Anime minate: Il ruolo della BEI nella miniera di

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Anime minate: Il ruolo della BEI nella miniera di
Anime minate:
Il ruolo della BEI
nella miniera
di Tenke-Fugurume
(RDC)
Settembre 2008
L‘obiettivo della coalizione “Counter Balance: Challenging the EIB” è trasformare la Banca
europea per gli investimenti in un’istituzione trasparente che sostenga gli obiettivi di sviluppo dell‘Unione Europea e promuova lo sviluppo sostenibile delle popolazioni locali.
La campagna è sostenuta da:
Testi e ricerche:
Prince Kumwamba - ACIDH
Anne-Sophie Simpere - Les Amis de la Terre / Friends of the Earth France
Contatti:
Les Amis de la Terre / Friends of the Earth France
Anne-Sophie Simpere
Tel.: +33 1 48 51 18 98
[email protected]
ACIDH (Action Contre l’Impunite pour les Droits Humains/Azione contro l’impunità per i
diritti umani))
Prince Kumwamba
Tel.: 00 243 9 970 25 331 oppure 00 243 9 710 8022
Posta elettronica: [email protected]
Traduzione:
Claudio Maioli
Redazione:
Greig Aitken, David Hoffman, CEE Bankwatch Network
Edizione italiana a cura di
Caterina Amicucci
Questo documento è stato realizzato con il sostegno finanziario della Comunità europea. I suoi contenuti sono responsabilità
esclusiva di CEE Bankwatch Network e in nessun caso intendono esprimere le posizioni dell’Unione europea.
Sommario
Introduzione
1. Il contesto
p4
p5
1.1 La Repubblica democratica del Congo (DRC):
trent’anni di dittatura, dieci anni di guerra e caos
p5
1.2 Il progetto Tenke-Fungurume: due contratti
e il sostegno di finanziatori pubblici p5
2. Assenza di trasparenza e rischi di corruzione
p6
3. Un progetto di cui la Repubblica democratica del Congo non beneficia
3.1 Contratti sfavorevoli alla Repubblica democratica del Congo
p11
3.2. Truffa sul campo
p8
4. Un progetto che non porta alcun beneficio alle comunità locali
4.1 Consultazioni viziate con la popolazione locale
p12
4.2 Garanzie dei sostenitori del progetto p12
4.3 La situazione sul campo: rabbia e miseria delle popolazioni
p13
5. Conclusioni
5.1 La BEI ha consapevolmente finanziato il progetto Tenke Fungurume
in flagrante contraddizione con i propri principi dichiarati p19
5.2 Una scandalosa negligenza della BEI, la Banca europea
per gli investimenti p19
6. Raccomandazioni
p20
4
Introduzione
Il 17 luglio 2007 il Consiglio di amministrazione della BEI
(Banca europea per gli investimenti), banca “pubblica”
dell’Unione europea, ha deciso di concedere un prestito di
100 milioni di euro al progetto Tenke Fungurume Mining
SARL (TFM) nella Repubblica democratica del Congo
(DRC). È il primo progetto finanziato dalla banca in questo
paese dalla fine della guerra civile.
Prima della decisione molte ONG hanno tentato di
convincere la BEI a fare un passo indietro e considerare
più attentamente una serie di problemi connessi alla
realizzazione del progetto, in particolare:
• problemi gravi di trasparenza e corruzione legati alla
firma del contratto per la licenza estrattiva TFM;
• impatto sullo sviluppo locale;
• impatti sociali e ambientali.
La BEI ha deciso comunque di concedere il prestito.
Questo rapporto descrive la situazione locale del progetto
TFM.
Il documento è l’esito del lavoro svolto sul campo
dall’organizzazione non governativa congolese Action
Contre l’Impunité des Droits Humains (ACIDH). L’indagine
della ACIDH si basa sull’ESIS (Environmental and Social
Impacts Study, studio sugli impatti sociali e ambientali)
della società Tenke e le sue valutazioni, ma anche sui
dati disponibili in Internet e sulla relazione prodotta
dal gruppo di lavoro Risks, responsibilities and real
benefits: mining in the Democratic Republic of Congo
organizzato dall’EDC (Exportation et Développement) con
il sostegno della CAID1 (Canadian Agency for International
Development). ACIDH ha visitato i luoghi interessati dalla
miniera: Fungurume, Tenke, la città più importante della
regione, Mont Kwatebala (al centro della concessione
mineraria), il principale sito estrattivo, numerose
installazioni e impianti di trasformazione dei minerali
oltre ai villaggi di Mulumbu, Amoni, Kiboko, Kasolondo,
Lukotola, Mpala e Mont Goma (che saranno interessati
dall‘attività estrattiva nella seconda fase del progetto).
Il rapporto utilizza inoltre uno studio parallelo condotto
da IPIS3, Swedwatch4 e Diakonia5: Risky Business. The
Lundin Group’s involvement in the Tenke Fungurume
Mining Project in the Democratic Republic of Congo,
pubblicato nel febbraio 2008.
La ricerca porta a concludere che il progetto TFM si
basa su un contratto minerario non chiaro e solleva forti
sospetti di corruzione. La situazione era già nota nel
momento in cui la BEI ha deciso di concedere il prestito.
Inoltre, la DRC non trarrà dal progetto alcun vantaggio.
L’attività estrattiva è già avviata e sono già emersi gravi
problemi e disagi per le popolazioni locali.
Nei paesi ACP (Africa, Caraibi, Pacifico) le operazioni
della BEI dovrebbero essere regolate dall’accordo di
Cotonou, che ha come obiettivo principale la “riduzione
della povertà” e la “promozione di uno sviluppo
sostenibile”. Il finanziamento della miniera Tenke non
corrisponde a nessuno di questi obiettivi. La BEI pertanto
non avrebbe dovuto impegnarsi nel progetto Tenke.
La BEI deve formulare rapidamente linee guida e regole
rigorose di valutazione della trasparenza, degli impatti
sociali e ambientali e dell‘apporto in termini di sviluppo
dei progetti.
Sono state realizzate numerose interviste con i dipendenti
di TFM, le autorità tradizionali e locali, le popolazioni
delle comunità e le ONG2 locali. Sono state utilizzate
anche le informazioni pubblicate dalla stampa congolese
e internazionale.
1
Conclusioni del seminario organizzato il 24 maggio 2007,
Maison Willson, Lac Meech, Quebec, disponibili all’indirizzo http://www.
edc.ca/french/ docs/wr_independ_report_f.pdf
3.
www.ipisresearch.be
2.
Conclusioni del seminario organizzato il 24 maggio 2007,
Maison Willson, Lac meech, Québec, disponibili all’indirizzo http://www.
edc.ca/french/docs/ wr_independ_report_f.pdf
4.
http://www.swedwatch.org/
5.
http://www.diakonia.se/
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
5
1.
Il contesto
1.1 La Repubblica democratica del Congo (DRC):
trent’anni di dittatura, dieci anni di guerra e caos
Fino all’indipendenza (conquistata nel giugno 1960) la
DRC era una colonia belga. Fu poi governata da Joseph
Kasa-Vubu, primo presidente del Congo indipendente,
e da Patrice Emery Lumumba, suo primo ministro. Nel
1965 Mobutu prese il potere con un colpo di stato e
instaurò un regime repressivo basato sulla corruzione e
l’arricchimento personale. Nel 1996 l’Alliance des Forces
Démocratiques pour la Libération du Congo-Zaire (AFDL)
guidata da Laurent-Désiré Kabila iniziò una lotta che ebbe
termine solo nel 1997 con il rovesciamento di Mobutu.
Nel 1998 la DRC fu attraversata da un secondo conflitto
che per quasi sei anni coinvolse nove stati africani.
Il bilancio in termini di vite umane fu gravissimo: 4 - 4,5
milioni di morti, migrazioni di grandi masse di rifugiati
e orrende violazioni dei diritti umani. Nel gennaio 2001
Laurent-Désiré Kabila venne assassinato da uno dei
suoi stessi sceriffi. Eletto a succedergli, il figlio Joseph
Kabila si impegnò nel processo di pace avviato dalla
comunità internazionale. Nel 2003, i gruppi che si erano
dilaniati nel conflitto siglarono un accordo per condividere
il potere in un governo di transizione costituito dalle
principali componenti politiche del paese e per guidare
il paese verso libere elezioni democratiche. Le elezioni
hanno avuto luogo nel 2006 e Joseph Kabila è stato eletto
presidente della DRC.
Oggi il paese è in condizioni gravissime: il 75 per cento
della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno,
infrastrutture e servizi sono completamente distrutti o
non esistono e in alcune regioni i conflitti proseguono.
1.2 Il progetto Tenke-Fungurume: due contratti e il
sostegno di finanziatori pubblici
Tenke Fungurume è uno dei maggiori giacimenti di rame
e cobalto del mondo. Il suo nome deriva dalle due città
della regione: Fungurume, a 195 km da Lubumbashi e
125 km da Kolwezi, e Tenke, a circa 30 km da Fungurume
verso Kolwezi.
Negli anni ’90 la DRC iniziò la privatizzazione del settore
estrattivo. Nel 1994 il governo avviò una procedura
che aveva lo scopo di aprire negoziati per creare un
partnership privata con Gécamines (Société generale
©Wilhjelm
La DRC è una vastissima nazione africana confinante con
la provincia di Cabinda (Angola) e la Repubblica del Congo
a ovest, con la Repubblica dell’Africa Centrale e il Sudan
a nord, con l’Uganda, il Rwanda, il Burundi e la Tanzania
a est e lo Zambia e l’Angola a sud. Ricchissima di risorse
naturali e minerali, la DRC possiede enormi giacimenti di
diamanti, oro, rame e cobalto. Il paese è profondamente
segnato da una storia recente violentissima e da una
cronica instabilità politica.
Foto:
Donne del Katanga
des carrières et des mines), compagnia di proprietà
dello stato, e sfruttare i giacimenti di Tenke Fungurume.
