost Senna Rosberg Johansson Lattile Albereto Arnoux 9 6 4 3 6 4 9 3 - 6 9 2 3 - 3 9 4 6 1 2 "4 :-2 i - Brunelle jones 2 - - - - 9 1 6 ID 2 9 4 A 9 - - 3 Inghilterra Germanie "Classifica Mondiale Piloti '86 Francia 187,644 kmh Nigel MANSELL Belgio Canada IMOLA - Due splendide gior.nate di sole hanno fatto da contorno alle prove della McLaren, con Alain Prost alla guida, svoltesi nelle giornate di martedì 16 e mercoledì 17 al «Dino Ferrari» di Imola. Queste prove avrebbero dovuto essere «segretissime» in quanto Alain aveva da collaudare un nuovo tipo di benzina elaborato dalla Shell, (sponsor tecnico della McLaren e vero scoglio nell'accordo '87 fra McLaren e Renault, legatissima a Eli), ed un nuovo motore TAG-Porsche presumibilmente adatto all'uso del nuovo supercarburante. Nella giornata di martedì, il campione del mondo in compagnia della moglie Anne Marie era sul Santerno già di buon mattino con una Fiat Uno verde, ed anche il camion McLaren era sul posto. Però i test sono iniziati solo nel pomeriggio, verso le 16,30, poiché la tanto agognata benzina è arrivata tardissimo. Ad ogni modo, dopo qualche giro di assaggio e di collaudo generale della macchina, verso le 17,30 Prqst si è lanciato in un Gran Premio, cioè un test di 50 giri continuativi, II mercoledì, invece, il fracese ha utilizzato diversamente la sua giornata in quanto al mattino si è dedicato alla messa a punto ulteriore del mezzo, mentre al pomeriggio ha pigiato di più sull'acceleratore alternando strane sequenze di 5/6 giri interrotte da soste al box in un quarto d'ora. Questo è andato avanti per circa 3 ore, annoiando non poco il pubblico presente nelle tribune. Il giro più veloce di Prost comunque è stato un buon l'29"l 1 con gomme semidure a metà serbatoio. Ma il campione del mondo ha comunque effettuato anche prove aerodinamiche con un nuovo musetto con i «baffi» anteriori inclinati in avanti. Da segnalare infatti i divertenti tentativi da parte del personale dell'autodromo per impedire ai curiosi (leggi giornalisti) l'accesso alle zone box. Ma soprattutto il controllo era per... gli orologi. Non si voleva che fossero presi dei tempi! C.f. • PICCININI. Forse ci sarò un nuovo tecnico alla Ferrari, di origine... iraniana. SI è presentato infatti a Piccinini, nella domenica mattina del GP del Portogallo, un certo ing. Mirzai con una gran scatola dì caviale ed un biglietto da visito. Ha detto di essere uno specialista nella preparazione di motori ad alte prestazioni. Proprio quello che serve alla Ferrari.... o o .9. _£ DÌ <s> -C s< ° °^ 1 - 6 1 3 - 2 9 6 4 3 4 4 9 9 1 6 6 2 - 3 - 3 - - 2 - 9 4 6 2 3 r 6 - = O) aj 0 -fi -~ t y o 1 9 4 6 9 3 4 6 - - - 9 70 4 60 6 59 3 51 - 22 1 19 - 14 2 14 - 14 - 5 n *• uumrries i amDQy rairese uanner Mondiale Costruttori F.l '86 Williams McLaren Lotus Ferrari Lìgier Benetton Tyrrell maona m Arrows 9 6 - 7 11 15 9 13 •1 9 2 13 15 13 13 4 9 4 3 - 6 9 - 6 '-2 9 - - 3 - 6 7 - - 1 3 4 2 - - 3 4 3 - - 7 2' - - - 3 1 6 3 - - - - - - 6 3 3 3 - 8 4 1 - 15 13 130 9 3 6 81 - - 3 53 10 4 3 34 - - - 28 - 2 - 10 6 ESTORIL - Come al solito, una leggera pioggia notturna lascia bagnata, per le prove libere del mattino di gara, la pista di Estorii per cui si vede addirittura qualcuno partire con le gomme da bagnato. La novità più grossa la mostra la McLaren che schiera per Rosberg una monoposto con il «logo» Marlbpro giallo anziché rosso. Si tratta di una prova di gradimento del nuovo colore che è caratteristicq del pacchetto di sigarette tipo lignt che ora vanno per la maggiore. Questa macchina funziona abbastanza bene, solo Rosberg si lamenta leggermente dei freni. Più grave il problema di Prost, che deve ricorrere al muletto per un motore recalcitrante. Da notare che il campione del mondo ha deciso di non usare il propulsore TAG-Porsche rinnovato. E nonostante questi guai, i due della McLaren segneranno i migliori tempi della mattinata. Alla Williams, solo Piquet si lamenta di un cambio un pò duro, mentre alla Ferrari Johansson fa sostituire due centraline ed Albereto lamenta la rottura di un attacco del fondo piatto. Mansell da parte sua ha deciso di non utilizzare le prese dinamiche del turbo. Problemini al cambio anche per Warwick che ha una sesta marcia un pò corta e per Berg, che si lamenta del passaggio secondaterza. Il canadese è comunque felice di essere ancora una volta riuscito ad ottenere tutte le firme per poter prendere il via pur dalla ventisettesima posizione. I.C. il G.PL VERO ROMBO 22 Nel racconto dei protagonisti, a cominciare da MANSELL Mansell va via 1. Mansell in 14'01-447 alla media di 186,108 Kmh; 2. Senna a 4"092; 3. Piquet a 12-467; 4. Prost a 16-812; 5. Rosberg a 17"839; 6. Berger 19-952; 7. Fabi a 22-797; 8. Johansson a 22-959; 9. Alboreto a 23-559; 10. Arnoux a 32-476; 11. Alliot a 33"899. I. Mansell in 27'58"373 alla media di 186,609 Kmh; 2. Senna a 4"203; 3. Piquet a 11-153; 4. Prost a 12-577; 5. Rosberg a 18" 135; 6. Johansson a 33"027; 7. Berger a 33-033; 8. Fabi a 33"995; 9. Alboreto a 34"321; 10. Aronux a 55"578; II. Alliot a 57-221; 12. Patrese a 58"039; 13. Warwick a 59"285. Iniziano le soste Johansson risale 1. Mansell in 41'51"486 alla media di 187,061 Kmh; 2. Senna a 8"598; 3. Prost a 15-183; 4. Piquet a 20-339; 5. Rosberg a 33"028; 6. Johansson a 40"719; 7. Fabi a 47"289; 8. Berger a 50-942; 9. Alboreto a V13-669; 10. Arnoux a T19-206; 11. ti Patrese 12. r21"457; Alliot a l'23"207; 13. Dumfries a un gi- «Grazie, Senna, che mi coprivi le spalle...» ESTORIL - Se battaglia c'è stata domenica sul circuito dell'Estoni essa è stata combattuta alle spalle di Mansell che per l'occasione ha trovato un valido alleato in Ayrton Senna. Forse dopo il cambio di gomme, senza Senna davanti a Piquet, la musica sarebbe potuta cambiare. Per Mansell si è trattato di una cavalcata solitària ed è lo stesso pilota inglese che ne attribuisce un certo merito a Senna. «Sapevo che la partenza era troppo importante su un circuito come quello dell'Estoni e mi sono concentrato al massimo per poter superare Senna sin dal via. Poi tutto è diventato semplice anche perché con Senna alle mie spalle sapevo che avrei avuto poco da temere. Solo quando mi hanno segnalato dal