Nel 1995, cinque compagnie internazionali espressero
il loro interesse. La scelta cadde sul gruppo svedese
Lundin Holding6 e il 30 novembre 1996 venne firmato
un accordo d’intesa tra Gécamines e Lundin Holdings
per la costituzione di una società in compartecipazione
denominata Tenke Fungurume Mining SARL (TFM)7.
La proposta di Lundin Holding prevedeva in particolare
un finanziamento di 250 milioni di dollari USA con
l’impegno di realizzare elevati volumi di prodotto e avviare
rapidamente l’attività estrattiva.
Nel 1999 TFM bloccò il progetto per ragioni di “forza
maggiore”, ufficialmente a causa della guerra in atto.
Lo stop è durato fino al 2005, quando il governo di
transizione si è affrettato a firmare un nuovo contratto
che a fianco di Gécamines e Lundin Holding prevedeva
un nuovo socio: il gigante minerario Americano Phelps
Dodge (fuso nel 2007 con Freeport McMoRan).
Il 17 luglio 2007 la BEI è diventata il primo finanziatore
pubblico del progetto TFM grazie a un prestito di 100
milioni di euro. Sono seguiti il coinvolgimento dell’agenzia
americana di credito alle esportazioni OPIC (Overseas
Private Investment Corporation) nell’agosto 2007 e in
ottobre quello dell’African Development Bank.
Il finanziamento da parte di queste istituzione pubbliche
appare molto controverso a causa dei gravi problemi di
trasparenza e corruzione intorno al contratto TFM e delle
preoccupazione della società civile, rimaste lettera morta.
La costruzione delle infrastrutture è iniziata all’inizio del
2007 e, secondo le previsioni, doveva essere ultimata
nel 2008. Sempre nel 2008 sarebbe dovuta iniziare
l’estrazione al Mont Kwatebala.
6
Gruppo LUNDIN HOLDINGS LIMITED, registrato a Bermuda
con sede centrale a Cedar House, 41 Cedar Avenue, Hamilton HM12
(Bermuda)
7
Dati pubblicati dalla direzione del Tenke Mining Group sul
proprio sito web: http://www.tenke.com/s7DirectorsAndOfficers.asp
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
6
2. Assenza
di trasparenza e
rischi di corruzione
Molte fonti informative riferiscono dei seri sospetti
di corruzione che gravano sul contratto TFM. Non
si dovrebbe trascurare il particolare contesto della
DRC tra il 1996 e il 2005 (le date di firma dell’accordo
TFM): durante la guerra e nel periodo di transizione caratterizzato da uno Stato debole, amministratori deboli
o assenti e sottopagati - in Congo dilagava la corruzione.
Secondo le valutazioni di Transparency International il
paese è inoltre uno dei più corrotti del mondo. Per molti
anni i politici hanno costruito ingenti fortune personali
sfruttando le eccezionali risorse naturali del Congo. E
il Katanga, ricco di rame nella zona di Tenke, è il luogo
d’origine della famiglia Kabila. L’interferenza del governo
centrale nei negoziati con le compagnie minerarie è stata
criticata in particolare dalla commissione Lutundula8:
problemi di fornitura (invecchiamento dei macchinari e
dei trasporti accompagnato da un aumento dei prezzi
delle apparecchiature importate), un crollo nella
miniera a Kamato. Mentre alla fine degli anni ’90 si
costituivano la maggior parte delle risorse del paese
e della sua economia, Gécamines si ritrovò in declino.
Un’amministrazione scadente, la corruzione, la guerra e
i forti debiti costrinsero Gécamines a negoziare i contratti
di alleanza con le aziende private in condizioni assai
sfavorevoli: grave carenza di fondi, incapacità di valutare
correttamente il valore delle riserve estrattive congolesi,
mancanza di competenze giuridiche e un’economia in
stato di sofferenza. Il presidente Mobutu e il ministro
delle attività estrattive furono coinvolti nei negoziati e
presero le decisioni finali.
“I politici alla guida del governo interferiscono
nell’ombra con strategie tese a influenzare le decisioni,
ammorbidendo gli ordini che loro stessi hanno imposto ai
negoziatori. Seguono da vicino le attività dei partner e vi si
intromettono.”9
Il rapporto Risky Business, the Lundin Groups involvement
in the Tenke Fungurume Mining project in the DRC11
cita da fonti di stampa che nel 1996 il presidente di
Gécamines aveva già optato per il gruppo Lundin
ancor prima della decisione finale della commissione
responsabile di scegliere le migliori proposte presentate
dalle cinque compagnie concorrenti12:
La ONG Global Witness ha diffuso la dichiarazione
estremamente preoccupamte di da un ex-amministratore
di Gécamines:
“È un sistema basato sulla corruzione. Le persone non
vengono selezionate secondo le loro competenze.“10
Lo stesso è avvenuto con la firma del contratto TFM.
I negoziati si sono svolti nella massima segretezza.
Durante i negoziati del primo contratto, Gécamines,,
l’azienda pubblica responsabile per la partnership
con le società private, si trovava in una posizione
di debolezza. Fondata nel 1966 per gestire la gran
parte delle attività estrattive nella provincia del
Katanga, per anni Gécamines venne vista come il
“cuore economico” del Congo. Tuttavia, dal 1990 in
poi, la situazione è diventata disastrosa: la caduta del
prezzo del rame, la riduzione di produzione dovuta a
8
La commissione Lutundula è una speciale commissione
dell’Assemblea nazionale create nel 2004 a seguito degli accordi di pace
di Pretoria per riesaminare i contratti minerari firmati tra il 1996 e il
2003. Presieduta da Christophe Lutundula, la commissione terminò la
prima parte del suo rapporto nel giugno 2005 (la seconda parte non fu
mai formulata), ma le sue conclusioni non vennero mai discusse dal
parlamento congolese. Ciò nonostante il rapporto è disponibile in rete:
http://www.freewebs.com/congo-kinshasa/
9
La commissione speciale dell’Assemblea nazionale costituita
per valutare la validità degli accordi economici e finanziari durante le
guerre del 1996-1997 e del 1998 (Commissione Lutundula), riepilogo del
rapporto, prima parte, p. 86
10
“Il sistema è basato sulla corruzione. Le persone non vengono
selezionate in base alle competenze”. Intervista con un amministratore
di alto livello di Gécamines realizzata da Global Witness nel novembre
2005 a Lubumbashi e citata nel rapporto di Global Witness Digging in
corruption, Fraud, abuse and exploitation in Katanga’s copper and cobalt
mines, luglio 2006, disponibile all’indirizzo http://www.globalwitness.
org/media_library_de- tail.php/154/en/digging_in_corruption
“La commissione giudicante costituita da GCM per valutare
le offerte stava per presentare la sua relazione quando
tra la sorpresa generale fu richiamata dall’allora delegato
della presidenza (Umba Kyamitala) che lesse per un’ora e
mezza un documento, chiaramente già preparato, a favore
di Lundin con le seguenti motivazioni: l’azienda aveva
mostrato per prima la volontà di sviluppare un progetto
di collaborazione con GCM e l’investimento stanziato per
acquisire i diritti di concessione e svolgere l’attività estrattiva
era il più cospicuo: 250 milioni di dollari USA.”13
Lo stesso rapporto cita il libro No Guts No Glory: A Portrait
of Swedens Oil and Mining Entrepreneur14 che racconta la
storia dell’uomo d’affari Adolf Lundin. Nel libro, Lundin
ammette di essersi offerto, in un incontro avvenuto nel
1996 a casa sua nel sud della Francia, come finanziatore
della campagna elettorale di Mobutu. L’offerta fu
presentata nello stesso periodo in cui Lundin Holding
era in gara per l’alleanza con Gécamines. Se Lundin
confermasse che i versamenti a Mobutu non vennero
11
IPIS e Swedwatch, Risky Business. The Lundin Group’s
involvement in the Tenke Fungurume Mining Project in the Democratic
Republic of Congo, pubblicato nel febbraio 2008.
12
Le cinque aziende in gara erano: Anglo American Corporation
of South Africa Ltd, Gencor - BHP, La Source Compagnie Minière, ISCOR
Ltd e Lundin Holding.
13
Vedi «Les Grands Enjeux» n°003/2005,
http://www.congoforum.be/fr/economiedetail.asp?subitem=31&id=2161
3&economie=selected
14
Eriksson R, Adolf H Lundin: Med olja i àdrorna och guld i
blick, Stockholm 2003. Il titolo in inglese è No Guts No Glory: A Portrait
of Sweden’s Oil and Mining Entrepreneur.
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
7
Anche il rapporto della Commissione Lutundula15
conferma che nel 1997 Lundin Holdings avrebbe
effettuato un primo pagamento di 50 milioni di dollari
USA come deposito previsto dall’accordo con Gécamines,
ma che la metà del danaro era stata trasferita in realtà
nelle casse della società Comiex Limited del Rwanda.
Tale società era in parte proprietà del presidente Kabila,
appena insediato.
La rinegoziazione del contratto con TFM nel 2005
avvenne in segreto e in gran fretta. A quel tempo era in
carica un governo di transizione e un’indagine promossa
dalla Banca mondiale - denominata Rapporto IMC16 criticava la legittimità dei contratti minerari esistenti,
compreso il contratto TFM. La Banca mondiale stava
inoltre selezionando una nuova società di consulenza
che esaminasse i contratti (Ernst&Young, IMC e
Duncan&Allen) e, benché le conclusioni delle indagini
non fossero state ancora formulate, i negoziati per il
contratto Tenke erano già stati avviati nel 2004. Nel luglio
2005 il Consiglio dei ministri approvò il nuovo contratto
TFM che sarebbe stato siglato in settembre. Il decreto
presidenziale che confermava il contratto fu pubblicato
nell’ottobre 2005.
©ACIDH
mai effettuati si potrebbe pensare che la promessa abbia
influito sulla scelta del partner.
Foto:
Concessione nella quale dovrebbero
essere costruite nuove abitazioni
per le persone trasferite da Mulumbu a Mpala
In questo clima di corruzione e segretezza, gli interessi
dello stato congolese e delle popolazioni locali non
vennero ritenuti prioritari nella stesura del progetto.
Contrariamente a quanto afferma la BEI, questo progetto
non porterà alla DRC alcun vantaggio.
15
La commissione Lutundula è una speciale commissione
dell’Assemblea nazionale creata nel 2004 a seguito degli accordi di
pace di Pretoria per riesaminare i contratti minerari firmati tra il 1996
e il 2003. Presieduta da Christophe Lutundula, la commissione ultimò
la prima parte del suo rapporto nel giugno 2005 (la seconda parte non
fu mai formulata), ma le sue conclusioni non vennero mai discusse dal
parlamento congolese. Ciò nonostante il rapporto è disponibile in rete:
http://www.freewebs.com/congo-kinshasa/
16
Vedi più avanti
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
8
3. Un
progetto di cui la Repubblica
democratica del Congo non beneficia
3.1 Contratti sfavorevoli alla Repubblica democratica
del Congo
La BEI giustifica il suo appoggio al contratto TFM
dichiarando che: “La DRC ha assoluta necessità di questo
investimento e delle entrate fiscali cui darà luogo.”17
Un paese in realtà può beneficiare delle attività
estrattive tramite il gettito fiscale generato (tasse e
diritti di concessione), i pagamenti relativi all’acquisto
di una licenza o gli utili delle società a capitale pubblico
coinvolte nell’estrazione. Ma nel caso di Tenke lo stato
congolese non godrà di alcuno di questi vantaggi.
La firma del contratto TFM fu messa in ombra da una
rete di corruzione con l’esito che alcuni singoli individui
e alcune aziende private ne approfittarono a spese
della DRC. Oltre ai forti sospetti di corruzione c’è il
fatto che Gécamines, la compagnia mineraria coinvolta
nel contratto, si trovava al momento della firma in una
situazione disastrosa. E ancora una volta l’interesse
nazionale venne tralasciato.
3.1.1 L’accordo del 1996 per la creazione di TFM: un
accordo sleale
Al momento della firma del primo accordo, Gécamines
era in un pessimo stato finanziario. Mal governata,
l’azienda aveva urgente bisogno di essere rifinanziata. Nel
libro No Guts, no Glory Bill Rand, socio di Adolf Lundin,
denuncia la mancanza di esperienza di Gécamines nei
negoziati, che definisce caotici. Come se non bastasse
la mancanza di esperienza e capacità della società
pubblica di fronte alla potenza delle multinazionali, i
politici (il presidente e il ministro delle attività estrattive)
interferirono spesso nei negoziati. Ne conseguì che
i numerosi contratti siglati da Gécamines vennero
ripetutamente giudicati non vantaggiosi per la DRC.
Dal 2003, molti rapporti sono entrati nel merito di quei
contratti. Analogamente alla Commissione parlamentare
Lutundula, anche la Banca mondiale finanziò un’indagine
indipendente su Gécamines svolta nel 2003 dalla
britannica International Mining Consultants (IMC). La
Banca mondiale sostenne un’altra serie di studi con
l’intermediazione del Comité de pilotage de la réforme
des entreprises publiques (COPIREP), una società di
ricerche congolese istituita per riformare le aziende
pubbliche. Subito dopo, la società contabile Ernst&Young
fu incaricata di svolgere un controllo finanziario su
Gécamines, l’agenzia legale Duncan&Allen un controllo
legale e la IMC un controllo tecnico. I diversi rapporti
concludevano concordi che i contratti formulati con
Gécamines contenevano numerose irregolarità tutte a
17
Fonte: sito web della BEI, http://www.bei.org/projects/news/
tenke-fungurume-mining-project,-democratic-republic-of-congo-drc.
htm
sfavore della stessa Gécamines, compreso il contratto
TFM. Il rapporto IMC non venne pubblicato ma gli
esperti di IPIS riuscirono a visionarlo come parte della
loro indagine. In esso si afferma che le condizioni del
contratto TFM erano peggiorate:
“GCM si precipitò a siglare l’alleanza nel 1996 senza
un’adeguata riflessione sperando di ricevere 50 milioni di
dollari USA e nel giro di poco tempo altri 200 milioni. Così
non fu ma GCM dovette accettare il resto dell’accordo a
suo discapito e fu anche costretta a gestire concessioni
minerarie sproporzionate a quanto promesso dal partner del
progetto.”18
In più, dall’indagine di IMC risultò che l’accordo minerario
del 1996 conferiva grandi vantaggi finanziari e parafinanziari a TFM insieme a sgravi fiscali nell’esportazione
dei prodotti minerari per un periodo di 16 anni. TFM
sarebbe stata inoltre esonerata dal pagamento delle
imposte fondiarie19.
In conclusione, secondo il rapporto Risky Business,
l’accordo prevedeva che TFM firmasse un contratto con il
gruppo Lundin in base al quale il gruppo stesso avrebbe
ricevuto diverse somme:
“L’accordo d’intesa stabiliva inoltre che TFM firmasse un
contratto di consulenza con Lundin Holdings che assegnava
a Lundin Holdings il ruolo di consulente TFM nelle questioni
relative alle prospezioni. Il contratto di consulenza stabiliva
che Lundin Holdings dovesse ricevere:
• un ulteriore 7% delle spese per le prospezioni,
• un premio pari al 5% per i costi di sfruttamento,
l’assistenza durante lo sfruttamento e
• l’1,25 % degli utili per l’assistenza nella
commercializzazione.”20
L’IMC concludeva che tutte le alleanze andavano
rinegoziate:
“Le alleanze dovranno essere analizzate in modo
approfondito e negoziate o rinegoziate da una squadra di
esperti che comprenda esperti internazionali. L’obiettivo
18
IPIS e Swedwatch, Risky Business. The Lundin Group’s involvement in the Tenke Fungurume Mining Project in the Democratic Republic of Congo, pubblicato nel febbraio 2008, pg.16, che cita il rapporto
IMC, capitoli pertinenti, 1.3.1.c.
19
IPIS e Swedwatch, Risky Business. The Lundin Group’s
involvement in the Tenke Fungurume Mining Project in the Democratic
Republic of Congo, pubblicato nel febbraio 2008. pg.13.
20
Ibid., p.13, citazione dall’accordo di intesa relativo alla miniera
Tenke Fungurume tra Gécamines e Lundin Holdings, art. 14.1. 30 novembre 1996, e il rapporto dell’IMC, Allegato B1, p.8
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
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sarà sviluppare il settore e aumentare le entrate per lo stato
con un nuovo più giusto equilibrio tra stato e investitori. “21
3.1.2 L’accordo è stato modificato nel 2005: nuove
condizioni ancora più sfavorevoli per la DRC
accordi non erano stati sottoposti a” un’analisi e a una
valutazione approfondite” prima di essere approvata. Egli
afferma che le risorse trasferite alle compagnie eccedevano
le “norme per uno sfruttamento razionale e ottimale dei
giacimenti di minerali”.24
Nel 2000, mentre era ancora in vigore la clausola
di “forza maggiore”, per evitare che si avviasse la
produzione nel sito di Tenke, il gruppo Lundin organizzava
negoziati allo scopo di trovare un altro partner finanziario;
BHP Billiton e Phelps Dodge si mostrarono interessate.
Alla fine Phelps Dodge siglò l’accordo con Lundin a
condizione che si riducessero la produzione programmata
e la quota di Gécamines e, ancora, che si annullasse
l’acconto per sostituirlo con un’imposta del 2 per cento
sulla produzione annua della miniera. Alcune di queste
condizioni erano presenti nel nuovo accordo del 2005.
Inoltre, anche una commissione intergovernativa
congolese indagò sui problemi di questo nuovo accordo.
Va notato che la BEI aveva già deciso di approvare la
concessione del prestito per il progetto TFM prima di
acquisire le conclusioni della commissione.
Il contratto del 2005 indicava tra l’altro la riduzione della
quota di Gécamines dal 45 al 17,5 per cento mentre
a Lundin Holdings toccava l’82,5 per cento di queste
quote: Lundin Holdings è condivisa tra Phelps Dodge (70
percento) e Tenke Holdings (30 percento) e la riduzione
del pagamento per la garanzia del contratto da 250 a 100
milioni di dollari USA (compresi i 50 milioni già pagati nel
1997).
Sotto la spinta della società civile e dell’opinione pubblica,
il governo congolese ha accettato nel 2007 di promuovere
una revisione dei contratti minerari. Inoltre, il 20 aprile
2007, il Ministero delle miniere congolese ha costituito
una commissione sotto la propria giurisdizione che
doveva esaminare i sessanta contratti minerari firmati
sotto il precedente regime per correggerne gli errori. Il
contratto del progetto TFM era uno di questi.
Tra il 2001 e il 2006 il prezzo del rame era quadruplicato.
Tuttavia, nonostante il prezzo delle materie prime fosse
aumentato vertiginosamente, Gécamines scoprì che la
propria quota del ricchissimo filone di Tenke Fungurume
si era drammaticamente ridotta.
La commissione era costituita da membri e funzionari
del governo nonché da rappresentanti della presidenza,
dell’ufficio del primo ministro, del ministero delle
miniere, di quello delle finanze e dei diversi ministeri
coinvolti nel settore estrattivo. La commissione venne
posta sotto il controllo del ministro delle miniere e
presieduta dal suo capo gabinetto. Il decreto istitutivo
specificava che in caso di necessità essa avrebbe potuto
coinvolgere degli esperti esterni ma non dava altre
informazioni.
Per quanto riguarda gli aspetti finanziari, TFM non
ha mai pubblicato uno studio di fattibilità. Pertanto è
impossibile sapere in che modo TFM preveda i propri utili
e soprattutto come conti di “condividere” i profitti con
lo stato congolese. Anche i contratti di collaborazione
sono poco chiari. Non sono disponibili né i documenti
accessori né il documento principale del contratto
modificato nel 2005. Nel 2007 il Financial Times citò in
un articolo una nota interna di Craig Andrews22, esperto
del settore estrattivo presso la Banca mondiale dal 2005,
che valutava anche i contratti aggiornati23 come molto
svantaggiosi per il paese:
“In una nota della Banca mondiale riportata dal Financial
Times e datata settembre 2005 Craig Andrews, principale
esperto di attività estrattive della banca, scrisse a Pedro
Alba, direttore nazionale della banca per il Congo, che gli
21
Ibid., p.16, citazione da IMC Group Consulting Ltd, The
restructuring of Gécamines. Bozza fase 2, novembre 2003. Documento
non pubblicato.