box che alle spalle di Senna stavano rinvenendo Piquet e Prost ho battuto il record in corsa più volte. Mi sono detto: con due campioni del mondo alle spalle che da un momento all'altro potevano tentare l'affondo era pericoloso deconcentrarsi. Infatti mi sono rilassato solo a cinque giri dal termine andando alla ricerca della bandiera a scacchi che mi sembrava non arrivare mai». aAyrtpn Senna andava fiero del compito svolto in gara anche se il computer di bordo alla fine l'aveva privato del secondo posto: «Avevo fatto una buona partenza, ma Mansell è stato più veloce di me anche perché partiva su un tratto di pista più pulita. Contro Nigel non c'era comunque niente da fare e allora mi sono messo a controllare la mia posizione. La battaglia è stata leale e senza colpi di testa. Non può dire che sia stato chiuso o ostacolato. Lui si avvicinava nel misto, ma la chiave di tutto era arrivare con Nelson leggermente distaccato alla curva che immetteva sul rettilineo e puntualmente prendevo un leggero vantaggio in quella curva. GIRI VELOCI: MONOLOGO MANSELL giro pilota tempo velocità 3. 7. Mansell Mansell Mansell Mansell Piquet Mansell Mansell Mansell V23"195 1'23"047 1'22"645 1'22"622 1'22"211 1'21"852 V21"327 1'20"943 188,568 189,485 13. 17. 28. 37. 51. 53. - 190,485 191,321 192.556 193,469 sell in 11 alla di 185,897 Kmh; 2. 12-540; 3. Piquet a 12-870; 4. Prost a 14-882; 5. Rosberg a 30-422; 6. Berger a 42-348; 7. Johansson a 47"077; 8. Alboreto a 49-425; 9. Arnoux a Fobia l'l'5"776; 11. Patrese a un giro. / / Piquet attacca la media di 186,584 Kmh; 2. Senna a 15-185; 3. Piquet a 15-564; 4. Prost a 16-727; 5. Alboreto a 57"703; 6. Johansson a l'20"723; 7. Fabi a un giro; 8. Arnoux a un giro; 9. Dumfries a un giro; 10. Patrese a un giro; 11. Boutsen a 2 giri, la media di 187,432 Kmh; 2. Senna a 18" 798; Alboreto quinto 3. Pi- quet a 19-311; 4. Prost a 24-740; 5. Alboreto a 1 ' 1 6 - 4 7 3 ; 6. Johansson a un giro; 7. Fabi a un giro; 8. Arnoux a un giro; 9. Dumfries a un giro; 10. Patrese a 2 giri; 11. Boutsen a 2 giri; 12. Danner a 2 giri. Qualche volta lui riusciva anche ad avvicinarsi, ma come mi si metteva in scia acceleravo di più e non gli lasciavo nessuna possibilità di sorpassarmi. Alla fine però per via del computer di bordo che mi segnava ancora un giro e mezzo quando ne mancava solo mezzo alla bandiera a scacchi sono rimasto senza benzina». Nelson Piquet non era dello stesso avviso ed addebitava l'epilogo disastroso della sua gara al comportamento in pista del suo connazionale: «Una gara combattuta allo spasimo, peccato che Senna mi abbia tenuto dietro per più di trenta giri costringendomi a frenare a più non posso anche con la complicità di alcuni doppiati. Avevo tanto usato i freni che alla fine si erano surriscaldati quelli anteriori. Proprio per questo problema verso la fine sono partito in testa coda. Meno male che poi Senna è rimasto senza benzina. Se no non arrivavo terzo. Quando ero dietro a Ayrton ho tentato più volte di superarlo, ma in rettilineo la mia macchina era meno veloce della sua. Per un lungo periodo sentivo anche la pressione di Prost e con lui alle spalle non puoi mica tanto scherzare». Sfortuna per sfortuna anche Prost non ne ha avuta tanta all'Estoril. Ancora una volta non è riuscito a partire con la sua macchina ed è stato costretto a prendere il muletto: «Pensavo di partire almeno in Portogallo con la mia macchina, ma si vede che il destino ancora una volta non ha voluto darmi il piacere di abbandonare la macchina di riserva al box. Con il muletto non avevo assolutamente possibilità di farmi valere e solo la fortuna alla fine mi ha dato una mano facendomi arrivare secondo per autoeliminazione di chi mi stava davanti». Per le Ferrari ancora punti grazie alle rotture ed ai guai degli altri. «Più di quanto ho fatto affermava Alboreto - non potevo. Con il primo treno di gomme ho dovuto fare una frenata brusca e l'assetto della macchina è andato a farsi benedire. La Leopoldo Canetoli Senna a secco Segue a a pag. 24 23 ...visto al video POLTRONIERI non fallisce 'Sa LE FOTO Video-regia «aperta» dal Portogallo. Non ci si è soffermati solo sulle macchine di testa. Ma non si è capito perché le telecamere abbiano evitato accuratamente, specie quella che riprendeva frontalmente il rettilineo dei box, di far vedere i momenti decisivi dopo la staccata. Più di una volta siamo rimasti con il fiato sospeso per capire come finissero gli attacchi di Piquet a Senna! In compenso, chi non manca mai al rito delle premonizioni «attese» è Mario Poltronieri. Sentitelo nel finale: PORTOGALLO Al via (1) Mansell scarica tutta la potenza del suo Honda e pianta lì tutti dall'esterno della prima fila. Lo rivedranno all'arrivo. Piquet tarda a mettersi in moto: eccolo (2) superare Berger per il terzo po- sto, Jones (3) diritto nella sabbia e lì rimane. Poco dopo Johansson (era sesto, come da sovraimpressione) in lotta con Berger lo tocca (4) e va in testa-coda. Il vecchio terrorista riparte, il nuovo ter- ORE 16.36 «Possibile che nessuna di queste i 4 moschettieri macchine abbia cedimenti?» nei primi 4 posti ORE 16.45 «Beh, ormai non c'è dubbio: solo Mansell infuna la sfortuna può privarlo anche del con giri veloci titolo!...» ORE 17.13 Senna senza benzina, arranca per finire almeno 4. (soddisfatto) «Si conclude questo GP del Portogallo col colpo di scena tanto atteso (da chi? n.d.r.): Senna perde il 2. posto... e anche il 3. ... Vedremo dove sarà rorista no. Dietro all'imprendìbile Mansell il gruppo degli altri tre aspiranti al titolo con Piquet (5) che tenta invano dì passare Senna. Più indietro, Prost. Ma Miquet (o) sbaglia clamorosamente, ripartendo quarto. E mentre Mansell esulta (7) per il quinto successo stagionale. Senna (8) perde un sicuro secondo posto in panne di benzina. Sul podio (9) con l'esultante Mansell Prost e Piquet. fotocolor* PHOTO 4 24 "GRAZIE SENNA segue da pagina 22 "Sempre più difficile, Nigel. Tutti stanno mordendo l'asfalto per vincere..." stessa cosa mi è successa poi con il secondo treno di gomme. Infatti in occasione dell'incidente tra Berger e Johansson mi sono trovato costretto ancora a frenare bruscamente per cui la macchina dopo ha vibrato sino alla fine della gara». Senza benzina anche Teo Fabi dopo una gara senza infamia e senza lode: «Sapevamo che le nostre macchine non erano ben bilanciate. La Pirelli doveva portare delle gomme anteriori nuove per la nostra macchina, ma non avevano fatto in tempo a fabbricarle allora non potevamo competere come nelle ultime due gare». Con il Gran Premio del Portogallo la lotta ad eliminazione dei concorrenti cominciava. Il primo ad essere eliminato era Senna, ma non per colpa sua, bensì dell'elettronica e della benzina. Per il finale di stagione la lotta ormai sarà a tre. Dai «quattro dell'Ave Maria» si è passati a tre e ognuno dei superstiti indica l'altro quale possibile vincitore finale. «Per il titolo mondiale ormai diceva Prosi - è una lotta in famiglia Williams, anche perché loro hanno dimostrato di avere una gran macchina. Il campione del mondo va cercato tra Piquet e Mansell. Per me ci sono pochissime possibilità». «Non penso ancora al titolo mondiale - affermava Mansell come non ci ho mai pensato sin dalle mie prime vittorie. Continuerò a battermi sino alla fine per vincere gare se poi vincerò anche il mondiale sarà un'altra cosa. In lizza con me ci sono due campioni come Prosi e Piquet avvezzi a vincere i titoli mondiali. Addirittura il mio compagno di squadra è uno specialista del successo all'ultimo gran premio». «Durante tutta la stagione ho avuto più arresti di Mansell - raccontava Piquel - nonostante questi arresti e alcune disavventure sono ancora in lizza per il titolo, ma Mansell e Prosi si trovano piùavvantaggiati di me. Chi sta meglio di tutti però è il mio compagno di squadra che se non matematicamente si può già considerare campione del mondo». Nelson Piquet si è Irovalo in difficollà all'Estoni. «Non si è trattata di vera difficoltà. Avevo impostato la mia gara quasi come quella di Monza. Partito bene mi ero portato in quarta posizione, pronto a sfruttare scie per risparmiare gomme e benzina, in modo da poi spingere al massimo nella seconda parte della gara. Avevo calcolato tutto tranne Senna davanti a me dopo il cambio di gomme. Non si è trat- tato di un mio errore, ma dopo essere stato per tanto tempo dietro a Senna e aver dovuto frenare in continuazione anche per lina miriade di doppiati che Senna passava per cui io, stando incollato a lui, dovevo frenare bruscamente. Tutto ciò ha fatto surriscaldare i freni anteriori e nella frenata della curva prima del rettilineo dietro ai box son partito in testa coda. Ho ben recuperato ma non tanto da poter avvicinare di più il mio compagno di scuderia. Adesso le cose diventano più complicate per la corsa al titolo». I.C. • F.3000. Con un comunicato ufficiale la FISA ha confermato che la prevista gara di F.3000 in programma a Jerez il 14 settembre passava al 5 ottobre al Jarama. Ma non ha specificato nulla per le gare brasiliane che, a sentire tutti i piloti presenti, quasi certamente non si faranno per mancanza di denaro. Per cui la serie si potrebbe concludere dopo le prossime due prove, a meno che non si faccia un recupero in Europa. 4 PROSI. Con il viso più teso del solito Alain Prost ha portato a termine prove e gara, col pensiero al fratello Daniel, che lo ha lasciato il giovedì, prima di iniziare il week end di Estoril. Malato di cancro da diverso tempo il fratello maggiore del campione del mondo è morto all'età di 33 anni. Subito dopo la gara il campione del mondo è partito alla volta di St. Chamond, in Svizzera, dove il lunedì si sono svolti i funerali. • LlGIER. Che cosa diranno all'Alfa Romeo nell'apprendere che Guy Ligier ho chiesto la soluzione della valvola al turbo e il motore aspirato a partire dal 1. gennaio 1988? Il costruttore francese forse avrà dimenticato gli accordi siglati con l'azienda di Arese. fotocolor PHOTO 4 25 TUtto quello che è successo all'ESTORIL Via: Mansell, fidando dei nuovi semiassi, parte pancia a terra davanti a Senna. 1. giro: Manseil, Senna, Berger.Piquet, Prost, Fabi, Rosberg, Johansson, Arnoux, Albereto, Alliot, Patrese, De Cesaris, 4. giro: Mansell primo giro record in V23"295. 5. giro: Ghinzani prima sosta ai box per controllare il motore. 6. giro: Capelli si ritira con il cambio bloccato. 7. giro: Piquet passa Berger in rettilineo. 1. giro: Rosberg passa Fabi in rettilineo. 10. giro: Rothengatter si ritira per rottura della coppia conica. Jones finisce a ruote bloccate nella sabbia e non riparte. DENIM'86 SEMPRE SU WILLIAMS. Informala 1 quest'anno c'è profumo di sfida. Nelson Piquet e Nigel Mansell, piloti del team Denim, corrono per vincere. Sulle piste di tutto il mondo dove c'è sfida, dove c'è competizione, c'è Denim. \ gito: Mansell 1'22"645 media 189,485 kmh. Ghinzani si ritira ai box con una canna del cilindro crepata. 17. gin: Mansell nuovo giro veloce in 1'22"622. 19. giro: Brundle si ritira per rottura del motore. 21. giro: Prost in scia a Piquet, 28. giro: Piquet 1'22"211 media 190,485 kmh. 29. giro: Warwick e Albereto ai box a cambiar gomme. 30. giro: Piquet e Nannini ai box a cambiar gomme. 31. giro: Senna ai box a cambiar gomme. 32. giro: Prost ai box a cambiar gomme. 33. giro: Mansell e Johansson ai box a cambiar gomme. 37. giro: Mansell 1'21"852 media 191321 kmh. DENIM Per l'uomo che non deve chiedere. Mai. 40. giro: Alliot si ritira per rottura motore, Tambay ai box per regolare freni. 43. giro: Warwick e Rosberg si ritirano per cedimento motori. 44. giro: incidente tra Berger e Johansson alla fine del rettilineo: la Ferrari ce la fa a ripartire. 45. giro: De Cesaris esce di e trada forse sul brecciolino di Johansson 47/48. giro: Piquet prova a passare Senna un paio di volte, ma non ce la fa 51. giro: Mansell 121327 media 192,556 kmh. 53. giro: Mansell 1'20"943 media 193,469 kmh. 63. giro: Piquet vq in testacoda e perde la terza posizione. 