22
Office Memorandum della Banca mondiale, Contracts between Gecamines and private companies, 8 settembre 2005, §3.
23
Furono siglati con TFM altri due contratti come questo.
3.1.3 Revisione dei contratti minerari nella DRC: un
pieno di incertezza
a) Una procedura di revisione che ha denunciato l’illegalità di
60 contratti minerari
Il regolamento interno della commissione precisava
che l’assemblea generale poteva scegliere degli esperti
per l’assistenza tecnica.25 Tre società offrirono i propri
servizi di consulenza: il Carter Center (organizzazione
USA) e la Open Society Initiative for Southern Africa
(OSISA), entrambe organizzazioni non-profit, e la svizzera
Compagnie Benjamin de Rothschild (CBdeR), parte del
gruppo LCF Rothschild.
Il coinvolgimento di CbdeR venne fortemente osteggiato
dalle ONG, cui non stava bene che la Compagnie de
Rothschild fosse anche il consulente finanziario delle
24
Financial Times, 3 gennaio 2007, Transparency fears lead to
review of Congo contracts, http://www.ft.com/cms/s/0/c918d3a2-9a8a11db-bbd2 0000779e2340.html?nclick_check=1
25
Le secteur minier congolais à la croisée des chemins, p.14
sulle consulenze esterne è disponibile all’indirizzo: www. globalwitness.
org/media_library_get.php/499/mining_contrat_review_oct07_fr.pdt
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
10
maggiori compagnie minerarie coinvolte nel contratto
minerario in oggetto (in particolare Phelps Dodge).
Il Carter Center e l’OSISA furono incaricati di effettuare
l’analisi legale di un numero limitato di contratti mentre
alla CBdeR veniva affidata l’analisi legale dei contratti.
I lavori della commissione, avviati a metà giugno per
una durata prevista di tre mesi, si prolungarono fino alla
fine di ottobre. Il ritardo fu dovuto a problemi tecnici, al
rifiuto di partecipare da parte di alcune compagnie ma
anche alla pressione e alle minacce contro i membri della
commissione da parte dell’amministrazione congolese e
dei gruppi finanziari internazionali.
La commissione prese in esame i documenti di
ciascuna compagnia e incontrò le autorità di governo
oltre ai rappresentanti e ai membri dei consigli di
amministrazione delle compagnie minerarie. Promosse
inoltre delle visite ai siti26.
Dal novembre 2007 in poi, si è appreso - da una fuga
di notizie - che la commissione aveva classificato i 64
contratti in tre categorie: contratti fattibili, contratti da
rinegoziare e contratti da annullare. Nessuno dei contratti
rientrava nella prima categoria: 37 erano da rinegoziare,
24 da annullare e tre non vennero esaminati perché
semplici contratti di acquisto e non di collaborazione.
Per qualche tempo il rapporto della commissione è
stato mantenuto segreto dal governo nonostante non
ve ne fosse alcuna giustificazione legale. Il governo si è
trovato in difficoltà perché nessuno dei contratti era stato
ritenuto valido.
Finalmente il rapporto è stato pubblicato nel marzo 2008.
b) L’esempio del contratto Tenke Fungurume: un accordo da
rielaborare
– Zone esclusive di prospezione;
• riduzione ingiustificata dei diritti di Gécamines (GCM),
in particolare la quota del capitale, dal 45 al 17,5 per
cento e la sanzione per la conclusione del contratto
da 250 milioni a 100 milioni di dollari USA, 65 dei
quali erano stati pagati27;
• mancata produzione di uno studio di fattibilità per il
progetto entro i tempi concordati28;
• violazione dell’articolo 6 della convenzione mineraria
relativo alla stabilità finanziaria del progetto: GCM 45
per cento e Lundin 55 per cento;
• il ricorso alla clausola di “forza maggiore” non era
giustificato;
• il blocco dal gennaio 1997 al 2005 dell’emissione e
della vendita di azioni da parte di Lundin;
• illegalità nell’accordo dopo gli emendamenti e la
riformulazione: si approfittava allo stesso tempo
del codice minerario e della convenzione mineraria
del 1996 in contrasto con l’articolo 340 del codice
minerario29 (15 luglio 2002);
Il contratto TFM rientrava nella seconda categoria, era
dunque da rinegoziare.
Il quotidiano Le Phare, che aveva pubblicato il risultato
della rinegoziazione nel novembre 2007, ha diffuso le
osservazioni della commissione sul contratto TFM:
• mancata fornitura dello studio di fattibilità indicato
nei due contratti. Il partner fu trovato, 13 mesi
dopo il completamento della prima fase, a seguito
della richiesta di un bando di gara internazionale
presentata da Gécamines.
• mancato rispetto dei termini della Convenzione
mineraria che seguivano il bando di gara per la
proporzione delle quote, il deposito e lo svolgimento
della costruzione;
• violazione dell’articolo 38 della Mining Law del
1981 che limita l’area interessata dalla convenzione
estrattiva alle Zones Exclusives de Recherches (ZER)
26
Ibid
27
Lettera del vicepresidente per l’economia e le finanze, 20
gennaio 2005
28
Art. 5 della convenzione iniziale
29
Art. 2 e 51 della convenzione mineraria emendata
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
11
A causa del mancato rispetto delle condizioni indicate
per il bando di gara e della violazione dell’articolo 340
del codice minerario, l’apposita commissione consigliò al
governo di porre fine a tutti i contratti e di incoraggiare
le parti coinvolte a firmarne altri conformi al codice
minerario e contenenti una clausola che favorisse il
rinnovo del contratto con il partner attuale.
processo sulla base delle conclusioni raggiunte
(rinegoziazione o annullamento dei contratti)30.
Con il progetto già in fase di costruzione e sviluppo, il
valore dei giacimenti era stato rivalutato, passando da 9
a 18 milioni di tonnellate di rame; tenendo conto di ciò,
l’apposita commissione raccomandò che il governo
• individuasse e valutasse il valore reale delle azioni dei
Numerosi osservatori temevano che il governo avesse
scelto questa “via rapida” per affrettare la rinegoziazione
rassicurando le compagnie minerarie e migliorando le
condizioni degli investimenti. La rinegoziazione perciò
ancora una volta poteva essere secretata eliminando ogni
possibilità di controllo e ogni responsabilità.
• obbligasse i partner di Gécamine nel progetto TFM
I timori del governo diventano più chiari se si legge la
dichiarazione di Christophe Asselineau, avvocato e capo
del Global Mining Group Simmons&Simmons:
partner nella joint venture per creare un equilibrio
più chiaro tra i soci;
a pagare l’ammanco dovuto al mancato rispetto del
contratto: 185 milioni di dollari USA;
• aumentasse considerevolmente l’estrazione con un
aumento della capacità produttiva che raggiungesse
almeno le 500.000 tonnellate di rame all’anno;
• obbligasse al pagamento dei diritti di concessione.
c) Un futuro incerto
A fronte delle numerose illegalità non c’è ragione di
aspettarsi che i contratti TFM verranno rinegoziati.
Il rapporto della commissione propone un aumento
della quota di Gécamine nell’alleanza dal 17,5 al 45 per
cento (le condizioni del primo accordo del 1996). Tuttavia
queste rinegoziazioni falliranno se non saranno chiare e
imparziali.
In un discorso tenuto il 5 febbraio 2008, durante la
conferenza “Mining Indaba” di Cape Town in Sudafrica,
il viceministro delle miniere della DRC, Victor Kasongo,
ha dichiarato che il governo della DRC stava istruendo
rapidamente un equo processo di appello per riesaminare
i contratti minerari sotto la supervisione di uno speciale
comitato. Ciò avrebbe consentito a ciascuna compagnia
il cui contratto fosse stato esaminato di presentare i
propri argomenti sulla riclassificazione e quindi di ridurre
i rischi di contrasti e ritardi. In realtà si è trattato di un
rapido processo di rinegoziazione svolto nella massima
segretezza.
d) Il governo tenta di “respingere” la rinegoziazione
A metà marzo il governo congolese ha annunciato
la costituzione di una speciale squadra ministeriale
incaricata di indagare sulla “reazione degli investitori”
dopo le critiche della commissione. Sarebbero state
contattate le compagnie per una ulteriore fase del
Questa squadra non ha dato alcuna garanzia di
imparzialità né di indipendenza nonostante le richieste
delle ONG internazionali di inserire esperti legali
internazionali ed esponenti della società civile.
“Il rischio per la DRC è questo: se la revisione dei contratti
portasse all’espulsione delle compagnie, come il rapporto
della commissione sembra suggerire, anche se sulla
base di pochi elementi chiave, il paese si troverebbe
alle prese con una raffica di casi legali internazionali
che bloccherebbero il settore estrattivo; infatti, le poche
compagnie serie indipendentemente dalla nazionalità
impegneranno le somme necessarie per uno sviluppo attivo
se dovesse dipendere da una decisione dell’autorità. Per
la DRC e Gécamines significherebbe pagare il prezzo di un
risarcimento dei danni e dei mancati utili che le compagnie
stesse avrebbero prodotto.”31
Tra la minaccia di azioni legali delle multinazionali
minerarie (i cui profitti e poteri sono esplosi con
l’aumento del prezzo delle materie prime), il clima di
corruzione e segretezza e l’assenza di una forte pressione
politica internazionale restano dubbi su una revisione
rapida e segreta di contratti che non porteranno vantaggi
alle casse della DRC né arricchiranno il paese.