64. giro: Patrese si ritira ai box per cedimento del motore 69. giro: Senna e Fabi senza benzina: il brasiliano raggiunge a fatica il traguardo ma in quarta posizione. // •dritto" di Jones che ha compromesso la gara dell'australiano che dalla sabbia non è più ripartito "E noi lasciamogli la polvere, Nelson!" ROMBO il G.P. delle PROVE Settimo sigillo del brasiliano nel «Gran Premio delle prove» con un giro-monstre che ha rinnovato anche qualche dubbio regolamentare perché... SENNA fa scintille ESTpRIL - II monitor della Olivetti Longines, con le sue informazioni in tempo reale, è diventata la cosa più importante nell'ultima sessione di prove. Quando Ayrton Senna, ai soliti cinque minuti prima della fine dell'ultima sessione, si è lanciato in pistaschizzando scintille dappertutto, automaticamente tutti i team manager hanno spinto il bottone n.4, quello che da le immagini in diretta, con il tempo che scorre, per seguire quella che tutti si aspettavano come la prestazione bomba del weekend. Le scintille che solleva la Lotus di Senna, nei punti in cui il fondo piatto striscia sono evidentissìme. Ma anche in tv durante la corsa si è visto bene che la macchina di Ducarouge ha buona compagnia scintillante, come le Williams e le Benetton ESTORIL - Andrea De Cesaris finalmente soddisfatto, dopo le prove ci viene incontro e non ce la fa a stare zitto. «Hai visto, sono andato bene... Finalmente una macchina senza problemi, è la prima volta che riusciamo un poco a girare e i risultati si sono visti subito». De Cesaris sedicesimo, Nannini diciottesimo, pur col muletto e con un problema al cambio. Le altre squadre di serie B sono definitivamente dietro. Patron Minardi è soddisfatto: «Spero che i nostri sponsor lo apprezzino e ci seguano ancora. C'è voluto un anno, ma ora la macchina marcia bene». Ancora più soddisfatto l'ing. Chili, i cui motori hanno superato bene lo scoglio delle prove, senza cedimenti di turbine, o di altro genere: «Sono abbastanza soddisfatto», ci tiene a commentare. «Dopo te prove di Monza avevo accusato le centraline in maniera avventata, prima che la macchi- Finalmente MINARDI o.k. Risale la china il motore CHITI na arrivasse ai box. Ma mi sono accorto che mi ero sbagliato, sulla AGS si tratta di un problema ai condotti di alimentazione, benzina e aria. Sulle Minardi tutto rimpianto elettrico della Magneti Marcili ha funzionato alla perfezione. Le turbine? Ma sono le stesse delle gare precedenti, ora non si rompono più probabilmente grazie alle prese dina- miche che abbiamo montato sulle macchine». Soddisfatto, del motore di Chili, anche il boss della AGS/Jolly, Angiolini, nonostante un ennesimo cedimento nella prima giornata di prove: «Se penso che abbiamo dovuto fare il tempo con pressione da gara, a 3,6, devo dire di essere contento. Con questa pressione non ci sono problemi, se la aumentiamo si verificano questi fenomeni dì deionazione, o smagrimento del primo cilindro. Ma per me la colpa è del cassoncino differente che noi abbiamo richiesto, che crea qualche turbolenza. Un guaio che alla Minardi non hanno. Cosa faremo per il futuro? Io direi di continuare l'anno prossimo: se il Charro mi fornisce almeno la metà del budget il resto dovrei trovarlo io per continuare. E con questo motore, con la valvola di sovrapressione, non dovremmo essere poi messi tanto male...». I.C. ROMBO E il brasiliano non ha, ancora una volta deluso. Non ce la fa, la macchina scodinzola...ma vediamo...accidenti come la controlla...quella Minardi...no per fortuna non lo danneggia... eccolo, arriva, no, non è possibile, ce l'ha fatta ancora! I brasiliani, e non sono pochi in tribuna, se ne rendono conto dalla euforia del team Lotus, con Peter Warr che regala pacche sulle spalle a tutti, e sventolano le bandiere. Gli altri team manager ormai lo sanno, e scuotono la testa sconsolati. Contro questo diavolo di pilota, sul giro veloce, non c'è niente da fare. Settima pole position dell'anno, 14. della carriera, record sul giro a 204,244 kmh, il suo sesso tempo record '85, abbasài oltre quattro secondi... la lui, Ayrton, non perde la calma: «Devo ringraziare i meccanici che mi hanno cambiato il motore in tempo record. Eravamo nei guai in mattinata, ora è andato tutto bene. Ma la gara non sarà di un solo giro...». • Dall'altra parte del box i due • della Williams, ancora una volta battuti, reclamano: «E' ora di finirla con questo fondo mobile di Senna, che lavora come se a; vesserò minigonne». La battuta : la lancia prima Mansell, che peI rò. appena l'ha detta, non è pronto a sottoscriverla... Stessa [ cosa più o meno dice Piquet, ma il responsabile tecnico, Patrick Head, non se la sente di fare reclami. L'unico che sembrava in grado di impensierire Senna era proprio Mansell, che col primo treno (ma erano gomme da gara ) nel superare Jones si intraversava e doveva rientrare ai'box a cambiare musetto, mentre col treno da qualifica riusciva a soffiare al volo la pole a Berger, autore della miglior prestazione e metà sessione. Le Benetton, le più veloci in assoluto (Fabi 327 kmh di velocità massima) hanno sparato quattro treni Fabi e cinque Berger. ma non c'è stato niente da fare. Prost a sua volta ha incontrato prima problemi elettrici, prima di riuscire col secondo treno ad ottenere la terza posizione. Più staccato Piquet, che ha dovuto fare tre sorpassi nel suo giro migliore. Dei ferraristi, che certamente si aspettavano almeno una posizione in terza fila, il migliore è stato Johansson, mentre Albereto è incappato nel guaio del baffo volato via, del quale leggete a parte. Poi un Patrese scontento davanti alle due Ligier, al limite del telaio e delle gomme. Nella volata per la miglior prestazione delle squadre di serie B le Minardi hanno dimostrato finalmente di avere affidabilità e potenza, riportando il sorriso sul volto di De Cesaris. Leopoldo Conetoli IN (e OUT) nelle PROVE II migliore della serie B Finalmente un turno di prove abbastanza tranquillo per la Minardi di De Cesaris e Nannini, che cosi hanno potuto dedicarsi alla messa a punto della macchina. De Cesaris una volta tanto è stato più veloce del compagno, che peraltro ha dovuto usare il muletto più pesante. Il romano avrebbe fatto anche meglio se, sul finire della sessione cronometrata, non si fosse staccato uno sca- rico che gli ha fatto bruciare una turbina. Finalmente una giornata senza tanti guai alla Minardi il sabato. Nannini ha optato per il muletto non riuscendo a risolvere i problemi del retrotreno sulla sua macchina da gara (attacco del motore che si è allentato?) e alla fine ha dovuto mollare per il solito problema della forcella del cambio. Tutto OK per De Cesaris. Prima i guai poi la pole Dopo un paio di giorni di prove al Ricard, soprattutto di motore, la Lotus si è presentata con le solite macchine senza particolari modifiche. Il venerdì Senna ha come al solito lavorato meticolosamente alla ricerca del miglior assetto. Ma il brasiliano non era contento ne della tenuta di strada, ne del bilanciamento, ne del motore della sua Lotus, per cui non ha potuto esprimersi al massimo nelle qualifiche. Dumfries da parte sua è finito fuori pista danneggiando leggermente il fondo scocca: l'inglese aveva il cambio a 6 rapporti, il brasiliano a 5. Nei guai in mattinata per il motore, decisamente non all'altezza degli altri, Senna ha deciso di farlo cambiare al volo. Lui ha come al solito dato il massimo: col primo treno ha conquistato il miglior tempo, con l'ultimo se l'è riacquistato, bruciando in volata il solito Mansell. Muletto per Mansell Come promesso da tempo Frank Williams ha schierato in Portogallo ben quattro macchine, praticamente anche il muletto fisso anche per Mansell. Tra l'altro 1' inglese ha provato a lungo con una diversa presa d'aria per il turbo, a periscopio sopra la pancia al posto della solita presa laterale. Nella prima giornata di prove i due si sono alternati al comando, in mattinata Piquet e poi nella sessione cronometrata Mansell, che ha fatto la pole provvisoria dopo sei giri con gomme da gara di tipo B. Anche Piquet ha provato il sabato le nuove prese dinamiche per il motore ma le ha scartate subito. Nell'ultima sessione, quella valida per lo schieramento, il brasiliano ha dovuto superare tre concorrenti nel giro migliore, mentre Mansell, che col primo treno di gomme si era intraversato nel superare Jones, rovinando il musetto sul cordolo, col secondo treno ha dato il massimo finendo alla fine quasi in testacoda. Motori da qualifica Un telaio nuovo, siglato 094, è stato portato come muletto: gli altri due erano lo 092 per Albereto e 093 per Johansson, entrambi con scambiatori a ventaglio, ali biplane con i lunghi estrattori, la stessa configurazione aerodinamica di Zeltweg. Johansson al termine della pri- ma giornata si lamentava della anteriore sinistra, e per questo sbilanciamento finiva anche in testacoda senza danni. Abbastanza ottimista Albereto la cui macchina ha però ripreso a saltellare: il tempo spiccato dall'italiano non è comunque esaltante, anche per il gran traffico tro- vato in pista. Sono ricomparsi i motori da qualifica il sabato, per l'ultima sessione di prove. Johansson era abbastanza soddisfatto, e se la prendeva col troppo traffico, mentre Alboretp nerissimo ce l'aveva col tubo che «anima» i due baffi anteriori. Rotture ed urti I soliti telai alla Tyrrell, siglati 03 per Streiff, 04 per Brundle e 01 muletto, ma con diverse novità montate sulla macchine dell'inglese in vista della prossima gara in Messico. Per migliorare ancora il raffreddamento sono stati montati radiatori più lunghi, e per farceli stare sono stati allungati anche i pontoni. Peraltro, pur con miglior raffreddamento, nella prima giornata c'è stata moria di motori. Prima Streiff ha rotto un turbo, e il suo motore alla fine delle prove, e poi Brundle ha avuto gli stessi inconvenienti, danneggiando una sospensione posteriore nel fuoco di una turbina, e un motore alla fine del venerdì. Ancora un motore bloccato, forse per grippaggio, a Brundle in mattinata del sabato, e gran lavoro quindi dei meccanici. Streiff da parte sua ha finito per sbattere al tornantinò, rovinando la sospensione posteriore destra, ed ha dovuto continuare con il muletto con il motore da gara. 28 MCLAREN Motore vecchio I soliti tre telai a Estorii, siglati 05 e 01 per Prosi, mentre Rosberg aveva lo 02, senza l'ultimo alettone provato a Imola, ma con le modifiche di motore più recenti. In pratica la sola novità visibile della squadra consisteva nei rossi orologini TAG Heuer mostrati da tutti i meccanici al polso. Nella prima giornata di prove Prost, pur addolorato per la scomparsa del fratello, ha cercato di lavorare soprattutto sulla messa a punto del telaio in versione corsa, senza tanto preoccuparsi di realizzare un tempone. Ancora indeciso il sabato se usare il nuovo motore installato sul telaio n.5, Prost ha finito poi con l'usare nelle qualifiche del sabato quello più affidabile. Che invece lo ha tradito con problemi elettrici di tutti i generi e solo in extremis il campione del mondo è riuscito a fare un giro pulito. BRABHAM Patrese di grinta Gordon Murray non ha studiato molto cambiamenti sulle sue BT 55, che a Estoril presentavano solo una diversa posizione per i contenitori del liquido refrigerante che viene spruzzato contro gli scambiatori nei giri di qualificazione. Per il resto i guai di sempre: Warwick ha rotto un motore nella mattinata di venerdì, mentre il secondo motore montato scoppiettava, un pò come quello di Patrese. per problemi di accensione. Ancora una giornata nera alla Brabham il sabato. Warwick ha rotto subito un motore, e alla fine delle ultime qualifiche il cambio. Patrese si lamentava dell'assetto, della mancanza di trazione e di troppo sovrasterzp. anche se poi alla fine ha ottenuto di grinta il nono tempo. BENETTON ARROWS Nuova sospensione Ancora tenuta come muletto la A9, Gordon Coppuck ha lavorato sulla A8/5 di Boutsen montandogli una sospensione anteriore modificata e un diverso alettone. Per il resto, a parte la presenza del redivivo (è il caso di dirlo..) Surer a incoraggiare i compagni, niente di nuovo. Boutsen peraltro in mattinata ha rotto il turbo, mentre Danner. lavorando di fino 'sulla sua vettura, è riuscito almeno una volta a risultare più veloce del suo caposquadra. Ancora lavoro per i meccanici alla Ar/ows il sabato mattina, per cambiare il motore a Danner che ha fatto un fuorigiri facendo saltare tutto per aria. Boutsen invece si è trovato con problemi di «misfire» sia nella mattina che nella sessione cronometrata, ai quali non è riuscito a porre rimedio. Pirelli da capire Nessuna novità sulle due macchine transalpine, telai 05 per Arnoux.04 per Alliot e 03 muletto. I due piloti si sono lamentati soprattutto delle gomme nella prima