3.2. Truffa sul campo
La ricerca sul campo di ACIDH ha rivelato che, secondo
le informazioni fornite dagli abitanti, la compagnia
sta già estraendo nella zona. L’area della concessione
contiene di fatto altri materiali preziosi come l’oro, che
non richiede lavorazioni industriali. Inoltre, la compagnia
si è impadronita di quantità rilevanti di minerali estratti
illegalmente da minatori locali. Secondo le testimonianze
raccolte questi minerali sono stati esportati senza essere
dichiarati. Tale pratica diffusa nella DRC priva lo stato di
sostanziosi profitti.
30
http://www.afriquecentrale.info/central.
php?o=5&s=44&d=3&i=1453
31
Intervista del 4 aprile 2008, Les Afriques - le journal de la
finance africaine, “La France a une occasion unique en RDC”
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
12
4. Un
progetto che non porta
alcun beneficio alle comunità locali
4.1 Consultazioni viziate con la popolazione locale
Ottemperando agli obblighi di legge, prima di avviare il
progetto, TFM ha svolto una serie di consultazioni con
le comunità locali. TFM ha promosso oltre cento3232
incontri e gruppi di discussione, alcuni dei quali riservati
solo alle donne, agli uomini o ai giovani e altri ancora
ai capi tribù. Le riunioni sono state pubblicizzate dalla
televisione e dalla radio locale. Durante le riunioni le
aspettative della popolazione locale rispetto al progetto
sono state chiare, soprattutto sulla creazione di posti di
lavoro, sul miglioramento dei servizi nazionali (acqua,
sanità, elettricità e istruzione) e dell’amministrazione,
sulla modernizzazione e il miglioramento della qualità
generale della vita nella regione.
Le ansie e le principali preoccupazioni relative al progetto
mettevano sul tavolo un aumento della occupazione,
migliori condizioni di lavoro e un afflusso massiccio di
lavoratori migranti.
povertà e della mancanza di acqua potabile, servizi
pubblici, occupazione. La principale attività economica è
l’agricoltura, di sussistenza o di piccolo commercio con
le province vicine. Gli abitanti della regione speravano di
vedere dei miglioramenti nei livelli di vita come risultato
del progetto Tenke e TFM ha fatto molte promesse a
questo riguardo.
4.2.1 Le speranze della popolazione
Sono state espresse a TFM diverse domande e
preoccupazioni su argomenti diversi:
• infrastrutture sanitarie e prodotti medicinali
essenziali nella regione: i locali proponevano che TFM
affrontasse il problema contribuendo alla costruzione
di cliniche e ospedali, migliorando le strutture
esistenti per garantire i medicinali essenziali nella
zona estrattiva e istituendo programmi di formazione
per gli operatori sanitari.
In reazione a quelle preoccupazioni TFM ha tentato di
sviluppare una politica di assunzioni coordinata con
il governo e le organizzazioni locali e conforme alla
legislazione della DRC.
• accesso all’elettricità: poiché il progetto avrebbe
In linea di principio le consultazioni sembravano positive,
ma avrebbero dovuto basarsi su uno studio degli
impatti ambientali e sociali (ESIS, Environmental and
Social Impacts Study), su un’indagine e un programma
di gestione del progetto minerario e su un PAR (Plan
d’Atténuation et de Réhabilitation, riduzione degli impatti
e correzione dei problemi). Invece, a causa degli alti
livelli di analfabetismo nella regione, e del fatto che TFM
non faceva tradurre i documenti in Swahili, la lingua
locale, un ampio segmento della popolazione non era
in grado di leggerli. Perciò è difficile ritenere che le
pubbliche consultazioni fossero dibattiti informati con la
popolazione.
• miglioramenti alle infrastrutture della
Inoltre, ACIDH sottolinea che in quelle riunioni, benché
numerose, i partecipanti non avevano il tempo sufficiente
di analizzare e capire le questioni in oggetto e soprattutto
di sviluppare ed esprimere le loro critiche. La discrepanza
di tempo assegnato per il dibattito tra i diversi azionisti
(TFM e le comunità) ne ha condizionato ancor più i
risultati.
Questi aspetti spiegano almeno in parte per quale ragione
la popolazione abbia già cominciato a rifiutare il progetto.
4.2 Garanzie dei sostenitori del progetto
consumato elettricità prelevandola dall’infrastruttura
esistente i locali proponevano che TFM contribuisse
alla fornitura di elettricità per le comunità.
comunicazione, inclusi la telefonia, la televisione, la
radio e l’installazione di antenne.
• edilizia abitativa e costruzioni: si chiedeva a TFM
di fornire alloggi alle comunità locali e ai capi tribù
oltre a strutture di credito e materiali da costruzione.
Inoltre, i locali volevano garanzie che TFM sostenesse
un’impresa di costruzioni che a sua volta avrebbe
assunto per la miniera dei lavoratori già in possesso
delle necessarie competenze professionali.
Le principali richieste e preoccupazioni espresse dalle
comunità riguardavano un maggiore sostegno delle
attività in generale, l’accesso all’acqua potabile e alle
strutture igieniche e la mancanza di infrastrutture.
Se era chiaro che TFM non poteva sostituirsi al governo
nella fornitura di tutti i servizi pubblici, ciò nondimeno
la compagnia conosceva le priorità più urgenti per la
popolazione della zona mineraria: aiuti all’agricoltura,
miglioramento delle opportunità economiche attraverso
la creazione di posti di lavoro, aiuto alle aziende locali,
migliore accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione.
Di fatto, TFM ha accettato di porre priorità alla base del
proprio programma di sviluppo a favore della comunità.
La regione di Tenke Fungurume soffre di una diffusa
32
Cifra fornita da un lavoratore della TFM che ha voluto rimanere anonimo, intervistato da ACIDH a Fungurume.
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
13
4.2.2 Impegni formali dei finanziatori di TFM
Sulla base del Summary of the initial report and
responses to the issues concerning the project3333
(riepilogo del rapporto iniziale e delle risposte ai temi
relativi al progetto) TFM ha impostato il piano del suo
impegno con le comunità locali:
1. Relativamente allo sviluppo della comunità
• lo 0,3 per cento dell’utile netto derivante dalle
vendite della produzione servirà a creare un fondo di
investimento per l’agricoltura e lo sviluppo sociale
nella zona.
ambientale”34. E mentre TFM si è impegnata allo sviluppo
della comunità, i ricercatori di ACIDH hanno scoperto che
nella pratica sono state scelte per la popolazione locale
soluzioni insoddisfacenti e implementate senza una
reale preoccupazione per la loro sostenibilità nel lungo
periodo. In più, le obbligazioni essenziali di TFM, quali
il rispetto per la legislazione del lavoro e i diritti umani,
nella pratica non sono state onorate.
4.3 La situazione sul campo: rabbia e miseria delle
popolazioni
4.3.1 Violazione dei diritti dei profughi
• TFM collaborerà con il governo della DRC, le
organizzazioni e le ONG locali e in accordo con le
popolazioni locali alla di realizzazione di progetti che
risulteranno vantaggiosi nel lungo periodo.
©IPIS
2. Relativamente ai diritti umani
• TFM si impegna a rispettare i diritti umani
fondamentali e la dignità di tutti nella zona delle
operazioni.
• TFM adotterà una politica ufficiale conforme ai
principi del volontariato sulla sicurezza e i diritti
umani.
Foto: Migranti senza casa costretti a dormire sotto teli
di plastica
3. Relativamente alla trasparenza finanziaria
• Gli alti dirigenti e il personale di TFM verranno
addestrati alla lotta contro la corruzione. La
corruzione non sarà tollerata.
4. Un corretto sistema di assunzioni
• TFM assume le donne e continuerà a farlo.
• TFM non assumerà bambini
5. Questioni sociali e ambientali
• TFM porterà avanti il progetto in modo responsabile
sotto il profilo sociale e ambientale.
Tuttavia molti di questi requisiti sono comunque obblighi
di legge: divieto del lavoro minorile, rispetto dei diritti
umani fondamentali e lotta alla corruzione. Inoltre,
queste misure sono anche vaghe e imprecise, come
ad esempio l’affermazione che “TFM porterà avanti il
progetto in modo responsabile sotto il profilo sociale e
33
Riassunto del rapporto sulla situazione preliminare e di quello sulle possibile ricadute del progetto, maggio 2006, p. 1
Nel suo studio sugli impatti sociali e ambientali TFM
spiega che per i profughi si applicheranno le direttive
degli “Equator Principles” e assicura “che la situazione
delle popolazioni interessate non peggiorerà, ma anzi la
qualità della vita migliorerà con il progetto.”35
Per consentire la costruzione della fabbrica, la
popolazione di Mulumbu dovrà essere trasferita nel
sito di Mpala. TFM aveva previsto nel programma di
costruzione di insediare la popolazione entro un periodo
di almeno cinque mesi, da maggio a settembre 2007.36
Dal 13 al 20 ottobre 2007 i ricercatori ACIDH di Mulumbu
e Mpala hanno scoperto che le popolazioni erano state
spostate prima della costruzione delle nuove case nel
nuovo sito. Di conseguenza, le popolazioni migranti senza
alloggio erano costrette a dormire sotto rifugi e tettoie
fatte con teli di plastica.
Una intervista effettuata da ACIDH ci offre una
34
Benché altri documenti contenessero i dettagli di questi
impegni
35
Environmental and Social Impact study, una sintesi, p.45
36
Ibid
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
14
panoramica sulla situazione delle popolazioni locali:
Siamo circa 226 famiglie e l’ultimo gruppo arriverà domani
da Mulumbu. TFM aveva promesso che quest’anno a
settembre ci saremmo trasferiti nei nostri nuovo alloggi.
Purtroppo fino a ora non hanno fatto niente per noi, siamo
stati costretti a venire qui. Guardate in che stato sono le
nostre famiglie, alcuni di noi dormono sotto teli di plastica,
stiamo nelle baracche di canne37.
Siamo nuovi di qui, non abbiamo terra, non abbiamo
parenti con noi, ma la compagnia ci ha portati qui senza
preoccuparsi della nostra salute né delle nostre famiglie
né delle scuole per i nostri figli, come vede qui non ci
sono scuole. Lo stesso vale per le cure mediche. La zona
è piena di zanzare, non abbiamo zanzariere e le baracche
sono senza porte. I lavoratori di TFM che ci accolgono non
si curano per niente di noi. Sembra che la TFM abbia più
potere dello stato perché nonostante tutto questo lo stato
non fa niente e il sindaco di Fungurume non ci ha neppure
fatto visita. Quanto alla terra la compagnia ce la paga
120 dollari USA l’ettaro. Fino a oggi abbiamo ricevuto una
parte dei soldi e il totale che ci spetta è di 270 dollari, che
dovrebbero compensarci per tutti i nostri terreni e bastarci
per mantenere le nostre famiglie. Vede come ha calcolato
la compagnia il valore reale dei nostri campi, anche se
avevano promesso di darci il 150 percento del loro valore. La
compagnia aveva promesso anche di mantenerci per tre anni
ma ora dicono che sarà solo per un anno. Questo vuol dire
appena due ettari per ciascuno, anche per quelli che prima
ne coltivavano dieci”38.
Oltre alla situazione estremamente difficile dei profughi
l’insediamento è avvenuto senza nessun rispetto delle
relazioni tra le diverse comunità della regione con
gravi rischi di conflitti. ACIDH ha scoperto che per la
popolazione già presente a Mpala l’arrivo dei nuovi sfollati
veniva considerato una violazione dei loro diritti.
A causa di ciò la costruzione del campo per i migranti
si è arrestata. Un’intervista con il capo Mpala esprime
chiaramente tutta l’amarezza e il risentimento che ne
sono derivati:
“La compagnia non prova neppure a collaborare con me ma
preferisce trattare con il capo Munongo39 dimenticando che
loro lavorano sulle nostre terre. Vivo in estrema povertà ma
la compagnia mi usa solo per le cerimonie e non mi dà nulla.
Guardi come vivo mentre la compagnia fa la sua fortuna
sulle mie terre.”
In un paese appena uscito da dieci anni di guerra civile
37
Teli di plastica e balle di paglia forniti da TFM
38
Intervista tradotta dallo Swahili a cura di ACIDH
39
Capo dell’associazione ufficiale dei Bayeke e del territorio di
Lubudi in cui si trova la concessione TFM
aggravare le tensioni tra comunità vicine è un atto
irresponsabile.
Nella sua guida per le buone pratiche sociali e ambientali
la BEI stabilisce delle misure per lo spostamento e il
reinsediamento delle comunità interessate dal progetto.
Vi è scritto che nelle analisi del progetto si dovrebbe
tenere conto della disponibilità della popolazione
locale da reinsediare e che dovrebbero aver luogo delle
consultazioni con le autorità pubbliche responsabili del
processo. La guida aggiunge inoltre che il personale
della BEI deve essere convinto della capacità di chi
sostiene il progetto di garantire l’efficacia del piano
di trasferimento40. Ma queste dichiarazioni non sono
accompagnate da alcuna procedura dettagliata o da
istruzioni più precise.
Durante l’implementazione del progetto Tenke le
popolazioni sono state costrette a migrare senza alcuna
intesa con le comunità delle zone di destinazione e quindi
senza rispettare le condizioni per i nuovi insediamenti.
Lo spostamento di centinaia di famiglie in baracche di
lamiera è un grave affronto alla loro dignità e ai loro
fondamentali diritti.
I principi annunciati dalla BEI non sono stati rispettati.
E si è mancato di sostenere quei principi con procedure
chiare, con fondi o con obbligazioni, perciò non sorprende
che i risultati siano stati inaccettabili. Inoltre, assai prima
della sua approvazione, alcuni gruppi della società civile
avevano detto con molta chiarezza al personale della
BEI che il progetto portava inevitabilmente con sé dei
problemi. È legittimo perciò porsi domande sul modo in
cui la BEI lo valutò e sulle ragioni per le quali decise di
finanziarlo.
4.3.2 Insicurezza nell’occupazione, illegalità e nuova
fonte di conflitto
Spesso la BEI presenta i progetti che finanzia come
occasioni per il paese che li ospita di creare un gran
numero di posti di lavoro.
Nel caso di Tenke la BEI dichiara che il progetto creerà
direttamente circa 1100 posti di lavoro e garantirà
occupazione ad altre 5.000 persone.
Ma lo stato del progetto dimostra che se anche si fossero
creati quei posti di lavoro non sarebbero stati rispettati
le norme e i diritti fondamentali del lavoro. Inoltre, il
meccanismo delle assunzioni ha già fatto emergere gravi
problemi nel merito.
40
Manuale delle pratiche sociali e ambientali della BEI, p.144
http:// http://www.eib.org/about/publications/environmental-and-social-practices-handbook.htm
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
15
a) Condizioni di lavoro: la sicurezza è rispettata ma le ore di
lavoro sono troppe
©IPIS
Le interviste fatte da ACIDH con i lavoratori e i
subappaltatori TFM indicano che anche se nella miniera
le norme di sicurezza sono rispettate non lo sono
altrettanto i limiti legali dell’orario e gli straordinari non
vengono pagati.
I lavoratori hanno testimoniato che il limite delle ore
di lavoro non viene rispettato e che nel caso di alcuni
subappaltatori le persone lavorano sei o sette giorni a
settimana:
“Protestiamo per il fatto di lavorare più ore di quanto
stabilito dalle nostre leggi sul lavoro e per non essere pagati
in proporzione. Si comincia alle cinque di mattina, ora in
cui dobbiamo trovarci nella zona recintata. L’autobus ci
porta al lavoro, finiamo alle sei del pomeriggio e l’autobus ci
riporta indietro. Di solito arriviamo a casa alle sette di sera
e, a eccezione dei lavoratori assunti direttamente da TFM
che fanno la settimana corta, tutti gli altri lavorano anche il
sabato e alcuni persino la domenica”.
b) Non è permesso riunirsi in sindacato
La rappresentanza sindacale è uno dei quattro diritti
fondamentali previsti dal Diritto internazionale del lavoro
e la BEI dovrebbe garantirne l’applicazione nei progetti
che finanzia. La rappresentanza sindacale è anche un
diritto costituzionale della DRC41.
I ricercatori ACIDH hanno intervistato circa trenta
lavoratori di TFM e tutti hanno confermato che non
esiste libertà sindacale per i dipendenti delle aziende
subappaltatrici:
“A eccezione dei lavoratori alle dirette dipendenze di TFM
che hanno rappresentanza sindacale le altre aziende
subappaltatrici non ci consentono di organizzare i sindacati,
perciò molti dei nostri diritti sono ignorati, in particolare
quelli sull’orario giornaliero, attraverso la stipula e la rottura
di contratti illegali, il sovraccarico di trattenute sul salario
dalla SESOMO42, l’assenza di un salario mensile fisso. Se
lavoriamo le domeniche lo straordinario non viene pagato e
così via.”43
La gran parte dei lavoratori del progetto Tenke assunti
dai subappaltatori non gode del fondamentale diritto di
41
Specificato nell’articolo 255 del codice del lavoro congolese:
“La rappresentanza dei lavoratori in un’azienda o in qualunque tipo di
struttura è garantita da una delegazione eletta”.
42
Una società di ragioneria e contabilità specializzata nel calcolo delle paghe
43
Swahili.
Queste dichiarazioni sono state formulate nella locale lingua
Foto: Mulumbu, un uomo taglia un albero davanti al
futuro sito dell’impianto di rilavorazione di TFM
organizzarsi in sindacato né può difendere i propri diritti, i
salari e gli orari di lavoro.
c) Lavoro illegale e tensioni sui metodi di assunzione
TFM sostiene di aver creato direttamente 1000 posti di
lavoro. Ma i dati raccolti dall’ufficio provinciale del lavoro
e dell’occupazione sono i seguenti: su 28 lavoratori 25
sono congolesi (24 uomini e una donna) e gli altri tre sono
espatriati (solo uomini). La differenza di dati mette in luce
non solo la pratica diffusa della compagnia di eludere il
fisco ma anche l’insicurezza dei lavoratori non dichiarati.
Ciò significa che lo stato perde utili derivanti dalle
imposte e che questi lavoratori non hanno un contratto.
Sono di fatto lavoratori illegali e pertanto non possono
difendere i propri diritti e possono essere licenziati in
qualsiasi momento.
Gli imprenditori hanno una posizione dominante sulla
forza lavoro e a quanto pare abusano di questo potere.
Un lavoratore che non è del luogo ha confessato a ACIDH
che i subappaltatori coinvolti nelle assunzioni “mettono
i lavoratori locali contro quelli di fuori” per ridurre i
salari e reclutare giornalieri senza contratto. Eppure,
nel periodo di consultazioni precedente la prima fase
del progetto TFM, l’azienda aveva promesso di assumere
manodopera locale44. E anche se sono al corrente della
situazione, le autorità locali non fanno rispettare le leggi.
Il 14 gennaio 2008 oltre 5000 abitanti45 di Fungurume
hanno dimostrato contro il TFM e i subappaltatori,
accusati di non dare lavoro alla popolazione locale e di
non aiutare la comunità come promesso. Un camion
44
Vedi l’Environmental and Social Impact Study (studio sugli
impatti sociali e ambientali), maggio 2006 p.8 sulla creazione di posti di
lavoro e i vantaggi del progetto TFM.
45
Stima del numero di manifestanti fornita dal sindaco di Fungurume durante una conversazione telefonica con ACIDH, 18 gennaio
2008.
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
16
è stato incendiato e un magazzino del TFM è stato
saccheggiato, come risulta dal bollettino ACIDH del 21
gennaio:
fabbricazione di laterizi (vedi più avanti), il numero di
persone occupate è trascurabile rispetto al numero di
minatori locali espulsi.