giornata di prove. Arnoux è incappato in un testacoda senza danni, mentre Alliot. quando è andato a montare il secondo treno di gomme da qualifica, si è trovato dei pneumatici più lenti delle gomme da gara che aveva usato in precedenza. Senza nessun problema particolare il sabato i due piloti Ligier hanno spremuto al massimo i loro mezzi. Alliot si è anche ricreduto sulle gomme da qualifica della Pirelli. Alla fine erano decimo e undicesimo. Riecco Berg Ancora grazie all'appoggio della Landis & Gyr, e del pagamento delle rate da parte del canadese Berg, Enzo Osella è riuscito a portare le sue due macchina in Portogallo, arrangiando i motori come poteva. Ghinzani, più esperto, è riuscito a girare pian piano, mentre il rientrante Berg in mattinata di venerdì è stato rallentato da uno sbilanciamento nel retrotreno. La rottura di una turbina il sabato mattina non ha tolto il buonumore a Ghinzani, che nella sessione cronometrata si è migliorato di tre secondi. Berg da parte sua ce l'ha messa tutta, togliendo anche lui tre secondi al suo tempo. L'occhio del padrone Nulla è cambiato dopo Monza sulle variopinte Benetton di Berger e Fabi. Anzi in qualifica non sono nemmeno state montate le grosse turbine Garrett. Berger ha rotto in mattinata la scatola del cambio, che presentava già una grossa crepa, mentre Fabi nella sessione cronometrata prima ha compiuto un testacoda e poi ha cercato di rimontare come poteva. L'arrivo di Luciano Benetton il sabato ha messo di miglior umore i piloti che ce l'hanno messa proprio tutta. Fabi ha usato 4 treni di gomme, Berger addirittura 5 (ovviamente raspati...) ma non c'è stato niente da fare per la pole, anche se la seconda e la terza fila è di tutto rispetto. ZAKSPEED Fuoco e fiamme Si continuano a fare esperimenti sulle Zakspeed, anzi sulle macchine di Palmer, che presentano ancora alettoni diversi, ma soprattutto novità di motore. Ma ora anche Rothengatter ha finalmente le turbine Garrett. Palmer da parte sua è stato protagonista negativo della sessione cronometrata di prove, quando ha rotto un motore inaffiando tutta la pista di olio, per cui le prove sono state sospese per 27 minuti. Rothengatter invece si lamentava del motore che non era superefficiente. Fuoco e fiamme in rettilineo anche il sabato per Palmer che ha ancora una volta esploso il suo turbo a metà della linea retta. Rothengatter invece si lamentava del cedimento del cassoncino di aspirazione: evidentemente con tanta pressione, qualcosa deve pur mollare... Poca velocità Ancora due macchine a disposizione di Tambay (telai 02 e 03) mentre Jones aveva lo 05. Ma la ragione è che l'australiano vuole a tutti i costi avere due macchine a disposizione in patria, e quindi lascia volentieri prima il muletto a Tambay. Il francese in mattinata ha lasciato la sua macchina ferma sul percorso, e poi i meccanici hanno sostituito il turbo. Jones, per la prima volta in Portogallo, ha avuto problemi al cambio. L'unico problema il sabato lo ha accusato Tambay, che prima è rimasto col turbo nei guai, e poi senza benzina sul percorso. Jones si lamentava ancora del cambio, e della mancanza di velocità di punta. Pressione al minimo Non si è potuto lavorare molto sulla AGS, ma si è fatto in tempo a praticare una modifica alla sospensione anteriore per renderla meno sottosterzante. Capelli si è fermato, il venerdì mattina, un quarto d'ora prima della fine delle prove per conservare il motore per la qualifica. Ma la sua tattica non è servita a molto visto che il motore, poi è saltato dopo pochi giri. Per non rovinare un ennesimo motore alla AGS hanno deciso di provare col pieno, in condizione gara, e colla pressione massima a 3,6. In qualifica hanno solo tolto la benzina, e Capelli, pur sudato e stanco, per la guida pesante della sua monoposto, è riuscito a togliere un altro paio di secondi. 29 PORTOGALLO MCLAREN ARROWS Per la quarta volta consecutiva Prost è partito con il «muletto». Non è logico per uno che si gioca il Mondiale. Due piloti all'arrivo potrebbero essere un buon risultato, ma non credeteci troppo. PROST La sua testa pensa ad altro, ma riesce a non farlo vedere molto. 8 La fortuna e il suo team non gli sono amici ultimamente, ma lui è da assolvere. ROSBERG 6 II ritiro è dorato e solo per la veste della sua McLaren. BOUTSEN DANNER 6 6 Prosegue l'apprendistato con orgoglio e coraggio. Da incoraggiare. TYRRELL L'abbandono della Renault poteva anche essere preso un po' meglio. BRUNDLE 6 Meno brillante di altre volte e in tempo di trasferimenti non è un buon voto. STREIFF 6 BENETTON In prova è entrato tra i top team, •• ma in gara la strada per fare altrettanto sembra ancora lunghissima, Non ha brillato nemmeno lui, ma forse è stato a causa della Tyrrell poco competitiva. FABI WILLIAMS • • • • I galloni da terrorista ha dimostrato anche all'Estoni di averli meritati. BERGER Ho festeggiato in Portogallo l'iride per i costruttori COP. Vennesima dimostrazione di qualità ed efficienza. MANSELL 7 Passati i momenti di crisi, sta tornando il «cuor di leone» di sempre. 7 9 Giro veloce in vista del traguardo, Basta per capire la gnnta di Mansueto? OSELLA li canadesino è arrivato al traguardo ma può basta.- Un errore di guida che questa volta potrebbe dav- re come soddisfazione? I vero costargli il Mondiale, GHINZANI S.v. Troppo corta la sua corsa per un voto. BERG 6 BPARHAM Come sempre ha badato a non farsi prendere la Murray è il primo ad essere andato in vacanza della mano e ci è riuscito. F.1 '86 e si vede, PIQUET 5 PATRESE 7 Solo la sua grinta non può bastare a tappare tutti i buchi di telaio e di motore. WARWICK 5 MINARDI Un declino inspiegabile il suo, E pensare che solo due ^.rrifr.ì? i'Otevano tutti. Dopo le prove era leggittimo aspettarsi qualcosa di più. Il punto però è nell'aria. LOTUS DE CESARIS Con un Renault così -cicalone» come può Ayrton sognare l'iride? SENNA 9 Pole e gara da manuale ma il computer, si sa, non ama il talento. DUMFRIES 5 Una uscita di strada ha compromesso il buono che era riuscito a far vedere al via. NANNINI 6 Non ha brillato come altre volte, ma non sempre è domenica. 