Un funzionario locale ha detto di aver visto che alcuni
espatriati e funzionari privilegiati vivevano nel lusso nella
sua stessa città mentre la maggioranza della popolazione
viveva in miseria46. Sentimenti condivisi da un funzionario
della polizia di Fungurume e dalla maggior parte dei
suoi colleghi e sottoposti. Dopo gli atti di violenza ha
dichiarato: “Tutti noi sapevamo che non dovevamo aprire
il fuoco sui manifestanti ricordandoci i nostri magri salari e
il fatto che la presenza della compagnia non ci offre alcun
beneficio. Al contrario non abbiamo potuto fare altro che
constatare i privilegi di cui gode il personale della compagnia
nella nostra città”. Il funzionario di polizia ha detto di
percepire una paga di 30 dollari USA al mese, versata
sporadicamente dallo stato congolese.
Un ricercatore ACIDH conclude che l’annunciata
creazione di 1100 posti di lavoro permanenti in 20 anni
di estrazioni48 e da 1800 a 2600 posti indiretti per una
popolazione di 41.000 abitanti difficilmente avrebbero un
impatto sostanziale sulla riduzione della povertà.
A seguito delle proteste vennero arrestate oltre venti
persone e secondo ACIDH durante l’intervento sono stati
commessi abusi contro i diritti umani.
Il progetto non ha migliorato la situazione occupazionale
e ha creato gravi tensioni a livello locale.
4.3.3 Lo sfratto forzato dei minatori locali
Il progetto Tenke ha inferto un duro colpo al settore
minerario locale di piccola scala. Oggi le piccole attività
minerarie sono bandite dalla regione mentre un tempo vi
lavoravano centinaia di minatori locali. La loro partenza
non è avvenuta pacificamente; nel 2005 delle squadre
miste di guardie private e dei membri della polizia
congolese hanno attuato un programma di espulsione
dall’area della concessione TFM. ACIDH denuncia i gravi
abusi contro i diritti umani che hanno avuto luogo durante
lo svolgimento del programma, in particolare l’assassinio
di quattro minatori e di una madre nonché numerose
ferite da arma da fuoco ai danni sia dei minatori che della
polizia47.
Anche se il progetto creerà dei posti di lavoro questi
saranno pochi e di natura precaria, illegali e fonte di
conflitto. Inoltre, sempre a causa del progetto, centinaia
di minatori locali hanno perduto i propri mezzi di
sussistenza. Allora come si può parlare di miglioramento
nella qualità della vita del popolo congolese? ACIDH
sottolinea che mentre TFM ha implementato alcuni
progetti locali per lo sviluppo della comunità quali la
46
Il diritto fondamentale del popolo congolese a beneficiare delle risorse nazionali del paese è sancito dall’articolo 58 della Costituzione: “Tutti i congolesi hanno il diritto di beneficiare della nostra ricchezza
nazionale. Lo stato ha il dovere di distribuire equamente questa ricchezza e garantire il diritto allo sviluppo.”
47
Dichiarazione di un ex-minatore che ha preferito restare
anonimo
4.3.4 Sviluppo della comunità a partire dalle aumentate
tensioni al vertice
Una delle ragioni delle proteste del gennaio 2008 contro
il progetto Tenke era lo sconforto della popolazione locale
di fronte alle mancate garanzie di miglioramenti sociali
da parte dei sostenitori del progetto. Il piano di sviluppo
della TFM a favore della comunità si articolava secondo
sette assi principali: sostegno all’agricoltura, alla sanità,
all’istruzione e ai trasporti, accesso all’acqua, case e
elettricità per tutti.
Questo rapporto mette in luce alcuni aspetti del piano
per lo sviluppo della comunità: accesso all’acqua,
all’elettricità e all’istruzione nonché il programma per
lo sviluppo di un’industria di produzione dei laterizi. In
questi settori sono state attuate delle iniziative ma in
nessun caso lo sviluppo dei relativi progetti prende in
considerazione le realtà locali, le reali necessità delle
comunità o la sostenibilità futura delle attività. Inoltre,
alla popolazione non è stato consentito di determinare
la priorità dei progetti o della loro realizzazione. TFM ha
deciso senza la partecipazione pubblica e ne sono derivati
progetti scarsamente vantaggiosi e assai poco adeguati
alla situazione locale.
a) Accesso all’acqua: limitato e scarsamente adeguato
TFM aveva promesso di costruire 42 pozzi in altrettanti
villaggi tramite l’azienda intermediaria Pact Congo49. La
Pact Congo è stata semplicemente incaricata di realizzare
i progetti; né all’azienda né alla popolazione fu dato di
pronunciarsi sull’esecuzione del progetto, controllato
dalla TFM. Fino a oggi solo dieci delle 42 comunità
48
p.10
Vedi l’Environmental and Social Impact Study, maggio 2006
49
Pact Congo è una ONG americana specializzata nello sviluppo
delle capacità delle organizzazioni e delle comunità locali. La Pact è
finanziata dall’USAID (United States Agency for International Development) e dal DFID (UK’s Department for International Development, Dipartimento per lo sviluppo internazionale del governo del Regno Unito).
Finora Pact Congo ha siglato sei contratti con compagnie minerarie per
favorire lo sviluppo delle comunità nelle aree interessate alle attività
estrattive. Pact Congo è finanziata da queste compagnie perché sviluppi
programmi di sviluppo sociale delle comunità. Dalle interviste risulta
chiaro che Pact Congo funge da collegamento tra la compagnia (TFM) e
le comunità locali. Pact Congo dichiara apertamente che la priorità e la
scelta dei progetti vengono definite e attuate da TFM.
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
17
©ACIDH
(meno di un quarto) hanno beneficiato di un pozzo e le
perforazioni effettuate hanno dotato ciascun villaggio
di un’unica fontana con orari di accesso estremamente
limitati: dalle otto alle dieci di mattina e dalle tre alle
sei del pomeriggio. Perciò gli abitanti devono fare
lunghissime attese per venti litri di acqua al giorno
e molti rinunciano. Dunque il miglioramento è assai
limitato.
Una donna intervistata da ACIDH mentre va a prendere
l’acqua si lamenta della situazione:
“Abbiamo bisogno assoluto di un’altra soluzione, questa non
va bene, qui vengono a bere tutti, non ci sono altre fontane o
altri pozzi e le ore di accesso sono limitate dalla compagnia.
È arrivato il momento di trovare una soluzione perché il
giorno che non ci sarà più acqua nella fontana saremo
costretti a bere acqua sporca del pozzo e ci ammaleremo.
Inoltre, la maggioranza di noi beve già l’acqua del pozzo con
grande rischio di prendersi una malattia. Oggi non ho ancora
preso acqua e non so se ci riuscirò perché sono quasi le
cinque e la coda è ancora lunga”50.
b) Nessun passo avanti verso l’accesso alle cure mediche
Nella ricerca sugli impatti sociali e ambientali del maggio
2006 la TFM si impegnava a migliorare il settore sanitario
includendovi le “Cure mediche: aiuti agli ospedali e alle
cliniche della regione. È prevista anche la costruzione di
nuove strutture sanitarie”.
Finora non sembra che ci sia stato alcun reale
miglioramento.
Il distretto sanitario di Fungurume, con quasi 90.000
abitanti51, ha molti problemi funzionali. Il direttore medico
spiega la situazione ai ricercatori di ACIDH:
“Il nostro centro sanitario più importante ha 12 letti per
una popolazione stimata di 89.792 abitanti. Non possiamo
fare analisi di laboratorio, non ci sono né elettricità
né acqua. I pazienti vengono accolti e ospedalizzati in
condizioni disumane. Pensi che per la mancanza di letti i
pazienti passano la notte sdraiati sul pavimento. A volte
dobbiamo mandare via le persone costringendole a fare
più di 45 chilometri fino a Kambove. Non c’è una vera sala
operatoria. L’unico tavolo operatorio lo dobbiamo a Vision
Mondiale; a parte quello non c’è niente. Solo la TFM ha
una clinica ben attrezzata, ma la popolazione locale non
ci può andare”.
50
Dichiarazione di una donna che preferisce rimanere anonima,
resa in lingua Swahili e tradotta dai ricercatori di ACIDH.
51
Secondo il direttore del distretto sanitario di Fungurume.
Foto: Centro medico a Fungurume, alcuni pazienti
sono sdraiati sul pavimento
c) Accesso all’elettricità: ancora nessun progresso
Quasi dovunque nella DRC l’elettricità è un lusso raro per
la popolazione e il problema si avverte particolarmente
nel Katanga. Le ragioni sono molte e complesse. La SNEL
(l’azienda elettrica nazionale) e le autorità pubbliche
consentono alle nuove compagnie minerarie, che
utilizzano grandi quantità di energia, di operare senza
alcun reintegro della fornitura. Con la conseguenza che
l’erogazione è insufficiente e le industrie minerarie sono
sistematicamente favorite a scapito della popolazione. La
SNEL è costretta a tagliare regolarmente le forniture e la
città di Fungurume soffre di frequenti blackout a causa
dei consumi da parte delle compagnie minerarie.
In alcuni distretti l’elettricità manca del tutto e in altri la
tensione è debole e soggetta a interruzioni e blackout
casuali. Un abitante dice che “la SNEL dà sempre la
priorità alla compagnia mineraria TFM, che può sempre
pagare le bollette, mentre i poveri sono condannati a vivere
senza corrente elettrica. È qui dove viviamo che ci sono
tutti i problemi ma sembra che ci abbiano dimenticato e
che ci ignorino in tutti i modi. Vogliamo dire a [SNEL] che
abbiamo il diritto all’elettricità anche per il nostro ospedale
e la maternità. Se la situazione dovesse perdurare sarebbe
a rischio la pace sociale. Chiediamo alle autorità locali di
garantire il rispetto della legge”.
Lungi dal migliorare l’accesso all’elettricità della
popolazione locale il progetto Tenke lo ha addirittura
ridotto.
d) Istruzione: quota di accesso alla scolarità
Al tempo dell’ultima visita di ACIDH alla zona di Tenke era
stato costruito solo un edificio di scarsissima qualità con
sei stanze e una capacità di trenta studenti. Finora è la
sola scuola primaria costruita da TFM e non c’è neanche
un ufficio amministrativo per gli impiegati.
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
18
A causa della scarsa capacità la compagnia è costretta
a usare un sistema di gettoni che consente ai ragazzi
di iscriversi sulla base del “chi prima arriva meglio
alloggia”. Perciò l’accesso all’istruzione è arbitrario, non
coinvolge la popolazione e solo una minima parte ne
fruisce mentre la grande maggioranza si sente ingannata.
Un’abitante di Tenke53 descrive la situazione:
“Quanti dei nostri figli possono accettare la scuola? Per
garantire un posto dobbiamo ottenere dei gettoni per
l’iscrizione. Noi genitori siamo costretti a lottare per
l’iscrizione dei nostri figli, perché non costruiscono una
scuola più grande con più posti? È stata [TFM] a fare tutto
questo, così noi perdiamo il nostro tempo e le nostre
energie; quando cominceranno a pensare al miglioramento
della qualità della nostra vita? I nostri minerali e la nostra
ricchezza li aiutano già, stanno estraendo i nostri minerali
già da tanto tempo oppure hanno imbrogliato e non hanno
ancora cominciato a estrarre. Quando lo dicono mentono
oppure sono troppo occupati a rubare e a saccheggiare.
Perché noi sappiamo che stanno già estraendo, soprattutto
di notte; i loro aeroplani si portano via i minerali preziosi. Se
solo ci dicessero la verità...”
©IPIS
A Fungurume TFM ha costruito una sola scuola principale
di due edifici con tre classi ciascuna, quasi come a Tenke.
Un’altra scuola è stata ricostruita a due chilometri
da Fungurume vicino a Kolwezi. Tuttavia, nonostante
l’impegno di TFM in quest’area il coordinatore del
progetto TFM per lo sviluppo della comunità, la signora
Ida Efinda, ammette che i progetti completati sono
tutt’altro che adeguati in termini di numero di studenti
scolarizzati52.
Foto: La fabbricazione di laterizi esige una gran
quantità di legno
comunità mancano di una visione a lungo termine sulla
loro sostenibilità e sul coinvolgimento della popolazione
locale ma anche di una valutazione complessiva della
situazione locale. Per gli abitanti della zona intervistati
da ACIDH è chiaro che TFM sia responsabile di una
situazione in cui mancano tutti i servizi di base. Tra
le conseguenze c’è un forte risentimento contro la
compagnia messo in evidenza dalle proteste di gennaio.
e) Fornaci di mattoni della comunità: deforestazione e
problemi di fattibilità
La creazione di fornaci per laterizi è uno dei progetti
sostenuti da Pact Congo con le comunità locali. Il progetto
presenta numerosi problemi. Il numero di posti di lavoro
è limitato e la fattibilità sul lungo periodo è sospetta dal
momento che TFM è l’unico cliente. Inoltre, la cottura dei
laterizi richiede legno, che è stato fornito da TFM tramite
i permessi di accesso alle foreste dell’area circostante le
miniere. Tuttavia la quantità di legname non è sufficiente
a coprire la domanda e i fabbricanti di mattoni non hanno
altra scelta che tagliare altre foreste per approvvigionarsi.
Così la deforestazione diventa una pericolosa minaccia
per l’ambiente locale con implicazioni negative sulle
attività agricole essenziali per la regione. Tutte le misure adottate da TFM per lo sviluppo della
52
Dichiarazione del coordinatore del programma per lo sviluppo
delle comunità di TFM, signora Ida Efinda
53
42 anni, sposata, con nove figli
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
19
5. Conclusioni
5.1 La BEI ha consapevolmente finanziato il progetto
Tenke Fungurume in flagrante contraddizione con i
propri principi dichiarati
Oltre a fornire il sostegno finanziario, la BEI offre
il proprio supporto politico al progetto in qualità di
investitore principale. Perciò la BEI ha un’importante
responsabilità e dovrebbe tenerne conto nella scelta dei
progetti.
partner allo sviluppo di gran parte dei paesi dell’ACP”55.
Opera in Africa, nei Caraibi e nel Pacifico sulla base
della Convenzione di Cotonou per ridurre la povertà e
promuovere lo sviluppo sostenibile. Gli azionisti della
BEI sono gli stati membri dell’UE, che ne garantiscono il
capitale con denaro pubblico. Tuttavia, il finanziamento
di una miniera di rame e cobalto di queste dimensioni
non è conforme agli obiettivi della BEI, connessi con la
cooperazione tra la DRC e l’Unione europea. La miniera
Tenke Fungurume esaurirà una risorsa limitata e il
progetto peggiorerà le condizioni delle popolazioni locali.
La situazione locale è già tesa nonostante il progetto
sia solo all’inizio: proteste, popolazioni sfollate senza
casa, conflitti sui metodi di assunzione, conflitti con i
minatori locali e continue tensioni tra la popolazione e la
compagnia. Finora la BEI non ha espresso in proposito
alcun commento. Non è chiaro il modo in cui la BEI
controllerà un progetto di tale portata date l’assenza di
tutele e i mezzi di cui la banca stessa dispone56. Sembra
inoltre improbabile che la BEI possa adottare misure
correttive prescindendo dalla realizzazione del progetto
TFM dal momento che non sono state fissate né delle
linee guida chiare né delle sanzioni. Pare che la BEI
intenda chiudere un occhio sulle attività della TFM.
La tendenza degli investimenti BEI nel settore estrattivo
segue l’aumento dei prezzi dei metalli
Nonostante abbia dichiarato il suo sostegno all’EITI
(Extractive Industry Transparency Initiative, iniziativa
per la trasparenza delle industrie estrattive)54, la BEI
ha prestato 100 milioni di euro per il progetto TFM.
Sul progetto grava l’ombra del sospetto di illegalità e
corruzione dal momento che il contratto del finanziatore
è stato sottoposto a indagine dalla commissione
interministeriale incaricata del riesame dei contratti
minerari. Per approvare il prestito la BEI ha richiesto solo
prova di un bilancio completo del progetto e una lettera di
conferma che il governo congolese non vi si opponeva. Il
governo si è mostrato favorevole al contratto fin dall’avvio
del progetto nonostante gli svantaggi per lo stato
congolese e risulta improbabile che l’approvazione del
progetto garantirà alla popolazione del Congo un’equa
distribuzione della ricchezza.
55
http://www.bei.org/projects/regions/acp/index.htm
56
Vedi il rapporto di Friends of the Earth sulla BEI: Sei anni di
finanziamento del saccheggio dell’Africa, novembre 2007, disponibile in
rete all’indirizzo http:// www.amisdelaterre.org/Nouveau-rapoprt-desAmis-de-la.html
5.2 Una scandalosa negligenza della BEI, la Banca
dell’Unione europea
Integrata nel Trattato dell’Unione Europea, la BEI si
presenta come un’istituzione che “da 30 o 40 anni è
54
Vedi: http://www.eib.org/projects/news/eib-support-for-theextractive-industry-transparency-initiative.htm. L’iniziativa mira a garantire la trasparenza sui pagamenti e sugli utili generati dalle industrie
estrattive obbligando le compagnie a pubblicare le proprie transazioni e
i governi a dichiarare quanto ricevono. Vedi www.eitranparency.org
Anime minate: il ruolo della BEI nella miniera Tenke-Fungurume, DRC (Repubblica democratica del Congo | Settembre 2008
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6. Raccomandazioni
Tenendo presente il livello di corruzione e il fatto
che il progetto, nella sua attuale formulazione, non
garantirebbe alcun vantaggio alla popolazione congolese,
la società civile ha comunicato alla BEI le proprie
preoccupazioni molto prima della concessione del
prestito. Tuttavia, ora che è impegnata nel progetto,
chiediamo alla BEI di assumersi le proprie responsabilità
e in particolare di:
• aumentare in modo considerevole la trasparenza
delle proprie operazioni e adottare misure concrete
per adeguarsi alle raccomandazioni della Extractive
Industry Transparency Initiative, che dovrebbe
diventare un elemento chiave di valutazione dei
progetti futuri.
• esigere che il governo del Congo illustri
© Blandine Vallée
pubblicamente la prassi che intende seguire nella
rinegoziazione dei contratti minerari, compresi i
criteri adottati durante i negoziati, e renda pubblici i
contratti aggiornati;
• incoraggiare una revisione trasparente dei contratti
sotto la supervisione di esperti legali internazionali
indipendenti e membri della società civile;
• insistere affinché tutti i pagamenti effettuati da TFM a
favore del governo in seguito alle rinegoziazioni siano
pienamente dichiarati e giustificati;
• commissionare un’indagine sul campo per capire
la situazione delle comunità locali e vincolare
l’erogazione del prestito al rispetto degli obblighi
sociali assunti da TFM;
• attivare (stante il debole controllo esercitato dal
governo della DRC) regolari procedure di gestione del
progetto prevedendo in particolare delle visite ai siti e
dei rapporti pubblici annuali sullo stato del progetto,
sugli utili percepiti dallo stato congolese, sulla
protezione ambientale e sui progressi relativi allo
sviluppo della comunità e alla riduzione della povertà.
Foto: LUn’azione per spingere la riforma della BEI
in occasione dell’assemblea generale annuale,
Lussemburgo, giugno 2008
Affinché la BEI aiuti lo sviluppo e agisca contro la
distruzione dei mezzi di sostentamento ambientale e
locale connessa con i progetti minerari chiediamo inoltre
alla BEI di congelare tutti i prestiti per nuovi progetti
minerari in Africa fino a che gli attuali comportamenti
siano stati riformati e migliorati.
Nel quadro della propria riforma la BEI dovrebbe
innanzitutto:
• adottare le migliori regole internazionali in ambito
ambientale e sociale con particolare riguardo
alla EIR (Extractive Industries Review) e alle
raccomandazioni contenute nel rapporto “BEI: sei
anni di finanziamento del saccheggio dell’Africa”;
• finanziare come impegno prioritario progetti
che aiutino realmente a ridurre la povertà sulla
base di criteri sociali e ambientali autentici e in
collaborazione con i paesi interessati;
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Note
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Note
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www.counterbalance-eib.org
email: [email protected]