6 Tra i fanti in smobilitazione non effettiva è l'unico a difendersi anche se la sua è effettiva davvero. LIGIER ZAKSPEED Era partita molto bene, troppo per vederla solo settima al traguardo. Non si capisce come fanno a essere contro l'abolizione del turbo. Visto che i loro guai sono seri davvero. ARNOUX PALMER ALLIOT 6 E arrivato e visto cosa gli danno da guidare è già un merito. ROTHENGATTER 7 6 Ha tenuto bene il passo prima della rottura del motore. 6 FERRARI Monza è lontana e la convalescenza anche, visto II cassetto era pieno di sogni, ma sembra che sia che siamo tornati al giro di distacco rimasto ostinatamente chiuso. ALBORETO 6 JONES 5 Sufficienza di circostanza perché non poteva fare di E uscito di strada come un debuttante. Segno che più con la sua macchina. anche gli orsi australiani fanno i capelli bianchi? JOHANSSON 6 TAMBAY 6 La ruotata con Berger gli è costata un po', ma ha C'è l'ha messa tutta per arrivare in fondo. Peccato fatto vedere di aver ritrovato la grinta che lo mise in che la sua Lola non lo abbia capito. luce proprio all'Estoni nel 1984. • SAIMA. Doveva esserci ai box di Estorii anche l'appassionatissimo titolare della Salma, Alvise Di Conossa. Ma la perdita della mamma, donna Enrico di Canossa, scomparsa il venerdì prima della gara, lo ha tenuto lontano per la ceùmonia funebre. A I ui e famiglia le condoglianze dello staff di ROM- BO. nelle mani dei meccanici di Brabham McLaren e Williams il successo dei loro piloti e.... gli utensili Beta È sempre un bel combattente e i portoghesi hanno avuto do di scoprirlo. Vale il discorso appena fatto per il suo compagno di squadra. LOLA PORCE Beta UTENSILI • FASCETTE. Bloccate da na-volante, che è facilmente sfilabile. stro adesivo si sono notate alle Con una fascetta però, nella gola spalle di Palmer e Rothengatter della ghiera che rende sfilabile il vodelle fascette di plastica, quelle u- lante, tutto rimane bloccato, sate per stringere i tubi. Ma a quale scopo? Ce lo ha spiegato l'olan- + SN. In settimana, ad Imola, edesone: quando le Zakspeed si fer- rano in pista anche alcune Sport mano per guasto meccanico in pi- Nazionali in vista della gara di sta succede sempre che qualche Campionato Italiano di domenica collezionista di souvenir si freghi il prossima. Beta UTENSILI 30 f ROMBO IL SOGNO F.1 NELSONEIDE Quale sarà la posizione di Nelson Piquet nella galleria dei grandi della FA di tutti i tempi è ancora presto per dirlo. Anche perché il brasiliano non ha ancora chiuso il libro delle imprese più esaltanti e - come tutti sanno - addirittura un ulteriore capitolo potrebbe venire dalla stagione 1986 con la conquista del terzo titolo iridato (nonostante il testacoda quasi alla conclusione del GP Portogallo). Tuttavia è certo che il nome di Piquet passerà alla storia senz'altro in una posizione di privilegio quando accanto alle qualità del pilota si tireranno anche quelle dell'uomo. Perché - e il parere è unanime uno «zingaro» al di là di ogni legge simpatico come Nelson è diffìcile trovarlo oggi e sarà ancora più difficile domani non solo nel mondo della F. I. Tra le ultime trovate degne di figurare in una ipotetica «Nelsoneide», ammesso che qualcuno un giorno o l'altro si decida a scriverla (Adriano Costa non ti fischiano le orecchie?, n.d.r.) c'è il modo con cui Piquet ha deciso di festeggiare il suo successo nel recente G.P. di Italia a Monza, con conseguente riaggancio delle ambizioni mondiali. Pochi si spingerebbero a immaginare Nel- son subito a nanna a smaltire la fatica fisica e nervosa di girare per oltre un'ora e mezzo a quasi duecentotrenta di media sui cinque chilometri dell'autodromo lombardo. Nessuno invece si azzarderebbe a supporre quello che invece effettivamente Piquet ha fatto per autopremiarsi del vittorioso Gran Premio di Italia. Vale a dire raggiungere Parma e passare la serata nel locale kartodromo a girare in tondo su un kart a noleggio, spensierato e allegro come un qualsiasi turista in cerca di emozioni forti, ovvero come un ragazzine alle prime armi. In una F. I priva di colore e di personaggi come quella attuale la «notte brava» parmense del pilota della Williams assume davvero i contorni della leggenda. Una leggenda spontanea e immediata, come spontanee e immediate sono tutte le manifestazioni dello «zingaro» di Brasilia, che per sua scelta personale si è regalato all'Italia e agli italiani. Noi, a dire il vero, non abbiamo ancora saputo apprezzare questo dono fino in fondo, non fosse altro perché in Italia tutto ciò che non è tinto di rosso Ferrari, ha solo i connotati del «nemico». Ma ci vuole poco ad immaginare che un Piquet al volante delle monoposto di Maranello avrebbe tutti i numeri per oscurare forse la stessa leggenda di Nuvolari. Perché il brasiliano del «mantovano volante» ha tutto, e non solo in pista. Quanti di noi poveri mortali non hanno sognato di avere una monoposto di F. I tra le mani? Ma se un'ideale bacchetta magica rendesse possibile il sogno all'improvviso, davvero sapremmo cosa fare di una F.I? Prendiamo ad esempio le avvertenze - non ritrovabili in nessun libretto di uso e manutenzione - per rendere marciante una monoposto di F.I. Innanzitutto la benzina. E'un composto chimico molto speciale, che non si trova certo in commercio, del costo approssimativo di ventimila lire al litro, e del quale occorre prevedere una buona scorta visto che i motori turbo della F. I 1986 ne bevono qualcosa come un litro ogni chilometro chilometro e mezzo, a seconda dell'apertura della manopola del boost. Ma dopo la benzina c'è anche il resto. Ad esempio l'olio. Ce ne vogliono dodici chili nella coppa di un motore di F. I e quel che è peggio bisogna cambiarlo all'incirca ogni trecento chilometri. Insignificante è invece il consumo dell'acqua del circuito di raffreddamento, anche se è bene ricordare di versarne nel radiatore almeno una decina di litri. Per le candele invece è buona regola prevederne una serie di nuove, quattro o sei a seconda del numero di cilindri, ogni volta, che si mette in moto il motore. C'è poi da verificare la pressione delle gomme. Visto che normalmente sulle nostre berline ci dicono di gonfiarle un pò di più se si pensa di andare ad alta velocità, ci sarebbe da pensare a pressioni mostruose per le «scarpe» fuori misura di una F.I. Ma invece nulla è più sbagliato di questa impressione, perché un pneumatico di F. I è perfettamente gonfio a sole 0.9 atmosfere e raggiunge un massimo di 1,2 a caldo. Roba che non sembrerebbe valida nemmeno per una gomma da bicicletta. Ma tant'è. E riveniamo al nostro signor Rossi. Concediamogli di aver avuto il portafoglio, la voglia e la competenza per rendere la sua monoposto pronta a scendere in pista. Le sue fatiche sarebbero in questo caso all'inizio. Perché la vera parte difficile sarebbe sempre guidare la F. i e non certo al limite. Una volta calato nello stretto abitacolo infatti il Signor Rossi si troverebbe tra le mani un volante che con solo tre quarti di giro a destra o a sinistra indifferentemente consente di ottenere il massimo della sterzata. Per i pedali invece mentre freno e acceleratore sono più o meno quelli di qualsiasi macchina nella loro gradualità, la sorpresa verrebbe dal pedale della frizione. La sua escursione non supera nel migliore dei casi i 18 millimetri! Un'escursione non certo abbondante per inserire dalle cinque alle sei marce, dirette e non sincronizzate. Da inserire o scalare poi nel contesto di un motore che entra in coppia normalmente a ottomila giri ed ha un campo di utilizzazione che non supera i tremila giri, visto che in quasi tutti i propulsori il limite della potenza massima si ottiene attorno agli undicimila giri/minuto. E non abbiamo ancora parlato del cruscotto sempre più computer e delle varie manopole per la regolazione della frenata, delle sospensioni e via dicendo, perché tanto siamo convinti che il signor Rossi ben difficilmente avrebbe superato lo scoglio di uscire dai bpxes. Ma ammettiamo che ne fosse stato in OE grado. Sapete a cosa altro dovrebbe trovarsi pronto? A guidare una vettura che mediamente è 25 volte più rigida della sua berlina di tutti i giorni. Per intuire i disagi del fondo schiena, dei muscoli delle braccia e del collo dovrebbe essere sufficiente. Ma è ancora niente se si riflette che i «fortunati» 26 utenti delle F.l del Mondiale i veri problemi li hanno non a superare tutto quello che abbiamo appena esposto, quanto a girare per un paio d'ore a duecento e passa di media uno dietro o di fianco all'altro, con l'occhio oltre che alla pista ai complicati strumenti di misura radunati nel computer di bordo, alle gomme che si consumano e con la testa impegnata anche a trovare le cosiddette «tattiche vincenti». VIVA MICHELE L'argomento delle «Piquet folies» nelle scorribande notturne sui kartodromi della bassa padana giunge opportuno per ritornare su quelle di Albereto e Johansson in sella alle moto da cross nella vigilia monzese, divenute - come è noto - purtroppo di attualità per la caduta che ha costretto il milanese a disertare la prima giornata di prove del G.P. d'Italia. Da più parti ali' Estorii, e anche in Italia prima della mia partenza per il Portogallo, mi è stato chiesto se nel riportare la notizia, decisamente dai contenuti diversi da quelli delle versioni ufficiali sull'incidente, non ho infierito su Michele. In molti hanno ROMEO addirittura ipotizzato che io abbia voluto sferrare al milanese un colpo basso nell'ottica della ruggine che ci divide dal Canada di un paio di anni fa. La prima precisazione è sul contenuto della notizia. Nell'interpretare la mia professione ho sempre cercato di dare ai lettori, per quanto possibile la reale e esatta dimensione dei fatti, indipendentemente da ogni padrinato politico o di comodo. Lina regola alla quale non potevo certo venire meno perché a scivolare dalla moto era stato Albereto o perché alla Ferrari interessava accreditare la versione del malore con conseguente caduta in bagno, in modo da non aizzare polemiche sui piloti che vanno a fare motocross alla vigilia di un Gran Premio. La seconda precisazione invece riguarda il mio personale punto di vista sulla questione, ed è un punto di vista che apre e chiude con un solo commento: Viva Michele! Viva lui e tutti quelli come lui che non se la sentono di ingabbiare un sentimento unico e inarrivabile come l'istinto alla velocità e alla sfida nei confini di un contratto studiato a tavolino da «azzeccagarbugli» di mestiere o di occasione. No! Caro Piccinini, e lo dico con profonda convinzione, i «cavalieri del rischio» non sono computer che a comando buttano su una pista come si suoi dire «il cuore oltre la barriera» e poi una volta finito l'impegno per cui sono pagati, anche se troppo profumatamente, rimettono in freezer la loro voglia di sfida, in attesa della successiva occasione. Un pilota è un uomo. Un uomo che ama il rischio e la sfida in ogni sua manife- stazione, in pista e fuori di essa e che vuole vincere sempre e dappertutto a\e iv una monoposto o con in mano le carte da briscola. Se non fosse così non farebbe, anzi meglio non potrebbe fare, il mestiere che fa! In tanti anni di professione di piloti credo di averne visti e conosciuti parecchi e posso giurare che non ne ho mai incontrato uno che non rispondesse ai requisiti che ho appena illustrato. Non c'è niente da fare, sono delle specie di «stimmate» che i contratti, in cui sono vietate le sciate in discesa libera, o le gite in moto da cross, o gli altri assurdi divieti scovati dai team manager per tutelare il loro capitale-piloti,, possono nascondere ma non certo cancellare. E proprio nella sicurezza che attorno ad un pilota bisogna respirare il profumo della benzina bruciata dai motori spinti al massimo o della gomma resa incandescente nella frenata al limite, e non quello dell'incenso delle sacrestie in cui Piccinini vorrebbe tenere in bacheca i suoi piloti tra una gara e 1' altra, ripeto che Albereto ha fatto bene a giocare con le moto assieme a Johansson prima del G.P. d'Italia. Perché, come diceva Villeneuve e prima di lui tanti altri grandi, inimitabili «cavalieri del rischio»: un pilota ha un sistema solo per allenarsi, andare forte sempre ed in ogni occasione possibile. Un principio che consente . di assolvere in pieno Michele per la sua cavalcata motociclistica finita contro l'albero del parco della villa di Eupilio. Perché è sempre meglio per un pilota perdere un giorno di prove che la voglia di combattere e rischiare.